Scrivere contenuti per l’hotel: 6 dritte dal Convegno C-Come
4 Febbraio 2015Il Content Marketing sarà uno dei temi caldi dell’ospitalità 2015, potete scommetterci. La produzione di contenuti di qualità per il web è di vitale importanza. Perché impatta sulla SEO, fidelizza i clienti e soprattutto li convince a scegliere voi piuttosto che qualcun altro.
Per tenerci aggiornati sugli ultimi trend del settore sabato scorso siamo stati al C-Come, Convegno Nazionale di Copywriting, Creatività e Content Marketing. Non si trattava di un evento verticalizzato sul turismo, ma abbiamo messo in valigia anche spunti utili per l’hotel da condividere con voi.
1 – I contenuti si misurano, ma con cosa?
L’ombrello del content marketing raggruppa molti soggetti: blog, articoli, attività sui social media, produzione di testi, di video, di foto. Ma misurare i risultati di queste azioni non sempre è semplice quanto si crede. L’importante è stabilire insieme alla vostra agenzia web i giusti KPI relativamente al canale, ossia le metriche da monitorare per capire se l’attività pianificata ha portato dei risultati. Devono essere metriche semplici, che siete capaci di comprendere e valutare con chiarezza.
Facciamo un esempio: se progettate dei contenuti rivolti ai canali social, non vi fossilizzate solo sui nuovi fan della pagina, ma piuttosto guardate alla percentuale dell’engagment positivo generato (cosa che comprende il numero di like, le condivisioni, i commenti), solo così potrete sapere se i vostri contenuti hanno colto nel segno.
Se invece si tratta di testi volti a migliorare il vostro posizionamento e la vostra visibilità, come abbiamo spiegato nell’articolo “L’hotel e l’evoluzione della SEO: guardare oltre le parole chiave”, meglio controllare l’aumento delle visite e delle conversioni generali sul sito e sulle pagine interessate piuttosto che quelli generati da una singola azione.
2 – Il futuro è interattivo
“Il pubblico sceglie, il pubblico premia: è il pubblico il vero re,” dice la copywriter Valentina Falcinelli, ideatrice dell’evento C-Come. Che tradotto in gergo alberghiero sarebbe: “È l’ospite il vero re”. Allora per dare al cliente la possibilità di interagire con l’hotel e di sentirsi protagonista, la nuova sfida del content marketing sarà creare contenuti interattivi. Chiedere un’opinione o dare la possibilità di scegliere una strada piuttosto che un’altra, metterà l’ospite al centro e renderà la vostra comunicazione davvero efficace.
Basta guardare i numeri: le pagine passive generano il 30% del coinvolgimento, quelle interattive il 70%. Senza contare che l’84% delle persone vuole essere intrattenuto e provare una esperienza, non solo leggere.
Pensate ad un quiz da integrare sul vostro sito o sui canali social per chiedere all’ospite le sue preferenze. Invitatelo a risolvere un indovinello o un gioco. Ci sono molti strumenti online che permettono la creazione a costi contenuti di video e immagini interattive, che nascondono più livelli di contenuti da scoprire volta per volta.
3 – Le virtù della chiarezza e della semplicità, per non essere fraintesi
Sembra che scrivere testi semplici sia più difficile che scrivere testi articolati, spesso contorti e che faticano a farsi capire. Quante volte ho letto contenuti che tradivano l’idea che più pomposo, più complicato e più ricco sia sinonimo di più raffinato, più forbito e, in ultima analisi, più bello. Ma non è così.
Ecco, dopo aver letto questi testi, oggi apprezzo sempre di più quelli semplici, diretti ed essenziali. Anche voi, nella vostra comunicazione, ricordate che siamo sul web. La terra dell’UX (la User Experience) per eccellenza. Dove bastano pochi secondi per farsi un’idea di voi e la prima impressione è l’unica che avete a disposizione per convincere i clienti a restare.
Bandite i paroloni, i concetti fumosi e le parabole astrofisiche. Andate dritti al punto e soprattutto concentratevi sul dare di voi l’immagine giusta. Che sia subito chiaro dove siete, cosa fate e a chi vi rivolgete. Il resto verrà da sé.
4 – Comunicate con naturalezza, come se foste di fronte all’ospite
Uno degli incontri più illuminanti del convegno è stato quello con Luisa Carrada, scrittrice ed esperta di comunicazione, che ha introdotto il tema della “naturalezza e conversevolezza”. “Scrivere per far sentire una voce, come se fossimo lì con chi ci legge, serve per farci ascoltare e capire da tutti, su tutti i media, dal web alla carta, dal pc allo smartphone passando per il tablet,” scrive la Carrada.
Ma essere naturali, abbandonando le impalcature brochuristiche tipiche degli hotel, non è affatto semplice.
Nessuno vi chiede di diventare scrittori ma, se dovete scegliere un registro e una voce per comunicare con i vostri clienti, sforzatevi di essere più naturali possibili. In questo modo l’ospite avrà l’impressione di essere già lì con voi.
D’altronde oggi fanno sorridere quelle vecchie pagine iper-ottimizzate piene zeppe di parole chiave ripetute ma asenza apparente significato. Come dice l’esperto di SEO Davide Tagliaerbe Pozzi citato dalla stessa Carrada: “Anche se rimangono importanti, le parole chiave non sono più quello che erano solo qualche anno fa. Oggi abbaimo bisogno di guardare oltre. Il linguaggio che utilizziamo tutti i giorni è cruciale per dare , ai motori di ricerca, le informazioni necessarie per trovare i contenuti che i clienti cercano.”
5 – Solo perché l’hotel non c’entra nulla, non vuol dire che non possiate partecipare
Che c’entra la pasta col calcio? Questa è la domanda che si è fatta la Barilla al momento di decidere se e come creare una comunicazione ad hoc durante i Mondiali. Alla fine Barilla si è buttata con un progetto di “real time marketing”, ha creato contenuti, soprattutto visuali, di grande qualità, che le hanno portato engagement e visibilità. La Barilla si è messa in gioco, scegliendo una voce e uno stile ironici, forse un po’ lontani dai suoi canoni tradizionali, ma che hanno fatto presa sul pubblico.
E che c’entra la Barilla con gli hotel? Direte voi. C’entra, c’entra. Questo è un ottimo esempio di come anche un argomento distante dal modo alberghiero possa diventare – con le giuste strategie e la giusta pianificazione – una scusa per far parlare di voi. Un evento, una manifestazione, una partita sportiva. Imparate ad osare e, soprattutto, non vi barricate dietro l’idea che avete di voi.
6 – Fare content marketing non significa vendere, ma donare qualcosa agli ospiti
Albergatori, fare #contentmarketing non significa vendere, ma donare qualcosa ai vostri ospiti! #ccome15
— Booking Blog™ (@BookingBlog) 31 Gennaio 2015
Non dimenticate mai che il primo e unico motivo per cui scrivete contenuti, il vero vento che deve gonfiare le vele della vostra comunicazione, non è mai la vendita, ma il dono gratuito. Un consiglio, un suggerimento, un confronto. Qualsiasi contenuto decidiate di condividere online, su qualsiasi canale, è un regalo che fate al vostro ospite. E lui lo sa, ve ne sarà grato e, presto o tardi, troverà il modo di ricompensarvi.
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