Guestscan – dove gli hotel possono recensire i clienti
6 Ottobre 2010C’era da immaginarselo che prima o poi sarebbe nato un sito che avrebbe permesso agli albergatori di “denunciare” ai colleghi i clienti molesti, proprio come TripAdvisor permette ai clienti di denunciare agli altri viaggiatori gli hotel da evitare.
Mentre qui su Booking Blog la nostra community si scaldava contro il sito di recensioni turistiche e si chiedeva: “Perché anche noi non possiamo avere un sito dove commentare i peggiori ospiti?!”, in Gran Bretagna hanno pensato bene di passare all’azione e di aprire Guestscan, il primo servizio dedicato ai piccoli-medi hotel, b&b, case vacanza e campeggi inglesi per difendersi dai “clienti da incubo”.
L’Associazione Guestscan permetterà ai proprietari delle strutture di controllare le credenziali dei clienti prima di confermare una prenotazione. Una volta diventati membri dell’associazione infatti, avranno accesso a un vero e proprio database di “combina guai”, per proteggersi da danni alle camere, mancati pagamenti e comportamenti asociali.
Il servizio è a pagamento, offre uno sconto su una forma assicurativa per hotel e promette addirittura consulenza legale in caso di bisogno, ma a quanto pare questo cade in secondo piano rispetto alla USP principale dell’associazione, che è sicuramente il maggior incentivo all’acquisto per qualsiasi albergatore:
“Non è raro che i clienti credano che rompere la mobilia, macchiare con il vino i tappeti o i mobili, sia incluso nel prezzo del soggiorno – dichiara l’inventore Neil Campbell – è chiaro che c’è bisogno che qualcosa sia fatto per proteggere i proprietari delle strutture.”
Ho trovato l’idea ingegnosa, divertente, scaltra e di forte appeal per la classe alberghiera, ma ci sono ancora molti dubbi da risolvere sull’effettiva utilità ed il funzionamento del servizio:
- Problema Privacy: se gli albergatori potranno diffondere nome, cognome ed altri dati riguardanti terzi on-line, c’è da capire come possano farlo nel rispetto delle leggi sulla privacy. L’organizzazione dichiara che “Il database si conforma al Data Protection Act, e Guestscan è stato messo al corrente da parte del Commissario per i Servizi all’Informazione che non obietteranno all’attività svolta. Il database è gestito e amministrato da specialisti che utilizzano i più sofisticati sistemi di sicurezza bancari integrati con ulteriori servizi di back-up”.
Detto questo l’Associazione Privacy Information ha già lanciato l’allarme e dichiarato che investigherà sulla legalità del servizio, per evitare che vengano diffusi illegalmente dati sensibili riguardo alla razza, l’etnia, la religione, e le preferenze sessuali degli ospiti, sebbene Guestscan abbia assicurato che questo tipo di informazioni non potranno essere condivise.
- Controffensiva TripAdvisor: viste le numerosissime polemiche sulle “recensioni false e diffamatorie” di TripAdvisor che hanno investito anche il Regno Unito, c’è da scommetterci che siano davvero in molti gli albergatori frustrati ed arrabbiati desiderosi di recuperare un po’ di dignità.
Difatti Guestscan permetterà di denunciare ben più dei danni a qualche mobile. Le motivazioni permesse per denunciare un cliente infatti sono molteplici, come ad esempio: mancanza di pagamento; comportamento offensivo verso lo staff o gli altri clienti; rumori molesti; furto; frode; “altro”.
Che cosa si nasconde dietro la categoria “altro”? e cosa si intende per comportamento offensivo, oppure come dimostrare che un cliente ha rubato qualcosa? Guestscan promette di controllare con grande attenzione le dichiarazioni degli albergatori e di organizzare colloqui nel caso ci fossero accuse pesanti non comprovate.
I risultati dell’iniziativa potrebbero essere ben peggiori delle storture nate dal servizio di TripAdvisor, ovvero ritorsioni e diffamazioni illecite da parte di albergatori furiosi nei confronti di ospiti che hanno a loro volta rilasciato recensioni poco lusinghiere, o semplicemente clienti sgraditi ma tutto sommato innocui. Ci sarebbero da temere conversazioni del tipo: “Se non mi offre lo sconto scriverò una recensione negativa su TripAdvisor” – “Se non lascia subito la mia struttura la denuncerò a Guestscan”…
- Funzionalità ed utilità: Anche posto che il servizio sia lecito, rispettoso della privacy e ben monitorato, come sarà possibile per l’hotel controllare le credenziali di tutti coloro che prenotano prima che venga concluso l’acquisto, specie se le prenotazioni provengono da portali o agenzie? Come sarà possibile rifiutare o cancellare una prenotazione dopo che è stata accettata?
Secondo voi potrà funzionare questo modello di servizio e magari emergere anche in altre parti del mondo? Voi paghereste per un servizio di questo tipo?
Commento da GabUd — 7 Ottobre 2010, alle ore 16:21
controffensiva…che però lascia il tempo che trova…
Premesso che, almeno città per città, gli albergatori si passano già i nominativi
soprattutto di chi non paga..non mi piace molto questa iniziativa.
Penso che allo stato attuale sia un po’ improbabile aggirare la legislazione sulla privacy ma, soprattutto, non cadere in opere di ritorsione, segnalazioni a “naso”, o non veritiere…
mah…chi vivrà vedrà…fosse gratuito almeno 🙂
Gab
Commento da crt — 7 Ottobre 2010, alle ore 17:02
Ci lamentiamo tanto di TA …ma se facciamo la stessa identica cosa per avere come risultato il non poter piu’ controbattere in modo giustificato alla prepotenza delle recensioni fasulle… alla fine chi ci guadagna …. TA ? I nodi del mestiere ci sono sempre e questo non mi sembra un modo giusto per risolverne uno . Tanto piu’ che , come si dice sopra , alcune info gia’ circolano senza bisogna di dare il peggio di se’.Poi cosa passa nella mente di certi clienti non sempre si capisce , talvolta parlano solo perche’ interpellati dalle OTA a dare giudizio e pur di dire trovano il pelo nell’uovo. Comunque ritengo che gia’ TA ‘se la sia fatta da solo’ trasformando un inserimento casuale e spesso non voluto del tuo albergo nel loro database in un business con la storia della semplice pubblicazione dei dati ( questi a pagamento naturalmente mentre sputtanarti lo fanno gratis )quale link telefono ecc trasformandosi da sito di passaparola/pettegolezzi ( xche’ altro non sono ) in un vero e proprio ‘ catalogo pubblicitario ‘ web quindi la loro posizione cambia e probabilmente anche le recensioni rivolte a chi ‘paga’ .Comincia cosi’ a non essere piu’ avvolto da quell’aurea di spontaneita’ che tanto difendono ed escono allo scoperto finche’ qualcuno finalmente li becchera’ con le mani nella marmellata .
Commento da MAXPIERGENTILI — 13 Ottobre 2010, alle ore 10:23
Grandissimi!!
Non capisco onestamente l’avversione di crt a questo progetto?!
Questo potrebbe essere uno strumento valido per evitare di trovarsi in situazioni complicate, con clienti ” Assurdi”. ( forse avendone avuto uno veramente Unico alcuni giorni fa, risento ancora della sua influenza negativa”.
Questo progetto non credo abbia nulla a che vedere con TA, è una questione “opaca” nel senso che credo sia riservato esclusivamente agli operatori, pertanto non vedo attinenza con TA. ( sono d’accordo comunque con Crt che l’idea iniziale di TA è stata travisata)
Staremo a vedere.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 13 Ottobre 2010, alle ore 12:26
no rega, qui nun se stamo a regolà!
ma vi pare possibile DISCRIMINARE i clienti sulla base di una black list?ma che è il REGIME???
Gentile CLiente, vista la sua posizione sulla Black List la sua prenotazione non può essere accettata…
sai che c’è che gli albergatori italiani almento sono perlopiù così ignoranti (nel senso di non conoscere) da darglieli due soldi a questo progetto RIDICOLO.
S.
Commento da Michele Aggiato — 13 Ottobre 2010, alle ore 16:06
Geni! Se si iscriveranno una buona parte degli albergatori, pagando 24 pounds per il nulla, faranno una piccola fortuna a chi l’ha ideato.
Commento da Michele Aggiato — 13 Ottobre 2010, alle ore 16:19
Ho scritto su Facebook: “Geni! Se si iscriveranno una buona parte degli albergatori, pagando 24 pounds per il nulla, faranno una piccola fortuna a chi l’ha ideato.”
Commento da Riccardo Cocco — 13 Ottobre 2010, alle ore 21:33
Stefano,
mi meraviglio del tuo intervento.
La cosa che è stata fatta, non è altro che l’informatizzazione della black list che a Roma (almeno dal 1993) ci si girava tra albergatori per non restare fregati dai vari SòlaGuest che girano….
In aggiunta a questo, guarda questo link: http://dbitaly.dnb.com/Italian/Main/default.asp e dimmi dove è la differenza.
Se hai l’opportunità di pararti con clienti “evanescenti” che magari non pagano, invece di esserne felice ti ink…avoli??? Non capisco….
Buon lavoro e buone verifiche di solvibilità a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da MAXPIERGENTILI — 14 Ottobre 2010, alle ore 08:46
Buongiorno,
che vuol dire discriminare i clienti, il regime??!!
Forse sei un pochino rigido nei tuoi pensieri, visto chi non la pensa come te sembra debba essere necessariamente ignorante ( nel senso di non sapere..), a meno che tu non abbia la verità assoluta.
Cercare di prendere degli accorgimenti significa ignoranza? Come fa notare Stefano questo non è altro che l’informatizzazione della vecchia Black list, e non vedo niente di scandaloso nella collaborazione tra albergatori.
Ps: il progetto mi sembra attualmente limitato alla Gran Bretagna.
Buona discussione a tutti.
Massimiliano Piergentili
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 14 Ottobre 2010, alle ore 09:49
Ciao Max, ciao Riccardo,
scusate il flame, ma vi esemplifico:
Vi arriva la prenotazione tramite booking.com del cliente SOLON DEI SOLONI, che fate? la cancellate per REPUTAZIONE non valida? Come la cancellate? Se la carta di credito con cui prenota il cliente è valida che fate?
Datemi un modo e la black lista avrà un senso.
S.
Commento da MAXPIERGENTILI — 15 Ottobre 2010, alle ore 12:18
Ciao Stefano, nessun problema.
Nel caso dovesse arrivare una prentozione di un Black listed, saresti almeno conscio di chi hai davanti, ti informi sul suo comportamento e cerchi di limitare al massimo le possibilità che possa ripetere il fattaccio che l’ha portato sulla Black list.
Se la carta di credito è valida ci atteniamo alla policy aziendale: se è prepagata si scarica, se non lo è ti accerti che la carta funzioni e prelevi quando dovuto (ti attieni alla policy e fai preautorizzazione) , nel caso voglia rimanere gli fai pagare la camera in anticipo.
Che ne dici?
Aspetto il tuo parere.
Massimiliano Piergentili
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 15 Ottobre 2010, alle ore 13:13
Ciao Massimiliano,
“Se la carta di credito è valida ci atteniamo alla policy aziendale: se è prepagata si scarica, se non lo è ti accerti che la carta funzioni e prelevi quando dovuto (ti attieni alla policy e fai preautorizzazione)”
comunque ci si attiene alla policy aziendale, quindi è lo stesso trattamento che riserveremmo a un cliente non black list, e allora perdere tempo per verificare se è un bricconcello ne vale veramente la pena? statisticamente quanti bricconi possono capitare in un anno?
S.
Commento da MAXPIERGENTILI — 18 Ottobre 2010, alle ore 09:27
Ciao Stefano,
ci si attiene alla policy aziendale in maniera rigorosa, e poi fai tutto quello che puoi per evitare di lasciare situazioni aperte con un cliente che ” già conosci”.
Quante volte un cliente in casa, decide di prolungare il soggiorno, di mettere la cena sul conto, di consumare al bar lasciando tutto a sospeso? Beh almeno con una black list sai chi hai di fronte e ti regoli di conseguenza.
Ti ripeto sapere con chi hai a che fare, è un punto sicurametne a tuo vantaggio per gestire la situazione.
E’ vero anche che di ” bricconcelli” non ne capitano molti, ma può bastarne uno “buono” per fare bei danni.
Quindi io continuo a credre che potrebbe essere uno strumento in più, non imprescindibile chiaramente, per gli albergatori.
Ciao e buona giornata.
Massimiliano Piergentili
Commento da Pam — 24 Ottobre 2010, alle ore 16:49
Non credo molto nel sito (guestscan) però l’idea è accattivante. Giusto 10 minuti fa un cliente che ha spaccato una mensola in vetro ha negato anche di fronte all’evidenza di essere stato lui, per non parlare della famiglia con figli adolescenti che sono riusciti a spaccare in due il lavandino ma, cocchi di mamma, “….non sono stati i miei figli, come si permette…”, insomma non c’è modo di tutelarsi e visto che il 90% dei danni è inferiore alla franchigia delle assicurazioni ce la mettiamo via….
Commento da giulia maria — 4 Gennaio 2011, alle ore 02:23
io farei anche una black listed sui dipendenti…”gente da non assumere assolutamente!!!”