Gli Americani costituiscono da sempre una delle fette più grandi dei turisti in Italia. Nonostante la difficile situazione economica e politica che sta scuotendo l’Europa in questo periodo, gli Statunitensi non rinunciano alle vacanze all’estero.
Ma chi sono questi viaggiatori? Quali sono le loro preferenze? Un ottimo whitepaper pubblicato da EyeForTravel identifica 4 tipologie di viaggiatori americani che preferiscono l’Italia ad altre mete turistiche e ci aiuta a capire meglio come comunicare e che cosa offrire a questo target online.
L’Enit è vivo e vegeto, ha detto la presidentessa Evelina Christillin durante la conferenza stampa che si è tenuta a Roma qualche giorno fa per lanciare il nuovo Piano Triennale per il rilancio del turismo.
Se Montezemolo ha dichiarato che “in un pese serio l’Enit sarebbe stato chiuso”, con questa conferenza stampa l’Enit dimostra di essere nuovo in pista. D’altronde i fondi ci sono, perché lo Stato ha stanziato 83 milioni di euro da utilizzare nei prossimi tre anni per la promozione del brand Italia.
Americani, Tedeschi, Francesi e Inglesi sono da sempre i più fedeli frequentatori dell’Italia, ma presto potrebbero crescere anche altre fette di turisti.
Ce lo dice TripAdvisor, che ha confrontato le ricerche dall’estero sull’Italia nell’ultimo anno e ci mostra in quali Paesi cresce l’interesse per la nostra destinazione.
Quanto sei soddisfatto della tua vacanza in Italia? Il 49% dei turisti stranieri è pronto a giurare “moltissimo”, e il 36% “molto”. L’85% dei nostri turisti è quindi felice della propria scelta di viaggio. Ma non tutto è da salvare…
A pochi mesi dalla pubblicazione del nuovo Piano Strategico del Turismo, vediamo come la pensano i 5000 turisti intervistati da GfK per la Fondazione Italia Patria della Bellezza. Un sondaggio che ci serve a capire meglio i punti di forza e quelli di debolezza delle nostre destinazioni turistiche.
È tutto scritto qui, nero su bianco sulla pagina delle Inchieste di Repubblica col titolo “La Truffa Milionaria del Rilancio Turistico”. Pure in un’Italia afflitta da un altissimo livello di disoccupazione e da un’arretratezza tecnologica difficile da recuperare, c’è chi continua a infierire senza vergogna.
90 milioni di euro: a tanto ammontano i soldi stanziati dall’Unione Europea e gestiti da Promuovitalia (Enit) che dovevano servire per tirocini formativi nel settore della tecnologia e dell’innovazione nel turismo, e che sono stati invece sperperati per fornire manodopera a basso costo ad imprese “amiche” e arricchire i soliti corrotti.
Mettici il Veneto, il Trentino e la Lombardia. Aggiungi il Lazio e la Toscana e una spolverata di Campania, Sicilia, Valle d’Aosta, Sardegna e Liguria. Questa è l’Italia vista dagli occhi dei turisti: una realtà dominata dalle grandi città della cultura dove molte delle specificità regionali scompaiono.
Le ultime stime confermano sia il primato delle città culturali come meta del turismo in Italia, sia la crescita lenta della nostra destinazione. Anche a causa di servizi ed ospitalità scadenti.
Se come destinazione Italia siamo ancora lontani dal grado di maturità digitale dimostrato dall’Australia, dall’Inghilterra o dalla Spagna, ci sono città Italiane a cui l’arretratezza (web) del resto del Paese inizia ad andare stretta.
Lo Smart Culture&Travel Report 2014 appena pubblicato da Between rivela che sono 4 le città che potrebbero fare da apripista per il processo di rivoluzione digitale di cui l’Italia ha tanto bisogno a livello turistico e culturale.
L’Italia resta una delle mete preferite a livello mondiale, al quinto posto dopo Francia, Spagna, USA e Cina. E così resterà la situazione almeno per i prossimi cinque anni.
Sembra che la forza del Turismo italiano risieda soprattutto nelle immagini da cartolina che, nonostante la crisi, non perdono il loro smalto, e in parte, nella “luce riflessa” del boom turistico che esploderà nei prossimi anni. Ma per quanto potremo riposare comodamente sugli allori?
La situazione complessiva dell’Italia dal punto di vista delle tecnologie, della connessione ad internet e del know-how necessario a far decollare il Paese in Rete non è delle più rosee. E per il futuro le previsioni non migliorano.
Eric Emerson Schmidt, Presidente di Google, scrive di suo pugno a Repubblica riaffermando l’urgenza per l’Italia di promuoversi online. Mentre noi ce ne stiamo con le mani in mano e lasciamo che il Paese perda posizioni a livello turistico e non solo, sarà dunque Google a farsi portavoce al mondo della bellezza del nostro Paese?
Lo dice Bernabò Bocca, lo dice l’Economist: i piccoli hotel sono complicati da gestire, non hanno potere contrattuale, non hanno gli strumenti per penetrare nei mercati internazionali, non sanno e non possono crescere.
Sarà… eppure a molti albergatori la prospettiva di perdere quella che fino ad oggi è stata la più grande ricchezza del Turismo in Italia proprio non va giù.
“Non hai mai visitato Bilbao? Allora non hai visto il futuro”, recitava il New York Times solo qualche anno fa parlando di Bilbao e del Museo Guggenheim. Perché il Museo, e la città che rappresenta, sono indiscutibilmente proiettati verso il futuro. Hanno occhi e orecchie aperte verso tutto quello che accade soprattutto online.
Noi abbiamo potuto verificarlo di persona, quando il 28 giugno siamo volati nei Paesi Baschi alla volta di un blog tour che è diventato la scusa per scoprire come uno dei più grandi musei di arte contemporanea al mondo e la sua destinazione abbiano scelto come canale privilegiato di promozione la strada del Web 2.0.
Sconforto, rabbia, sdegno, incredulità: sinceramente ho difficoltà a capire quale di queste emozioni abbia prevalso dopo aver visto la puntata del 5 Maggio di “Report” su Rai 3, dedicata agli scandali nascosti di Turismo e Beni Culturali in Italia.
“Belli da Morire”, si chiama ironicamente il servizio, che racconta il quadro nero, nerissimo, molto peggiore di quello che avrei mai osato immaginare, della nostra Italia. E la puntata durava solo 52 minuti, figurati che cos’altro ci avrebbero raccontato con qualche ora in più a disposizione.
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