Facebook e Twitter: solo per le grandi catene o anche per le piccole strutture?
1 Giugno 2011Uno dei nostri lettori, in un articolo di qualche giorno fa, commentava così una case history dedicata alla gestione di Facebook e Twitter in hotel: “Chi riesce a farlo sono essenzialmente le catene o gruppi di una certa entità! La singola struttura, magari di media grandezza non ha risorse sufficienti (in termini di tempo e denaro x investire su una persona) da dedicare a FB/Twitter. Come anche scritto nel vostro articolo, il requisito fondamentale affinché arrivino dei risultati concreti è quello di essere sempre presenti e soprattutto interattivi!!”.
Certo sono stati colti tre punti fondamentali del Social media marketing alberghiero: ci vuole tempo, ci vogliono risorse umane, bisogna essere sempre presenti e attivi. Ma davvero solo le catene alberghiere possono sfruttare efficacemente questo canale?
Pro e contro del SMM nelle catene alberghiere
L’articolo in questione, spiegava l’efficacia degli sforzi di Social Media Marketing da parte dell’Apex Hotels, una piccola catena inglese che ha deputato un vero e proprio team di tre persone alla gestione delle attività sociali.
Sappiamo per certo che una catena alberghiera, magari a livello internazionale, o una grande struttura sono facilitate dal fatto di avere maggiori risorse economiche, poiché quasi sempre in questi casi c’è la possibilità di investire un budget e delle risorse umane su queste strategie di web marketing.
Ciò nonostante è vero anche che solitamente le catene, specie quelle molto grandi, hanno delle policy e degli obblighi burocratici, una mission comune, che talvolta intralciano e rendono difficile la gestione dei social media a livello locale, talvolta impedendo alle singole strutture di portare avanti progetti indipendenti ed efficaci.
Perché Facebook e Twitter fanno al caso degli hotel indipendenti
La scorsa settimana ho posto la stessa domanda ai nostri lettori di Facebook e la risposta è stata unanime: Facebook è adatto anche, anzi soprattutto, alle piccole strutture indipendenti, che per loro stessa natura sembrano essere deputate ad avere un rapporto più umano e privilegiato con la clientela.
“Secondo me è più utile per strutture medio/piccole che riescono a mantenere un rapporto umano con i loro clienti, grazie anche ai social” – ha dichiarato un lettore.
“Il pubblico dei social media è social e vuole un rapporto alla pari, umano e personale – continua un altro – Rappresenta un cambio radicale di paradigma che le grandi imprese in generale, non solo quelle turistiche, faticano a metabolizzare.”
Dunque se da una parte la struttura piccola e indipendente può avere difficoltà a trovare il tempo e le persone adatte per occuparsene, non c’è dubbio che sia dotata di un livello di familiarità che favorisce maggiormente il dialogo e l’engagement.
Casi di successo di catene e hotel indipendenti
Se dunque ci poniamo la domanda “Facebook e Twitter funzionano più per gli hotel indipendenti o per le catene alberghiere?” non potremo che concordare sul fatto che il Social Media Marketing può senz’altro funzionare sia per gli uni che per gli altri. Tutto sta se l’attività viene gestita in modo adeguato, possibilmente almeno in un primo momento, seguendo le indicazioni e un piano di comunicazione di una web agency specializzata nel settore turistico J.
Qualche esempio reale? Ci sono numerosi casi di successo a cui si può far riferimento e di cui abbiamo già parlato anche qui sul blog:
– Catene alberghiere: in un articolo del 2010 (5 Hotel svelano gli ingredienti del loro successo su Twitter) abbiamo approfondito le strategie di SMM delle piccole catene Fairmont Hotels e Personality Hotels.
– Hotel indipendenti: sebbene molto grande, l’Hard Rock Hotel di Las Vegas è sicuramente un ottimo esempio. Lo stesso vale per il Roger Smith Hotel, considerato un punto di riferimento a livello internazionale per le sue strategie di blogging e di gestione dei social media. Anche alcuni dei nostri clienti stanno portando avanti una buona attività su Facebook, come l’Hotel Europa Rimini e l’Hotel Principe di Lazise. Un altro esempio di rara eccellenza italiana è l’Hotel Royal Paestum, che ha puntato la sua comunicazione sugli strepitosi banchetti di nozze, diventati una USP davvero indovinata dell’intera struttura.
Per quello che ho potuto constatare di persona, gli hotel indipendenti sembrano avere una marcia in più nell’engagement dei clienti, forse proprio grazie alla loro maggiore libertà di espressione e a USP forti e identificative.
E voi cosa ne pensate? Siete dell’opinione che solo i grandi alberghi possano permettersi un buon Social Media Marketing?
Per conoscere altri approfondimenti su Facebook e Twitter per l’hotel, leggi anche:
Commento da Pasquale Romano — 17 Giugno 2011, alle ore 16:42
Se davvero solo le grandi strutture possono godere di buoni risultati dai social network allora i social network non servono a molto.
E’ ovvio che chi ha più tempo da passare su internet avrà delle maggiori opportunità ma di contro la grande struttura avrà anchè dei costi differenti e probabilmente molte camere in più da riempire.
In ogni caso io odio i continui messaggi su fb che mi invitano a continui eventi, serate e soggiorni quando una vacanza non si vede neanche all’orizzonte. Utilizzate i social con moderazione e focalizzatevi su chi veramente ha bisogno di voi in quel momento.
saluti