La persona giusta per l’hotel giusto: possiamo darci del tu?
8 Settembre 2009La prima cosa che viene da chiedersi scrivendo il testo per il sito di un hotel è: a chi mi rivolgo? Posso dare del tu, è meglio rivolgermi a una pluralità di clienti e quindi dare del voi, o dovrei semplicemente scegliere l’impersonale?
Proviamo ad analizzare insieme questi tre stili di comunicazione e capirne i vantaggi e le differenze.
1. Dare del tu: una garanzia di familiarità
- Vantaggi: Sottintende una forma di “empatia” con il cliente. In qualche modo, con il tu si vuol comunicare: “So quello che cerchi, sei nel posto giusto, ascoltami e non te ne pentirai”.
- Svantaggi: Se spesso l’uso del “tu” viene evitato, è perché dà l’idea di prendersi un’eccessiva confidenza con il cliente. Si teme di scadere in un tono eccessivamente familiare, forse troppo per un hotel di prestigio, magari un 4 o un 5 stelle.
- Consigli: Personalmente, dopo aver sperimentato vari stili, credo che il “tu” sia in molti casi una buona scelta. Esprime infatti un senso di sicurezza e di familiarità che dovrebbe essere maggiormente riscoperto nel mondo dell’ospitalità.
2. Il voi: parlare ad una particolare fascia di clienti
- Vantaggi: Si trova praticamente a metà strada tra l’impersonale ed il tu. Forse per questo è lo stile maggiormente usato, perché è abbastanza familiare ma mantiene una sua intrinseca eleganza.
- Svantaggi: Il voi può scadere nel generico alla stessa maniera dell’impersonale e comunicare al cliente che non ci si sta rivolgendo direttamente a lui in quanto individuo, ma a lui in quanto parte di una categoria. E al cliente non piace essere categorizzato.
- Consigli: cercate di infondere a questo stile calore, come se usaste il tu:
“Entrate in una delle camere o suite posizionate su uno dei tre piani dell’albergo e rimarrete incantati dal panorama che si gode dalle finestre e dai balconi, rivolti verso il mare o verso la grande pineta tutt’intorno.“
3. Lo stile impersonale: non farlo scadere nello stile brochure
Lo stile impersonale può significare paura di perdere alcune tipologie di clienti, ma come si sa “chi troppo vuole nulla stringe”: bisogna conoscere accuratamente la propria clientela e rivolgersi con decisione ad essa, altrimenti si rischia di rimanere troppo generici e di perdere di vista il target.
La formula ideale
In conclusione, non esiste una regola generale: per ogni progetto di comunicazione ed ogni tipo di target a cui ci si deve rivolgere, può risultare più efficace scegliere un tono ed uno stile piuttosto che un altro.
Personalmente, dopo numerose letture e vari esperimenti, sono giunta alla conclusione che la formula più efficace sia quella di riuscire ad unire sapientemente lo stile impersonale con il tu o con il voi.
Se nella parti descrittive può essere utile lo stile impersonale, escludere del tutto il tu o il voi può significare perdere il contatto con il cliente, far nascere un muro di incomprensione.
La cosa da tenere sempre a mente è infatti che il testo dell’hotel deve dare ai clienti l’idea che stiate parlando proprio con loro, per dare dei consigli, delle indicazioni, delle informazioni. Non a caso le “call to action” più efficaci danno sempre del tu, ad es: Vieni a scoprire le nostre camere; Visita la nostra photogallery.
Commento da crt — 10 Settembre 2009, alle ore 17:00
Evviva l’inglese che non da questi problemi , dare del tu risulta normale , del tu o del voi sapete che non esiste proprio , e , pragmatismo nordico , e’ la struttura ed il servizio che hai alle spalle che parla per te e ti permette di avere quella ‘confidenza’. Ritengo che , quale proprietario , se la tua e’ una vera professionalita’ ti puoi permettere di dare del You a chiunque ed i clienti stessi son ben lieti di avere un buon rapporto con te , la loro stessa disponibilita’ e’ conferma del loro buon soggiorno e soddisfazione , se invece sei un proprietario pasticcione sara’ meglio che giri alla larga per non incappare in lamentele e facce scure . Questo pero’ e’ quando ormai il cliente e’ gia’ presente . Nelle comunicazioni a distanza ritengo siano meglio toni non troppo entusiastici , e un rapporto distinto ma informale , per l’Italiano un Voi ben gestito inizialmente e’ sempre meglio , ad avvicinarsi ci pensera’ poi l’ospite.
Commento da Mauriziortu — 15 Settembre 2009, alle ore 12:54
La nostra lingua è talmente complessa che spesso non si da il giusto peso alle parole.
Personalmente non credo ci sia la formula giusta per chiunque (come ben evidenziato nell’articolo); dipende dall’immagine della nostra struttura che vogliamo trasferire, dall’aspettativa che vogliamo creare ma soprattutto dalla realtà della nostra struttura!
Per chiarire, se sul sito uso toni entusiastici e uso il “tu”, sicuramente non avrò una struttura “imbellettata” e con ambiente assolutamente formale.
Al contrario non userò il Voi se all’interno della struttura l’ambiente è “casalingo”.
Qui ovviamente parliamo di comunicazione sul sito; altra questione è la comunicazione diretta (con qualsiasi mezzo).
Nonostante la struttura che dirigo sia una bella struttura con un arredamento curato e un servizio di buon livello, con alcuni clienti abituali posso permettere di colloquiare con il “tu”, pur tenendo sempre il necessario flebile distacco tra operatore e ospite!
Commento da crt — 18 Marzo 2012, alle ore 06:24
Evviva l’inglese che non da questi problemi , dare del tu risulta normale , del tu o del voi sapete che non esiste proprio , e , pragmatismo nordico , e’ la struttura ed il servizio che hai alle spalle che parla per te e ti permette di avere quella ‘confidenza’. Ritengo che , quale proprietario , se la tua e’ una vera professionalita’ ti puoi permettere di dare del You a chiunque ed i clienti stessi son ben lieti di avere un buon rapporto con te , la loro stessa disponibilita’ e’ conferma del loro buon soggiorno e soddisfazione , se invece sei un proprietario pasticcione sara’ meglio che giri alla larga per non incappare in lamentele e facce scure . Questo pero’ e’ quando ormai il cliente e’ gia’ presente . Nelle comunicazioni a distanza ritengo siano meglio toni non troppo entusiastici , e un rapporto distinto ma informale , per l’Italiano un Voi ben gestito inizialmente e’ sempre meglio , ad avvicinarsi ci pensera’ poi l’ospite.