Elisir del buon posizionamento per hotel: i 3 ingredienti SEO che restano sempre gli stessi
8 Aprile 2016Per molti viaggiatori la ricerca di una vacanza comincia così, con una manciata di parole sparate su Google e una lunga lista di risultati di ricerca tutti da scoprire. Una ricetta semplice per l’utente e allo stesso tempo una sfida difficile per molte strutture alberghiere.
Lo so che messi di fronte alla concorrenza con i portali, avete sempre più la tentazione di smettere di investire nella SEO, ma sarebbe un grosso errore. Certo non credette agli “esilir miracolosi di buon posizionamento” che spaccia qualche sedicente SEO… tanto i buoni ingredienti restano sempre e solo i soliti.
Per anni fare SEO è stato come giocare a mosca cieca (e in parte lo è ancora adesso). Ricordo colleghi perdere settimane a fare test su test per cercare di migliorare il posizionamento di un hotel, per poi scoprire con grande delusione che la strategia non aveva funzionato. E così ricominciavano da capo, ogni volta con una strategia diversa e risultati incerti. Google stesso ha sempre dichiarato che il posizionamento non si può spiegare fino in fondo, perché è frutto di un algoritmo che tiene conto di centinaia di fattori diversi e in continuo cambiamento.
Ma di recente qualcosa è cambiato e Google ha iniziato a lasciar trapelare qualche dato in più su come funziona il suo motore di ricerca. Ad aprile Big G ha diffuso l’informazione che i siti mobile-friendly sarebbero stati ufficialmente favoriti nelle SERP e a novembre ci ha parlato del suo Rankbrain – il nuovo sistema di intelligenza artificiale in uso sul motore. Fondamentalmente però, quello che ha fatto Google è stato semplicemente confermare le cose che già sapevamo e che è bene ricordare sempre, come un mantra positivo.
I link e i contenuti restanofondamentali
Che link e contenuti fossero importanti per posizionarsi su Google lo sapevamo già da una vita, ma non sapevamo “quanto” contassero oggi.
Poi è arrivata la dichiarazione di Andrey Lipattsev, Search Quality Senior Strategist di Google, che in poche ore ha fatto il giro di tutta la Rete.
Questo riporta tutti con i piedi per terra: non esistono strade facili per posizionarsi e la ricetta è sempre la stessa: bisogna curare i contenuti, la loro qualità e la loro la rilevanza, e fare in modo che il sito diventi appetitoso e interessante per gli altri, in modo da generare link naturali che attribuiscano maggior rilevanza al sito.
Le parole chiave sono ancora vive
Nell’ultimo anno abbiamo capito che Google è capace di interpretare un sito in base agli argomenti e al contesto, senza rimanere troppo ancorato alle singole parole. Ma davvero le parole chiave hanno perso il loro valore? Per capirlo Sam Nemzer di Moz ha condotto un esperimento.
Per farlo Nemzer è partito dalle query e ha cercato di rispondere a questa domanda: “Ricerche sullo stesso argomento (ma con diverse keyword) danno lo stesso risultato?”. Ha creato 10 gruppi di 10 parole chiave ciascuna, tutte molto simili tra loro e infine ha analizzato in primi dieci risultati in SERP per ciascun gruppo e ciascuna query.
Senza addentrarci nei dettagli tecnici (che potrete trovare su Moz) la conclusione a cui giunge Nemzer è che per Google contano in egual modo sia le specifiche parole chiave, sia gli argomenti.
Insomma, per posizionare al meglio l’hotel su Google, valgono le stesse, importanti regole di sempre: cura dei contenuti, pagine di approfondimento sugli argomenti che interessano ai potenziali clienti, analisi e cura delle parole chiave più coerenti con l’hotel, link building naturale.
Difficile strategia, ma che senz’altro vi ripagherà di tanti sforzi. Perché una volta magari qualche “trucchetto” per scalare le classifiche delle SERP esisteva, ma adesso è davvero impossibile ingannare l’algoritmo. E se ancora vi rimane qualche dubbio, vi invito a vedere questo video di Giorgio Tave, uno spassoso e ironico modo per spiegare come funziona la SEO oggi:
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