La fine di un’epoca: dopo 178 anni, chiude Thomas Cook
23 Settembre 2019 | Commenti disabilitati su La fine di un’epoca: dopo 178 anni, chiude Thomas CookIl colosso dei viaggi britannico Thomas Cook ha alzato bandiera bianca.
Il colosso dei viaggi britannico Thomas Cook ha alzato bandiera bianca.
Airbnb continua nella sua inarrestabile evoluzione e lancia Airbnb Adventures, un’estensione del suo prodotto Experiences che offre tour esclusivi e avventure uniche in tutto il mondo. Di cosa si tratta?
Dopo le esperienze – con Airbnb Experiences – e un sistema di verifica del listing simile a quello delle OTA – Airbnb Plus – il colosso delle sistemazione alternative continua la sua corsa.
Qualche giorno fa ho prenotato un hotel su Booking. Confesso che non ho nemmeno provato a guardare il sito dell’albergo, perché avevo paura di quello che avrei trovato. Pagine poco chiare, link rotti e magari booking engine di bassa qualità dove è impossibile prenotare sono sempre in agguato.
Poi però sul sito ufficiale ci sono andata: ho trovato una tariffa più bassa e un booking engine semplice e chiaro. Così ho cancellato su Booking e ho riprenotato sull’hotel. Ma non tutte le prenotazioni hanno questo lieto fine: PhoCusWright ci spiega perché spesso gli utenti preferiscono i portali.
L’Antitrust chiude l’istruttoria aperta il 7 maggio 2014 in Italia contro Booking.com accettando le proposte sulle modifiche della rate parity avanzate qualche mese fa dal portale. Dal primo luglio l’albergatore potrà decidere di vendere a tariffe inferiori su altri canali online, al telefono, per mail o al front desk. Ma sarà obbligato a mantenere la parity nei confronti di Booking sul proprio sito. Resta invece aperto il caso Expedia.
Intanto in Germania l’Autorità competente ha pubblicamente dichiarato guerra a Booking.com ed Expedia per garantire la libera concorrenza di tutte le parti ed è decisa a far decadere tutte le clausole di best rate.
“Esiste ancora il Billboard effect di Expedia per gli hotel?”. Questo il titolo di un recente articolo scritto da Sean O’Neill su Tnooz, in cui si indaga se la teoria dimostrata nel 2009 dalla Cornell University – ovvero la connessione tra la presenza di un hotel su un portale e le prenotazioni dirette – abbia ancora fondamento.
Di recente qualcuno l’ha messa in dubbio. Noi invece siamo certi che esista ancora – sia quello generato dalle OTA che quello generato dai siti di recensione e dei metasearch – e che anzi, con il forte aumento del peso di alcuni player internazionali, sia più decisivo che mai per favorire le prenotazioni dirette.
Nel mondo degli hotel e della distribuzione online qualcosa sta cambiando. Per ora la rate-parity, nonostante polemiche e scontri in tribunale, tiene duro e resta un uno dei pochi punti fermi che regolano il delicato rapporto tra hotel e OTA. Ma chi ci dice che non saranno proprio i portali a cambiare le cose?
“Le cause legali non hanno ucciso la rate parity – ha dichiarato Dennis Schaal di Skift – Al contrario, saranno i Big Data, l’analytics, l’advertising retargeting e la personalizzazione a rendere l’applicazione della parità tariffaria quasi insostenibile.”
Dunque, dove eravamo rimasti? Eravamo in Francia, dove nel luglio scorso l’UMIH (Unione dei Mestieri e dell’Industria dell’Hotellerie) ha accusato Expedia, HRS e Booking di price fixing e di contratti che rasentano l’estorsione nei confronti degli albergatori.
Venerdì 20 dicembre le clausole imposte dalle OTA per poter garantire sempre la Best Rate Guaranteed sono state dichiarate illegali in Germania, dove l’antitrust ha mosso accuse precise a HRS, promettendo di fare lo stesso con Expedia e Priceline.
Ormai sembra che non si parli d’altro. Tutti vogliono disintermediare per erodere quote di mercato alle OLTA. A costo Zero.
Ma si tratta di un grosso frainteso che si è creato nel mondo dell’hôtellerie, perché siamo sinceri: è impossibile riacquisire indipendenza commerciale senza investire almeno quanto investono gli intermediari, o forse di più.
La Francia firma l’ultimo capitolo dedicato alla querelle internazionale che vede contrapporsi albergatori e agenzie di viaggio online. Solo un paio di settimane fa, la Union des Métiers et des industries de l’Hotellerie francese (UMIH) ha attaccato Booking.com, Expedia e HRS di ricattare gli hotel con clausole contrattuali sempre più vincolanti che rasentano il “price fixing”.
Adesso sono le autorità francesi per la libera concorrenza a indagare la legalità dei contratti imposti dai portali, definiti dall’UMIH “da estorsione”.
In questo 2012 la Parità tariffaria è stata uno degli argomenti più accesi sulla rete: abbiamo condotto un sondaggio, c’è chi la difende strenuamente, chi preferirebbe abolirla, ma la questione è ancora più che aperta e sembra che il 2013 preannunci cambi di rotta importanti.
Eravamo rimasti all’OFT inglese che aveva accusato Expedia, Booking.com e IHG di aver fatto cartello per imporre un unico prezzo (leggasi parità tariffaria), mentre negli Stati Uniti lo studio legale Hagens Berman lanciava una class-action di consumatori contro portali e catene alberghiere accusate di offrire un miglior prezzo garantito inesistente. Oggi in Scandinavia 4 catene alberghiere hanno deciso di stracciare il contratto con Expedia per vendere al prezzo desiderato.
Anche in tempi di festa il mercato del turismo non si ferma e a pochi giorni da Capodanno Expedia annuncia che nella prima metà del 2013 formalizzerà la sua acquisizione del 61,6% di Trivago, sito di recensioni e motore di ricerca hotel tra più conosciuti d’Europa.
Costo dell’operazione, 632 milioni di dollari in denaro e azioni. Il tutto – neanche a dirlo – a pochi mesi di distanza dall’annuncio di acquisto da parte di Priceline di Kayak, metamotore di ricerca voli e hotel che va forte soprattutto in USA, alla cifra di 1,8 miliardi di dollari.
Il panorama distributivo del turismo online è oggi estremamente complesso e frammentato: quali scenari si prospettano per il futuro?
La CNN Money – Fortune, attingendo ad alcuni studi di PhocusWright, fotografa con grande chiarezza la situazione dei maggiori player della distribuzione internazionale e svela come andrà plasmandosi l’universo distributivo, tra OTA in crescita e altre destinate a scomparire.
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