Torna il corso di Revenue Management di Franco Grasso, questa volta integrato con il Travel 2.0
13 Maggio 2009Booking Blog e QNT Hospitality presentano “Revenue Management Alberghiero e Travel 2.0” (Firenze, 24-25-26 giugno 2009), il nuovo corso di Franco Grasso, uno dei più stimati formatori e consulenti del settore alberghiero in Italia: per la prima volta in assoluto, Grasso, insieme al prof. Francesco Tapinassi, docente di marketing e comunicazione nel turismo, e Sergio Farinelli, esperto di web marketing, unirà in unico corso integrato le migliori strategie di Revenue Management e Travel 2.0.
Nell’attuale mercato, caratterizzato dalla flessione economica e dalla crescita inarrestabile del web e dei social network, Revenue Management e Travel 2.0 sono diventati complementari.
Per questo durante il corso, le strategie di RM relative al pricing e alla distribuzione, finalizzate ad aumentare l’occupazione ed i profitti dell’albergo, saranno affrontante congiuntamente alle tecniche proprie del travel 2.0, che permettono di sfruttare la presenza sui portali e sui social network turistici come TripAdvisor e ottimizzare il posizionamento online, fattori imprescindibili per assicurare all’albergo visibilità e guadagni.
Leggi tutti i dettagli sull’evento, i commenti dei partecipanti e iscriviti subito!
Commento da Filippo Faggioli — 14 Maggio 2009, alle ore 18:10
Buonasera. Due mesi fa ho partecipato ad un corso del Dott. Grasso, per chi ha tempo da spendere posso consigliare di partecipare al corso, ne vale la pena. Esprime concetti anche forti, e’ per politiche tariffarie aggressive, e’ comunque interessante conoscere il suo punto di vista. Estremamente preparato per alberghi di città ( Roma), forse un po’ meno per location piu’ periferiche. Saluti
Commento da Anto4444 — 14 Maggio 2009, alle ore 21:24
Filippo raccontaci un po di cose dai, siamo curiosi!!
o forse ci sono i copyrights? ..non lo so chiedo.. domandare è lecito no?
Commento da Anto4444 — 14 Maggio 2009, alle ore 21:38
MESSAGGIO ALLA REDAZIONE, ma non potete invitare Crasso a scrivere sul blog? potrebbe essere interessante uno scambio con le sue idee. No??
Commento da marghe — 15 Maggio 2009, alle ore 08:11
Buongiorno Anto, intanto posso dirti da parte della redazione che Franco Grasso ha già collaborato con noi ed ha pubblicato alcuni contributi in Booking Blog, eccone alcuni:
Introduzione al Revenue Management
RevPAR e forchetta tariffaria
Differenze fra segmenti leisure e business
Come utilizzare lo storico delle prenotazioni
Comunque sia, possiamo già dirti che nelle prossime settimane ci saranno diverse novità sul RM.
Quindi… rimani collegato!
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 09:00
Grazie marghe, non sapevo che avesse gia scritto qualche post.
Ma in verità io mi riferivo al fatto che potesse scrivere e rispondere alle nostre domande direttamente dai commenti o dal forum di questo blog.
Cosi da poter interagire con lui, ovviamnete non dovrebbe “insegnarci” nulla, sarebbe solo uno scambio di idee a livello politico. Non gli chiederei mai come fare il calendario o come e quando abbassa o alzare. Si parlerebbe solo di politica ovviamente.
Fammi sapere.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 15 Maggio 2009, alle ore 15:32
Ohi ragazzi io mi sono prenotato e mi sono prenotato anche la stanzetta al 5 stelle consigliato, chi viene? Il prezzo ce sta tutto! Se si parta da Roma organizziamo cioè che viene definita “camionata”!
Stefano: mobile 340 9893979
Commento da Filippo Faggioli — 15 Maggio 2009, alle ore 17:46
Buonasera. Rispondo ad Anto4444 che trovo sempre piuttosto “pungente”. I concetti che esprimi sono validi, peccato che li esprimi “pontificando”, anche in maniera (passami la parola) arrogante. Quello che racconterà Franco Grasso e’ molto, molto simile a quanto riportato nei precedenti post da Tiribocchi, che guarda caso lavora sulla piazza di Roma, la stessa in cui si e’ formato Grasso.
Bello scontro a furia di post fra Tu e Tiribocchi, vi leggo sempre con attenzione ( c’e’da imparare da tutti ) ed anche con curosità. Io penso comunque che e’ meglio avere 34 clienti che lasciano l’hotel contenti piuttosto che solo 17, forse questi 17 in piu’ mi potrebbero tornare comodo in un’altra occasione.
Comunque: al corso che io ho frequentato Grasso ha lasciato un indirizzo mail
personale con il quale interagire; RISPONDE, provato personalmente.
Salutoni
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 22:06
La cosa importante sono i contenuti, la forma non è la priorità.
Commento la seconda parte del tuo messaggio. (immagino che si rifaccia al mio ragionamento/esempio di prima no?)
Quei 17 clienti in più sono senz’altro un bagaglio di nuovi potenziali clienti fidelizzati. E’ questa la tua corretta obiezione giusto?.
Mi permetto di fare una piccola antitesi.
Ma allora devi considerare quei 17 clienti che fai dormire gratis (se ragioniamo sul mio esempio è cosi) come un investimento pubblicitario. Mi starebbe benissimo se si ragionasse cosi. Sarebbe anzi una bellissima idea. E forse sarebbe il miglio investimento pubblicitario possibile, anzi mi hai dato anche una bell’idea per il futuro.
Però vedi, dire “investo in potenziali clienti con la speranza che ritornino o che facciano una buona pubblicità” è lontano dal dire che in quel modo la capacità produttiva del mio albergo è OTTIMIZZATA. Di ottimizzato non c’è proprio nulla, mi spiace.
Ottimizzato è solo masssimizzare il profitto con il minor impiego possibile di risorse.
In altri termini massimizzo l’output con il minimo Imput.
Se volete possiamo anche creare un problemino di programmazione lineare che lo spieghi in forma matematica se questo puo essere d’aiuto.
Insomma è una politica irrazionale. Ma per carità non dev’essere tutto razionale ci mancherebbe. Che noia.. Con questo voglio solo sottolineare e mettere in luce una contraddizione con il concetto di fondo del RM.. Tutto qui, quindi non sto dando contro al tuo post parlo in generale al popolo (oddio magari fossero in tanti che leggessero), quindi non pensare io voglia insinuare che tu sia irrazionale, ne che tu volessi dimostrare come si ottimizza. Sto parlando solo dell’esempio su cui stiamo discutendo.
saluti
Antonio.
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 16:01
Allora riscrivo per l’ennesima volta il messaggio che scompare, ci dev’essere un problema tecnico o cognitivo mio personale 🙂
Sintetizzo al massimo la filippica per metterci il meno tempo possibile. Cambio anche zona visto che qui è un pochino più pertinente. (E’ la continuazione del messaggio/esempio di prima con cui si parlava con Tiribocchi)
Critiche personalissime e opinabilissime sul Revenue Management:
Si parlava di hotel 4 stelle che fanno prezzi da 3 o anche da 2 stelle. Eravamo rimasti sul fatto che si potesse vendere a 69 euro per la doppia in un 4 stelle in bassa stagione quando in alta la stessa camera (identica) si portava fino a 300. Fine premessa.
Iniziamo con le critiche a questo tipo di gestione:
1- si fa concorrenza sleale agli alberghi con poche stelle, 1-2-3 stelle. Questi a quanto dovrebbero vendere se un buon 4 stelle scende fino a 69 in nome del RevPav o in generale dello Yield Management?? (in realtà quando lo studiavo si chiamava cosi, non so perche abbia cambiato nome). Cosa succede agli hotel di categoria medio bassa? vanno semplicemente in crisi, sopratutto in bassa stagione. Le eccezioni con hotel con strutture in posizioni ottimali o servi eccellenti ma di categoria bassa ce ne sono ovviamente, abbiate la carità di prendere la filosofia e non di attaccarvi alle virgole per favore. Quindi tanti usciranno dal mercato per colpa di questo RM.
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 16:41
2- In bassa stagione i prezzi diventano ridicoli sempre per la scusa di dover riempire sempre. Questo può produrre/indurre un effetto dipendenza da prezzo scontato come diceva anche l’articolo di prima.
3-C’è anche il problema della parità tariffaria con il mercato corporate, come la mettete con loro scusate? Un’azienda che ti garantisce tot prenotazioni all’anno rischia di pagare di più di un privato che prenota su expedia? non mi sembra ne corretto ne sensato.
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 16:43
4-In alta stagione invece il prezzo diventa forse troppo elevato. Scoraggia la domanda a tornare nella destinazione, mortifica la domanda, la polarizza agli estremi, extra lusso e low cost. Chi spende tanto si potrebbe addirittura sentire raggirato dall’albergatore che il giorno prima faceva 69 e il giorno dopo paga 300 Euro per lo stesso servizio. Anche a me scoccerebbe se posso dire la verità.
5-Non bisogna essere dei complottisti per fare certe previsioni e neanche tanto visionari. Abbiamo l’esempio delle compagnie aeree, metà sono fallite e l’altra metà si è unita con altri concorrenti (qui si allaccia benissimo il discorso dell’altro Antonio, da me molto apprezzato). Pagare 160 Euro (quando è tanto) per un andata ritorno per fare 1000 km sembrano un furto quando in realtà se ne spenderebbe molto di più con la propria macchina.
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 16:44
6- Alla lunga tutti faranno questa gestione e quindi la stessa non sarà più efficace, ora, ripeto, è efficace perché non tutti gli albergatori hanno intrapreso questa strategia, diciamo che state mangiando un po di reddito a quelli un po’ più arretrati, non è vero che state portando più turisti, lo dicono le statistiche. C’è un gap che crea questo vantaggio competitivo, non esiste infatti nessuna bacchetta magica, se vendete subito di più abbassando i prezzi è perche gran parte dei vostri competitor non l’ha fatto in modo aggressivo come lo state facendo voi. Per carità se avete bisogno di liquidità perché siete con l’acqua alla gola va bene, ma per tutti gli altri mi pare che sia una spada a doppio taglio.
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 16:46
Conclusioni
La via di mezzo come in molte cose è la via migliore, quindi per me una gestione dei prezzi più all’antica è il metodo migliore, prezzo minimo uguale alla metà del massimo mi sembra una forchetta sufficientemente ampia, non si dovrebbe andare oltre. (anche qui immagino di sollevare grandi critiche)
Inutile ricordare che in questo modo verrebbe inoltre preservato il concetto di brand e di immagine. Che invece con il modello RM rischia di essere rovinato.
Sono disponibile a tutte le critiche, anzi benvengano. Non sui particolari però, vorrei ragionare sulla filosofia di fondo.
saluti
Commento da Filippo Faggioli — 17 Maggio 2009, alle ore 19:31
Buonasera. Perfettamente d’accordo sulla priorità dei contenuti, un po’ di forma non guasta, dai.
Ottimizzare, altro termine sul quale mi trovi perfettamente d’accordo. Ma siamo sicuri che tenere invenduta una camera che potrebbe essere venduta invece ad una tariffa piu’ bassa ( che comunque non e’ gratis ) sia ottimizzare?? La portineria lavora per 18 camere come per 17, lo stesso tutti gli altri servizi ( costi fissi). E non credo sia irrazionale cercare di acquisire e ( cercare di ) fidelizzare il maggior numero di Clienti. Alla Tua obiezione: come faremo poi a riportare ai livelli di 2/3 anni fa le tariffe, con le quali si vendevano le camere senza quasi problemi, beh la mia replica e’: sicuri che tutto tornerà come prima oppure questa crisi ( che non e’ mediatica) lascerà qualche strascico?? Tutto questo per spiegare il mio pensiero: la politica tariffaria e le strategie di prezzo avranno una sempre maggiore rilevanza nel successo ( o insuccesso ) del nostro lavoro. Salutoni, Filippo
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 18 Maggio 2009, alle ore 11:13
Ciao Anto4444, se tutti gli albergatori imparano a fare revenue, il revenue sarà sempre efficace, solo che vinceranno quelli che lo fanno meglio, i più bravi. A me il revenue sembra l’unica via, l’idea di PIANIFICARE il proprio flusso vendita relativamente alla sua verificazione mi sembra più che razionale. Devo vendere una camera oggi per domani, a quanto me la comprano? La camera non venduta resta e sempre sarà un pezzo di salmone buttato, una verdura marcita, il prodotto servizio che è oggi pronto e cucinato domani non esiste più e matematicamente se supero il mio costo stanza occupata (compresi tutti i possibili costi che si generano nel momento dell’occupazione) il resto è GUADAGNO.
E’ vero che le meccaniche revenue generano degli effetti negativi da GESTIRE:
il business che paga sempre 100 è un bel paravento, perchè quando trova 50 vuole pagare 50 e quando trova 300 vuole pagare 100. Allora sei in convenzione si o no? sempre o quando ti pare? per me il concetto di convenzione è obsoleto poichè ancorata a tempi in cui le tariffe erano ferme su alta e bassa stagione.
In alta stagione la domanda non viene mortificata dal prezzo, il prezzo non moritifa nessuno SELEZIONA, c’è chi si puo permettere la sardegna ad agosto, chi a settembre e chi a dicembre 😉
Commento da Anto4444 — 18 Maggio 2009, alle ore 14:12
invece no, bisognerà inventare qualche altra tipologia di vendita, non è vero che si può essere più o meno bravi nel fare revenue. Si può essere più o meno competitivi per via della struttura che si ha e quindi si avrà più o meno margine per fare RM. Ora chi fa RM mangia gli gnocchi nel piatto di chi non lo fa. Quando tutti lo faranno si tornerà a 10 anni fa quando lo si doveva ancora inventare. Solo tutti con prezzi più bassi.
La camera non venduta a te hotel 4 stelle sarà una camera venduta all’hotel di tre e la sua non venduta sarà per l’hotel di 2 poi di 1 fino ad arrivare all’ostello. Chiaro? non siamo noi hotel, la destinazione. Non è che se tu fai 50 Euro invece che 300 porti nella destinazione chi prima non voleva venirci, porti via solo un cliente ad un tuo concorrente di categoria inferiore facendo dumping.
La mia camera non venduta rimarrà vuota purtroppo. Riempirla a tutti i costi con questa logica di RM ci fa andare fuori strada. Ci fa perdere la percezione del brand e la percezione della categoria. Con tutti gli effetti negativi che sono elencati sopra.
Il mercato corporate per fortuna è forte e presente (anche se più in crisi di altri in questo momento) non puoi minimizzarlo in questo modo. Loro hanno esigenze particolari e spesso si traducono nella certezza della spesa, fanno numero dipendenti in viaggio per costo unitario e sanno quanto spendono. Non possono avere un giorno 50 e il giorno dopo 300. A loro non interessa fare cosi. E il concetto di convenzione non è per nulla obsoleto. Per carità ho semplificato fin troppo nel dire un unico prezzo, magari ne possono avere 2 o 3 ma non possono averlo continuamente diversificato.
In alta stagione invece è vero che si seleziona, ma selezionando si mortifica anche. Questo è perchè è evidente che se da una parte si abbassa il prezzo più del solito, dall’altra lo si alza anche più del solito. Ecco, questo innalzamento più del solito è mortificatorio per la domanda, la riduce e la scoraggia. Durante un evento particolarmente importante i prezzi saranno alle stelle al limite della truffa. Solo chi avrà un servizio super non mortificherà la domanda, ma pretendere che tutti abbiano servizi del genere è fuorviante. Le strutture di 1-2-3 stelle in particolare andranno fuori prezzo. E la domanda in alta stagione progressivamente si ridurrà.. e con lei i famosi margini, quelli importanti di alta che ci fanno respirare per tutta la bassa stagione, quelli che ci fanno allentare la cinghia dei pantaloni.. Quelli indispensabili.
Cmq a me interessa mettere in luce gli aspetti negativi di questo metodo. Non voglio dire che sia solo distruzione, però è sempre bene essere consapevoli che tutto ha un retro della medaglia.
Commento da andreacellerai — 18 Maggio 2009, alle ore 16:37
Riguardo ai nostri scambi di idee Anto credo che ognuno ha le sue convinzioni, le proprie esperienze, diventano noiosi i discorsi che non portano a nulla, io e Tiribocchi ripeto siamo in linea con il concetto di tariffe flessibili.
Riguardo al corso di Franco Grasso, ho partecipato l’anno scorso a Firenze alla tre giorni al Montebello Splendid, è stato molto interessante e Ti consiglio di fare quest’esperienza credo che troveresti qualche spunto molto utile e sicuramente non noioso.
In un mondo che cambia si deve trovare il modo di adattarsi possibilmente con il minor sforzo e il maggior rendimento.
Tecniche per migliorare l’occupazione e il rendimento degli hotels ci sono fino al momento che la destinazione attrae, quando non attrae il territorio ci sono tecniche invece per ribaltare il concetto ma questo è più difficile e richiede maggiori attenzioni concentrate sull’esclusività, qualità e la ricerca del meglio se riesci a ottenerla fai i prezzi che ritieni più congrui…Su una cosa siamo d’accordo favorevoli al Ministero del Turismo a patto che funzioni davvero!!!
Commento da Anto4444 — 18 Maggio 2009, alle ore 16:27
Si però vedi Andrea, è dla confronto delle opinioni degli altri che si creano nuove correnti di pensiero e nuove opinioni. Se per te è noioso non intervenire sull’argomento, non leggerlo nenanche. Ma non sto polemizzando, se per te è noioso cambia argomento. Introduci un’altra analisi. Tipo sul Ministero fai una tua analisi e poi chi sarà interessato dirà la sua. Insomma non capisco perchè dovrei cambiare argomento sinceramente. In ogni caso l’argomento si cambierà fisiologicamente come è successo per i portali on-line. Scusami ma priprio non afferro l’obiezione.
Anche perche io non parlo delle mie esperienze, parlo in generale di politica macroeconomica. Non parlo di come e quando alzo o abbasso le tariffe, questo si che sarebbe noioso.
Insomma per te è interessante andare al corso cha parla di RM (perchè ci sei stato) ma non è interessante ascoltare le critiche che gli vengono fatte. A me invece interessa sapere i punti deboli del mio ragionamento, se no non lo scriverei su un blog. Me lo terrei per me e ciao. Visto che questo potrebbe essere un mini laboratorio di idee (mini perchè siamo in 4 se tanti che leggono) presuppone che ci sia un confronto.
Il prof Grasso per esempio potrebbe tranquillamente rispondere alle mie obiezioni. Sarebbe utile per lui (visto che di motivi a favore ne avebbe a bizzeffe) e a me perchè mi farebbe riflettere un po di più. Tiribocchi e filippo per il momento sono gli unici che alzano obiezioni serie e costruttive, te non te la prendere e te lo dico sorridendo, non fai altro che dire che è noioso, che con uno di cui non sai nome e cognome non discuti, che ognuno di noi sa come fare per gestire bene, e che sei in linea con il discorso di Grasso.. eh dai sforzati un po di più e trovami le obiezioni più forti che ti passano nella mente sui punti che ho elencato prima..
ti saluto
Antonio
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 18 Maggio 2009, alle ore 20:14
Ciao Anto, prendo come spunto la tua frase “La mia camera non venduta rimarrà vuota purtroppo. Riempirla a tutti i costi con questa logica di RM ci fa andare fuori strada. Ci fa perdere la percezione del brand e la percezione della categoria. Con tutti gli effetti negativi che sono elencati sopra” I portali a commissione, i contenitori di vendita, i merchant ci hanno portato al livellamento delle categorie, questo è vero, mentre un tempo c’era una certa corrispondenza tra stelle/categoria servizio e TIPOLOGIA dell’hotel oggi ci si sta appiattendo sul prezzo/giudizi(commenti) cioè è difficile impostare una ricerca per hotel romantico all’interno di un portale come venere booking lastminute etc.. anche perchè è il concetto di romantico difficile da parametrizzare, inoltre il problema è che l’utente è sempre maggiormente orientato ad avere come filtro prioritario il PREZZO, vuole sapere in ordine di PREZZO quali sono le alternative che lo soddisfano maggiormente, tutto è alla portata di un click, secondo me non se ne esce. E’ anche vero che ci sono clienti che preferiscono un tre stelle a conduzione familiare con 25 camere e il personale che ci “chiacchiera” piuttosto che un grosso 4 stelle più freddo e distante. Ogni hotel deve tirare fuori in SECONDA BATTUTA (cioè dopo aver definito il prezzo corrispondente al suo posizionamento)la sua USP, ciò che lo rende unico migliore e valorizzarlo. Il punto è che se non ti VEDONO non ti comprano e se il PREZZO non è GIUSTO c’è poco da fare.
Commento da Anto4444 — 20 Maggio 2009, alle ore 09:06
Ciao Stefano, ma il fatto di essere arrivati a questa ossessione dal prezzo secondo te non è una diretta conseguenza del punto 2 del mio elenco?
Aggiungerei se si parla di internet anche l’entrata dei portali di prenotazione che hanno costruito un perfetto ring tipo wrestring (non so come si scriva) dove all’interno far combattere le nostre strutture ricettive con una sola e unica arma efficace, il prezzo.
Da come lo descrivi sembrerebbe un atteggiamento quasi morboso nei confronti del prezzo. Il prezzo prima di tutto. Questo è sbagliato. Se da parte del cittadino questo può anche essere legittimo da parte nostra che lo permettiamo è irrazionale. Sbagliato. Non siamo molto furbi sinceramente.
Se il cittadino guarda il prezzo prima di tutto è perché sa che nella fascia di prezzo bassa potrà trovare alberghi di qualità, il che non è razionale. O meglio è razionale per lui, ma non per noi che siamo i responsabili di quei prezzi.
Stiamo snaturando anche la classificazione alberghiera, a parte la confusione che si è fatto delegando alle regioni questo delicato compito, anche noi ci abbiamo messo del nostro. Ormai gli hotel più competitivi sono i 4 stelle non c’è ombra di dubbio, il che non è che mi dispiaccia ben inteso, ma tutti gli altri? Un 4 stelle può permettersi d fare qualsiasi prezzo, dai 60-70 euro ai 300-400 Euro. Arriveremo ad una mono-categoria?
Commento da duccio — 20 Maggio 2009, alle ore 12:00
Concordo pienamente con quanto affermato da Stefano ma aggiungerei una variabile determinante nella scelta: la qualità Percepita;
monitorando diversi Hotel vediamo infatti che quanto più una struttura è in grado di generare recensioni positive in maniera naturale (non solo su TA) e tanto meno dovrà essere aggressiva con le tariffe.
Ma di questo ne parleremo a Firenze col Dr. Tapinassi.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 20 Maggio 2009, alle ore 13:27
Il prezzo è, lato cliente, la manifestazione del budget di spesa, cioè quello che il cliente intende spendere, dopo aver selezionato cosa vuole, Il prezzo non è prima di tutto, ma è la chiave del posizionamento, cioè se sono un hotel 4 stelle nel centro storico di Roma in un determinato istante di vendita devo poter pensare al MIO PREZZO, che poi viene da me generato sulla consapevolezza di N variabili intervenienti per poter capire se in quel momento sono UNICO per una certa fetta di clienti o se ci sono alternative a me, a parità di condizioni (es. stiamo tutti e due a fontana di trevi, siamo due boutique hotel, abbiamo una reputazione online similare..) per poter prendere QUELLO SPECIFICO CLIENTE in quello SPECIFICO MOMENTO. Dovessi tirar su un hotel oggi, lo farei di 50 camere e 4 stelle, per ottimizzare tutto al meglio. Comunque dopo aver calato il prezzo all’interno delle variabili che lo determinano, è vero ci sto sempre a giocare 😉
Commento da Anto4444 — 20 Maggio 2009, alle ore 14:32
L’obiezione principale a Duccio e ovvia all’affermazione è: se sei d’accordo sull’importanza del fattore prezzo saprai anche che i giudizi sono molto influenzati da quello giusto?
Bene, allora se una struttura ha buone recensioni è probabile che il prezzo sia molto concorrenziale rispetto ai competitor, quindi monitorando diversi hotel vediamo che quanto più una struttura è aggressiva con le tariffe tanto più avrà giudizi naturali (non solo su TA) positivi.
In modo semplice, se è il prezzo la chiave di volta, sarà la chiave anche dei giudizi che quell’hotel riceverà. Giudizi buoni = prezzi bassi. Sempre seguendo il filo di discorso di Stefano eh.. (beh non è sempre detto cmq)
Infatti avete notato che i 5 stelle (gli unici che tengono i prezzi almeno in teoria altini) tendenzialmente non hanno giudizi positivi come i 4??
Commento da Anto4444 — 20 Maggio 2009, alle ore 14:34
Scusa mi ero perso il tuo messaggio Filippo.
Tenere invenduta una camera è un fatto negativo in generale per la struttura, però partiamo con qualche dato e qualche riflessione, l’occupazione media si aggira intorno al 60% stando larghi.
L’occupazione degli hotel italiani è bassa, più bassa delle medie degli altri paesi europei. Alle nostre strutture serve qualità, servono investimenti per aumentare la qualità. Noi in quanto destinazione Italia dobbiamo portare la qualità in primo piano, il marchio made in Italy dev’essere sinonimo di qualità. Detto questo in via generale il prezzo delle camere italiane non diventerà mai la leva su cui saremo efficaci e saremo competitivi, per via del costo del lavoro e i costi di gestione che nel nostro paese sono più alti rispetto agli altri.
Competere sul prezzo non è il nostro mestiere è come chiedere ad un velocista di andare a vincere il gran premio della montagna, non ce la fa. Noi siamo velocisti e dobbiamo fare le volate in pianura. A parte il Giro d’Italia che mi appassiona sempre noi dobbiamo fare le volate puntando sulla qualità, non sul prezzo.
Anzi l’Italia deve essere cara, xkè la qualità la si deve pagare.
Quindi la camera invenduta è un sintomo della nostra inefficienza dal punto di vista qualitativo, non è sinonimo di prezzi sbagliati e troppo alti. Se tu abbassi il prezzo per vendere quella camera, vendila pure a 50 euro, ti copri i costi variabili e via, bene quella camera prepotentemente venduta non significa un turista in più nella tua regione, significa un turista strappato ad un tuo concorrente. Non stiamo aumentando i flussi di turisti facendo il RM. Questo non mi stancherò mai di dirlo. La domanda è una variabile che non possiamo noi, facendo i prezzi come sulle montagne russe di Gardaland, incentivare. La domanda la si incentiva con la competitività e la prima leva della competitività dev’essere la qualità.
Ora il passaggio, un po’ social-comunista, è mentale. Se tu strappi un cliente al tuo concorrente sotto, qualcun altro potrebbe strapparlo a te (un tuo concorrente sopra) bene, ma alla fine chi vince? Essenzialmente nessuno, la qualità globale della località diminuirà per via dell’impossibilità a fare investimenti e i turisti di conseguenza diminuiranno a loro volta. Ripeto, chi vince? Nessuno.
Anche perché se il RM fosse il metodo per aumentare i profitti veramente non saremmo nella situazione di emergenza in cui ci troviamo. Forse voi che scrivete siete tranquilli ma vi assicuro che il sottoscritto, avendo il polso della situazione in modo molto globale vi assicura che la situazione è pesante. Grave tanto che forse addirittura il governo si scomoderà per venire incontro a questo settore dimenticato dagli economisti.
saluti
Commento da Anto4444 — 20 Maggio 2009, alle ore 14:41
Stefano perchè tu hotel 4 stelle vuoi i clienti che non sono mai stati in hotel 4 stelle e che hanno un budget da 2-3 stelle? perchè vuoi proprio i clienti degli altri segmenti di categoria? vuoi che i 4 stelle fagogitino tutto?
Mi chiedo perchè?
Commento da Anto4444 — 20 Maggio 2009, alle ore 14:44
La domanda è quella non la possiamo inventare con alchimie di prezzo. Neanche mago merlino riuscirebbe.
Commento da italo — 21 Maggio 2009, alle ore 13:13
anche se i commenttatori non sono molti, ho idea che ci siamo molti lurker, come me, che scrivono poco ma leggono.
in questo caso ho l’opinione che tra le due fazioni si sia arrivati ad un punto morto sulla costruttività del ragionamento, semplicemente perché ormai alcune posizioni sono prese per principio.
io credo semplicemente che la tecnica di vendita revenue non possa essere trascurata da chi lavora in una situazione concorrenziale in cui viene pratica. sia che ci piaccia sia che non ci piaccia.
diverso il ragionamento se si opera in un’area dove tutte le strutture lavorano in modo tradizionale (in questo caso invece che la necessità la molla potrebbe essere la voglia di anticipare i concorrenti), qui in teoria si potrebbe continuare in modo tradizionale.
detto questo ritengo non si possa prescindere dall’applicare tecniche revenue, anche se comporta molti rischi e molti lati negativi. ma ormai c’è e non si deve ignorarlo. Ricordate le reazioni ai primi sistemi di gestione alberghiera computerizzati? e coloro che sostenevano che era meglio fare tutto a mano con carta e penna? e le prime esternalizzazioni? dove non si voleva rinunciare per nessun motivo ai propri facchini e alle proprie cameriere? bene, mi sembra una situazione simile. nel lavoro c’è una svolta, seguendola i risultati possono essere migliori di prima oppure no. sicuramente non seguendola saranno peggiori. tutto qui (ps: il servizio e la qualità dei dipendenti interni è sicuramente migliore in senso assoluto, ma ormai è quasi ingestibile per i costi).
un ultima opinione sulla standardizzazione dei livelli alberghieri: non sono solo i 4 stelle ad andare ad intercettare il mercato dei tre stelle (vale per tutte le categorie), ma anche il contrario. chi di voi non ha un concorrente di categoria inferiore che ben lavorando ha un livello di qualità superiore? non insidia forse anche lui il mio mercato? lavora rimanendo declassato, ma ha un albergo nuovo, i servizi funzionali e moderni, e presentandosi come tre stelle di qualità riesce ad intercettare una parte dei miei clienti.
non aprirei un dibattito su questo, mi sembrerebbe pretestuoso. lo interpreto come una normale strategia, ognuno mette la propria idea e la porta avanti. non va criticato per questo.
intanto un grazie a tutti per questo spazio di riflessione e soprattutto di confronto.
Commento da duccio — 22 Maggio 2009, alle ore 09:08
a mio modesto parere i giudizi positivi sono condizionati prima da un servizio sopra le attese, straordinario, e poi anche dal prezzo che contribuisce in maniera inversamente proporzionale alla percezione di qualità
se vediamo i primi hotel su TA, non sono i più economici ma quelli che battono la concorrenza in termini di soddisfazione del cliente.
quindi a pari categoria di struttura, categoria, location ecc. chi ha giudizi migliori può pèermettersi tariffe relativamente più alte e chi è posizionato peggio deve essere più aggressivo in termini di prezzi per “convincere” il cliente a scegliere quella struttura.
i 5 stelle hanno i giudizi positivi dei 4 perchè, pur offrendo ottimi servizi, questi rientrano nelle attese e difficilmente riescono a stupire; poi il target è meno propenso a raccontare la propria esperienza sui social network.
Commento da Anto4444 — 22 Maggio 2009, alle ore 15:02
Inizio lezioncina.
La soddisfazione del cliente è composta da due parti, da una componente le ATTESE e dalla seconda che è il SERVIZIO PERCEPITO. Le attese si formano in un periodo antecedente al viaggio e al pernottamento, la percezione del servizio ricevuto invece si forma durante e dopo il pernottamento o il viaggio. La conferma o la disconferma delle attese da parte della percezione del servizio genera soddisfazione o insoddisfazione. Questa è la definizione che cito a memoria di un tizio che non ricordo il nome quindi potrei anche ricordare male qualche parola ma la sostanza è quella.
Fine lezioncina.
Dove sta il tuo errore? Nel dividere il prezzo dalle attese e collegarlo in modo “inversamente proporzionale alla percezione della qualità”(Cit.). Il prezzo è collegato sia al momento della prenotazione in quanto è commisurato all’attesa del servizio che ci si attende (fa schifo ma cosi capisci), sia, seppur indirettamente, al momento della percezione del servizio erogato, che sarebbe la percezione della qualità che è anch’essa assolutamente commisurata alla cifra spesa.
E’ sbagliato fare un servizio straordinariamente sopra le attese (ma anche senza straordinariamente). Mi spiego. E’ sbagliato strategicamente parlando. Non è l’obiettivo da perseguire. Il servizio dev’essere il più possibile in linea con le attese del cliente. Che è diverso. Pensaci.. se stai erogando un servizio per cui tutti rimangono basiti e contentissimi, vuol dire che stai SOTTO-PREZZANDO quel servizio.
Grasso lo saprà bene, ottimizzare è la sua parola d’ordine, quindi anche in questo ragionamento non si sta ottimizzando nulla anzi, si stanno sprecando risorse.
In conclusione il servizio è erogato nel modo ottimale nel momento in cui soddisfa rispettando o meglio CONFERMANDO LE ATTESE che il cliente si era formulato a casa sua.
In ogni caso il prezzo è determinante per i giudizi e non lo si può scindere come tu hai fatto. E’ praticamente un equazione, prezzo basso = giudizi buoni. Probabilmente chi ha voti altissimi non sta sfruttando appieno i suoi margini di contribuzione.
Per dirla da bar sport che mi piace di più TUTTI GLI HOTEL POTREBBERO AVERE GIUDIZI ALTISSIMI, basterebbe abbassare le tariffe, tanto o poco dipende dalla qualità della struttura. Ovvio che le catapecchie in cui uno non ci andrebbe neanche venendo pagato non fanno testo.. e che anche l’igiene non è elastica, ma in linea generale un hotel potrebbe se lo volesse arrivare ad avere voti altissimi, basterebbe abbassare il prezzo. Come al contrario potrebbe avere voti negativissimi alzando eccessivamente i prezzi.
Ma nessuno ha notato che in bassa stagione i commenti sono più buoni che in alta?
Ma non voglio dire che sono gli hotel più economici che sono in cima alla classifica di TA, sono gli hotel che rispetto alla qualità del servizio che riescono ad erogare hanno i prezzi più bassi.
Anche questo è tutto a mio modesto parere e cmq CONFERMA la tua ultima frase che “nei 5 stelle il servizio rientra nelle attese e quindi difficilmente riesce a stupire” (Cit.) Mi hai dato proprio la conferma che quello che ho detto è giusto e che quindi il tuo ragionamento è sbagliato.
I 5 stelle in questo senso ottimizzano meglio degli altri il loro Revenue.
saluti a tutti.
Commento da Anto4444 — 22 Maggio 2009, alle ore 15:07
A Italo
Il ragionamento è sempre utile e cmq per la felicità di tutti ho poco altro da dire se non ci saranno altre obiezioni.
In ogni caso mi permetto di sottolineare il fatto che NON STO RIFIUTANDO IL RM. Sto ripensando una delle sue armi. LA FORCHETTA DI PREZZO TROPPO ELEVATA. (vd conclusioni in un mio messaggio sopra)
La variabilità eccessiva dei prezzi a mio modesto parere è controproducente. Poi se qualcuno mi dimostra il contrario sono contento!
Se qualcuno ha argomenti contrari batta un colpo, mi interessano.
Italo ieri tornando a casa ho visto un bus con la pubblicità della ibis, camera doppia a 49 Euro. E fanno anche la pubblicità? Dove andremo a finire mi domando io? Ma dove? Dimmi Italo, cosa significa fare pubblicità per vendere a 49 euro UNA camera per 2 persone? non cento camere, una..
Davvero non ci arrivo, eh si che l’Ibis è una catena avrà esperti di marketing che lavorano a tutte le campagne..
Fammi sapere..
Commento da Filippo Faggioli — 22 Maggio 2009, alle ore 17:50
Per Anto4444: sulla tua frase l’Italia deve essere cara, la qualità si deve pagare. Vero. Ma noi Italia siamo in grado di garantire alti standard qualitativi?? Massima pulizia? Staff professionale, in tutte le mansioni? In tutte le regioni d’Italia?? Oppure l’utente europeo non ci sceglie proprio per questo ( cioè non sa che tipo di albergo trova al momento del suo arrivo?)
Io credo invece che “competere sul prezzo” sia anche parte del nostro lavoro, oltre che competere su tutti gli altri aspetti, partendo dalla qualità. E comunque tutti quanti sappiamo che la situazione e’ pesante. Noi in Toscana stiamo amaramente pagando il concetto “la Toscana e’ bella ( qualità) quindi deve essere cara”: sai quanti Clienti ci e’ costato questo discorso? Sai che fama?
Per Duccio: prezzo giusto, attesa servizio in relazione al prezzo, quindi alta probabilità di avere recensioni positive. Concordo in pieno. Tutti quanti noi quando comprano ( e pagano ) una Mercedes si aspettano che MAI si fermi per strada, diverso se compriamo una FIAT ( che magari non si ferma mai)
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 22 Maggio 2009, alle ore 21:18
L’italia ha avuto per troppo tempo un privilegio dato dalla sua storicità, poi è stata sorpassata da francia e spagna che hanno un vero SISTEMA TURISTICO, e oggi ne paghiamo giustamente lo scotto, di non aver investito in migliorie strutturali, infrastrutturali e formazione (l’elenco è eterno dal canale di messina al furto del portale italia.it).
Scelgo il 4 stelle perchè la sua forbice di prezzo è tra le più elastiche e comunque tendenti a prezzi mediamente alti, il 4 stelle può prendersi il suo cliente o prendere quello del 3.
Commento da duccio — 25 Maggio 2009, alle ore 10:13
Caro Anto4444,
l’obiettivo delle discussioni di questo blog non è dimostrare chi ha torto o ragione ma più semplicemente siamo qui per confrontarci, ognuno con il suo know-how e la sua esperienza, e trovare così degli spunti di riflessione per migliorare. Anche e soprattutto prendendo in considerazione punti di vista diversi.
A parer mio chi offre un servizio che CONFERMA LE ATTESE non ricevrà recensioni nè positive nè negative;
invece dare un servizio sopra le attese non significa per forza che stai SOTTO-PREZZANDO: stai investendo in passaparola positivo così come investi quando fai le brochure piuttosto che in servizi a pagamento di visibilità online.
A questo si aggiunge che il servizio positivo inizia con un semplice sorriso a costo zero piuttosto che una gentilezza e su su…
Commento da Anto4444 — 25 Maggio 2009, alle ore 14:08
Bene come da più parti sollecitato, tolgo il disturbo su questo argomento scomodo. Sia perché non ho più nulla da dire sia perché sinceramente non mi avete dato nessuno spunto interessante (a parte Filippo) che possa essere considerato antitesi alle mie idee.
Siete graniticamente appoggiati al consensus odierno. Lo spirito critico l’avete lasciato a casa, ma non tanto per criticare quanto piuttosto per stimorlarvi a pensare di più e a non accontentarvi della pappa già pronta.
Filippo rispondo a te:
Mi chiedi se noi siamo in grado di garantire gli standard qualitativi? Io ti rispondo di si, per me si abbiamo tutte le carte in regola per riuscirci.
Abbiamo anche tanti esempi di eccellenze Made in Italy. La qualità che esportiamo con le aziende manifatturiere e industriali però ce la facciamo pagare, non potemmo neanche partecipare ad una gara contro i cinesi sul prezzo, non possiamo gareggiare con tutti. Noi siamo i velocisti che devono fare la volata della qualità e del servizio, la quantità lasciamola alla spagna che sinceramente non può neanche essere paragonata con il nostro territorio (a parte qualche rara eccezione). Il nostro paese contiene i 2/3 di bellezze naturali del mondo. Dobbiamo sfruttarle e valorizzarle.
Quindi si che possiamo,dobbiamo solo avere i margini di contribuzione che ci permettano di evolvere. Questa, in mancanza di aiuti statali, è una condizione essenziale e necessaria.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Maggio 2009, alle ore 14:36
Ciao Anto4444,
L’ Italia ha perso di competitività nel tempo, se negli anni 50 era tra i primi 5 paesi al mondo con Stati Uniti, Canada, Francia e Svizzera a ricevere il maggior numero di flussi di turismo internazionanale, negli anni 70 era la regina del turismo con il maggior numero di turisti. Negli annni 80 il declino e scendiamo dopo francia, spagna, e stati uniti, fino agli anni 90 in cui la Francia ci doppia come numero di turisti (cfr. Economia e Gestione delle Imprese Turistiche, Roberta Garibaldi pag 44, ed hoepli).
Se la qualità ce la abbiamo deve essere totale di sistema, guarda solo ad esempio un sistema turistico del nord e uno del sud, ci vogliamo prendere in giro che diamo qualità? mandove! A parigi con la carta che noi utilizziamo per fare un biglietto della metro a parigi ce ne fanno DUE. Meditiamo meditiamo.
Commento da Anto4444 — 25 Maggio 2009, alle ore 20:26
Stefano: La qualità è l’obiettivo da perseguire. Scrivo in Arabo che non si capisce? La via maestra da seguire, sono il primo a dire che non c’è la qualità sufficiente. Forse leggete metà del post e poi vi fermate, devo farli più corti i commenti.
Ma voi la qualità la migliorate con il RM?
Ma non è che rimandare tutto al sistema turistico, come fai te, sia una bella scusa?
Mi sembra più facile dire che il sistema non sia integrato (che è vero tranne eccezioni intendiamoci) e quindi la qualità non sia sufficiente, piuttosto che dire che le nostre strutture ricettive sono carenti di questa benedetta qualità.
Volete capire che la struttura ricettiva è essenziale per il turismo? In tutto e per tutto?
La stessa definizione di turista presuppone il concetto di pernottamento per almeno una notte al di fuori del luogo abituale di residenza. Non è forse la struttura ricettiva uno dei cardini del turismo? E allora?
ALLORA COMINCIAMO A DARE QUALITÀ ALLE STRUTTURE RICETTIVE. Poi vedremo come migliorare il coordinamento tra attori della filiera. Vedrete che già questo miglioramento sarà importante.
Ma la qualità si fa se le strutture investono, e per investire devono avere un ritorno congruo dell’investimento. Chiaro? Sapete perchè? perchè costa tantissimo costruire un albergo di qualità, forse non lo sapete ma costa a tal punto che ora come ora non giustifica il costo, l’ha detto anche l’altro Antonio che ha lavorato nel settore, “i flussi di cassa non giustificano l’investimento” (cito a memoria ovviamente).
O lo stato mi aiuta, o mi devo arrangiare, o rimango come sono e la qualità piano piano, come dice giustamente la giovane Prof.ssa Roberta Garibaldi, cala.
Commento da antonio.pezzano — 26 Maggio 2009, alle ore 13:00
Spesso diamo per scontati tanti concetti. Ad esempio, qualita’. Siamo proprio sicuri che sia un concetto statico? Oppure e’ dinamico (varia al variare della tipologia del cliente, varia nel tempo). Se si accetta che la qualita’ e dinamica, bisogna anche convenire che dobbiamo valutare il sistema Italia o una struttura in funzione dei mercati nei quali compete. In aggiunta, bisogna anche fare una riflessione sul sistema delle stelle. In un settore che si caratterizza per la qualita’ del servizio ha ancora senso legare le stelle alla struttura. E inoltre, hanno ancora senso le stelle con questo sistema di enforcement one-shot (cioe’ l’ispezione avviene all’inizio)? Oppure su internet si stanno sviluppando sistemi di classificazione alternativi che hanno piu’ senso e sono destinati a superare quelli burocratici?
Il punto che voglio fare e’ che, pur concordando pienamente, con il concetto di declino dell’Italia, si discute poco su quali mercati (non solo intesi in senso geografico) e sui principali motivi (in funzione dei mercati).
Commento da Anto4444 — 27 Maggio 2009, alle ore 22:52
infatti è un concetto dinamico. la penso come te.
Il sistema delle stelle è buono solo ci dovrebbero essere 2 cose in più di adesso:
1) una classificazione a livello europeo (come minimo)
2) valutazione oggettiva che mi sta bene, m affiancata ad auna valutazione soggettiva deglla qualità dei servizi offerti. Controlli periodici annuli con il metodo segreto.
Cmq non mi sono inventato nulla, sono cose di cui si parla da anni nel parlamento europeo.
Nulla di nuovo sotto il sole..
Il declino dell’Italia è possibile leggerlo sotto tanti profili, certo è che le potenzialità che ha il nostro paese sono enormi. abbiamo un potenziale notevolmente superiore a tutto il resto del mondo, per varietà e per quantità.
Commento da Filippo Faggioli — 28 Maggio 2009, alle ore 20:02
Ciao. Anto4444, quindi concordi che il declino dell’Italia e’ possibile leggerlo sotto tanti profili. Sono d’accordo: dunque come “rendere cara” questo Paese se la qualità ( media) non lo merita?? Iniziamo dunque noi albergatori ad alzare la qualità , perche’ tu giustamente sostieni che l?albergo e’ il punto iniziale di un viaggio per qualsiasi turista, indispensabile punto di appoggio. Possiamo noi sopperire a mancanza di altre qualità non dipendenti da noi ( per es. infrastrutture, trasporti)? Penso di si, offrendo maggiori servizi ( leggasi anche disponibilità e cortesia), migliore standard di pulizia, maggiore attenzione in cucina, grande attenzione ai prezzi ( che non significa svendere, significa evitare di strozzinare i Clienti). Insomma le risorse naturali/artistiche le abbiamo, aggiungiamo un po’ di passione per questo lavoro e per l’accoglienza turistica in generale. Saluti
Commento da gae — 18 Febbraio 2010, alle ore 22:17
Commenti chiari ed interessanti che confermano che lavoriamo “sparpagliati”, pertanto ogni struttura opera in modo autonomo, tipico del nostro paese. L’importante sono i risultati che vengono conseguiti. Purtroppo spesso non si lavora per obiettivi, sia perché si vuole raggiungere subito il risultato sia perché il mercato non te lo consente. Io credo che sia importante il ReVpar, di cui poco si parla. Il reVpar é l’elemento chiave della politica aziendale. Un es.: un albergo di 4 stelle con una “room occ. del l’80% ed un ARR di euro 80 al netto di inva e breakfst ha un reVpar di euro 64, 00. mentre un hotel di 5 stelle con una room occ. del 45% ed un ARR di 140 euro ha un reVpar di euro 63,00. Questo significa che si può lavorare di meno, mantenendo un tariffa alta ed ottenere lo stesso risultato, magari anche con costi più bassi e di conseguenza un migliotr G.O.P:. Bisgona però considerare il mercato, la politica aziendale, il servizio offerto, tutte variabili da tener conto ed agire di conseguena. Sulla qualità non si discute. Deve sempre adeguata alla categoria, all’idendità della struttura ed all’immagine del brand. Non ndimentichiamo che siamo nell’era del web marketing e questo condiziona anche le scelte. Ignorando o sottovalutando le nuove tecnologia si corre il rischio di essere out. Credo che bisogna sfruttare tutte le possibilità che il mercato ti offfe. Il benchmarking ed il continuo monitoraggio dei competitors deve servire solo a essere “uo to date”, ma poi dobbiamo fare le nostre scelte senza farci condizionare…”last but not the least”: qualunque sia lo stile di leadership, sarai sempre giudicato dai risultati, se sei un manager, altrimenti, se sei il “patron”, giudicherai te stesso…..Complimenti a tutti per i commenti, che denotano un grande interesse verso la propria professione, che, secondo me, é la pià bella del mondo….
Commento da Riccardo Cocco — 19 Febbraio 2010, alle ore 10:38
@gae:
Che lavoriamo sparpagliati ed ognuno per se non lo si vede solo negli alberghi ma in qualsiasi settore si operi. E’ proprio vero come dici tu: è tipico del nostro Paese.
E’ tipico del nostro Paese la non organizzazione, e questa carenza ha sviluppato (per istinto di sopravvivenza) una capacità creativa meravigliosa.
Provate a pensare quando eravamo a scuola: sapevi che dovevi dare quell’esame o fare l’interrogazione, conoscevi la data e l’ora in cui saresti stato sottoposto a questa prova. Avevi tutto il tempo per studiare una pagina al giorno e prepararti alla perfezione. Cosa facevi? ti divertivi fino all’ultimo minuto e facevi la nottata il giorno prima della scadenza. Questo è tipico dell’italiano. E al momento della prova la tua creatività generava discorsi fantastici che a volte ricreavano la storia da un diverso punto di vista generando un interesse inaspettato.
MERAVIGLIOSO!!!
Mi permetto di contestare un tuo passo:
“…qualunque sia lo stile di leadership, sarai sempre giudicato dai risultati, se sei un manager, altrimenti, se sei il “patron”, giudicherai te stesso..”
A prescindere dal fatto che tu sia un manager o che sia il “patron” chi giudicherà te sei solamente tu stesso: il migliore, implacabile, giusto, esigente e stronzo giudice di te stesso!
Ci si prende troppo sul serio Signori!
Lavorare = Divertirsi
Se fai il tuo lavoro senza questo ingrediente imprescindibile, qualsiasi cosa farai, qualsiasi lavoro otterrai, qualsiasi team dirigerai: non sarai vincente!
Se lavori preoccupandoti dei giudizi che hanno “gli altri” verso di te, sprechi le tue energie. Se lavori concentrato sui tuoi obiettivi (personali e professionali), li raggiungi e li ottieni.
Buon lavoro e Buon divertimento a tutti!!
Riccardo Cocco