Settore turistico, siamo finalmente vicini alla completa ripresa?

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A fine anno è credibile che raggiungeremo i numeri del 2019, se non di più in alcune regioni e località”. Queste sono le parole pronunciate da Massimo Garavaglia ai microfoni di Ansa, dopo aver partecipato al Global Youth Tourism Summit a Sorrento.

Secondo il Ministro del Turismo italiano non ci sono dubbi, i segnali puntano verso il raggiungimento di importanti risultati entro la fine dell’anno. Il nostro Paese sta infatti registrando numeri che fino a qualche mese fa avremmo ritenuto impensabili, con 6 Italiani su 10 pronti a fare le valige e partire per le vacanze estive.

Si tratta di un risultato eccezionale, soprattutto se si pensa che a inizio anno erano ancora in vigore le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19.

Previsioni ottimistiche o realtà? Chiaramente, è ancora presto per poter fare il bilancio dell’intero anno, tuttavia è innegabile che si stia registrando un aumento di prenotazioni per i viaggi a livello globale. Qualunque studio effettuato da associazioni del comparto – da Confturismo a Findomestic, ma anche la stessa OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo) – mostrano dati in rapida crescita. Se la tendenza dovesse rimanere in positivo fino a dicembre, è molto probabile che si possano raggiungere i livelli annunciati dal Ministro.

 

Il mese di luglio fa da apripista

 

Sono ventotto milioni gli Italiani pronti a partire per le ferie estive secondo l’Osservatorio Confturismo Confcommercio, che prevede un totale di 62,8 milioni di partenze, tra short break e soggiorni lunghi. A dare il via a questo periodo di partenze è stato il primo fine settimana di luglio, che ha registrato 5,8 milioni di pernottamenti, con un tasso di occupazione pari al 75%.

Per quanto riguarda le mete scelte, troviamo in cima alla classifica i laghi (80% di tasso di occupazione) e le località costiere (84%), a seguire poi montagna e città d’arte.

Nel commentare questi dati Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, ha affermato: “La domanda turistica continua a dare segnali positivi anche a luglio, anche se purtroppo la carenza di personale continua a mettere in difficoltà l’offerta di servizi da parte di molte imprese. In ogni caso, adesso occorre lavorare per dare continuità alla ripartenza e confermare anche per l’autunno la tendenza positiva”.

Un nuovo stop ad ottobre, effettivamente, sarebbe deleterio per il settore e andrebbe a vanificare tutti gli sforzi e gli obbiettivi raggiunti nel periodo estivo. Ricordiamo che lo scorso anno, a fronte di una stagione estiva dai grandi numeri, il comparto turistico ha vissuto con estrema difficoltà il periodo autunnale e invernale, a causa del diffondersi della variante Omicron.

 

Attenzione alle nuove generazioni e alle loro esigenze

 

Occorre quindi cercare di mantenere questo trend di crescita, ma come? Secondo Garavaglia bisogna puntare sulle nuove generazioni: sono due miliardi nel mondo gli appartenenti alla cosiddetta Gen Z, ovvero i nati dal 1997 in poi. Questi ultimi hanno il potenziale di disegnare il turismo del futuro, anche perché sono in grado di orientare anche le decisioni delle proprie famiglie.

Sono ragazzi nati con internet, che parlano un linguaggio diverso e hanno desideri differenti da quelli dei genitori. Mostrano uno spiccato interesse per i temi della sostenibilità e dell’inclusività: sono cittadini e consumatori più attenti, consapevoli ed esigenti della generazione dei Baby Boomers.

Per questo, è necessario adeguare l’offerta turistica in modo che tenga in considerazione le loro esigenze e aspettative. Sono i “clienti del futuro”, coloro che determineranno le sorti del settore negli anni a venire.

Arrivati a questo punto, chiediamo l’opinione di voi albergatori. Secondo voi, siamo davvero vicini alla tanto agognata ripresa del settore? Che strategie avete in atto per attirare i viaggiatori delle nuove generazioni? Che tipo di comunicazione usate per interfacciarvi con loro? Scrivetecelo nei commenti.