Hotel su TripAdvisor: più in alto sei, più camere vendi
3 Maggio 2013Ormai non c’è più dubbio: per l’hotel avere una buona reputazione e un buon posizionamento su TripAdvisor significa ottenere più visite al sito ufficiale, più prenotazioni dirette, meno commissioni e più revenue.
Un nuovo studio lo conferma. Un motivo in più per impegnarsi anima e corpo nella gestione della brand reputation per scalare le classifiche di TripAdvisor.
Un risultato annunciato da tempo
Troviamo in quest’analisi un’ulteriore conferma a un trend che rileviamo ormai da anni e che diversi studi internazionali hanno evidenziato di recente. Da tempo tracciamo e analizziamo le performance degli hotel nostri clienti in relazione a KPI che riguardano la brand reputation, come il GRI – Global Review Index, il ranking su TripAdvisor e Booking.com.
In particolare, abbiamo rilevato chiaramente che anche minimi spostamenti sul ranking di TripAdvisor sono in grado di produrre effetti enormi sui guadagni dell’hotel, sia in positivo che in negativo, come abbiamo mostrato in tanti casi reali condivisi durante i nostri seminari e anche in diversi articoli qui su Booking Blog.
Stavolta è Jonathan Brinksman, Senior Web Marketing Analyst di Micros ecommerce, a pubblicare sul blog aziendale uno loro studio condotto per dimostrare la connessione tra il posizionamento di alcuni hotel clienti su TripAdvisor e le vendite dell’hotel.
Che connessione c’è, se c’è, tra il “Popularity index” – l’algoritmo proprietario di TripAsdvisor su cui si basano le classifiche delle strutture – e le notti vendute?
“Il traffico, di questi tempi, non significa molto. Quello che vogliamo è traffico qualificato. Quanto è capace di convertire il traffico proveniente da TripAdvisor?”
Quella che si pone Brinksman è in effetti la domanda principale da porsi ogni qual volta si conduca una campagna di web marketing: quanto è qualificato il traffico che genera un canale? La qualità del traffico si può capire solo dalla quantità di conversioni che genera.
Se sei nella top ten, ottieni il 10% in più di notte prenotate
Per poter calcolare questo dato, la Micros ha messo a confronto un gruppo di hotel clienti e ha calcolato quanto il posizionamento su TripAdvisor incida sul numero delle notti vendute.
Purtroppo non sono state indicati né le metodologie utilizzate dall’azienda, né il numero di hotel campione, ma i risultati ci sembrano ragionevoli e corrispondono più o meno agli scostamenti che nel tempo abbiamo potuto individuare di persona sui nostri hotel:
- Le strutture in posizione #20 nel proprio mercato ottengono il 10% di notti in più vendute direttamente al mese rispetto a quelle che si classificano al numero #40
- Le strutture in posizione #10 nel proprio mercato ottengono il 10% di notti in più vendute direttamente al mese rispetto a quelle che si classificano al numero #20
- Le strutture in posizione #5 nel proprio mercato ottengono il 9% di notti in più vendute direttamente al mese rispetto a quelle che si classificano al numero #10
- Le strutture in posizione #2 nel proprio mercato ottengono il 7% di notti in più vendute direttamente al mese rispetto a quelle che si classificano al numero #5
- Le strutture in posizione #1 nel proprio mercato ottengono l’11% di notti in più vendute direttamente al mese rispetto a quelle che si classificano al numero #2
Quello che senz’altro colpisce di questi dati è quanto l’hotel primo classificato su TripAdvisor possa ottenere in più rispetto persino al secondo, dunque quanto anche una sola posizione di scarto possa fare la differenza in termini di vendite.
Se si entra nel 20% dei top hotel di una destinazione si ottengono maggiori benefici
“Secondo i nostri dati – afferma la Micros – maggiori opportunità per guadagnare più notti vendute come risultato di un miglioramento nel posizionamento, si presentano quando si raggiunge il 20% dei top hotel in una qualsiasi destinazione.”
Osservando un gruppo di hotel passati dal #5 al #1 posto, si è potuto notare che “queste strutture hanno visto un massiccio incremento del traffico da TripAdvisor e, come risultato, di notti vendute direttamente.”
Le migliori performance si ottengono con le recensioni più fresche
Un altro interessante dato dimostrato dallo studio è che sono soprattutto le recensioni recenti a influenzare il posizionamento di una struttura: “Il Popularity Index dipende fortemente dall’età delle recensioni e le recensioni più vecchie hanno meno valore di quelle più nuove. Come risultato, un miglioramento di ranking (o un peggioramento) possono essere quasi immediati.”
Nell’immagine di seguito si può rilevare come un incremento forte del numero delle recensioni positive possa far schizzare in modo immediato una struttura nel ranking. Questo spiega bene perché molto spesso strutture che da anni sono al top delle classifiche di TripAdvisor e hanno migliaia di recensioni, spesso sono scalzate da strutture nuove con pochissime recensioni ma tutte recenti e positive.
Diversi dei nostri clienti di nuova apertura, su destinazioni anche molto competitive, si sono guadagnati il primo posto in pochi mesi grazie alla buona frequenza di recensioni positive fresche.
La brand reputation ancora al centro delle strategie di marketing
Inutile dire che con il passare degli anni il peso e il valore delle recensioni hanno assunto per l’hotel una posizione centrale all’interno di qualsiasi attività di web marketing: gestire la propria reputazione, rispondere e monitorare le recensioni, non è più una scelta, ma un obbligo per qualsiasi struttura.
Ne va non solo dell’immagine del brand, ma anche delle vostre vendite dirette e delle vostre revenue.
Per aiutarvi nella comprensione delle dinamiche che regolano il mondo delle recensioni e imparare a sfruttare la brand reputation al meglio, vi consiglio la lettura del nuovo libro “Turismo e Reput’Azione”, di Francesco Tapinassi e Roberta Milano, il cui intero ricavato sarà devoluto agli alluvionati della Maremma. Al libro ho contribuito anch’io (Sergio Farinelli ; ) ) con un capitolo dedicato proprio a “Reputation, Web Marketing e Revenue: i casi delle imprese alberghiere”. Presto qui su Booking Blog tutti i dettagli…
Sergio
Commento da Diego80 — 3 Maggio 2013, alle ore 12:59
Vero, sono pienamente con Sfarinel, l’unico dubbio che però mi assilla da tempo e capire come mai molti operatori hanno sviluppato un pannello di recensioni on line molto monitorato e controllato mentre Tripadvisor dà l’impressione di essere così e invece permette ogni genere di commento anche fasullo. Detto ciò a priori bisogna impegnarsi e far buon viso a cattivo gioco per soddisfare i propri clienti e guadagnare rank di gradimento.
Il recensor percentee però è sempre a sfavore di quelli che si sono trovati bene rispetto ai soggetti che hanno critiche.
Pingback da Hotel su TripAdvisor: più in alto sei, più camere vendi | The Insight Job — 3 Maggio 2013, alle ore 14:54
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Commento da Mauro Calbi — 3 Maggio 2013, alle ore 18:22
Purtroppo è vero. Non vorrei diventasse un incentivo all’acquisto di recensioni false. Per evitare questo, TA dovrebbe migliorare l’inserimento delle recensioni e l’algoritmo di valutazione. Non è possibile che alberghi con migliori servizi siano penalizzati in classifica rispetto ad altri che hanno meno recensioni, ma tutte positive.
Commento da Antonio Greci — 4 Maggio 2013, alle ore 06:57
Articolo che piace perché rifocalizza il tema della brand reputation perno della strategia di marketing di ogni azienda. Condivido l’affermazione “La qualità del traffico si può capire solo dalla quantità di conversioni che genera.”. Rimango convinto che la diretta attenzione al cliente sul campo, sia comunque la chiave che permette di realizzare una brand reputation competitiva. In questo caso il “jolly” è in mano a chi ha risorse umane che riescano a realizzarla. Il cliente è disposto a soprassedere su qualche neo della struttura quando può valorizzare il riconoscimento della propria identità nell’ambito della struttura e del contesto in cui opera. Il web è la più incredibile “cassa armonica” che sia mai esistita. Acquisterò molto volentieri il libro citato.
Pingback da Hotel su TripAdvisor: più in alto sei, più camere vendi | Stefano Sciamanna — 4 Maggio 2013, alle ore 18:34
[…] on http://www.bookingblog.com Posted by: admin // Articoli esterni // maggio 4, […]
Commento da Pedrito — 6 Maggio 2013, alle ore 09:59
hai ragione mauro ma c’e da dire anche che il cliente che cerca in tempo reale un hotel per soggiornare vuole conoscere recensioni e pareri in tempo reale,anche se…un hotel che da sempre sia stato riconosciuto per i suoi eleganti e ottimi servizi non dovrebbe essere pennalizzato scendendo in classifica dagli primi 10 nella lista di TOP’s ten list solo per non essere stato recensito negli ultimi tempi,dall’altra parte un hotel puo ricevere ottime recensioni(anche se ‘false’)e potrebbe salire subito al posto numero 1 della lista,non penso sia giusto…si dovrebbe studiare ed annalizzare un poco piu a fondo questo fatto…i clienti cercano soggiorni gradevoli ed all’altezza di quello che pagano,le recensioni (purtroppo o fortunatamente)gli aiutanno a trovare e scegliere quello che vogliono…
Commento da Antonio Greci — 8 Maggio 2013, alle ore 05:55
Ho appena letta una recensione su TP edita il 7/5/13 di un cliente che ha pernottato nella struttura a Gennaio 2013. Mi sono chiesto che grado di attendibilità può avere dopo 5 mesi. Il sospetto è che sia una recensione su commissione. Questo è il modo migliore per rovinare la reputazione della struttura, di TP e della “cassa armonica”. Il “Jolly” è sempre in mano alle risorse umane. Peccato. “The worst reputation possible for all participants.” Ci vorrebbe un algoritmo di valutazione come scrive Mauro Calbi.
Commento da marghe — 8 Maggio 2013, alle ore 09:03
Ciao Antonio, appena ho letto il tuo commento mi è venuto da sorridere perché… ieri ho scritto una recensione su un hotel dove sono stata a gennaio (giuro che non sto scherzando :-))! Sono stata molto bene, volevo lasciare qualcosa di bello e quindi non avevo avuto il tempo di scriverla con tutti gli impegni che ho, e non credo che a 5 mesi di distanza non sia più attendibile: sono certa che quello è lo stesso, meraviglioso posto dove sono stata. Non guardiamo sempre le cose in modo negativo, a volte non ci sono logiche che tengano. Detto ciò, concordo pienamente con l’algoritmo!
Commento da Antonio Greci — 10 Maggio 2013, alle ore 06:24
Ciao marghe, apprezzo il tuo intervento. Bisogna vedere quante volte si ripete lo stesso ritardo sulla struttura. Velocità, ripetitività e tempi di comunicazione nel marketing di un prodotto sono fondamentali, specialmente per prevedere i tempi di reazione del consumatore nella stimolazione delle sue aspettative, (vedi il modello tre T: time, timing and timeliness). Credo che nel marketing, a maggior ragione nel web marketing per la sua altissima velocità comunicativa, se osservassimo nella pratica l’evento sotto un profilo di logica bivalente, la sua approssimazione ci porterebbe ad un valore “x” estremamente manipolabile, diciamo o vero o falso mentre se la osservassimo sotto il profilo della logica fuzzy, potremmo avere una visione più precisa dello stesso, diciamo per un valore, matematicamente calcolabile, da 0 ad 1. La veridicità può essere interpretata anche sotto questo punto di vista. In parte, questo interessantissimo argomento, grazie anche al contributo del presente blog che lo promuove indirettamente, emergeva durante un incontro organizzato dal Cofimp di Ferrara, relatore il Dott. Daniele Trevisani, intitolato “Commercio elettronico e Marketing Internazionale”. Era il 24 maggio del 2000.
Pingback da Hotel su TripAdvisor: più in alto sei, più camere vendi | molto più che segretaria — 10 Maggio 2013, alle ore 18:20
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Commento da inghotels — 27 Agosto 2013, alle ore 17:02
Facebook,Twitter,Tripadvisor non anno nessun potere a livello monetario.la persona,il propietario di un attività che sà lavorare non si lascia intimidire da nessuno sopratutto da cartaccia digitale.Tutto quello che inizia presto finisce…. eccetto le vere!! opere d’arte..fatte da veri artisti(michelangelo,da vinci,brunelleschi etc,..).Come propietario di albero e dì altre attivita non utilizzo nessuna delle forme digitali cartacee di internet ovvero siti o blog come quelli sopra indicati(laddove siamo presenti è perche in automatico per indicizzazione ci siamo finiti dentro).Se il povero Gesù o Ghandi fossero sempre vivi e vedrebbero questo mondo di imbecilli(perche è un mondo di imbecilli) forse nel giro di qualche settimana sarebbero diventati tossico dipendenti.Cari datori di lavoro o direttori o capi reparto, lasciate perdere internet(come siti di pubblicita e blog e social network sopratutto!!)e concentratevi sul lavoro stesso!!E mi raccomando imparate a essere precisi con il vostro personale o i vostri dipendenti.Le persone per lavorare vogliono essere pagate bene ed avere contratti stabili(non si assume a contratti a chiamata o a 7€ l’ora o apprendistato o livelli inferiori di categoria).Pensate a lavorare e tirare fuori le pelotas e vedrete che i soldi verranno!!
PS: Cari imprenditori ricordatevi che all’uccello ingordo gli scoppio il gubbio!!