Il Viral Marketing di Atrapalo: viaggi ora e paghi dopo, se vuoi
24 Novembre 2009Atrapalo ha scelto il BTO di Firenze per presentarsi al mercato italiano.
Il nuovo country manager della OTA spagnola, Bruno Preda, è infatti intervenuto alla due giorni di Firenze, raccontando gli interessanti case history che hanno reso Atrapalo tra le più celebri agenzie online della penisola iberica.
Una delle campagne più geniali e di maggiore successo dell’agenzia spagnola è stata presentata al pubblico col nome di “El Trato” (il patto).
L’iniziativa, promossa a luglio 2009, ha permesso a 500 clienti di Atrapalo di andare in vacanza, con l’accordo che al rientro avrebbero potuto pagare per il viaggio il prezzo che ritenevano giusto.
Di seguito postiamo il video ufficiale di Atrapalo con il resoconto della campagna (purtroppo il video è in lingua spagnola, ma rende comunque bene l’idea)
Come si può notare dal video, la campagna ha avuto un successo enorme dal punto di vista della visibilità, anche se è stata un fallimento in termini di ritorno economico.
La gente ha infatti aderito in massa e con entusiasmo all’iniziativa ma, al momento del pagamento, non si è rivelata così onesta come Atrapalo sperava, pagando in media meno del 40% del reale costo del viaggio.
Poco male visto che, a costo praticamente zero (i costi ed il rischio erano praticamente tutti ribaltati sui fornitori), la OTA spagnola ha veicolato sul proprio sito più di un milione e mezzo di visitatori in due settimane, guadagnando enorme visibilità in tutta Europa, sia su internet che sulla stampa off line.
Più che un nuovo modello commerciale, la campagna di Atrapalo sembra quindi essere una geniale trovata di marketing per guadagnare visibilità e brand reputation.
L’agenzia spagnola può sicuramente dirsi soddisfatta dal risultato di questa campagna, ma che dire degli albergatori che hanno aderito all’iniziativa? Offrire, tramite un intermediario, un soggiorno gratuito nella propria struttura può portare davvero risultati positivi in termini di visibilità e fidelizzazione? O forse, in questo caso, a guadagnare sotto questi aspetti è soprattutto l’agenzia intermediaria che promuove l’iniziativa?
Non ci sono dubbi sul fatto che operazioni di viral marketing come quelle promosse da Atrapalo siano in grado, se studiate ed applicate sapientemente, di suscitare un forte interesse tra gli utenti, e di portare grande visibilità, a costi bassissimi. C’è da considerare, però, anche il rischio che a godere di questi benefici sia principalmente il promotore dell’iniziativa.
Voi cosa ne pensate? Sareste disposti a far scegliere ai vostri clienti quanto pagare per un soggiorno? O a dare gratuitamente una camera (che altrimenti resterebbe vuota) al primo che prenota o al vincitore di un concorso appositamente ideato?
Fateci sapere cosa ne pensate…perché anche noi ci stiamo pensando!
Commento da riccardofracassi — 24 Novembre 2009, alle ore 17:37
Sinceramente non conosco Atrapalo, ma se non ho capito male il suo successo è legato solamente alla “volontà” dei fornitori di regalare soggiorni.
Una OTA che offre condizioni più vantaggiose di un’altra per forza guadagna visibilità! Un domani, quando il loro brand sarà ben consolidato ed i clienti saranno abituati a lasciare l’offerta come in chiesa, non lamentiamoci se chiederanno di rivedere le condizioni a loro favore.
Commento da aldo — 24 Novembre 2009, alle ore 18:15
roba da matti
Commento da turismonoproblem — 24 Novembre 2009, alle ore 19:25
Praticamente si è trattato di una miscela di 3 soggetti che riassumerei come segue:
1- Atrapalo “Il furbo”
2- Gli albergatori “I poveri fessi” o “i polli”
3- I turisti “I disonesti”
Come al solito è andato a discapito degli albergatori e a vantaggio di Atrapalo che si è guadagnata visibilità a “costo zero”. Infatti i costi sono stati sostenuti dagli albergatori.
Che dire degli albergatori…che cosa si aspettavano che i turisti li riempissero di soldi?
In un mondo dove i valori di onestà e rispetto sono sotto le suole delle scarpe è difficile che un’iniziativa del genere possa funzionare alla perfezione.
Personalmente dare gratuitamente una camera (anche se altrimenti resterebbe vuota) al primo che prenota o al vincitore di un concorso appositamente ideato mi sembrano idee assurde. In giro ho visto qualcuno che fa cose del genere, ma permettetemi di dire che mi sembra la “guerra dei poveri”.
Mi spiace ma non la ritengo una iniziativa valida…anzi mi sembra molto triste.
Il mio lavoro, ha dei costi e un valore che intendo rispettare. Questo è quello che dobbiamo far capire ai clienti.
Dando una camera gratis o fare il concorso a premi “tipo supermercato”, mi sembrerebbe di sminuire il mio lavoro.
No. Mi spiace ma a questo livello non mi abbasso.
Commento da filippo — 24 Novembre 2009, alle ore 19:35
Oddio come siamo caduti in basso!!!
Alla fine del video è scritto chiaro:
“La gente non ha un soldo ma se la vuola passare bene”!
Dovevano intervistare gli albergatori. Sai che risate!
Ho sentito nell’intervista che a uno non funzionava la chiave e non ha pagato niente…che pena…
Non so chi mi fa più pena. Gli albergatori ingenui che aderiscono a questa iniziativa (ma poi avranno pagato anche le commissioni a Atrapalo), o i turisti che per delle inezie non hanno pagato il conto, o peggio hanno lasciato 5 euro. Scusate, ma che “morti di fame”!
E questo Atrapalo è stato anche alla BTO! Menomale che non sono venuto, và…!
Commento da Robert — 25 Novembre 2009, alle ore 07:22
Cari amici di BookingBlog,
Bruno Preda ha risposto in un post di Fabrizio Todisco (uno dei Bloggers “ufficiali” presenti al BTO – Buy Tourism Online) dedicato a Atrapalo.
Ecco qui: http://www.fabriziotodisco.com/se-lo-vedi-atrapalo/#comments
Leggete il post e il commento.
Ho scritto a Bruno Preda di interagire anche con voi di BookingBlog.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Novembre 2009, alle ore 09:36
io penso che chiunque utilizzi un bene senza pagarlo sia un ladro,
e se vuoi rubare ruba bene, non attaccarti a una camera di albergo!
comunque l’idea di atrapalo è geniale, il furbo i polli e i disonesti funzionano nel giro, la mia domanda è tutta la visibilità generata ha portato la quarta figura nel gioco, cioè l’ONESTO magari amico del disonesto che andando sul sito ha comunque comprato un soggiorno, e poi lo ha anche pagato?
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Novembre 2009, alle ore 09:40
aggiungo che è molto più logico il “Name Your Own Price” di priceline, lì ci sono database di hotel a un certo prezzo e a seconda di quanto vuoi spendere ti trovo io l’albergo,
ma far pagare dopo il soggiorno, è unicamente pubblicità ripeto, va valutato il reale ritorno.
S.
Trackback da http://bookmark.giorgiotave.it — 25 Novembre 2009, alle ore 10:39
Atrapalo: ottimo il viral marketing, ma il resto ?…
Atrapalo deve ricredersi: ottimo viral marketing ma i clienti sono poco onesti e hanno pagato il 40% in meno delle tariffe….
Commento da atrapalo.it — 25 Novembre 2009, alle ore 11:33
Andiamo per ordine.
La campagna “il patto” aveva come obiettivo quello di riattivare le vendite in una stagione difficile per il turismo spagnolo: le OTA, gli hotel, i tour operator e le compagnie aeree, tutti nella stessa barca della crisi economica….
“Il patto” ha portato circa 45.000 nuovi utenti registrati ad atrapalo in soli 15 giorni e ha generato 1.500.000 visite uniche.
Se avessimo dovuto generare lo stesso numero di visite attraverso SEM (marketing online) avremmo speso una fortuna.
Parlando dei nostri partner: nessuno li ha obbligati a partecipare, l’interesse è mutuo e consolidato da 10 anni di attività di atrapalo.
Tutto quello che è stato pagato dai clienti, poco o molto che sia, è stato consegnato ai partner senza trattenere commissione alcuna.
I vantaggi per i partner : campagna di marketing sul site (bottoni, banner,sky), presenza privilegiata nelle newsletter (2.000.000 di iscritti) e posizionamento di favore nei risultati di ricerca sono la contropartita della concessione di prodotto a costo zero o fortemente scontato.
I nostri partner hanno fatto un calcolo economico vincente : in cambio di prodotto invenduto (che quindi non avrebbe generato nessun beneficio ma solo costi fissi) hanno portato a casa una visibilità che altrimenti non avrebbero potuto ottenere se non pagando di tasca propria annunci,stampa, adwords o qualsiasi altra forma commerciale con costi sicuramente più elevati.
La relazione di atrapalo con i partner è sempre proposta in chiave
win – win: otteniamo insieme risultati vincenti.
Non è una relazione “polli o fessi” contro “furbi”, piuttosto direi che è una relazione tra operatori turistici che capiscono il mercato e come generare massimo ritorno economico dai propri investimenti.
Operatori che hanno deciso che invece di piangersi addosso perchè non arrivavano prenotazioni hanno agito rischiando e ottenuto risultati ottimi.
Bruno Preda
Atrapalo Italia
http://www.atrapalo.it
Commento da riccardofracassi — 25 Novembre 2009, alle ore 12:35
Ma il cliente che ha lascito un offerta di 50€ per il suo soggiorno, ritornerà quando l’hotel senza l’ausilio di Atrapalo ne chiederà 100€ non trattabili?!?
Io credo che ce ne siano già abbastanza di clienti che credono di poter fare da sè i prezzi, mettere a disposizione uno strumento così “poco educativo” non porta a nulla di buono.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Novembre 2009, alle ore 13:34
Ciao Bruno,
ma almeno i costi variabili li hanno coperti?
se mi pagano 5 euro una settimana, ci vado sotto, o no?
Quanto è costata realmente la campagna pubblicitaria alla singola struttura fornitrice e in termini di ROI personale quanto ha guadagnato in termini di visibilità?
Ogni campagna deve essere monitorabile, non mi interessa se un sito ha avuto grazie al mio apporto 1.500.000 visite, io hotel pinco pallo cosa ho generato per me stesso?
S.
Commento da Michele — 25 Novembre 2009, alle ore 16:34
Intanto vorrei ringraziare Bruno Preda di Atrapalo per le precisazioni (già che ci sono faccio anche i miei più sentiti complimenti per la qualità delle vostre idee!)
Poi vorrei aggiungere qualcosa anch’io:
1- Non credo che i turisti abbiano rubato qualcosa, hanno semplicemente approfittato di un’offerta…volendo potevano non pagare e molti non hanno pagato. Rubare è un altra cosa…
2- Nessuno ha obbligato gli albergatori a aderire alla campagna. Se hanno aderito è perchè credevano in questo progetto e visto che, durante lo svolgimento della promozione, i pacchetti offerti sono passati da 300 a 500, probabilmente qualche risvolto positivo lo hanno ottenuto (comunque sarebbe sicuramente interessante sentire i pareri degli albergatori che hanno aderito all’iniziativa).
3- Non è una questione di dignità o di “furbi” e “fessi”, è solo un modo originale (suscita interesse ergo la gente ne parla) per farsi pubblicità e provare a risollevarsi da un peridodo difficile.
4- La cosa che mi interessava far emergere dal post è che con delle buone idee e con gli strumenti del web 2.0 si può riuscire ad ottenere una grandissima visibilità spendendo pochissimo (visto quanto si spende in genere per la pubblicità tradizionale). Chiaramente per riuscirci bisogna aprisi a nuove possibilità, soprattutto quando si vede che i “vecchi metodi” non portano più i risultati sperati.
Michele
Commento da fabriziotodisco — 25 Novembre 2009, alle ore 16:41
Ho dedicato due post ad Atrapalo sul mio blog, credo che in Spagna, dove il porale è uno dei siti web più visitati del paese, atrapalo poteva permettersi un iniziativa del genere…
Sicuramente Nulla è gratis, la vacanza che non hanno pagato gli utenti, l’hanno pagato gli albergatori, in cambio di pubblicità e maggiore visibilità sul portale stesso, ed atrapalo con la pubblicità generata. Quindi il costo di questi viaggi è stato completamente coperto dalla pubblicità, insomma un esempio dell’economia del gratis di cui parla Cris Anderson. Io credo che in questo caso l’albergatore non rischia di svalutare il suo prodotto perchè è Atrapalo che ha venduto a condizioni speciali le camere, quindi l’utente sa che ha usufruito di un “offerta speciale” e di aver ricevuto un servizio che ha sicuramente un suo “costo”. Personalmente come ho scritto nei miei post non vedo assolutamente applicabile il “paga quanto vuoi” come modello di business ma trovo interessante l’iniziativa dal punto di vista promozionale… credo però sia interessante sapere anche il pensiero degli albergatori che hanno aderito a questa iniziativa…:)!!!
Commento da Danilo — 25 Novembre 2009, alle ore 16:43
Azione di Viral MArketing indiscutibile.
Numero di utenti affiliati indiscutibile.
Numero di visite indiscutibile.
Il mio dubbio è solo uno: ma tutti questi numeri, e tutto questo gran parlare, ha un ritorno effettivo solo per Atrapalo in quanto portale Atrapalo che ha generato tutto questo movimento, oppure anche il più piccolo hotel ha benefici da questo?
Come dice Stefano Tiribocchi, bisognerebbe quantificare nello specifico il ritorno generato per singolo hotel, e non generalizzato sui numeri impressionanti fatti registrare dal portale.
Come dice anche Riccardo Fracassi, poco più sopra, l’utente che ieri si è fatto una “brutta” vacanza al costo di 50€, domani è disposto a farsi una bella vacanza al costo di 100€ presso lo stesso hotel?
Su tutto il resto nulla da dire. Grande merito per una bella azione di marketing. Forse il panorama italiano non è pronto a questo, e si trovano molti dissensi. Però l’importante è che se ne parli, anche se negativamente.
In conclusione, in Atrapalo io ci vedo molta fortuna per il portale, ma una fortuna molto ridotta per ciascuna singola struttura. Mi dispiace inoltre che venga svalorizzato il servizio ricettivo portandolo ad una probabile disonesta considerazione economica da parte del cliente.
Danilo Pontone
Commento da palingenius — 25 Novembre 2009, alle ore 17:15
Avere visibilita’ solo perche’ si sta offrendo qualcosa gratis o quasi non e’ raschiare il fondo barile ma guardare sotto il barile se qualcosa e’ sfuggito. A me non interessa solo la pubblicita ma la qualita’: ebbene questa fornita in questa maniera e’ pessima se non controproducente e se no puo’ benissimo fare a meno visto che produce il suo effetto per un periodo ben limitato al tempo dell’offerta. Inoltre abituare i clienti a questo tipo di offerte come puo’ far uscire dalla crisi? Ci si sprofonda ancora di piu’. Chi non puo’ permettersi di andare a vacanza se ne stia a casa, e’ inutile alimentare chimere: la crisi ci ha messo di fronte alla cruda realta’ dei fatti: non e’ possibile vivere al di sopra delle proprie possibilita’ ed e’ ora di dire basta a chi cerca ancora di alimentare quasto modello. Ottenere il piu’ dal meno e’ un’impossibilita’ e gli imbonitori che cercano di propugnarlo mentono sapendo bene di mentire!
Commento da riccardofracassi — 25 Novembre 2009, alle ore 17:15
Difficile se non impossibile misurare il beneficio lato hotel perchè secondo me non c’è!
L’impatto che un operazione del genere ha sulla generazione di domanda è discutibile; quello che ha sulla deviazione della domanda esistente è lampante! Chi è disposto a pagare di più un prodotto se lo trova a meno da un’altra parte o addirittura gratis!?!
Si parla tanto di disintermediazione, ma se poi per offrire le camere gratis dobbiamo anche rivolgerci ad una OTA addio!!
Commento da turismonoproblem — 25 Novembre 2009, alle ore 18:15
Estrapolo da quanto detto dal Sig. Bruno Preda di Atrapalo.it
—–“I nostri partner hanno fatto un calcolo economico vincente : in cambio di prodotto invenduto (che quindi non avrebbe generato nessun beneficio ma solo costi fissi) hanno portato a casa una visibilità che altrimenti non avrebbero potuto ottenere se non pagando di tasca propria annunci,stampa, adwords o qualsiasi altra forma commerciale con costi sicuramente più elevati.”—–
Il prodotto o camera in venduta ha pochi costi, solamente quelli del normale esercizio. Il prodotto svenduto a clienti disonesti ha, oltre ai costi che una struttura sostiene quando occupa una camera, i costi di una pessima immagine a tutto vantaggio dei clienti che non pagano e di Atrapalo.
—–“La relazione di atrapalo con i partner è sempre proposta in chiave
win – win: otteniamo insieme risultati vincenti.
Non è una relazione “polli o fessi” contro “furbi”, piuttosto direi che è una relazione tra operatori turistici che capiscono il mercato e come generare massimo ritorno economico dai propri investimenti.”—–
Non sono affatto d’accordo. E’ chiaro che gli albergatori erano d’accordo con l’offerta. Tuttavia ritengo che Atrapalo abbia sfruttato la crisi economica che subiscono oggi tutti gli albergatori per convincerli ad aderire all’offerta, con la convinzione di ottenere visibilità. In poche parole uno specchietto per le allodole.
Sia sincero: se lei soggiorna in un hotel per un valore di 400 euro e ne paga 10 euro, solo perchè non le funzionava la chiave nella porta, (quindi sa che ha sfruttato la situazione e ha pagato una cifra che per l’albergatore è a rimessa) tornerà in futuro in quell’albergo dovendolo pagare a prezzo pieno? O si vergognerà? Cosa dirà ai suoi amici? Consiglierà loro di andarvi a trascorrere le vacanze? O forse farà il nome di Atrapalo? Così i suoi amici potranno scegliere un’altro albergo dove la emuleranno e non pagherano onestamene?
Mi spiace ma ritengo questo tipo di promozione estremamente “penosa”. Quello che è geniale è come siete riusciti a convincere gli albergatori. Ma questo l’ho già spiegato.
Questo non è marketing è “trash marketing”.
Commento da atrapalo.it — 25 Novembre 2009, alle ore 19:45
ciao Stefano,
mi fai domande precise e cercherò di darti risposte precise con un esempio.
Un hotel di 4* ha messo a disposizione della campagna 3 offerte/slot da 4 notti, camera doppia prima colazione: prezzo di mercato 960 euro totale.
L’hotel sa fare “revenue management” (importantissimo punto) e quindi ha assegnato tre periodi con scarsa occupazione dove ha previsto che avrebbe recuperato 0 euro da queste tre abitazioni vuote.
Ha ricevuto dai tre clienti che hanno catturato il “trato” , 180 euro. Sembrerebbe che ci ha perso, però sempre meno di avere tre probabili stanze vuote.
Se ha coperto i costi variabili o meno non lo so, non sono un gestore di hotel.
In più l’hotel ha ottenuto una promozione nel sito di atrapalo per due settimane, una menzione in una newsletter settimanale e migliore posizionamento nei risultati di ricerca.
Faccio io una domanda: quanto è il costo di una campagna di questo tipo a prezzo di mercato?
Infine ha portato a casa 19 prenotazioni direttamente collegate al tracking dei link delle campagne di cui sopra.
Se andiamo sul campo della “disintermediazione” credo che siamo d’accordo, a giudicare dai tuoi twit alla BTO che c’e’ una corrente di pensiero che cerca di trasformare un costo a commissione (variabile in funzione delle vendite) in fisso…una specie di pagine gialle degli hotel online.
E se parliamo di disintermediazione totale: un hotel singolo quanto è disposto a spendere in costi di adwords, pubblicità online, forza di vendita solo per evitare il costo variabile dell’intermediario? Farebbe a meno questo hotel dei tour operator (altri intermediari) o dei gruppi?
Ha idea di quanto costino queste campagne, come gestirle e che tipo di ROI può ottenere dal suo investimento?
Grazie per il tuo post
Bruno
http://www.atrapalo.it
Commento da aldo — 25 Novembre 2009, alle ore 19:55
In sintesi : gli hotel hanno partecipato ad un’operazione di marketing che ha dimostrato che sono dei ladri perché chiedono più del doppio di quello che i clienti ritengono sia il valore effettivo del servizio che offrono. Si sono sputtanati. Che bella pubblicità, complimenti.
Commento da Duccio Innocenti — 25 Novembre 2009, alle ore 20:00
@Bruno
concordo pienamente con te pur essendo un fautore della disintermediazione si… ma moderata.
aggiungo che avete messo in piedi un operazione di viral marketing a mio parere senza precedenti nel mondo dell’ospitalità.
Penso che quando arrivano a parlarne i telegiornali con i benefici incalcolabili di visibilità che danno all’operazione…. vuol dire che l’obiettivo è stato raggiunto.
Commento da michela.passarin — 25 Novembre 2009, alle ore 22:05
atrapalo il furbo, gli albergatori i polli, i turisti “portoghesi”…ragazzi, qui nessuno credo volesse fregare nessuno.
non bisogna guardare la campagna viral di atrapalo come un modello di business, ma semplicemente per quello che è stato: un’operazione di comunicazione pazzesca e direi assolutamente riuscita, visto che stiamo qui a discuterne, prima ancora che atrapalo abbia fatto qualcosa del genere in italia!
gli operatori turistici hanno stretto il patto di loro spontanea volontà, sapendo benissimo che:
a) meglio riempire una stanza che lasciarla vuota (ryanair non vende biglietti a pochi cent, in fondo?)
b) la visibilità che avrebbero ottenuto da una campagna social è notevolmente maggiore di quella che avrebbero potuto ottenere con i vari adwords, banner, dem ed eventuali (che costano un botto, certamente molto di più che una vacanza offerta ad alcuni turisti).
c) nessuno li ha obbligati a partecipare a questa cosa, quindi non credo che si aspettassero di ricevere pagamenti, ma volevano semplicemente partecipare all’operazione (noi diciamo che gli albergatori ci hanno rimesso…ma i commenti degli interessati quali sono?)
per quanto riguarda i turisti che non pagano il dovuto, bè, il comportamento del free-rider è uno dei classici fallimenti del mercato nella microeconomia. ci sono casi in cui il free-riding è pratica costante, eppure andiamo avanti lo stesso.
Commento da Danilo Pontone — 26 Novembre 2009, alle ore 09:43
Nessuno ha messo in dubbio la campagna marketing. Penso che tutti ne riconoscano la forza e la genialità. A parte “turismonoproblem” che la definisce “trash marketing” e che a dire il vero mi sembra un pò esagerato.
Come dice Duccio Innocenti, se una promozione del genere arriva a far parlare di se sui telegiornali e riesce a trovare una risposta così vasta da parte delle persone (albergatori inclusi), non ci trovo nulla di trash. Anzi, tanto di cappello.
Quello che si mette in discussione sono gli effetti che da un’azione del genere sono scaturiti. Si punta sull’onestà delle persone (difficile), si prospettano miglioramenti di visibilità e benefici per le strutture alberghiere che in realtà godono di questo solo per riflesso di luce emanata da Atrapalo, infine non è bello il messaggio che viene lanciato: se ti trovi male o ti trovi divinamente, non importa. Hai usufruito di servizi, ci sono persone che hanno lavorato per te, e quindi paghi per tutto questo. Direi che questa è la VERA regola del mercato, con tutti i rischi in cui si può incorrere. Non che io decido che prezzo fare dopo che ho sfruttato ogni beneficio.
Infine come ha detto qualcuno, cavalcare l’onda della crisi, per riversare ulteriori ostacoli nel settore ricettivo turistico, non è il modo migliore per affrontare la ripresa economica, ovviamente tasche di Atrapalo a parte.
PS= comunque voglio sottolineare la grande disponibilità e partecipazione di Bruno Preda, e ringraziarlo personalmente 🙂
Commento da robiveltroni — 26 Novembre 2009, alle ore 09:57
Purtroppo questo fenomeno deve essere affrontato sotto due aspetti, dico purtroppo, perché a differenza di quel che si dice questa operazione non mette sullo stesso piano e neanche sulla stessa barca l’operatore e l’albergatore.
L’operazione di marketing è ineccepibile, solo il fatto che se ne stia discutendo, anche tra addetti ai lavori e che dalle discussioni ne escano vari punti di vista ne è una prova. E’ ineccepibile fino a quando però e fino a che punto?
Ho moltissimi dubbi sulla bontà dell’operazione sotto l’aspetto diciamo “turistico”: il primo, senza scendere nei tecnicismi è quello dello svilimento del valore d’impresa. Sapete cosa significa instillare nel cliente l’abitudine all’offerta, al saldo, alla svendita? Significa, specialmente in periodo di crisi e di scarso potere d’acquisto, di correre il rischio di creare una “nuova normalità”, cioè un livello e un modus vivendi nuovo. Gli ospiti abituali, quando spiego loro che in passato hanno avuto una tariffa d’offerta, vogliono riaprire le trattative per un nuovo soggiorno partendo da quella tariffa.
Il secondo dubbio deriva dall’effettiva “bravura” in yeld di una struttura che per un lavoro stimato di ricavo in 960 riceve 180, mi spiace che Atrapalo dica che non sa se ciò copre i costi variabili o meno perché non è un albergatore… visto che dice di essere sulla stessa barca, magari si informi un po’ meglio. Come si fa a giudicare che quell’hotel è bravo in revenue se non si conoscono i costi fissi, i variabili e la percentuale di costi che rimane scoperta?
Il terzo dubbio è riferito al fatto che se si ritiene bravo uno che ha un periodo vuoto e si accontenta di un tale margine (tra zero e 180) mi viene da pensare che vi sia un margine di guadagno spropositato e ricordo anche la regoletta sulla concorrenza: più ampio è il margine di guadagno, più è facile che si inseriscano concorrenti e intermediari su quel dato mercato. Insomma, se io nella fascia tra 180 e 960 ho tutto guadagno, e se con 180 copro i costi variabili e con il resto i fissi più il guadagno, dovrei agire sul piano dei conti e rendere più flessibile la struttura dei miei costi invece di fare uno yeld disgraziato.
Il quarto dubbio è una domanda: se per prendere 14 prenotazioni da un sito che collabora con me devo riconoscere una commissione del 10/20% e 4 soggiorni scontati del 60% e oltre, mi chiedo: ma Atrapalo in normali periodi di marketing classico e operatività normale quante prenotazioni è in grado di produrmi?
Il quinto dubbio è da una parte sindacale e dall’altra rassegnato: tutti gli alberghi che hanno partecipato pagano regolarmente gli stipendi ai dipendenti, le tasse, i fornitori? Quanto è lo stipendio medio dei dipendenti? E’ o non è da bulli vantarsi per aver sostanzialmente “mangiato a sbafo”? Insomma ho paura che si sia raschiato il barile, si sia sfruttata la situazione.
Il penultimo punto è due speranze: che sia l’ultima volta, e che Atrapalo faccia un bel video virale ringraziando albergatori e alberghieri che hanno permesso a questo intermediario di avere così tanta pubblicità.
Finisco dicendo che un anziano albergatore mi disse: non scendere di prezzo, cerca la qualità, perché un concorrente disposto a produrre quello che fai tu ad un euro di meno lo troverai sempre. Ora siamo arrivati allo zero. Zero non è Yeld, non è Revenue…
Commento da Robert — 26 Novembre 2009, alle ore 11:08
mi piace molto questa discussione e mi piace soprattutto la GRANDE DISPONIBILITA’ di Bruno Preda, Atrapalo.it
Commento da atrapalo.it — 26 Novembre 2009, alle ore 11:20
@danilo ringrazio io per gli spunti che questa discussione sta generando e che trovo molto interessanti al margine della campagna di marketing di Atrapalo
e grazie a Michela che mi ha appoggiato nel volere mettere sul piatto della bilancia anche i vantaggi allargati della partecipazione alla campagna: se non li consideriamo è palese che il partner sale in perdita, perbacco che scoperta!
Tour operator, hotel o linea aerea e succesivamente ristoranti, teatri e beauty centers, guided tours etc etc ha fatto i suoi calcoli allargati: se non gli è valsa la pena ha detto NO. Altrimenti ha partecipato alla campagna ed è per quello che dico che ognuno deve sapere fare il suo “revenue management” e dire di si o di no, liberamente e senza problemi: gravissimo sarebbe farlo noi per il partner e sbagliarci clamorosamente.
Se la risposta alla proposta di Atrapalo è stata NO: amici come prima!
Per quanto riguarda il valore percepito dal cliente e la svalutazione del prodotto : vorrei cambiare un pò di mercato e parlare di H&M e Jimmy Choo, operazione di marketing di recente successo mondiale che ha provocato isteria collettiva.
Dopo questa campagna qualche cliente pensa che le Jimmy Choo valgono meno dei 700 euro che normalmente costano ? Avete sentito parlare di clienti che entrano nei negozi Jimmy Choo e si aspettano di trovare un paio di scarpe a 100 euro o si mettono a trattare con la commessa
sul prezzo?
Infine su un video di ringraziamento ai partner: perchè no?…
Però realmente ai partner che hanno partecipato interessa il nostro ringraziamento oppure gli interessa, conti alla mano, avere fatto dei buoni affari?
Bruno Preda
http://www.atrapalo.it
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Novembre 2009, alle ore 11:51
@atrapalo,
a questo punto focalizzerei l’attenzione su:
oggetto del pubblicizzato
ritorno pubblicitario, complessivo su singole strutture,
allora io chiedo ad ATRAPALO, poichè voglio capire il do ut des della manovra indubbiamente creativa e intelligente, come ricaduta su quali brand e come:
vorrei che fosse pubblicata, e intendo per pubblicato il rendere pubblico a tutti visibile, la lista intera del BILANCIO della campagna, per l’albergatore, quindi ripeto che voglio come dettaglio la lista di tutti i singoli alberghi nel seguente modo:
– camera offerte ad atrapalo
– valore del prodotto offerto in sacrificio
– COSTO del prodotto offerto in sacrificio
– ritorno del sacrificio, quanto hanno pagato a me hotel pinco pallo quelli che hanno usufruito della promozione
– ritorno indiretto della visibilità prodotta in termini di prenotazioni,
– stima del costo a CONTATTO su una simile campagna pubblicitaria,
al che io albergo potrò singolarmente dire se la campagna pubblicitaria è stata per me vantaggiosa,
e l’insieme dei vantaggi potranno sancire il successo comune di atrapalo e degli hotel, della campagna
inoltre mi chiedo, quanto invece ne hanno beneficiato in on aderenti alla campagna ma comunque presenti in atrapalo?
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Novembre 2009, alle ore 12:05
ma il messaggio che resta nella mente dei cari utenti,
qual’è?
il messaggio è: grazie hotel pinco pallo che con dieci euro mi hai dato 3 notti con colazione
oppure è
GRAZIE ATRAPALO CHE REGALI SOGGIORNI?
e se rivedo il video del TRATO cosa penso,
non c’è il logo di atrapalo in ogni screen di chiusa intervista, ma c’è il colore e il carattere distintivo, il logo lascia la sua aura nel vuoto rosso della pagina, e cosa penso,
GRAZIE ATRAPALO,
l’immagine si legge:
atrapalo, aura del logo, ha realizzato hotel 4 stelle a 10 euro, grazie,
MI DITE DOVE STA L’HOTEL CHE è IL FORNITORE,
torno alla favola dei fessi,
convincetemi del contrario,
S.
Commento da sergiocucini — 26 Novembre 2009, alle ore 12:32
sono stato a firenze e ho criticato all’istante, coi miei accompagnatori, l’esposizione di bruno preda. non tanto e non solo per le ricadute per atrapalo in termini di visibilità a seguito della campagna (indubbie per l’agenzia) ma perchè, da albergatore, mi sono immedesimato nei partners che hanno dato la disponibilità delle camere e mi sono chiesto se avessi fatto lo stesso.
ho quindi esteso il ragionamento all’efficacia di un tentativo simile sul mercato italiano.
sono giunto alla conclusione che il roi per gli alberghi che hanno dato la disponibilità di camere è indubbiamente positivo, sulla base dei dati che lo stesso preda ha fornito in questa sede e che, probabilmente per motivi di tempo, non ha accompagnato alla sua esposizione di firenze,
rapportato al mercato spagnolo dell’ospitalità, caratterizzato da compagnie con disponibilità di grandi numeri in destinazioni soggette a forte concorrenza ed estrema elasticità del prezzo nella vendita.
sono perplesso che questo potrebbe valere per un mercato come quello italiano dove ci chiediamo ancora se le politiche di marketing, e vendita, adottate dalle compagnie aeree sono compatibili coi nostri modelli di business.
Commento da aldo — 26 Novembre 2009, alle ore 14:34
Naturalmente tutti ringraziamo il sig Preda per la disponibilità, nel merito sono d’accordo con Stefano, è Atrapalo che ottiene il ritorno dalla campagna pubblicitaria, il messaggio che passa fortissimo è che su Atrapalo si trovano camere gratis, usiamo Atrapalo. Per gli hotel aderenti secondo me sarebbe stato molto meglio regalare le camere senza chiedere nulla in cambio, farsi dare l’elemosina dai clienti risulta deleterio come immagine perché badate bene che nessuno, che ha ascoltato la notizia, a parte noi che siamo del settore, considera quei clienti dei furbacchioni semi-disonesti, la maggior parte delle persone è convinta che quelle persone hanno versato il giusto (il 40%), e che da disonesti è la tariffa piena dell’hotel.
Commento da sorrentoinfo — 26 Novembre 2009, alle ore 15:25
Bella discussione! Probabilmente non ci sarà mai un punto di vista che riesca a mediare le posizioni di chi è pro o contro questa iniziativa.
Ritengo l’iniziativa di Atrapalo inappuntabile. Il loro scopo era quello di ottenere attenzione e visibilità: scopo raggiunto oltre le loro più rosee aspettative. Di cosa vogliamo dare loro colpa? La creatività ha un costo che gran parte degli albergatori non intende sostenere. Quindi, come hanno fatto per la gestione e creazione della loro reputazione e per la commercializzazione delle loro camere, preferiscono delegarla a terzi e in questo caso il terzo ci chiama…Atrapalo!
Fin quando ci saranno albergatori disposti ad offrire camere a 0 euro, riconoscere commissioni prossime al 50%, offrire soggiorni in cambio di una recensione positiva (è capitato a me personalmente), non possiamo parlare di confini etico-commerciali.
Commento da atrapalo.it — 30 Novembre 2009, alle ore 13:43
Buongiorno a tutti!
Credo di potere aggiungere un paio di elementi in più alla discussione derivanti dagli utlimi due post.
@aldo la campagna del “trato” è una campagna di marca di Atrápalo: il prodotto offerto era “unbranded” vuoi per non danneggiare i partner associando la loro immagine a “prodotto di basso costo” vuoi per non fare centrare l’attenzione della gente sul prodotto ma sulla marca (Atrápalo appunto), i partner hanno avuto la loro pubblicità “branded” in un secondo momento come ho già spiegato, un altro aspetto da non sorvolare è che non tutto il prodotto offerto era gratuito per Atrápalo, insomma una parte l’abbiamo ricevuta con sconto e regolarmente pagata
@sergio sono d’accordo completamente con te. La struttura alberghiera del mercato spagnolo è molto più concentrata in grandi catene che possono avere più interesse in partecipare a questa iniziativa e avere il proprio ritorno sulla propria marca in un secondo momento. L’Italia , con una struttura più frammentata, potrebbe essere meno adatta a una campagna di questo genere, pero le crociere di 7 giorni sul Nilo sono offerte da tour operator e i voli da compagnie aeree…in questi casi il mercato sarebbe abbastanza concentrato anche in Italia.
Pingback da Ancora “sul caso Atrapalo” — 1 Dicembre 2009, alle ore 10:54
[…] Tutto questo rumore non ce l’aspettavamo ma sembra proprio che la nostra partecipazione alla B.T.O. abbia scatenato un caso, nato da un post di Booking Blog. […]
Commento da Loyfranco — 2 Dicembre 2009, alle ore 12:23
Certo il tema è molto stimolante e trovo comunque la discussione molto equilibrata. Io personalmente ritengo che il contratto va fatto prima della prestazione e non dopo, con diritti esercitati da una sola controparte. Posso decidere di regalare un pernottamento, ma questo deve essere chiaro prima della prestazione e non dopo. Cosi’ trovo corretta la affermazione di Atrapalo che la proposta agli albergatori è stata fatta in piena libertà prima della campagna e non dopo, ma allo stesso modo non posso ritenere corretto che il cliente decida dopo la prestazione il pagamento della stessa a suo insindacabile giudizio.
Sarebbe stato piu’ corretto che il cliente dichiarasse prima il prezzo disposto a pagare e l’albergatore libero di accettare o meno.