Priceline: il successo delle tariffe opache per l’hotel
17 Settembre 2010Trasformare l’invenduto con tariffe molto aggressive senza danneggiare il brand dell’hotel non è impossibile: all’estero, in particolare negli Stati Uniti, gli hotel ricorrono sempre più spesso alle offerte a “tariffe opache” sui portali come Hitwise e Priceline.
Recentemente anche in Italia qualcosa si sta muovendo (basti vedere la sezione Top Secret Hotels di lastminute.com)
Per rinfrescarvi la memoria, se non lo ricordate, questo tipo di offerte di cui abbiamo già parlato anche qui su Booking Blog, permettono agli utenti di prenotare a tariffe molto scontate hotel anche di alta categoria, a patto di conoscerne il nome solo dopo la conclusione della prenotazione.
Sono in molti però gli hotel che guardano con scetticismo a questa opportunità, considerandola solo come l’ennesima occasione per “regalare” l’invenduto a tariffe stracciate, senza considerare i reali vantaggi che può portare.
La Cornell University dice sì alle tariffe opache di Priceline
A studiare ed analizzare le ragioni del successo delle tariffe opache per gli hotel è stata di recente la Cornell University, con lo studio “Making the Most of Priceline’s Name-Your-Own-Price Channel“, realizzato da Chris Anderson e Radium Yan, in cui viene spiegato come sfruttare al meglio il sistema a tariffe opache del portale Priceline “Name your own price” (letteralmente: “Dicci la tua tariffa”), per ottimizzare occupazione e revenue.
Su Priceline l’utente fa un’offerta di prezzo per una determinata tipologia di hotel. Se il sistema riesce a trovare un hotel corrispondente all’offerta, questa è accettata. Ovviamente l’utente non viene a conoscenza del nome dell’hotel dove soggiornerà finché non avrà confermato la prenotazione.
Ogni hotel mette a disposizione di Priceline un certo numero di camere con tariffe diverse e il sistema, ogni volta che riceve un’offerta, analizza gli hotel con le caratteristiche appropriate uno per volta casualmente: se il primo hotel analizzato ha offerto una tariffa sufficientemente più bassa rispetto a quella proposta dall’utente tanto da permettere anche al portale di ricevere un margine di guadagno, l’hotel si aggiudicherà la prenotazione, altrimenti Priceline passerà agli altri hotel della sua categoria.
Con il suo studio, la Cornell ha messo a punto un modello matematico per calcolare come massimizzare il revenue proveniente dalle camere che si è deciso di allocare sul portale, sulla base dei report che ogni giorno Priceline stessa fornisce ai suoi hotel relativamente alle tariffe opache.
I risultati ottenuti con l’utilizzo di questo modello su hotel campione, sono stati molto positivi: l’hotel ha infatti incrementato le prenotazioni fatte tramite NYOP del 19% e le revenue totali del 24%.
Perché vendere a tariffe opache conviene?
Secondo la Cornell University vendere a tariffe opache, non è solo un buon modo per riempire le camere rimaste vuote o un’alternativa ai lastminute, ma si tratta anche di un ottimo mezzo per il Revenue Manager di capire la sensibilità al prezzo in certe date e verificare se la propria gestione delle tariffe è in linea con il mercato.
I vantaggi che derivano da questo canale di vendita per l’hotel sono molteplici:
- E’ un ottimo strumento per raggiungere ed avvicinare anche quei clienti che sono più sensibili al prezzo, sebbene sia importante che l’hotel non ceda alla tentazione di svendere le proprie camere.
- Di solito permette sempre all’hotel di vendere ad una tariffa “decente”: ad esempio nel caso di Priceline, il sistema seleziona sempre la tariffa più alta offerta dall’hotel in relazione all’offerta.
- Non si viene a creare una guerra dei prezzi tra competitor: sempre nel caso di Priceline infatti la selezione delle strutture per rispondere all’offerta dell’utente è casuale,
- Secondo lo studio condotto, l’utilizzo della piattaforma a tariffe opache se ben gestita, può generare un aumento della domanda e del Revpar.
- I clienti saranno più propensi a lasciare recensioni positive, perché se saranno colpiti dall’hotel e dal suo servizio, saranno ancor più soddisfatti per aver fatto “un buon affare”
A questo aggiungerei che:
E voi ritenente utili le tariffe opache? Se fate già uso della piattaforma di Priceline o di altri portali, quali risultati avete raggiunto?
Per leggere lo studio completo e scaricare il foglio di lavoro per le offerte su Priceline: Cornell University
Commento da Bookingsi — 17 Settembre 2010, alle ore 15:22
bookingsi.com non crede che il metodo adottato da Priceline sia vincente. Anche altri sistemi di prenotazioni hanno aderito alla nuova formula di vendita OPACHE . Crediamo ancora la qualità debba essere visibile e non velata da un’asta. Si rischia così di venir meno al binomio Luxury Hotel/Expensive Price Economic Hotel/ low price. ne va dell’immagine anche della struttura. E’ giusto accontentare la richiesta dell’utente ma è anche giusto accontetare l’offerta degli Hotel.
Commento da CARLOPERINO — 17 Settembre 2010, alle ore 16:59
Tutto sta diventando un gioco. Prenotare un 4 stelle “al buio” a Venezia potrebbe significare di “sognare” la vista del Canal Grande e finire invece in terraferma a Venezia-Mestre, magari davati alla ferrovia !
Non sembra più di scegliere un prodotto desiderato ma di comperare un “gratta e vinci”.
Nel gioco potranno guadagnare strutture periferiche od evanescenti specialmente in località in cui un turista va una volta sola nella vita.
Buon lavoro a tutti.
Carlo Perino
Udine
Commento da giacomo bufalini — 17 Settembre 2010, alle ore 18:18
Personalmente credo che la tariffa opaca non possa avere un gran successo in Italia, cosa che invece accade in America dove addirittura pare si sia scatenata una vera e propria ricerca specifica in questo senso. Le strutture a 4 stelle hanno tutte standard di qualità simili tra loro e difficilmente comprare al buio può significare rimanere fregati. Anzi, sembra che la maggior parte dei soggiorni vada ben oltre le aspettative che evidentemente non sono altissime. Insomma la cosa funziona, soprattutto per viaggi di lavoro comprati all’ultimo minuto. E’ un bel business e a mio avviso un bel metodo per vendere le ultime camere disponibili anche in alta domanda ma senza compromettere il brand dell’Hotel.
In Italia però non credo abbia preso molto piede, non c’è ancora la cultura e soprattutto la qualità delle strutture di pari categoria non è simile, anzi spesso un buon 3 stelle è molto meglio di un 4 magari pure centrale….
La cosa potrebbe funzionare se limitata a catene conosciute, ma allora la tariffa più che opaca sarebbe solo un pò sbiadita …
Buon fine settimana a tutti.
Giacomo Bufalini
Commento da GiuseppeHMS — 18 Settembre 2010, alle ore 10:22
Credo sia un sistema proponibile anche per i nostri alberghi Italiani.
Come sempre nelle cose nuove si tratta di testare un po il sistema, ma sicuramente può portare un incremento delle prenotazione e soprattutto proporre al mercato soluzioni diverse per risparmiare.
Buona giornata a tutti.
Giuseppe
Commento da maucuo58 — 18 Settembre 2010, alle ore 16:09
vendere l’invenduto è una formula che tutti vorrebbero acquisire; la soluzione delle rates, può essere un buon metodo, anche se culturalmente in Italia ancora non ben acquisito, forse anche xè non ben commercializzato!
ad esempio una città cm venezia, che lavora 9/12mesi (a parte i 2 gg di capodanno e carnevale), ha disponibile per 90 gg in inverno un invenduto notevole (varia dal 40 al 60%,e ancora maggiore se sul mid week), alla fine si ricade sulla questione della domanda e offerta, se il turismo si muovesse 12/12mesi , forse il problema non sussiterebbe, ma poichè non è così, benvegano azioni come questa per rendere maggiormmente appetibile l’offerta!
one small hotel srl
venezia
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 19 Settembre 2010, alle ore 09:40
ciao maucuo58,
la stimolazione della domanda leisure, poichè molto elastica, molto suscettibile alle variazioni di prezzi, può essere generata lavorando su tale leva, nei mesi di magra prova a forzare con tariffe bottom più aggressive, e vedi cosa succede. La tariffa opaca è un ottimo modo per segmentare la domanda evitando la CANNIBALIZZAZIONE di fasce tariffarie a maggior contribuzione. Il cliente che vuole risparmiare prenota l’hotel 5 stelle a tariffa opaca a 50 euro a notte, l’hotel 5 stelle è nascosto e sta vendendo unicamente il suo prodotto debrandizzato, in questo modo alloca le camere che vuole a quella fascia tariffaria. Il cliente che è fidelizzato e riconosce la qualitò del prodotto brandizzato compra a 100 euro, la STESSA CAMERA.
S.
S.
Commento da enardin — 20 Settembre 2010, alle ore 09:44
Concordo con Stefano T. circa la validità dello strumento e la modalità di utilizzo.
Chi vuole avere la certezza della camera sul Canal Grande o su Piazza San Marco, non utilizza questo canale.
Non è necessario mettere tariffe da “svendita”, ma senz’altro tariffe aggressive che, dal punto di vista del profitto, non sono inferiori a quelle che mediamente vengono concesse ai T.O. o Grossisti.
Per dare un’idea io mi baso su una riduzione intorno al 35% rispetto alla mia tariffa Public flessibile.
Commento da Mario Polverino — 22 Settembre 2010, alle ore 16:12
Scusate l’ignoranza …
Ma alla Parity Rate “imposta” dalle OTA ?!? …. cosa rispondiamo ? :O