Pro e contro della Tassa di soggiorno: necessario il dialogo tra Albergatori e Amministrazioni
22 Luglio 2011Il 3 marzo scorso il Governo ha aperto le porte della Penisola alla tassa di soggiorno, dando ai comuni la facoltà di introdurla e ponendo come unica condizione che non superi i 5,00 € a notte. Il 7 luglio è scaduto il termine ultimo per scrivere le regole relative alla nuova imposta, ma non essendo arrivate altre direttive, i Comuni si ritrovano in mano solo un testo ambiguo da interpretare in modo arbitrario.
Dopo Roma, adesso la tassa di soggiorno è stata attivata – non senza accese polemiche – anche a Firenze e Venezia. Ma quali sono i disagi che innegabilmente ha creato e quali al contrario i vantaggi che potrebbe dare al Paese in ambito turistico?
I contro: disagi di riscossione e dubbi sulla destinazione degli introiti
Abbiamo chiesto ad alcuni albergatori quali siano i disagi che possono nascere con la tassa di soggiorno e fondamentalmente i contro sembrano essere principalmente 3:
- La riscossione e le lamentele: alcuni clienti che abbiamo a Roma si rifiutano di riscuotere la tassa con la carta di credito, poiché così dovrebbero pagare le commissioni anche su un introito che non spetta loro, dunque sono obbligati a farla pagare in contati al front desk. Ma come fronteggiare le legittime lamentele da parte dei clienti? E come comportarsi con gli ospiti che magari non prenotando direttamente in hotel, ma attraverso un’OTA o un’agenzia di viaggio, e non sono stati messi al corrente o non hanno visto che c’è una tassa aggiuntiva da pagare?
- Il danno economico a un turismo indebolito: Firenze in ambito turistico questo mese ha registrato una crescita dell’8,3%, rispetto allo stesso periodo del 2010, superando per la prima volta i 12 milioni di pernottamenti. Detto questo non tutte le destinazioni a vocazione turistica godono della stessa situazione di Firenze.
In più di fatto la tassa di soggiorno si rivela un forte disincentivo per i turisti, specie per chi ha in programma soggiorni lunghi. Soggiornare in un hotel 3 stelle a Firenze per una settimana significherà una spesa in più di 21 € a persona, in un 5 stelle 35 € a persona, somme che per molte famiglie non sono irrisorie. - L’investimento dei guadagni futuri: il Governo ha dichiarato che i fondi dovranno essere reinvestiti in “interventi in materia di turismo, sostegno alle strutture ricettive, interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali”. La disposizione dice tutto e niente e per la sua intrinseca ambiguità non può che lasciare perplessi.
Secondo il Sole 24 Ore “Senza le regole governative, la questione è lasciata al buon cuore dei sindaci; l’esperienza, peraltro, mostra che anche altre entrate, vincolate in maniera più netta, sono in realtà finite a coprire le voci di bilancio più diverse, senza alcun controllo reale (basta ricordare le multe, che dovrebbero finanziare la sicurezza stradale)”.
I pro: se ben gestiti, ci saranno nuovi fondi da investire nel turismo
A Rimini, l’Assessore provinciale al turismo Fabio Galli ha apertamente dichiarato che forse solo la tassa di soggiorno potrà salvare dall’indifferenza il turismo italiano: “Al turismo — ha detto Galli —. Nessun governo ha mai investito su questo settore industriale. Mi pare evidente che nei prossimi anni la voce ‘turismo’ sparirà dai bilanci di regioni, province e comuni. Senza tassa di soggiorno la voce ‘turismo’ soccomberà a furor di popolo e di politica, perché nessuno riuscirà mai a sostenere che una promozione turistica è più importante di un asilo nido o del welfare»
Forse si tratta di una posizione estrema, ma senz’altro un lato positivo che può avere la tassa di soggiorno sono i nuovi fondi che, se ben gestiti, possono andare a migliorare i servizi e l’ospitalità dei comuni.
Firenze insegna: gli albergatori devono dialogare con le Amministrazioni
A Firenze, l’imposizione della tassa di soggiorno (a partire da un 1 € a notte per gli hotel a 1 stella fino ai 5 € a notte per i 5 stelle) è stata fortemente contestata dagli albergatori, che hanno fatto ricorso al Tar contro la decisione del Sindaco Renzi, ritenuta troppo sbrigativa e stabilita senza interpellare gli operatori del settore e senza chiarimenti su come saranno investiti i guadagni che frutterà.
Il Tar ha bocciato la mozione e il Sindaco, pur dimostrando la propria soddisfazione, ha aperto la strada al dialogo: “Se per una volta si scende dalla contrapposizione, dalla polemica, e si prova insieme a studiare tutte le modifiche che possono essere fatte, il Comune è disponibile ad incontrare gli albergatori e a studiare le correzioni e i miglioramenti che vorranno fare.”
A Firenze sono già in diversi a pensare di riaprire un dialogo, come testimonia Giacomo Bufalini, proprietario dell’Hotel Orto de’ Medici, che ha scritto a Booking Blog proprio per suscitare una discussione sull’argomento e spingere altri albergatori a riacquistare un ruolo attivo nella gestione e nella promozione del turismo sul territorio:
“Il turismo è senza ombra di dubbio una risorsa importante e credo sia giusto dare il merito a chi finalmente non solo lo ha capito, ma ha cominciato a fare qualcosa per favorirne la crescita. In un contesto che è comunque cresciuto molto rispetto al 2010, Firenze è una delle Città d’arte che si è distinta di più. Riconosciamo al suo giovane e dinamico Sindaco una politica di valorizzazione mai adottata da nessuno prima, la capacità di far parlare di sè e della sua città in Italia e nel mondo hanno reso Firenze, fino ad ora, una delle destinazioni più gettonate del 2011. Credo sia non solo giusto, ma anche utile oggi riconoscerlo.
Però, pensate come sarebbe bello se un giorno riuscissimo a renderci conto di quanto anche il contributo di noi albergatori sia importante per la crescita di una destinazione. Degli sforzi, della passione, del tempo che tutti dedichiamo alla sua promozione. Senza proclami, ma lo abbiamo sempre fatto perché è nel nostro interesse e siccome siamo bravi, lo facciamo ogni volta meglio e alla fine forse ci meritiamo anche di contare gli incassi alla fine di una giornata.
Con le amministrazioni ci si scontra sempre, spesso perché disattendono le aspettative, o non propongono nulla o sono talmente lontane dalla realtà che non servono a nessuno. È l’ora di cambiare e a Firenze abbiamo le carte in regola per farlo anche se ancora non siamo riusciti a scoprirle del tutto. Non pretendo di sapere perché, ma mi comincio a chiedere se non sia il caso che qualcuno faccia il primo passo.
E’ chiaro che sono fiorentino e che il mio articolo sia un po’ di parte, ma se oggi scrivo per la prima volta su questo blog vi assicuro che sento davvero possibile una svolta. Sono convinto che anche in molte altre realtà ci siano imprenditori e amministrazioni finalmente evolute che hanno solo il problema di scrollarsi di dosso la vecchia ruggine per cominciare a collaborare brillantemente insieme!!”
Siete d’accordo con Giacomo sulla necessità che gli albergatori imparino a dialogare con le Istituzioni per fare in modo che la tassa di Soggiorno diventi una vera e propria risorsa per il Turismo, o credete questa collaborazione sia ancora una meta troppo lontana?
Duccio Innocenti
Commento da sergiocucini — 22 Luglio 2011, alle ore 18:02
è dagli albori del rischio dell’introduzione della famigerata tassa che ho aperto un gruppo su facebook sul tema e registro giornalmente l’evoluzione delle decisioni da parte delle amministrazioni comunali riguardo l’introduzione della tassa e le opinioni dei, pochi, albergatori, che le esprimono; sul tema ho una posizione confermata da innumerovoli riflessioni e confronti: la tassa va rifiutata per definizione perchè è stata introdotta con un principio ingannatore, da governanti nazionali e comunali screditati e tende a colpire soggetti passivi d’imposta ad essa indifesi, i quali possono manifestarne l’avversità nel peggiore dei modi…….
al momento io ritengo che l’opposizione debba essere dura ed inflessibile; e proprio l’esito dello scontro a firenze lo ha dimostrato, o devo ricordare il tono usato da renzi agli albergatori all’esordio della questione?
la nostra è una categoria sottorappresentata rispetto alla sua importanza reale e poco considerata, per innumerevoli motivi e tutti legittimi, dai detentori del potere.
questa è una battaglia che può avere effetti benefici ben oltre il caso particolare, e merita d’essere combattuta.
Commento da crt — 22 Luglio 2011, alle ore 20:33
La capacita’ dei nostri politici si riduce ad un’ulteriore tassa .
Gli investimenti che promettono con questo gettito non mi interessano perche’ tanto arriverebbe forse il 10% ..il resto in chiacchere .. Mi interesserebbe un ministro del turismo capace , professionale e preparato sopratutto alle non piu’ tanto nuove realta’ della reta , non una signora da salotto la cui unica preoccupazione siglarsi di buonismo inseguendo le problematiche dei cani in vacanza. Non molto quello che ci si aspetta ma e’ diventato incredibilmente difficile da ottenere .
Commento da maxmolina — 23 Luglio 2011, alle ore 11:49
La tassa è stata imposta anche a Padova, città che non ha certo lo stesso appeal turistico di Venezia, Roma e Firenze, 2 euro 3 stelle 3 euro 4 stelle. Padova è una città di appoggio a chi visita Venezia o di transito. Immagino che i TO sceglieranno per i gruppi location diverse, magari 1 km fuori città, visto che la tassa impatterà sulle tariffe con un valore tra il 10 ed il 15% e che i margini su queste tariffe sono difficilmente comprimibili. Probabilmente i manager degli hotel affiliati alle catene useranno la leva del prezzo per recuperare le presenze perse e rispettare il budget. A cascata seguiranno anche gli altri hotels. L’amministrazione comunale si ritroverà con un gettito inferiore a quello previsto e staremo a vedere se investirà, come dice, per il turismo o se farà sparire tutto nel calderone.
Spero di sbagliarmi ma non riesco a cogliere l’aspetto positivo. Come ciliegina l’imposta sembra sarà applicata dal 1 settembre quindi a stagione in corso e con i contratti comprensivi delle tasse, l’imposta sarà a carico delle strutture alberghiere.
Commento da Francesco Aniballi — 24 Luglio 2011, alle ore 02:19
La presa di coscienza sulla situazione del turismo generata dalla possibilità di applicazione a livello nazionele della tassa di soggiorno è l’unico elemento veramente positivo di tale nuova gabella. Mi è difficile trovarne di ulteriori. Del resto l’introduzione è avvenuta primamente a Roma per mere ragioni di bilancio capitolino: il Comune di Roma, avendo un buco di circa 12 miliardi di € accumulato negli anni, ha chiesto aiuto allo Stato il quale si è fatto carico, inserendo nel proprio bilancio, del debito della città a fronte dell’accensione di un “mutuo” da circa 500 mln di € l’anno. Tale importo viene finanziato con 3 voci: 300 mln (artifici della tecnica finanziata) tramite i trsferimenti da parte dello Stato al Comune di Roma, 120 mln tramite tasse varie e 80 mln tramite il “contributo di soggiorno”. E’ quindi una tassa di scopo introdotta al fine di finanziare tale mutuo. L’amministrazione capitolina l’ha invece sventagliata ai quattro venti come un contributo dei turisti al decoro ed ai servizi della città. La federalberghi romana è riuscita a strappare la promessa di impiegare il 5% di tali importi in promozione del turismo. Questo la dice lunga sull’utilizzo dei fondi recuperati da tale tassa. C’è anche da ricordare che a Roma è stata introdotta in anticipo perché prevista nella finanziaria 2010 e che durante l’assemblea nazionale della federalberghi, svoltasi a Roma proprio nell’imminenza dell’introduzione della tassa nella città, di fronte all’intera albergatoria italiana Berlusconi tranquillizzò tutti sostenendo che la tassa sarebbe stata un affare solamente romano e che non c’era la volontà né la necessità di allargare il fenomeno. L’applauso che si è levato è stato quanto di più deleterio potessimo fare noi tutti albergatori: ci ha mostrati divisi (“meglio a Roma che a noi”) eh ha dato il la all’introduzione della tassa anche agli altri territori. Renzi, infatti, esattamente due giorni dopo era ad Arcore. E’ quindi scontato che in un periodo di tagli ai trasferimenti statali i Comuni spingano per nuovi strumenti di riscossione.
Vantaggi, quindi, non ne vedo. Passiamo agli svantaggi.
Dopo sei mesi di applicazione qui a Roma le cose sono molto più chiare. C’è da dire innanzi tutto che non c’è alcuna evindenza della perdita di competitività o del numero soggiorni a causa della tassa. Niente, almeno fino ad ora. Del resto, almeno a Roma, i competitive set, in relazione alla tassa di soggiorno, possono essere solamente di due tipi: Roma contro altre capitali mondiali o Roma contro cittadine limitrofe che non hanno introdotto la tassa. Nel primo caso è bene ricordare che praticamente mezzo mondo, quasi tutta Europa, ha una tassa di soggiorno in varie forme. Quindi su questo punto non abbiamo particolari problemi competitivi. Altro discorso è in relazione ai comuni limitrofi che potrebbero, ma non ho dati a disposizione, trarre vantaggio a danno delle strutture a ridosso del confine romano. Tale sperequazione è vera ancor più se si analizzano le modalità di applicazione della tassa: 2 € per gli hotel 1, 2 e 3 stelle, 3 € per i quattro e cinque stelle. Tale applicazione è frutto, a mio giudizio, di un’analisi miope se non addirittura in malafede, che avvantaggia le strutture che hanno prezzi maggiori (generalmente quelle centrali) a danno di competitori più periferici o comunque a bassa redditività per i quali l’importo della tassa ha un’incidenza percentuale molto maggiore. Se il principio di basse che regola le tasse è la progressività, questa applicazione è il massimo della sperequazione. Il Comune ha preso l’impegno di territorializzare l’importo ma ad oggi ancora nulla si è mosso.
Altra questione inizialmente molto problematica è stata la possibilità che i clienti si rifiutassero di pagare, magari facendo piazzate nella hall al check-out: non conosco le percentuali di rifiuti dei miei colleghi, ma nella mia struttura, 3 stelle, siamo arrivati a circa 60 € di contributo non pagato di cui solamente 12 € per contestazione diretta del cliente a fronte di 12000 € di tassa di soggiorno versati per i primi mesi. Nessuno in questo periodo è svenuto di fronte alla rf/ft, e nessuno dei rifiuti è stato da parte di qualche straniero.
Con le prenotazioni da OTA non abbiamo avuto alcun problema, note scritte chiare tra quello che non è incluso nella tariffa, basta. Nessuna contestazione in 6 mesi. Questo, quindi, è un falso problema.
Tre soli, ad oggi, sono stati gli effettivi problemi pratici: la pigrizia di alcune software house nell’aggiornare i loro programmi (è una disposizione di legge, la maggior parte dei contratti prevedono modifiche gratuite per discipline legislative), la perdita netta causa commissione per pagamento con cc, la follia burocratica richista dal comune di Roma. Il primo punto si risolve litigando con la software house. Il secondo avvisando i clienti in fase di prenotazione, di check-in, a colazione, quando vi pare che l’importo va pagato tassativamente in contanti (da noi in realtà, per comodità di registrazione contabile, le fatture sono pagate interamente secondo la modalità preferita, mentre l’importo della tassa nelle ricevute è in cash). Del terzo punto non voglio stare a discutere, ma vi invito a mandami una mail privata alla quale risponderò allegando il delirio che il Comune di Roma ha messo in piedi. Basti dire che secondo loro dovremmo suddividere gli ospiti sulla base del numero delle notti godute da 1 a 10, per età, per esenzione, inviare i dati degli esenti e dei rifiuti con tutti i moduli, i bambini, il numero degli ospiti per categoria ecc ecc ecc. L’unica soluzione è il campionamento statistico. O il manicomio.
Concludo con una battuta di cattivo gusto, anche se ci sarebbe molto altro da dire soprattutto in merito a programmazione, promozione, concorrenza, tutela dell’intero comparto turistico: se al ministro Brambilla piacciono così tanto i cani, porti i suoi a pisciare in giro fino al sopraggiungere della vecchiaia e lasci il suo posto di guida ad una persona preparata ed intelligente.
Buona tassa a tutti, sperando che duri per poco
Francesco
Commento da marghe — 25 Luglio 2011, alle ore 10:04
Ciao Francesco… grazie per questa analisi attenta, frutto della esperienza diretta in ambito romano.
Vorrei sapere che cosa ne pensano altri albergatori romani e magari anche quelli fiorentini e veneziani, che dovranno vedersela da ora in avanti con la tassa… quindi secondo voi è davvero impossibile che gli albergatori, uniti, rivendichino la parola di fronte alle Amministrazioni?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Luglio 2011, alle ore 11:08
dalla modalità di calcolo della tassa è evidente che il nostro “governo” di turismo ne capisce veramente una MAZZA (quelle per il gioco del baseball).
L’idiozia è creare una tassa in VALORE FISSO e non in valore percentuale, tale “contributo di soggiorno” pesa in maniera INEGUALE sulle varie amministrazioni alberghiere:
– 4 stelle a piazza di spagna via veneto, quadrupla venduta a 240 euro, tassa euro 12, MAGGIORAZIONE del 5% sulla tariffa camera
– 4 stelle in zona periferica, quadrupla venduta a 120 euro, tassa euro 12, maggiorazione del 10% sulla tariffa camera
la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali..
Commento da Duccio Innocenti — 25 Luglio 2011, alle ore 12:56
@Stefano
giustimma considerazione… anche se c’è da dire che il dato occupazionale è più facilmente verificabile per loro rispetto al fatturato giornaliero
mi viene anche in mente l’incentivo di una pratica assai diffusa in Italia e che potrebbe porre il cliente finale ad una scelta di vita importante al momento del pagamento:
“Buongioro Signore, ecco qui il suo conto… € 240 + € 12 di tasse… se paga in “contanti” risparmia la gabella………..”
Commento da Anto4444 — 25 Luglio 2011, alle ore 13:17
La tassa è ovviamente iniqua come ha scritto Tiribocchi incita all’evasione e colpisce solo una categoria.
Sarebbe giusta se il turista portasse introiti solo per gli alberghi. Si sono dimenticati che anche il salumiere vende più salame quando ci sono i turisti?
Quindi facciamo pagare i salumieri? no per carità, anzi si per favore.
E i negozi di abbigliamento? il turista spende 100 euro per la stanza poi va in un negozio e ne spende 1000, a chi dovrebbe pagare la tassa di soggiorno??
Tutti quelli che guadagnano sulle spalle dei turisti devono contribuire.
Se no la tassa non puo essere considerata equa.
Quindi se proprio mettiamo una microtassa sulle partita iva con sede nel comune almeno siamo tutti assieme appassionatamente.
Segnalo anche http://bloghotel.wordpress.com/2011/07/25/una-profonda-mancanza-del-settore-alberghiero/#more-131
Commento da sergiocucini — 25 Luglio 2011, alle ore 14:50
spero nessuno si offenda se copio e riporto i vostri interventi nella discussione sul gruppo che gestisco su facebook…….
nel caso fatemelo sapere e cancellerò.
Commento da sergiocucini — 25 Luglio 2011, alle ore 17:33
per anto4444
a verona si è stabilito un aumento del contributo camerale per tutte le aziende obbligate all’iscrizione in aiuto alla fondazione arena, titolare del festival alberghiero……. si può fare.
Commento da giacomo bufalini — 25 Luglio 2011, alle ore 17:56
Ho letto con attenzione i vari interessanti commenti e spero ce ne siano altri, come sollecitato da Margherita, da parte di fiorentini e veneziani.
Personalmente condivido molto le opinioni di Francesco Aniballi: è sacrosanto che la tassa non ci possa piacere così come che sia stata imposta per coprire tagli o buchi nei bilanci comunali. Tanti però sono i falsi problemi che troppi addetti ai lavori sentono come veri e insuperabili. L’astio che neanche troppo velatamente traspare dai commenti evidenzia la totale sfiducia verso chi amministra il turismo in Italia, in parte forse anche per ragioni di appartenenza politica. Oggettivamente però anche io, pur essendo un elettore di centrodestra, non riesco a trovare le parole per definire la Brambilla, così come non riuscivo a trovarne per Rutelli!! Sono quindi d’accordo nel ritenere che sia impossibile un dialogo se l’interlocutore non è percepito come affidabile e all’altezza del compito. Mi dispiace che in Italia il turismo non sia mai stato considerato nelle giusta misura e che mai sia stato affidato a persone competenti: è la politica che evidentemente non vede negli investimenti sul turismo un ritorno in termini di voti adeguato. Però, con i suoi pro ed i suoi contro, credo che a Firenze le cose siano cambiate. A Firenze oggi l’interlocutore inadeguato siamo noi… e mi piacerebbe che qualche fiorentino mi contraddicesse!
Non conosco la realtà di Venezia, ma i risultati che sta facendo nel 2011 sono a dir poco impressionanti: cosa pensano i veneziani della loro amministrazione? La condannano come abbiamo fatto noi a Firenze o sono riusciti ad instaurare un dialogo? Esistono in Italia amministrazioni che stanno promuovendo bene il turismo e nel caso che rapporto hanno con la categoria? Scoprire tutte le realtà positive che esistono in Italia e portarle come esempio potrebbe davvero contribuire a far cambiare l’opinione che del turismo si stanno facendo i nostri futuri rappresentanti politici, noi però mettiamoci del nostro…
Giacomo Bufalini
Commento da Duccio Innocenti — 26 Luglio 2011, alle ore 10:21
@Giacomo
secondo me l’esempio da seguire si chiama:
Regione Autonoma Trentino-Alto Adige
nb: AUTONOMA
Commento da Francesco_Criscuolo — 26 Luglio 2011, alle ore 12:54
Ciao a tutti
ecco il primo veneziano che scrive 🙂
IMPATTO
Onestamente credo che su Venezia centro storico l’impatto della tassa sarà lieve. Discorso diverso invece a Mestre, soprattutto per quegli hotel collocati sul limite del territorio comunale, che si troveranno a dover fare i conti con la tassa in fase di negoziazione delle tariffe corporate ad esempio. Ma la riduzione del 40% rispetto alla tassa di Venezia isola, aiuta a ridurre il problema.
AMMINISTRAZIONE COMUNALE e ALBERGATORI
Il tema è scottante e rischio di essere bannato!
Se dialogo c’è stato, è stato solo dopo minacce di ricorsi al TAR. Qui prima fanno le leggi, poi chiedono alle parti cosa ne pensano. Vabbè. Se volete comunque farvi una risata comunque, andatevi a leggere le stagionalità che hanno definito, e avrete lampante di fronte a voi una misura di quanto ne capiscono di turismo i ns governanti..
IL PUNTO CHIAVE
Se mi permettete, il punto a mio modesto parere è un altro.
Il prodotto Italia è spesso mediocre (parlo di ricettività, trasporti, etc etc) e offerto a prezzi elevatissimi. Il rapporto qualità/prezzo è sicuramente inferiore a quanto offerto altrove. Il ns competitor non è solo l’hotel a fianco al nostro, sono i Paesi vicini al nostro.
E cosa facciamo? Chiediamo ancora soldi a sti disgraziati, che prima o poi si stancheranno di essere spennati per vedere Piazza San Marco o il Colosseo..e andranno altrove. Questo è il punto. Troppo preoccupati per la cassa di oggi, non si guarda mai al domani.
Bah..
Francesco
Commento da evita — 26 Luglio 2011, alle ore 16:17
Capisco che la posizione di Fabio Galli sia provocatoria, ma ci voleva una tassa di soggiorno, peraltro già abolita 15 anni fa per esprimere cotanto pensiero?
Ma qualcuno ha fatto il conto di quanto costa in termini di ore di lavoro da parte degli addetti al settore al ricevimento, dei tempi di attesa dei clienti, del lavoro degli uffici amministrativi? I lavoratori del turismo sono effettivamente dgli eroi, perchè forse è l’unico settore dove non si contano le ore e dove non vengono pagati straordinari o festività, dove non si sciopera, dove si ha il sorriso anche quando sei a pezzi, e di questo sono grata a quelli che definisco non miei dipendenti, ma collaboratori. E questo è il premio che si vuole dare a questa categoria?
E soprattutto qualcuno ha mai fatto il conto di quanto costerà ai comuni solo il conteggio delle room nights, lo scorporo delle età e dei soggiorni minimi? Dati i noti livelli di efficenza delle ns amministrazioni non mi stupirei che si stanno creando nuovi tributi senza capire che il costo per la gestione degli stessi potrebbe essere tale da vanificare l’utilità degli stessi. La tassa di successione è stata modificata più volte per lo stesso identico motivo. E parlo con cognizione di causa. Pertanto, in linea di principio la collaborazione è auspicabile, ma non davanti a siffatta miopia e avidità da parte degli amministratori che pur di incassare creeranno solo infiniti problemi, soprattutto laddove sarebbe stato sufficiente, non dico diminuire di molto le aliquote Iva (del 4/5% superiori agli altri paesi europei) ma di un punto % (al nove come fino allo stesso periodoin cui era stata aumentata che se non erro era prioprio il momento in cui era stata abolita la tassa stessa). Si sarebbe ottenuto molto di più…
Ma forse lo scopo dell’imposta di soggiorno non è quello che si dice e che per demagogia nessuno apertamente lo dirà (=incapacità di far emergere il sommerso e di legiferare in modo tale da far risaltare strutture che non sono e non possono essere classificate). In questo quadro non riesco ad intravvedere alcuna possibilità di confronto.
Buon lavoro a tutti dalla Sardegna. Seguirà 2° commento
Commento da evita — 26 Luglio 2011, alle ore 17:03
Il riferimento all’ Iva del precedente post, significherebbe destinare l’1% di differenza ai comuni.
Quanto poi al riferimento a Brambilla o Rutelli, come scritto da Giacomo Bufalini mi sta bene. Trovo che i tentativi della ns Ministra siano goffi e inadeguati, mentre le motivazioni sono perlomeno comprensibili. Ma siamo stati noi a votare in un referendun per l’abolizione del ministero al Turismo. Ora si cerca di dare una regia ad un settore strategico che non si è ancora affermato come tale, sia per le prospettive di crescita, sia per il peso sul Pil che è almeno il 10% del PIl (15/20% se si conta sommerso e indotto reale).In Sardegna l’ Assessorato al turismo comunica 12 milioni di presenze ufficiali e 23 milioni di presenze sommerse con fatturati rispettivamente di 1.5 milardi di Euro e 3\5 miliardi di euro. Chi vuole può consultare il giornale ” Unione Sarda” del 19 dicembre 2010
Commento da evita — 26 Luglio 2011, alle ore 17:06
Per Duccio, anche la Sardegna è autonoma, ma forse ha ragione Bossi
Commento da Riccardo Fracassi — 27 Luglio 2011, alle ore 14:21
Sono favorevole alla tassa di soggiorno a Firenze, ma non nella modalità e nei tempi con cui è stata applicata. otto giorni di preavviso sono davvero pochi, essere nominati sostituto d’imposta (senza averne l’autorità giuridica) è molto gravoso, la proporzionalità riferita unicamente alle stelle non tiene in cosiderazione la stagionalità, l’ubicazione e la forbice tariffaria. Inoltre non sono stati considerati i costi legati al pagamento della tassa tramite carta di credito – il comune ci portasse la sua linea Pos dove strisciare l’american exress al 3% di commissione.
AL di là della city Tax, un idea di come il governo centrale potrebbe raccimolare qualche milione di euro, sarebbe di richiedere il versamento dell’iva da parte di tutte le olta che operano in maniera stabile sul nostro territorio. Se si pensa ai miliardi di euro di transazioni “esentasse” che movimentano! Questo è l’ennesimo esempio di come ci si è messi d’impegno per impoverire il nostro paese.
Commento da giacomo bufalini — 27 Luglio 2011, alle ore 16:50
Riccardo le tue osservazioni sono sacrosante. Perchè la varie associazioni non sono riuscite a far valere le proprie ragioni, tutelando gli interessi degli associati? Ma soprattutto, perchè oggi, invece di continuare con il tar, non cercano di instaurare un dialogo proponendo, come fai tu sul blog, soluzioni intelligenti e forse pure migliori dell’attuale tassa? Io personalmente vedo in Renzi un ragazzo dinamico e sveglio che se è riuscito ad andare ad Arcore per giocarsi l’unica carta che aveva a disposizione, potrebbe oggi essere in grado di tornare sui suoi passi per adottare soluzioni migliori per tutti. Ma non possiamo andarci io e te a parlare!! O forse si, e sarebbe meglio !?!? In realtà a me piace “gettare il sasso”, poi non ho ne il tempo ne la voglia di imbrigliarmi in operazioni che forse sono più grandi di quello che mi piacerebbe a me, ma credo che uno “svecchiamento” in seno alle varie associazioni sarebbe doveroso e chiaramente non in senso anagrafico…..
Commento da Riccardo Fracassi — 27 Luglio 2011, alle ore 18:28
Ciao Giacomo, le associazioni hanno provato a fare la loro parte, non ostacolando l’entrata in vigore della tassa di soggiorno solamente, ma cercando più volte il dialogo (documentabile con lettere inviate) e provando a suggerire modalità alternative. Ti assicuro che la porta del Comune di Firenze è sempre stata chiusa e che nemmeno hanno saputo spiegare cosa intendessero per “responsabile d’imposta”. La frase del sindaco “noi si va addritto” la dice lunga.
Alla luce delle sacrosante motivazioni presentate nel ricorso al Tar, sembra che ora la voglia di aprire un tavolo di trattativa ci sia. Se questo sarà possibile, è solo grazie all’operato delle associazioni e da chi più e chi meno come me gli dedica parte del suo tempo.
Personalmente io sarei molto favorevole ad una city tax in percentuale applicata su una moltitudine di beni e servizi che venga pagata da qualsiasi cittadino, residente o meno. Il gettito a livello locale sarebbe sicuramente maggiore e permetterebbe piani di sviluppo di maggior portata. non darebbe pertanto l’immagine di voler colpire solamente i visitatori che soggiornano a Firenze a vantaggio di quelli che la visitano in giornata e risiedono in zone limitrofe tax free.
Per quanto riguarda l’altro punto da me sollevato riguardo all’iva, non sono certo le associazioni a dover giocare la partita, ma un ministero del turismo in collaborazione con quello dell Finanze.
Commento da Riccardo Fracassi — 28 Luglio 2011, alle ore 21:18
Oggi sul corriere della sera (sezione Firenze) c’è la riprova di quanto ho detto nel mio post precedente, ossia che il Comune si è reso disponibile a ritrattare e rivedere i termini della city tax. Semplice buon senso o suggerimento di qualche principe del foro che ha letto la legittimità del ricorso presentato?!?
Se qualcosa si sta muovendo è solo grazie all’azione decisa e soprattutto congiunta delle associazioni (anche se qualcuno sembra volersi tirare indietro).
Commento da Anto4444 — 2 Agosto 2011, alle ore 11:14
Cucini,
Verona dovrebbe essere presa come esempio. Per curiosità il merito in questo caso è da attribuirsi all’associazione di categoria o alla giunta comunale?
Commento da Luca Meneghini — 2 Agosto 2011, alle ore 21:54
@ tutti
ora come ora ringrazio di lavorare in trentino!
mi spiace dirlo ma al momento non avere la “gabella” è una fortuna…
ma non date per scontato che non arrivi… ci sono già movimenti di idee, proposte ecc ecc per inserire qualche piccolo obolo da far pagare…
ma per ora sono solo idee e spero restino tali!
buona estate!
Luca Meneghini
Commento da crt — 14 Settembre 2011, alle ore 12:31
In qualsiasi settore le tasse sono la cosa piu’ ignorante che si possa applicare per risolverne i problemi .
Persino nelle fiabe il re cattivo strozza i sudditi con le tasse ….
La societa’ non e’ una mucca da mungere ma da foraggiare , ma con i ministri incompetenti che abbiamo sempre avuto e che del resto ci meritiamo non possiamo attenderci altro.
La spesa e’ enorme ma quella non si tocca , ogni spreco e’ un vantaggio ottenuto per qualcuno e son voti alle elezioni per altri .
La tassa sul soggiorno me la devi motivare , perche’ si paga ? perche’ il turista calpesta un suolo ? Dire che i soldi serviranno a…. non e’ una giustificazione , e’ come dire devo pagare perche’ esisto , e se non pago non devo esistere ? Se un cliente non paga lo devo mandare via ? sono diventato un esattore del comune ? Se non paga devo pagare io per lui ? Vedo la possibilita’ di molte riflessioni ….
Il medioevo per certi aspetti era meglio , era ben chiaro chi fosse il signore da mantenere….