Groupon: i rischi dietro il modello dei “coupon sites”
11 Maggio 2011Marketing aggressivo, offerte speciali di grande appeal, possibilità di conquistare nuovi clienti e nuove fette di mercato: abbiamo già discusso approfonditamente perché può valere o meno la pena promuovere l’hotel su Groupon e gli altri coupon sites.
Alcuni di voi hanno denunciato commissioni molto elevate fino al 50% del profitto netto e il pericolo di attirare un target inadeguato e difficile da fidelizzare al brand. Altri invece hanno lodato la possibilità di ottenere velocemente grande visibilità e di attirare clienti nei periodi di più bassa occupazione.
In un recente articolo dal titolo “Groupon vouchers for hotel marketing: the arithmetic for disaster”, Allan Simpson, marketing coach ed esperto di promozione on-line scozzese, ha sviluppato un calcolo approssimativo delle possibilità di guadagno e di spesa per un hotel su Groupon, prendendo ad esempio un’offerta ricevuta tramite newsletter.
Secondo Simpson, non solo l’hotel non guadagnerebbe molto vendendo su Groupon, ma addirittura, a causa delle forti commissioni richieste, andrebbe in perdita.
Al di là del semplice calcolo effettuato da Simpson, quello che ci sembra importante è che il suo pezzo invita l’albergatore a riflettere su quelle che sono le reali implicazioni di quello che a prima vista sembra un innocuo canale di promozione e visibilità.
Certo è vero, anche se l’hotel andasse in perdita, meglio una camera data sottocosto piuttosto di una camera vuota, pensano in molti. Dopo aver però studiato attentamente questi canali ed aver parlato con diversi dei nostri clienti, ci siamo resi conto che il problema reale non consiste nel guadagno economico o meno, ma nella modalità promozionale in sé e per sé e nel tipo di clientela a cui si rivolge.
È chiaro che ogni canale di vendita o di promozione ha un costo, in termini finanziari e di risorse umane, se non di commissioni, ma bisogna capire se sia realmente efficace per i nostri scopi.
Prima di decidere se lanciare una promozione su Groupon vale dunque la pena porsi le seguenti domande:
- Ho reali necessità di fare offerte di questo tipo?
Se l’hotel è in una location difficile, molto soggetta alla stagionalità e a periodi di occupazione davvero molto bassa, oppure se ha appena aperto e c’è la necessita di riempire un po’ di camere e guadagnare velocemente visibilità, allora può valere la pena tentare questa strada. In alternativa, ci sono davvero innumerevoli altri modi di fare promozione all’hotel senza pagare così alte commissioni e ottenendo comunque risultati efficaci (ad es. SEO, campagne PPC, portali on-line, ecc.) - Qual è il mio target? Che tipologia di clienti voglio attrarre?
Come abbiamo già spiegato nell’articolo “Coupon sites e vendite flash: forse opportunità, forse minaccia alla disintermediazione”, il pericolo maggiore nascosto dietro alle offerte di Groupon è quello di attirare una clientela non in linea con il nostro target. Se il nostro è un hotel di categoria medio-alta, sfruttare Groupon può significare solo attirare “bargain hunters”, persone che hanno accettato di stare da noi solo e soltanto in virtù dell’offerta speciale, che molto probabilmente non torneranno in futuro e sono poco propensi ad acquistare servizi aggiuntivi. Attenzione alle lamentele: trovare il servizio in camera o il minibar troppo cari rispetto al prezzo pagato per la camera, potrebbe addirittura portare a recensioni negative su TripAdvisor e i portali.
Altro discorso vale per gli hotel medio-bassi che si rivolgono a un target giovane e poco fidelizzato. - Rischio di rovinare la reputazione del mio brand?
L’altro pericolo di fare offerte con Groupon è quello di fare perdere valore al nostro brand. Vendere un prodotto solitamente di lusso a prezzi stracciati e alla piena luce del sole, spingerà i nostri clienti abituali a perdere fiducia nel valore del nostro marchio. Meglio allora, se c’è necessità di riempire qualche camera, sfruttare le offerte opache su portali come lastminute.com, in modo da non compromettere il nome della struttura facendo comunque sconti aggressivi.
Qualche accorgimento prima di fare un’offerta su Groupon
Personalmente oggi come oggi non vedo in Groupon un canale di vendita davvero efficace per l’hotel, se non in determinati casi specifici o per certe tipologie di clientela come detto sopra, ma se decidete di provare anche questa opportunità vi consiglio di:
- Cercare di mantenere equilibrio tra l’offerta Groupon e la vostra tradizionale offerta di vendita. Non offrite camere da 200 € a 30 €. Meglio offrire un pacchetto composto da più servizi, in modo comunque da non esporvi con tariffe troppo basse rispetto alle vostre.
- Trattate con il sito per strappare condizioni migliori: alcuni siti (come Groupalia) chiedono commissioni più basse rispetto a Groupon, e comunque ci sono margini di trattativa per cercare di abbassare le commissioni.
Se vuoi approfondire l’argomento Groupon e Coupon Sites, leggi anche:
Commento da RdP — 13 Maggio 2011, alle ore 18:00
Buongiorno! Sono felice dell’opportunità di condividere con i colleghi la mia esperienza “fresca fresca” relativa a Groupon, che ho utilizzato -con molte remore e perplessità iniziali – come esperimento in un periodo in cui ancora molte sono le incertezze. Devo dire che, cone luci ed ombre, sono per il momento motlo soddisfatta dei risultati ottenuti. La mia offerta è quella di un hotel 4* in una localtà di mare molto nota ma non per questo di facile “vendita”. Senza entrare troppo nel dettaglio (per non dilungarmi eccessivamente) sulle modalità di “contrattazione” con Groupon e sulle mie iniziali rimostrante pure accese nei loro confronti, posso senz’altro affermare che è stata una delle esperienze professionali più “formative”: la loro visibilità e la mole di contatti che scatenano sono veramente difficilissime da gestire per una struttura calibrata su un flusso di richieste “normali”. Per cui, una delle cose da tenere assolutamente in considerazione prima di decidere se aderire o meno, è la valutazione dello staff e del tempo che è necessario impiegare per far fronte alle richieste che si ricevono! Per fare l’esempio del mio caso: la promozione era stata messa on line alla mezzanotte e dopo 20 minuti ho ricevuto la prima richiesta. Il flusso di telefonate è stato poi initerroto: noi eravamo tre operatori costantemente al telefono (la notte no!)per almeno 3 giorni di seguito, obbligati dunque a tralasciare qualunque altra attività (o richieste più remunerative) e da allora (son passate due settimane) ancora oggi le richieste sono molte. Ecco, questo ritengo sia un aspetto da valuatre attentamente, soprattutto eventualmente nella scelta del periodo in cui lanciare il “deal”: lo avessimo fatto in giugno od in luglio, l’intera operazione mi sarebbe costata carissima, non potendo assolutamente prevedere questo tipo di implicazione.
Per quanto riguarda il target, ho qualche dubbio sulle considerazioni fatte circa i bargain hunters, che sicuramente sono una fetta importante degli acquirenti dei coupon, ma non certo gli unici, considerata la continua espansione degli utilizzatori del web. Ad oggi – bassa stagione – gli ospiti che ho avuto in casa sono stati di “qualità” (ma questo è insito nel periodo stagionale) e, a loro dire, sono persone che hanno intenzione di ritornare a farci visita. Molti di loro hanno acquistato per la prima volta su Groupon, proprio perché attratti dalla nostra offerta.
Un aspetto invece sicuramente delicato è legato alla brand reputation, ma non per i motivi da voi addotti (o forse perché noi non siamo necessariamente una struttura di lusso, anche se certamente un 4* di valore – primi su TA nella nostra località), quanto piuttosto perché è stato materialmente impossibile accogliere tutte le richieste, generando così delusione e frustrazione che ovviamente viene riversata su di noi. In compenso, tuttavia, abbiamo reso “felici” molte persone: questo ritengo comunque sia tutta questione di professionalità e capacità di problem solving.
Non vorrei, ma sarà meglio che concluda (restando a disposizione di chi volesse interloquire con me) dicendo che nel complesso è stata un’esperienza senz’altro, almeno fino ad adesso, positiva anche se come sempre… i conti si fanno alla fine ! Buona estate a tutti
Commento da marghe — 16 Maggio 2011, alle ore 09:32
Ciao RdP,
grazie per il tuo case history, davvero molto interessante, soprattutto per quanto concerne la tipologia di clienti attratti e la capacità di riuscire a gestire tante richieste e prenotazioni tutte insieme.
Sono d’accordo sulle tempistiche… non sono sicuramente offerte da fare in alta stagione!
Pingback da Groupon ed Expedia uniscono le forze: gli hotel sempre più in balia degli intermediari / LTDBOOKING.COM — 7 Giugno 2011, alle ore 15:40
[…] […]
Commento da edoardo.osti — 9 Luglio 2011, alle ore 22:52
Buonasera a tutti.
Relativamente ai GroupOn, non pensate che sia una degenerazione del tentativo da parte degli hoteliers di seguire le aggressive tecniche di vendita che riscontriamo quando prenotiamo un volo aereo?
Non vorrei essere frainteso: seguo con molta attenzione le tecniche di vendita che trovo esposte su questo interessante blog e ho apprezzato molto il libro di franco Grasso, ottimo spunto di lavoro.
Ma è indubbio che vi sia un fraintendimento su larga scala, favorito da un periodo non proprio felice, che ha favorito una facile ed errata sintesi, ovvero: abbassa la tariffa e vedrai che riempi.
Insomma, non pensate che i Coupon siano un fuoco di paglia, destinato a riempire tasche altrui, non certo le nostre?
Commento da francescopacilli — 24 Novembre 2011, alle ore 17:31
Vorrei sottolineare un aspetto importantissimo che non bisogna tralasciare al momento della sottoscrizione del contratto: la clausola di esclusività che esclude qualsiasi tipo di collaborazione con altri partners del settore (vedi Groupalia), ma soprattutto da contratto si evince che non potrebbe essere ammessa neanche una forma di promozione offline attraverso buoni o vouchers.
Possibile che, in caso di distrazione o buona fede, queste aziende possano rivalersi pesantemente nei confronti degli albergatori?
Commento da paolino976 — 17 Dicembre 2011, alle ore 11:19
Io ho un’esperienza assolutamente negativa con GROUPON : ho comprato un oggetto che però non era quello descritto sul loro sito, ho contattato il loro Servizio Clienti sia tramite mail e sia tramite telefono per sapere come fare ad esercitare il diritto di recesso ma hanno cercato in tutti i modi di far passare i 10 giorni di tempo per poter usufruire di tale diritto dicendomi le cose più assurde…così gli ho rispedito indietro il pacco e fatto una raccomandata per ricevere il rimborso ma anche lì problemi perchè vogliono che lasci i soldi sul loro sito da utilizzare per un futuro acquisto: ma sarò libero di decidere io se utilizzare ancora il loro servizio? alla fine mi sono rivolto all’ADICONSUM per difendere il mio diritto a ricevere il rimborso e sto aspettando l’esito… tanto tempo perso , stress e arrabbiature… meglio non avere niente a che fare con loro!!!! NON SONO SERI
Commento da Ire975 — 2 Gennaio 2012, alle ore 15:41
Su GROUPON non ho niente da dire, mi hanno sempre risposto e rimborsato quando non ho avuto la disponibilità di usare i loro coupon da me acquistati. Tenete conto che ti fanno il riaccredito su carta di credito se lo chiedi entro i 10 giorni dall’acquisto. Oltre i 10 giorno trasformano la tua spesa in credito da usare sempre sul loro sito. Il problema secondo me è un altro: le strutture considerano i cliento GROUPON di serie B o anche C. Prima danno la precedenza ai loro clienti paganti per intero poi, se hanno posto, quelli di Groupon. Ad esempio: il 31/12 ho comprato un buono per una bellissimo albergo in montagna, oggi (02/01/2012) ho chiamato per prenotare un week end verso Maggio/Giugno… Risposta: “è troppo presto, deve chiamare più avanti, se avrò camere che mi restano vuote le do a quelli di Groupon. Ma prima do la precedenza ai miei clienti.” Mi fa anche notare che sull’offerta c’è scritto: “In base alla disponibilità”. A casa mia questa frase significa “disponibilità di camere” ovvero che se una camera è libera la posso prenotare, non “in base alle camere che devo riempire perchè mi sono rimaste vuote”. Mi dispiace perchè la struttura mi sarebbe davvero piaciuta, ma ora chiedo il riaccredito sulla carta. Voi che dite? Sbaglio io? Non sarebbe meglio se le strutture decidessero di non vendere più di un certo numero di coupon? Ne vendo 10/20 ma sono sicuro di poter accontentare tutti. A una mia amica è successo per ben tre volte di non riuscire a prenotare la parrucchiera. Perchè certe società aderiscono a Groupon anche se sono già pieni di “loro” clienti? Che bisogno c’é? Poi io in queste strutture non tornerei anche se dovessi pagare x intero…
Commento da Drdeal — 2 Gennaio 2013, alle ore 22:27
Il modello business derivato dall’ottimo sistema dei gruppi di acquisto è fondamentalmente un modello vincente peccato che Groupon utilizzi delle metodologie completamente sballate come commissioni sulle vendite molto alte e incassi direttamente i soldi degli acquisti degli utenti… questo basta a far si che tutto il modello salti per vari motivi… aziende non verificate rimborsi complessi etc…
A tal proposito so che a breve sarà attivo un vero e proprio motore di ricerca solo per offerte dove non ci saranno commissini per le aziende oltretutto verificate che offrono le promozioni e pagamenti diretti alle stesse aziende da parte degli utenti. Una vera e propria rivoluzione sul sistema deal.
Il motore è http://www.tinyshop.it e sarà attivo a breve.