Revenue management: come trovare la tariffa “individuale” perfetta?
23 Luglio 2010Warren T. Jahn, esperto di revenue management per HSMAI, ci pone in un recente articolo la fatidica domanda che ogni buon Revenue Manager dovrebbe porsi ogni giorno: “Come posso trovare la tariffa “transient” (tariffa “individuale”)perfetta?”.
Ma che cos’è la “tariffa individuale perfetta”? Jahn la definisce “il punto in cui il prezzo e l’occupazione si incontrano per massimizzare le revenue”. Non sempre è facile trovare la tariffa giusta per il cliente di oggi e spesso quella di oggi non è la tariffa giusta per domani.
Riccardo Cocco, revenue manager di professione che già altre volte è intervenuto su Booking Blog su questo argomento, ha commentato l’articolo di Warren Jahn allo scopo di farci scoprire come l’albergatore dovrebbe gestire ogni giorno il pricing per raggiungere la tanto agognata tariffa temporanea perfetta:
How do I find the “PERFECT” transient price?
“L’articolo del Dott. Jahn, sembra condurci nella naturale evoluzione del precedente intervento relativo alla gestione del pricing. La domanda è quindi: una volta che ho identificato il posizionamento tariffario, come trovo la tariffa individuale perfetta?
Come abbiamo visto in precedenza, numerosi sono i fattori coinvolti nell’identificazione della tariffa di vendita. In questo articolo il Dr. Jahn ci mostra alcuni esempi di gestione del pricing in cui vediamo dei comportamenti ormai anacronistici nelle attuali modalità di gestione razionale del Revenue Management.
Modelli di gestione del pricing comuni ma imperfetti
Il primo esempio “monkey see, monkey do” è un comportamento definito da “market follower” ovvero ci si muove in relazione all’andamento tariffario del competitor. In alcuni frangenti tale tipo di gestione tariffaria può trovare la sua applicabilità, ma in linea generale, tale comportamento, può creare difficoltà nel mercato.
Provate ad andare indietro di un anno e più o meno ci siamo trovati tutti nella stessa modalità operativa: i miei competitor diminuiscono le tariffe e allora le diminuisco anche io; i miei competitor vedono che io abbasso le tariffe e di conseguenza le abbassano anche loro innescando un ciclo vizioso di deflazione dal quale il recovery sarà molto lento e complesso.
Un altro comportamento molto frequente, ma per fortuna meno diffuso rispetto al precedente, è il comportamento “rollercoaster”. Tale tipo di comportamento trova la sua applicabilità in destinazioni a forte prevalenza business o a forte prevalenza leisure, e quindi si adatta di conseguenza, dove troviamo enormi impennate nei giorni di maggior afflusso del segmento prevalente con discese a picco nei giorni di affluenza del segmento secondario. Provate ad immaginare una destinazione come Milano, a prevalente affluenza business (e quindi con elevata domanda infrasettimanale) ed ecco che il gioco è fatto.
Abbiamo quindi due comportamenti distanti fra loro ma enormemente vicini allo stesso tempo se coordinati, come ci ricorda il Dr. Jahn, insieme agli altri fattori concorrenti per la definizione del prezzo.
Infatti la domanda è ancora aperta: come determiniamo il prezzo individuale perfetto? Ebbene, il primo sistema che abbiamo visto tiene conto solo del competitor, il secondo del consumer, anzi solo due fasce di consumer. Anche se sono indicatori importanti, presi da soli non ci conducono al prezzo perfetto.
L’importanza della previsione della domanda, del comp-set e del cliente
Per trovare il prezzo perfetto, occorre far riferimento anche ad un fattore aggiuntivo estremamente importante: il demand forecast (previsione della domanda per una data futura). La gestione del demand forecast assume quindi un’importanza strategica.
Occorre cominciare ad eliminare le barricate che fino ad oggi hanno limitato il nostro fare business. Per prima cosa incominciamo a capire che la domanda in un qualsiasi momento non può essere limitata alla nostra capacità (constrained demand).
Prendiamo ad esempio una struttura di 100 camere, la domanda che si può generare per un dato momento può essere racchiusa nell’intervallo che va da 0 all’infinito (unconstrained demand). Se ci limitassimo a prevedere la domanda all’interno dei confini fisici della struttura rischieremmo di lasciare sul tavolo molto revenue che avrebbe un enorme impatto negativo ragionando anche in termini di profitto.
Ecco quindi la necessità di un accurato demand forecast che non dovrà limitarsi alla nostra capacità ricettiva ma al contrario prevedere la totale domanda per un dato momento.
Monitorare il comp-set è un altro elemento strategico. Attenzione, monitorare non vuole significare seguire o copiare. L’andamento dei prezzi del comp-set ci propone sostanzialmente la fotografia del loro demand forecast. Questo ci permette quindi di analizzare un dato momento che per noi attualmente ed in base allo storico potrebbe non essere un momento di alta domanda, ma di riflesso lo potrebbe divenire in funzione del concetto dei vasi comunicanti. Andiamo di conseguenza a porci sullo stesso piano del consumer che prima di effettuare l’acquisto raccoglie informazioni e le valuta in base al rapporto costi/benefici.
Infine, ma non per minor importanza, un altro fattore determinante è la propensione all’acquisto del cliente. Come si riesce ad identificare quando i “big spenders” sono nel mercato pronti all’acquisto? Come si riesce ad offrire loro una tariffa che corrisponda al loro potenziale di spesa evitando di proporre una tariffa troppo bassa con la conseguenza di lasciare sul tavolo del revenue? Ebbene, occorre studiare ed anticipare i modelli comportamentali delle varie tipologie di clientela durante la settimana, in modo da poter prevedere quando poter alzare le tariffe e ridurre al minimo la possibilità di perdere del revenue.
Alla domanda: come trovo la tariffa individuale perfetta, la risposta è semplice nella sua complessità: analizzando, studiando e soprattutto provando! La tariffa che ora potrebbe essere perfetta per un dato momento, domani potrebbe non esserlo più. Quindi mi piace sottolineare ed enfatizzare la necessità di “convertirci” ad un pricing dinamico basato sulla unconstrained demand forecast, attraverso lo studio ed il posizionamento tariffario del comp-set anticipando il comportamento del cliente. Vorrei terminare utilizzando la frase conclusiva del Dr. Jahn: “The only way to know if a price will be successful in the market….is to try it!”.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 23 Luglio 2010, alle ore 12:29
@Riccardo
bell’articolo concordo pienamente, e ricordo che se tutti applicassero un buon revenue venderemmo TUTTI meglio.
Provare e controllare provare e controllare!
S.
Commento da Riccardo Cocco — 23 Luglio 2010, alle ore 18:03
@Stefano:
Stefano, grazie per tuo sempre puntuale feedback.
Sono molto contento di ricevere questo tipo di feedback da un professionista, spero che quanto esposto sia di aiuto ai molti che desiderano implementare la disciplina del Revenue Management nelle loro strutture.
Buon lavoro e buona applicazione a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Michele71 — 23 Luglio 2010, alle ore 19:40
Tutto vero, non basta controllare i competitor e stare piu’ bassi ma bisogna anticipare le strategie con un ottimo storico e un ottima individuazione delle date in cui alzare le tariffe, anche perche’ i competitor possono anche sbagliare.
Buon lavoro a tutti e buon revenue!
Michele
Commento da GabUd — 23 Luglio 2010, alle ore 20:04
bell’articoletto Riccardo.complimenti.
manca un fattore: l’esperienza.
quando ero alle prime armi vedevo i miei colleghi più anziani che, per es. di clienti walk-in, non ne perdevano mezzo.
Tutti prezzi diversi…entravano, li squadravano, facevano due chiacchiere al volo e cosi facendo capivano quanto potevano/volevano spendere.
Io invece, con i prezzi della “tabellina”, non ne prendevo mezzo! 🙂
Complimenti di nuovo
Mandi!
Gabriele
Commento da Riccardo Cocco — 26 Luglio 2010, alle ore 11:22
@Michele71:
Grazie per il tuo feedback. In effetti seguire l’andamento tariffario dei competitor può essere un valore di riferimento se valutato insieme agli altri, ma non può e non deve essere l’unico, altrimenti si rischiano danni seri per tutti.
@GabUd:
Grazie anche a te per il tuo feedback. Hai perfettamente ragione, un ingrediente mancante è l’esperienza, ma purtroppo rappresentarla in un pezzo scritto diventa molto difficile. Quello che tu racconti penso sia un pezzo della storia di chiunque abbia lavorato in albergo e si è manifestato per molti, anche per me, all’inizio della carriera. I clienti, se non hai esperienza, ti mangiano in un sol boccone, e lo continueranno a fare fintanto che non incominci a risultargli indigesto. L’indigestione la possiamo creare solo ed esclusivamente con l’esperienza.
Buon lavoro e buone esperienze a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Luglio 2010, alle ore 13:33
da repubblica roma di oggi:
due articoli in prima pagina davvero carini assieme:
1) Sorridono gli albergatori romani
“A Roma 6% in più negli hotel”
Negli ultimi anni sempre più numerosi coloro che sfidano le alte temperature estive per arrivare nella capitale. I dati di Federalberghi Roma. Fra gli elementi positivi il ritorno dei turisti americani
2) Il trenino per l’aeroporto
in Europa è tra i più cari
Il Termini-Fiumicino costa 14 euro, se acquistato in biglietteria ne costa un euro in più. La protesta dell’Adoc: “Solo Londra ci supera”. Trenitalia: ‘i vagoni sono tutti di prima classe’. Ma spesso l’aria condizionata è guasta e per raggiungere il binario turisti e romani carichi di bagagli devono percorrere quasi un chilometri
Da ciò vorrei sottolineare che in merito all’articolo 1 “ma che se ridemo???” e vorrei dire al giornalista di repubblica e anche a Giuseppe Roscioli che per sorridere dovremmo avere non soltanto il dato dell’incremento dell’occupazione ma anche il dato di INCREMENTO TARIFFARIO o per meglio dire un INCREMENTO DEL REVPAR. Quindi ridemo poco.
In merito all’articolo 2, ma è possibile che ancora stamo così?
che bel paese dove le perplessità giovanili aumentano!
Trenitalia ABBASSA STE TARIFFE che te sei messa d’accordo con MARGANA TRAVEL cioè ex hotel reservation per fare cartello? ma li volemo fa pagà il GIUSTO sti turisti???
S.
Commento da Riccardo Cocco — 26 Luglio 2010, alle ore 16:02
@Stefano:
E se a questo aggiungessimo anche l’ideona di ripristinare la tassa di soggiorno? Così come mi disse un gentile signore nel suo perfetto politichesealla mia domanda su come le istituzioni volessero pubblicizzare le destinazioni Italia e Roma: “Tanto li stranieri vengheno a Roma lo stesso!”
Buon lavoro e buone meditazioni a tutti!
Riccardo Cocco
PS: ricordiamoli quotidianamente nelle nostre preghiere!
Commento da mirko — 28 Luglio 2010, alle ore 09:09
Ragazzi anche questa è stupenda: arrivano i turisti e chiude l’ufficio informazioni… siamo un popolo assurdo!
http://www.larena.it/stories/Cronaca/170351__arrivano_i_turisti_e_chiude_lufficio_informazioni.__scontro/
e intanto i turisti di sanremo scappano a montecarlo perchè il casinò di sanremo sciopera… http://www.riviera24.it/articoli/2010/07/28/90417/federalberghi-sciopero-al-casino-e-turisti-partono-da-sanremo-anticipatamente-per-montecarlo
e comunque “tanto gli stranieri vengono a roma lo stesso” a me non torna. se io in un paese non mi trovo bene da turista, mica ci torno più! e ne parlo male a casa…
Commento da crt — 1 Agosto 2010, alle ore 11:51
Il prezzo perfetto , come diceva poc’anzi GabUd , e’ dato dall’esperienza sull’osservazione del cliente , il dialogo , capire il proprio interlocutore , le esigenze , le possibilita’…quando uno entra e ci parli e’ piu’ facile di quanto capita ora che ti arrivano richieste con e.mail dove spessissimo non specificano nemmeno l’eta’ dei figli …prezzo perfetto si ma il cliente perfetto dove sta ? E’ strano come molti potenziali clienti non pensino che dare piu’ dettagli sia a vantaggio di tutti .Il prezzo perfetto …quello che accontenta albergatore e ospite.
Commento da Duccio Innocenti — 1 Agosto 2010, alle ore 12:29
@crt
purtropo non è possibile guardare in faccia il cliente Web quindi il prezzo perfetto segue altre logiche di calcolo. L’unico modo per conoscerli è osservare le statistiche di utilizo del booking engine(ricerche disponibilità, confermme, abbandoni, anticipi sulle prenotazioni, tariffe e offerte confermate ecc.)
Commento da crt — 1 Agosto 2010, alle ore 18:42
@Duccio
Daccordissimo con te anche perche’ , come anticipavo , i clienti ormai aiutano poco , giustamente vogliono tutto subito e si illudono che sia anche personalizzato (?). Non esiste piu’ la ricerca del rapporto umano basato anche sulla fiducia , esiste il prezzo , il booking online , due piccole foto , l’annucio e le fregature che son sempre le stesse e ci saranno sempre nonostante buone o cattive rewiew . L’unico problema che trovo e’ che con le analisi , per noi operatori piu’ che necessarie , rischiamo di perderci nella freddezza dei grafici e dei conti matematici dimenticando che alla persona non si puo’ applicare integralmente una scienza perfetta come la matematica o la sorella minore un po’ piu’ sbarazzina quale e’ la statistica . Spesso e’ meglio la psicologia , e in periodi particolarmente caratterizzati tipo il nostro , consiglierei anche un po’ di sociologia .
Commento da Duccio Innocenti — 1 Agosto 2010, alle ore 19:09
@crt
secondo me la fiducia del clinete, il rapporto umano ecc.. si ripercuotono sulla brand reputation anzi sono leve importatantissime che generano recensioni positive.. con tutto quello che ne consegue…
concordo che era meglio quando tra noie il cliente c’era almeno una voce al telefono e non un email, un post, una conferma di prenotazione online ecc.