Un nuovo “record” è stato registrato a giugno negli Stati Uniti: più del 50.33% di ricerche effettuate su Google sono state “no-click”, secondo quanto emerge da un’analisi dei dati clickstream effettuata in territorio americano da Jumpshot, un’importante società americana di raccolta ed elaborazione dati online.
Come creare sempre più fiducia nella piattaforma Google Travel e incoraggiarne il suo utilizzo?
Il colosso che ha rivoluzionato il web ha recentemente testato una nuova funzionalità, garantendo il prezzo più economico sulla tariffa dei voli prenotati attraverso la sua piattaforma.
L’ ottimizzazione SEO è molto importante per la visibilità del proprio brand, soprattutto nel mondo del Travel, in cui è presente una vasta audience che ricerca diverse informazioni prima di procedere alla prenotazione della propria vacanza.
Il turista in cerca di ispirazione attiva infatti un lungo processo, che lo porta a visitare diversi siti relativi al mondo dei viaggi. Come essere presenti in tutte le fasi decisionali del viaggiatore, attirandone l’attenzione?
L’introduzione di nuove tecnologie sta cambiando le abitudini e i bisogni degli ospiti.
Potrebbe sembravi una domanda retorica, dato che, noi per primi con dati alla mano, abbiamo sempre sostenuto la fondamentale importanza di una buona reputazione per un hotel.
E la brand reputation online passa soprattutto dalle recensioni dei propri ospiti, sui canali dedicati.
Che Google fosse un gigante, dal punto di vista della ricerca e della gestione dei dati degli utenti, è storia nota ormai. Tuttavia, le vicende degli ultimi mesi hanno convinto gli addetti al settore – e non solo – dell’egemonia del motore di ricerca anche nel travel.
La possibilità di prenotare un hotel con Book on Google, come già comprare un biglietto aereo con Google Flight, ne è un esempio lampante.
Google scansiona, raccoglie e analizza un gran numero di dati sul vostro hotel e la sua destinazione. Li potete visualizzare anche voi grazie ai tanti strumenti, sia gratuiti che non, che Big G vi mette a disposizione.
È arrivato il momento di imparare a leggere e sfruttare questi dati per creare un sito che risponda meglio alle necessità dei clienti e che piaccia di più all’algoritmo dei motori di ricerca.
Sogno, pianificazione, prenotazione, esperienza: una volta sembrava che la prenotazione di un viaggio fosse piuttosto lineare, ora invece ci troviamo di fronte a curve, volute, scale, saliscendi, tornelli e repentini cambi di rotta.
Lo spiega Google nel suo ultimo studio How intent is redefining the marketing funnel, che dimostra come il tragitto degli utenti online sia sempre più imprevedibile e irregolare.
L’estate ormai è agli sgoccioli, ma questo non significa che sia troppo tardi per pianificare una gita fuori porta con la famiglia o un week end di mare settembrino.
Quale sia la scelta, le vacanze sono tutt’altro che una fonte di relax, specialmente con la famiglia: il 41% delle persone ritiene che siano più stressanti che divertenti.
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Google sta testando in questi giorni una nuova feature nei risultati di ricerca per gli hotel chiamata “Price Insights” che mostra all’utente se sta facendo un buon affare o meno per quella specifica struttura in quelle specifiche date.
Quando un utente sta guardando i risultati di un hotel, Google potrebbe mostrargli un box che afferma che “questo hotel costa più di altri nelle vicinanze”, offrendo un pulsante per comparare i prezzi con altri hotel presenti su Google nella stessa destinazione.
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Nonostante la polemica nei riguardi di Airbnb da parte degli addetti ai lavori non sembra proprio volersi arrestare, a quanto pare l’interesse dei viaggiatori per la sharing economy sta sensibilmente calando rispetto al passato.
Secondo lo studio Portrait of American Travellers di MMGY Global, basato sulle opinioni di 3.000 americani che hanno compiuto perlomeno un viaggio negli ultimi dodici mesi, solo il 33% degli intervistati è interessato a soggiornare in una casa in affitto breve; un calo notevole rispetto al 41% del 2017 e anche al 37% del 2016.
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C’è poco da fare: mentre i grandi canali di distribuzione tentano in tutti i modi di essere la prima e unica fermata per prenotare un hotel online, gli utenti preferiscono ancora andare alla caccia del miglior affare possibile.
I viaggiatori spendono moltissimo tempo a spulciare dal proprio cellulare decine di siti e app per trovare la migliore offerta, scegliere la struttura più giusta per le proprie esigenze e chiarirsi le idee con le recensioni degli ospiti precedenti.
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Oltre a un nuovo formato che saremo certi diventerà una nuova freccia nell’arco degli hotel, AMP Story, Google ha annunciato lunedì un nuovo modo per sfruttare la velocità e la natura mobile-friendly del framework AMP.
Da oggi gli sviluppatori possono iscriversi per accedere in anteprima al programma “AMP for Email” e iniziare a strutturare per Gmail esperienze di lettura ricche, interattive e coinvolgenti. O almeno questo è l’obiettivo di Google, che è sicura di trasformare il proprio client di posta in un luogo attivo e dinamico per i propri utenti.
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