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    <img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.

    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?

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    alessio
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    <p><img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.</p>

    <p> Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    <p><p><img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.</p>

    <p> Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    alessio
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    <p><img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.

    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    <p><p><img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.</p>

    <p> Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    <p><img src=”/wp-content/uploads/2008/12/reagire-depressione-economica-6.jpg” alt=”hotel reagire alla depressione economica 6″ width=”100″ height=”70″ align=”left” />La scorsa settimana la società londinese PriceWaterhouseCoopers ci ha gentilmente concesso la ripubblicazione di un suo “case study” sulle precedenti fasi di recessione del mercato internazionale. Gli hotel e i ristoranti sono sempre state tra le aree più colpite dai tagli nelle spese dei consumatori.

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    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

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    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?</p>

    alessio
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    Che differenza c’è rispetto alla situazione attuale, cosa possono fare proprietari e direttori per proteggere il proprio business in un mercato così volatile ed imprevedibile? Quali strategie si sono dimostrate vincenti nelle precedenti crisi?

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    lorenzo
    Membro

    test

    ValaraViaggi
    Membro

    Buongiorno a tutti,

    sono un agente di viaggio piemontese, profondo amante del web legato al turismo ed alla professione turistica.

    Vi leggo con molto piacere e curiosità.

    <b>Piacere</b> perchè ci si rende conto del modo di vedere il business di un settore sinergicamente e strategicamente collegato alla rete agenziale.

    <b>Curiosità</b> perchè ci si rende conto che due “pezzi delle stesso puzzle” spesso non vogliano venire incastrati nel verso giusto.

    Leggo i vostri commenti circa Tripadvisor e resto pensieroso (=leggasi preoccupato) su diversi spunti:

    1) perchè si continua a vedere l’intermediazione come fattore negativo per la crescita dell’occupazione e del fatturato alberghiero?

    Provo ad abbozzare una risposta: perchè si devono formulare tariffe molto al di sotto dei listini e (forse) la gestione dell’allottment non direttamente gestito è confusa, volatile ed imprecisa.

    Circa le tariffe posso ribattere: molto molto spesso, lo dico per esperienza, le tariffe web promo sui vostri siti sono inferiori alle migliori tariffe nette intermediate. Poichè non penso che vendiate in perdita, mi chiedo perchè tanta ostilità verso l’intermediario (agenzia classica od OLTA).

    Circa la gestione dell’allottment, non mi pronuncio perchè la vostra professionalità sa benissimo quante camere possono essere dedicate all’intermediazione contrattualizzata. Se alla lunga non c’è rendita, decidete in maniera più oculata i vostri allottment.

    2) Tripadvisor: va da sé che uno dei 10 siti più cliccati al mondo abbia una ottima base di business alle spalle che trae origine dalla sacrosanta intermediazione il cui principio si basa sul reciproco scambio di servizi: Ti offro consulenza (recensioni) e tu mi remuneri con una commissione.

    Qui lo dico e non lo nego: molti agenti di viaggio utilizzano spessissimo Tripadvisor prima della scelta dell’hotel da proporre al cliente. E’ chiaro che su molte destinazioni abbiamo i nostri 3, 4 o 5 hotel di riferimento a vendita sicura, ma molte volte non possiamo permetterci di consigliare un ottimo hotel vicino alla zona fiera a shangai o nell’area della stazione a Tokio o in mezzo ai parchi canadesi. Quindi è indispensabile appoggiarci ai criteri di valutazione collettiva, che oggi si chiama Tripadvisor.

    Attenzione a questo: “Dobbiamo innanzitutto capire che Tripadvisor non è altro che una operazione commerciale – ben fatta – sulle spalle di chi investe centinaia di migliaia di euro sulla propria struttura.” Niente di più errato! attenzione: non si parla di aver SOLO sviluppato una fortunata operazione commerciale, si parla di aver svegliato una necessità latente del turista: sapere già da prima se un hotel mi piacerà o no. 1 commento vale poco, 200 commenti sono decisivi sulla scelta. Hanno saputo creare una forma di “criterio di scelta sociale”, da non sottovalutare.

    Alcuni blog di albergatori americani e britannici riportano casi molto fortunati di sfruttamento della corrente Tripadvisor.

    Resta fondamentale che non esiste Tripadvisor che tenga senza la qualità del servizio.

    3) perchè si continua a vedere l’intermediazione hotel-agenzia di viaggi (od OLTA) come fumo negli occhi? Noto delle connotazioni negative legate alla vendita delle vostre camere a booking.com, expedia, ecc. e faccio riferimento a “anche a me è arrivata la richiesta di trip advisor e concordo in pieno con voi, una mossa in più per far vendere le nostre camere a booking, expedia ecc. ecc.”

    Ma insomma: siete o non siete voi albergatori a firmare i contratti con gli stessi expedia, booking, ecc ecc.? Se non va bene essere venduti da expedia, booking, ecc ecc. tramite tripadvisor (che vi rende un servizio), perchè “una mossa in più” per far vendere sembra essere una trappola? Sono io che sbaglio o qualcuno vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca?

    Io sarei molto felice che i rapporti tra albergatori e distribuzione (agenzie tradizionali ed on line) fossero più distesi e meno …”trappole”.

    Sarei felice di ricevere commenti al mio.

    Saluti

    Dario Bertoli

    filippo
    Membro

    Salve Sag. Bertoli,

    Concordo in parte con lei quando dice che “svegliato una necessità latente del turista: sapere già da prima se un hotel mi piacerà o no.

    E’ giusto che un turista scriva quello che pensan su una struttura ricettiva. Probabilmente lei sa che su 100 turisti soddisfatti sono pochi a scrivere una recensione positiva, mentre anche un solo turista insoddisfatto ne scrive una negativa.

    Questo dato dovrebbe già farle capire l’enorme inattendibilità di Tripadvisor come strumento per procacciare le prenotazioni.

    Aggiungo inoltre che se esistesse un TripAdvisor dove i turisti o magari strutture ricettive potessero esprimere le loro opinioni sugli intermediari, probabilmente non la penserebbe così.

    Sul fatto perchè si continua a vedere l’intermediazione hotel-agenzia di viaggi (od OLTA) come fumo negli occhi. Oggi esistono ancora agenzie o tour operator che continuano a chiedere anche il 30% di commissioni e allottment senza alcuna garanzia di affitto.

    Va da sè che la tendenza alla disintermediazione non può che aumentare.

    Ciò non toglie tuttavia che i rapporti tra agenzie e operatori possa essere più disteso a patto che i primi riescano a capire che i costi di gestione di una struttura non sono più quelli di una volta di conseguenza non è più possibile pagare delle commissioni così alte agli intermediari.

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