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È notizia fresca di questi giorni che Google ha completato il suo nuovo core update anche per la lingua italiana, il secondo dall’inizio del 2022.

L’aggiornamento è stato annunciato dal colosso di Mountain View lo scorso 12 settembre tramite un tweet sul canale Google Search Central e ha impiegato circa due settimane a concludersi.

Non si tratta di una novità per gli operatori del settore, dato che in estate – ad agosto per la precisione – Big G aveva rilasciato lo stesso aggiornamento per i risultati di ricerca in lingua inglese. Tuttavia, implica un’attenzione maggiore verso le novità introdotte e l’impatto sulle SERP di ricerca.

Ma facciamo un passo indietro, che cos’è un core update e perché ne stiamo parlando?

Cos’è un core update

Il core update non è altro che un aggiornamento dell’algoritmo alla base di Google. Il colosso di Mountain View, infatti, periodicamente rilascia aggiornamenti finalizzati a migliorare il proprio funzionamento, nonché l’accuratezza con cui restituisce le informazioni agli utenti che utilizzano il motore per le proprie ricerche.

In alcuni casi si tratta di piccole modifiche che non vanno ad incidere in modo particolarmente significativo sul posizionamento dei siti online. In altri, come a questo giro, l’update ha il potenziale di sconvolgere gli equilibri delle SERP, motivo per cui viene annunciato in anticipo da Big G, invitando tutti i marketers e i SEO a tenere gli occhi aperti e a monitorare la situazione.

Su cosa va a incidere questo nuovo aggiornamento

L’aggiornamento di settembre 2022 riprende quanto lasciato in sospeso dall’Helpuful Content Update (HCU), concentrandosi quindi sulla qualità dei contenuti che vengono pubblicati online. In particolare, ha l’obiettivo di penalizzare quei contenuti ritenuti non originali e di bassa qualità, facendo sì che non si posizionino per primi.

Questo core update è una delle tante risposte di Google a una crescente preoccupazione da parte degli utenti e degli operatori del settore per la diversità dei risultati che appaiono quando le persone effettuano ricerche sul suo motore. Non è un mistero che, ai suoi albori, il colosso di Mountain View premiasse siti che oggigiorno sarebbero considerati puro spam.

Tuttavia, negli ultimi anni, Big G ha cominciato a prestare attenzione alla qualità dei contenuti pubblicati, cercando di premiare quelli che effettivamente rispondono alle domande degli utenti con informazioni accurate e verificate. Dal 2015, infatti, è stato introdotto il paradgima E-A-T, acronimo che sta per Expertise – a indicare l’esperienza che chi scrive dovrebbe avere riguardo all’argomento di cui tratta – Authoritativeness – ovvero autorevolezza, intesa come capacità di farsi riconoscere dalla comunità come esperti in un settore o materia – e Trustworthiness – che si traduce come affidabilità, vale a dire la pubblicazione di contenuti che riportino informazioni veritiere.

Cosa fare adesso

L’aggiornamento è terminato, ma gli effetti continueranno a propagarsi nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Cosa fare dunque? In primis, occorre tenere monitorati costantemente i ranking del proprio sito. Non spaventatevi se notate perdite di posizionamento delle vostre pagine sul web, le SERP all’inizio potrebbero essere un po’ “ballerine” e sperimentare oscillazioni, proprio perché devono riadattarsi ai nuovi criteri dell’algoritmo. Se i vostri contenuti sono di qualità e rispecchiano l’interesse del vostro ospite-tipo, non avete niente di cui preoccuparvi.

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