Ciao Francesco, grazie per il tuo contributo.
Certo, in parte hai ragione, ma credo che in ultima ancalisi, le scelte fatte siano state giuste.
Innanzi tutto questo non era un vero e prorpio concorso perchè, nonostante il sorteggio, le camere erano “vendute” a un eruo, cosa che ogni albergatore è liberissimo di fare. Ci sarebbe da capire con un avvocato se ciò in Italia rientri nella tipologia concorso a premi o meno. Detto questo, hai perfettamente ragione che da noi i concorsi comportano grosse spese, ma nessuno imbastisce una campagna marketing di questa portata senza un adeguato budget a disposizione, sarebbe folle.
In secondo lugo, come abbiamo spiegato nel pezzo i clienti raggiunti sono quelli target dell’hotel ovvero i “bargain hunters”. Queste persone cercano sempre di viaggiare a poco prezzo o a prezzi favorevoli, e qui non si tratta di un hotel di lusso che svende le camere, ma di un hotel di fascia economica, che vuole proprio attirare l’attenzione di questa tipologia di persone.
In ultimo, qui si è parlato di numero di partecipanti, non di clic. Certo è vero, i clic non corrisponsono mai nè alle vendite nè ai clienti fidelizzati, ma in questo caso chi partecipava si è iscritto con una mail a una newsletter, dunque avere un parco di contatti di questa portata può senz’altro aver portato all’hotel la possibilità di farsi una mailing list di qualità.
Credo che comunque in ultima analisi, la forza di questo conocorso sia stata la visibilità che ha portato all’hotel, che va ben al di là di costi sostenuti.