Come far iscrivere gli utenti alla propria mailing list?
2 Maggio 2018Se non vuoi spendere troppo per le tue campagne di marketing, le email rimangono lo strumento migliore per costruire una presenza online forte e con un’incidenza costo ragionevole.
Siamo tutti più affascinati dal nuovo, ma il vecchio email marketing rimane uno dei metodi migliori per creare traffico di qualità, curare i propri contatti e generare prenotazioni.
Quando si guarda puramente ai dati, una campagna email ha un ritorno sull’investimento del 4400%; ogni euro speso porta in media 44 euro in risultati di marketing.
Il problema è convincere gli utenti che passano distrattamente sulle risorse online del tuo brand a iscriversi alla newsletter; in media, una persona riceve 121 email al giorno, trovandosi spesso inondata da promozioni, offerte e coupon. Dare il proprio assenso a proposte commerciali via email diventa sempre più un sacrificio che non si è disposti a fare piuttosto che un valore aggiunto.
Non disperiamoci, però: esistono comunque alcuni metodi per assicurarsi sempre iscrizioni fresche e di buona qualità per tutto l’anno!
Generare lead con la chat
Inserire un form per l’iscrizione alla mail direttamente nella home del sito ufficiale non è mai una brutta idea, ma ormai siamo così assuefatti a una pratica più che decennale che da visitatori non ne registriamo neanche la presenza.
Se il primo banner display della storia, pubblicato nel lontano 1994 da HotWired, aveva uno stupefacente 78% di click-through rate, ora il CTR medio si attesta su un misero 0,04%. Insomma, abbiamo imparato a cliccare meno e – dal punto di vista dell’utente finale – meglio.
Come fare, allora? Semplice: passare dal click passivo a una vera e propria conversazione.
Niente di meglio di una live chat per coinvolgere gli utenti e convincerli nel tempo a fornire il loro indirizzo di posta. Sì, le chat in tempo reale stanno diventando una delle opzioni preferite dagli utenti per contattare gli hotel: non c’è lo stress della chiamata vocale ma neppure le attese a volte piuttosto lunghe delle email. Non solo: secondo lo studio di ZenDesk, il 44% dei consumatori ha affermato che un contatto in tempo reale con lo staff sia stato decisivo all’acquisto di un bene o un servizio.
Un hotel può inserire una chat direttamente nella home, in modo da intercettare un potenziale cliente fin da subito; secondo Drift, le live chat sono così performanti (il 63% di chi ha cliccato sulla loro chat è poi diventato un lead nella loro lista) da averli spinti a eliminare del tutto i form di iscrizione classici.
Esistono molti provider che offrono live chat integrate, alcune a prezzi estremamente contenuti.
Simple Booking, dal canto suo, offre la chat di Facebook Messenger integrata nel Booking Engine, eliminando il bisogno per l’utente di lasciare anche solo un dato al primo contatto.
Pop-up all’uscita
I cosiddetti “Exit Intent” pop-up, nonostante possano sembrare fastidiosi, continuano a funzionare molto bene. Parliamo dei box che appaiono quando un utente avvicina il cursore alla chiusura di una scheda dopo aver navigato per qualche pagina o minuto, con un messaggio che lo convinca a rimanere qualche secondo in più e, perché no, lasciare la propria mail per essere contattati in un secondo momento.
Nel caso di Simple Booking, un exit pop-up appare quando un prodotto è aggiunto al carrello ma l’utente mostra intenzione di abbandonare la prenotazione. Il pop-up offre ai clienti la possibilità di salvare il carrello prima di abbandonare il sito… in cambio della mail.
I pop-up all’uscita offrono valore al cliente senza apparire all’apertura del sito, indiscriminatamente dall’interesse dell’utente, abbassando quindi le chance di essere percepiti come fastidiosi.
I pop-up all’uscita possono anche essere integrati sui siti ufficiali dell’hotel, magari con un piccolo bonus, come uno sconto o un aperitivo gratis, per chi è disposto a lasciarvi i propri dati personali.
Offrire in cambio qualcosa (davvero)
Quando ricevi più di 100 email al giorno con contenuti imperdibili solo per chi li ha scritti, di sicuro un hotel che ti chiede se vuoi “rimanere aggiornato su tutte le migliori offerte” non ti colpisce un granché.
L’utente medio ha (finalmente) capito quanto la sua casella sia uno spazio importante per sé e per i brand che ama, perciò tende a rilasciare il proprio indirizzo di posta solo quando l’offerta è davvero imperdibile.
È quindi fondamentale offrire un contenuto davvero di valore, come per esempio un ebook o un audiobook. Basta ascoltare i bisogni dei propri clienti per trovare decine di buone idee, dalla top 10 dei ristoranti tipici della destinazione fino alla guida dei trasporti pubblici locali.
In sostanza, quando richiedete la mail di un utente dovete rispondere alla domanda: quale beneficio diretto riceve l’utente nel rilasciare la propria mail? Uno sconto alla cassa, per esempio, non è un beneficio diretto, mentre una mappa con i percorsi ciclabili più belli della provincia probabilmente lo è.
Scelto il beneficio, è ovviamente importante scriverci intorno un copy convincente e renderlo gradevole alla vista con una grafica pensata per convertire.
Utilizzare Facebook (e magari LinkedIn) per generare Lead
Facebook offre una tipologia di pubblicità, chiamata “Generazione Contatti”, che ha lo scopo di offrire agli inserzionisti un metodo relativamente facile per recuperare Lead anche su Facebook e Instagram. Gli utenti potranno lasciare i propri dati senza lasciare neanche la piattaforma social, diminuendo significativamente la frizione durante la generazione del contatto.
L’esempio di Skimm qua sotto è piuttosto esemplificativo del suo funzionamento:
Le inserzioni possono essere rivolte a chi ha già visitato il vostro sito ma non ha prenotato, magari con un’offerta imperdibile oppure il download gratuito di una guida della città, oppure a un pubblico simile basato sul vostro database di clienti o di fan su Facebook.
Lo stesso vale per LinkedIn, nel caso abbiate una buona fetta di professionisti fra i potenziali clienti della struttura.
Ricordatevi di avere una normativa della privacy che copra la generazione contatti anche su Facebook e LinkedIn, perché con il GDPR siete responsabili del loro trattamento tanto quanto i social media da cui acquisite visibilità.
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