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sfarinelAmministratore del forum
La settimana scorsa, con il lancio del forum di Booking Blog, avevamo promesso agli autori dei primi 20 commenti un ingresso gratuito per una giornata al workshop BTO-Buy Tourism Online che si terrà a Firenze dal 17 al 18 Novembre 2008. Oggi pubblichiamo il nome dei vincitori, e premiamo il commento più interessante con il pass completo per le 2 giornate del valore di €420,00 + IVA.
Vincitori del BTO “DAY TWO PACKAGE”
badge per una persona per accedere Martedì 18 Novembre a:
– Conferenza ‘Online & Congress‘
– ‘Training Sessions‘
Elenco vincitori:
– Satu
– David
– Mose
– Zeno
– MM
– D. Vasta
– Edi
– Dott_Stefano_Tiribocchi
– Mauro blu
– Francesco506
– Vitti79
– Skipper
– Mrgreco
– Maxpiergentili
– Monica
– Esteban
– Andrea.vecci
– Fabros
– Simone
– E.M.
Vincitore del BTO FULL PACKAGE completo (tutti gli eventi – 2 giornate)
comprensivo di:
Lunedì 17 Novembre 2008:
– Cocktail di benvenuto
– Partecipazione alla Conference ‘Technology Forum 2.0‘
– WebToscana Party
Martedì 18 Novembre
– Workshop con almeno 12 appuntamenti prefissati
– 1 Kit di partecipazione Workshop e Database di tutti i Buyers accreditati
– Coffee breaks e Lunch durante il Workshop
– Conferenza ‘Online & Congress‘
– ‘Training Sessions‘
Il vincitore del pass completo per le 2 giornate è… evpandolfi, che ha già lasciato alcuni interventi davvero interessanti parlando delle strategie di marketing del suo hotel e dando a tutti ottimi suggerimenti.
________________________
I vincitori sono pregati di contattarci a info@bookingblog.com per confermare la presenza e consentirci di effettuare l’accredito al BTO.
4 Novembre 2008 alle 20:33 in risposta a: TripAdvisor, Booking, Expedia – le responsabilità legali della diffamazione online #16955Duccio InnocentiBloccatoQuesta discussione è veramente interessante, l’unica cosa che mi sento di aggiungere è che questi siti di recensioni offrono la possiblità di valutare la percezione che i clienti hanno dell’hotel e dei suoi servizi, dato che pongono l’accento, talvolta in maniera impietosa, su quelle che sono le lacune della struttura (servizio, pulizia, breakfast ecc.). Una recensione negativa può essere un’opportunità per migliorarsi, mentre una recensione positiva può mettere in luce dei pregi che magari stiamo sottovalutando e che invece andrebbero messi in risalto nel marketing del nostro hotel.
CamilaMembroCiao Vitti, mi interessa molto questa discussione, ma non sono molto d’accordo la sua opinione. Mi sembra che confonda due piani diversi, e cerco di spiegarle perché.
Se abbiamo 3 tipologie di camere – doppia a €89, doppia superior a €120, suite a €160 – chi sarebbe disposto a pagare €99? Semplicemente chiunque speri di poter soggiornare nella doppia superior o nella suite.
Il problema, per il revenue manager, è nei termini descritti dal signor sfarinel: quanta possibilità abbiamo di poter offrire l’upgrade? Se la probabilità è alta, far pagare qualcosa di più della camera più economica mi sembra che in ottica di revenue management sia una necessità più che una scelta.
E ripeto, in ottica di revenue management. Possiamo fare tante altre considerazione per cui, per evitare problemi, offriamo la ROH a una tariffa che non sia mai superiore a quella della camera più economica, ma in questo modo non possiamo certo dire che stiamo ottimizzando i profitti…
evpandolfiMembroThanks a lot!!!! :-)))
lorenzoMembroQuando dobbiamo navigare su Internet alla ricerca dell’hotel più adatto alle nostre esigenze, troppa scelta può creare problemi, mentre la semplicità premia. E’ questa la nuova scoperta del team di Dan Lynn, direttore del reparto “strategy and customer insights” di Expedia: “Sul nostro sito gli utenti hanno a disposizione tante funzionalità per trovare l’hotel ideale, ma la maggior parte di loro preferisce affidarsi più semplicemente ai primi risultati di ricerca”.
"Una delle sfide principali che abbiamo davanti è una migliore valutazione del nostro inventario. La stragrande maggioranza dei consumatori non utilizza le funzioni avanzate di Expedia, ad esempio quelle che permettono di selezionare l’hotel in base al prezzo o alla categoria, ma sceglie semplicemente fra i primi 5 risultati di ricerca di una destinazione. E' quindi estremamente importante mostrare subito in questa fase i nostri migliori alberghi”.
6 Novembre 2008 alle 10:18 in risposta a: TripAdvisor, Booking, Expedia – le responsabilità legali della diffamazione online #16958kinoMembroCari amici,
trovo questa discussione molto interessante tuttavia non posso non fare alcune obiezioni e/o alcune costatazioni che qualcuno ha fatto quasi involontariamente!
1)Innanzitutto è bene tener presente che siamo nel comportamento post-acquisto e che spesso il cliente soddisfatto non perde tempo nella valutazione della struttura (tanto più se fatta in un momento diverso dalla fruizione del servizio stesso). E’ ragionevole pensare quindi che chi scrive commenti sui detti siti sia una piccola minoranza che o è eccessivamente insoddisfatta o viceversa. Il risultato che ne consegue è una votazione media che però non riflette la realtà (ci tengo a precisare che le eccezioni sono sempre possibili, ovvero che qualche cliente valuti responsabilmente).
2)Internet non potrà mai sostituire il passaparola!
Questo se ci pensate è ovvio. Cosa ascoltate e a cosa prestate più attenzione; al racconto entusiasta di un vostro amico appena tornato dal Trentino che vi ammalia dei panorami, delle splendide piste e della calda accoglienza ricevuta o di una opinione o peggio di un voto espressi da una persona di cui non conosci nemmeno il vero nome?!
Questi due punti sono rilevanti (anche se non gli unici) nell’analisi del comportamneto post-acquisto!
Fonte: Philip Kotler; John Bowen; James Makens
6 Novembre 2008 alle 11:14 in risposta a: TripAdvisor, Booking, Expedia – le responsabilità legali della diffamazione online #16959MassimilianoMembroCiao kino, che intervento! In alcuni punti sono d’accordo, in altri un po’ meno. Secondo me alcuni hotel riescono, attraverso il servizio, a creare un vero rapporto con i clienti, e questo spinge a scrivere recensioni anche chi di solito non lo farebbe.
Dipende di cosa è soddisfatto il cliente. Se è soddisfatto della vasca idromassaggio o del mobile d’epoca, concordo con te, non perderà mai tempo a scriverne una recensione; se è soddisfatto di come è stato trattato e accudito, di essersi “sentito a casa”, di aver creato con lo staff dell’hotel un rapporto che rasenta l’amicizia e che quindi dà una motivazione personale nello scrivere una bella recensione…in questo caso secondo me la recensione verrà scritta.
Trip Advisor non usa solo le recensioni o i voti per fare le classifiche, ma tante altre risorse esterne, proprio per rendere la valutazione più oggettiva possibile, nei limiti del possibile. Essendo la votazione media basata su giudizi umani soggettivi, ho difficoltà a parlare di “votazione che riflette la realtà”. La realtà che vede l’albergatore italiano, tranne rari casi illuminati, non ha comunque punti di contatto con la realtà che vede il cliente.
2)Il problema è se abbiamo la fortuna di avere un amico che è appena tornato da New York, Londra, Parigi, Berlino e San Pietroburgo; se un cliente statunitense ha un amico che è appena tornato dal Trentino…Il passaparola offline ci sarà sempre, questo è banale. Il passaparola online ha un capacità di esposizione che non può però essere paragonata.
vitti79MembroOvviamente l’applicazione di una tariffa più bassa sul sito corporate è una scelta aziendale condivisa a tutti i livelli.
Quello che attualmente cerca il cliente è una buona tariffa room only o un buon programma ad esempio con sconti o notti in omaggio su un minimum stay.
I pacchetti con servizi accessori (trattamenti benessere, dinner e lunch) che rendono opaca la tariffa della camera hanno pochissimo riscontro sul mercato in quanto non permettono un confronto sulle tariffe. E solitamente non sono affatto convenienti.
vitti79MembroCara Camila,
direi che la speranza è una variabile poco influente nel comportamento di acquisto.
Secondo me la distinzione da fare è basata sui momenti in cui proporre o non proporre la ROH.
é chiaro che non proporrò mai la ROH in periodi con eccesso di domanda perchè non ne avrò bisogno. La ROH sarà invece disponibile nei periodi di media-bassa domanda e pertanto ci sarà quasi sempre la possibilità di upgrade. In quei momenti la tariffa della ROH dovrà essere veramente appealing.
Non vendere niente significa non ottimizzare i profitti. Riuscire a vendere la ROH a un prezzo più basso rispetto a quello di tutte le altre tipologie in un periodo di flessione della domanda mi sembra invece un modo per generare profitti.
é sottinteso che la struttura non deve mai essere “svenduta”.
vitti79MembroCiao Satu,
si può essere visibili sui GDS possono tramite dei rappresentanti (leading, slh, summit, design hotel) che però chiedono fee molto alti per l’affiliazione + le commissioni per le prenotazioni provenienti dal loro sito e dai GDS (per questi ultimi siamo intorno al 20%).
Ci sono poi aziende che offrono connettività con i principali GDS (Worldspan, Galileo, Amadeus, Sabre) a costi veramente irrisori. Ti viene fornito un software molto semplice per la gestione della disponibilità e delle tariffe.
Io opterei per la seconda soluzione.
6 Novembre 2008 alle 15:49 in risposta a: TripAdvisor, Booking, Expedia – le responsabilità legali della diffamazione online #16963evpandolfiMembroSono d’accordo con Kino sul fatto che è sicuramente una minoranza che lascia recensioni sui internet (molto molto raramente supera il 10% anche in strutture che “spingono”, tramite il servizio, il cliente a lasciare le proprie impressioni) come sono anche d’accordo con Massimiliano sul fatto che il cliente ha una maggiore tendenza a commentare il servizio piuttosto che i fattori strutturali.
Il punto è, io credo, che è cambiato proprio il modo di porsi dei clienti nei confronti degli hotel nel senso che ua volta si doveva andare in agenzia e affidarsi al giudizio dell’operatore per ciò che riguardava la qualità dell’hotel. Dopotutto è a questo, fondamentalmente, che servivano le stelle: per qualificare qualitamente una struttura che non si aveva possibilità di giudicare in altra maniera. Oggi invece, grazie a questi siti, un utente può ricevere, di fatto, consigli di viaggio da altri utenti percependoli come più vicini al proprio modo di pensare (in quanto turisti anch’essi). E’ poi ovvio che il commento di un amico personale avrà sempre una valenza maggiore rispetto al commento diuno sconosciuto, proprio perchè è ancora più vicino al nostro modo di ragionare, infatti pensiamo un attimo: chiedereste un consiglio di viaggio ad un amico che tendenzialmente fa viaggi completamente diversi dai vostri (ad esempio voi preferite organizzarvi tutto prima e lui/lei preferisce andare “all’avventura”)? Io credoi di no, per il semplice motivo che il suo modo di pensare, in questo caso, è completamente diverso dal vostro.
MASSIMILIANO PIERGENTILIMembroCiao, nois stiamo con Utell, offre un servizio decisamente ottimo, sopratutto per quanto riguarda l’assistenza, l’aggiornamento e offrono diverse possibilità di ampliare il bacino di clientela che altrimenti sarebbe molto difficile da raggiungere se non impossibile (vedi agenzie in Australia, Usa, e nel resto del mondo).
E’ chiaro che tutto ha un costo, ma indubbiamente funziona.
Per quanto mi riguarda, credo che abbiamo un target diverso, quindi sono due strumenti decismente complementari.
Per quanto riguarda i costi Expedia non è certo da meno di un GDS.
sfarinelAmministratore del forumNonostante il crollo dell’occupazione ed il calo delle revenue, l’ultima ricerca di Smith Travel Research mostra che l’average daily rate (ADR) degli hotel nel Nord America è cresciuta nell’ultimo mese del 3%. Come si spiega questo tipo di tendenza? Gli hotel statunitensi stanno aumentando le tariffe in un momento di recessione economica? A queste e tante altre domande risponderemo oggi, scoprendo insieme quello che possiamo definire “Il metodo Cornell – come reagire alla crisi senza abbassare le tariffe”.
La situazione italiana è molto diversa da quella statunitense, e cercheremo di mettere in risalto perché, in Italia, un abbassamento delle tariffe sia spesso necessario in un momento economico come quello attuale. Riteniamo sia comunque molto importante parlare del “metodo Cornell” su Booking Blog, per capire che nella promozione degli hotel il bianco e nero non è la soluzione migliore, ma ci sono tante strategie diverse e a volte contrapposte che ogni hotel deve saper utilizzare a seconda dei momenti, delle esigenze e delle possibilità.7 Novembre 2008 alle 16:40 in risposta a: Revenue Management – il segreto NON è abbassare le tariffe! #17040FELICEMembroCiao a tutti, faccio questo lavoro da 10 anni nelle compagnia aeree. Giornalmente mi sono scontrato e mi scontro con persone che La pensano come il Dott. Savoca. Anche se è stato ampliamente spiegato da altri prima di me vorrei sottolineare che la STRUTTURA TARIFFARIA e la sua applicazione devono essere assolutamente integrate, in precedenza, con una attenta analisi dei costi fissi, dei costi variabili e sopratutto supportate da una attenta analisi dei dati storici e di advance. L’analisi serve per capire in che modo utilizzare le leve della struttura tariffaria per poter aumentare il REVPAR non solamente il Load Factor. La miglior tariffa possibile per quella precisa data. Sarebbe per assurdo o quindi vendere 50 camere a 60 € piuttosto che 25 a 100 ( anche se un revenue manager non venderebbe tutto a 60 chiaramente ). Il revenue manager poi interverrà anche nel caso contrario ossia ad alta domanda aumenterà i prezzi fino al punto di rottura ove possibile.rnVi racconto poi un’ esperienza che mi è capitata l’ altro giorno, ero nei dintorni di Milano, in aperta campagna, con altri due miei colleghi, erano le 21.00 e stavamo cercando un albergo per passare la notte, ci servivano tre camere singole. Un albergatore ci ha fatto il prezzo di 70€ al che gli ho proposto di abbassare la tariffa di 10€ ( per ragione di budget ). Ora l’ hotel aveva pochissimi ospiti, noi eravamo affamati e ce ne saremo andati via il giorno dopo. L’ albergatore ha preferito rinunciare a un guadagno di 180€ + revenue ancillare ( ristorante e bar ), piuttosto di “perderne” 30€. Risultato siamo andati in un altro Albergo dove, accettando il nostro prezzo, abbiamo speso in tre per una notte 300€ ( ristorante e bar compresi ).rnrnSalutirnFelice
luca@bestnetwork.com.brMembroE´la prima volta che scrivo in questo forum , non sono un albergatore , ma solo un consulente ed appassionato di turismo e piu´recentemente di internet e della combinazione delle due cose…
Vorrei quindi innanzitutto congratularmi con i “webbies” per il sito , la regolarita´ed il contenuto delle newsletters .
Ho scoperto il sito attraverso un link nel site di un amico albergatore e leggo sempre con piacere gli articoli pubblicati .
Bene , cio´detto vorrei chiedere il vostro aiuto per capire quanto ed in quali forme la sicurezza per gli ospiti condiziona od influisce sulle scelte di immagine e di conseguenza commercaili e di marketing di un hotel.
Non parlo di minacce serie come purtroppo il terrorismo ci ha abituato ormai a pensare , ma solo del problema degli oggetti di valore incustoditi ai bordi di una piscina o vicino agli ombrelloni in spiaggia.
Sto facendo un ´indagine di mercato per un azienda che sta per lanciare un prodotto abbastanza innovativo , anche se molto semplice, che si propone di soluzionare questo problema offrendo tutto il conforto e la tranquillita´all´ospite attraverso delle piccole cassaforti inserite nella base di sostegno/tavolini degli ombrelloni .
Puo´essere interessante secondo voi ?
O qualora l ´hotel disponibilizzase questo “servizio” riconoscerebbe che´c´é un problema di sicurezza nei suoi spazi ?
Ringrazio per l´attenzione.
Luca
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