Revenue Management Olistico: perché oggi non si parla più solo di tariffe
11 Aprile 2013
Già qualche anno fa ci chiedevamo dove fossero finiti i “Qualified Revenue Managers”, i revenue manager qualificati. Quali qualità deve avere un revenue manager? E quali competenze?
Oggi, a distanza di due anni, il revenue manager è diventato una delle figure più ricercate dagli hotel e una delle professioni più ambite da chi si occupa di turismo. Ma oggi come due anni fa, ancora credo che purtroppo manchi una formazione di qualità e, soprattutto, manchi la consapevolezza che il revenue management non può e non deve occuparsi solo di tariffe.
Giusto pochi giorni fa a questo proposito, è nata un’accesa discussione sul nostro Gruppo LinkedIn sull’argomento “Il Revenue è morto e il Total Revenue Management è destinato alla stessa sorte”, in cui Stefanno Sciamanna, GM di HotelRev, ha lanciato una bella provocazione dichiarando:
Molto spesso si sente parlare di revenue management e quasi sempre a sproposito. Molti albergatori hanno affidato le sorti delle loro strutture in mano a consulenti, più o meno capaci, pensando che avere un revenue manager fosse la panacea di ogni loro problema.
Il futuro (che è già presente in alcune realtà) è il marketing integrato; la fusione dei reparti sales, revenue e marketing, perché gestire solo le tariffe delle camere senza considerare i servizi, oppure scegliere una politica tariffaria senza valutare le potenzialità del brand e della comunicazione è una follia.
EyeForTravel: ci vuole un approccio olistico
A confermare questa necessità, un’intervista pubblicata qualche giorno fa da Ritesh Gupta di EyeFortTravel a Dev Koushik, direttore revenue optimisation del gruppo IHG. Revenue Management e reputazione, revenue management e social, revenue management e mobile, sono gli oggetti della loro discussione. Oramai il RM non può più permettersi di ignorare queste aree dell’hotel come semplicemente attinenti al marketing.
Riporto alcuni stralci significativi dell’intervista:
EFT: Quali consideri le più grandi opportunità nel settore per quest’anno?
DK: La più grande opportunità, quest’anno e non solo, è la continua evoluzione della disciplina del revenue in altre aree e altre fonti di revenue. In fondo il punto di fare revenue management è trovare il giusto compromesso su quale domanda del mercato accettare e quale rifiutare.
Queste decisioni però dovrebbero essere applicate maggiormente ad un livello più ampio, ad esempio: “Acquisto di parole chiave – in quali mercati dovrei acquistare parole chiave e in quali no?”, oppure “Allocare il budget del marketing – in quali mercati dovrei investire maggiormente e in quali meno?”.
Tutte queste cose sono decisioni in cui il talento, le capacità di un RM con le esperienze che ha fatto, giocheranno un ruolo chiave e sarà una responsabilità del team di RM sviluppare la propria disciplina anche in queste aree.
EFT: Quanto sarà dura la sfida di implementare e integrare tutte le funzioni relative alle vendite, al marketing e al revenue?
DK: Un RM professionista dovrebbe cercare di capire come certe decisioni marketing o del reparto vendite possano influire sul resto e come queste debbano essere integrate nel proprio modo di pensare. Le capacità che solitamente ha un RM devono necessariamente andare al di là dei propri limiti ed estendersi in altre aree. Dovrebbero sviluppare un linguaggio più olistico rispetto alle diverse funzioni interne all’hotel.”
EFT: Come gli hotel collegano oggi la soddisfazione della clientela con le performance finanziarie?
DK: Oggi tutti dovrebbero sapere che l’andamento dei ricavi di un hotel è una combinazione di diversi fattori che includono l’efficacia del RM, metriche di qualità, brand awareness, consistenza, gestione della distribuzione ed efficacia delle vendite.
Sì, gli hotel hanno iniziato a lavorare sulla correlazione di queste metriche per ottenere performance ottimali in termini di revenue, ma abbiamo bisogno di capire che una sola leva non è sufficiente a ottenere risultati ottimali. È una combinazione di diverse leve che deve essere compresa dai differenti reparti all’interno dell’hotel, specialmente quando i diversi reparti sostengono per loro conto di aumentare le revenue dell’hotel in modo incrementale.
EFT: C’è coordinamento tra il team RM e il Social Media team per migliorare le decisioni che devono essere prese a livello tariffario?
DK: Il coordinamento deve essere perfezionato, nel senso che le promozioni dei social media devono adattarsi al pricing stabilito dal RM e alle necessità dei vari periodi come stabilito dal RM.
EFT: Quanto è importante il mobile e che cosa dovrebbero sapere i responsabili di RM quando si tratta di distribuzione mobile?
DK: Il Mobile è qui per rimanere. Come per ogni canale di distribuzione, i principi di base del revenue si applicano anche qui. Ci possono essere casi in cui il team dedicato al mobile è concentrato solo al miglioramento dell’ADR da quel canale – ma come squadra di RM, abbiamo bisogno di guardare le decisioni relative alle revenue in modo più olistico, dal momento che il prezzo e la disponibilità del prodotto deve essere basati sui fattori di domanda a livello generale e non solo per il canale mobile. Non abbiamo poi parlato dell’ambito localizzazione. Dato che la finestra di prenotazione è estremamente breve per questi consumatori, sarebbe bello usare la posizione come leva per prendere decisioni di Yielding. Ancora una volta, questo deve essere fatto sistematicamente e non una tantum.
È dunque finita l’era del revenue management classico come l’abbiamo pensato? E dove sta andando il revenue di oggi?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 12 Aprile 2013, alle ore 18:24
discussione stimolante. da esperienza personale possiamo dire che le le leve della VENDITA hanno pertinenze e pesi differenti a secondo del prodotto che stiamo trattando. Prendiamo un hotel 3 stelle in roma centro storico, per quell hotel sicuramente il grosso del peso sarà sul REVENUE o meglio sul PRICING sull abilità quotidiana e costante di abbinare la tariffa del giorno alla situazione di mercato, questo in una realtà ad ampia visibilità ma anche ad ampia offerta produce i migliori risultati. Anche un ottimo SALES che porta centinaia di contratti on request aziendali è sempre utile, soprattutto in bassa stagione, anche se ricordiamo sempre il volume vendite a tiraggio costante incide sul ranking dei portali.
Prendiamo invece un agriturismo in umbria, una residenza d’epoca, un castello, un prodotto molto particolare per il quale la leva marketing e pubblicità sara prioritaria, in questo caso il pricing è meno importante, non sono i microaggiustamenti sul mercato che fanno la differenza ma portare la domanda profilata alla struttura.
Per fortuna i REVENUE bravi si contato sulla punta delle dita, e per bravi intendo quelli che gestiscono proficuamente e quotidianamente una decina di strutture 🙂
Commento da nicolaseghi — 19 Aprile 2013, alle ore 12:27
Concordo ma non del tutto, è indubbiamente vero che la calibrazione tariffaria granulare e giornaliera su una città d’arte rappresenti una parte determinante del lavoro, tuttavia penso che il peso dell’integrazione in tutte le altre pratiche vada via via crescendo.
Per i RevMan capaci da tanti commenti che mi capita di ascoltare purtroppo è vero che non siano comuni come dovrebbero. Penso però che la capacità non sia sempre misurabile col numero, conosco campioni che ne seguono uno…
Commento da Lulini — 22 Aprile 2013, alle ore 11:49
Trovo azzeccatissima la provocazione lanciata da Stefanno Sciamanna.
Il modo in cui lavorano molti revenue manager allontana troppo il prezzo dal prodotto (sia verso l’alto che verso il basso) andando a determinare il prezzo come unico elemento di forza…
Non capisco poi perché pagare una persona per il semplice fatto di ricevere giornalmente un forecast con le variazioni di prezzo verso l’alto mano mano che l’occupazione aumenta…
Ho avuto l’occasione di avere uno di questi guru al mio servizio e pensavo che si occupasse di tutto ciò che riguardava la commercializzazione del mio hotel (marketing, comunicazione, convenzionamento, social network ecc ecc) e invece niente di niente, si limitava a variare le tariffe in base ad una logica scontata ed elementare attuata da qualsiasi persona dotata di un’intelligenza di base.
Ho impiegato davvero poco tempo ad eliminare un costo assolutamente superfluo…
Commento da marghe — 23 Aprile 2013, alle ore 13:02
Ciao Lulini, la tua esperienza la dice lunga su “esperti” e “consulenti”. Prima di affidarsi a qualcuno bisognerebbe capire come lavora e se il suo stile vada d’accordo con la nostra visione dell’attività!
Commento da Stefano Sciamanna — 23 Aprile 2013, alle ore 09:23
È vero Lulini; diverse volte mi sono trovato in situazioni dove ci si concentrava troppo, o esclusivamente, sul pricing e sulle OTA, tralasciando tutto il resto. Sicuramente sono un pezzo fondamentale della distribuzione ma non l’unico. Ci sono strutture che oggi riescono a fare a meno delle OTA e il prezzo non è influenzato solo dalla concorrenza, ma soprattutto dalla qualità e dalla varietà del servizio offerto.
Ma se ci si concentra solo a variare le tariffe come possiamo far arrivare questo messaggio ai nostri potenziali clienti?
Il RM oggi deve essere in grado di gestire tutto il marketing dell’hotel, senza tralasciare nulla, comunicazione, social media e reputazione compresi. Certo che se poi questo non si fa allora diventa fondamentale il pricing, ma più come arma di difesa e non come strategia.
Commento da Lulini — 23 Aprile 2013, alle ore 14:19
Purtroppo l’idea che mi sono fatto è che questi “professionisti” lavorino più o meno tutti allo stesso modo…
Per ovvi motivi non farò nomi ma a partire dai più conosciuti a scendere mi pare che l’andazzo sia sempre lo stesso.
Ho conosciuto alcuni RM personalmente e conosco albergatori che hanno a che fare con altri RM ma grosso modo le info che mi sono pervenute sono quelle…
Se poi andiamo a vedere i siti dei più famosi noteremo che seguono strutture anche geograficamente molto distanti fra loro. Quello che mi chiedo è come si faccia a seguire una struttura senza magari esserci neanche mai stati e senza avere una conoscenza specifica del territorio in cui si trova…
La risposta che mi sono dato comunque è semplice: si limitano a muovere i prezzi partendo dal basso e salendo proporzionalmente all’occupazione.
Allora mi chiedo: Ma secondo voi una struttura (in alcuni casi con 10 camere o anche meno) ha proprio bisogno di regalare soldi a qualcuno per mettere dei prezzi nell’ordine dei 29 euro nei periodi morti e poi salire quando la richiesta sale???
Sarò forse stupido che per portare a casa il pane tengo aperta una struttura, con tutto quello che comporta, quando potrei fare anche io il “saccente” e portarmi a casa bei soldi comodamente dal mio divano limitandomi a fare qualcosa che chiunque potrebbe fare senza il bisogno di sprecarsi a conseguire lauree o farsi le ossa dietro ad una reception???
A mio avviso un RM che valga la pena di stipendiare non potrebbe seguire più di 2 o 3 strutture poste nella stessa città e lavorando fisicamente all’interno delle strutture stesse magari su giorni alterni occupandosi di ben altro che muovere solo le tariffe…
Esiste qualcuno che lavora in questo modo?