Promuovitalia: un fallimento, 17 milioni di debiti e un giallo irrisolto
29 Luglio 2015D’estate gli uffici e le case si svuotano e i furti diventano un fatto all’ordine del giorno. Solo che la scorsa settimana il furto è avvenuto nientemeno che in casa del Mibact, per l’esattezza nella sede dell’appena fallita Promuovitalia spa.
L’accaduto è passato stranamente in sordina se non fosse che il magazine Wired l’ha documentato dichiarandolo sospetto e suscitando un polverone online. Un fatto che getta nuova ombra su uno dei capitoli più neri del Turismo italiano.
Come ricorderete Promuovitalia, società di Enit, è stata messa in liquidazione dal Ministro Franceschini e oggi è ufficialmente fallita lasciando dietro di sé un buco da ben 17 milioni di euro e molti dipendenti a casa.
Una situazione che contribuisce a far crescere la rabbia in chi ricorda lo scandalo di quei 90 milioni di euro delle casse europee buttati al vento, che dovevano essere impiegati per dare impulso al lavoro e al turismo e che sono serviti solo a gonfiare le pance dei soliti politici e di attività inutili (vedi articolo “Scandalo Turismo: ecco come sono stati buttati al vento 90 milioni di euro”).
Wired accusa Promuovitalia di un furto su Commissione
I riflettori sono tornati a brillare su Promuovitalia e sugli scandali del turismo nostrano giusto qualche giorno fa, quando Arturo di Corinto, giornalista che scrive per la testata affrontando temi scottanti legati all’Internet Governance, ha pubblicato un articolo dai toni volutamente provocatori dal titolo “Promuovitalia, un furto su commissione per nascondere i bilanci?”
Di Corinto tiene d’occhio Promuovitalia e l’Enit da tempo, pubblicandone periodicamente le novità su Wired.
A questo giro il giornalista ha insinuato il dubbio che il furto di sette computer avvenuto la scorsa settimana negli uffici della naufragata Promuovitalia sia stato pilotato allo scopo di nascondere i dati della società alla Procura di Roma.
Perché un’accusa così infamante?
Secondo il giornalista due sarebbero gli indizi che inducono a trarre queste conclusioni:
- Promuovitalia si trova in Via San Claudio, a cento metri dalla presidenza del Consiglio dei Ministri del Parlamento, “uno dei luoghi più vigilati di Roma”.
- Su 110 computer presenti in sede solo 7 ne sono stati rubati, insieme a un sofà, una stampante, tre vecchi cellulari e una piantana da ufficio. Un bottino un po’ povero forse in un locale dove si sarebbe potuto trafugare ben altro. Guarda caso questi pc appartenevano a personaggi di una certa rilevanza, come Claudio Carpineti (ex direttore della società) e Antonio Bussandri (indagato per false fatture relative al progetto dell’inchiesta Lavoro & Sviluppo). In più non sono stati trovati evidenti segni di effrazione.
A Di Corinto si deve rendere atto che qualcosa di sospetto sembra esserci, ma si tratta pur sempre di sole supposizioni. Dall’articolo non si evince se i carabinieri abbiano aperto un’indagine che collega il fallimento della società al furto.
Peraltro non abbiamo trovato altri quotidiani online che raccontino l’accaduto, dunque è impossibile reperire altre notizie in merito.
Antonio Barreca attacca Wired
Ovvio che una reazione ci sarebbe stata. A rispondere pubblicamente all’accusa è stato Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo Confindustria, che si è lanciato in un infiammato botta e risposta su Twitter con Di Corinto.
Questo screenshot lo ha riportato sul suo profilo Twitter Antonio di Corinto perché il tweet di Barreca – guarda caso – ad oggi non è più visibile sulla sua bacheca…
In un nuovo articolo pubblicato da Di Corinto su Wired il giornalista ha ribadito lo scandaloso operato della società.
Riguardo ai computer rubati comunque, secondo il commercialista che si sta occupando del fallimento Antonio Venturini, niente dei materiali contabili è andato perduto, poiché di ogni documento esiste un backup, in cartaceo e digitale, presso la Zucchetti di Roma, che ha fornito i software a Promuovitalia.
Se questo è vero però le accuse relative al furto non sembrano credibili, poiché se questo fosse stato davvero pilotato, chi lo avrebbe commissionato avrebbe saputo per lo meno che esistevano delle copie della documentazione.
Comunque siano andate le cose, il 4 agosto Cristiano Radaelli – commissario Enit – e Antonio Venturini sono stati convocati per riferire in aula sulla vicenda Promuovitalia.
Ad oggi quello che resta è solo un audace tweet di Antonio Barreca, con cui il DG di Federturismo fa chiarezza sulle sue posizioni:
Un tweet stranamente rimasto senza risposte. Anche se, a pensarci bene, non sembra poi tanto strano dato che, come riportano chiaramente i commenti all’ultimo articolo di Wired, tutti coloro che hanno criticato Barreca su Twitter, sono stati bloccati e bannati dal suo profilo Twitter!
Che dire? Sottrarsi al confronto, faccia a faccia o online, non è mai signorile. Ancor meno è cancellare i tweet scomodi. La verità a volte può far male ma così facendo, non ci resta da pensare che ci sia qualcosa da nascondere…
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