Turismo congressuale, sarà l’anno dei record?

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Nel 2022 l’Italia ha ospitato 304 mila congressi: è al terzo posto nel mondo e al secondo in Europa nel mercato del turismo congressuale.

Facciamo il punto, a partire da un articolo de Il Sole 24 Ore.

 

2022: l’anno della ripartenza

 

L’industria dei congressi e degli eventi aziendali ha visto un nuovo incremento, dopo il crollo dovuto al Covid-19, a partire dall’anno scorso. Nel 2022 infatti l’Italia ha raggiunto la quota 304.000 congressi ed eventi business: il 251% rispetto al 2021, quando l’intero comparto del turismo pagava a duro prezzo le lecite restrizioni legate alla pandemia. Il numero totale di partecipanti ha toccato quota 21.2 milioni di persone: 362% sul 2021. Le presenze nel 2022 hanno registrato un incremento del 366%, raggiungendo quota 31.7 milioni.

Secondo la ricerca dell’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi (Oice), il settore ha recuperato quasi tre quarti degli eventi del 2019, l’anno precedente alla pandemia. Promossa da Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, l’indagine riportata da Il Sole 24 Ore prevede che il 2023 colmerà il divario con il 2019 e forse lo supererà. Anche le prospettive per il fatturato sono positive: oltre il 50% delle sedi che ospiteranno meeting e incontri aziendali prevede un aumento dei ricavi nel corso dell’anno rispetto al 2022.

Secondo la classifica dell’International Congress and Convention Association (ICCA), l’Italia è terza a livello mondiale e seconda in Europa, con oltre 520 incontri. Davanti a noi, emergono la Spagna (528) e gli Stati Uniti (690). Allentate le restrizioni da Covid-19, nel 2022 i meeting sono tornati in presenza nell’85% dei casi, corrispondenti a circa 9.000 eventi, su un totale di oltre 10.500.

 

Le aziende scelgono hotel congressuali

 

Un ruolo predominante in tale ripresa rivestono le aziende, che hanno organizzato il 53% degli eventi fra lanci di prodotti, convention e meeting. In particolare, le associazioni medico-scientifiche hanno contribuito per quasi un terzo del mercato; le istituzioni coprono il restante 16%.

Nei primi mesi dello scorso anno, le restrizioni sanitarie in vigore sia in Italia sia all’estero hanno ostacolato la logistica e la miglior riuscita dei congressi: in quasi due terzi hanno partecipato esclusivamente persone provenienti dalla stessa regione. Il 28.5% degli eventi ha coinvolto partecipanti provenienti da altre regioni italiane, mentre soltanto l’8.3% ha contato ospiti internazionali.

Chi ha organizzato i meeting ha scelto nel 77% gli hotel congressuali, seguiti a debita distanza dalle sedi istituzionali (9%). Gli spazi non convenzionali hanno ospitato conferenze e congressi nel 6% dei casi, seguiti da centri congressi e sedi fieristico-congressuali (3.4%). Chiudono le dimore storiche non alberghiere – come abbazie e castelli – con il 2.5%.

A cosa si deve la netta preferenza per gli hotel? Secondo l’Osservatorio, rispondono in modo specifico alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention. I centri congressi sembrano più adatti ai congressi associativi, grazie agli spazi espositivi, alle sale plenarie e a quelle di sottocommissione

I viaggi d’affari del futuro combineranno sempre più tempo libero e lavoro. Già nel 2021 il settore business ha registrato una crescita del 31% rispetto al 2020, quando la spesa globale per i viaggi aziendali era scesa del 56% rispetto al 2019.

Quali strategie metterà in atto il vostro hotel per intercettare i viaggiatori bleisure? Scrivetecelo nei commenti.