Inizia una vera conversazione con i tuoi clienti, già nella ricerca
24 Maggio 2018L’obiettivo della tecnologia di consumo è di essere così intuitiva da sembrare naturale già al primo approccio, motivo per cui le persone stanno cambiando il modo con cui vi interagiscono.
Questo vale anche nella pianificazione del viaggio attraverso la ricerca, con gli utenti che stanno iniziando a usare più frequentemente chiavi di ricerca conversazionali, ovvero query strutturate sotto forma di domande che si potrebbero porre naturalmente a una persona fisica.
Si tratta di una piccola rivoluzione, perché il passaggio da chiavi di ricerca generiche a query conversazionali permette agli utenti di porre domande più specifiche, chiare e personali sui prodotti e sui servizi a cui sono interessati. Per gli hotel, invece, è un’ottima occasione per raggiungere il proprio target di riferimento rispondendo con chiarezza ed efficienza alle domande poste dai potenziali ospiti.
Gli utenti non cercano più semplice risposte, ma veri e propri consigli in un linguaggio naturale e colloquiale, tanto che secondo Google stanno aumentando considerevolmente le ricerche con la parola “Io” al suo interno.
Secondo i dati di Google, negli ultimi due anni:
- Le ricerche da mobile che contengono “Do I need” (“Ho bisogno / avrei bisogno”) sono cresciute di oltre il 65%. Ad esempio, “Di quanti contributi ho bisogno per andare in pensione”, “di quanta vernice avrei bisogno” o, per fare un esempio del travel, “Di quali documenti avrò bisogno in Italia?”.
- Le ricerche da dispositivo mobile per “Should I” (“dovrei”) sono cresciute anch’esse di oltre il 65%. Ad esempio, “dovrei comprare una casa”, “Quale pettine dovrei usare” o, per gli hotel, “Quanto dovrei spendere per una settimana al mare?”.
- Le ricerche da smartphone che iniziano con “Can I” (“posso”) sono cresciute addirittura dell’85%. Per esempio “posso utilizzare PayPal su Amazon”, “Posso comprare una ricarica del telefono al supermercato” oppure “Posso acquistare un posto per il mio cane su un aereo”.
Non è solo una questione di forma, però. Soltanto due anni fa, le persone erano più inclini a utilizzare query di ricerca semplici, scarne, sufficienti per trovare ciò che stavano cercando. In genere si accontentavano di digitare il nome del servizio o del prodotto.
Oggi, a queste ricerche essenziali e utilitaristiche si affiancano vere e proprie conversazioni, con domande sempre più specifiche e personali. E questo sta accadendo attraverso una varietà di categorie, con Google che ne mostra qualche esempio reale.
- Finanza: da “conto bancario” e “conto bancario aperto online” a “Cosa devo fare per aprire un conto bancario?”
- Cura personale: da “miglior shampoo” e “[marca shampoo]” a “quale shampoo dovrei usare?”
- Auto: da “marche di auto” a “quale auto dovrei comprare?”
- Proprietà immobiliari: da “calcolatore mutuo online” e “tassi mutuo” a “posso ottenere l’approvazione per un mutuo?”
Cosa significa questo cambio nelle abitudini di ricerca per chi crea contenuti per l’hotel? In sostanza, vuol dire interfacciarsi agli utenti in maniera intuitiva e naturale attraverso tutti i punti di contatto digitali, cercando di intercettare le richieste di consigli da parte dei potenziali ospiti ancor prima della fase di pianificazione del viaggio.
Per farlo è necessario controllare le chiavi di ricerca più frequenti legate alla destinazione, alle abitudini e gusti della clientela e alla struttura stessa e costruirci intorno contenuti ed esperienze di navigazioni naturali e colloquiali.
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Tag: Chiavi di ricerca, Conversazionali, Think with Google