Ma il mercato del turismo si sta riprendendo davvero?
22 Settembre 2009La flessione economica dell’ultimo anno sembra stia finalmente lasciando spazio a trend positivi nel settore turistico, anche se purtroppo, soprattutto per quanto riguarda l’abbassamento delle tariffe medie degli hotel, la situazione sembra rimanere stazionaria.
Di seguito, alcune fonti e ricerche che testimoniano la situazione di incertezza che ancora domina il panorama turistico.
I segnali di ripresa
Gli analisti hanno recentemente dichiarato che per quanto riguarda l’Europa, si sono registrati trend positivi in termini di aumento di voli e viaggi. Analizzando gli spostamenti aerei, è risultato che mentre Amsterdam, Roma, Dublino, Vienna e Bruxell, non hanno ancora lasciato intravedere una ripresa, altre città come Londra, Francoforte, Madrid e Oslo si stanno lentamente muovendo nella giusta direzione.
Intanto anche PhoCusWright sostiene che il peggio è passato e che la recessione americana è finita, come testimoniano le previsioni ottimistiche del capo della Federal Reserve Ben Bernanke, degli esperti di Wall Street e delle compagnie aeree.
In particolare, per quanto riguarda il settore alberghiero in America, il Citi Analyst Michael Bilerman ha rilevato che i maggiori brand dell’ospitalità quotati in borsa, come Choice Hotels, La Salle Hotel, Marriott e Starwood (che solo qualche tempo fa era stato costretto a ridurre drasticamente le proprie tariffe), negli ultimi mesi hanno riguadagnando punti.
Immagine 1: Comparazione azioni di alberghi quotati in borsa. Fonte Yahoo Finance
Anche in Europa, l’agenzia Bloomberg registra che il settore turismo e leisure ha riguadagnato in borsa un 8,3%.
Tariffe degli hotel ancora stazionarie
Intanto, nonostante questi chiari segni di ripresa del settore turistico internazionale, l’ospitalità non sembra ancora fuori dalla recessione: il Gerson Lehrman Group dichiara che il 2009 sarà ricordato nel settore dell’hospitality americana come uno dei peggiori dell’era moderna. Un’analisi realizzata a giugno avrebbe infatti rivelato che anno dopo anno, la tariffa media per camera avrebbe iniziato a diminuire a livello percentuale più velocemente dell’occupazione media percentuale. Un trend che si è ulteriormente acuito nelle ultime settimane prima di giugno.
Anche a livello tariffario, la situazione non mostra alcun accenno al cambiamento: solo qualche giorno fa l’Hotel Price Index di Hotels.com ha rilevato che le tariffe medie degli hotel in Nord America e in Europa hanno subito una brusca caduta a partire da gennaio 2009, rispettivamente del 17% e del 16% rispetto all’anno precedente senza accennare a risalire, segno che gli alberghi non hanno resistito alla carenza occupazionale e hanno dovuto nella maggior parte dei casi, adottare importanti tagli tariffari.
Immagine 2: HPI da giugno 2004 a giugno 2009
A questo proposito, saremmo molto curiosi di conoscere le opinioni degli albergatori italiani e sapere dal vostro punto di vista se e come la situazione e il mercato stiano effettivamente cambiando.
Commento da Riccardo Cocco — 25 Settembre 2009, alle ore 09:44
L’economia pian piano riprende, così come riprende il ciclo degli investitori/investimenti.
L’economia reale è ben altra cosa…….
La deflazione che è esplosa nel comparto turistico ricettivo, vedrà nuovamente l’approssimarsi di spiragli di luce in un futuro non molto lontano ma ancora da raggiungere.
Il costante, ed accelerato percorso intrapreso dalle strutture alberghiere nel comprimere i prezzi in modo da “stimolare la domanda” (ricordatevi che la domanda non si genera…..) è stato prima frutto di paura del “mostro” che si avvicinava, il mancato guadagno generato dall’abbassamento dei prezzi al pubblico, con il costante aumentare delle materie prime, ha messo molte strutture nella situazione di dover rimettere mano alle risorse umane (vedi cosa è accaduto in Starwood qualche mese fa..), con conseguente diminuzione del servizio.
Ora, io come cliente mi trovo in una struttura che ha abbassato i prezzi, con conseguente abbassamento del livello di servizio reso, pretendo di pagare ancora di meno!
Come correre ai ripari?
Aumentando di nuovo le tariffe!
La domanda che abbiamo registrato negli scorsi mesi, ci sarebbe stata lo stesso. Provate ad immaginare se, non avendo abbassato le tariffe, potessimo contare su un AHR maggiore del 16% (così come presenta il report di Hotels.com).
Vi prego di voler leggere con attenzione il Report della Cornell University rilasciato a giugno dove si parla proprio di questo aspetto e dei danni generati da tutti noi che abbiamo reagito con paura.
A preto e buon Revenue Management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da palingenius — 25 Settembre 2009, alle ore 11:14
Trovo riduttivo recitare che l’abbassamento delle tariffe sia dovuto solamente alla paura, il calo della domanda c’e’ stato ed e’ stato molto marcato. Credo che lo storico dell’albergo sia una testimonianza attendibile e non una variabile aleatoria come la “sensazione della crisi”. Inoltre il mercato turistico specialmente nelle citta’ non e’ solo il mese di agosto ma e’ tutto l’anno con vari segmenti di mercato (corporate, congressi, gruppi, etc.). Purtroppo bisogna adeguarsi a questo mercato e abbassando le tariffe la perdita di occupazione si riesce perlomeno a contenere a dispetto di cio’ che la Cornell University puo’ sostenere. Un’azienda per sopravvivere deve anche fare del cash-flow. Che i cervelloni dell’Universita’ escano dai loro modelli matematici sistematici e vengano a contrattare direttamente con i clienti, a toccare con mano il mercato e a guardare negli occhi le persone che entrano in hotel. Del resto il forecasting come le statistiche trovano il tempo che trovano… uno o due anni fa prevedevano tutto cio’?
L’intuizione e l’esperienza non sono ne’ matematica ne’ statistica pertanto per fare il prezzo giusto al momento giusto comunque richiede quel fattore umano che per fortuna e’ (e sara’ sempre) insostituibile e inspiegabile!! In conclusione stringiamo i denti e appena sara’ possibile applicare tariffe piu’ remunerative… ben venga!
Palingenius
Commento da Riccardo Cocco — 25 Settembre 2009, alle ore 12:10
Gentile Palingenius,
Mi trova parzialmente d’accordo con i suoi commenti.
Se verifico l’occupazione 2008 comparandola con l’occupazione 2009, vedo che YTD non siamo poi molto distanti e la forbice forse in alcuni momenti vede il 2009 vincere a dispetto di ogni previsione più nera.
Abbassare le tariffe perdendo occupazione: non vedo altro che subire una situazione senza neanche lottare, e questo mi rattrista enormemente.
Il fatto è che non ci si è adeguati al mercato, se così fosse stato (almeno parlo per Roma), ci sarebbe accorti che la domanda è rimasta invariata (basandoci su di un dato consolidato) ciò che sostanzialmente è variato è il lead time di una prenotazione che si è drasticamente accorciato. Ecco dove la paura ha vinto sull’esperienza. La visione dell’OTB con poche prenotazioni per il futuro ci ha impaurito, e siamo corsi ai ripari abbassando le tariffe. Poi le prenotazioni sono arrivate (sarebbero arrivate lo stesso) e siamo corsi ai ripari provando a rialzare i prezzi, ma ormai era troppo tardi. Impariamo da questa lezione per non cadere in trappola nel futuro.
Palingenius, “appena sarà possibile” è ora!
Buon lavoro e buon Revenue Management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Settembre 2009, alle ore 12:26
Il report della cornell evidenzia un comune errore del revenue “stare sempre sotto ai competitor”, questi sono gli hotel paranoici che non funzionano sul mercato,
un buon revenue ti fa stare sotto quando devi e sopra quando è il momento, il tutto alle spalle di calcoli basati sullo storico, sul mercato, sui trend etc. etc.
Commento da palingenius — 25 Settembre 2009, alle ore 15:54
Gentile Sig. Cocco,
Lei sta facendo l’esempio di un caso in cui la domanda e’ stata costante – non si puo’ generalizzare il caso di Roma o Venezia oppure le localita’ balneari nel mese di Agosto. Il particolare non rappresenta il generale. E’ logico che in caso di domanda costante non avrebbe senso calare le tariffe. Bisogna verificare la domanda in tutto il paese ed in tutti i segmenti di mercato ed e’ innegabile che c’e’ stato un calo sensibile e purtroppo solamente abbassando il prezzo e’ stato possibile contenere le perdite di occupazione. Il difetto del Revenue Management e’ che come tutti i modelli matematici sistematici come recitava il Leibnitz sono veri in cio’ che affermano e falsi in cio’ che negano… La realta’ dei fatti e’ che dovremo affrontare un periodo di stagnazione e assestamento e forse tra 1 anno o 2 potremo ricominciare una politica dei prezzi maggiormente remunerativa. Del resto abbassare le tariffe non e’ un tabu’ e’ semplicemente una logica di adattamento. Se poi c’e’ qualcuno che vuole mantenere le tariffe costanti o alzarle lo faccia ma veramente non solo a parole. Lo dico perche’ si e’ verificato piu’ di un episodio del genere. Ci sono albergatori che fanno i puristi dei prezzi le abbassano e anche scandalosamente….Per non parlare poi dei Revenue Manager che parlano e non hanno mai lavorato in una albergo. L’importante e’ essere coerenti con le proprie idee e poi si vedra’ a chi i risultati daranno ragione.
Commento da Riccardo Cocco — 25 Settembre 2009, alle ore 16:04
Gentilissimo Palingenius,
“solamente abbassando il prezzo e’ stato possibile contenere le perdite di occupazione”.
Le ricordo che l’abbassamento dei prezzi non può generare la domanda, può solo ed esclusivamente ridurre il revenue.
Mi spiace leggere tra le sue righe una certa tristezza legata al futuro.
Le posso confermare che lavoro in albergo e sto (proprio in questo momento) aumentando le tariffe fino alla fine del prossimo anno.
Sono riuscito a far comprendere che a volte anche applicando il Revenue Management (vedi commento del Dott. Tiribocchi) si può fare trend invece che seguirlo……
Buon lavoro e buon Revenue Management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da palingenius — 25 Settembre 2009, alle ore 18:26
Egregio Sig. Cocco,
non e’ tristezza, e’ realismo. E Le assicuro che l’abbassamento della tariffa non genera domanda ma la attira e produce revenue, perche’ altrimenti quel cliente avrebbe soggiornato in un altro Hotel, visto che se tutti avevano camere libere, e’ la concorrenza spietata che determina il vincitore. Glielo dico perche’ mai come quest’anno, pochi euro facevano la differenza! Molte persone che perfino rinunciavano alla colazione pur di pagar meno.
Non sto dicendo che bisogna abbassare le tariffe e basta. Bisogna continuamente modificarle (e se serve anche in meno) e logicamente quando c’e’ domanda si aumentano. Forse c’e’ un malinteso di fondo: non e’ che stia professando il taglio delle tariffe a tutti i costi: pero’ in certi periodi si e’ dovuto fare cosi’ per stimolare la domanda. Visto che Lei a Roma non ha avuto cali ha fatto bene a mantenere o ad aumentare le tariffe. Pensi se avesse avuto un calo del 20%/30% delle presenze – avrebbe fatto la stessa cosa? Probabilmente Lei ha abbassato la tariffe e poi ha constato una domanda costante, ma non tutte le realta’ del paese si sono trovate in questa situazione. Secondo me il RM funziona in caso di domanda costante o crescente ma come si puo’ a prevederlo? Non esistono tecniche ma solo l’intuito… Il turismo come del resto tutte le attivita’ economiche e’ ciclico per cui riuscire ad indovinare le sue fluttuazioni e’ impossibile. Non si preoccupi anch’io sta aumentando le tariffe adesso che la domanda e un po’ in crescita. La domanda che Le pongo e’ questa: ancora per quanto?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Settembre 2009, alle ore 01:09
Ciao Palingenius,
focalizziamo l’attenzione su un piccolo esempio,
oggi è il 26 settembre..
per il 20 dicembre (giorno a caso) stai tenendo una tariffa sostenuta (da tuo storico) al di sopra del mercato e hai 50 camere in totale.
passano i giorni e le 50 camere restano li, nel frattempo ti stai perdendo le vendite ai segmenti di mercato che prenotano a medio lungo termine, molto sensibili al prezzo, che ti avrebbero comprato una parte di stanze..
passano ancora i giorni e siamo al 20 ottobre, le stanze sono ancora 50, hai ricevuto richieste per email ma non ha confermato nessuno..
passano ancora i giorni e siamo al 20 novembre siamo arrivati che le prenotazioni iniziano ad arrivare, siamo nella “booking window” la distanza attiva alla data è raggiunta e le camere scendono..fino ad arrivare a 20 camere residue ed è il 10 dicembre,
ora bisogna come si dice a roma SBRACARE il prezzo sotto lastminute per accapparrarsi i clienti che cercano il last minute, vendendo a un prezzo molto molto piu basso del pianificato e rischiando cancellazioni e riprenotazioni dei clienti che pagano di più (effetto roller coaster).
Ci sono due concetti chiave nel revenue:
– il bisogno di vendere, se la data si avvicina e le camere ammuffiscono le cose vanno male, meglio andare per gradi, per scaglioni, per quadrati di vendita, vendere le prime 20 camere a 50, e poi le successive 10 a 70 e poi le successive 10 a 80 e così via, cercando di massimizzare il fatturato e non buttare niente, e non vendere a un segmento di clientela le camere strutturalmente destinate a un altro segmento (se mi restano sul groppone magari andrò a vendere le camere dei lastminutari ai miei clienti abituali che sarebbero stati disposti a pagare il doppio, ma in quel momento io sto con l’acqua alla gola, con il bisgogno di vendere).
– il tempo come successione di istanti collegati a segmenti di mercato, immaginatelo come stare seduti su un fiume con una canna da pesca, il fiume scorre il tempo scorre e i salmoni passano, ogni ora passano pesci, e lì è importante che ci sia la vostra esca.
Commento da palingenius — 26 Settembre 2009, alle ore 12:52
Carissimo Stefano,
io concordo pienamente con cio’. Io focalizzo su un altro problema e cioe’ un calo sensibile della domanda mentre l’offerta ovviamente e’ sempre la stessa se non aumentata addirittura per l’apertura di nuove strutture. In questi casi e’ fisiologico che il prezzo scenda in quanto c’e’ sempre l’Hotel che abbassa il prezzo e magari e proprio quello che professa (anche sui quotidiani) che non abbassera’ mai i prezzi, piuttosto resta vuoto. In definitiva il tutto si riduce ad una guerra tra poveri. Inoltre un ulteriore problema e’ quando il segmento del business che e’ quello su cui ti lavori va in sofferenza. E’ difficile compensarlo in poco tempo con altri segmenti anche perche’ alla fin fine quello del leisure hai dei periodi ben definiti oltre ai quali non c’e’ domanda per la location in cui operi.
Capisco che a Roma il discorso e’ piu’ facile perche comunque la domanda resta costante tutto l’anno in tutti i segmenti di mercato. Per cui ribadisco che il RM funziona bene solamente in questo caso. Metti il caso che arrivi sottodata e comunque non hai venduto non hai risolto proprio niente anzi hai perso tutta la fascia di clienti che avrebbe pagato meno ed in questo periodo in giro ce ne sono tanti!!!
Vedere clienti con il macchinone che ti contrattano i 10,00 Euro e che fanno il giro di 5 o 6 Hotel pur di pagar meno e’ avvilente poiche’ fino a 1 0 2 anni fa neanche non te lo chiedevano il prezzo. E poi siamo franchi: diamo un’occhiata ai bilanci dei grossi colossi che hanno fior fiore di RM manager e compagnia bella: sono tutti in rosso e sono proprio loro che ti rovinano la piazza abbassando i prezzi in maniera scandalosa! Ripeto, non sto facendo una critica al RM, solamente che bisogna comunque confrontarsi una realta’: quando la concorrenza diventa agguerrita non funziona piu’ – vedi l’esempio delle compagnie aeree che lo hanno applicato all’ennesima potenza. Hanno vinto le Low Cost. Quindi spero che non cominci anche il periodo dell’Hotel Low Cost in cui venderemo le camere a 20 Euro e poi metteremo in conto al cliente le saponette, la corrente elettrica e l’acqua della doccia che consuma!
Commento da aldo — 27 Settembre 2009, alle ore 17:27
ma perchè il consumatore che, non essendo un fesso, ha capito che io vendo lo stesso tipo di servizio a 10 o a 100 a seconda della tipologia di cliente a cui mi rivolgo in quel determinato momento, non dovrebbe rivolgersi ad un mio concorrrente in zona che fa la stessa politica e che in quel preciso momento vende una camera a venti euro di meno ? credo che sia un riflesso incondizionato
Commento da palingenius — 27 Settembre 2009, alle ore 19:56
@ aldo
E allora che si fa? Devo abbassare il prezzo di 25/30 Euro per strapparlo alla concorrenza oppure sperare che forse venga qualcuno disposto a pagare il prezzo che sto praticando? Con quello che si sta vedendo in giro mi sembra che non ci sia molta alternativa… Non so se lo avete notato ma sul prezzo dell’albergo cercano di tirare il piu’ possibile e poi in ristorante si fanno spelare senza battere ciglio.
Commento da Anto4444 — 27 Settembre 2009, alle ore 20:51
Le vostre preoccupazioni sono pienamente giustificate.
Ho appena comperato biglietto di andata e ritorno per una nota località della sicilia a 0,02 Euro. Avete letto bene 2 centesimi.. (quelli che se ti cadono per terra non ti chini neanche a prenderli) Pago di più per una corsa della metro..
Il bello del RM gente.. Fantastico, viaggio gratis! Un mio collega ha pagato 25 Euro, xkè ha prenotato poco dopo di me e si è sentito derubato!! Ah ah ah aha ah che tristezza..
Dove finiremo?… mah..
Intanto le compagnie aeree mondiali hanno perso 11 miliardi di euro solo quest’anno.. andiamo avanti tutta allora!!
Sto aspettando l’offerta per cui io venga pagato per viaggiare.. hi hi.. ma arriva arriva ho sentito voci di servizio! ma shhhhhh è un segreto!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Settembre 2009, alle ore 20:57
@aldo
@palingenius
e infatti il consumatore non è fesso e sta capendo che:
– la camera in hotel ormai si trova sempre
– la camera in hotel ormai sotto data costa meno perchè c’è sempre chi è sotto last minute, causa previsioni errata della gestione del proprio contingente,
da qui ne discende la contrazione della distanza attiva alla data e si stringono le prenotazioni, avvenendo sempre più sotto data,
S.
Commento da Anto4444 — 27 Settembre 2009, alle ore 22:17
Il consiglio che vi posso dare cari albergatori è di puntare sulla qualità del vostro servizio, sulla qualita della vostra struttura e di fare tariffe oneste che non vi mortifichino e non mortifichino la clientela.
Fregatevene del vostro vicino che sta alla finestra con il coltello fra i denti a controllare meticolosamente le vostre tariffe nel nome di sua santità Revenue.
Il servizio per pochi spicci lasciatelo ai giovincelli rampanti di oggi che probabilmente gli alberghi li hanno gia visti fatti, costruiti, avviati e ammortizzati.
La storia vedrà chi avrà avuto ragione!
saluti 🙂
Commento da aldo — 28 Settembre 2009, alle ore 09:36
@ palingenius : la seconda che hai detto, anche perchè se l’abbassi di 25 non è detto che non ci sia in giro qualcun altro che abbassa di 30, e allora che si fa ?
@ anto4444 : mi pare un consiglio sensato
Commento da palingenius — 28 Settembre 2009, alle ore 09:37
@anto4444
Pero’ quanto ti e’ costato il viaggio comprese tutte le spese accessorie e balzelli che ti hanno aggiunto? Sempre poco e magari parte del guadagno della compagnia sul tuo posto l’ha pagato il tuo amico!
Dovremmo comportarci cosi’ anche noi?
Da quello che vedo ogni giorno oramai il cliente ha perso il senso della qualita’ del servizio: pretende di pagare meno e comunque quello che ha risparmiato sull’alloggio lo sperpera in altro, un po’ come si fa con la vincita al casino: la rigioca su un altro tavolo. Risparmia 20 Euro e poi in ristorante beve una bottiglia di vino di ugual prezzo e che sicuramente non li vale (ma chi ne capisce veramente di vini!!!) e dira’ anche: “che buono che era”. E purtroppo sta diventando cosi’ anche la clientela di alto livello: del resto fino a ieri viaggiavano in business class adesso in “Lowest” Cost. Comunque e’ in atto un livellamento verso il basso e’ non e’ certo un fatto positivo. Una volta portati in basso gli standard diventano quelli i punti di riferimento e con il web cio’ avviene molto ma molto velocemente. Difatti gli Hotel che piu’ soffrono in questo momento sono quelli di prima categoria…
Commento da Riccardo Cocco — 28 Settembre 2009, alle ore 10:55
Carissimi,
Perchè c’è paura?
Prima cosa, anche se prendo spunto dall’ultimo post di Anto4444, A prescindere da qualsiasi tipo di management che venga applicato in un’azienda turistico ricettiva, il primo focus è il servizio.
Uso dire (Anto4444, non lo troverà scritto in nessun testo di riferimento, mi scuso per questo….):
I numeri (revenue) vengono generati dai clienti.
I clienti (servizio) non vengono generati dai numeri.
Ma io mi domando: prendendo il più volte utilizzato esempio dell’ormai famoso barbiere che non vedendo clienti il martedì mentre il sabato deve mandarli, decide di ridurre la tariffa del taglio nella giornata del martedì. Vorrei sapere: il cliente che può andarci solo di sabato si incavola e si sente derubato?
Signori, ancor di più se rinnovo l’assicurazione auto a gennaio e a febbraio viene lanciata una promozione incentivante, mi sento derubato?
Tornando all’esempio dell’assicurazione auto. Parlo di un esempio che mi vede direttamente coinvolto. Avete mai provato ad assicurarvi con le famose compagnie telefoniche? Bene se già lo siete fate questa prova:
All’atto di rinnovo della vostra polizza, attendete il preventivo che vi manda direttamente la compagnia.
A questo punto provate a fare un nuovo preventivo con la stessa compagnia come se non foste già cliente loro. Il prezzo è più basso.
Se avessi rinnovato il loro preventivo mi dovrei sentire derubato?
Signori, ma di che cosa stiamo parlando? Queste sono le discipline che detta il mercato, ovvero si tratta di libera concorrenza e di prodotto offerto in base al segmento di mercato al cui il cliente fa riferimento.
Mi sarebbe piaciuto leggere i vostri commenti prima della famosa deregulation dell’aviazione americana del 1978, o vivere le vostre emozioni quando un’azienda chiamata Omnitel ha ridisegnato le regole delle telecomunicazioni, oppure di un’azienda chiamata Air One e di cosa ha significato il suo ingresso nel mercato.
Buon Lavoro e Buon Revenue Management!
Riccardo Cocco
Commento da palingenius — 28 Settembre 2009, alle ore 10:45
Io trovo invece che un mercato senza regole crea solamente il caos: ed e’ quello che e’ puntualmente successo. Ringrazia l’Omnitel se adesso di tariffe telefoniche non si capisce niente, idem per quelle aeree e per quelle assicurative (tanto piu’ che che comunque le assicurazioni fanno cartello).
Intanto l’Omnitel se era un’azienda di grande successo perche’ si e’ venduta a Vodafone? E’ come se io apro un albergo lo avvio in poco tempo e lo vendo. Ho fatto l’albergatore o lo speculatore?
Il bilancio di AirOne parla da solo sul suo presunto “successo”!
Il settore danni delle assicurazioni e’ in perdita… e chi li paga? I vecchi clienti che non usufruiscono delle promozioni e che si vedono aumentata la polizza anche se non hanno fatto incidenti, oppure chi ha investito i suoi risparmi in speculazioni borsistiche (non lo hanno fatto solo le banche ma anche le assicurazioni).
In questo modo il mercato diventa pura speculazione per cui c’e’ uno che guadagna e cento che perdono.
Siamo cosi’ sicuri che chi salta sul nostro carro perche’ lo attiriamo con una promozione sara’ poi facile fidelizzarlo?
Credo che un imprenditore intelligente dovrebbe curare prima un cliente abituale invece che corteggiare uno che un giorno puo’ essere qui e quello dopo di la’.
Queste politiche sono di guadagno oggi quello che posso e domani speriamo bene, mi inventero’ qualcosa di nuovo.
Abbiamo sotto agli occhi quello che e’ successo e mi sembra che comunque si proceda avanti in questo senso… e che perseverare e’ diabolico!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Settembre 2009, alle ore 11:00
@anto4444,
ci sono strutture che hanno una forte connessione con il mercato di riferimento, dove l’oscillazione + o – 10 euro sul competitor fa la differenza, strutture per le quali il mercato è collegato alla visibilità in maniera stretta, e quindi al prezzo, quando ordinate dall’utente,
altre strutture una volta inquadrate nel mercato, se non è un mercato a visibilità forte (come ad esempio area fontana di trevi a roma, molto ricercato su booking.com) si muovono con saltuari monitoraggi della tariffa dei competitor,
S.
Commento da palingenius — 28 Settembre 2009, alle ore 12:23
@aldo
E invece purtroppo no!
Io non sto parlando per vie ipotetiche (forse c’e’… ci sara’…) sono constatazioni di fatto… non ho avuto alternativa: o vendevo a quel prezzo oppure restavo con la camera invenduta… Io sono in albergo praticamente ogni giorno… ho visto con i miei occhi: 5, 4 o 3 stelle non ha importanza (il cosiddetto “SERVIZIO”): l’imperativo e’: voglio pagare il meno possibile, perche’ i clienti si stanno abituando in tutto a fare cosi’.
Purtroppo per il prezzo si rinuncia al servizio: le Low Cost non funzionano cosi’? E appena esci dagli stretti vincoli che ti impongono ti fregano. Prova solo ad avere 10 gr. di bagaglio in piu’ e paghi 100 Euro, non fai il check-in on-line e paghi. Ve lo ripeto: dobbiamo diventare cosi’ anche noi?
Per fortuna non tutti i clienti sono ancora cosi’ e spero che appunto si rendano conto che in ogni caso e’ meglio che il prezzo sia chiaro anche se viene percepito elevato invece che basso ma pieno di insidie nascoste.
Commento da aldo — 28 Settembre 2009, alle ore 12:34
Se compro un albergo, lo avvio e lo rivendo guadagnandoci non sarò un albergatore ma nemmeno uno speculatore, se il termine sia stato in maniera dispregiativa. Sono d’accordo che il mercato libero crei efficienza e vantaggi al consumatore e di rimando al sistema nel suo complesso ma questo perchè per sua natura il mercato tende al massimo profitto, se i profitti si riducono significa che qualcosa non funziona. E’ ovvio che nessuno potrà impedire alla catena supergigante di vendere le camere a 10 euro e di adottare tutte le altre tecniche di vendita possibili, il mio dubbio è che alla lunga certe tecniche siano un suicidio finanziario e che molte strutture non abbiano i numeri necessari per reggerlo. Per questo ero curioso di vedere i numeri del fenomeno, dove era applicato, il numero di camere, i vantaggi in termine di fatturato, utili e presenze.
Commento da Riccardo Cocco — 28 Settembre 2009, alle ore 13:21
Signori,
VIVA DIO!
Ebbene se questi sono i risultati della libera concorrenza, ringrazio il cielo per poterne essere testimone!
Buon Lavoro e Buon Revenue Management!
Riccardo Cocco
Commento da palingenius — 28 Settembre 2009, alle ore 14:57
@aldo
In molti casi il mercato sta dimostrando che non riesce a tendere ad un equilibrio in questo modo:
Le Low Cost falliscono, molte catene supergiganti hanno debiti vertiginosi. Guardate i loro bilanci… i numeri per fortuna non sono chiacchiere. E comunque mi chiedo come tante aziende che in questi ultimi anni vantavano utili ed aumenti dei fatturati con percentuali a 2 cifre alla prima difficolta’ siano saltate per aria… O mentivano o erano dei colossi dai piedi d’argilla.
La speculazione puo’ essere vista come positiva o negativa ma non ha importanza: porta il mercato alla saturazione ed agli estremi. Mi spiego: accelerano il ciclo economico e lo spingono alla fine.
In questi ultimi anni ho notato molti investitori senza alcuna cultura nel settore che si sono lanciati nell’alberghiero credendo fosse un investimento redditizio e che permetta di rientrare subito dagli investimenti: non basta aprire un albergo e da domani cominci guadagnare tipo speculazione edilizia. L’albergo vive e va vissuto ogni giorno, specialmente in fase di start up. Secondo me e’ meglio che il ciclo economico sia piu’ lungo e stabile ma che permetta una pianificazione migliore che questa situazione in cui ci troviamo. Inoltre chi invoca il libero mercato non ha molto di cui fregiarsi: se non intervenivano gli Stati tirando fuori risorse pubbliche e indebitando ulteriormente il bilancio pubblico perche’ non e’ intervenuto esternando la sua opinione contraria? Scommetto che era il primo in fila per poterli prendere. Alla fine chi ha giocato a fare il grande manager del libero mercato ha scaricato le spese dei suoi errori di ignoranza e megalomania su tutti noi senza pagar dazio.
Commento da aldo — 28 Settembre 2009, alle ore 16:58
Se non c’è equilibrio le aziende falliranno e pagheranno i loro errori imprenditoriali, in piedi resteranno le aziende che stanno stare sul mercato, ed è giusto così. Il problema è quando qualcuno si mette nel mezzo e falsa questi risultati, allora son dolori. Sui finanziamenti pubblici con me sfondi una porta aperta, bisogna abbassare le tasse altro che dare i soldi ai soliti noti.
Commento da palingenius — 28 Settembre 2009, alle ore 17:57
Ma infatti sarebbe giusto che le aziende che non possono stare sul mercato chiudano o si ridimensionino pero’ invece non succede specialmente per qualcuno…Almeno in America ed in Gran Bretagna certe banche le hanno fatte fallire… qua invece hanno in mano tutto il sistema economico…
Commento da Anto4444 — 28 Settembre 2009, alle ore 20:04
palingenius
il viaggio mi è costato 2 centesimi in tutto. Certo non ho fatto l’assicurazione e viaggio solo con bagaglio a mano, ma viaggio gratis signori!! è incredibile quanto sia incredibilmente non credibile questa politica tariffaria.
Commento da Anto4444 — 28 Settembre 2009, alle ore 20:10
palingenius i tuoi post sono assolutamente condivisibili, complimenti.
Commento da palingenius — 29 Settembre 2009, alle ore 09:04
@anto4444
@luciano
Vi ringrazio, io esprimo il mio punto di vista personale su argomenti che ci interessano a tutti e confrontarmi con le Vostre opinioni ed esperienze e’ sempre utile perche’ e’ giunta l’ora che la smettiamo di subire in silenzio tutto quello che ci viene propinato. Noi, tutte le situazioni relative al nostro ambito, le vivamo realmente tutti i giorni, in albergo praticamente 365 giorni all’anno, pertanto presumo che abbiamo cognizione di causa!!
Commento da aldo — 29 Settembre 2009, alle ore 18:21
esatto palingenius, come vedi l’intervento sulle dinamiche del mercato diventa spesso il problema e quasi mai la soluzione ..