Staff fedele vs Clienti fedeli: cosa conta di più?
5 Settembre 2012Al Corso di Revenue Management che abbiamo tenuto a luglio, ho incontrato un partecipante che ammetteva con grande rassegnazione che all’evento si era presentato in modo indipendente, facendo un notevole sforzo economico. Perché il suo hotel si era rifiutato categoricamente di sostenerlo (ndr: si trattava di un responsabile del front-desk).
Sì perché per i proprietari dell’hotel, quel corso non era un investimento, ma solo una perdita di tempo.
Abbiamo parlato già più volte del training dello staff e della necessità di formare revenue manager qualificati, suscitando tante reazioni e tante riflessioni. Abbiamo persino visto come avere un dipendente non coinvolto, possa costare all’hotel soldi e clienti. Ma allora perché ancora tanta miopia?
Dipendenti fedeli = Clienti Fedeli
Forse, come suggeriscono diversi esperti a livello mondiale, nelle aziende manca la cultura che il dipendente sia assimilabile al cliente, manca la consapevolezza che non è possibile ottenere la fedeltà dell’uno se non si ha la fedeltà dell’altro. Un principio che in ambito alberghiero dovrebbe essere un vero Must.
Secondo uno studio condotto da Schlesinger and Heskett (1991), la fedeltà dei dipendenti è alla base della fedeltà dei clienti. Nel “ciclo del successo”, un investimento nella formazione del dipendente perché questo offra un servizio di qualità superiore al cliente, equivale a un maggior ritorno in termini di margini.
La parola a Seth Godin e Tom Peters
A questo proposito mi sono imbattuta in un video davvero illuminante, in cui Susan Sobbott dell’American Express Open Forum, intervista in una mini sessione video della rubrica “Inside the Enterpreneurial Mind”, Seth Godin, guru del permission marketing e di marketing online – e insieme a lui Tom Peters, scrittore ed esperto di gestione aziendale. È del 2009, ma l’argomento è ancora estremamente attuale.
Il tema caldo è la domanda: “Un dipendente fedele è più importante di un cliente fedele. Vero o Falso?”
- TOM PETERS
“Sì, senza dubbio è vero”. Citando un amico, Tom dichiara “If you want to put the customer first, you have to put the person who serves the customer more first.”
Herb Kelleher, fondatore della compagnia aerea Southwest Airlines, diceva che per lui era un grande piacere firmare lettere in cui annunciava ai clienti che non erano più apprezzati sui propri aerei perché avevano mancato di rispetto a qualcuno dei dipendenti.
“Una delle cose di cui abbiamo il controllo è la qualità della vita delle persone che lavorano per noi. E questa è la prima cosa da considerare.”
- SETH GODIN:
Seth sottolinea che il miglior dipendente è capace di prendere decisioni migliori di quelle che prendereste voi. Il miglior dipendente è colui che vi spinge a dare il meglio di voi per i vostri clienti e per la vostra azienda. In poche parole è qualcuno a cui importa. A cui importa del vostro hotel, della vostra occupazione, della soddisfazione dei vostri clienti.
“Questo è il miglior dipendente, ma se credete che i migliori dipendenti siano quelli che lavorano per pochi soldi, facciano sempre quello che dite e non se ne vadano mai, vi state ingannando. Quel tipo di persona o è solo incapace di cavarsela da sola e quindi non vorrà lasciarvi mai, oppure è incapace di fare bene il lavoro che vorreste che facesse.”
“Pensi che i dipendenti dovrebbero essere fedeli a te e all’azienda, o al cliente?” chiede ancora la Sobbott. “Parliamo di fedeltà alla Mission, questo è quello che dovete perseguire”, dice Godin.
Che cosa significa? Significa che dobbiamo tornare ancora una volta al concetto di “engagement”, di coinvolgimento dello staff nella filosofia e nel pensiero dell’azienda. Uno staff motivato è uno staff che sente l’hotel anche suo. Uno staff che condivide le politiche dell’hotel e farebbe per i vostri ospiti tutto quello che fareste voi.
E per fare in modo che il team senta l’hotel come suo, non serve necessariamente pagare bonus in denaro, anzi.
Per citare lo stesso Godin:
Quindi sì, dare libertà e possibilità di crescere ai vostri collaboratori significa anche incentivarli a fare formazione, soprattutto se si tratta di persone con posizioni centrali in hotel, come direttori, revenue manager e responsabili del front desk. Questo vi garantirà migliori performance dell’hotel, una migliore brand reputation e maggiori guadagni
Trovate il video con l’intervista a Seth Godin e Tom Peters su Open Forum
Commento da Riccardo Cocco — 13 Settembre 2012, alle ore 19:28
Mai articolo sul tema Risorse Umane è stato più esplicativo, dettagliato e soprattutto condivisibile al 100%.
Siamo all’età della pietra!
Visioni contrastanti:
Dipendenti = costo
Risorse Umane = Capitale dell’Azienda
Facciamo in modo, giorno dopo giorno che il Capitale Umano dell’Azienda sia motivato per tornare da noi e non andare dalla concorrenza.
Buon lavoro e buon Capitale Umano a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da marghe — 14 Settembre 2012, alle ore 09:13
Ciao Riccardo!!
Sì è proprio questo il senso dell’articolo. Le risorse uamne viste come capitale di investimento. Questo è vero soprattutto nell’hotel, dove il livello del servizio passa proprio per il team impiegato.
Commento da adm@residencehilda.it — 21 Settembre 2012, alle ore 12:59
Salve,
personalmente non abbiamo mai avuto problemi ad investire in formazione (corsi di lingua, di management alberghiero, etc.), ma ALCUNI dipendenti purtroppo NON sono interessati, indipendentemente da quello che investiamo su di loro. Prima di investire generalmente richiediamo una dimostrazione di impegno, cioè che facciano bene quei compiti di routine tipici della reception di un albergo (niente di trascendentale). In molti casi non riusciamo ad ottenere neanche questo (dopo 2 anni un nostro dipendente ancora fa almeno 3 gravi errori al giorno con perdite economiche per noi). Non vale la pena investire in certi soggetti. Investiamo solamente in persone capaci e che dimostrano di tenere al loro lavoro mettendoci la testa (cosa davvero rara).
Commento da marghe — 21 Settembre 2012, alle ore 13:08
Buongiorno adm,
capisco bene la vostra frustrazione, a volte capitano dei dipendenti che non sono più di tanto interessati a fare formazione perché gli basta svolgere i compiti base e niente più, ma in genere non sono la maggioranza.
Capisco anche che se dovete investire, è giusto investire per chi dimostra di avere attitudini in un certo ambito, ma quanto al vostro dipendente che commette errori gravi, avete mai provato a parlarci, a capire se ci sono dei problemi tra di voi per cui lui non si senta invogliato o motivato a fare meglio? Io non credo che sia felice di commettere quegli errori.
Nel vostro tono mi sembra di leggere della rassegnazione, ma perché non provate un attimo a sedervi ed escogitare un nuovo modo per comunicare col vostro staff, motivarlo e spingerlo così a fare meglio?
Talvolta dietro ad errori o inefficienza, si nascondo rancori, problemi o insoddisfazioni che si potrebbero risolvere anche solo aprendo un canale comunicativo…
Pingback da Staff fedele o clienti fedeli? « emedia blog – notiziari, email marketing, lead generation — 1 Ottobre 2012, alle ore 10:23
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