SEO etica: perché il futuro sarà dominato da una SEO intelligente
26 Gennaio 2012Dicono che la SEO è morta, che non serve più: questa la voce che ha circolato per un po’ in Rete – come orami accade periodicamente ogni volta che Matt Cuts parla di SEO e contenuti. Io non credo che sia morta, credo solo che si stia lentamente trasformando, da quello che molti considerano un insieme di pratiche ed escamotage scaltri per scalare le classifiche a dispetto della pertinenza col contenuto promosso, in qualcos’altro.
Credo che il valore della comunicazione stia crescendo in parallelo al SEO e che SEO e copywriting stiano lentamente diventando due entità inscindibili (se già non lo sono), perché non c’è SEO ben fatto se non fondato su una comunicazione ricca e rilevante, e non c’è Copy che abbia valore se non articolato sulla scelta ragionata di tematiche e parole chiave che aderiscano come un guanto all’attività, o in questo caso, alla struttura in questione.
L’ottimizzazione si sa, alla fine dei conti e delle chiacchere, la decide, la cambia e la plasma la casa di Mountain View: qualsiasi innovazione apporti Google, questa produrrà un atteggiamento nuovo in chi si occupa di posizionamento e di contenuti per il Web.
E le ultime modifiche dell’algoritmo e le novità sulla ricerca, evidenziano un chiaro intento da parte di Google di promuovere contenuti pertinenti e interessanti a scapito dei superficiali, pur senza perdere di vista la SEO (per inciso, oltre all’intento di aumentare il “peso” del PPC).
SEO e social
Il primo cambiamento di Google destinato a incidere fortemente sulla SEO è l’evoluzione della Social Search.
Da poco Google ha infatti inaugurato (solo su Google.com in inglese per adesso) la sua “Search Plus Your World”, la più grande rivoluzione in ambito ricerca web di sempre: con Search plus your world, l’utente potrà scegliere se comprendere nei propri risultati di ricerca organici fattori sociali, in particolare materiale e foto della propria rete di relazioni da Google+ e Picasa, sia condivisi pubblicamente che privati.
Oltre ai legami con Google +, la ricerca sarà anche modulata sulla base delle preferenze e delle abitudini personali.
Amit Singhal, che si occupa della supervisione degli algoritmi, ha dichiarato: “L’algoritmo della social search, la ricerca personale ordinaria, e l’algoritmo di ricerca personalizzato ora sono diventati di fatto un unico algoritmo, e li stiamo fondendo in modo che tutto risulti piacevole e utile”.
Consigli, idee, considerazione degli amici, accompagneranno le SERP: i risultati personali saranno marchiati da un’icona con un omino in blu, a significare che quel risultato è venuto da una persona e non dal motore di ricerca.
Il nuovo sistema permette di passare dalla ricerca ordinaria a quella personalizzata attraverso un semplice bottone, ma i risultati personali saranno sempre lì, dietro l’organico, a sussurrarci e ricordarci che i migliori consiglieri di un utente restano i suoi amici, e che alla fine il computer rimane solo una macchina.
Quasi che Google volesse dirci: “Perché effettuare una ricerca ordinaria quando puoi avere risultati totalmente personalizzati?”
A dominare la scena sarà ovviamente Google +, che per forza di cose, diventerà praticamente obbligatorio da utilizzare se si desidera avere la possibilità di accedere con i propri contenuti alla SPYW. Per adesso Twitter, Facebook, Flickr o altri SN restano fuori dal quadro, cosa che darà un bel vantaggio competitivo al social network di Big G, anche se non si esclude che nel futuro ci siano nuove aperture.
Tutto questo per far avanzare l’algoritmo, per potenziare la fidelizzazione ai molteplici canali targati Google e, come vedremo in un altro articolo, per promuovere con ogni mezzo l’adozione di Google+.
Per scalare le classifiche sarà sempre più necessario penetrare tra le cerchie di amici dei clienti esistenti, o di quelli potenziali. Farsi piacere e soprattutto regalare a chi sta là fuori contenuti realmente utili.
“Google renderà molto duro fare SEO senza utilizzare Google+”, come ha dichiarato Rand Fishkin di Seomoz.
SEO: freschezza e rilevanza dei contenuti
“Google finalmente prenderà delle risoluzioni forti, in stile Panda, contro la manipolazione di link a fini di spam”, ha dichiarato sempre Fishkin tra le sue predizioni SEO per il 2012. “Il team di ricerca di Google – continua – appronterà dei cambiamenti all’algoritmo, volti a togliere valore ai link di bassa qualità. L’imbarazzo e la perdita di qualità delle ricerca causate dal linkspam è enorme, ha rafforzato i competitor e ha tolto credibilità alle ricerche su Google.”
È chiaro che quindi chi fa SEO dovrà sempre più limitare i link di bassa qualità e puntare invece alla creazione di contenuti forti e rilevanti, che siano realmente utili per l’utente e che attirino link “naturali”. Questo non significa che fare SEO non sia un’attività di valore, tutt’altro.
Facendo riferimento proprio a Cutts, dice Davide Pozzi, esperto di SEO e SEM, “Nessuno è obbligato a conoscere la SEO a menadito – anche se chi fa l’editore online di professione dovrebbe almeno conoscerne le basi – e Google cercherà di premiare sempre e comunque chi produce contenuti di qualità, anche se questi non sottostanno in modo ferreo a certi tecnicismi. Naturalmente – citando Cutts – se hai la possibilità di investire un po’ di tempo per fare in modo che il contenuto sia accessibile, utile, indicizzabile e veloce, assolutamente può aiutare“.
Quindi sì, la SEO come spesso – e in parte erroneamente – viene inteso, è destinato a finire e consumarsi con l’evoluzione dei motori di ricerca e del web semantico.
Di fatto la figura del “vecchio” SEO, l’alchimista che sapeva posizionare un sito grazie a tool di distribuzione link automatizzati, che si concentrava più sulla quantità che sulla qualità, ormai non è più attendibile e forse si è già estinta.
Ci sarà invece sempre più bisogno di SEO – per ora purtroppo molto rari – dotati di know-how e professionalità più ampie, che conoscano i funzionamenti intimi dell’algoritmo, gli elementi e i fattori determinanti on-site e off-site e siano capaci di sviluppare articoli e contenuti di alta qualità.
La SEO proseguirà il suo cammino come arte “bianca” – diciamo una forma di SEO etica – che si ciberà solo e solamente di “buone pratiche” unite a contenuti intelligenti che facciano parlare la gente, materiali potenti, con la crescita sui motori di ricerca incorporata nel DNA.
Dati di riferimento sulla Search Plus Your World: SearchEngineLand
Commento da Mauro Calbi — 10 Febbraio 2012, alle ore 20:31
Seguendo le linee guida per la realizzazione di un sito dal codice pulito e con link da siti in ‘trust’, si può migliorare la posizione tra i risultati dei motori di ricerca. E Google lo sa. Per evitare che qualcuno possa approffitarne, Google chiede aiuto agli stessi utenti, tenendo sotto controllo i loro “mi piace”, follow, articoli, post, cerchie, preferiti e segnalibri. Le opinioni e le recensioni lo aiutano a capire se quel sito ha valore, se è meritevole di esser premiato con posizioni ai primi posti.
Il segreto del successo è proporre un ottimo prodotto, per aver buon contenuto da divulgare per ricevere recensioni positive, link e post.
I siti devono esser vivi e non più solo “una vetrina”.