Live from BTO ’09: “Will merchant models websites become search engines?” – Expedia, Travelzoo, Mobissimo, Orbitz
17 Novembre 2009Ore 17.00 – BTO secondo giorno
Expedia, Mobissimo, Travelzoo, Orbitz, HRS trattano il tema delle OTA come veri e propri “motori di ricerca” di viaggio.
Diventeranno davvero motori di ricerca? O lo sono già?
Expedia dichiara: “Siamo sicuri che offrire le migliori possibilità di ricerca e di risultati agli utenti sia il segreto del successo delle OTA. Expedia offre 348.000 strutture solo in nell’Europa Occidentale. Le promozioni convertono molto bene sul sito, ed anche le recensioni sono tra le più lette a livello internazionale. Spesso la OTA è il miglior strumento di marketing per una struttura alberghiera”.
Mobissimo ricorda la propria strategia: “Noi non vediamo niente. Non solo permettiamo agli utenti di trovare le migliori offerte online, ma diamo raccomandazioni e diamo agli utenti la possibilità di avere un miglior quadro sul mercato turistico online”.
Sembra idea comune tra i relatori che, rispetto ai motori di ricerca, le OTA offrano un valore aggiunto: non possono essere considerate solo semplici motori di ricerca.
Gli utenti sono sempre più preparati ed esigenti: OTA e meta motori di ricerca possono offrire diversi sistemi e diverse possibilità agli utenti per trovare soluzioni sempre più raffinate.
Commento da Duccio Innocenti — 18 Novembre 2009, alle ore 20:41
secondo me sono le ota il miglior motore di ricerca per strutture ricettive dove è possibile fare ogni sorta di ricerca e trovare velocemente ciò che si cerca con tanto di recensioni affidabili.
Quindi una presenza di qualità in termini di tariffe, popolarità, testi, immagini ecc. offre benefici enormi al brand e quindi al sito diretto che se ben strutturo può convertire in prenotazioni a marginalità totale il traffico proveniente da questi cari e a volte carissimi soci…
alla BTO abbiamo parlato tanto di disintermediazione ma… occhio a non esagerare…
Commento da Riccardo Cocco — 18 Novembre 2009, alle ore 23:43
Duccio, concordo pienamente!
Certo che ricevere tutte prenotazioni dirette sarebbe la terra promessa di ogni albergatore, ma è impraticabile e fuori logiche commerciali.
Relativamente alle recensioni affidabili. Avrei qualche perplessità:
#1 a Roma: Hotel 2 stelle con 7 camere;
#1080 a Roma: Hotel 3 stelle con 70 camere.
Le recensioni sono sicuramente importanti ma a mio avviso per avere una risposta che realmente corrisponde alla realtà dovremo attendere ancora molto tempo e maturare nell’utilizzo di questi strumenti.
Non sono poi d’accordo sul fare una classifica di gradimento, vi sono talmente tante variabili che influiscono che razionalizzarle in una fredda classifica non ha senso.
Chi dice che un libro di Coelho sia meglio o peggio di uno di Grisham?
In aggiunta dobbiamo anche considerare il fatto che mediamente su 100 clienti, 90 si sono trovati bene di cui 1 scrive positivamente. 10 Si sono trovati male e 10 scrivono. Se prima dell’avvento dei siti di recensione una persona che si è trovata male ne parlava a 10 suoi conoscenti, con i siti di recensioni, l’audience presunta è di miliardi di persone. Ripeto, sono favorevole a questo tipo di informazione ma occorrerà lavorarci per renderla credibile e veritiera.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 19 Novembre 2009, alle ore 12:05
Naturalmente non sono d’accordo 😀 non si tratta di motori di ricerca ma di un’altra cosa, basta dire che l’ordine dei risultati di quei portali è sempre falsato da obiettivi commerciali delle OTA, un motore di ricerca deve essere imparziale e basarsi su algoritmi matematici. Per quanto riguarda i commenti degli ospiti sono utilissimi e assolutamente veritieri ma bisogna saperli leggere perché esprimono la rispondenza ad un’aspettativa e non un valore assoluto : se vado in un 5 stelle lusso criticherò anche il vociare del bambino non educato seduto al tavolo di fianco, se vado in due stelle sarò stracontento se trovo l’adsl free. Ecco spiegato perchè un due stelle può essere benissimo il primo a Roma e un tre stelle ultimo mentre il numero di camere non c’entra un tubo, anzi meno sono per la qualità del servizio meglio è, per il semplice motivo che gestire poche camere e pochi clienti è molto più facile che gestirne centinaia.
Commento da Riccardo Cocco — 19 Novembre 2009, alle ore 14:39
Chissà com’è ma che aldo non fosse d’accordo lo avevo immaginato!
Peccato che non ho le stesse capacità divinatorie quando si tratta dei numeri del superenalotto 🙁
Un motore di ricerca deve essere imparziale: bene, quindi google non è un motore di ricerca secondo la tua teoria. Google tutto è meno che imparziale.
Per essere imparziale non dovrebbe ricevere pagamenti a fronte di un posizionamento privilegiato, per essere imparziale non dovrebbe tener conto se sono un bravo programmatore capace di indicizzare al meglio il mio html piuttosto che un neofita che crea il suo sito tramite geocities….
Quindi signori, non esistono i motori di ricerca!!
A parte le ilarità varie, un motore di ricerca, a mio avviso, è un sistema dove in funzione di variabili impostate dal “ricercante” offre risposte compatibili con le suddette variabili, a prescindere dal posizionamento privilegiato o meno (anche perchè il posizionamento [nel caso di expedia per esempio] può anch’esso essere filtrato).
Per venire alla veridicità o meno dei commenti, ti pregherei di verificare quanto contenuto qui:
http://www.bookingblog.com/recensioni-utentisul-sito-dellhotel-2-idee-per-renderle-piu-credibili/#more-797
Proprio perché le aspettative di un cliente che soggiorna in un 5 stelle sono ben diverse da quelle di un cliente che soggiorna in un 3 stelle, crearne una classifica non basata su un fattore accomunante non ha senso. Come si dice: “apples with apples”.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 19 Novembre 2009, alle ore 16:53
Quello che ho sempre pensato è avere i giudizi che provengono dai panel di persone uguali a me,
e questo è nel web 2.0
io voglio il giudizio della colazione di un hotel dato da una persona che magna come no sfonnato, se il giudizio è dato da una vegetariano di 55 kg, e diche che la colazione era ottima, per me non va bene, solo che io NON SO chi si cela dietro il giudizio,
il problema dei giudizi a mio avviso oggi immaturi risiede proprio nell’anonimato delle persone che li lasciano, intendendo per anonimato la mancanza di connotati che ne classificano la tipologia sociale lo stile di vita, il modo di essere e di pensare,
coppie con figli grandi, coppia giovane, amici in vacanza sono per me classificazioni vaque.
S.
Commento da aldo — 19 Novembre 2009, alle ore 18:03
E pensa te l’ilarità quando leggerai che invece google è proprio un motore di ricerca, lo è al punto che i risultati a pagamento sono ben distinti dai risultati degli algoritmi matematici che naturalmente premiano i bravi programmatori che privilegiano i contenuti e penalizzano chi spamma. Nei portali invece lo OTA organizzano il portale per avvantaggiare chi pare a loro e di solito sono quelli che gli garantiscono più soldi. Tutto lecito ci mancherebbe e indubbiamente un servizio utile ma nulla a che vedere con un motore di ricerca. Per i commenti le classifiche sono sempre ingiuste ma quando il tutto si sintetizza con un voto, sono inevitabili. D’altra parte se un 4 stelle da 80 camere non è capace di rispettare le aspettative della sua clientela e prende tutti 5 non è un male che un cliente si incuriosisca e vada nel tre stelle di 15 camere con la media del 9. Sai che lagna se tutto fosse deciso a tavolino ancora prima di cominciare ?
Commento da Riccardo Cocco — 19 Novembre 2009, alle ore 19:52
Aldo,
quanto è divertente leggere i tuoi post!
Vediamo, provo a seguire il tuo pensiero:
1)google diversifica gli ad a pagamento da quelli free, diciamo che ci sto.
2) google premia i bravi programmatori e scapito degli spammers, ci potrei stare? mah! diamogliela buona, anche se il “non bravo” programmatore (non-spammer) in questo caso non è messo sullo stesso piano del professionista.
Le OTA non sono motori di ricerca:
Dunque, ho cercato, rigirato e ricercato. Ecco il risultato:
“Cos’è un motore di ricerca:
Un motore di ricerca è un servizio fornito attraverso un sito web che permette di effettuare ricerche all’interno delle pagine che il motore ha indicizzato e analizzato.
Il motore di ricerca basa il proprio funzionamento sull’utilizzo di “parole chiave” che permettono all’utente di specificare gli argomenti da cercare all’interno dei siti.
Alcuni motori permettono inoltre di effettuare ricerche avanzate, come ad esempio la ricerca di una frase specifica, la ricerca all’interno di un particolare sito oppure la ricerca di determinati tipi di documento (filmati,audio,immagini).
I motori di ricerca sono la principale fonte di visitatori per gran parte dei siti presenti sulla rete, ed è per questo motivo che aumentare la propria visibilità in rete è fondamentale per chiunque abbia la necessità di vendere i propri prodotti o dare spazio alle proprie iniziative.”
fonte: marketinginformatico.it
Analizziamolo:
il motore di ricerca attraverso delle parole chiave (nel nostro caso potrebbero essere: città, numero di stelle, vicinanza ad una location particolare etc.) fornisce il risultato all’interno delle pagine che ha indicizzato ovvero all’interno di un database.
Fin qui non trovo differenze.
Alcuni motori di ricerca permettono delle ricerche specifiche, magari nel nostro caso potremmo accomunarlo alla ricerca di un hotel con piscina o con palestra, oppure con un campo da golf o che abbia la connessione gratuita ad internet per interagire con aldo su bookingblog durante la vacanza….
Anche qui la differenza non la trovo.
Ecco! Ho trovato! Eureka!
La differenza è che tra google e expedia, expedia non diviene la principale fonte di visite sul sito proprietario dell’albergo. Caspita! Come ho fatto a non pensarci prima?
Si, in effetti expedia non è un motore di ricerca!
Expedia (le OTA in generale intendo, spero che nessuno si sia offeso) è qualcosa di più!
Le OTA sono una banca dati di informazioni che possono generare risposte in funzione delle singole e più complesse necessità dell’individuo. Sono una cartina tornasole che mi permette di non perdermi all’interno dell’immenso mare di internet andando a trovare cosa nello specifico sto realmente cercando.
LE OTA NON SONO MOTORI DI RICERCA!
LE OTA SONO CONSULENTI DI VIAGGIO!
Aldo, hai ragione!
Per i commenti sui sitemi tipo tripadvisor sinceramente siamo talmente distanti che non ti infastidisco dicendoti che le banane si misurano con le banane e non con i carciofi, ti piacerebbe comprare un Cynar e scoprire che ha il sapore di banana split??!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 19 Novembre 2009, alle ore 19:56
@Stefano:
alcuni commenti ricevuti proprio in tema di breakfast.
Assodato che forniamo un buffet di prima colazione di circa 35 metri.
Con:
Caldi;
Freddi;
Dolce;
Salato;
Ipocalorico;
Senza colesterolo;
Spremute fresche fatte al momento;
Succhi;
scriverei per 16 pagine,
c’è chi si lamenta e scrive un complaint lungo una quaresima solo perchè: la marca dello yogurt non è quella che lui utilizza a casa!!!
E lo stesso tizio ha dato un valore bassissimo sul commento in internet.
Mi posso basare su questi sistemi? Ancora no, è troppo presto.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Duccio Innocenti — 19 Novembre 2009, alle ore 19:58
@Riccardo
si io credo che la disntermediazione sia un concetto utopico e trovo nel buon posizionamento suoi portali un grande valore per il sito diretto.
a mio parere le ota vanno viste come soci, magari un pò esosi, ma che saputi sfruttare offrono un valore immenso in termini di visibilità.
addirittura un canale diretto troppo forte può creare problemi di visibilità sui portali che tra i criteri di poszionamento considerano anche il venduto dell’hotel.
Commento da aldo — 20 Novembre 2009, alle ore 00:10
😀 😀 😀 guarda che ti confondi, ti assicuro che le Ota non sono motori di ricerca, come non lo sono le Pagine Gialle, come non lo è Open Directory. Il fatto che usino un motore di ricerca interno per trovare le strutture inserite non le trasforma certo in motori di ricerca. Le OTA non fanno nulla di speciale, utilizzano informazioni già presenti in rete e le diffondono rivendendo a 150 la visibilità che comprano a 100. Fino a quando Google non si sveglia e comincia a fare bene il suo lavoro su determinate serp, ci tocca tenercele (tranquillo Riccardo, non lo farà presto, non gli conviene). Sono d’accordo con Innocenti, devono essere considerate come un socio, al 50% degli utili, che cerca d’imporre le strategie e non partecipa alle perdite.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 20 Novembre 2009, alle ore 08:34
prendo spunto dal posto di Riccardo,
per ridire proprio che le OTA danno due servizi:
vendita camere e pubblicità,
adesso vorrei che tutti gli albergatori facessore un bel gioco,
andata a prendere le commissioni dell’ultimo mese pagato al portale x, con booking fate prima perchè il dato è già estrapolato, entrate nel gestionale del portale e andate a vedere quanti (potenziali) clienti vi hanno visitato, dividete ora il valore della commissione pagata per i clienti e avrete il costo per contatto generato dalla visibilità del portale, quanto vi sarebbe costato ottenere la stessa visibilità con altri canali specifici?
S.
Commento da Riccardo Cocco — 20 Novembre 2009, alle ore 10:13
@Aldo:
infatti, se hai letto bene il mio post, ho dichiarato pubblicamente che hai ragione.
Le OTA non sono motori di ricerca, sono consulenti di viaggio!
Scusami mai hai commesso un errore di valutazione, le OTA non comprano visibilità come hai espresso nel tuo post. Le OTA mettono in contatto una fascia di clientela con la struttura ospitante, operazione che sarebbe altrimenti improponibile, impossibile, assurda nei suoi investimenti se individuali.
Si chiama intermediazione. Lo riconosciamo almeno questo?
Loro chiedono delle commissioni elevate?
Da che mondo è mondo, la qualità si paga.
Mi spieghi come mai una Lamborghini non costa come una FIAT?
Mi spieghi perchè un anello d’oro se fatto da un artigiano costa un terzo rispetto ad uno marcato Damiani?
Allo stesso modo, se vuoi un servizio di qualità, dove come qualità si intende anche l’ampiezza dell’onda generata dalla cassa di risonanza, lo devi pagare, altrimenti vai al Discount, dove non è detto cha la qualità sia inferiore ma certamente dovrai avere delle aspettative diverse.
Le OTA non fanno nulla di speciale? Io andrei a verificare i loro investimenti in web marketing e/o marketing tradizionale. Ti assicuro che ci sono molti zeri da contare….
Quanti zeri avresti tu con la tua struttura da poter investire?
Sono proprio curioso di vedere il risultato della tua struttura in funzione dell’esercizio suggerito da Stefano.
Aldo, permettimi, se bookingblog scrivesse un articolo sullo strapotere dell’ENEL e/o di tutte le aziende fornitrici di energia (ovvero di tutti i fornitori dell’azienda) dove si pagano bollette consistenti, considereresti l’ipotesi di scaraventarti anche su di loro? E se la risposta fosse si, perchè ancora non hai sollevato il problema?
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 21 Novembre 2009, alle ore 08:12
E meno male che ti sei ravveduto 😀 per l’Enel aspetto solo l’articolo, son davvero curioso di vedere se qualcuno interverrà a difendere le bollette assurde sostenendo che la qualità, come la Lamborghini, si paga. A parte gli scherzi, Riccardo, resto della mia idea, che so essere fastidiosa, non fanno nulla di speciale e non saranno loro a salvare il business dell’ospitalità, i loro investimenti colossali, che paghiamo noi, servono a fargli conquistare il mercato a scapito dei concorrenti e dei canali tradizionali, di fatto rendendo più costoso il canale dell’intermediazione che è sempre esistito. Mi pare che i dati dimostrino che non riescano a stimolare in maniera efficace la domanda, mentre loro aumentano la quota nel mercato occupando tutti gli spazi possibili, il numero totale di prenotazioni del settore resta fermo. Sia ben chiaro, molti complimenti a loro per l’idea imprenditoriale e la lungimiranza, ma per l’apologia aspetterei un bel po’.
Commento da Riccardo Cocco — 21 Novembre 2009, alle ore 20:13
Aldo:
non mi sono ravveduto, avevo solo una limitata visione delle OTA che grazie a te mi si è ampliata andando ad occupare il giusto posto.
La tua non è un’idea fastidiosa, è solo anacronostica e limitata alla tua realtà.
Sul “non fare nulla di speciale” ho già speso molto tempo nel tentare di spiegare cosa fanno le OTA, quindi ti rimando a tutti i miei precedenti post.
“non saranno loro a salvare il business dell’ospitalità”
E chi ha mai asserito questo? Non è che cominci a vedere nelle OTA dei poteri soprannaturali?
QUali reputi essere un canale tradizionale?
Quali dati dimostrano che non riescono a stimolare la domanda in modo efficace? C’è uno studio? Mi piacerebbe leggerlo.
Se il numero totale di prenotazioni resta fermo, presumo tu ti riferisca alle prenotazioni ricevute dalla tua struttura, stai dicendo che con le OTA o senza le OTA hai lo stesso numero di prenotazioni, allora perchè ti preoccupi delle OTA? Non firmare il contratto che tanto il business per te macina lo stesso, no?
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 22 Novembre 2009, alle ore 19:36
Visione sbagliata, non limitata, i motori di ricerca sono un’altra cosa. Per “speciale” io intendo qualcosa che se scomparisse all’improvviso se ne sentirebbe la mancanza. I poteri soprannaturali delle OTA speravo me li illustrassi tu, tutte le volte che ne parli sembri quasi commosso dall’emozione :-D, io decenni fa non mi sarei lanciato in giudizi entusiastici nei confronti dell’elenco del telefono perché le persone per prenotare usavano quello, faccio altrettanto con le OTA. Che non stimolino la domanda è palese e non mi riferisco alla mia struttura, è un discorso generale, negli ultimi anni sono aumentate in maniera esponenziale le prenotazioni effettuate tramite OTA mentre il numero totale delle prenotazioni è aumentato di pochissimo (se non è calato). Se hai dei dati contrari pubblicali, sarò lieto di essere smentito, magari salta fuori che la crisi non esiste. I miliardi che investono non servono a stimolare nuova domanda ma ad intercettare quella che esiste già e che da altri canali si sta spostando in massa verso Internet, per poi dopo rivenderla a noi con gli interessi. Un business strepitoso, prova ne sia che in periodo come questo, mentre tutti fatichiamo, i loro utili volano. Ripeto, bravissimi e complimenti a loro per la lungimiranza, ma considerato che questo comporta un aumento dei costi d’intermediazione fatico ad entusiasmarmi. A maggior ragione quando mi accorgo che più guadagnano e acquistano potere, più pretendono di dettare scelte strategiche che non gli competono e a limitare i miei spazi di manovra. L’ultima domanda è mal posta, non ho mai detto che “con o senza Ota” le prenotazioni restano le stesse, il con o senza Ota l’hai aggiunto tu. Ti ripeto, le prenotazioni restano le stesse (o calano) e la quota OTA diventa sempre più influente, i costi aumentano e per essere concorrenziale devo abbassare i prezzi. E, se non voglio chiudere, non posso non firmare. Che bazza eh ? 😀
Commento da Riccardo Cocco — 22 Novembre 2009, alle ore 21:25
Visione sbagliata? Ma non è che sei parente della Wanna Marchi che solo hai tu le visioni giuste?
“Che non stimolino la domanda è palese e non mi riferisco alla mia struttura, è un discorso generale, negli ultimi anni sono aumentate in maniera esponenziale le prenotazioni effettuate tramite OTA mentre il numero totale delle prenotazioni è aumentato di pochissimo (se non è calato). Se hai dei dati contrari pubblicali”
Non leggo dei riferimenti a studi concreti, e nemmeno a tuoi studi, sono solo tue visioni domenicali?
Se per essere concorrenziale l’unica cosa che tu puoi fare è abbassare i prezzi, beh, caro amico, stai messo male eh!!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 23 Novembre 2009, alle ore 14:54
“Negli ultimi 10 anni la domanda complessiva è cresciuta dell’1,4% l’anno” fonte Rapporto Annuale Federalberghi del 2008 (e lasciamo stare il 2009 che è un’ecatombe), se vuoi possiamo guardare il trend di crescita delle OTA negli ultimi 10 anni, così verifichiamo a cosa sono serviti gli ingenti investimenti pubblicitari. A proposito, in questi giorni leggevo una dichiarazione di Bocca che parlava di costi d’intermediazione elevati e fuori controllo, che ci vuoi fare, il solito italiota, frignone e irriconoscente.
Commento da Riccardo Cocco — 23 Novembre 2009, alle ore 16:40
“Oste, com’è il vino?”
Spero che chi ti legge si ricordi che tipo di diffusione aveva internet (e di conseguenza le OTA) 10 anni or sono….
Per tua opportuna conoscenza nel 1997 nel mondo solo il 2% della popolazione mondiale utilizzava internet. Nel 2007 il 22% della popolazione mondiale. Forse questo dato ti chiarisce meglio le idee sul tipo di espansione che internet ha generato in tutti i mercati, anche quelli nuovi.
Io, guarda caso, ho altri dati, e mi piacerebbe condividere con te il calo 2007 vs 2008 su Roma, per esempio:
(2008 vs 2007)
Occ.%: -13.1%
AHR: -5.3%
RevPAR: -17.5%
Fonte: Smith Travel Research.
Quindi, amico mio: “Oste, com’è il vino?”
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 24 Novembre 2009, alle ore 17:48
Esatto Riccardo, dal 1997 la gente ha cambiato (e sta cambiando, e cambierà sempre di più) il mezzo con il quale prenota, proprio come ti dicevo. E quando parlavo di “lungimiranza” intendevo la capacità imprenditoriale di alcuni d’anticipare questa tendenza.
Commento da Riccardo Cocco — 1 Dicembre 2009, alle ore 19:46
E allora il Sig. Expedia che ha fatto se non sistematizzare un bisogno del mercato?
Buon lavoror e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Ischia — 14 Dicembre 2009, alle ore 09:26
Salve, sono stato all’ultimo convegno a sorrento il whr ed ho scoperto tante cose che fino a prima mi erano sconosciute.
Premetto con il dire che sono sia albergatore che OTA visto che gestisco alcuni portali di prenotazione della mia zona ed ora stiamo uscendo con uno mondiale.
Quello che volevo chiedervi e’:
Per poter lavorare in santa pace ho dovuto prendere la licenza di agenzia di viaggi e tour operator ma io non sono aperto al pubblico con un ufficio o negozio, tutto il mio lavoro viene online.
Oltre a questo pago un direttore tecnico (sperando che il 21 dicembre passo l’esame).
Un’ota tipo expedia, booking.com ecc hanno queste licenze e pagano un direttore tecnico? Io lo faccio ma magari potrei risparmiare qualcosa ogni anno…
Grazie
Roberto
Commento da riccardofracassi — 14 Dicembre 2009, alle ore 14:56
Direttore Tecnico o licenza non lo so se lo hanno. In compenso ti volgio mettere un altro dubbio: l’iva dove e come viene pagata?
Commento da AllaDolceVita — 31 Gennaio 2010, alle ore 11:41
Salve a tutte e tutti,
alle OTA piacerebbe molto essere considerate come motori di ricerca turistici….raggiungerebbero l’obiettivo di monopolizzare il ricco mercato delle prenotazioni turistiche.
Le OTA, per loro natura NON sono egualitarie ed imparziali: danno maggiore visibilità a chi paga di più , o come fa abusivamente ed illecitamente Expedia tramite Tripadvisor, listano tutte le proprietà solo per veicolare meglio il flusso di prenotazione verso le strutture che pagano meglio.
Per il Sig. Duccio: lei definisce le OTA come dei soci, ma le ricordo che la società è una fattispecie giuridica che presuppone la volontà di entrambe ( o più ) parti.
Quando parliamo di Expedia-Tripadvisor, solo per fare un esempio a caso :- ) , stiamo parlando di un socio abusivo o meglio, di un parassita!
Un invito alla riflessione: da quando è stato offerto, come principale elemento di distinzione, il prezzo, è stato perpetrato un irresponsabile appiattimento delle strutture turistiche, fatalmente amplificato dalle recensioni anonime e false .
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da Ischia — 31 Gennaio 2010, alle ore 17:06
Salve ragazzi, non volevo aprire una polemica sull’essere parassiti o meno, alcuni alberghi ci possono giudicare tali, altri no, dipende sempre dalla commissione che uno chiede e dal fatturato che gli si produce.
Ad ogni modo io non ho questo problema, ho un ottimo rapporto con tutti gli hotel che collaborano con noi, poi magari puo’ succedere che io rubo una prenotazione all’hotel o che l’hotel ruba la prenotazione da me, che nella maggior parte dei casi e’ cosi, perche’ tutti gli utenti magari vedono i prezzi sul nostro network di siti e poi vanno a prenotare direttamente sul sito dell’hotel e ci puo’ stare.
Rispondendo alla domanda di riccardofracassi dico:
Io ho la licenza di agenzia di viaggi e tour operator, mi pare che in passato venere non avesse nessun tipo di licenza, il mio problema e’ pagare un direttore tecnico anche se in questi giorni faro’ io l’esame a Napoli sperando di passarlo.
Proprio in virtu’ del fatto che venere non aveva nessun tipo di licenza mi chiedevo se a sto punto non serviva nemmeno il direttore tecnico… ora non so se hanno ambedue le cose.
Per il regime iva applicato e’ quello ordinario al 20%, solo nel caso in cui il cliente paga tutto a noi emettiamo fattura 74ter, ma nel 90% del nostro fatturato emettiamo fattura al 20% di iva.