Toscana, fotografia nitida dello stato del turismo italiano 

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Tornata quasi ai numeri del turismo pre-pandemia, la Toscana sembra rappresentare al meglio i trend positivi che hanno caratterizzato la stagione estiva a livello nazionale.  

Ma non ci sono, purtroppo, solo belle notizie. Anche le preoccupazioni degli albergatori toscani, in vista del prossimo periodo, sembrano infatti riflettere fedelmente i grattacapi condivisi dai colleghi in tutta Italia. 

Analizziamo quindi la situazione del turismo della regione del centro Italia, che ben si presta a esemplificare lo stato della filiera lungo tutto il Belpaese.  

 

Estate, ovvero ciò che è stato

 

Così come successo in altre regioni, il comparto alberghiero e extra alberghiero toscano ha espresso soddisfazione per la stagione estiva da poco conclusa. Il ritorno degli stranieri avvicina la regione ai livelli del 2019, segnando un netto cambio di passo rispetto ai due anni passati, quando i turisti erano spariti dalla circolazione a causa della pandemia. 

Andando al cuore della questione grazie ad un articolo de La Nazione, da giugno a agosto compresi le presenze in Toscana sono aumentate del +17.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I numeri, forniti dal Centro Studi Turistici regionale, documentano inoltre, nel medesimo periodo, circa 5.4 milioni di arrivi; dato che sale a 22.5 milioni se si considera il numero complessivo delle presenze, anche se ancora leggermente inferiore (-4.8%) al 2019. 

Chi ha scelto l’Italia, ha fatto i bagagli ed è partito perlopiù dal Nord Europa, dalla Francia e dalla Spagna. Gettando lo sguardo fuori dal continente europeo, i turisti hanno viaggiato nel Belpaese dagli Stati Uniti, dal Canada, dall’Australia e dal Regno Unito, dal Brasile e da Israele. 

Se è vero che i numeri ancora non hanno pareggiato i conti con il periodo pre-pandemia, è altrettanto vero che la differenza è sempre più sottile. Secondo Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana, alla buona stagione estiva del comparto hospitality ha contribuito in buona parte il caldo iniziato anzitempo e una stagione estiva che si è prolungata, anche per il clima, fino a settembre. 

I viaggiatori, sia italiani sia stranieri, hanno scelto quasi uniformemente di distribuirsi fra strutture extralberghiere (+17.7%) e alberghiere (+17.3%).  

Le persone hanno viaggiato in larga parte verso le città d’arte, dando così un contributo notevole al trend registrato su base nazionale che ha visto in netta ripresa, rispetto agli ultimi due anni, le località culturali. In Toscana l’affluenza verso i luoghi di cultura ha addirittura spodestato dal gradino più alto del podio la costa della regione, regina incontrastata di ogni estate. Infatti, per quanto le località marittime toscane abbiano incrementato il flusso turistico del +5.1% rispetto al 2021, le città d’arte hanno registrato un sonoro +43.8%. La motivazione di questo successo? Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, non ha dubbi: il merito va in buona parte attribuito “a una ricca offerta di eventi, iniziative culturali e enogastronomiche.” 

Rispetto al 2021, i numeri sono positivi anche per le località situate in campagna e in collina (+28.9%), per le strutture termali (+20.5%) e per quelle di montagna (+16.6%). 

Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana, ripreso nell’articolo de La Nazione ha evidenziato che manca ancora il turismo asiatico, bloccato per via della pandemia. All’appello di alcune località toscane sono assenti anche i turisti russi, a causa del conflitto in Ucraina. 

Marinoni riflette anche sul potere di acquisto dei vacanzieri: “È impressione generale della categoria che le presenze siano sì aumentate, ma sia calata la capacità di spesa, che è quello che fa la vera differenza nei bilanci delle imprese.” Anche in questo caso, la Toscana si pone in linea con i trend registrati a livello nazionale. 

 

Autunno e inverno, ovvero ciò che sarà

 

Le riflessioni di Marinoni abbracciano anche i prossimi mesi. In questo caso lo scenario cambia nettamente: a suo avviso, il caro energia potrebbe infatti innescare una situazione di crisi per molte strutture ricettive, in alcuni casi purtroppo già tangibile. 

Al direttore di Confcommercio toscana fa eco Barbetti: “Il caro bollette e l’aumento di alcuni servizi (come le lavanderie industriali) e dei generi alimentari, potrebbe portare molte imprese stagionali ad accorciare la stagione, mentre quelle di carattere annuale valutano una pausa invernale.”  

Preoccupazioni che interessano anche gli operatori dell’ospitalità sparsi lungo tutta Italia. 

Si prospetta un autunno incerto, dove potrebbe rendersi più che mai necessario un intervento del nuovo governo. Gli operatori dell’ospitalità non possono essere lasciati da soli a fronteggiare una sfida così grande: dopo due anni di pandemia passati in mezzo a numerosi e dolorosi sacrifici, è il momento di un sostegno strutturale a favore di tutto il settore dell’ospitalità, chiesto ormai da tempo a gran voce da operatori e associazioni di categoria.