L’importanza di fare “blogging”
30 Aprile 2009Ne abbiamo parlato anche al corso Travel 2.0-Academy Days, il 23 e 24 aprile a Sorrento: nell’intervento “Facebook non ha ammazzato i blog!”, è stato spiegato quando e perché ha senso aprire un blog aziendale, in particolare (ma non solo) nel settore turistico.
E’ importante chiarire che cosa sia un blog e come si differenzi dal forum, perché spesso su questo punto si creano malintesi ed è bene ricordare che si tratta invece di due strumenti con tratti distintivi diversi e con finalità comunicative diverse.
Il forum è una piazza virtuale in cui tutti i soggetti hanno un ruolo paritario e possono proporre liberamente l’argomento o la domanda di cui trattare. Il blog invece è un “diario” personale, uno spazio appartenente a un solo titolare – può trattarsi di una persona o di un brand –, che sceglie il tema e comunica a una pluralità di soggetti, che a loro volta hanno la facoltà di rispondere o commentare.
Aprire un blog è un ottimo modo per comunicare con un pubblico scelto e fidelizzare i clienti, ma la sua essenza è fondamentalmente non-statica, dunque acquisisce un significato solo e soltanto se lo si crea e lo si gestisce con attenzione e perseveranza, non come mero strumento pubblicitario, ma come reale piattaforma di comunicazione con gli utenti target a cui si intende rivolgersi.
Il “blogging” come forma di marketing
Aprire un blog “ha senso” per svariati motivi, primo fra tutti perché, come dimostrano alcune recenti statistiche a livello internazionale, la gente ama scrivere e soprattutto leggere i blog.
Il “blogging” rappresenta oggi per chi si occupa di marketing una nuova opportunità di influenzare – e monitorare – conversazioni potenzialmente rilevanti per la propria attività, che non dovrebbe essere ignorata.
Lo dichiara Paul Verna, senior analyst di eMarketer, che nei suoi ultimi studi sui social media, ha rilevato la crescente importanza assunta in US dai blog: quelli personali, quelli nati sui social network, i blog legati ai siti di e-commerce, quelli dei maggiori media e i microblogs di Twitter.
Queste conversazioni continueranno con o senza la partecipazione degli esperti di marketing, ma chi vi prenderà parte – sia attraverso i propri siti che nei siti altrui a nome del proprio brand – si aggiudicherà un posto a tavola”.
Nessuna strategia marketing ottiene successo se non è ritagliata addosso all’utente, ma per fare questo è assolutamente necessario comunicare all’utente e, meglio ancora, ascoltarlo.
I blog: nuovi media tradizionali
Richard Jalichandra, CEO di Technorati ha dichiarato che i blog stanno assumendo un peso sempre maggiore nell’informazione, tanto da essere ormai considerati “media tradizionali”, al pari della tv e dei quotidiani, mentre i media tradizionali, come ad esempio il New York Times, continuano a crescere creando loro stessi dei blog che si affiancano al sito ufficiale come nuovo canale di informazione.
Al momento, sono 27,9 milioni gli Americani che hanno creato un blog aggiornato almeno una volta al mese, circa il 14% della popolazione Internet statunitense, ed entro il 2013 si prevede che saranno saliti a 37,6 milioni.
Tabella 1: i bloggers dal 2008 al 2013
Ancora di più sono i lettori di blog: eMarketer stima che entro il 2013 gli utenti americani che leggeranno blog almeno una volta al mese saranno ben 128,2 milioni, pari al 58% dei navigatori totali in America.
Cifre che fanno riflettere sulle tendenza future: prevedibilmente il numero dei bloggers, sia autori che lettori, continuerà a crescere anche in Europa e in Asia, dove le stime sono già altissime.
Basti pensare che solo nel marzo 2008 il motore di ricerca blog Technorati superava i 9 milioni di visitatori, gli utenti blog in Giappone ammontavano al 74% degli utenti totali e anche in Italia i lettori di blog si aggiravano già intorno ai 3 milioni.
Il blog turistico: 3 buoni motivi per fare “blogging”
Aprire un blog e abbandonarlo a se stesso può essere una mossa nociva per lo stesso brand, che perde credibilità e affidabilità, ma realizzarlo e gestirlo, tenendolo aggiornato, monitorando i post degli utenti e moderando le discussioni, ha un costo in termini di spesa, di tempo, di impegno.
Solitamente, gli alberghi che decidono di aprire blog sono strutture di grandi dimensioni, di categoria medio alta o catene alberghiere, ma ci sono casi di successo anche tra le piccole strutture.
Perché un albergatore dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di creare un “corporate blog” quando ha già un sito ben fatto? Il blog aziendale può affiancarsi efficacemente al sito ufficiale, permettendo di comunicare ai clienti in modo più diretto e migliorando la visibilità e il posizionamento del brand online:
- La reputazione
Secondo le stime di Google, oggi il 61% degli utenti controlla i consigli ottenuti su blog e chat prima di acquistare servizi e prodotti e il 30% considera queste recensioni una fonte più autorevole e credibile dei siti aziendali, delle tv e dei quotidiani.
Partecipare quindi alla vita dei blog e dei Social Network è il modo migliore per monitorare cosa si dice sulla propria attività e può diventare un utile strumento per diffondere una buona visione della propria offerta e colmare possibili lacune comunicative con i clienti. - La visibilità e il posizionamento
Google e gli altri motori di ricerca indicizzano i contenuti dei blog sulla base dei fattori “trust, reputation, authority, PageRank and high quality”. Dunque riuscendo ad acquisire buona reputazione, autorità e affidabilità, lavorando al contempo sul link building e l’article marketing, il blog può ottenere alti livelli di posizionamento. - Un’immagine più umana
L’azienda o la struttura turistica spesso appaiono come entità astratte con cui risulta difficile entrare in contatto. Crearsi un’identità online e dare la possibilità agli utenti di interagire direttamente, di chiedere informazioni, porre quesiti o semplicemente esprimere un parere, contribuisce a creare un’immagine più calda e umana, e dunque più affidabile e sicura, dell’attività.
Alcuni esempi di hotel blogs
Se un hotel decide di realizzare un blog, è chiaro che questo non potrà parlare solo dell’hotel: per acquisire la visibilità che cerca, deve per prima cosa avere dei contenuti utili e rilevanti per la clientela a cui ci si rivolge.
Dunque la prima domanda da porsi è: di cosa si vuole parlare? In che tono? Come si può incuriosire la gente e allo stesso tempo farla interessare all’hotel?
Ecco alcuni esempi di blog alberghieri che a nostro avviso hanno capito come fare:
- L’Opus Hotel di Vancuver ha realizzato un blog interessante e alla moda, in cui tratta svariati argomenti. Accanto ai link ben visibili al sito ufficiale dell’hotel, si parla delle tendenze dell’industria alberghiera, si propongono test divertenti (es: Quale stanza è più adatta alla vostra personalità?), aneddoti interessanti, si commentano gli ultimi eco-trends nel turismo. Il tutto, all’occasione, con riferimenti all’hotel, video e foto.
E la gente apprezza, commenta e soprattutto si ripromette di passare una notte all’hotel: Kathy dice “La prossima volta che passo da Vancouver devo senz’altro fermarmi all’Opus e sperare che Mr Craig (ndr: il responsabile del blog) sia sul posto. Siete senza dubbio il GM più simpatico al mondo!”; Mike dice: “Hey che bella recensione… devo riuscire a venire all’Opus prossimamente. Di solito mi fermo nel West Vancouver!”. - Il Chelsea Hotel di New York si è creato un vero e proprio hotel-alter ego su Second Life, con tanto di foto virtuali condivise su Flickr e mostrate sul blog ufficiale: una trovata senz’altro divertente e coinvolgente per gli utenti. In modo aperto e colloquiale, tratta anche di persone famose, artisti, scrittori, che si sono fermati all’hotel o hanno vissuto nelle vicinanze, e di eventi legati all’albergo stesso e alla zona in cui si trova.
- Nel frequentatissimo blog della catena Marriot Hotel, Bill Marriot, presidente e CEO della Marriot International, condivide gli eventi, gli anniversari degli hotel e persino la nascita del nuovo nipotino con tutti i navigatori.
E sono in molti i clienti che si rivolgono a Bill come a un amico: Kevin e Bridget Corcoran commentano “Le nostre più care congratulazioni per questa meravigliosa nascita. Siamo clienti del Marriot da 40 anni e ormai anche noi ci sentiamo parte della famiglia. Un caloroso saluto”.
Quando si dice saper parlare alla gente e fidelizzare il cliente…
In definitiva, c’è più di un buon motivo per aprire un blog aziendale, ma prima di lanciarsi nell’impresa, è fondamentale chiarirsi bene le idee sul tipo di blog da proporre, sui contenuti, sul modo di rivolgersi agli utenti, ma soprattutto bisogna essere certi di poter investire molto tempo nell’aggiornamento dei contenuti e garantire una presenza costante e attiva.
Soprattutto, ci vuole tempo perché un blog venga conosciuto e generi dei commenti, quindi la prima regola è non abbattersi e continuare a provarci!
Fonte: Travel 2.0 Academy Days (evento)
Fonte: eMarketer
Commento da Anto4444 — 1 Maggio 2009, alle ore 01:12
Bello!
mi piacerebbe aver un blog.. ma come avete detto bene servirebbe troppo tempo. sarebbe un costo importante.
e poi facciamo maturare ancora un po gli italiani. i miei clienti per esempio non mi sembrano ancora pronti per essere interessati a un blog. Poi come minimo lo si dovrebbe tradurre in qualche lingua.. e il lavoro si duplica ecc ecc.. insomma un veor investimento!!
Cmq l’idea è bella buona e efficace. Chi ha tempo passione e voglia provi e ci faccia sapere.
PS ma quanta fatica per vender ste camere.. una volta era più facile..
Commento da filippo — 4 Maggio 2009, alle ore 12:10
Beh, non direi che si tratti di un grosso investimento…
La piattaforma di blogging più famosa “WordPress” è gratuita. Se hai già un tuo sito web, assicurati che sia ospitato su uno spazio Linux e che abbia i requisiti per l’installazione di wordpress (quasi tutti ce li hanno).
Poi inizi a scrivere i post, oltre all’italiano anche in inglese (lingua che ogni albergatore dovrebbe saper parlare e scrivere correttamente).
Il gioco è fatto…
Se i tuoi clienti arrivano via internet dal tuo sito web, allora significa che sono pronti anche a leggere i tuoi post.
Commento da Anto4444 — 4 Maggio 2009, alle ore 17:20
investimento di tempo..
non credo si possano scrivere banalità sul blog ufficiale dell’hotel.. bisogna trovare i contenuti no? e non basta un copia incolla come insegnate se no sono contenuti duplicati che non fanno bene.
Cmq ripeto l’idea è buona e mi piace, per pionieri volenterosi però.. 🙂
Commento da riccardofracassi — 5 Maggio 2009, alle ore 13:29
Non credo che un blog per una singola struttura valga l’investimento di tempo o di denaro se si esternalizza. Altro discorso se viene realizzato per un gruppo di hotel di una stessa catena, territorio, o portale dedicato.
Male di certo non farebbe, però è bene considerare il costo vs il beneficio. Quanto effettivamente i nostri visitatori hanno voglia di leggere e spulciare tutti i contenuti di un sito? qualcuno senz’altro sì, ma sono la minoranza.
Commento da andreacellerai — 6 Maggio 2009, alle ore 12:23
Sono d’accordo con Te Riccardo, il blog per un hotel singolo può essere investimento, ma lasciami sottolineare quanto stà già accadendo con il Blog di http://www.hotelrelais.it, i post a quanto pare vengono ben considerati da google tant’è
che dopo 20 minuti (è già successo più volte)li trovi in prima pagina e addirittura nel prime posizioni. Ultimamente mi è anche capitato di trovare con la ricerca luxury tuscany hotels buoni risultati con blog.hotelrelais.it…..
Quindi da questo punto di vista abbiamo uno strumento che stà portando risultati,
il mio giudizio sul blog è più che positivo soprattutto quando si riferisce a di segmenti di clientela chiari e precisi, se parliamo di del Festival Pucciniano o del Maggio Fiorentino o di Arte Genio e Follia, sappiamo di rivolgerci ad un pubblico colto e con un buon potenziale di spesa…Sbaglio?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Maggio 2009, alle ore 11:23
Raccomando a tutti se utilizzate wordpress e similia, di stare attenti a hacking vari, sono programmi un po vulnerabili ed è facile ritrovarsi il blog zeppo di link a siti poco raccomandabili.
S.
Commento da riccardofracassi — 7 Maggio 2009, alle ore 08:34
Proprio quello che volevo dire! La sinergia di un gruppo di hotel che partecipa alle discussioni del blog, postando i diversi commenti è più efficace di un singolo hotel che si troverebbe magari a pubblicare informazioni senza riscontro alcuno dai lettori. Dalla mia piccola esperienza personale in materia, i blog o forum di discussione che non presentano una varietà di argomenti ed un buon numero di commenti o discussioni, hanno meno appeal. Andrea, entrambi sappiamo quanto lavoro c’è dietro al blog di Hotelrelais ed è quello che mi fa asserire che da solo non avrei intrapreso questa strada.