TripAdvisor, Booking, Expedia – le responsabilità legali della diffamazione online
24 Ottobre 2008Su TripAdvisor, molti ospiti del “Silver Cloud Inn” di Tacoma sono entusiasti delle camere con vista e del servizio shuttle. Un utente di Expedia, “Traveler from ST. Louis”, si lamenta invece del riscaldamento mal funzionante, del caffè tiepido, e della colazione mediocre. Ormai ci siamo (quasi) abituati: le recensioni online degli hotel sono sempre più diffuse, e i cattivi umori degli ospiti la fanno spesso da padrona anche quando non sarebbe giusto che fosse così.
Oggi parliamo quindi delle responsabilità che aziende come TripAdvisor, Booking ed Expedia devono/dovrebbero fronteggiare quando chiedono agli utenti di valutare gli hotel sui rispettivi siti web.
Lori Drew – la tragedia che ha dato inizio alla discussione legale
Le responsabilità legali di un sito web che pubblica i commenti dei propri utenti cominciarono ad essere discusse seriamente nel 2006, a seguito del suicidio di una bambina di 13 anni.
Lori Drew, 49 anni del Missouri, aveva utilizzato un falso account MySpace per tormentare la bambina con messaggi su quanto fosse grassa, e sul fatto che il mondo sarebbe un luogo migliore senza di lei.
La Drew è stata incriminata quest’anno dalla Corte Suprema di Los Angeles per la violazione del “Computer Fraud and Abuse Act”. Il caso è ancora in svolgimento nei tribunali statunitensi.
I “termini di utilizzo del servizio” che gli utenti devono leggere e sottoscrivere prima di creare un account hanno salvato MySpace da qualsiasi responsabilità legale.
Recensioni e diffamazione – “I commenti sono responsabilità di chi li scrive”
Mike Droke, direttore della Dorsey & Whitney a Seattle, ha commentato che tutte le aziende online dovrebbero riesaminare i propri “termini di utilizzo del servizio”, e rivedere in certi casi la loro formulazione.
"Quando si consente la pubblicazione di un commento sul proprio sito, si può diventare un agente di divulgazione di informazioni diffamatorie" ha detto Droke, che è anche condirettore dell'Ufficio frode informatica della Dorsey & White; "La società potrebbe diventare responsabile, a meno che non sia specificato diversamente nei suoi termini di utilizzo del servizio”.
I “termini di utilizzo del servizio”di MySpace dichiarano espressamente che nessuno può registrarsi e pubblicare commenti con una falsa identità, come invece fece la Drew.
Altri siti come TripAdvisor, Expedia e Booking hanno simili restrizioni che gli utenti accettano nel momento in cui registrano un account. Uno dei termini di utilizzo più comuni è che i commenti siano esclusiva responsabilità di che li scrive, e non dell’azienda che gestisce il sito. Sotto ogni singola recensione di TripAdvisor, ad esempio, c’è scritto: “This review is the subjective opinion of a TripAdvisor member and not of TripAdvisor LLC.”
Le aziende che pubblicano recensioni ammorbidiscono i toni del dibattito
I rappresentanti dei siti web che pubblicano recensioni online hanno trovato nel tempo le più varie giustificazioni per ritenersi poco responsabili dei contenuti pubblicati.
"Le recensioni di solito sembrano affidabili e obiettive," sostiene Eggerling, portavoce di Expedia; “In ogni caso, se qualcuno del Westin cercasse di diffamare un hotel della Hyatt, questo sarebbe semplicemente, a lungo andare, uno sforzo troppo grande".
Su Amazon.com gli utenti, dopo essersi registrati, possono lasciare commenti su qualsiasi prodotto. Patty Smith, direttrice della comunicazione aziendale di Amazon, crede ad una sorta di “equilibrio naturale fra le recensioni”: “Se qualcuno cercasse di sabotare un prodotto con recensioni negative, molte altre persone a cui quel prodotto piace si alzerebbero in coro per difenderlo”.
Le recensioni online degli hotel – perché questa totale mancanza di responsabilità?
Siti come TripAdvisor possono essere una vera miniera d’oro per quei piccoli hotel che non possono permettersi forti investimenti pubblicitari ma lavorano bene a livello di servizio. Allo stesso tempo, è francamente inspiegabile come un sito che pubblica l’opinione di altre persone non ne sia, anche solo indirettamente, responsabile.
In qualsiasi forum che trovate sparso nella rete c’è una figura apposita, il “moderatore”, che decide se pubblicare o meno i commenti, se tagliarli in parte o integralmente. La stessa cosa avviene su Booking Blog; ci è capitato, ad esempio, di non pubblicare un commento che conteneva offese personali al direttore di un importante IDS non corredate da dati di fatto verificabili.
Nel caso di TripAdvisor, Expedia o Booking, lo stesso trattamento al momento non viene riservato agli alberghi.
Bisogna fare due considerazioni importanti:
1. Secondo stime internazionali sulla partecipazione ai Social Networks, solo l’1% dei visitatori di un sito come TripAdvisor fanno parte della categoria di utenti “attivi” che scrivono recensioni e creano i contenuti del sito. TripAdvisor non si può permettere eccessivi filtri sulle recensioni e difficilmente prenderà qualsiasi provvedimento per aumentare la responsabilità e l’autenticità di chi le scrive. Quel particolare utente su 100 per TripAdvisor è di vitale importanza per il rendimento commerciale del sito.
2. Il cliente finale di aziende come TripAdvisor, Booking ed Expedia è il viaggiatore on-line, non l’hotel, e si vede bene dalla cura con cui vengono implementate le funzionalità degli utenti, come dalla mancata cura con cui si concede all’albergatore di diventare parte attiva nelle discussioni. L’hotel al momento viene coinvolto “suo malgrado”, ma questi spazi sono stati creati con in mente un altro target.
Nel caso di recensioni negative, il controllo delle fonti e la verifica delle informazioni dovrebbero essere una priorità se stiamo parlando di informare veramente i consumatori della qualità di un albergo.
Questa, come tutti sappiamo, non è la vera finalità di siti come TripAdvisor, Booking o Expedia, che ancora vedono gli hotel come fornitori e non come partner; da qui vengono tutti i problemi che conosciamo bene…
Fonti:
Business Journal
Commento da m.aggiato — 29 Ottobre 2008, alle ore 18:01
Non trovo nessuna giustificazione per ritenermi poco responsabile dei contenuti pubblicati su Zoover.it in quanto oltre ad un team dedicato sono coinvolto anche io in prima persona nella revisione di
OGNI recensione
OGNI foto
OGNI video
prima della pubblicazione on-line.
Tuttavia, in quanto sito web con contenuti generati dagli utenti, ritengo corretto specificare che siano esclusiva responsabilità di che li scrive, e non dell’azienda che gestisce il sito. -> Vedi note legali di Zoover ..>>
La nostra esperienza tuttavia è che il voto medio è di 7.2, anche se gli utenti italiani e spagnoli sono quelli più critici. Inoltre, UNA singola recensione negativa non distrugge la reputazione dell’hotel perché, qualora veramente soggettiva, ci sono altri utenti che si esprimono in modo positivo. Ho però vissuto anche in prima persona una struttura che aveva maturato 10 e più recensioni non superiori a 5 su una scala da 1 a 10. L’albergatore mi ha scritto accusando Zoover di poca correttezza, soggettività, poca educazione ecc. … per intenderci, parliamo di 14 recensioni scritte da utenti provenienti dalla Olanda, Germania, Italia e Inghilterra!
Sono convinto che le recensioni aiutino ad aumentare la reputazione e oggi anche gli albergatori hanno la possibilità di prendere un ruole in prima persona per sfruttare il passaparola on-line attraverso i portali come Zoover.
Michele Aggiato | Country Manager | Zoover.it
Commento da evpandolfi — 30 Ottobre 2008, alle ore 15:03
se osserviamo attentamente siti che, oltre a pubblicare commenti, chiedono anche agli utenti l’utilità del commento stesso (come tripadvisor, ad esempio) osserveremo che quasi sempre i più utili sono proprio quelli che danno un voto intermedio dato che il turista, che non è stupido, sa bene di non dover tenere conto nè di un voto molto basso (un disservizio può sempre succedere e quindi generare un votaccio!) nè di uno molto alto (probabilmente quel cliente, per i più disparati motivi, si sarà trovato forse “eccessivamente” bene rispetto ai servizi offerti dall’hotel).
Detto questo l’unica strategia intelligente da utilizzare è quella di suggerire ai propri clienti, indipendentemente dal fatto che si siano trovati bene o male, di lasciare un commento su internet. Questo, alla lunga, porterà ad un voto medio abbastanza stabile che non sarà influenzato più di tanto da un singolo commento negativo.
Coloro che giudicano “diffamazione” i commenti on-line in realtà fanno male solo a sè stessi e alla priopria azienda ignorando dei complaint!
P.S: nel caso vi interessasse rispondere a dei commenti on-line tripadvisor ve ne dà la possibilità. Nell’hotel che dirigo il front office manager ha fra i suoi compiti quello di rispondere a TUTTI i commenti on-line, sia positivi che negativi, e per questa iniziativa, peraltro neanche tanto nuova, ho ricevuto solo complimenti da clienti, collaboratori e altri esperti del settore
Commento da sfarinel — 30 Ottobre 2008, alle ore 15:44
Ciao evpandolfi,
mi complimento con te che rispondi a TUTTI i commenti on-line sia positivi che negativi.
Sicuramente i tuoi Clienti, anche quelli insoddisfatti, apprezzeranno la tua attenzione nei loro confronti.
Commento da D.Vasta — 30 Ottobre 2008, alle ore 16:04
Ritengo che dare la possibilita’ agli utenti di esprimere pareri , positivi o negativi che essi siano , sulle strutture in cui hanno soggiornato,non sia negativa.L’utente che si serve di internet ,non e’ uno sprovveduto ,ne’ tantomeno trae conclusioni che determinano la sua scelta in base a dei giudizi negativi per la struttura ,frutto di lamentele futili e a volte pretenziose .
Corretto quello che evpandolfi esprime nel suo commento :
ovvero aver affidato al suo Front Office Manager il compito di interloquire,nei siti dove e’ permesso , con gli utenti che hanno lasciato commenti sulla sua struttura ,a prescindere che siano essi positivi o negativi .
Chi andra’ a visionare i commenti della struttura e vedra’ che a tutti quelli lasciati segue una risposta ,constatera’ attenzione nei confronti del cliente,e il cliente che ha lasciato un commento sara’ indotto a pensare di non essere stato soltanto un ospite di passaggio,e magari se dovesse ricapitare in quelle zone la prima scelta ricadra’ su quella struttura.
Per cio’ che mi riguarda , ho gia’ dato disposizioni , affinche’ sul sito ufficiale della catena alberghiera che rappresento , venga aperta una sezione ” Experience “,dove gli utenti che hanno soggiornato nelle nostre strutture possano confrontarsi tra loro ,lasciare commenti,inserire foto e video delle loro vacanze ,ricevere risposte da noi su eventuali disservizi e darci magari dei consigli per migliorarci.
Concludo dicendo che non bisogna dimenticare il principio fondamentale del nostro ” lavoro ” : la cura del cliente e dei servizi che offriamo.
Commento da Edi — 30 Ottobre 2008, alle ore 16:15
Internet ormai ha spiazzato il passaparola di una volta….sostituendolo con i commenti on line, che varcano ogni confine e possono raggiungere chiunque in qualunque parte del mondo. Perciò possiamo concludere che la “cassa di risonanza” di un commento bello o brutto che sia, si è allargata in modo dilagante e senza controllo….portando con se benefici e contro indicazioni.
In generale è sempre più difficile far lasciare un buon commento ad un cliente che se ne va via soddisfatto e che al check out promette di scrivere una recensione ….ma spesso questa promessa non è mantenuta, mentre il cliente insodisfatto corre subito a denunciare la “dissavventura” che a volte è discutibile….
Per cui andrebbero trovati delle soluzioni per “incentivare” i nostri clienti soddisfatti ma “pigri” nello scrivere le recensioni….
Avete qualche idea?
Commento da evpandolfi — 30 Ottobre 2008, alle ore 16:34
Caro Edi,
sicuramente di idee se ne possono avere tante in questo senso; l’importante è trovare quella giusta per la/e struttura/e che rappresentiamo come può essere ad esempio l’idea di D.Vasta.
Si può richiedere semplicemente al check-out (ma come fai giustamente notare tu pochi di quelli cui viene richiesto lo faranno davvero), oppure si può scrivere una note nella parte finale del questionario di valutazione del tipo:
“…le domande cui ha appena risposto servono a noi per migliorare, e per l’aiuto che ci dà la ringraziamo. Se oltre a questo desidera che altri clienti come lei conoscano più approfonditamente il nostro hotel le chiediamo di commentarci anche su abcdef.com”,
oppure si può lasciare un piccolo ricordo al check out (si possono trovare cose molto carine anche a meno di 1€) con sopra un piccolo bigliettino con una frase che gli ricordi di lasciare un commento (probabilmente aprirà a casa il regalino e così si ricorderà di commentare l’hotel…non solo, ma quando lascerà il commento sarà ancora contento o divertito del regalino e magari il suo giudizio sarà un po’ migliore (piccolo trucchetto! 😉 ).
Alla fine però tutto dipende dal cliente che si ha di fronte: sicuramente uno che ha prenotato da agenzia a in via telefonica o via fax sarà meno avvezzo ad andare su internet a lasciare un commento e viceversa chi ha prenotato tramite IDS o ADS, probabilmente prima del soggiorno avrà osservato i commenti on-line e ne conoscerà l’utilità e sarà automaticamente spronato a scriverne altri.
Ultima cosa: di fatto le statistiche dimostrano che a NON lasciare commenti sono in maniera paritaria sia i clienti contenti che quelli scontenti…e curiosamente ritengo, sotto certi aspetti, più grave il fatto che siano quelli scontenti a non postare commenti, non lasciando realmente la possibilità a chi lavora in albergo, di conoscere le problematiche e risolvere migliorando il servizio. Ad esempio noi ricevevamo parecchi commenti sul fatto che i prezzi dei piatti al ristorante fossero troppo alti in rapporto alla struttura. Partendo da queste lamentele e dalle nostre statistiche abbiamo elaborato un piano per applicare l’yield anche alle tariffe del ristorante mantenendo tariffe alte (uguali a prima) il venerdì e il sabato dove comunque riempivamo totalmente la sala e abbassandole negli altri giorni aumentando la revpash in misura considerevole.
Commento da evpandolfi — 30 Ottobre 2008, alle ore 16:36
…dimenticavo:
ovviamente non abbiamo ricevuto più commenti negativi sulle tariffe del ristorante poichè sponsorizziamo le giornate infrasettimanali come più economiche!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Ottobre 2008, alle ore 16:43
il problema è che il grosso degli utenti insoddisfatti scrive,
mentre quelli soddisfatti raramente lo fanno.
E’ anche vero che sui grandi numeri la verità viene fuori.
Stefano – Hotel Sonya
Commento da D.Vasta — 30 Ottobre 2008, alle ore 17:12
Noto con piacere che evpandolfi ed io abbiamo delle linee di pensiero comuni.trovo sintomatico il fatto che il cliente che utilizza internet per i suoi viaggi ( lavoro o vacanza che sia ) sia piu’ portato a lasciare commenti sulla struttura,a differenza di chi si avvale di sistemi tradizionali ( adv,ecc ).Ma sono anche dell’idea che il cliente bisogna fidelizzarlo,creando uno storico su di esso ( tipo di prenotazione; tipo di camera assegnata , tariffa applicata ; ecc )per cercare di offrirgli gli stessi servizi di cui e’ rimasto contento ,o magari cercare di migliorarli.Allo stesso tempo , si deve cercare di dirottarlo ad utilizzare il sito della struttura come mezzo di prenotazione ( questo per chi si avvale di un booking engine proprio ),dove trovera’ le stesse tariffe pubblicate sui principali IDS ( e qui bisogna insistere sulla parity rate ) che esistono sul mercato ed ai quali quasi tutti noi siamo affiliati.Se si riesce a far questo si ottiene un doppio risultato :
fidelizzazione del cliente alla struttura , ottimizzazione delle revenue ( si evitano commissioni ).
E qui si ritorna al discorso che ho fatto prima,creare un blog sul prorpio sito,con tutto cio che ne comporta.
Ha ragione Edi quando afferma che internet e’ una cassa di risonanza ” devastante ” ,una volta arrivavano le lettere di contestazione o di malcontento,poi sono nati i fax,in seguito le mail ,oggi abbiamo dei siti di recensione visibili da tutti,e dai quali non possiamo “nasconderci”,e prorio per questo si deve insistere sulla qualita’ del servizio che offriamo,e sulla professionalita’ dei collaboratori di cui ci avvaliamo.
Commento da mose — 30 Ottobre 2008, alle ore 17:19
Anche io credo che i clienti soddisfatti difficilmente scrivano recensioni positive, a loro è sufficiente lasciare l’opzione per l’anno venturo per complimentarsi.
Un albergo però è “costretto” a pubblicizzare questi siti “pettegoli”? Perchè può capitare che un piccolo albergo di un piccolo paesetto di provincia a causa di un disguido si ritrova con un unico commento negativo e non essendoci contraddittorio on line, è in attesa che forse un altro ospite potrà lasciare un eccellente commento alzando di nuovo la media.
Commento da mauroblu — 31 Ottobre 2008, alle ore 12:03
Ho la sensazione che l’indignazione dei colleghi di fronte alla “licenza di diffamazione” tipica del web 2.0 sia una delle tante battaglie di retroguardia, combattute tutte le volte che ci simao trovati di fronte a profondi cambiamenti (vedi all inclusive e le politiche tariffarie di yield).
Non ci dobbiamo preoccupare, passerà anche questa.
Mi complimento con tutti i colleghi del blog per la loro professionalità.
Buon lavoro! 🙂
Commento da duccio — 4 Novembre 2008, alle ore 20:33
Questa discussione è veramente interessante, l’unica cosa che mi sento di aggiungere è che questi siti di recensioni offrono la possiblità di valutare la percezione che i clienti hanno dell’hotel e dei suoi servizi, dato che pongono l’accento, talvolta in maniera impietosa, su quelle che sono le lacune della struttura (servizio, pulizia, breakfast ecc.). Una recensione negativa può essere un’opportunità per migliorarsi, mentre una recensione positiva può mettere in luce dei pregi che magari stiamo sottovalutando e che invece andrebbero messi in risalto nel marketing del nostro hotel.
Commento da kino — 6 Novembre 2008, alle ore 10:18
Cari amici,
trovo questa discussione molto interessante tuttavia non posso non fare alcune obiezioni e/o alcune costatazioni che qualcuno ha fatto quasi involontariamente!
1) Innanzitutto è bene tener presente che siamo nel comportamento post-acquisto e che spesso il cliente soddisfatto non perde tempo nella valutazione della struttura (tanto più se fatta in un momento diverso dalla fruizione del servizio stesso). E’ ragionevole pensare quindi che chi scrive commenti sui detti siti sia una piccola minoranza che o è eccessivamente insoddisfatta o viceversa. Il risultato che ne consegue è una votazione media che però non riflette la realtà (ci tengo a precisare che le eccezioni sono sempre possibili, ovvero che qualche cliente valuti responsabilmente).
2) Internet non potrà mai sostituire il passaparola!
Questo se ci pensate è ovvio. Cosa ascoltate e a cosa prestate più attenzione; al racconto entusiasta di un vostro amico appena tornato dal Trentino che vi ammalia dei panorami, delle splendide piste e della calda accoglienza ricevuta o di una opinione o peggio di un voto espressi da una persona di cui non conosci nemmeno il vero nome?!
Questi due punti sono rilevanti (anche se non gli unici) nell’analisi del comportamneto post-acquisto!
Fonte: Philip Kotler; John Bowen; James Makens
Commento da Massimiliano — 6 Novembre 2008, alle ore 11:14
Ciao kino, che intervento! In alcuni punti sono d’accordo, in altri un po’ meno. Secondo me alcuni hotel riescono, attraverso il servizio, a creare un vero rapporto con i clienti, e questo spinge a scrivere recensioni anche chi di solito non lo farebbe.
Dipende di cosa è soddisfatto il cliente. Se è soddisfatto della vasca idromassaggio o del mobile d’epoca, concordo con te, non perderà mai tempo a scriverne una recensione; se è soddisfatto di come è stato trattato e accudito, di essersi “sentito a casa”, di aver creato con lo staff dell’hotel un rapporto che rasenta l’amicizia e che quindi dà una motivazione personale nello scrivere una bella recensione…in questo caso secondo me la recensione verrà scritta.
Trip Advisor non usa solo le recensioni o i voti per fare le classifiche, ma tante altre risorse esterne, proprio per rendere la valutazione più oggettiva possibile, nei limiti del possibile.
Essendo la votazione media basata su giudizi umani soggettivi, ho difficoltà a parlare di “votazione che riflette la realtà”.
La realtà che vede l’albergatore italiano, tranne rari casi illuminati, non ha comunque punti di contatto con la realtà che vede il cliente.
2) Il problema è se abbiamo la fortuna di avere un amico che è appena tornato da New York, Londra, Parigi, Berlino e San Pietroburgo; se un cliente statunitense ha un amico che è appena tornato dal Trentino…Il passaparola offline ci sarà sempre, questo è banale.
Il passaparola online ha un capacità di esposizione che non può però essere paragonata.
Commento da evpandolfi — 6 Novembre 2008, alle ore 15:49
Sono d’accordo con Kino sul fatto che è sicuramente una minoranza che lascia recensioni sui internet (molto molto raramente supera il 10% anche in strutture che “spingono”, tramite il servizio, il cliente a lasciare le proprie impressioni) come sono anche d’accordo con Massimiliano sul fatto che il cliente ha una maggiore tendenza a commentare il servizio piuttosto che i fattori strutturali.
Il punto è, io credo, che è cambiato proprio il modo di porsi dei clienti nei confronti degli hotel nel senso che ua volta si doveva andare in agenzia e affidarsi al giudizio dell’operatore per ciò che riguardava la qualità dell’hotel.
Dopotutto è a questo, fondamentalmente, che servivano le stelle: per qualificare qualitamente una struttura che non si aveva possibilità di giudicare in altra maniera.
Oggi invece, grazie a questi siti, un utente può ricevere, di fatto, consigli di viaggio da altri utenti percependoli come più vicini al proprio modo di pensare (in quanto turisti anch’essi).
E’ poi ovvio che il commento di un amico personale avrà sempre una valenza maggiore rispetto al commento diuno sconosciuto, proprio perchè è ancora più vicino al nostro modo di ragionare, infatti pensiamo un attimo: chiedereste un consiglio di viaggio ad un amico che tendenzialmente fa viaggi completamente diversi dai vostri (ad esempio voi preferite organizzarvi tutto prima e lui/lei preferisce andare “all’avventura”)? Io credoi di no, per il semplice motivo che il suo modo di pensare, in questo caso, è completamente diverso dal vostro.
Commento da kino — 9 Novembre 2008, alle ore 16:59
Bhè che dire non posso non essere d’accordo almeno in parte!
Che internet abbia rivoluzionato il mondo dei viaggi e del turismo è indiscutibile! Il fatto è sull’affidabilità di tali siti! Io ho più di un dubbio e potrei portare mille esempi tutti validi ma tutti teorici! Personalmente io non li ho mai considerati come affidabili! Io voglio lasciarvi con una domanda…
Considerando tutto scegliereste voi un hotel solamente in base ai giudizi lasciati su tali siti (fossero tutti positivi o tutti negativi o come vi pare)?
Motivare la risposta!
Commento da evpandolfi — 10 Novembre 2008, alle ore 12:42
Sì, e già lo faccio.
I motivi sono semplici: i consigli non sono effettuati da operatori del settore (AdV o TO) che potrebbero avere interesse a dirmi falsità pur di farmi comprare un “pacchetto” o un soggiorno in un hotel.
Poi perchè, anche ascoltando i miei amici personali, di cui sicuramente mi fido di più, loro avranno sicuramente una visuale più ristretta (perchè, per esempio, se sono stati a firenze, avranno visto uno ed un solo hotel e magari potranno consigliarmi solo quello, ma su un portale internet posso mettere a confronto diversi hotel sia a livello qualitativo che economico) rispetto a quella degli utenti di un portale.
Poi è ovvio che nella fase di scelta si valutano anche una serie di altri fattori oltre il rapporto qualità/prezzo dei servizi. Comunque io, già oggi, prenoto solo ed esclusivamente sui portali.
Commento da MDP — 10 Novembre 2008, alle ore 18:45
Ciao a tutti, e subito un quesito: vi capita di dare più o meno peso a qualche commento in base alla nazionalità del cliente?
Ho sentito alcuni colleghi che ragionano così in base alle note particolari esigenze che spesso variano da cultura a cultura (ad esempio la vasca per il giapponese, l’aria condizionata per l’americano, ecc. ecc.) e la cui mancanza può compromettere il gradimento di un soggiorno senza essere un problema “oggettivo”…
Grazie,
Commento da AllaDolceVita — 28 Febbraio 2009, alle ore 14:54
Tripadvisor è un sito ingannevole e non è web 2.0.
Lo dimostra il fatto concreto, che non interagiscono con chi pone loro domande: provate a cercare un numero di telefono, una sede sociale, ed un responsabile dei dati sensibili ex Dlgs 196/2003 sul sito ufficiale italiano…non sono resi noti!
Tripadvisor è lo specchietto per le ellodole di expedia.
Tentano di offrire delle informazioni sulle strutture turistiche con il solo intento di pilotare le prenotazioni verso i siti che percepiscono anche ben oltre il 30% sull’importo totale che pagherà il viaggiatore!
Naturalmente tutti i siti di prenotazione che vengono proposti fanno capo direttamente o indirettamente ad Expedia! ( provare per credere: aprite una pagina di ricerca generica su una destinazione e vi saranno proposti una serie di siti tramite i quali poter effettuare la prenotazione!!!)
Nella versione inglese di Tripadvisor scrivono “Get the truth and go” ( ed è una falsità perchè non possono certificare che ciò che è scritto è confacente all’accaduto, che sia reale e soprattutto che a scrivere sia un vero cliente della strutturra e non un concorrente, un burlone o la stessa struttura!!!), mentre questo non lo affermano nella versione italiana scrivendo un più generico “consigli di viaggio”!!!
Inoltre listano le strutture senza nemmeno ricevere la liberatoria per pubblicare , denominazione, foto, descrizione ed indirizzo in palese VIOLAZIONE della legge sulla privacy!
Commento da duccio — 1 Marzo 2009, alle ore 11:35
Gent. Sig.o Sig.ra Alla Dolce Vita,
la sua affermazione iniziale la definirei un pò forte e sopra le righe.
TripAdvisor e la maggior parte dei Social Network consentono a tutti di iscriversi con nomi di fantasia, come il suo in questo caso, e postare commenti a prescindere dalla loro validità e veriditicità. Soltanto i portali di prenotazione possono fare diversamente.
Proprio per questo credo che non sia possibile barare e soprattutto pilotare la verità per due motivi:
– a fronte di un commento negativo falso e tendenzioso, altri utenti veri che hanno soggiornato nella stessa struttura rimanendone soddisfatti, si sentiranno incentivati a ribattere per salvaguardare sia chi li ha ospitati sia per affermare il proprio ego.
Capita spesso che l’Hotel, a fronte di una recensione negativa, contatti alcuni clienti particolarmente soddisfatti per postare commenti positivi e ristabilire la verità facendo scendere di posizionamento il post fraudolento.
Ovviamente se i clienti sono mediamente insoddisfatti c’è poco da fare.
– la Rete è per sua natura tentacolare, fatta di migliaia di siti dove gli utenti possono interagire con testi, video, foto e NON è possibile nè controllarli tutti nè tantomeno pilotarli per cambiare la realtà delle cose. Questa è la sua vera forza ed il motivo dell’esplosione del web 2.0.
Ripeto: è impossibile controllare tutte le fonti ed è inutile focalizzarsi, o peggio, accanirsi con TA anche se sicuramente è tra i best palayer.
L’unico modo per usufruirne senza subirne il rovescio della medaglia è LAVORARE BENE, fare di tutto perchè i clienti vadano via soddisfatti, anche se la propria struttura ricettiva non è il massimo e quindi parlino bene senza nemmeno che lo si sappia.
Come? Con un prezzo adeguato ed un servizio superiore alle attese.
Altrettanto inutile, anzi controproducente, è scrivere sul proprio sito web che l’Hotel è meraviglioso, il servizio eccelso e magari condire tutto con le uniche tre recensioni positive raccolte in anni quando invece sui vari TripAdvisor, Zoover ecc. si dice tutto il contrario.
Poi concordo con lei che possa capitare il cliente rognoso che si aspettava la camera più grande, più pulita e più profumata ma per fortuna è possibile rispondergli nella maggior parte dei CGM proprio come su TA…
Buon lavoro a tutti,
Duccio Innocenti
Commento da AllaDolceVita — 11 Marzo 2009, alle ore 19:43
Preg.mo Sig. Duccio,
grazie per il suo intervento e sinceramente, vista la mia impossibilità a rispondere anzitempo , mi avrebbe fatto piacere il commento di qualche altro lettore del presente blog.
Le ribadisco il concetto: Tripadvisor è un sito ingannevole e che pilota le recensioni per veicolare traffico e prenotazione sulle strutture che accettano le sue percentuali ( definite da molti vessatorie, visto che spesso superano il 30% dell’importo della prenotazione andata a buon fine…è sufficiente leggere questo blog, negli altri articoli su expedia e non è difficile leggerlo su altre fonti!).
Ribadisco inoltre che Tripadvisor consente di controllare la disponibilità ed effettuare la prenotazione tramite i siti “amici” , sempre tutti quanti appartenenti a mamma Expedia!
Gli unici siti affidabili, per ciò che concerne le recensioni, sono quelli che certificano il collegamento incontrovertibile fra prenotazione avvenuta e utente che scrive.
Tutto il resto può essere falso, creato per arrecare danni o per aumentare una popolarità persa!
Ora, non so lei se ha rapporti diretti di dipendenza o accordi commerciali con Expedia, ma ciò che scrive non corrisponde a realtà e se ha pazienza di leggere oltre glielo dimostro con fatti e non opinioni traballanti.
Lei veramente crede che “a fronte di un commento negativo falso e tendenzioso, chi ha soggiornato con soddisfazione , riscriverebbe per difendere la struttura, per salvaguardare il proprio ego”?!?!?
Ma lei vive a paperopoli !?!?! :-)Senza offesa Sig. Duccio.
Questa sua tesi è assolutamente ridicola e non può concretare una buona ragione per dare credibilità ad un sito come Tripadvisor che usando deliberatamente la censura, pilota l’immagine delle strutture ( e quindi le prenotazioni, e quindi i soldi da guadagnare da chi accetta “le legnate” delle intermediazioni concordate!!)
Tripadvisor NON è 2.0 e lo dimostra il fatto incontrovertibile, che abusano ( perché per fini di liceità, legalità e buon gusto avrebbe ragion di essere ) dello strumento della censura.
Lei scrive che Tripadvisor è fra i “best player”…si ma della mistificazione!
Non è lei a dover scrivere come le strutture turistiche debbano lavorare, per non subire i danni di quello che lei vorrebbe far passare per web 2.0, ma che non è altro che una artata operazione commerciale a danno della libera concorrenza!
Lavorare bene è una regola che seguono tutti i gestori che hanno intenzione di far prosperare la propria attività.
Scrive castronerie, citando un esempio fuori dai parametri, e glielo scrive uno che è da 9 anni sul mercato 🙂
E le assicuro che se continuo ad esserci non è perché scrivo sul mio sito che la struttura è meravigliosa….
Poi per renderle più fruibile il concetto che Tripadvisor è un sito che abusa letteralmente della legge sulla privacy, le scrivo che io come titolare di struttura non ho mai rilasciato una liberatoria sull’utilizzo del nome della struttura, delle foto, delle descrizioni e dell’indirizzo.
Ho richiesto innumerevoli volte la cancellazione di tutti i dati così come sancito dall’art. 7 della Dlgs 196/2003 senza mai ottenere una risposta.
Le pongo una domanda: ma secondo lei un sito serio, trasparente e lecito, avrebbe difficoltà a inserire fra le informazioni dei contatti ufficiali una sede , un numero di telefono ed il responsabile del trattamento dei dati sensibili?!
Dopo che si sarà dato la risposta , se ancora non lo avesse fatto, vada sul sito di tripadvisor.it e provi a vedere se trova uno dei riferimenti citati!
Mi accomiato da lei augurandole di lavorare meglio e dispensare dei consigli più concretamente produttivi di valore aggiunto.
Cordialmente