La guerra dei prezzi
9 Aprile 2009Lo dichiara una delle ultime ricerche elaborate da EyeforTravel: i Revenue Mangers, sia in Europa, che in America e Asia, sono più di ogni altra cosa preoccupati per la guerra dei prezzi che la diffusa crisi economica sta generando e la conseguente tendenza forzata all’abbassamento delle tariffe.
È stata Sherry Kimes, docente di Asian Hospitality Management presso il Cornell-Nanyang Institute of Hospitality Management di Singapore, a condurre l’indagine online conclusa alla fine di marzo, dal titolo “Hotel Revenue Management in an Economic Downturn”. Gli intervistati, tutti con un’esperienza che varia dai 5 ai 10 anni, sono per il 34% dirigenti del settore, il 55% revenue managers e i restanti consulenti e analisti, mentre, per quanto riguarda la provenienza, il 32% lavora in Europa, il 37% in Asia e in Medio Oriente e il 29% in America.
I soggetti hanno dovuto valutare, in relazione all’albergo per cui operano, 8 fattori del RM e spiegare come la loro importanza sia cambiata rispetto allo scorso anno, come il tasso occupazionale degli hotel, l’ADR e il RevPAR siano variati. Infine si sono espressi su quelle che considerano le tematiche di maggior rilevanza, i cambiamenti e le tendenze future del RM per il 2009..
Le prime stime: scendono occupazione, ADR e RevPAR
Su una scala da 1 a 7, le performance alberghiere rispetto allo scorso anno sono risultate nettamente inferiori: in confronto al 2008, il tasso di occupazione ha raggiunto un punteggio medio di 2.49, l’ADR di 2.73 e il RevPAR di 2.68. Soprattutto ADR e RevPAR sono scesi significativamente in Asia e Nord America.
Ovviamente le performance sono scese anche in relazione al fatto che i viaggi sono stati meno numerosi e sicuramente meno lunghi: la durata dei soggiorni è scesa considerevolmente (2.95) e i clienti tendono a prenotare sempre più vicino al giorno d’arrivo (2.28) per sfruttare migliori offerte..
L’impatto dei fattori rispetto al 2008
Sempre su un punteggio da 1 a 7, si è chiesto di identificare quali fattori siano oggi più o meno determinanti nel RM rispetto al 2008: la soglia di resistenza al prezzo (5.86), la rinegoziazione dei contratti (5.83), la competizione (5.80) e di conseguenza la guerra dei prezzi (5.80) sono risultati i fattori più importanti nell’attuale clima economico.
Tabella 1: Fattori determinanti nell’attuale clima economico rispetto al 2008
La guerra dei prezzi e il pricing: i punti caldi della questione
Agli intervistati è stato chiesto di rispondere a tre domande aperte, relative al RM, ai cambiamenti nel settore rilevati nell’anno passato e alle previsioni sul futuro: la maggioranza di loro ha individuato nei fattori relativi alle tariffe quelli più importanti e influenti sull’andamento del RM. Le guerre dei prezzi, il pricing, la rate integrity e il maketing sono a quanto pare gli elementi sulla base dei quali si giocherà il futuro del RM.
- La guerra dei prezzi: il 21,9% ha dichiarato di essere soprattutto preoccupato per la guerra dei prezzi e di sentirsi per questo obbligato a ridurre progressivamente le tariffe per mantenere le proprie quote di mercato e restare competitivo. Ovviamente in molti hanno anche ricordato che le guerre dei prezzi sono destinate ad influire negativamente non solo sui fatturati, ma anche sull’immagine globale dell’hotel.
- Il pricing: In molti hanno menzionato il problema del pricing. I clienti sono infatti sempre più sensibili al prezzo e tendono ad aumentare sempre più le negoziazioni delle tariffe con certi segmenti di mercato.
- La rate integrity: anche questo resta un punto caldo. Gli intervistati si sono dimostrati molto preoccupati riguardo al fatto che gli sconti potrebbero avere un certo impatto sulla rate parity a lungo termine e che gli hotel potrebbero avere grossi problemi a dover affrontare di nuovo tariffe alte dopo un periodo prolungato di offerte scontate.
- Nuove strategie marketing: si sente la necessità di identificare nuovi segmenti di mercato a cui rivolgersi e nuovi canali di promozione e distribuzione da sfruttare per mantenere la propria quota di mercato,
Tabella 2: Fattori che influenzeranno maggiormente il RM in futuro
Cosa dovrebbero fare gli hotel: concentrarsi sui clienti, i competitor e i canali distributivi
Data la preoccupazione che i RM hanno dimostrato relativamente ai problemi legati alle tariffe, la ricerca di EyeforTravel ha individuato tre fattori sui quali gli albergatori dovrebbero concentrarsi nel gestire l’attività nei periodi di flessione economica. Una delle chiavi di successo per risollevarsi dalla crisi sarà sicuramente quella non di operare tagli indiscriminati alle tariffe, ma concentrarsi su nuovi segmenti di mercato e canali distributivi.
La ricerca ha infatti dimostrato che gli hotel con un ADR significativamente più basso di quello dei competitor manifestano anche performance inferiori nel RevPAR: questo collegamento è emerso a tutti i livelli di mercato.
Nel pianificare una risposta alla guerra dei prezzi, gli albergatori dovrebbero valutare:
- I clienti: è importante considerare la sensibilità al prezzo di certi segmenti di mercato e il possibile emergere di nuovi segmenti a cui rivolgersi se vengono offerte nuove fasce di tariffe. Le tariffe scontate dovrebbero essere rivolte ai segmenti di mercato sensibili al prezzo e allo stesso tempo si dovrebbero creare delle barriere perché i clienti meno sensibili ai costi non traggano vantaggio da quelle stesse offerte. Inoltre sarebbe importante che l’hotel identificasse nuovi segmenti di mercato che potrebbero essere attratti e determinare se tali segmenti possano essere adeguati all’immagine dell’hotel.
- L’hotel e i competitor: gli sconti sono influenzati dai costi della struttura, le possibilità e il posizionamento strategico dell’hotel. Alberghi con costi inferiori potranno offrire sconti più vantaggiosi, dal momento che potranno sostenere meglio la riduzione dei margini di guadagno. Hotel di lusso dovranno invece riflettere bene prima di operare degli sconti, a causa del potenziale impatto che ciò potrebbe avere sulla propria immagine. Gli alberghi più economici potrebbero non essere danneggiati dalla guerra dei prezzi e beneficiare del fatto che molti clienti tendono a rivolgersi a strutture più accessibili. Analogamente si dovrà analizzare la condizione dei propri competitor, per cercare di capire le potenziali reazioni alla crisi, i loro punti di forza o di debolezza.
- I canali di distribuzione: i canali di distribuzione dovrebbero essere analizzati per determinare quali sono più efficaci e se il volume delle vendite aumenta nel caso in cui aumentino anche le commissioni riconosciute a quei canali. Alcuni canali distributivi inoltre, danno la possibilità di legare la propria offerta ad altri servizi, come tariffe aeree e costi di noleggio macchina, facendo in modo che non emerga il costo reale delle camere, proteggendo il brand e l’immagine dell’albergo.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 16 Aprile 2009, alle ore 15:19
Nel valutare la strategia di pianificazione di risposta alla guerra dei prezzi:
1) i clienti: è ad oggi molto complesso segmentare la clientela, poichè la presenza di tariffe scontate diffusa tramite web permea anche gli altri canali distributivi, è quindi difficile tutelare i segmenti di mercato a più alta retribuzione, poichè si rischia che vadano a shoppare su canali a loro dedicati.
2) l’hotel e i competitor: sicuramente i competitor vanno analizzati, oggi più che mai in termini di STRATEGIE di prezzo, inteso come interpretazione di prezzo come oscillazioni nel medio lungo periodo, i portali di grande distribuzione online tendono ad oggi a trasformare le strutture in numeri, per una piu rapida comparazione, hotel=prezzo+commenti+ubicazione.
3) canali di distrubuzione: ci sono canali nei quali l’utilizzo di leve come la maggiorazione di commissione funzionano per aumentare la visibilità e tutelare il VALORE della camera.
Commento da Anto4444 — 17 Aprile 2009, alle ore 12:59
Macchè macchè Tiribocchi..
Quindi per contrastare il fenomeno deflazionistico nel settore alberghiero cosa facciamo?
Analizziamo i competitor per vedere che prezzi fanno + aumentiamo le commissioni su booking.com per stare più in alto = ulteriore abbassamento dei prezzi.
Bisogna tornare indietro, dobbiamo prendere il cumputer e buttarlo via. Dobbiamo fare meno corsi di Revenue e più corsi per aumentare la qualità del servizio. Dobbiamo cominciare a gardare il valore del servizio che si produce e poi andare a fare il prezzo. Torniamo a guardare il valore del nostro servizio e lasciamo perdere tutti questi strumenti che ci stanno solo penalizzando nel medio termine. Nel breve funzionano nel medio (nenache lungo) ci penalizzano fidatevi.
Facciamo il prezzo a seconda del valore del servizio che offriamo.
Troppe nozioni se non si è in grado di assimilarle bene diventano un paraocchi che non ci permette di vedere quello che ci aspetta.
Raynair, ormai la utilizzo anch’io.. e sinceramente mi potrei permettere ben altro. Spendo 10 Euro per andare a mille km di distanza. Andremo a finire cosi anche noi per colpa di questi nuovi guru dell’ospitalità che ci stanno appannando la vista..
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 18 Aprile 2009, alle ore 18:18
Internet è il presente del turismo.
La deflazione del settore alberghiero è il presente.
La reperibilità di informazioni totali e certe su un hotel è il presente.
Il valore del servizio è solamente una, seppure molto importante, variabile che interviene nelle determinazione del prezzo, ce ne sono poi altre dieci.
Ryanair è un modello low cost al quale sarà difficile arrivare, poichè ad esempio una delle leve incidenti sul prezzo è la locazione, quindi un hotel a fontana di trevi non rasenterà sgoglie di prezzi di uno alla periferia di roma. Poi tra hotel di trevi con simili peculiarità è una lotte. comunque il revenue non va assimilito all’abbassamenti di prezzo, il revenue è abbassamento e innalzamento, cioè oscilazzione ragionata di prezzo.
Commento da duccio — 19 Aprile 2009, alle ore 09:46
condivido pienamente Dott. Tribocchi.
oggi chi investe nel web ed in formazione sul corretto utilizzo di tutte le possibilità che offre Internet, chi propone un buon prodotto/servizio e riesce a proporlo al prezzo giusto, al momento giusto ed al cliente giusto… è destinato a vincere come molti hotel che conosciamo.
chi invece pensa di sottrarsi a tutte queste dinamiche, temo che stia perdendo una grande occasione !
la citazione più diffusa di chi non crede a queste nuove dinamiche è “io faccio questo mestiere da 30 anni…”
Buona Domenica a tutti,
Duccio Innocenti
Commento da Francesco Aniballi — 21 Aprile 2009, alle ore 21:13
Mi trovo d’accordo con sia con Tiribocchi che con Anto, nella misura in cui la gestione del prezzo deve per forza di cose essere dinamica ed estremamente flessibile sia in aumento che in diminuzione, ma è necessario (ma spero bene che questo sia un must per tutti) riepire il RM di contenuti tangibili dal cliente, ovvero da un servizio oltre le attese. In questo però, mi trovo in una posizione differente, in quanto il servizio offerto è totalmente slegato dal prezzo:
– una doppia a 49, 59, 69 €, che sia in giornata di alta o bassa occupazione/stagione, ha la stesso diritto al servizio di una venduta a 150
– a tariffa bassa non corrisponde servizio scadente
– a tariffa alta non corrisponde servizio alto
Ad ogni tariffa, ogni cliente, ogni stagione, ogni singolo possante va riservata la giusta cura, quella fatta di gesti piccoli e sorprese, di cortesia, di cordialità, di sorriso, di soddisfazione.
Tutto questo, non incide sui costi, ma soprattutto non ha prezzo!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 22 Aprile 2009, alle ore 14:44
Gentile Francesco, concordo, spesso nel mercato romano si sentono cose del tipo – sala colazione in orario di chiusura – “so finiti i cornetti e il cliente ne vuole altri, con quello che paga andasse al bar!”
Il set di servizi corollario della semplice funzionalità della camera, e quindi tutti quei servizi che da licenza corrispondono ad una determinata classificazione di numero di stelle devono necessariamente essere dispensati a tutti i clienti in egual misura, indipendentemente dal prezzo pagato, poichè hanno eguale diritto dato dall’acquisto della stanza all’interno di una determinata struttura classificata.
Tra l’altro Il sorriso come insegnano ad ogni corso alberghiero, non costa nulla.
Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi o add-ons la nuova tendenza del mercato è nella modularità e scorporo dalla tariffa, quindi se io non faccio colazione la mattina perchè pagarla? se non uso la piscina perchè pagarla?
S.
Commento da andreacellerai — 22 Aprile 2009, alle ore 18:16
Condivido le riflessioni che avete espresso, sono convinto che il web ha cambiato le regole del gioco sulla prenotazione dei servizi Turistici, e questo
accadrà sempre con maggior peso.
Se analizzate i volumi di un albergo “X”, sia in termini di fatturato che di prenotazioni, noterete che anno dopo anno mentre i Tour Operators hanno ormai iniziato un percorso discendente, i turisti che prenotano self made attraverso i portali aumentano consistentemente.
A mio modesto parere il prezzo che oscilla con l’occupazione e l’analisi dei competitors è inevitabile e porta risultati, è ovvio che questa strategia è valida quando i dati storici determinati in occupazione, ricavo medio e rev-par sono una fonte continuamente valutata e non ultimo il rapporto qualità prezzo che la struttura è in grado di proporre e questo anche in termini di reputation.
Commento da Filippo Faggioli — 23 Aprile 2009, alle ore 07:50
Buongiorno. Condivido assolutamente quanto detto da F. Aniballi. Se non possiamo mantenere ( ormai questo e’ un dato evidente ) le tariffe, anzi le dobbiamo quotidianamente modificare, FONDAMENTALE e’ invece mantenere la stessa qualità di servizio a prescindere dalla tariffa pagata dal Cliente. Se ci mettiamo anche a differenziare la qualità dei servizi per noi e’ veramente finita. Insisto sulla qualità del nostro prodotto, mantenerla al massimo delle proprie possibilità di categoria ed ubicazione hotel. Sorprendere sempre il Cliente, o comunque farlo sentire esclusivo, senza considerare la tariffa. Saluti
Commento da andreacellerai — 23 Aprile 2009, alle ore 13:14
A proposito di guerra dei prezzi:
Vi sembra giusto pagareda parte degli alberghi commissioni del 3% ad American Express?
Curioso dei vostri suggerimenti
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:07
Io vorrei farvi riflettere sul problema del Revenue Management.
La crisi ci sta trascinando dentro il baratro della deflazione. La crisi unita alla nuova moda del RM è matematicamente una condanna a morte.
La domanda non c’è signori albergatori non xkè le vostre tariffe sono alte ma xkè non c’è nessuno che viaggia. Il RM vi direbbe di abbassare le tariffe per rispondere alla richista dell’offerta, in questo modo vi state allacciando la corda intorno al collo. La state preparando bene con meticolosa cura e precisione.
Spero che la crisi duri poco se no arriverà qualcuno che ci farà cadere dallo sgabello su cui eravamo ancora appoggiati.
Se non torna la domanda i prezzi continueranno a scendere e la gente si aabituerà com’è successo per i biglietti aerei alle tariffe basse.
Per favore pubblicatemi i post..
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:09
ormai quando cerco un biglietto aereo vado di tanto intanto a vedere on-line i prezzi, sono abiituato a trovare l’offerta a 0,99 cent o 10 euro massimo, se vedo 30 euro aspetto xkè mi sembra un furto!!
Ma aspetta, ho detto 30 euro un furto?
Meditate gente meditate..
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:21
Tiribocchi add.ons?? Rayanair fa pagare ogni cosa, credo che da qui a poco farà pagare anche il WC (e non sto scherzando).
Bella cosa se andassimo in questa direzione anche noi? a me no.
Sono appena tornato da Mogliano veneto, la conferenza è stata interessante e il Prof Jan Van der Borg dell’università Cà Foscari ha fatto il solito intervento brillante ma ad un certo punto ha prospettato un futuro florido per l’Extralusso e il Low Cost. Sono rimasto preoccupato..
Sinceramente spero che si stia sbagliando. La middle class secondo lui è destinata a soffrire..
Bene questo per dire che voi e noi stiamo andando verso il low cost. Tariffe sempre più basse, che prima o poi dovranno essere seguite da un servizio sempre minore, si comincia con il togliere mezzo turno al bar poi piano piano si cambia set di cortesia per uno più economico e cosi via.. ci si sta dentro abbassando i costi ma la qualità e il servizio diminuisce. Tutto diventa extra da pagare.
Però in tutti gli intervendi precedenti e in tutti quelli successivi si è parlato di qualità qualità qualità…. BENISSIMO..
Ma come con questi margini?
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:24
Ah il prof ha parlato di necessaria salezione Darwiniana delle strutture turistiche tra le altre cose..
Non è collegata al RM ma nel blog del calo dei prezzi è un argomento interessante su cui poter discutere.
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:25
Non mi sembra giusto ma fai cosi, non accettare American E. Accetta Visa Mastercard e le altre e il 90% della clientela non se ne acorgerà.. Ti togli il problema senza troppi patemi. E cmq chi ha AE ha anche una visa.
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:30
Andrea cellerai, i risultati arrivano solo nel breve periodo nel medio e nel lungo i risultati saranno nocivi per il settore e per tutti.
All’inizio chi fa un RM proattivo si avvantaggia nel confronti dei competitor che non hanno ancora adottato questa strategia. Poi nel lungo tutti farann la stessa cosa e sarà la fine.
Ma poi ti sembra giusto che la gente che viene per una manifestazione venga letteralmente PELATA viva con cifre assurde in posti in cui il giorno prima avrebbe speso chissà quanto meno?
In questo modo l’albergatore è costretto a portare alle stelle il prezzo xkè recuperare un po di fiato, ma allo stesso tempo si scoraggia la domanda. Il cliente non potrà percepire un servizio tale da giustificare un prezzo del genere. Si avranno ripercussioni negative purtroppo..ma come dicevo sugli anni successivi..
Meditate..
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 15:37
il tempo che ho a disposizione è finito, il lavoro è pressante ma mi piace ogni tanto staccare e scrivere qualcosa sul blog,
Se posso dare un consigli ai gestori cercherei di rendere il blog un po più dinamico e veloce nell’inserimento dei commenti in modo che i lettori possono avere un feed ai propri messaggi più rapido. Questo invoglierebbe la scirttura e la lettura e porterebbe maggior importanza e maggior traffico sul votro blog. Magari prima pubblicate un commento e poi fate la moderazione indicando i motivi pubblicamente.
non ho molto tempo per scrivere, spesso faccio errori e non metto la punteggiatura xkè non rileggo i miei post dopo averli scritti e non ho bisogno di andare a cercare notizie sul google per le mie affermazioni. Posso risultare brusco ma non lo faccio apposta. Spero che potrete pubblicare i miei post ocn più celerità in futuro.
Commento da sfarinel — 23 Aprile 2009, alle ore 16:33
Ciao Anto4444,
suggerimento raccolto.
Di solito moderiamo e pubblichiamo i post piuttosot velocemente, oggi avrai notato un ritardo perchè diversi di noi sono a Sorrento al Travel 2.0 Academy Days. (sto scrivendo dal banco dei relatori mentre è in corso la presentazione di Michele Polico – “Alberghi su Facebook: Imparare a interagire con una rete sempre più socializzata”)
Ciao,
Sergio
Commento da Anto4444 — 23 Aprile 2009, alle ore 16:59
Grazie,
non si faccia vedere xkè se no dicono che è distratto!!
ciao
Spero che sia sempre cosi veloce la pubblicazione!!
Commento da andreacellerai — 25 Aprile 2009, alle ore 12:25
Anto, io controllo giornalmente (anzi spesso anche mattina e sera)le vendite nei vari mesi di apertura dell’hotel che dirigo, sinceramente mi preoccupo per la stagnazione della domanda ma gli sforzi maggiori sono concentrati nel dare un servizio di qualità sia al cliente che spende 100 Euro che al cliente che ne spende 300.
Ovviamente avendo diverse tipologie di camere posso dirTi che a me non imbarazza affatto vendere a tariffe differenziate, e Ti dirò che quando mi metto dall’altra parte e faccio io il turista, ricerco, mi informo e raffronto l’offerta, quando scelgo un albergo prima di tutto mi interessa il luogo, poi viene la selezione basata su confronti e sensazioni, sinceramente da quando prenoto via web non ho avuto delusioni.
Corollario: Il manager deve ricercare profitto e qualità con la stessa determinazione, quando si è consapevoli di dare un buon servizio dobbiamo sapere quanto questo costa e quanto ci aspettiamo di riprendere in termini di ricavi. Chiaro che ogni anno è diverso e a mio avviso và affrontato con strategie di vendita più o meno aggressive a prescindere da cosa fanno i competitors.
Commento da Anto4444 — 26 Aprile 2009, alle ore 13:01
Si ma non mi riferivo a prezzi diversi per tipologie di camere diverse ma di prezzi diversi per la stessa camera. La stessa camera a 100 euro e poi magari il giorno dopo a 300 Euro?? adesso non facciamo un discorso di profittabilità ecc che so che conviene fare cosi (nel breve ripeto) ma poniamoci dalla parte del cliente. Vi pare una politica corretta?
E poi si riesce a triplicare la qualità del servizio?
Secondo me queste nuove tecniche ci porteranno in una situazione spiacevole tra un po di tempo. Guardate le compagnie aeree come esempio immediato..
Commento da andreacellerai — 27 Aprile 2009, alle ore 14:31
Anto, non sò se dirigi un albergo o ne sei proprietario.
Quello che finora ho scritto nel forum è la convizione che ho maturato in questi ultimi anni, dopo che ho esamito il nostri bilanci e che ho notato come attraverso un’occupazione maggiore riuscivo a coprire molto meglio i costi di gestione.
In ogni caso, ognuno di noi sà valutare che le due leve tariffe e occupazione, sapendo anche che sono inversamente proporzionali. Allora la mia domanda è questa:
Valuti oltre ai prezzi di vendita anche il rm e il rev-par?
Hai un’occupazione sopra il 70%?
La tua location è talmente forte da evitarTi di abbassare le tariffe?
Se la risposta è si ai tre quesiti allora sei più fortunato di me e fai anche bene a rimanere solidamente ancorato a tariffe fisse o stagionali, ma la risposta più concreta te la darà senz’altro il rev-par che riuscirai a conseguire, in maniera particolare di quest tempi.
Saluti
Commento da Anto4444 — 27 Aprile 2009, alle ore 14:34
Proprietario di una piccola catena di 3 hotel nel nord Italia. In tutto sono più di 700 posti letto. Laureato in economia e specializzato in svizzera in management alberghiero.
Fai bene ad analizzare i bilanci, se li analizzi per bene vedrai che i margini stanno scendendo. Stanno scendendo e sono destinati a scendere. Immagino che tu sia un dirigente dell’albergo e non il propietario xkè è evidente che se fossi il propietario vedresti che non c’è più nessuna corrispondenza tra il capitale da immobilizzare per l’acquisizione di un hotel e la sua redditività. Il costi sono enormi e i maargini si stanno erodendo sempre più, credo insufficienti per giustificare un tale investimento. Aggiungiamoci la sensibilità della domanda turistica ai più disparati fattori e il rischio diventa altissimo, aggiungo io insostenibile.
Poi la moda di adesso, spinta dalla consapevolezza che bisogna a tutti i costi riempire l’albergo anche quando non c’è nessuno che vuole venire nella nostra zona è un vero è propio bumerang (se non si scrive cosi amen). Guardo ovviamente al fatturato delle mie camere, lo valuto sotto tantissimi aspetti tra cui anche il numero delle camere disponibili. Ma il revpav è solo un indicatore che ci dice tutto e nulla, anzi l’importanza che sta avendo adesso è esagerata.
In ogni caso si parte dall’assunto che le camere d’albergo sono come il pesce, il giorno dopo puzza e sono da buttare. Quindi meglio vendere, anche a poco, piuttosto che buttarlo via. Questo è indiscutibilmente vero, ma il problema è: davvero conviene??
La risposta dev’essere scomposta in due fasi temporali, breve periodo e medio/lungo periodo.
Nel breve è evidente che i costi di migliaia di euro per i corsi di revenue management funzionano. (anche per il fatto che non tutte le strutture li utilizzano)
Nel lungo è come gia detto un bumerang. La domanda potrebbe non giustificare/capire/accettare tariffe tanto diverse per uno stesso servizio e si potrebbe abituare alle tariffe promozionali. Allo stesso tempo tariffe troppo alte in periodi di forte domanda potrebbero scoraggiare la futura domanda. E’ un po come quello che veniva fuori dai modelli di analisi di impatto quando si studiavano gli effetti di eventi/schock in una determinata zona, tanta gente non adava in quel periodo di picco proprio perchè sapeva che ci sarebbero stati prezzi elevati e sovraffolamento. Cmq non ricordo bene i dettagli dovrei andarli a rivedere, ma cio non cambia il discorso.
E poi.. vi pare giusto che 2 nella stessa tipologia di camera possano pagare 2 cifre esageratemente diverse? uno paga 100 e il suo vicino di camera 300? per me a parte tutti i discorsi di convenienza economica, non sembra etico ne corretto.
E poi.. la realtà italiana con tutti piccoli alberghi, credo che la media sia tipo 30/40 camere.. come caspita fanno a fare RM con cosi poche economie di scala.. sono folli.. Selezione Darwiniana come ha detto il professo a qusto punto.
scappo che sono in ritardo.
Mi è venuto in mente adesso che c’è anche un altro motivo di fondo che ha uno sfondo macroeconomico, l’italia non puo e non deve concorrere con il resto del mondo sotto il profilo dei costi. Il prezzo non sarà e aggiungo non deve essere il nostro cavallo di battaglia!!! la QUALITA’ invece! questo il nostro cavallo di battaglia, qualità senza se e senza ma, questa è l’unico modello vincente per il nostro paese e il nostro business, abbiamo il paese più bello e ricco (culturalmente e storicamente del mondo) valorizziamolo!!
Politiche aggressive sui prezzi lasciamole fare alla croazia o alla slovenia per favore..
vado..
Commento da Anto4444 — 27 Aprile 2009, alle ore 14:35
PS andrea l’occupazione italiana media mi pare che sia del 55%..
Commento da Anto4444 — 27 Aprile 2009, alle ore 14:43
La mia location non è cosi forte, è forte il mio brand e i miei servizi.
La risposta è dentro di te. ricercala ma considera che anche per mangiare al MCdonalds o Burgerking in due persone si spendono almeno 14 euro.. al ristorante se ne spendono tipo 60 senza magiare pesce.. per 2 gelati si spende 6 euro.. per il taxi 35.. e cosi via.. pensa a quanto spendono per il servizio 24H che gli offri tu e quanto costa mettere in piedi un impresa alberghiera e ricerca la risposta dentro di te..
Finiremo come ryanair o come gli hotel extralusso.. aveva proprio ragione van der borg.. ahimè..
Commento da andreacellerai — 30 Aprile 2009, alle ore 16:44
Caro Anto,
Forse il Tuo punto di vista è quello giusto, mi interessa scambiarsi opinioni laddove queste portano suggerimenti e prospettive di veduta diverse da quelle che per natura siamo inclini ad avere, Ti preciso che non sono dirigente ma persona che ha investito e che conduce l’azienda, oltre che dirigere network alberghieri. Quello che tutti dovremo considerare è che un mutamento è in atto e questo da quando internet ha ormai concentrato più della metà della domanda.
I nostri pensieri riguardo alla conduzione sono molto distanti, sarebbe bello confrontarsi ancora tra 5-6 mesi e vedere chi di noi due ha avuto le intuizioni migliori.
Una cosa è certa finchè la crisi non sarà passata non potremo dire se ha ragione chi attua tariffe flessibili (pur conservando la qualità) e chi invece rimane ancorato ad una tariffa stagionale….ai posteri l’ardua sentenza.
Tu lavora pure sulle tue 700 camere a tariffe fisse, io lavorerò con le mie 31 a tariffe diversificate e che ognuno possa avere il meglio o ciò che si augura….Buon Lavoro
Commento da Anto4444 — 30 Aprile 2009, alle ore 17:34
Ciao a te.
non sono pignolo e non mi piace farlo. ma non posso non correggere le cose sbagliate che hai detto. Aparte i 700 che sono posti letto e non camere. poi tralasci forse la parte più importante del ragionamento, il disocrso che ho fatto sul breve e sul medio termine. poi non è una politica anticrisi la mia, è un metodo per scampare alla crisi e alla selezione che ci attenderà. Sempre che non intervenga una bella botta di inflazione che dovrebbe cambiare tutte le carte in tavola.
Ma dimmi, con 31 camere da te costruite da quello che sembra, ci stai dentro con i costi? e mi basta un si o no e poi hai calcolato quando mai rientrerai dall’investimendo che hai effettuato? sono cusioso. la tua tariffa media? se vuoi le mie non ho problemi a dirle
Intanto ieri sera ho preso l’aereo per andare in una nota città, 80€ A/R, il taxi 70€ A/R, la cena 95€ in due. L’aereo è in proporzione il più economico… c’è qualcosa che non quadra o sbaglio??
Commento da andreacellerai — 3 Maggio 2009, alle ore 11:57
Caro Anto,
Mi scuso di aver capito male il Tuo dato (700 posti letto), in un forum si partecipa per scambiarsi idee e suggerimeti, vedo che hai molto tempo per rispondere all’uno o all’altro. Le nostre posizioni sono distanti e secondo me i nostri relativi suggerimenti non vengono reciprocamente ben considerati. Da qui ti dico, rispetto il Tuo punto di vista ma mi fermo nel risponderTi, anche perchè tu rispondi a un nome e cognome io invece a un mezzo nome e numero, se mi cerchi su google io ci sono, lo stesso non posso dire di Te. Se il confronto tra me e te fosse serio e mirato ad aiutarsi potremmo scambiarsi tutti i dati che vuoi, per il momento non ho il piacere di conoscere il Tuo nome, che strutture hai, dove sei…..quindi Ti saluto e Ti auguro comunque buona fortuna sull’investimento che hai fatto.
Commento da Anto4444 — 3 Maggio 2009, alle ore 13:07
Sinceramente, finora ho considerato il tuo nome come un nick, non come il tuo nome vero. Me lo hai fatto notare tu.
Cmq il problema non sta tanto nel nome della persona che hai di fronte ma in quello che scrive.
Le mie idee sono sempre molto forti, sempre orientate al futuro. Come tutti gli economisti da bar sport, analizzo il presente e faccio considerazioni su scenari futuri. Puo essere interessante delle volte confrontarsi con uno strumento come un blog o simili xkè le persone prima di rispondere pensano a quello da scrivere. Di solito nella realtà e in un faccia a faccia è un pò più comlicato, qui uno ha tempo di metabolizzare e di interpretare e personalizzare i concetti. E di solito i riscontri si trovano, bisognerebbe trovare un blog con molti contatti e molte visite dove potersi confrontare con tantissima gente.
Sei libero di non rispondere alle domande che ti ho fatto. Per carità fai come credi! Peccato perchè poteva essere interessante!!
Commento da andreacellerai — 4 Maggio 2009, alle ore 15:15
Figurati se rispondo ad un anonimo e per di più ad uno che si autodefinisce “un economista da Bar sport”. Pignolerie e polemiche a parte!!! Buon Lavoro
Commento da Anto4444 — 4 Maggio 2009, alle ore 17:07
Mm..
il problema è tuo non mio, se non riesci a discutere con uno che non sai per filo e per segno chi sia sono problemi tuoi personali. Però non ti vedo bene su internet per via di sta cosa sai?
Cmq non sono anonimo, mi chiamo Antonio e ho gia detto diverse cose di me sul blog. Cosa vuoi sapere? ah no giusto non dovresti rispondere..
Ehm.. quella del “Bar Sport” era una battuta..;)
Se avessi seguito alla lettera quello che pensi non avresti risposto, e non avresti fatto una figura barbina..
“Pignolerie e polemiche a parte!!! Buon Lavoro” (Cit.):)
Commento da riccardofracassi — 5 Maggio 2009, alle ore 13:05
Così non si va da nessuna parte!! Inutile portarla sul piano personale, ma occorre focalizzare il problema sulle proprie considerazioni oggettive. Entrabi Andrea ed Anto state esprimendo dei concetti giusti ed a parer mio anche simili su alcuni aspetti.
La guerra dei prezzi è un fenomeno molto importante e si sente maggiormente dove vi è più grande concentrazione di strutture. La domanda è per varie ragioni rallentata, mentre l’offerta negli ultimi anni (in parecchie destinazioni) è cresciuta sensibilmente. Purtroppo nella mia destinazione siamo tornati ai valori del 2000, mentre i costi sono lievitati incredibilmente (se si vuole offrire la qualità). Ma dei costi ad un revenue manager non gliene frega niente…tanto non deve considerare i costi fissi e gli ammortamenti!!
Commento da Anto4444 — 5 Maggio 2009, alle ore 14:19
Condivido il fatto che con questi discorsi sul personale non si vadada nessuna parte. Però io almeno ci ho provato.
Alla fine quello che ha prospettato era gia menzionato all’interno del post qui sopra:
“che gli hotel potrebbero avere grossi problemi a dover affrontare di nuovo tariffe alte dopo un periodo prolungato di offerte scontate.”
Il problema essenzialemnte è che si sta abituando il cliente a spendere poco. Poi chi ci va ad abituarlo a spendere di più?
Insomma la questione è banale ma non da sottovalutare. Abbiamo esempi che questa tecnica del RM è fallita e ha fatto fallire molte compagnie aeree. Non vorrei che anche noi facessimo la stessa fine. Alla fine i ristoratori che non vanno di certo ai corsi di RM tengono le loro tariffe e se ne infischiano della crisi. La gente sa che costa cosi e cmq ci va lo stesso.
Siamo noi che andiamo a guardare i 5 euro di meno del vicino xkè ci illudiamo che quella sia la tariffa giusta al cliente giusto nel momento giusto.
Poi quando c’è tanta richesta spariamo cifre folli, che si ritorgono come bounmerang su di noi.
Io vorrei discutere di questo in particolare con qualcuno che sappia contraddirmi, sappia farmi cambiare idea. Se no probabilmente ho ragione. Le persone con cui parlo in associazione sono praticamente tutti d’accordo con me, a parole per lo meno. Quelli che non sono d’accordo non mi hanno mai fornito una spiegazione logica del contrario.
Il RM è l’ideale per il benessere della società in quanto la gente spende meno, o aspetta la tariffa più conveniente. Ma per le nostre tasche a parte i primi tempi (ma solo xkè sono ancora pochi che fanno il RM) che ci guadagno poi sarà sempre peggio.
Voi cosa ne pensate? Ovviamente Andrea ogni tuo commento costruttivo è bena accetto.
Commento da antonio.pezzano — 5 Maggio 2009, alle ore 15:40
Prima di tutto, complimenti ai gestori del sito per lo spazio e le ottime discussioni.
Vorrei aggiungere il punto di visto di chi ha analizzato questo fenomeno in una prospettiva piu’ ampia (mi sono occupato di turismo come consulente del settore pubblico nei piani di sviluppo turistico).
Una premessa. E’ evidente che i margini (reddito netto) si stiano erodendo. Dai dati che leggo in giro (ricerca Banca Intesa sui Bilanci delle imprese alberghiere), la maggior parte delle imprese ha flussi di cassa che non giustificano l’investimento (nopat<waac). Le ricerche (quelle pubblicate su riviste internazionali peer-reviewed) dicono che la redditivita’ alberghiera e’ sempre piu’ proporzionale alle dimensioni della struttura. Piu’ in dettaglio (negli USA), la spiegazione e’ che le grandi strutture possono permettersi di pagare general manager in grado di apportare significativi benefici (in termini di marketing o di produttivita’).
Ho fatto questa premessa per dire che nel settore, in Italia, a mio parere, non essendoci molte grandi imprese ci sono pochi bravi GM. Intendo persone in grado di guardare ai problemi non in modo funzionale (marketing, dipartimenti, costi, operations e cosi’ via) ma complessivo. Molti imprenditori e gestori che ho conosciuto, hanno la tendenza ad analizzare i problemi in modo settoriale e ad affidarsi alle mode del momento.
Quindi, per tornare all’argomento RM, ritengo che non ci siano risposte generalizzabili ma il RM deve essere contestualizzato in funzione delle proprie strategie. Un piccolo esempio. Se io avessi un piccolo hotel e fossi in una localita’ che non mi permette un alto tasso di occupazione, punterei tutto sulle tariffe (piu’ alte dei concorrenti), investendo ancora di piu’ in qualita’ senza inseguire i miei concorrenti. Un hotel di questo tipo vive solo se si differenzia.
Spero di avere dato un contributo utile
Commento da andreacellerai — 6 Maggio 2009, alle ore 12:09
Non era mia intenzione cadere sul personale…ma i confronti sui forum talvolta ci portano non solo a dire la nostra… ma anche a pretendere di insegnare qualcosa.
Ripeto quello che secondo il mio punto di vista è lo scambio di opinioni… volontà di apprendere, quindi Antonio a Te chiedo scusa se Ti ho offeso e dico non perdiamo di vista quello che dovrebbe essere il nostro obbiettivo scambiarsi idee per avere qualche spunto nuovo (ammesso che se ne trovi).
Riccardo Tu mi conosci abbastanza bene e hai fatto bene a sottolineare che se si butta sul personale non si và da nessuna parte, quello che tanto ci stà a cuore è il risultato d’impresa che è l’unico che può dimostrare se l’azienda ha ragione di esistere o no e se l’investimento riesce a dare il ritorno sperato.
Con Te Riccardo ci siamo spesso scambiati opinioni e forse questo ha dato qualcosina ad entrambi, mi auguro che questo possa avvenire anche con Antonio e con tanti altri sempre quando questo porta a qualcosa di costruttivo…
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Maggio 2009, alle ore 11:21
Anto4444,
perchè mi critichi così tanto il revenue management? Le 4 strutture che gestisco a roma centro grazie ad un buon revenue hanno aumentanto l’occupazione al 98% e ti assicuro che le tariffe sono molto variegato su uno stesso giorno a seconda di N variabili intervenienti, il problema purtroppo è un altro che qui in italia di revenue ci capisce veramente poca gente, sai quale revenue fanno gli alberghi italiani?
teniamo alto fino alla fine, crepiamo i nostri clienti a prezzo alto il più possibile e sotto data ABBASSIAMO AL MASSIMO I PREZZI. Tale pratica genera un dumping continuo e un mercato impazzito. Bisogna creare una cultura del revenue per beneficiarne tutti.
S.
Commento da andreacellerai — 6 Maggio 2009, alle ore 17:30
Condivido quanto riporta Tiribocchi, adottare tariffe flessibili per trovare il miglior ricavo medio e occupazione funziona, chiaro è che tutto dipende oltre che dalla forza del brand dalla domanda e da quanto l’ubicazione e il territorio sono in grado di attrarla.
Commento da Anto4444 — 7 Maggio 2009, alle ore 13:53
Partiamo dai dati gentilmente confermati da Antonio Pezzato. I margini si stanno erodendo sempre più e talvolta l’investimento non è più giustificato dai flussi di cassa. Sono dati che già avevo e che vengono confermati. Grazie per il tuo intervento Antonio. Sottolineo che sono dati precrisi.
L’ho già detto più volte e la domanda che avevo fatto a Cellerai non era una domanda da impiccione, era per aprire questo tema. Una struttura ormai non ha più la redditività necessaria se non oltre le tipo 40 camere. Ovviamente resistono quelli con meno solo se gestite direttamente dal proprietario, ma a quel punto non si pone il problema di discutere su come gestire al meglio in forma manageriale una struttura che non ha quasi dipendenti se non per ruoli marginali.
Dal rapporto dell’agenzia delle entrate vediamo che il 40% degli hotel italiani sta uscendo dal mercato xkè in declino, un altro 35-40% è in difficoltà ma può farcela e il restante 20% è in fase di crescita. I dati sono questi e li cito a memoria come sempre, se volete dati più specifici li andrò a vedere con precisione. Sono dati che parlano da soli. Non faccio commenti. Chi aveva parlato di selezione Darwiniana? 🙂
Il tuo dato Tiribocchi è francamente sballato. La tua gestione evidentemente non è corretta. Un occupazione del 98% è esagerata e significativa del fatto che non sfrutti appieno le capacità retributive delle tue strutture. Semplicemente devi alzare i prezzi stai facendo beneficienza e devi sopportare maggiori costi per via dell’altissimo volume di lavoro. Alza i prezzi fino ad arrivare ad un 70% e vedrai che con meno fatica guadagnerai di più.
Ma mi aggancio al dato di Tiribocchi per dire che è sbagliato pretendere di avere l’hotel sempre pieno, l’hotel deve essere sempre pieno ma non perché lo stiamo svendendo ma perché la domanda è forte. Se la domanda non c’è l’hotel non DEVE essere pieno.
Il mio concetto di RM è diverso, se vogliamo più etico, più trasparente per la clientela e a noi albergatori più vantaggioso nel medio termine e meno nel breve. Le tariffe devono essere flessibile ma non troppo. Non ci deve essere una moltiplicazione maggiore del 100% sulla tariffa più bassa. 100 euro in bassa e 200 in alta come escursione massima per capirsi. La forchetta deve essere più stretta. Fare 70 euro in bassa per attirare la clientela e 250 in alta per pelare la gente non è corretto. (considerare le proporzioni non i valori assoluti). O meglio è corretto ma non è conveniente nel medio periodo. Ora gli albergatori non sono istruiti per fare buon RM? Ci posso credere, ma nel medio periodo, quando saranno tutti addestrati per questo RM? Allora si sarà tutti sulla stessa barca perché tutti faranno più meno le stesse strategie.
Il vantaggio per chi lo utilizza sta nel breve termine in quanto riesce a sfruttare il gap tra la propria gestione e quella dei competitor. Poi nel medio-lungo non ci sarà più nessun vantaggio. Solo svantaggi per i motivi che ho scritto diverse volte nei messaggi precedenti.
Questo risolve anche il problema della concorrenza sleale delle strutture a 4/5 stelle che fanno concorrenza di prezzo non solo ai 3 stelle ma anche ai 2. In questo modo se vogliono vendere a 400 euro in alta dovranno dovrebbero limitarsi a 200 in bassa.. non andare a 90 come i tre e i 2 stelle.
Per il discorso di insegnare o meno.. beh sono polemiche/obiezioni sterili, tutti insegnano e tutti impariamo allo stesso modo. Io imparo e insegno contemporaneamente, ognuno a seconda dei casi può imparare e può insegnare al prossimo. Poi ognuno si esprime a modo suo. Certo è che l’importante è argomentare quello che si scrive.
Focalizzarsi solo sui ricavi come gia detto anche da altri è da miopi. Si guarda una cosa e si perde di vista tutto il resto. Se no rimaniamo alla gestione classica italiana che a fine stagione si guarda nel cassetto, se ci sono un po di soldi allora la stagione è andata bene se no no..
Tutto cio che ho detto è soggetto a critiche e valutazioni di chiunque. grazie
saluti
antonio
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 7 Maggio 2009, alle ore 16:44
Scusa Antonio,
ma a parte che se era sballata mi cacciavano a calci, ma ti assicuro che faccio un revenue certosino e FUNZIONA, passo ore e ore sui prezzi spulciando ogni singolo giorno e riverificandolo sempre ad ogni singola variazione occupazionale, per vedere se posso guadagnare un po di piu alzando o se devo riaprire il flusso abbassando. Alta e bassa stagione, come avere l’hotel quasi pieno o quasi vuoto sono variabili che intervengono fortemente sul prezzo, perchè se il primo maggio ho clienti disposti a pagare 300 euro per una stanza a san giovanni non dovrei farlo?perchè? e perchè se ad agosto per smouovere il pigro turista che non ama vviaggiare col caldo non posso invogliarlo a venire a 69 euro?
ti parlo è vero di strutture che superano le 35 camere, ma vanno bene e sono e rimango dell’idea che una camera non venduta è un mancato guadagno sempre e comunque.
Commento da andreacellerai — 7 Maggio 2009, alle ore 18:47
Caro Antonio,
Come precedentemente ho premesso, certi tipi di informazione possano assumere un valore molto aleatorio se non si analizza la questione nella sua complessità e nel contesto in cui è inserita.
Premetto che mi sembra scontato che il Roi per un azienda alberghiera non è certo paragonabile a quello di un camping, aggiungo anche che un ottimo 4 stelle a Roma, Firenze, Venezia dovrebbe sempre avere una redditività maggiore rispetto ad un ottimo 4 stelle nella campagna Toscana, Veneta o del Lazio, se non altro per la stagione che sarà sicuramente più lunga nelle 3 città rispetto alla relative destinzioni in campagna.
In ogni caso chi gestisce con responsabilità (Manager o Proprietario), dovrà pur partire dallo stabilire uno standard di qualità, arrivando a definire un business plan che conterrà anche l’indicazione di tutte le voci di costi e di ricavo previste per arrivare al fatidico conto economico.
Da una lettura di bilancio approfondita si riesce (con il metodo ABC – activity base costing) a ricavare il break even point per ogni tipologia di camera (ovviamente basandosi su dati storici)….in fase di start up questa operazione non riuscirà possibile.
Da questa lettura si potrà ottenere una serie d’informazioni che serviranno da strumento orientativo per la formulazione delle strategie di vendita .
Qui arriviamo al bivio Andrea e Antonio di fronte a ad una serie di informazioni hanno un comportamento diverso, comportamenti che risulteranno determinanti con le 2 leve tariffe e occupazione per portare al risultato finale che si leggerà sul conto econimico. Sarebbe veramente curioso fare simulazioni con dati alla mano di 2 aziende diverse, in un territorio diverso, guidate da teste diverse.
Commento da andreacellerai — 8 Maggio 2009, alle ore 14:27
Alberghi on line
Chi mi sà dare informazione della percentuale degli hotels italiani che ha un sito internet proprio?
Altra curiosità, quanti degli alberghi italiani hanno un booking on line sul proprio sito?
Quanti alberghi secondo Voi utilizzano un rate allocator?
Il Vostro booking engine riesce a darVi statistiche illuminanti?
Tra i frequentatori di questo forum, mi piacerebbe sapere quanti di questi credono opportuna una sinergia tra alberghi di uno stesso territorio?
Come vedete il web marketing per una area più o meno vasta? Mi spiego meglio, lo interpretate come un’opportunità per fare massa critica e innescare sinergie?
Lo vedete come uno spazio dove ci sono troppi competitors a Voi vicini?
Come al solito la provocazione dovrebbe servirci a capire meglio quanto l’unione fa la forza o la potrebbe fare…… Grazie infinite a chi esprime giudizi……
Commento da Anto4444 — 8 Maggio 2009, alle ore 14:26
scusa Stefano mi correggo ho letto male, superi le 34 camere non “non le superi”, ma meglio cosi, cosi non mi riferisco a te in particolare.
Commento da Anto4444 — 9 Maggio 2009, alle ore 10:43
Boh il mio ultimo post non c’è più.. infatti quello qui sopra era subito dopo quello che è sparito.
Cmq non ho tempo per riscriverlo ora.. preferisco aspettare e vedere magari spunta fuori.
Commeto solo l’umltimo mess di andrea, alla prime domande non so. All’ultima si, con certezza l’associazionismo porta quasi sempre a risultati migliori. Una bella cooperativa tra albergatori per pubblicizzare la zona è/sarebbe l’ideale per conto mio.
Commento da antonio.pezzano — 9 Maggio 2009, alle ore 14:24
Lancio una domanda/provocazione anche io. Se il passaparola e’ lo strumento principale di marketing turistico, ne consegue che avere un buon prodotto (inteso come insieme di elementi tangibili, servizi, ambiance) e’ alla base di ogni strategia. Se concordiamo con questa premessa, perche’ le associazioni di albergatori non si evolvono in vere e proprie societa’ di gestione di diversi prodotti (alberghi). I consorzi e le cooperative tradizionali (cioe’ quelle che gestiscono la promozione, la commercializzazione, ecc), secondo me, non hanno alcun potere sul prodotto, con il risultato che non solo non si controlla lo strumento di marketing principale, ma si rischia di lanciare messaggi (promozionale) spesso poco coerenti con il prodotto.
Commento da andreacellerai — 11 Maggio 2009, alle ore 12:03
Cercherò di rispondere a Anto4444 e Pezzano,
La miglior formula che io conosca è la forma Consortile, in virtù dell’aiuto che in genere le Regioni riservano alle realtà che fanno marketing Territoriale (così almeno in Toscana).
Oltre a questo se il network è ben mirato nella selezione diverrà una seconda vetrina virtuale per le aziende, posso citarVi come esempio http://www.hotelrelais.it, la selezione è stata laboriosa e basata su criteri di assolutà qualità (solo 4-5 stelle e residenze d’epoca di livello analogo)ma stà portando risultati e la stessa Regione Toscana considera il network come il Top dell’offerta sul territorio.
Questa per i consorzi la considero una vera evoluzione, oltre che investire sul web con sistemi innovativi, abbiamo avuto l’opportunità di trattare la miglior convenzione nazionale (Visa, Mastercard, Cartasì) che da l’opportunità alle aziende associate di transare queste carte con una media che va dallo 0.80% alo 0.30%.
Vi ho fatto qualche esempio, potrei continuare con i booking engine e rate allocators….ma credo che come esempio Vi possa bastare.
Commento da Anto4444 — 12 Maggio 2009, alle ore 00:44
e dei meta-distretti turistici che mi dite?
Commento da antonio.pezzano — 12 Maggio 2009, alle ore 12:45
Grazie ad Andrea per le info. Il caso e’ interessante, tuttavia la mia domanda resta ancora aperta. Mi preme sottolinerare che, nonostante l’elevato numero di studenti, ricercatori e professori sul management del turismo, non abbiamo ancora ricerche serie che documentino i benefici dei consorzi e la loro sostenibilita finanziaria (senza l’interevento pubblico). Chiudo con una nota (che potrebbe in parte rispondere alla domanda posta da Anto444). In una ricerca condotta in Israele e’ venuto fuori che le piccole imprese che fanno parte di network dove si mettono a disposizione competenze manageriali (corsi di formazione, assistenza su finanza, gestione operativa, ecc) fanno meglio di quelle che utilizzano i network solo per la promozione.
Commento da Anto4444 — 12 Maggio 2009, alle ore 19:15
Si mi pare che la regione finanzi per un buon 30-40% gli investimenti dei consorzi. A patto che i privati ci mettano il restante. La formula è buona come dice Andrea. Ma anche le cooperative sono abbastanza efficienti, ovviamente non ci sono finanziamenti che piovono dall’alto però la struttura ha funzionato e funziona abbastanza, ci sono parecchie cooperative di albergatori.
I metadistretti turistici sono l’ultima frontiera che si sta portanto avanti nella mia regione. Staremo a vedere.. andrò ad alcuni approfondimenti a riguardo nelle prossime settimane, se qualcuno è interessato vi farò un sunto delle mie impressioni.
Cmq Antonio, la tua idea è corretta e sicuramente mettere in comune il know how su tutta la gestione o cmq fare approfondimenti formativi è sicuramente utile a tutti. C’è un po il problema dei processi aziendali/gestionali che sono una specie di segreto di stato per tanti. Ma è un problema di miopia. Tanti non vogliono condividere nulla senza un rendiconto personale immediato. Guardano alle loro camere ma non alla loro destinazione. Non capiscono che senza la destinazione potebbero andare a zappare la terra con il reddito prodotto dal loro albergo. Gli albergatori li considero molto individualisti. Purtroppo.
Essenzialmente tutte le forme di associazionismo sono buone. Soprattutto in realtà polverizzate come nel nostro paese. Ho dati che sono sbalorditivi sulla capienza media e sull’occupazione media degli hotel.. La maggior parte sono mini strutture..
Commento da andreacellerai — 12 Maggio 2009, alle ore 19:26
Ciao Pezano,
Non conosco la situazione in Israele, conosco invece quella Toscana, capisco la tua preoccupazione della sostenibilità finanziaria e concordo con la Tua idea del network che diventa laboratorio di tutte le azioni collegate alla formazione (su questo ci sono ottimi spunti Aziende – Università), assistenza finanziaria e ottimizzazione dei costi di gestione. Il limite grosso può essere rapresentato dalla partecipazione delle aziende e la reale comprensione delle opportunità che ne scaturirebbero facendo vera massa critica, questo credo che sia il vero punto dolens…Potrei ancora continuare per capitoli, ma il tempo è tiranno e qui mi fermo…
Commento da antonio.pezzano — 14 Maggio 2009, alle ore 14:05
Concordo, individualismo e ottusita’ sono problemi seri. Tuttavia le condizioni di contesto sono cambiate. I bassi margini di reddito non sono ciclici, ma strutturali. Quando per alcuni anni consecutivi i piccoli proprietari si troveranno a guadagnare meno dei propri dipendenti, venderanno o chiuderanno. Per quanto ne so (poco, e soprattutto contestualizzato nel mezzogiorno) gli investimenti (per nuove aperture o rinnovamento) degli ultimi anni sono stati possibili grazie ai fondi pubblici (destinati ad esaurirsi in questa dimensione entro il 2015). Se le mie ipotesi sono corrette, non passera’ molto tempo prima che anche i piccoli proprietari decidano di unirsi. E non penso solo a consorzi.
Grazie ancora per questo proficuo scambio di idee.
Commento da Anto4444 — 14 Maggio 2009, alle ore 21:32
Bellissima analisi. Complimenti.
Gli investimenti in strutture ricettive infatti sono:
spaventosamente onerosi,
spaventosamente rischiosi,
non garantisco il ritorno dell’investimento,
gradissimi costi di mantenimento,
grandissimi costi di gestione,
ottimi infatti per il riciclo di denaro sporco, è una delle ultime tendenze della mafia non a caso.
Beh ne ho detti un po che mi sono venuti in mente al volo. Chi vuole ne aggiunga, anche di pesitivi eh!!
Antonio e lo scoppio di una bolla sul valore delle strutture ricettive che dici? verosimile?
Commento da Anto4444 — 14 Maggio 2009, alle ore 21:37
credo quasi tutti ce li abbiano sai? booking rata manager e cosi via sono indispensabili. Il Blog mi pare un pochino prematuro, ma male non fa.
Il problema è che sono strumenti che se non utilizzati correttamente ci fanno andare in deflazione pesante e solo i più grossi poi sopravviveranno.
Commento da andreacellerai — 14 Maggio 2009, alle ore 22:27
….mi pare che su questo argomento concordiamo tutti….sinergie e massa critica sono vincenti…..nessuno però ha risposto alle mie domande…sul booking, rate allocator, blog… non vi interessa?
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 13:19
Riscrivo il messaggio che avevo scritto tempo fa visto che pare scomparso.
Tiribocchi, non voglio insegnare nulla a nessuno, credo che tu sia più che preparato per gestire le strutture che gestisci ma permettimi di dissentire e di argomentare la mia critica.
Faccio un esempio (se posso) di come sia addirittura irrazionale questo modo di business. (avere il 98% di occupazione)
Semplifichiamo, utilizzando 2 dati a caso (in realtà nel mio messaggio originale avevo capito che non gestissi strutture con più di 34 camere, ma non importa), per far capire il concetto:
Numero camere (34 visto il 98% di occupazione) x prezzo camera in bassa stagione al prezzo (facciamo finta di chiamarlo) RM 69 Euro = 2346 Euro
Poi consideriamo il costo di una camera occupata con la colazione compresa (mi tengo basso e sto sui 30 euro colazione compresa) x Numero camere (34 visto il 98% di occupazione)= 1020 Euro
Facciamo una banale sottrazione per il metodo RM, ricavi – costi = 1326 Euro
Bene vediamo cosa succederebbe in un’altra soluzione.
Se poniamo il 50% di soglia minima oltre cui non andare sotto con il prezzo il prezzo minimo a cui dovresti vendere è 150 Euro. (300 euro diviso 2) (Ecco questa è una semplificazione che si collega al ragionamento che farò dopo)
Quindi il nuovo conto verrebbe:
Numero camere (34 visto il 98% di occupazione) x prezzo camera in bassa stagione al prezzo 150 Euro = 5100 Euro
Ora mi direte tutti in coro beh ma se alza il prezzo l’occupazione diminuisce. Verissimo, facciamo che diminuisca della metà?? Vi sembra verosimile? Bene vediamo cosa succede in quel caso:
Numero camere (17 visto il 50% di occupazione) x prezzo camera in bassa stagione al prezzo 150 Euro = 2550 Euro
Poi consideriamo il costo di una camera occupata con la colazione compresa (lo stesso di prima ovviamente e sto sui 30 euro colazione compresa) x Numero camere (17 visto il 50% di occupazione)= 510 Euro
(anche qui bisogna vedere come sono strutturati i costi dell’azienda, in generale semplifico in quel modo)
Facciamo una banale sottrazione, ricavi – costi = 2040 Euro
Ora non per dire ma il punto di pareggio tra le due gestioni si avrebbe con un occupazione ancora minore del 50%.. Inutile dire che in quel caso i costi sarebbero ancora minori. Quindi credi davvero che consumando il tuo albergo, facendo vero dumping e stressando il tuo personale in questo modo stai facendo la politica giusta? Io non la vedo cosi.
Ovviamente è un discorso che può essere criticato.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 15 Maggio 2009, alle ore 15:30
Ok, il ragionamento può filare. Il punto è che quando faccio revenue, lo faccio in maniera microscopica, cioè più che fare dumping cerco di scoprire quale è in un preciso istante la mia necessità/urgenza di vendita di una determinata camera, su un determinato numero di camere totali, per una daterminata data. Non è tanto lo spulcio del vicino è una serie molto più lunga di valutazioni, nel mercato romano poi, purtroppo il prezzo la fa da padrone, visto il sorprendente numero di strutture ricettive presenti. Se ti leggo i prezzi per un tre stelle al centro dal 28 maggio in poi la doppia costa: 109 – 144 – 360 – 164 – 144 – 109 – 114 – 194 – 174 e via discorrendo. E’ comunque sempre vero che tra vendere 100 camere a 10 euro e venderne 50 a 20 euro la seconda soluzione è migliore perchè incide meno sui costi e usura dell’hotel.
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 16:10
Mi piacerebbe finire di mandare la seconda metà del messaggio ma non funziona proprio.
Vabbè riproverò più avanti.
Cmq per rimanere in tema, non considerare la tua gestione, parliamo in generale che preferisco. Tu sicuramente farai la cosa giusta.
Parliamo in generale cosi tutti posso adattare le considerazioni al loro caso con le dovute modifiche.
Il Revenue RIMANE EFFICACE
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 16:12
UFF scusate ho schiacciato tab e poi invio per sbaglio..
dicevo..
Il Revenue RIMANE EFFICACE e valido ma su una forchetta più ristretta.
Se no crea effetti collaterali a più livelli.
che sarebbe l’altrà meta del messaggio. Ora riprovo..
Commento da Anto4444 — 15 Maggio 2009, alle ore 16:13
Messaggio alla redazione:
mi dice contenuto duplicato, potete fare qualcosa? poi cancellate questo mio messaggio per favore.
Grazie.
Commento da duccio — 15 Maggio 2009, alle ore 16:59
Secondo me non bisogna confondere il revenue con l’abbassamento dei prezzi e parlando con molti albergatori mi sembra che spesso abbiano questo pregiudizio.
Posto che le due variabili principali che concorrono a generare la tariffa del singolo giorno sono proprio l’occupazione e la distanza dalla data, una politica revenue di Qualità genera maggiore occupazione ed un prezzo medio superiore.
Invece una politica revenue che prenda in considerazione solo l’abbassamento della tariffa media per garantire maggiore occupazione credo che sia molto riduttiva, anzi direi che in questo caso non si possa proprio parlare di revenue per quanto è da sottolineare che il maggior numero di clienti contribuisca al passaparola positivo (per chi riesce ad offrire un servizio sopra alle attese).
Commento da andreacellerai — 16 Maggio 2009, alle ore 19:57
Riguardo al revenue mi trovo molto in linea con il pensiero di Tiribocchi, e ad Anto ripeto che ognuno di noi con i propri dati storici, analisi dei competitors, brand reputation e calcoli di previsione si pone forse in maniera diversa, penso anzi sono sicuro che ognuno di noi fa veramente il meglio che può fare tenendo presente la sensibilità delle 2 leve tariffe e occupazione.
Ma soffermarsi ancora su questo argomento diventa noioso e poco produttivo, diamoci stimoli nuovi per favore perchè la ripetizione dei nostri concetti annoia credo non ci porti alcun nuovo elemento.
Una domanda Tiribocchi collabori per caso con Grasso? Saluti a tutti
Commento da andreacellerai — 16 Maggio 2009, alle ore 19:57
Riguardo al revenue mi trovo molto in linea con il pensiero di Tiribocchi, e ad Anto ripeto che ognuno di noi con i propri dati storici, analisi dei competitors, brand reputation e calcoli di previsione si pone forse in maniera diversa, penso anzi sono sicuro che ognuno di noi fa veramente il meglio che può fare tenendo presente la sensibilità delle 2 leve tariffe e occupazione.
Ma soffermarsi ancora su questo argomento diventa noioso e poco produttivo, diamoci stimoli nuovi per favore perchè la ripetizione dei nostri concetti annoia credo non ci porti alcun nuovo elemento.
Una domanda Tiribocchi collabori per caso con Grasso? Saluti a tutti
Commento da Anto4444 — 17 Maggio 2009, alle ore 12:55
Visto che ti rivolgi a me ti rispondo subito:
Io voglio parlare in generale, non voglio andare sul caso specifico. Parlo di politia gestionale. Non voglio parlare del fatto che Andrea e Stefano siano bravi o meno. Parlo di filosofia gestionale. Che a mio umile parere è fondamentale.
Visto che è da qualche anno che la moda del RM sembra ai più essere efficace (per non dire la manna caduta dal cielo), mi permetto di fare le dovute critiche e argomentare le mie teorie. Posso Andrea?
Sono noiose? sono poco produttive? La questione è soggettiva.
Intanto molti dirigenti stanno cercando di aggiornarsi su questi nuovi metodi di gestione (RM). Non mi sembra che il signor Grasso sia d’accordo con te sul fatto che non siano produttive. Tiribocchi si è iscritto all’ultimo corso addirittura, credo che se l’ha fatto è perchè ritiene che l’esperienza gli possa fruttare in futuro e non dovrebbe essere poi cosi noioso. Sei d’accordo? credo di si.
Si organizzano addirittura corsi di aggiornamento su questo argomento e tu lo definisci noioso e non produttivo? per carità ognuno pensa ciò che vuole. Io non sono in linea con il tuo pensiero.
Attento al passaggio:
Se sono produttivi i corsi di Grasso e il RM, anche le critiche ad un argomento produttivo sono produttive. (Potrebbe essere una citazione ma non me la ricordo giusta.)
O sbaglio?
E in ogni caso non sono quello che non vuole affrontare altri argomenti, sono apertissimo ad ogni tema (ne ho da dire su tutto e tutti). Quindi se vuoi introdurre un tema interessante e produttivo ben venga, ma non è che se ne introduci uno nuovo non si possa più parlare di quello vecchio no?
Parliamo del nuovo Ministro del Turismo per esempio? Era utile? ci voleva? cosa potrà fare?
Vi preannuncio che la mia opinione è favorevole a questa novità.
saluti
Commento da giannivannella — 6 Agosto 2009, alle ore 14:01
cari amici e colleghi,credo che il prezzo non esista ma un insieme di costi crea il valore di un prodotto,a questo si aggiunge il valore che il cliente attribuisce ed individualmente diamo un valore al prodotto in questione.Non credo oggi sia pìù possibile stabilire un prezzo più alto del costo ma se il mercato ce lo indica e seguiamo la tendenza all’acquisto,sicuramente avremo un rmc molto vicino al costo ma un mantenimento di costi ed una proiezione per il futuro.
Saluti
Gianni vannella
Commento da Riccardo Cocco — 6 Ottobre 2009, alle ore 17:15
@giannivannella:
Sto pian piano leggendo gli interventi su più temi all’interno di questo strumento e mi sta venendo sempre più spesso la pelle d’oca.
Un insieme di costi crea il valore di un prodotto?
Ma sei certo di quello che dici? Identificare il prezzo di un bene/servizio partendo dal suo costo è l’errore più grande che si possa fare.
Stai ben sicuro che se questa è la tua strategia, molto presto i tuoi clienti si vendicheranno e allora si che saranno guai!!
Buon lavoro e bubon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da SuperPanno — 5 Novembre 2009, alle ore 17:19
Ciao a tutti,
mi sono appena registrato su questo interessantissimo forum e spero di trarne spunti e consigli pratici per migliorare i miei risultati.
Sono un neo imprenditore Romano di 32 anni ed ho aperto da circa un anno e mezzo un alberghetto di 10 camare in una zona semi centrale della capitale con risultati fino ad ora incoraggianti.
Ovviamente avendo solo 10 camere non rientro in certe economie di scala ne di fatturati ne di cifre occupazionali ma comunque nel mio piccolo cerco di ottimizzare le vendite tramite il RM di cui ne ho una discreta conoscenza.
Detto questo vi pongo una questione proprio sul RM (sistema che in linea di massima approvo) per quale ancora non sono stato in grado di darmi una risposta:
Partendo dal presupposto che il RM cerca di ottimizzare sia il prezzo di vendita quanto l’occupazione, cè da dire che le stime di RM vanno ad analizzare analiticamante i dati tariffari ed occupazionali di un asingola struttura; a questo punto per una data X una volta che ho raggiunto una discreta occupazione il RM mi dice di alzare progressivamente le tariffe andando a migliorare il prezzo medio di vendita.
Se però è vero che se mi sono rimaste poche camere da vendere posso permettermi di “tirarmela” un pò di piu’ sul prezzo, è anche vero che se fino a quel momento ho venduto bene ad un determinato prezzo, nel momento in cui vado ad aumentare sensibilmente la rate facilmente potrei andare fuori mercato rispetto alle traiffe dei competitors in quel determinato momento…
Viene da se che una cosa si vende fin tanto che il prezzo, la location , il prodotto ecc ecc sono in linea con il mercato, al contrario uscendo da questi parametri il successo di concretizzare una prenotazione lo si affida molto di piu’ al caso che non a criteri oggettivi.
A questo punto mi scontro con la questione che la forbice di prezzo da me applicabile non è tanto data dall’andamento interno del mio hotel ma quanto piu’ da fattori esterni che vanno un pò ad annullare i principi di RM.
La faccio breve: Se fino ad ora il mercato mi a permesso di vendere a 79€ per quale caspita di motivo altri potenziali clienti dovrebbero prenotare a 99€ anche se mi sono rimaste solo 3 camere da vendere?
Capirei se i prezzi di tutte le strutture di un determianto territorio aumentassero all’unisono, ma in assenza di quest’ultima considerazione mi vene da pensare una cosa: o sono stupidi i clienti che vengono a prenoatare a 99€ quando magari il mercato è piu’ basso, o sono stupido io che ho venduto le altre camere a 79€ invece di 99€!
Spero di aver reso l’idea.
Aspetto vostre considerazioni.
Ciao e grazie!
Commento da Riccardo Cocco — 5 Novembre 2009, alle ore 20:02
@Superpanno:
Carissimo,
c’è un errore di fondo, ovvero diversi relativamente al tuo modo di approcciare al RM.
“il RM cerca di ottimizzare sia il prezzo di vendita quanto l’occupazione”:
Non è così. Il RM cerca di ottimizzare il revenue totale del settore camere dell’albergo (ci sono approcci anche ad alrti settori come F&B ma non sono ancora utilizzati). E ottimizza il revenue attraverso le leve del prezzo e dell’occupazione.
“per una data X una volta che ho raggiunto una discreta occupazione il RM mi dice di alzare progressivamente le tariffe andando a migliorare il prezzo medio di vendita.”
Non è così. Il RM non ti dice di aumentare la tariffa al raggiungimento di una “discreta” occupazione. Il RM ti dice di studiare che tipo di domanda hai per una certa data e se questa supera la tua disponibilità allora chiudi le tariffe più basse ovvero alzi la tariffa, yield management. Se hai 3 camere da vendere e la domanda non supera il 100% della tua disponibilità puoi mettere in vendita le 3 camere a 1 Euro o a 1.000 Euro ma non essendoci la domanda, non le venderai.
“Se fino ad ora il mercato mi a permesso di vendere a 79€”
Non è solo il mercato che ti permette di vendere ad una determinata tariffa, è il mercato, i tuoi costi fissi e quelli variabili, la domanda e circa un migliaio di altre variabili.
Spero di esserti stato di aiuto.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da SuperPanno — 7 Novembre 2009, alle ore 13:07
@Riccardo Cocco:
Ciao caro,
innanzitutto grazie per la risposta!
Devo però dire che non sono molto daccordo con alcuni concetti da te espressi:
“Il RM ti dice di studiare che tipo di domanda hai per una certa data e se questa supera la tua disponibilità allora chiudi le tariffe più basse ovvero alzi la tariffa, yield management”
Ed è proprio sulla base di questo principio che metterò in vendita a tariffe basse per contrastare l’eventuale scarsa richiesta che prevedo ed eventualmente alzare un pò il prezzo se la domnada procede bene e l’occupazione va saturandosi.
e ancora
“Non è solo il mercato che ti permette di vendere ad una determinata tariffa, è il mercato, i tuoi costi fissi e quelli variabili, la domanda e circa un migliaio di altre variabili”
Su questo (probabilmente sbagliando) ma sono in totale disaccordo…
Partendo dal presupposto quando parlo di mercato tendo ad inglobare i 2 concetti fondamentali di location e la domanda per un determinato periodo,
ritengo che al mercato non possa fregargliene di meno dei tuoi costi fissi ne di quelli variabili!!!
Mi spiego meglio: se in questo mese il mercato di Roma in cui opero, per quello che è il livello della mia struttura e la domanda non mi permette fondamentalmente di superare un prezzo medio di vendita di ipotizziamo 50 euro, ritengo che non abbia alcuna importanza che a te un camera costi 55 euro… Sulla base di questa ipotesi l’unica cosa che tu puoi fare è decidere se comunque vendere anche sotto costo giusto per ammortizzare comunque i costi oppure non vendere proprio…
e ancora:
“puoi mettere in vendita le 3 camere a 1 Euro o a 1.000 Euro ma non essendoci la domanda, non le venderai”
Questa affermazione a mio avviso è la negazione del RM!
Il RM ti dice proprio di abbassare il prezzo laddove ci sia poca richiesta per contrastare il momento poco favorevole ed andando comunque ad ottimizzare il tuo lavoro anche se non è un momento d’oro.
Se non parti da questo presupposto allora dovresti lavorari con un prezzo fisso tutto l’anno, tanto se vendi vendi e se non vendi non vendi!!!
Sono assolutamente convinto che un albergatore non abbia pressochè alcun potere sul prezzo finale di una camera ma sono solo e soltanto le variabili esterne che ti permettono di variare le tariffe; considerando elemento rigido location e livello dell’hotel e variabile la domanda, la vera abilità di un albergatore è saper cavalcare meglio possibile il secondo elemento.
Ciao e a presto.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Novembre 2009, alle ore 12:10
@tutti,
innanzitutto continuare a cercare di sintetizzare il revenue management in un post di blog è impossibile, sono troppe le cose da dire, e da aggiugnere sul detto,
se ci sono dieci persone che vogliono andare a roma, e ci sono dieci albergi che hanno camere, lì la partita è giocabile, se a Roma in quel giorno, vuoi perchè il meteo dà piogge torrenziali, vuoi perchè c’è lo sciopero dei treni, aerei e tutto il resto, vuoi perchè è esploso un focolaio di influenza letale, insomma se nessuno ci vuole andare è come un bazaar nel deserto, le cose puoi regalarle ma nn c’è nessuno che le compra,
se invece ragioniamo a livello superiore, e quindi parliamo di grossi player (OTA) che vendono prodotti turistici, in quel caso possono spostare la domanda, da firenze a roma, o da roma a canigattì de sotto, nel senso di rendere con un connubbio pubblicitario e di prezzo una location più desiderabile, anche player di compagnie aeree possono creare un vola a canigatti de sotto a prezzi imbattibili e sicuramente stimolare la curiosità del viaggiatore (concordo che se un posto non ha veramente NIENTE da offrire c’è poco da fare).
S.
Commento da Riccardo Cocco — 9 Novembre 2009, alle ore 10:26
@Superpanno:
Mi piacerebbe poter approfondire alcuni aspetti della tua risposta.
“Ed è proprio sulla base di questo principio che metterò in vendita a tariffe basse per contrastare l’eventuale scarsa richiesta che prevedo ed eventualmente alzare un pò il prezzo se la domnada procede bene e l’occupazione va saturandosi.”
Dipende tutto da come desideri gestire il tuo forecast. Se come OCCUPANCY Forecast o come DEMAND Forecast. Nel primo caso rincorri i risultati, nel secondo li anticipi.
Vendere sotto costo. Non ha senso a mio parere, se non in termini di investimento marketing ovvero dando camere complimentary ad un possibile decision maker valutando al massimo però il ROI.
Il concetto della camera ad 1 Euro o a 1000 Euro tende ad evidenziare il fatto che la domanda non la generi tu con il cambio del prezzo. Al massimo la trasferisci, con la possibilità oggettiva di far pagare una tariffa bassa anche a chi avrebbe una “willingness to pay” più alta.
La vera abilità dell’albergatore è saper cavalcare al meglio la domanda. Benissimo! Come? Mi daresti degli esempi specifici di come ti muovi?
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Santinon — 26 Gennaio 2010, alle ore 15:26
Ciao a tutti,
è la prima volta che intervengo ma vi seguo da qualche mese ormai e vi ringrazio per i tanti spunti e per l’ottimo lavoro in generale del blog ma anche di chi vi partecipa.
Ho notato una cosa su booking.com che mi ha lasciato stupito e vorrei sapere se qualcuno di voi ha già approfondito la questione…sono stato fuori da booking.com per 4 mesi circa ora tutto funziona di nuovo come prima e mi trovo in 9/10 posizione sulla mia città (varese).
Per curiosità uso la commission override per vedere se con poco potrei risalire di qualche posizione e mi accorgo che:
per risalire di un paio di posizione dovrei arrivare al 25% di commissione
per risalire fra i primi 5 dovrei superare il 30%
per essere primo dovrei superare il 45%
Quello che mi chiedo è se incide molto anche lo storico dell’hotel oppure gli altri hotel spendono così tanto in commissioni? oltre a fare da 1 a questa parte una vera guerra di prezzo…
Grazie per le eventuali risposte!
e buon lavoro a tutti.
Riccardo
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Gennaio 2010, alle ore 16:57
Ciao Riccardo,
il sistema di booking.com è meritocratico nel passato e nel fututo:
– tiene conto del venduto come volume di fatturato utile
– tiene coto del vendibile come volume di fatturato utile
al che l’algoritmo calcola la tua posizione, quindi se hai ben venduto sali, se dai commissioni future piu alte, sali, il mio personale consiglio è, inizia a dare un po di overcommission per salire quanto basta a generare le vendite che aumentano il fatturato utile passato e poi calala piano piano, per poi rialzarla nei momenti di bisogno
a presto
S.
Commento da Riccardo Santinon — 29 Gennaio 2010, alle ore 18:05
Detto Fatto!
Sono comunque arrivate prenotazioni anche nei periodi in cui non ho messo l’overcommission, inoltre credo che abbia portato più conversioni sul mio sito diretto, dato che da quando ho riaperto su booking.com ho raddoppiato le prenotazioni sul mio sito.
Importante direi!
Grazie mille intanto per la risposta.
Riccardo