Il turismo a casa nostra: l’85% degli stranieri è soddisfatto, ma si può migliorare

Quanto sei soddisfatto della tua vacanza in Italia? Il 49% dei turisti stranieri è pronto a giurare “moltissimo”, e il 36% “molto”. L’85% dei nostri turisti è quindi felice della propria scelta di viaggio. Ma non tutto è da salvare…

A pochi mesi dalla pubblicazione del nuovo Piano Strategico del Turismo, vediamo come la pensano i 5000 turisti intervistati da GfK per la Fondazione Italia Patria della Bellezza. Un sondaggio che ci serve a capire meglio i punti di forza e quelli di debolezza delle nostre destinazioni turistiche.

Germania, Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia, Giappone e Russia sono i paesi di provenienza dei turisti che hanno preso parte all’indagine: come abbiamo visto il 49% di loro si è dichiarato “moltissimo” soddisfatto. Una percentuale ben più alta di quella rilevata in altri Paesi europei: Spagna (43%); Francia (40%), Grecia (38%), Regno Unito (37%) e Germania (34%). Una percentuale che conferma l’eterno apprezzamento per l’Italia soprattutto da parte di turisti come gli Americani, che – nonostante la preoccupazione destata dal terrorismo – abbiamo visto che ancora ci scelgono spesso come meta preferita di vacanza oltreoceano.

 

Cosa piace: lo stile di vita e i prodotti nostrani

Il fattore che conquista il cuore dei viaggiatori resta la nostra way of life, come viviamo, come mangiamo, i luoghi dove abitiamo e così via.“Venire in Italia significa fare personale esperienza di questa felicità quotidiana.”

È interessante come questo aspetto sia apprezzato soprattutto dai viaggiatori che hanno soggiornato nelle destinazioni italiane di solito escluse dai tour classici, ad esempio il Friuli Venezia Giulia (55%), il Piemonte e la Valle d’Aosta (58%), ma soprattutto Calabria e Basilicata (68%).

Un chiaro invito agli operatori ad accompagnare e affiancare il turista nella scoperta di un’Italia genuina, “normale”. Perché al di là della nostra ricchezza culturale e naturalistica, è il modo in cui viviamo la vita tutti i giorni che affascina e rende piacevole fare un viaggio in Italia.

Ecco perché il 61% di chi è stato qui vorrebbe ritornare, perché capisce che in un solo viaggio è davvero impossibile godersi tutte le peculiarità del nostro Paese.

Sempre in quest’ottica, più il viaggio diventa piacevole, più i turisti acquistano volentieri prodotti italiani: su 100 visitatori molto soddisfatti, 89 hanno dichiarato di aver acquistato almeno un prodotto italiano. Primi su tutti i prodotti alimentari (64%) e il vino (60%), ma anche abbigliamento (40%) e accessori (37%).

 

Cosa non piace: comunicazione e prezzi

I più critici tra i turisti intervistati risultano i Tedeschi (più di un terzo dei visitatori) e gli Asiatici.

Entrambi rilevano difficoltà nel dialogare e comunicare con chi sta al pubblico. Cosa che dovrebbe spingere albergatori e operatori a incentivare la formazione dei propri collaboratori.

In secondo luogo, tutti i turisti rivelano di aver trovato problematica la gestione prezzi dei prodotti: trasparenza e rapporto qualità/prezzo risultano in modo trasversale le due aree più critiche.

 

I più critici? Gli Italiani

La ricerca si è conclusa con un sondaggio su 800 turisti italiani che hanno visitato di recente la Penisola. Non stupisce il fatto che il livello di soddisfazione sia molto più basso rispetto a quello degli stranieri (68% vs. 85%).

“Questo è per alcuni aspetti legato al fatto che gli Italiani non sono consapevoli della straordinaria potenzialità del proprio patrimonio; d’altra parte più degli stranieri sanno quanto gli elementi di disservizio siano strutturali.

Lavorare sul buon turismo in Italia non significa quindi solo andare a lavorare sul turismo straniero, ma anche su quello interno e investire per fare in modo che gli Italiani tornino ad avere fiducia nella Penisola.

Per farlo, Gfk suggerisce che sarebbe importante “sensibilizzare i pubblici interni (istituzioni, imprese e cittadini) al valore del nostro Paese. Promuovere negli Italiani la piena consapevolezza della propria eredità e del ruolo che ciascun attore riveste nella sua piena valorizzazione, perché essi stessi diventino i primi ambasciatori del proprio Paese. Un cambiamento culturale che passa, tra le altre cose, attraverso la scuola.”