Come ogni anno, il TripBarometer di TripAdvisor è un utile indice di analisi per capire l’andamento del mercato. Se l’anno scorso è stato incentrato sulla tipologia di viaggio preferita dai viaggiatori, quest’anno sembra invece focalizzarsi maggiormente sui flussi turistici globali.
L’impressione è quella che un cauto ottimismo stia finalmente facendo capolino sia tra i viaggiatori che tra gli albergatori a livello internazionale: le previsioni del tempo dicono che quest’anno si viaggerà di più e con più soddisfazione.
Purtroppo non sarà presente di persona Stephen Kaufer, chiacchieratissimo co-fondatore e CEO di TripAdvisor. Ma Giancarlo Carniani e Philip Wolf l’hanno intervistao in esclusiva per noi alla PhoCusWright Conference di Los Angeles.
Il panel inizia con un interessante insight sulla destinazione Italia.
Philip Wolf intervista i principali protagonisti del nuovo panorama distributivo dell’hotellerie: TripAdvisor, Trivago, Kayak e Skyscanner.
Un panel complesso quello a cui ci siamo trovati di fronte, difficile da sintetizzare ma che soprattutto, più che chiarire le cose, ha sollevato numerose domande.
La scorsa settimana ho visitato un cliente per progettare insieme la realizzazione del nuovo sito internet dell’hotel. Durante il colloquio è emerso che l’alta qualità del servizio offerto non era percepita adeguatamente dai clienti, visto anche il posizionamento poco soddisfacente sui siti di review.
Il proprietario però mi ha detto di aver analizzato con lo staff le recensioni: insieme hanno deciso di cambiare la colazione e di fornire più prodotti freschi, nota dolente di molti commenti. Questo è l’approccio giusto per fare miglioramenti: non importa guardare lontano, basta leggere quello che dicono gli ospiti per capire dove conviene investire.
Negli ultimi tempi sul web si è fatto un gran parlare di come personalizzare l’esperienza dell’utente e figurati se il Gufo sarebbe rimasto fermo a guardare.
È solo di qualche giorno fa la notizia che TripAdvisor ha lanciato la nuova funzionalità “Just for You – Solo per te”, per personalizzare al massimo la ricerca dell’hotel. Qualcuno dice che è un modo per manipolare i risultati di ricerca e incrementare le revenue. Per noi c’è molto di più.
Molte sono le mode che vediamo avvicendarsi nel web ma quella di alcuni albergatori che vorrebbero abolire l’utilizzo del primo player mondiale delle recensioni alberghiere, pare non passare mai.
L’indiscusso leader a tutti noto come il “gufo” viene infatti tacciato come inaffidabile a causa dei suoi contenuti “anonimi” e negativi (ancora nessuno si è lamentano per un commento anonimo positivo). Personalmente voglio manifestare tutto il mio disappunto verso questo atteggiamento ostile verso TripAdvisor, il cui unico risultato è quello di spostare l’attenzione da quello che forse è il vero problema.
La brand reputation è un concetto ben più concreto di quello che sembra. È un concetto che presuppone un ruolo attivo da parte dell’albergatore. Oggi nessuno può più limitarsi ad osservare le recensioni che arrivano, sospirare (o imprecare), scuotere la testa e chiudere il browser del pc.
Il perché lo ribadisce ancora una volta TripAdvisor, che in uno studio appena pubblicato spiega come l’engagement dell’albergatore è direttamente correlato all’engagement degli utenti.
Durante l’evento Travel Revolution Summit 2014 che QNT Hospitality e Booking Blog hanno tenuto a Roma lo scorso giugno in partnership con Google, Francesco Tapinassi è tornato a parlare di recensioni e reputazione.
Uno scenario in continua evoluzione con un impatto sempre più determinante sulla vita degli hotel. Ma cosa bolle in pentola dei più grossi siti di reviews? E cosa ci aspetta nel futuro prossimo? È lo stesso Prof. Tapinassi che ce ne parla in questo articolo, svelandoci tutto quello che sta dietro alla lotta al potere in uno dei settori centrali del travel online oggi.
Oltre a rispondere alle recensioni degli utenti, presto potrete dialogare online con i clienti interessati al vostro hotel direttamente su TripAdvisor.
Il Gufo infatti sta testando su un gruppo di strutture statunitensi la nuova feature Questions & Answers (Q&A): il cliente fa una domanda, l’albergatore risponde, il tutto online alla luce del sole. Una bella occasione per gli hotel, se sapranno sfruttarla.
Se le recensioni false sono un grattacapo che ha reso insonne più di un albergatore, gli utenti sembrano conviverci benissimo. Certo sanno perfettamente che c’è una fetta di recensioni false sia su TripAdvisor che sugli altri siti di recensioni. Eppure non rinunciano a farne uso.
Insomma: mentre l’hotel può perdere la sua credibilità a causa di recensioni fraudolente, gufi e portali non rischiano la faccia di fronte al viaggiatore.
Best of Booking’s Best sta a Booking.com come il Travellers’ Choice sta a TripAdvisor. Per la prima volta in assoluto infatti il portale di prenotazioni turistiche pubblica la sua classifica delle migliori strutture in base alle recensioni degli ospiti.
Una classifica che serve soprattutto a sottolineare il valore crescente che le recensioni verificate hanno assunto all’interno del portale.
“TripAdvisor dice di avere solo 4 dipendenti in Italia, il fatturato non si può sapere e quanto ai filtri non si sa…”. Così parla Giovanni Minoli, il giornalista di Radio 24 durante la sua trasmissione Mix 24 del mattino, che per ben due giorni ha dedicato uno spazio a TripAdvisor e alla sempre più numerose lamentele di ristoratori e albergatori.
Una discussione a tratti dai toni accesi con testimonianze vere e recensioni false postate magicamente durante la diretta del programma: il tutto per ribadire che sì, TripAdvisor è ormai uno strumento imprescindibile in ambito travel, ma che c’è un problema destinato inevitabilmente a crescere: quello delle recensioni false e il loro anonimato.
Chi ha aderito alle Business Listings di TripAdvisor, sa perfettamente che, tra i servizi che offre il programma a pagamento, non c’è solo il link diretto al sito ufficiale dell’hotel, ma anche le offerte speciali.
Sottovalutate da molti, le offerte speciali di TripAdvisor possono invece rivelarsi un notevole incentivo alla prenotazione diretta, di cui oggi più che mai l’hotel ha bisogno per ridurre la dipendenza dagli intermediari. Ma non tutte le offerte speciali sono uguali, parola di TripAdvisor.
La informiamo con il presente Banner che la nostra organizzazione utilizza i cookies al fine di fornire ai propri clienti la miglior esperienza di navigazione possibile.
Cliccando sul pulsante "Acconsento" si autorizza l'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui cookies che il nostro sito utilizza e per le modalita` con cui e` possibile negare il consenso all'installazione di qualunque cookie clicca qui.