Groupon & co: il rovescio della medaglia per albergatori e clienti #2
12 Gennaio 2012Come vi sentireste se foste trattati da clienti di serie B in un ristorante, un salone di bellezza… o in un hotel? Trattamento di second’ordine e impossibilità di utilizzare i coupon acquistati per problemi organizzativi sono “il rovescio della medaglia” denunciato dalla maggior parte degli utenti che utilizzano i coupon di Groupon e siti simili.
Rovesci della medaglia che purtroppo non fanno altro che danneggiare l’immagine della struttura che si affida a questi canali di vendita.
Acquisto un soggiorno ma poi non posso prenotare per overbooking!
La scorsa settimana abbiamo visto che tra i motivi frequenti di lamentela da parte degli albergatori che promuovono offerte su Groupon c’è quello di una mala gestione dei contratti e delle vendite da parte del sito (vedi Groupon & co: il rovescio della medaglia per albergatori e clienti #1).
Questa mancanza di organizzazione non danneggia solo l’hotel ma anche i clienti, che spesso acquistano soggiorni di cui poi non riescono a usufruire. Basta dare un’occhiata alla bacheca Facebook di Groupon Italia, letteralmente ricoperta da richieste di assistenza inevase, prodotti mai recapitati ma già pagati, oltre a offese continue.
Stessa cosa purtroppo accade anche sulla bacheca di altri siti di coupon, come Letsbonus o Groupalia Italia, dove un utente scrive:
“Acquistata questa proposta a SETTEMBRE. A fine ottobre provo a prenotare ma il centro mi dice che sono in OVERBOOKING e che nulla possono fare per farmi fruire il coupon. Groupalia Italia mi dice di aspettare il 18 dicembre per “usufruire del rimborso”. Il 18 dicembre entro nel mio account e magicamente scopro che la durata del coupon è stata prolungata al 31/01/2012 e così chiamo il centro ma il centro mi dice che sono in overbooking e che a loro non compete rimborsarmi. Bene ad oggi groupalia non risponde il centro se ne lava le mani. Dov’è la serietà della azienda? E il partner? Attendo pazientemente una risposta”.
In entrambi i casi, Groupon e Groupalia invitano i clienti a contattare una e-mail generica di assistenza clienti ma a quanto pare, i risultati non sono quelli sperati, viste le risposte inviperite riversate nuovamente sulla bacheca.
È vero, ne va della serietà dell’azienda, ma in concomitanza, ne va anche della vostra immagine…
Trattamento di Serie B
Se la problematica denunciata sopra dipende in larga parte del partner commerciale, purtroppo sempre più spesso se ne presenta un’altra – estremamente pericolosa e dannosa – che dipende al 100% dall’hotel.
Stiamo parlando del temuto “trattamento di serie B” riservato ai clienti che hanno aderito all’offerta più economica. A spingermi ad approfondire la questione è stata una nostra lettrice che tempo fa ha commentato così un post dedicato a Groupon:
In una inchiesta condotta da Wired.it, un utente racconta la stessa problematica: “La verità? Spesso ti senti un cliente di serie B. Appena dici di avere un coupon cambia l’atteggiamento del proprietario. Mi hanno rimbalzato due volte”.
Ipotizzo che il “Trattamento di Serie B” abbia origine con un meccanismo involutivo di questo tipo: l’hotel soffre momentaneamente di calo delle prenotazioni e decide di lanciare un’offerta su un sito di coupon. Se sul momento i clienti che acquistano l’offerta sembrano un miraggio per l’albergatore, non appena le prenotazioni riprendono l’hotel inizia a vederli come un peso, come “ladri” di soggiorni che avrebbe potuto vendere a una tariffa molto più alta ai suoi clienti abituali. Considerando questi come semplici “bargain hunters” che molto probabilmente non torneranno mai più nella struttura, decide quindi che non vale la pena riservargli lo stesso trattamento rivolto agli altri clienti.
Mai errore fu più fatale: in primis perché, proprio come tutti gli altri, anche i clienti provenienti da Groupon, una volta usciti dall’albergo scriveranno di voi, sfogando su TripAdvisor e sugli altri siti di recensioni la stessa amarezza che voi avete lasciato loro in bocca. Se poi vi fosse la speranza che anche uno solo di quei “bargain hunters” tornasse un giorno nella vostra struttura, grazie al Trattamento di serie B questa speranza sarebbe del tutto fugata all’istante.
Dunque ho un solo consiglio: se proprio decidete di promuovere un’offerta speciale con Groupon o simili, ricordatevi che un cliente è sempre un cliente, sia che abbia prenotato a prezzo intero che al prezzo (stracciato) da coupon, perché in entrambi i casi, parlerà pubblicamente di voi e del vostro servizio.
Commento da emmepi — 14 Gennaio 2012, alle ore 12:33
Molti di coloro che utilizzano il sistema coupon “hanno scoperto” che il business è sul non venduto/non fruito, questa è l’ulteriore faccia della medaglia.
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Commento da dott_stefano_tiribocchi — 20 Gennaio 2012, alle ore 10:16
la verità sui siti coupon è fosca. Ci sono delle distorsion nelle meccanica del sistema, parte colpa siti parte colpa fornitori, hotel nello specifico.
analizzando le problematiche:
1) problema della mancanza di disponibilità di fruizione del servizio
2) problema della differenza nel trattamento.
Sicuramente il primo punto riguarda una scorretta impostazione dell’offerta speciale, nel merito le offerte coupon in quanto FLASH deal devono avere ben delimitati i CONFINI spaziali e temporali, quindi, NON è corretto vendere il WEEKEND ROMANTICO “vieni un po quanno te pare dal 1 gennaio 2011 al 1 gennaio 2012” poiochè questo crea una NON PREVEDIBILITà della domanda e quindi una non prevedibilità di NESTING a tutela di un numero di camere limitato da DEDICARE all’offerta coupon. Quindi se fate un flash deal fatelo WEEKEND 23-24 marzo, offerta etc etc, disponibilità 10 camere DA TENERE PER I CLIENTI CHE PRENOTANO IL COUPON, che tanto con la visibilità che il coupon spara sicuro le vendete. NON fate i furbetti voi albergatori a godervi solo la visibilità e a non dare offerte che potete GARATNIRE e non fate i furbetti voi di COUPOCUCCAGNA a vendere prodotti che NON ESISTONO.
2) il problema della differenza di trattamento in realtà rientra nel problema della mancanza del concetto di OSPITALITà nella nostra cultura, troppo poco spesso si vede giudicare il cliente in quanto viaggiatore ed ospite ma come UNO CHE PAGA 50 EURO,questo capita anche con le tariffe, chi meno paga meno male, ma questo è un altro argomento molto molto piu lungo.
a proposito per tutti gli hotel
i siti COUPONZI non vi servono, fate un buon revenue con le maggiori OTA e sito ufficiale investite,
il resto è FUFFA
S.
Commento da ilgrandeleo — 22 Gennaio 2012, alle ore 15:52
Straordinaria nuova lezione dal revenue manager Tiribocchi. Ora io capisco che sia giusto crearsi una professione, specialmente quando le Ota e quant’altro diano felici spunti ed opportunità ma ci vorrebbe ben altra analisi della realtà groupon ed ota.
L’unica analisi che un albergatore può fare è che sia tutto da buttare. Negli ultimi tempi ( da albergatore quale sono ) sto preferendo una vendita di qualità a queste poco redditizie soluzioni ; preferisco mantenere una buona fetta delle camere fuori dalla vendita delle Ota pur di non esporre la mia gestione allo strozzinaggio che le Ota richiedono agli alberghi. La questione groupon non mi passa neanche per la testa. Neanche mi sono messo troppo a studiare la proposta groupon è una follia ricorrere a tali metodi di vendita. La verità è che bisogna smetterla di osservare la situazione attuale con gli occhi delle sanguisughe del mercato ( ota…groupon vari e i signorini manager studiosi della metodistica di vendita). Come dicevo prima sto già mettendo in atto un rilassamento della vendita ed una rinuncia a lavorare con i soggetti che dominano il mercato. Questo mio atteggiamento è motivato da un oggettivo incattivimento delle Ota e del cliente stesso che prenota con le Ota. Bisogna rieducare il viaggiatore ad un leale rapporto con la struttura ricettiva. Questa esponenziale visione ludica del prenotare l’hotel con vari intermediari di ogni livello va placata. Preferisco far respirare le vendite e perdere un buon 7 % delle vendite piuttosto che ottimizzarle al veleno delle commissioni troppo esose e del cliente che ricatta la mia onesta gestione. Torniamo a fare albergazione. basta con ota, revenue managers ( e basta con queste terminologie zotiche )e con i vari groupon.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 23 Gennaio 2012, alle ore 23:43
@ilgrandeleo, mi dispiace che la tua visione sia cosi pessimistica, perchè ritieni che il viaggiatore vada “rieducato” a un leale rapporto con la struttura ricettiva?
Il viaggiatore sceglie il posto migliore dove prenotare e dati alla mano preferisce prenotare sulle OTA…(basta guardare le quotazioni al NASDAQ di booking..
Sicuramente se le OTA da te coprono solo il 7% delle vendite puoi tranquillamente farne a meno, ma qui a Roma la situazione è un po diversa..
Ti assicuro che il presente e il futuro è delle strutture che lavorano bene sulle OTA, sul proprio sito diretto, e che fanno il loro mestiere di albergatori, migliore è la REPUTAZIONE ONLINE e migliore è la vendibilità del prodotto. Comunque sono certo che una posizione VINTAGE di fare albergazione in alcune realtà possa funzionare, non tutti gli hotel sono hotel che DEVONO per forza lavorare con le OTA e REVENUE MANAGERS per incrementi di REVPAR, molti possono ancora andare avanti col telefono e la maincourante a foglio e matita, moltissimi altri non hanno alternative, e te lo dico per esperienza, in un mercato altamente competitivo emergere è sempre piu difficile.
S.
Commento da ilgrandeleo — 24 Gennaio 2012, alle ore 21:21
Caro Dott. Tiribocchi.
La mia politica di vendita sui portali internet non me la faccio certo dettare dalla disperazione di cui vorrebbero vestirmi le Ota.
Le mie strategie di vendita , la rassicuro, non hanno niente a che vedere con la matita ed il foglio. Dal 2001 ad oggi è certamente nata una nuova società globale che basa ogni suo strumento di vendita su una strategia del consenso. E’ una catena di meccanismi che parte dal consenso politico ed arriva fino alla tanto lei cara terminologia “web”, dalla quale poi scaturiscono meccanismi di condivisione consumistica.
Le quotazione nasdaq di booking.com e le quotazioni nasdaq in generale non sono la mia passione. Non leggo il mondo in base alla tendenza che si vuole dare alle mode ma leggo molto. Uso internet con un discreto profitto e sto solo cercando di far ragionare gli albergatori .
Le reputazioni online sono gestite (per stessa ammissione di soggetti che lavorano all’interno di b )in modo tale che siano sempre meglio valutati hotel che possano destinare maggiori profitti.
E’ un finto mercato dove si leggono anche sproloqui di coppie scoppiate o di maniaci dellle “liste di ciò che non va”.
Non va bene così.
I nostri investimenti meritano un mercato meno psicotico.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Gennaio 2012, alle ore 00:11
@ilgrandeleo, il mercato oggi è molto veloce, ma questo lo si sapeva gia dal 1999, lo prevedeva gia il cluetrain manifesto con le sue 95 tesi, i mercati sono conversazioni,
Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno. E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a tutti.
Internet permette delle conversazioni tra esseri umani che erano semplicemente impossibili nell’era dei mass media..vorei continuare ma non è la sede ne il momento,
per favore…non dire queste cose..
“E’ un finto mercato dove si leggono anche sproloqui di coppie scoppiate o di maniaci dellle “liste di ciò che non va”.
possiamo avere una visione miope di quello che sta succedendo o una visione molto molto ampia, possiamo avere una visione, possiamo vivere nel 1984 di orwell…
le quotazioni nasdaq mi spiace, non sono mode,
Cosi va bene, se si conosce come funziona. Il mercato è veloce e molto molto grande, non psicotico.
S.
Pingback da Vendite Flash e Siti Cupon: la Cornell University svela i 10 punti per sfruttarli al meglio – SeoEvolution — 22 Febbraio 2012, alle ore 22:23
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