SEO: quanto conta per l’hotel?
11 Gennaio 2013Qualche tempo fa un hotel ci ha contattati per avere un consiglio: era disperato perché il suo sito riceve pochissime visite e di conseguenza pochissime prenotazioni dirette. L’hotel ha da poco realizzato un nuovo sito web, ha investito in un nuovo booking engine, ma di risultati apprezzabili per adesso neanche l’ombra.
Eppure l’hotel ha un’ottima reputazione sia su TripAdvisor che su Booking.com, il sito ufficiale non sembra male e le tariffe sono abbastanza competitive nella zona. Ma allora qual è il problema?
Semplicemente, dopo una minima analisi, ci siamo accorti che per le parole chiave più attinenti alla struttura, questa non si posizionava mai nelle prime pagine di Google e che quindi era come invisibile nella sua location. Persino col brand name c’erano dei problemi.
Racconto questo aneddoto per farvi capire che mai ci si deve dimenticare del posizionamento sui motori, al pari di PPC, Social Media e tutte la altre strategie di Web Marketing progettate per il sito.
Metà delle prenotazioni del sito vengono da motori di ricerca
Giustamente Max Starkov della HeBS ha di recente intitolato un articolo: “Il SEO per hotel è morto? Non ancora per un bel pezzo”.
Starkov sostiene infatti che, in media, sul totale delle prenotazioni prodotte dal sito web degli hotel clienti, il 56% viene dai risultati sui motori di ricerca, organici e a pagamento: il 32,7% delle revenue sarebbe da attribuirsi alla SEO, il 22,9% al SEM (inteso come PPC).
Confrontando questi dati con quelli in nostro possesso, i risultati mi sembrano verosimili: talvolta se l’hotel ha un’ottima reputazione e un brand forte, le prenotazioni derivanti da ricerche organiche possono da sole superare il 50%.
Prendiamo ad esempio un hotel di Roma che fa campagne PPC: nel mese di ottobre 2012, ha prodotto revenue per circa il 42% da ricerche organiche (Google e Bing) e per circa il 13% da PPC.
Nel caso di un hotel a Milano sempre impegnato in campagne PPC, i dati sono leggermente diversi, come è diversa la forza del brand e la sua reputazione su TripAdvisor: il 30% delle prenotazioni provengono da organico, circa il 18% da PPC.
È chiaro che poi per definire il valore e quindi il peso reale delle prenotazioni da ricerche organiche, è fondamentale conoscere il rapporto tra queste e le prenotazioni totali dell’hotel, sia dirette che intermediate, online e offline.
La SEO non è più la stessa: come è cambiata?
Senza dubbio non si può dire che fare SEO oggi sia la stessa cosa di qualche anno fa: link facili, pagine piene zeppe di parole chiave, contenuti senza valore non hanno più il peso che avevano una volta, né sono più utili a posizionare il sito, anzi: lo penalizzerebbero sicuramente.
Lo abbiamo visto anche nell’articolo che abbiamo pubblicato in chiusura dell’anno passato, 2013: Ti Ascolto, che il percorso degli utenti nella pianificazione del viaggio è cambiato e che il SEO old-style è una figura superata.
Con gli ultimi update degli algoritmi di Google, prima il Panda, poi il Penguin, adesso il Venice, fare SEO non è semplice, non ci sono più scorciatoie da intraprendere, perché oggi la SEO è diventata più “etica”, più corretta, più frutto di interventi di valore.
Quali sono dunque i cardini della nuova SEO che sempre più avranno peso e sempre più si affermeranno in questo 2013?
Per noi l’hotel deve soprattutto puntare sui contenuti, ma non solo:
- Approfondimenti sul sito: non bastano più i classici siti da 5-10 pagine. Google vuole più contenuti, li vuole di qualità, fatti per il motore ma soprattutto per il lettore. Pagine di approfondimento sulla destinazione, su ogni servizio importante, sugli eventi nei dintorni, possono essere un buon inizio per arricchire il vostro sito.
- Contenuti freschi: il sito non deve essere considerato come una piattaforma statica, ma deve essere aggiornato continuamente con pagine nuove, ad esempio dedicate alle offerte, ai pacchetti, oppure con landing page ottimizzate per gli eventi d’interesse. Se il vostro hotel possiede un blog non lo abbandonate, ma nutritelo settimanalmente con idee nuove, contenuti che possano piacere ai vostri lettori e che magari possano anche servire a posizionare l’hotel per chiavi d’interesse sui motori di ricerca.
- Link naturali: i link ottenuti con attività push, come (directory submission, press release networks e post comments) hanno sempre meno forza e anzi, spesso possono addirittura penalizzare il sito. Ecco perché bisogna puntare a far parlare dell’hotel, coltivando un’ottima brand reputation ma soprattutto investendo in servizi particolari che suscitino l’interesse di media e clienti. Anche dimostrarsi sociali frequentando Facebook e Twitter può essere utile, perché favorisce i legami interpersonali e fa circolare il brand.
- Mobile: chi possiede un sito mobile ha ovviamente maggiori chance di posizionarsi bene sui motori di ricerca mobile e visto che visite e prenotazioni da smartphone crescono a vista d’occhio, meglio non perdere l’opportunità di farvi trovare in testa ai motori.
Quindi mai sottovalutare il peso del posizionamento sui motori di ricerca: per quanti sforzi possiate fare per disintermediare, senza una buona strategia SEO di nuova generazione questi non saranno mai abbastanza valorizzati.
Commento da Vincenzo21 — 14 Gennaio 2013, alle ore 17:42
Ottimo argomento quello del SEO nei confronti dell’hotel. Per le mie esperienze personali e per i lavori che ho svolto mi sono occupato di entrambe le cose.
Confermo che il SEO per l’hotel è importante, di più, importantissimo. Ma per il singolo hotel penso che possa bastare un sito fatto bene, e quindi pensare che il SEO sia compreso quando si va a commissionare il sito web ad una azienda. Se il sito è fatto bene l’hotel viene ben indicizzato prima di tutto per il suo nome. Poi se le descrizioni al suo interno sono buone guadagna in indicizzazione anche per le altre parole come l’area in cui si trova, le attrazioni principali, i monumenti, ecc ecc.
Insomma, non credo che il singolo hotel debba spendere troppo per il SEO, ma che si possa limitare ad avere un sito fatto bene nei fondamentali.
Il consiglio che posso dare a tutti gli albergatori (ma anche a tutti quelli che hanno un altro tipo di attività) e hanno un sito web è quello di registrarsi a google e associare il sito web ufficiale alla loro attività creando una scheda stessa dell’attività. In questo modo quando un utente andrà a cercare “hotel pincopallino roma” Google riconoscerà qual è il sito ufficiale e lo metterà in evidenza.
Per effettuare questa registrazione, come già detto, basta registrarsi su google, segnalare la propria attività e se già presente segnalare che voi siete i proprietari. Lì potrete poi inserire i vostri dati, indirizzo, telefono, e-mail e soprattutto sito ufficiale. Per verificare che siate effettivamente voi il proprietario Google vi invierà una cartolina mediante posta ordinaria con un codice da dover inserire per confermare il tutto.
Questa procedura la ritengo molto importante sia perchè ormai in Europa Google è il motore di ricerca utilizzato dal 90% degli utenti, sia per far distinguere a Google il sito ufficiale dall’agenzia online.
Altra piccola precisazione. Purtroppo certi portali potrebbero scavalcare anche il nostro sito ufficiale mettendo i link a pagamento e quindi anche se l’utente cerca “hotel pincopallino roma” il nostro sito ufficiale sarà il primo dei risultati, ma verrà sempre dopo gli annunci a pagamento. Su questo purtroppo non possiamo fare niente (anche se alcune aziende propongono il PPC in questi casi, ma così i costi lievitano). A me sembra che quella che fanno certi portali sia un pubblicità ingannevole, perchè danno l’impressione che stando lì in alto quello sia il sito ufficiale dell’hotel, ma non è così. Poi il riquadro ha quello sfondo tipo rosa che non si distingue bene e quindi non tutti capiscono subito che si tratta di pubblicità. Mi hanno detto che purtroppo questa tecnica a quanto pare è regolare perchè questi portali la mettono nel contratto con gli albergatori. Non so se risulta anche a voi che sia così.
Commento da sfarinel — 17 Gennaio 2013, alle ore 20:16
Ciao Vincenzo,
ovviamente un sito ben fatto consente una più semplice indicizzazione e a meno che non ci siano grossi problemi tecnici almeno per il nome dovrebbe sempre uscire in prima posizione per i risultati organici, ma non credo sia sufficiente a garantire ampia visibilità sui motori di ricerca.
Concordo pienamente nell’importanza di reclamare la propria struttura su google Local / G+ e di proteggere il proprio brand facendo PPC sul proprio nome per limitare i danni da “brand hijacking” fatto dalle OTA (con grande gioia di Google).
Sergio