Dove sono i “Qualified Revenue Manager”?
25 Novembre 2010Ricordate il Panel “Revenue 3.0” dell’ultima edizione di BTO – Buy Tourism Online che si è appena conclusa?
La discussione guidata da Patrick Landman di Xotels con la partecipazione di tanti esperti del settore quali Rex Demanser (Kempinski), Brendan May (Ideas), Shawn Jereb (Orient Express), Shayne Paddock (Zdirect) e Alberto Ravenna (Teamwork), è stata a mio parere una delle più stimolanti della due giorni dedicata al turismo on-line.
Landman ha dichiarato che per il Revenue Management si prospettano anni di crescita e boom, dal momento che ogni attività commerciale per ottenere i massimi profitti avrà la necessità di applicare un pricing dinamico e flessibile a seconda dei trend del mercato e delle esigenze degli acquirenti.
Pochi Revenue Manager, ma soprattutto poco qualificati
Nonostante queste felici prospettive, è preoccupante come oggi la figura e la professione del revenue manger siano ancora improntate ad un generale pressappochismo, ad una mancanza di formazione specifica e ad una scarsità di riconoscimento del loro valore persino nel settore in cui sono più indispensabili, quello dell’ospitalità. E questo vale non solo per l’Italia, a quanto hanno segnalato i relatori.
Moltissimi sono gli hotel che, soprattutto per motivazioni di budget, decidono di farne a meno e al massimo scelgono di formare con qualche corso di base un proprio dipendente, come il responsabile delle vendite o del front office.
Di fatto però queste persone non sono deputate solo al revenue, ma anche a diverse altre attività, così che non hanno molto tempo per approfondire e specializzarsi nel settore.
Ancora più grave il fatto che, anche se il revenue manager è presente in albergo, non sia sufficientemente preparato o addirittura non abbia la naturale attitudine a svolgere questo ruolo, per diventare quello che al BTO è stato chiamato “Qualified Revenue Manager”.
Il Revenue Manager dell’hotel medio-piccolo e indipendente: manca la qualità
Quello che è emerso è che nel caso degli hotel indipendenti medio-piccoli – in Italia di fatto la maggioranza, se escludiamo le poche catene presenti nella Penisola – spesso non ci sono le risorse necessarie per affidarsi ad un professionista di Revenue o ad un’agenzia esterna, e si vengono a creare figure “ibride” incapaci di fare revenue di qualità.
Come sapere quindi se la persona dello staff che scegliamo di formare o che assumiamo per occuparsi di questo compito, ha le caratteristiche giuste per diventare un “Qualified Revenue Manger”?
Patrick Landman, sulla scia della sessione “Revenue 3.0”, in questi giorni ha dedicato un articolo proprio a questo argomento: “Quali capacità si devono individuare in un revenue manager?”
- Conoscenze economiche: deve sempre essere al corrente sull’andamento dell’economia, perché la sua quotidiana attività è strettamente connessa alle tendenze di mercato.
- Capacità analitiche e matematiche: è fondamentale essere dotati di spirito critico e riuscire ad analizzare più dati contemporaneamente, ma anche intuire trend e variazioni. Deve anche essere molto bravo con numeri e calcoli, anche complessi, quindi è necessaria almeno una buona formazione matematica di base.
- Conoscenza del funzionamento dei fogli elettronici: inutile dire che i RM lavorano molto con fogli elettronici per gestire calcoli e statistiche come Excel o simili, dunque è fondamentale una conoscenza approfondita di questa tipologia di programmi. Il Revenue manager dovrebbe essere in grado non solo di fare calcoli base ma anche di creare tabelle pivot, macro, grafici, ecc.
- Attitudine all’utilizzo di software e applicazioni: “Gestire software e sistemi di RM è come correre in Formula 1 – dichiara Landman – Non vincerete andando a 120 km orari. E per pilotare uno di questi bolidi è necessario averne le capacità”. Di fatto per fare revenue è necessario conoscere a fondo ed utilizzare sistemi di prenotazione, booking engine, channel manager e altri sistemi di distribuzione. La persona che se ne deve occupare dovrebbe quindi essere pratica di software ed applicazioni digitali.
- Amante di Internet: la crescita del travel on-line e dell’influenza delle recensioni sulla qualità percepita dei clienti, rendono assolutamente necessario che l’aspirante RM sia pratico del web. Per altro solo su Internet si trovano i blog e le news di settore necessari a tenere il RM informato ed aggiornato.
- Determinato e convincente: deve essere autonomo nella creazione di strategie di pricing basate su calcoli e statistiche precise che poi dovrà presentare di fronte al team esecutivo ed ai proprietari dell’hotel, spesso andando a difendere la propria opinione contro mentalità antiquate e poco propense ai cambiamenti.
- Esploratore: Sebbene ogni decisione debba essere presa sulla base di dati certi e statistiche attuali, è bene che il RM sia capace ogni tanto di sperimentare, tentare nuove strade e anche rischiare, solo così potrà migliorarsi e ridurre i margini di errore.
- Vincente: si tratta di una dote caratteriale, ma è importante che un RM agisca al solo scopo di incere, di migliorare costantemente i propri risultati: “Fare Revenue management è come giocare a PacMan, dipende tutto dall’adrenalina per superare il proprio punteggio massimo.”
Una cosa è certa: se volte formare una persona del vostro team per fare revenue, dovete scegliere la persona giusta ed essere disposti davvero ad investire in un’attività di training continua e qualificata.
Fonte: Xotels
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Novembre 2010, alle ore 18:40
concordo che le caratteristiche sono proprio queste! godo che ad oggi di revenue manager ce ne sono veramente pochi, aggiungo che un buon revenue manager deve AGGIORNARSI COSTANTEMENTE LEGGERE blog, e LIBRI
per quadrarsi le palle. Inoltre è naturalmente ESAURITO perchè non TARIFFA solo quando dorme, e dorme poco.
S.
Commento da Michele71 — 25 Novembre 2010, alle ore 20:44
Pienamente d’accordo con Patrick Landman sulle capacita’ che deve avere un revenue manager, purtroppo pero’ (soprattutto in Italia) si sfrutta le risorse interne per fare questo lavoro. Un caporicevimento deve fare anche il revenue manager ed il tempo non e’ mai abbastanza, inoltre per fare revenue si ha bisogno di concentrazione e non di continue interruzioni, spesso magari si sta anche al banco e si deve svolgere altre mansioni.Difficilmente un hotel di medie dimensioni decide di assumere un revenue manager, basta avere una figura come quella descritta sopra senza oltretutto rendersi conto del valore della persona.
Io sono uno di questi ma siccome il Revenue e’ anche e soprattutto passione svolgo il mio lavoro con gioia e sacrificio.
Commento da f.gerini — 26 Novembre 2010, alle ore 00:09
Ho assistito con estremo interesse al Panel “Revenue 3.0”. Indubbiamente le cose dette dai vari importanti ed autorevoli partecipanti sono da condividere. Vorrei però sottolineare una lievissima nota stonata del summenzionato Panel, non tanto per quanto affermato dai relatori, quanto piuttosto perchè la loro esperienza poco bene si cala nella realtà italiana per lo più formata da strutture ricettive piccole e medie (ciò che da noi viene considerato un albergo di grandi dimensioni negli USA non è forse neanche considerato di medie, non parliamo quindi delle piccole realtà di 20 camere). Un RM che opera in una struttura o in più di una che fatturano qualche decina di milioni di euro, può e deve essere retribuito con stipendi importanti (che da noi in Italia corrsispondono a costi azienda importanti). Un albergo che fattura 1.000.000,00 di euro può assumere un Revenue Manager e quanto può permettersi di pagarlo?
Commento da GIANLUCA1 — 26 Novembre 2010, alle ore 17:44
Bello questo articolo.
@Tiribocchi
non sono d’accordo che è meglio che non ci siano molti RM (tu dici addirittura che godi!!!).
A me farebbe piacere confrontarmi, almeno nell’ambito della mia città (Napoli), con altri che ne sanno + di me.
Concordo con chi sostiene che un RM non debba essere distratto dal c/in, dal c/out e da altre faccende affaccendate…….
Saluti.
Gianluca
Commento da Riccardo Cocco — 26 Novembre 2010, alle ore 22:05
@Gianluca1:
Hai centrato in pieno la problematica!!
Molti Revenue Managers e molti Guru godono nel fatto che vi sia poca formazione specifica e pochi esperti veri del settore. Tutto questo al solo beneficio di allontanare anche le piccole e le medie realtà dall’affascinante disciplina del Revenue Management. Altrimenti come si venderebbero i libri che decanta Stefano?
La paura costante di perdere possesso del territorio conquistato a suon di formule matematiche e di paroloni altisonanti fa si che si abbia paura che la conoscenza si diffonda.
Il mio pensiero, è molto semplice, ancora non ho trovato nessun impresario di pompe funebri che abbia brevettato una bara con le tasche dove il buon trapassato possa godere dei beni materiali e delle sue conoscenze anche dopo l’ultimo respiro.
Pertanto reputo che la mia infinita certezza nell’immortalità ancora di più venga ad esser certezza dopo le affermazioni del buon Tiribocchi. Se riesco a trasferire al mio prossimo le mie conoscenze e le mie esperienze in modo da diffonderle, io sarò immortale.
Stefano, perchè ancora riduci il tuo lavoro al mero cambio di tariffa??
Buon lavoro e buona immortalità a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Bruno81 — 26 Novembre 2010, alle ore 22:21
il confronto tra RM non è sempre proficuo, abbiamo tutti l’obiettivo del fatturato ma la strada non raggiungerlo non è sempre la stessa e non deve esserla altrimenti verrebbe meno la nostra identità ; quello che ci accomuna è che non siamo contenti se la testa non ci fuma almeno una volta al giorno… il grande problema per noi sono i guadagni in cambio di una posizione di prestigio poco remunerata ci si chiede addirittura l’esclusiva…
Commento da GIANLUCA1 — 27 Novembre 2010, alle ore 18:52
@COCCO
MI FA PIACERE CHE LA PENSI COME ME.
A CHE SERVE AVERE CONOSCENZE SE POI NON LE SI TRASMETTE AD ALTRI.
RISPETTO CMQ IL PENSIERO DI STEFANO…..LO POSSO CAPIRE E’ UN “FRILENZ” COME DICIAMO A NAPOLI.
SALUTI E COME DICI TU “BUON REVENUE A TUTTI”.
Commento da GIANLUCA1 — 27 Novembre 2010, alle ore 19:00
@BRUNO81
PERCHE’ DICI CHE IL CONFRONTO TRA RM NON E’ SEMPRE PROFICUO?
E’ VERO CHE IN GIRO CI SONO TANTI CAZZARI, MA HO TROVATO ANCHE PERSONAGGI CHE MI HANNO FATTO AMARE ANCORA DI + QUESTA PRATICA PERCHE’ LO YIELD ED IL REVENUE SONO PRATICHE CHE SE VENGONO GESTITE BENE FANNO LA FORTUNA DEGLI ALBERGHI NON TROVI?
SALUTI.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Novembre 2010, alle ore 21:21
@gianluca1
ciao Gianluca, scusami ma almeno qui a Roma i confronti non mancano, ho riccardo cocco, ho franco grasso, insomma se vuoi confrontarti ben venga,e riconosci con me che se la domanda di revenue è tanta e l’offerta è poca, NOI revenue manager stiamo meglio, o no? Ovvio che bisogna essere sempre aggiornati al top.
@Riccardo Cocco
ciao riccardo, scusami ma secondo te non è utile aggiornarsi e studiare libri, ricerche e blog? io studio la teoria e la metto in PRATICA tutti i giorni, mi sembra la via migliore. io non uso formule matematica o paroloni, anzi quando spiego le cose sono molto concreto, il lessico specifico è richiesto per la concentrazioni di concetti ed evitare lunghe perifrasi, ogni disciplina ha il suo lessico.
Non riduco il lavoro al cambio di tariffa, ma il dynamic pricing è sicuramente la componente quotidiana, poi è naturale che ci sono altre mille cose da guarda, la reputazione degli hotel intesi come marca (direi brand reputation), la lista di quelli che mi somigliano come prodotto (direi competitive set) l’analisi delle vendite nel tempo (direi forecast)…
Commento da GIANLUCA1 — 28 Novembre 2010, alle ore 11:53
@TIRIBOCCHI
BEATO TE CHE HAI COCCO E GRASSO…..A NAPOLI NON HO GRANCHE’ (SENZA PRESUNZIONE).
IO AL WHR (IL PRIOMO GIORNO)CI SARO’ MAGARI CON TE E CON COCCO CI SI PUò PRENDERE UN CAFFE’.
SALUTI
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Novembre 2010, alle ore 12:10
@tuttIRevenueManager
Ma magari a fare delle tavole rotonde, io metto casa, una sera a settimana si puo fare un circolo di revenue management e non escludo che non si possa fare scudo verso alcune pratiche un po oscure dei vari partner coi quali lavoriamo continuamente.
Magari potremmo acchittare anche una scuola per le nuove leve, e poi non mi dite che mi voglio tenere la conoscenza solo per me 🙂
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Novembre 2010, alle ore 12:11
@tuttIRevenueManager
a proposito alla BTO2010 di Firenze ho tenuto un breve seminario di REVENUE MANAGEMENT PRATICO di un oretta..
Commento da Bruno81 — 28 Novembre 2010, alle ore 18:18
Ciao Gianluca, la mia passione per il turismo è innata ed è grazie ad un RM il grande Franco che ho capito quale fosse la mia professione; non finirò mai di ringraziarlo ma se la pensassi esattamente come lui o come gli altri RM non avrei una mia identità. Sono sicuro che ogni RM ha un comune obiettivo da raggiungere ma la strada non è la stessa per tutti… inoltre ad ogni struttura ricettiva bisogna applicare una diversa politica, ad esempio sfido chiunque a fare revenue nella stessa maniera in un hotel centrale e in un hotel di periferia. Infine essere RM non è sinonimo di essere amante del turismo, conosco imprenditori, capo ricevimento, receptionist che vivono questo lavoro con la mia stessa passione…
Commento da GIANLUCA1 — 28 Novembre 2010, alle ore 23:09
@TIRIBOCCHI
HAI FATTO UN PASSO INDIETRO E QUESTO TI FA ONORE.
@BRUNO81
DICI BENE, HO CONOSCIUTO ANCHE IO GRASSO E L’HO APPREZZATO SOPRATTUTTO QUANDO ALLA FINE DEI SUOI DISCORSI HA DETTO IO DO SOLO INDICAZIONI IL PREZZO LO FATE VOI……(VOLEVA DIRE ESATTAMENTE QUELLO CHE HAI DETTO TU CIOE’ CHE IL REVENUE E’ UNA PRATICA CHE VA ADATTATA IN MODO DIVERSO SE STAI IN CENTRO OD IN PERIFERIA).
ANCHE IO AMO IL MIO LAVORO, PERO’ CONOSCO CR E RECEPTIONIST CHE ASPETTANO FINE MESE.
SALUTI
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 29 Novembre 2010, alle ore 00:17
@bruno81
franco grasso è IL REVENUE MANAGER ITALIANO, ha insegnato a noi tutti la via del revenue,
è vero che poi su alcune solide basi comuni, ognuno sviluppa il suo proprio FARE REVENUE,
S.
Commento da GIANLUCA1 — 29 Novembre 2010, alle ore 10:30
@TIRIBOCCHI
CON TUTTO IL RIPSTTO PER GRASSO, CREDO CHE IL REVENUE SIA PASSATO ANCHE ATTRAVERSO ALTRE VIE….
IO CONOSCO UN DIRETTORE CHE FA REVENUE DA ANNI E L’HO CONOSCIUTO PRIMA DI GRASSO (CHE HO VISTO UNA SOLA VOLTA )
CONCORDO SUL FATTO CHE OGNUNO SVILUPPA IL PROPRIO REVENUE.
SALUTI.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 29 Novembre 2010, alle ore 10:48
@gianluca1
si, ma grasso ha scritto un libro e fa corsi di revenue, non ultimo il whr di dicembre,
quindi contribuisce alla diffusione della conoscenza.
S.
Commento da GIANLUCA1 — 29 Novembre 2010, alle ore 12:31
@TIRIBOCCHI
GIUSTO…..MA IO HO AVUTO NOZIONI DI REVENUE MENTRE LAVORAVO ED A GRATIS PRIMA CHE IL BUON GRASSO SCRIVESSE IL LIBRO…..
SALUTI.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 29 Novembre 2010, alle ore 13:52
@gianluca1
appunto gianluca, tu hai avuto lezioni di revenue, e tutti gli altri? vuoi mettere con la valenza di scrivere un testo con il quale TUTTI possono approcciare la materia, e poi il libro costa due lire.
S.
Commento da Lorenzo Raffaele — 29 Novembre 2010, alle ore 15:18
Ciao ragazzi, io sono abbastanza nuovo del lavoro…..quindi posso solo imparare da voi più esperti. Prima di tutto ringrazio gli ideatori di questo blog a dir poco fantastico!!! (è la prima volta che scrivo). Poi vorrei consigliare di usarlo non per stabilire chi sia stato il primo, ma sarebbe meglio utilizzarlo ai fini di una nostra crescita professionale….è una materia in cui c’è ancora molto da lavorare…approfittiamo di questi blog.
Commento da luciano1 — 29 Novembre 2010, alle ore 15:55
@ Tiribocchi
l’idea dell’ incontro settimanale non è male, questo permetterebbe a chi ha buona volontà di imparare e a sua volta divulgare.
Ciao
Commento da GIANLUCA1 — 29 Novembre 2010, alle ore 16:30
@STEFANO E LORENZO
IL MIO NON E’ IL GIOCO A CHI FA PER PRIMO…….ERA SEMPLICEMENTE PER DIRE CHE NON C’E’ SOLTANTO GRASSO (CHE STIMO TANTO CHE PARTECIPO AL WHR PER LA SECONDA VOLTA).
G
Commento da Bruno81 — 29 Novembre 2010, alle ore 22:00
RAGAZZI DIAMOCI DA FARE… FACCIAMO TESORO DEGLI INSEGNAMENTI DEI NOSTRI PREDECESSORI, DELL’ESPERIENZA ACCUMULATA IN QUESTI ANNI E SPACCHIAMO IL MONDO!!!
P.S. PER CHI VOLESSE PUBBLICARE UN MANUALE SUL TURISMO IL MIO CAPITOLO DI TECNICHE DI VENDITA è PRONTO!!!
P.P.S. PER CHI VOLESSE CREARE UNA SCUOLA DI TURISMO CON I FONDI EUROPEI $$$$ IO CI SONO…
Commento da Riccardo Cocco — 1 Dicembre 2010, alle ore 13:36
@Tutti:
Per prima cosa scusate la mia latitanza.
@Stefano:
“franco grasso è IL REVENUE MANAGER ITALIANO, ha insegnato a noi tutti la via del revenue, è vero che poi su alcune solide basi comuni, ognuno sviluppa il suo proprio FARE REVENUE”
NON concordo assolutamente! Franco Grasso è un teorico del Revenue Management che ha scritto un libro e che eroga corsi di formazione con il SUO modo di vedere le dinamiche del Revenue Management. Personalmente ho letto il suo libro, e sinceramente non è una persona da cui ho appreso le tecniche e le dinamiche del Revenue Management.
“si, ma grasso ha scritto un libro e fa corsi di revenue, non ultimo il whr di dicembre, quindi contribuisce alla diffusione della conoscenza”
E’ vero FG ha scritto un libro ed effettua corsi del suo modo di vedere il Revenue Management, contribuisce quindi alla diffusione del suo modo di percepire il Revenue Management a tutto beneficio della vendita dei suoi libri e dei suoi corsi, è sicuramente un ottimo comunicatore.
“appunto gianluca, tu hai avuto lezioni di revenue, e tutti gli altri? vuoi mettere con la valenza di scrivere un testo con il quale TUTTI possono approcciare la materia, e poi il libro costa due lire”
Stefano se ci dovessimo limitare alla lettura del libro di FG per operare la disciplina credo che saremmo tutti delle fotocopie di un univoco pensiero.
Abbiamo diversi testi italiani (per non andare all’estero):
Gestione strategica del prezzo per l’ottimizzazione dei ricavi nell’impresa alberghiera
Autori: Ravenna Alberto, Pandolfi Eugenio Vincenzo
REVENUE MANAGEMENT IN HOTEL
Autore: Desinano P.
Revenue management. Yeld management: dalle compagnie aeree agli hotel alle altre industrie di servizi
di: Pantaleone D. Locane
LE BASI DEL PRICING
ZATTA DANILO
Strategie di prezzo come leva per incrementare la redditività
Strategie di pricing. Come migliorare la redditività aziendale
di Simon Hermann, Zatta Danilo
Titolo Il prezzo in rete. Da minaccia a opportunità per il marketing
Autore Ancarani Fabio
@Gianluca1:
“IL MIO NON E’ IL GIOCO A CHI FA PER PRIMO…….ERA SEMPLICEMENTE PER DIRE CHE NON C’E’ SOLTANTO GRASSO (CHE STIMO TANTO CHE PARTECIPO AL WHR PER LA SECONDA VOLTA).”
FINALMENTE!!! Di Bibbia ne esiste una sola di teorici di Revenue Management ce ne sono centinaia!!!
Buon lavoro e buone letture a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 1 Dicembre 2010, alle ore 15:08
@riccardo
Franco Grasso è un teorico del revenue e un PRATICO del revenue, da molto tempo.
Chiunque scrive un libro comunica il proprio modo di vedere qualcosa, quindi è ovvio che Franco Grasso nel suo libro, parli del revenue così come è visto da franco grasso.
Ravenna e Zatta mi piacciono, e i testi che citi li ho letti, il punto è che il TESTO MAGGIORMENTE APPROCCIABILE è quello di grasso, per iniziare a fare revenue va bene, poi se vuoi andare oltre vanno benissimo gli altri testi citati.
Comunque se dici Revenue in Italia, Franco Grasso è il nome che esce fuori subito.
E’ il primo libro da leggere, è pratico è avanti con quello che dice, poi dimmi cosa manca in quel testo, per iniziare?
S.
Commento da GIANLUCA1 — 1 Dicembre 2010, alle ore 15:42
@COCCO
SONO LIETO DI APPRENDERE CHE LA PENSI COME ME.
CIAO
G.
Commento da slideking76 — 1 Dicembre 2010, alle ore 19:44
La metto sulla politica.
Diciamo che Grasso è un pò il Di Pietro del RM?
Io tante volte non ci vado d’accordo.. ma tante altre volte cerco di cogliere l’essenza del suo messaggio. Pizzico un pò di qua, e un pò di la, raccolgo.. e poi ci metto soprattutto DEL MIO.
Ecco fatta la mia ricetta del gioco del Revenue..e io cucino ogni santo giorno, sennò poi mi vien fame.
Francesco
Commento da MAXPIERGENTILI — 3 Dicembre 2010, alle ore 10:20
Ciao a Tutti.
Anche per me Franco è stato colui che ha indicato la via, e sia per quanto riguarda i suoi corsi che il suo libro, sono chiaramente espressione della sua esperienza.
Io lo stimo tantissimo e ogni volta che mi trovo ad ascoltarlo o a studiare le cose che scrive traggo sempre dei buoni risultati.
Questo non vuol dire che esista solo quella visione e sarebbe stupido tapparsi gli occhi e procedere solo in quella direzione, concordo quindi con Riccardo Tiribocchi e slideking che poi ognuno deve fare le proprie valutazioni e scelte basandosi sulla sua esperienza e su esempi e teorie di altri autori.
Comuque grazie Franco, hai sicuramente aperto una strada nuova in Italia, strada che però sembra una sorta di Salerno-ReggioCalabria…nel senso che
la stragrande maggioranza degli Albergatori ( come dimostrato alla Bto) non abbia ancora percepito l’importanza di questa figura e che il Revenue si fermi spesso all’idea, le strutture medio piccole difficilmente hanno “il coraggio” di investire in questo settore, ma questo credo sia un problema più ampio, un problema di mentalità e credo che la domanda dove sono i Revenue Manager in Italia, si debba ricondurre alla fortissima resistenza di investire in formazione.
Voi che ne pensate?
Ciao.
Massimiliano Piergentili.
Commento da Duccio Innocenti — 3 Dicembre 2010, alle ore 20:43
molto bello il confronto su questo post
sempre più c’è bisogno di formazione QUALIFICATA e per questo nel 2011 organizzeremo eventi di nicchia con i massimi esperti come abbiamo sempre fatto con Franco Grasso per creare quegli spunti di riflessione necessari ad un nuovo approccio al cliente ed al web.
Qualità percepita, Tariffe dinamiche e Sito Web sono per noi le tre variabili principali che concorrono al successo di un Hotel e su queste ci concentreremo.
Ogni idea o punto di vista di tutti i nostri affezionati lettori sarà molto gradito.
Per il momento vi aspettiamo al WHR dove ritroveremo amici e colleghi nella speranza di potervi conoscere tutti personalmente e dare sempre maggior forza a questo bellissimo gruppo.
A presto,
Duccio
Commento da Bruno81 — 3 Dicembre 2010, alle ore 21:30
a proposito di tariffe dinamiche quanto tempo ci vorrà per vendere on-line senza fare la guerra dei prezzi??? se si continua a posizionarsi ad una tariffa tra 40/50 euro ho la sensazione che siamo lontani dall’obiettivo della qualità.
é facile vendere a prezzi stracciati, la vera sfida è difendere la qualità ma noto che quasi nessuno ha voglia di mettersi in gioco.
nel 2008 gli hotel che vendevano ad una tariffa sotto 60,00 euro erano 10… ora a distanza di quasi 3 anni 10 volte tanto!
Commento da GIANLUCA1 — 4 Dicembre 2010, alle ore 11:50
@BRUNO81
IL DISCORSO CHE FAI E’ RELATIVO A TUTTI GLI ALBERGHI O ALLA TUA CITTA’?
CIAO
Commento da Duccio Innocenti — 4 Dicembre 2010, alle ore 13:27
scusate ma il Revenue Managament non insegna a vendere le camere a prezzi più bassi ma semmai a prezzi mediamente più alti.
Il Revenue Manager invece si dovrebbe, a mio parere, occupare anche della qualità percpita perche le strategie tariffarie basata sull’alta e bassa occupazione e non stagione devo tenere conto sempre di più di questo aspetto; il prezzo è giusto solo quando entrano le prenotazioni e se non entrano vuol dire che il mercato valuta che il rapporto prezzo/qualità sia inadeguato per quel periodo.
Ciò che riconosco maggiormente in Franco Grasso, avendo partecipato al meno 10 volte ai suoi corsi come organizzatore, è la capacità di trasferire alla platea proprio questo concetto fondamntale riferito al fatto che il prezzo lo fa il mercato (web) quindi la capacità sta nel proporgli per ogni giorno quello che è disposto a pagare e non quello che vorremmo fargli pagare secondo i conti fatti magari dal commercialista.
Buona Domenica a tutti
Commento da GIANLUCA1 — 4 Dicembre 2010, alle ore 18:27
@DUCCIO
….insomma non credo che il revenue management sia “vendere a prezzi mediamente alti”.
Il revenue management, paradossalmente, ti permette anche di vendere ad 1 euro in più al tuo break even.
Ho detto paradossalmente perche’ revenue è profitto/utile e quindi tutto quello che è + del b/e point è utile.
Da tutti i discorsi che stiamo facendo sul RM credo che ormai abbiamo superato la fase in cui si credeva che RM = fare prezzi bassi.
Saluti
Gianluca
Commento da Bruno81 — 4 Dicembre 2010, alle ore 18:36
@gianluca: il discorso è riferito agli alberghi su Roma.
@Duccio: dobbiamo uscire fuori dall’idea che il prezzo la faccia principalmente il web, il prezzo lo fa l’albergo con le sue peculiarità. Sicuramente bisogna investire risorse nell’ottica del Web 2.0 nel senso di una maggiore interazione sito/utente ma non dobbiamo dimenticare gli sforzi per la fidelizzazione del cliente e il passaparola.
Nella mia realtà il web è la ciliegina sulla torta ma se non avessi i miei cari convenzionati o le mie care agenzie fidelizzate non si andrebbe da nessuna parte ; sfido chiunque ad arrivare al 40% d’occupazione in mesi come gennaio/febbraio solo con il mercato web.
Commento da Riccardo Cocco — 4 Dicembre 2010, alle ore 20:21
@Duccio:
Concordo con Bruno81. Sebbene gran fetta del mercato è detenuta da internet (ovvero lo screening viene fatto su web e poi spesse volte si acquista per telefono direttamente o tramite agenzia di viaggio), il mercato tutto non è il web. Esistono PCO, DMC, Freelance, Organizzatori, e quanti altri tu ne voglia inserire.
“scusate ma il Revenue Managament non insegna a vendere le camere a prezzi più bassi ma semmai a prezzi mediamente più alti”
Duccio, non è proprio così. Il RM cerca di far ottimizzare il revenue e non a vendere più alto o più basso. In pratica il RM cerca di aiutarti a prendere il massimo in un determinato momento da un determinato cliente per un determinato periodo.
Relativamente a Franco Grasso, come già detto in precedenti interventi reputo sia un grandioso comunicatore, ma a me risultano altre strategie proposte dal Dott. Grasso.
Un fra tutte è quella di vendere l’invenduto. Mi spiego, se io per il 31 dicembre, ho un forecast occupazione di 80%, Grasso ti indica come riuscire a vendere il restante 20% – abbassando drammaticamente i prezzi!
Ebbene, come diceva qualcuno, se mio nonno avesse avuto 3 palle era un flipper!
Dovremmo a mio parere domandarci, prima di vedere il forecast occupancy, come è il forecast demand?? come è il forecast demand per la destinazione? se vendiamo la camera a margine “0” oggi, quanto questo ci creerà difficoltà di vendere domani a tariffa più alta? Se il 20% venduto a tariffa bassissima, viene a creare difficoltà all’80% che riesco a vendere da solo, anche i valorosi 1.000 Euro che riesco a mettermi in tasca per quella notte, quanto mi costeranno in termini futuri? Quanta difficoltà avrò a riportare la mia tariffa sui valori normali di mercato?
Se oggi offrono l’ultimo modello di I-Phone a 100,00 Euro e solo ieri voi lo avete comprato a 700,00 Euro, questa “presa in giro” la si pagherà per molto ma molto tempo. E se io come azienda ho venduto a 100 Euro 300 telefoni facendo un revenue di 30.000 Euro mentre ieri ho venduto 30 I-phone a 700 Euro con un revenue di 21.000 Euro, questi 9.000 Euro li pagherò a lungo…..
Buon fine settimana a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 4 Dicembre 2010, alle ore 20:25
@Stefano:
“Comunque se dici Revenue in Italia, Franco Grasso è il nome che esce fuori subito”
Hai mai sentito parlare di marketing?
Hai mai sentito parlare di marketing di se stessi?
Buon lavoro e buono marketing di se stessi a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GIANLUCA1 — 5 Dicembre 2010, alle ore 00:46
@BRUNO
SE PARLI DI ROMA VA BENE.
SE PER TE LE OTA SONO LA CILIEGINA TI DICO CHE PER LA REALTA’ DI NAPOLI E’ QUASI TUTTA LA TORTA ANCHE SE LAVORIAMO MOLTO CON LE CONVENZIONI.
Commento da Duccio Innocenti — 5 Dicembre 2010, alle ore 12:28
scusate forse mi sonoesperesso male
la definizione migliore di Revenue è quella di Riccardo
“Duccio, non è proprio così. Il RM cerca di far ottimizzare il revenue e non a vendere più alto o più basso. In pratica il RM cerca di aiutarti a prendere il massimo in un determinato momento da un determinato cliente per un determinato periodo.”
questo vuol dire, a mio parere, che la stessa camera la si deve poter vendere a € 49 in periodo di bassa occupazione e 199 in alta occupazione.
per migliorare questi valori si deve mettere il potenziale cliente al centro e iniziare ad investire in qualità, visibilità quindi in capacita di conversione.
Questa è la mia esperianza su un campione di circa 1000 hotel con i quali collaboriamo a diversi livelli.
Per quanto riguarda Franco Grasso ritrovo in lui oltre alla grande capacità comunicativa, la forza di trasferire alla platea spesso eterogenea il fatto che il successo di una struttura ricettiva è possibile nella misura in cui riesce ad intercettare il mercato e non viceversa cioè prponendo una griglia tariffaria statica frutto del calcolo di una serie di costi/investimenti che il potenziale cliente ignora.
Concludo affermando con assoluta certezza che chi si approccia all’ospitalità sfruttando queste leve fondamentali ottiene risultati a dir poco entusiasmanti e, sempre per la mia esperienza, compra o prende in gestione un hotel all’anno da chi invece si ostina ad imporsi sul cliente.
Questo comunque accade in tutti i settori; ieri leggevo a casa un giornaletto con l’offerta della Trony dove ho visto un prezzo inferiore de 30% per lo stesso televisore che ho comprato 10 giorni fa da Mediaworld. Allora visto che la qualità del servizio per questi grandi centri è semplicemente la garanzia del miglior prezzo… io quando ci ritorno da Mediaword ? forse mai.
Questo per dire che il cliente deve sempre pagare sempre il prezzo giusto (meglio se 1 eu meno così ci sarà riconoscente e ci consiglierà); puntare invece su chi per urgenza o ignoranza è disposto a spendere di più può essere letale perchè non c’è niente di peggio della delusione.
Volete un esempio eclatante?
Provare per credere…
http://www.youtube.com/watch?v=Ld4d7EDDiOk
Commento da GIANLUCA1 — 5 Dicembre 2010, alle ore 12:43
@DUCCIO
(questo vuol dire, a mio parere, che la stessa camera la si deve poter vendere a € 49 in periodo di bassa occupazione e 199 in alta occupazione.)
No!!! Puoi vendere anche a 49 in altissima stagione anche se ti è rimasta l’ultima camera (avendo considerato l’orario, l’occupazione dei tuoi competitors etc..)
Quindi concordo con Cocco quando dice: Il RM cerca di far ottimizzare il revenue e non a vendere più alto o più basso. In pratica il RM cerca di aiutarti a prendere il massimo in un determinato momento da un determinato cliente per un determinato periodo.
@COCCO
DA NOI SI DICE SE MIO NONNO “TENEVA” LE RUOTE FACESS ‘A CARROZZELLA!!
CIAO A TUTTI DA NAPOLI.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 5 Dicembre 2010, alle ore 19:14
@riccardo
Un fra tutte è quella di vendere l’invenduto. Mi spiego, se io per il 31 dicembre, ho un forecast occupazione di 80%, Grasso ti indica come riuscire a vendere il restante 20% – abbassando drammaticamente i prezzi!
seguendo grasso ti direi come vendere l’invenduto 20% con largo anticipo sulla data, per poi incrementare gradualmente il prezzo mano mano che la domanda cresce..
le camere vendute a prezzo basso servono come visibilità e sono limitate, poi si alza sul forecast demand, Franco lo chiama “commerciale occulto”
insomma lo stiamo banalizzando e se ci mettiamo a parlare di prezzo in caso particolare saturiamo il blog, io sarei anche andato a vedere il meteo..la brand reputation..l’occupazione media mese, l’occupazione del giorno prima e del giorno dopo..etc etc..
ok la definizione di revenue concordo con riccardo
la forchetta tariffaria larga premia, di più in quelle realtà a basso convenzionato, che ha prezzi fissi.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Dicembre 2010, alle ore 10:02
@gianluca1
citi duccio
questo vuol dire, a mio parere, che la stessa camera la si deve poter vendere a € 49 in periodo di bassa occupazione e 199 in alta occupazione.
Duccio ha ragione, puoi tranquillamente avere alta occupazione in un giorno di “bassa stagione”.
Stagionalità / Occupazione non sono sinonimi.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 6 Dicembre 2010, alle ore 10:44
@Duccio:
“questo vuol dire, a mio parere, che la stessa camera la si deve poter vendere a € 49 in periodo di bassa occupazione e 199 in alta occupazione”
Duccio, la discriminante per la definizione del prezzo in un dato momento per un dato periodo, non la puoi prendere dall’occupazione. In sostanza, così facendo, chiudi il recinto una volta che i buoi sono tutti scappati. Mi spiego meglio. La strategia del pricing deve essere funzionale in base alla previsione della domanda (demand forecast). Cioè per meglio dire: oggi 6/12/2010 ho sui libri “0” prenotazioni per il 10/08/2011. In funzione di questo cosa dovrei fare se basassi il pricing sull’occupazione? diminuire la tariffa. Dall’altra parte, invece, se io riesco a definire un “demand forecast” che mi indica che per il 10/08/2011 ho una domanda elevata (ancora constrained demand) la strategia funzionale mi farà aumentare la tariffa. Ancor di più in caso di un demand forecast che ci porta in una situazione di unconstrained demand (ovvero una domanda presunta superiore alla mia effettiva capacità) la mia strategia dovrà avere una molteplice valenza: per primo chiudo tutte le tariffe più basse (per esempio le tariffe corporate convenzionate) per vendere solo alla tariffa più alta (una volta chiamata rack). fondamentalmente devo anche essere in grado di definire il tetto massimo di questa tariffa per non uscire fuori mercato e deviare la mia domanda presso altre strutture.
@Stefano:
“seguendo grasso ti direi come vendere l’invenduto 20% con largo anticipo sulla data, per poi incrementare gradualmente il prezzo mano mano che la domanda cresce..
le camere vendute a prezzo basso servono come visibilità e sono limitate, poi si alza sul forecast demand, Franco lo chiama “commerciale occulto””
Stefano, questa strategia mi fu definita una volta da un cliente come: “la strategia della macelleria”.
La formula della tariffa specchietto è ormai desueta, purtroppo mi rendo sempre più conto che noi “del mestiere” crediamo sempre ed ancora che il cliente è stupido e non si informi prima di effettuare l’acquisto. Ancor di più se alzi la tariffa “dopo” ti trovi nella stessa identica situazione appena descritta in risposta a Duccio: Chiudi il recinto una volta che le mucche (non mi piace ripetermi 🙂 ) sono fuggite.
@Duccio (a volte ritornano):
“Per quanto riguarda Franco Grasso ritrovo in lui oltre alla grande capacità comunicativa, la forza di trasferire alla platea spesso eterogenea il fatto che il successo di una struttura ricettiva è possibile nella misura in cui riesce ad intercettare il mercato e non viceversa cioè prponendo una griglia tariffaria statica frutto del calcolo di una serie di costi/investimenti che il potenziale cliente ignora.”
OH!!!! Finalmente!!!
Ora recepisco una definizione che mi piace sull’operato di Franco Grasso.
“il successo di una struttura ricettiva è possibile nella misura in cui riesce ad intercettare il mercato e non viceversa”
Che giro anche a Stefano. Qui si definisce la strategia operativa di Franco Grasso, ovvero NON crea domanda, ma la intercetta e la devia verso la propria struttura. In questi termini mi trovate completamente d’accordo.
Non mi trovo d’accordo però nella sua applicazione. Deviando questi flussi da una parte all’altra agendo sulla leva del prezzo il risultato immediato è sicuramente un aumento del revenue per la struttura che ha operato tale strategia. Ma questo vale solo per il brevissimo periodo, in quanto sul medio e lungo periodo questo tipo di gestione ha i seguenti effetti collaterali:
1) incattivisce i clienti che pagano di più;
2) allontana (domani) il cliente che ha pagato di meno in quanto non potrai garantirgli sempre lo stesso livello tariffario;
3) si ripercuote sul tuo brand reputation non garantendo alla clientela una consistenza;
Per metterti in tasca oggi 1.000 Euro in più ne perderai molti di più nel lungo periodo e renderai difficoltoso l’operato della tua forza commerciale che invece di dirigersi a conquistare nuova clientela dovrà concentrarsi nel mantenere quella, diciamo così, acquisita (non utilizzo volontariamente il termine “fidelizzata”).
Siamo certi che poi un'”ottimizzazione” così aggressiva porti un vero e proprio aumento del revenue sul medio e lungo periodo?
Buon lavoro e buone vendite a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GabUd — 6 Dicembre 2010, alle ore 11:38
Bella discussione..come sempre.
dove sono i Revenue Manager di qualità? se ce n’e’ pochi non sono in provincia
dove vige effettivamente un po’ di pressapochismo.
Però ci vuole qualche numero per supportare delle tesi..Vi giro un paio di dati
recuperati grazie sig CP da STR relativi al periodo 1/1 – 31/9 dell’anno in corso (campione purtroppo non troppo ampio..ma penso abbastanza interessante lo stesso).
Roma -> Occup + 10.65% – ADR -2.05% – Revpar +8.38%
si nota come ad una lieve diminuzione delle tariffe corrisponda un buon aumento Revpar che alla fine è il dato che conta..quindi risulta evidente, tenendo ovviamente conto di vari fattori, che c’e’ una gestione oculata e studiata delle vendite.
Milano -> Occup + 6.83% – ADR -3.85% – Revpar +2.71%
Stessa cosa di Roma, pur con differenze importanti ma meno evidenti.
Udine (la mia città) -> Occup + 2.74% – ADR -6.31% – Revpar -3.74%
Qua invece è evidente una gestione
delle tariffe basata a mio avviso piu sulla paura che nn su dati e riscontri oggettivi…c’e’ un aumento della richiesta..c’e’ una media ADR molto ribassata ed il Revpar non va neanche a pari….
Perciò ovviamente concordo sul fatto che sarebbe bello venisse data piu importanza al miglioramento delle conoscenze, ai corsi ed al fatto che i titolari di tante aziende alberghiere dovrebbero pensare anche a cio.
Gabriele
Commento da GIANLUCA1 — 6 Dicembre 2010, alle ore 11:46
@STEFANO
…ALLORA SIAMO TUTTI D’ACCORDO?
SALUTI.
Commento da Riccardo Cocco — 6 Dicembre 2010, alle ore 13:16
@GabUD:
Ottimo esempio!!
Questo è un esempio tangibile che la tariffa non CREA domanda.
Come si vede una diminuzione tariffaria del 6.31% non ha creato domanda.
La domanda in aumento del 2.74% ha semplicemente usufruito della tariffa più bassa.
Per Milano e Roma invece occorrerebbe fare un discorso diverso in quanto apparentemente si potrebbe dedurre in modo erroneo che l’abbassamento tariffario ha prodotto un aumento della domanda in termini assoluti. Signori, la mia posizione si stabilizza sul: NO.
La diminuzione tariffaria, causata dall’incontrollata paura di alcuni albergatori che non vedono che le prenotazioni avvengono sempre più sotto data piuttosto che con largo anticipo come avveniva in tempi passati, ha generato la corsa al ribasso tariffario (con la strategia più volte raccontata: lo fa lui lo faccio pure io..etci).
@Stefano:
Stavolta concordo con te:
Stagionalità e occupazione non sono sinonimi, anche perchè stagionalità (almeno per certe destinazioni – vedi Roma) non esiste più. Mentre Occupazione è il risultato di una strategia.
Potenzialmente ogni destinazione potrebbe basare il proprio pricing su 365 stagionalità diverse (per i più pignoli 366 se l’anno è bisestile…. 🙂 ). Questo approccio è sicuramente prerogativa di strutture organizzate ove esiste la funzione di un Revenue Manager che possa gestire flussi informativi di un certo rilievo, diviene pura utopia però nelle strutture ove non esiste la figura del Revenue Manager, ovvero oltre l’80% delle strutture italiane.
Buon lavoro e buona Christmas Season a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Bruno81 — 6 Dicembre 2010, alle ore 20:43
@Riccardo: hai centrato in pieno uno dei problemi, almeno su Roma, la paura di non vendere in anticipo porta ad un abbassamento delle tariffe… basterebbe un buon forecast per capire l’andamento delle prenotazioni, ma per molti vedere quasi esclusivamente come lavora il vicino pare sia la cosa migliore, per andare fuori mercato al ribasso aggiungerei io.
Commento da go on — 8 Dicembre 2010, alle ore 13:31
Riporto il mio pensiero scritto su un’altra discussione…
Secondo me il revenue manager deve conoscere diversi scenari, in quanto il suo lavoro si confronta ogni giorno con il web marketing, channel management, oltre a tutti i vari settori dell’hotel.
Spero sia una discussione aperta sul revenue management e non mirata sui formatori….questo è bravo quello no. 🙂
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Dicembre 2010, alle ore 14:17
@bruno81,
il problema spesso non è di chi lavora in anticipo ma di chi non lo fa e sotto data lo sbracone è micidiale.
S.
Commento da MAXPIERGENTILI — 14 Dicembre 2010, alle ore 09:29
Ciao,
bella questa discussione, il fatto è che esistono talmente tante variabili è tante soluzioni che non credo si riuscirà mai a trovare una definizione che le comprenda tutte.
Io adesso sto lavorando su Civitavecchia, realtà completamente diversa da Roma e nell’arco di un anno con vari accorgimenti e cercando di lavorare in modo coerente sono riuscito ad aumentare le prenotazion sul mio sito del 110% rispetto all’anno precedente,lavorando in anticipo e applicando le ” Teorie di Franco Grasso rivisitate relativamene alla mia location e ai miei flussi turistici nonchè alla situazione economica mondiale ( che non va sottovalutata)
Qui tutto il discorso fatto sulla fascia last minute per esempio NON ESISTE, questo per dire che si alle Teori di Massima ma poi ogni realtà deve essere necessariamente interpretata, bisogna essere flessibili e testare tutte le soluzione possibili per poi valutare a prescindere appunto da eventuali dogmi.
Per farla breve il RM non deve fossilizzarsi soltanto sulle formule ( comunque importantissime) ma deve avere una visione complessiva come riporta Go On Secondo me il revenue manager deve conoscere diversi scenari, in quanto il suo lavoro si confronta ogni giorno con il web marketing, channel management, oltre a tutti i vari settori dell’hotel.
Sono d’accordo con Tiribocchi, tanti si lamentano, ma non applicano nessuna strategia!!!
Massimiliano Piergentili
Commento da RiccardoDP — 30 Dicembre 2010, alle ore 12:17
Ho letto il libro di Franco Grasso. Un ottimo manuale di buoni consigli per i neo diplomati delle scuole alberghiere. Ma il Revenue Management non è quello. E non è (almeno credo, non desidero apparire presuntuoso) quello che emerge dalla discussione. Si parla, infatti, sempre di tariffa e non di “prodotto”, non si parla di segmento di clientela, non si parla di metodi matematici per previsioni (non basta qualche grafico ed il buon senso) non si parla di ottimizzazione, non si parla di overbooking.
Franco Grasso non ha inventato nulla e non è certamente il revenue manager “Italiano”. Forse non sapete che ad Assisi esiste il CST, uno dei centri più accreditati a livello europeo per l’insegnamento delle tecniche di Revenue Management. Ed il CST fa ricerca dal 1998 sul Revenue Managemnt, sul Marketing e Pricing (che vengono prima), sul CRM (che viene insieme al RM) e sul BSC (che viene dopo). E non esiste solo il CST, in Italia. Milano, Venezia e Torino hanno, per esempio, ricercatori molto apprezzati.
Il problema fondamentale è come si vuole fare RM. Si vogliono applicare le tecniche alla FG oppure quelle teorizzare (ed applicate, con successi documentati) dalla Sherry Kimes (Cornell Univeristy) e divulgati in Italia da Paolo Desinano o Daniele Locane ? (solo per fare due nomi).
E non bisogna credere che necessiti una preparazione universitaria o chissà quali conoscenze. Tutti guidiamo un’auto, in pochissimi ne conoscono le tecniche di progettazione.
Stessa cosa per il Revenue Management.
Commento da Duccio Innocenti — 30 Dicembre 2010, alle ore 13:57
@RiccardoDP
il Revenue Management è come fare un corso di guida veloce, si possono studiare libri e teorie di ogni tipo ma poi c’è da scendere in pista e solo chi ha le carte vince
al di la delle teorie, i grafici e i guru bisogna saper confrontarsi con le variabili di mercato sempre diverse quindi non è tutto applicabile come da manuale; sarebbe troppo facile
situzaione macroeconomica, brand repution, visibilità, qualità percepita, tipo di destinazione, conocorrenza, gestione dei canali di vendita, gestione del proporio sito web ecc. Tutti aspetti che non si insegnano sui libri: c’è chi li sa gestire e chi no.
il RM è solo un aiuto per adattare il dato storico ad un futuro sempre diverso ed a prescindere da chi lo insegna poi è l’albergatore che ci mette i quattrini veri.
Io conosco personalmente centinaia di partecipanti ai corsi di FG la maggior parte dei quali si arricchita solo di nuove teorie e la minor parte invece è riuscita a metterele in pratica con grandi risultati e tanta riconoscenza.
Commento da francograsso — 3 Gennaio 2011, alle ore 15:38
Volevo intervenire anch’io sull ‘argomento..concondo con Max è impossibile considerare tutte le variabili che devono essere anlizzate per ogni singola struttura al fine di porre in essere un revenue scientifico…figuriamoci se possiamo in qualche modo pretendere che ciò che per forza di cose deve essere generalizzato possa rispondere ad ogni quesito. La struttura di Max a Civitavecchia ha caratteristiche diverse da una struttura a Caorle o Ravenna o Ferrara o Catania…la mia forza consiste nel fatto che ho strutture in consulenza in ogni luogo d’Italia da un piccolo 6 camere ad una struttura di 600..resort balnaeri montani città d’arte etc. per cui la mia visione è abbastanza allargata e porto l’esperienza di studi ed esperimenti sul campo che nessuno può permettersi di avere…giro le mie conoscenze a chiunque ne abbia interesse forte dei risultati che ottengo nelle azende..pr quanto concerne il CST ricordo in modo drammatico l’incontro con la docente di revenue mangement del CST non aveva mai lavorato in un albergo…ci sono persone che non ritongono importante il lavoro sul campo basta teorizzare..la teorizzazione deve avvenire dopo molti esperimenti (questo ci insegna la scienza)…e dove sono questi esperimenti?? chi li fa?? mi occupo di revenue da tanto tempo e io personalmente non ne conosco nessuno..se tu Riccrado sei un riceratore del revenue sarei molto contento di ricevere dei tuoi lavori ovviamente non teorici ma sul campo ..case hitory di come sei riuscito a tirar fuori dai guai strutture alberghiere…questo è importante e se non volete chiamarlo revenue ma abracdabra fate pure…il resto conta sionceramnte poco
un pensiero al mio libro…
è incredibile come dopo 5 anni che in questo settore sono un eternità risulti ancora attuale..ovviamente le riflessioni di Riccardo dovrebbero tener conto di questo…
buon anno a tutti e grazie ancora a booking blog per esserci strutturxuatrrcogni singola struttura
Commento da Riccardo Cocco — 3 Gennaio 2011, alle ore 17:48
Carissimo Franco,
per prima cosa desidero augurarti uno splendido 2011 pieno di soddisfazioni e di successi!
Per seconda cosa sono stato molto contento di conoscerti finalmente di persona.
Ora vengo al tuo messaggio.
Lungi da me l’erigermi a ricercatore e lungi da me il volermi mettere su di un piedistallo dorato pieno di esperienze ad ampio spettro.
Come accennavo prima mi ha fatto molto piacere conoscerti di persona e devo dire che quanto hai appena scritto non risponde appieno a quanto hai invece divulgato durante il tuo intervento al WHR nella sessione plenaria.
Non mi sembra di aver assistito a case histories dimostrate, bensì ho assistito ad un monologo sulle tue teorie.
Ovviamente non mi sono permesso di intervervenire e contrastare alcuni tuoi punti di vista, se hai letto l’Arte della Guerra ne comprenderai certamente il motivo: il campo non era a mio favore ne tantomeno alla pari pertanto la disfatta di fronte al tuo pubblico sarebbe stata inevitabile.
Sono quindi molto felice che tu abbia trovato il tempo, tra le diverse attività che ti vedono coinvolto, di scrivere su booking blog.
Sono altresì felice che quanto recepito da un tuo adepto (Stefano 😉 ) che asseriva tu fossi un fautore della creazione della domanda attraverso l’abbassamento delle tariffe, sia stato rivisitato e riposizionato su di un “intercettare la domanda”.
Se mi permetti, quello che non mi vede assolutamente concorde con la maggior parte di chi riconduce il Revenue Management ad un mero cambio tariffario è proprio questo. Il Revenue Management è una complessa attività di studio previsionale basato sullo storico cercando di limitare al minimo le deviazioni di risultato rispetto al previsto.
Franco, non mi sogno neanche lontanamente di provare ad attaccare la tua fortissima posizione di ricercatore del Revenue Management, e sono certo che ne sarai molto contento…..altrimenti chi criticherebbe le tue teorie??
Farebbe molto piacere anche a me ricevere i tuoi lavori dove si vedono dei miglioramenti di RevPAR (se non ricordo male non si pagano gli stipendi con l’occupazione o con la tariffa media…) attraverso l’abbassamento tariffario e soprattutto mi piacerebbe conoscere le ripercussioni che tale tipo di attività hanno riscontrato nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire nelle strutture dove attraverso l’abbassamento drammatico della tariffa si è giunti al 100% di occupazione.
A mio modestissimo modo di vedere le attività che ruotano intorno al Revenue Management non possono in nessun modo prescindere dal motivo principale dell’attività alberghiera: l’ospitalità.
Per ospitalità intendo anche il “non-fregare-oggi-il-cliente” con una tariffa bassa e domani bastonarlo con una tariffa alta. Ospitalità è anche far tornare il cliente nel nostro albergo e farlo ritornare e farlo ritornare e farlo ritornare.
Ecco uno dei motivi per cui sono contrario ad un Revenue Management remoto ma sono un forte sostenitore di un Revenue Management che faccia gli interesse dell’albergo e che consenta al cliente di non sentirsi “fregato”.
Buon lavoro e buona ricerca a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da francograsso — 3 Gennaio 2011, alle ore 23:21
caro Riccardo intanto una curiosità …sei sempre tu il Riccardo che parla del CST di Assisi???
anche per me è stato un piacere conoscerti e devo dire la verità non sempre ho letto quello che scrivi ma da ora in poi cercherò di farlo perchè le persone come te sono molto pericolose..divulgano idee errate e tendono di confondere quelle degli altri…ti prego di non farmi citare dagli altri io mi cito da solo ed intercettare la domanda se per te significa crearla dal nulla allora siamo d’ accordo altrimenti se per te significa spostarla non sono d’accordo e ho centinaia di esempi da proparti anche se mi sembra cosi naturale che il solo parlarne mi imbarazza…al WHR ho parlato delle mie idee perché li c’ero io e scusami non potevo fare altro..credo che ognuno faccia la stessa cosa ..per parlare di case history bisogna ottenere delle autorizzazioni a divulgare dati sensibili e comunque il WHR non era un mio corso di formazione e non era proprio il caso visto il poco tempo…magari il prossimo anno ti prendo in parola…
cosa significa fregare il cliente con prezzi prima bassi e poi alti??? guarda che non sono gli stessi clienti e la stagionalità non l’ho inventata io ..sai Agosto a Taormina è diverso che a Febbraio ma il numero delle camere sono le stesse….allora facciamo il prezzo di febbraio o di Agosto per tutto l’anno??? la camera scontata al gruppo sono sicuro che la fai ma se ti chiedo perché non fai la stessa tariffa all’individuale non mi sapresti rispondere…il clienbte che paga 50 euro si sente fregato?? da chi e da cosa??? al Capannelle la tariffa era di 50€…pensi che in molti si siano sentuiti fregati???…la fregatura caro Riccardo la da lo scarso servizio , la supponenza del personale e soprattutto una struttura fatiscente e non il prezzo..mi levi una curisosità..dove lavori ?? in quale albergo?? con che ruolo??? … mi fai sapere come ti vanno le cose??? guarda che se metterai davvero in pratica quanto dici sei destinato a risultati mediocri..premettimi un consiglio..mi spiace ma il tuo messaggio lo ripeto è pericoloso e siccome scrivi molto…
buon lavoro
franco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 4 Gennaio 2011, alle ore 01:35
@francograsso confermo che gira le sue conoscenze, non è un geloso del lavoro!
@Riccardo, perchè freghi il cliente se fai revenue? Guarda che il cliente prima di comprare il prezzo totale soggiorno lo legge, poi che gli importa se oggi paga uno e domani dieci, se è disposto a pagare 11 in totale per la sua vacanza?
L’ospitalità è basilare, è intrinsecamente connessa al risultato del revpar, poichè incide sulla brand reputation di una struttura e ques’ultima sul prezzo.
Spesso, ma non sempre, aumentando l’occupazione aumenta anche il revpar, è sempre meglio vendere la camera che rimarrebbe vuota, oltre il costo marginale, se poi posso venderla piu alta meglio, ma lasciarla invenduta concordo su chi la pensa venduta a zero.
S.
Commento da Riccardo Di Prima — 4 Gennaio 2011, alle ore 11:54
Grasso,
il Riccardo che conosce il CST sono io, Riccardo Di Prima.
Trovo molto interessanti e condivisibili le cose che scrive Riccardo Cocco mentre trovo “semplicistiche” le cose che scrive lei (Grasso). Riduce tutto alla esperienza pratica acquisita sul campo e ai buoni (ottimi, direi) suggerimenti che elargisce nel suo libro e nei seminari. Questo lo chiami abracadabra (è il nome suggerito da lei) ma no Revenue Management, che è un’altra cosa. L’esperienza e la conoscenza acquisite sul campo sono indispensabili per svolgere correttamente questo lavoro (se gli addetti avessero letto, nel 2008, il Financial Time, avrebbero previsto che il mercato americano avrebbe avuto una flessione) ma non sono gli unici. Tutti i grandi teorici americani di RM non hanno mai pilotato un aereo e non hanno mai fatto check in o prenotazioni. Quelli che si occupano di revenue nei supermercati non sono mai stati alla cassa. Per applicare correttamente un metodo scientifico ( il RM è un metodo scientifico) si devono conoscere ed applicare le regole matematiche che lo governano. Non si può dare solo spazio alle parole e all’esperienza.
Desidero fare un esempio, anche se forse noioso, per esprimere concretamente la differenza tra buoni consigli (abracadabra) e Revenue Management.
Ha un albergo di 90 camere. Ha tre “tariffe” e le seguenti previsioni (con permanenza di due notti):
Giorno X, Tariffa € 100,00 camere 40. Tariffa € 110,00 camere 20. Tariffa € 120,00 camere 25
Giorno X+1, Tariffa € 100,00 camere 35. Tariffa € 110,00 camere 25. Tariffa € 120,00 camere 24
Giorno X+2, Tariffa € 100,00 camere 20. Tariffa € 110,00 camere 18. Tariffa € 120,00 camere 22
Ha una probabilità di no show dell’8%, del 6% di cancellazione e del 10 % di under stay. Il costo dell’overbooking è di € 160,00
Per il giorno x ha registrato 5 camere vendute, per x+1 2 e per x+2 ha venduto 12 camere.
Come fa a determinare “quante tariffe” può vendere a € 100,00, quante a € 110,00 e quante a € 120,00 ?
Come determina l’overbooking?
L’obiettivo è di avere “il miglior Revenue” (ecco perché si chiama Revenue Management). L’esempio è un esempio molto semplice (che ammette una sola soluzione teorica. Sarà la risposta del mercato e l’esperienza del revenue manager a fornire le altre variabili per eventuali aggiustamenti)
Una domanda provocatoria, per terminare. I suoi clienti sono certi di aver avuto il maggiore revenue possibile? Se fossero stati applicati principi più “rigorosi” avrebbero potuto avere revenue più alti?
Riccardo Di Prima
Commento da GIANLUCA1 — 4 Gennaio 2011, alle ore 11:55
@FRANCOGRASSO
@RICCARDO
Mi intrometto tra i 2 “litiganti”…….noto che la materia fa discutere!!!
Interessante.
Io faccio il tifo per il revenue..
Saluti.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 4 Gennaio 2011, alle ore 12:31
@riccardo di prima
l’albergo di 90 camere è un hotel leisure, business o entrambi? stiamo parlando di quali giorni della settimana?
l’hotel è presente su booking ed expedia? ha i gds? ha tour operator con allotment? che brand reputation ha sui siti IDS e sugli UGC. Ha programmi preferiti con qualcuno? mancano delle variabili oltre la risposta del mercato e l’esperienza del RM.
Aggiungo una risposta:
Giorno X+2 10 camere 80Euro. 10 camere 90euro. 10 camere 100 euro. 10 camere 110 euro. 10 camere 120 euro. 10 camere 130 euro…. finquando il mercato tiene il prezzo e vendo posso alzare monitorando il forecast.. comunque le vendo tutte e 90 al miglior prezzo fattibile.
La probabilità di cancellazione scende se lavoro a fasce di prezzi incrementali.
Trovo assurdo non conoscere gli hotel e lavorare da una torre di cristallo gestendo unicamente i numeri, e io lavoro in maniera interinale, ma ho avuto esperienza al desk, al back office, al marketing.
S.
Commento da francograsso — 4 Gennaio 2011, alle ore 12:41
Gentile Di Prima,
forse essersi fatto anni di reception, smanettato sui portali, aver affrontato oversale, aver ricevuto lamentale circa la parità tariffaria dalle OTA, avere studiato come il sito possa interagire con gli altri canali, leggersi e analizzare dati e dati per traformarli in informazioni, essersi bruciato il cervello dietro un PMS , aver elaborato la miglior strategia business nell’azione di convenzionamento, aver monitorato la brand reputation e saltato i pasti …beh forse dicevo non sono cose propedeutiche ad un buon revenue…certo che aiuta molto e credo che molti lettori di BB condividano..comunque se lei lavora per strutture alberghiere (lo fa???..perchè se non lo a breve comincio a scrivere di ricamo e cucito anch’io…) e riesce ad ottenere degli ottimi risultati vuol dire che fa un buon revenue ma se cosi non è “scenda in campo” e applichi nle sue teorie..magari si renderàconto che fra il dire e il fare…non credo ci sia molto altro da aggiungere se non che il CST di Assisi è una reltà in grande declino…si interroghi sul perché e sulla distanza che divide il mondo accedemico scolastico dalle aziende che loro si con i loro conti da far quadrare sono il vero riferimento di chi fa il mio lavoro…per quanto concerne il “semplicistico” la ringrazio perché rendere semplici concetti difficili è da sempre il mio obiettivo e riuscirci mi lusinga….
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 12:52
@Franco Grasso:
Gentilissimo noto una lieve vena polemica e del risentimento nel tuo scritto e noto soprattutto la tua indisponibilità nell’accogliere pensieri diversi dal tuo, e questo mi dispiace. Lo scenario che avevo immaginato era rivolto ad una condivisione di pensieri provenienti da scenari opposti da mettere poi in discussione. Questo però, ovviamente, non è il tuo approccio.
Ti ringrazio per avermi “etichettato” come “pericoloso”, se essere pericoloso vuol dire mettersi costantemente in discussione ed eventualmente poter cambiare opinione in funzione di una maggior conoscenza allora, permettimi, sono fiero di essere pericoloso. Resta comunque un tuo personale punto di vista che ovviamente mi fa soltanto sorridere.
Mi fa piacere che hai nuovamente riposizionato la frase “intercettare domanda” con il “creare domanda”. Sono molto contento che tu lo abbia scritto, ora chi ti legge ha modo di comprendere esattamente le teorie della creazione…..ti vedo protagonista nella Genesi….
Relativamente al tuo intervento è ovvio che tu abbia tirato l’acqua al tuo mulino, ci mancherebbe altro, ognuno avrebbe fatto la stessa cosa. Occorre sempre essere in grado di vendersi al meglio, poi sta all’astante comprendere e definire il concetto di qualità.
Per le case histories, sei tu che le hai tirate in ballo, sono certo che con la tua diffusa e capillare attività non avrai sicuramente difficoltà ad ottenere autorizzazioni alla diffusione di dati (anche se non si tratta di dati sensibili, quelli fanno parte della privacy che è un’altra cosa…) finanziari.
Relativamente alle stagionalità, almeno concordiamo sul fatto che non le hai create tu, forse non ho avuto la capacità di esprimermi al meglio. Per prima cosa mi fa specie che parli di stagionalità passando da Febbraio ad Agosto su di una destinazione come Taormina, dovresti insegnarmi tu che le stagionalità non esistono più in quanto ne dovremmo determinare 365, o 366 per gli anni bisestili, vista la fluttuazione giornaliera della tariffa.
“la camera scontata al gruppo sono sicuro che la fai ma se ti chiedo perché non fai la stessa tariffa all’individuale non mi sapresti rispondere”
Franco, non mi sono mai piaciuti i goal a porta vuota, ne tantomeno gli autogoal. Per prima cosa stai parlando di un gruppo leisure o di un gruppo business? Nel caso di un gruppo leisure stai parlando di un gruppo di serie o di un gruppo one time? Sono certo che converrai con me che si tratta di situazioni molto diverse che implicano dei ragionamenti molto differenti. Fermo restando questo, e ragionando in termini di un gruppo leisure di serie, occorre ragionare sul potenziale di conversione che questa serie propone e soprattutto le incidenze in termini di date di soggiorno che possono o meno coincidere con periodi di alta domanda per la destinazione. Fermo restando questo e calcolando una conversione media delle serie di circa il 50% (soprattutto materializzate in periodi di alta domanda), la domanda la rivolgo a te: quali sono le discriminanti che ti fanno decidere se accettare la serie o meno?
In aggiunta a questo, senza parlare dello zoccolo duro che ti permette poi di fare yielding sull’individuale, mi piacerebbe conoscere la tua opinione in merito alle tipologie di yielding che suggerisci di applicare di fronte a questi tre macro segmenti:
1) individuale;
2) business group;
3) leisure group (series).
Vogliamo passare allo scarso servizio? Ma si dai, dedicami questi cinque minuti.
Lo scarso servizio, la supponenza del personale e la fatiscenza delle strutture, spesse volte non coincidono con una fase di minor ricavo? Mi spiego meglio. Se l’obiettivo è quello di riempire l’albergo per fare il 100% di occupazione, anche a costo marginale o addirittura al di sotto, mi spieghi come puoi tradurre questo risultato con personale professionalmente preparato e ristrutturazioni o investimenti?
Occorrerebbe in questo caso l’intercettazione di capitali e di competenze, quindi parlando la tua lingua dovremmo creare denaro e professionalità. Ottimo, se vuoi ti invio la mail del Mago Cagliostro….
Non raccolgo la tua provocazione sui risultati della struttura dove collaboro, non mi incenso di posizioni, ma sorrido al tuo sottolineare la mia “pericolosità”. In questo caso non sei molto commerciale. Dovresti invece usare la mia pericolosità per rafforzare le tue teorie e ricette.
Il mio scrivere molto è semplice frutto del non allineamento a concetti che reputo lontani dal mio modo di vedere e di pensare. Non do per scontato che cio che altri dicono sia la verità assoluta e di conseguenza contesto. Ti ripeto, cogli il suggerimento, utilizzami commercialmente per rafforzare il tuo punto di vista.
Buona giornata e buona commercializzazione a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 13:15
@Riccardo Di Prima:
Carissimo, per il saldo della fattura per lo spot passerò in settimana 🙂 ….
A mio avviso, prima di procedere con un Revenue Management aggressivo (come avviene per esempio in altri paesi), eccezion fatta per le Compagnie Internazionali che hanno storia di formazione sul Revenue Management, occorrerebbe far comprendere agli albergatori cosa sia il Revenue Management e soprattutto in funzione delle possibilità economiche a che livello si possa inserire nell’organizzazione il Revenue Management.
Mi spingo ancora oltre, non possiamo pretendere che gli albergatori (non parliamo di alberghi enormi, parliamo per la stragrande maggioranza degli alberghi italiani che sono medio/piccoli e spesse volte a conduzione familiare) investano cifre esorbitanti in strumenti che la maggior parte delle volte dopo qualche mese abbandonano e/o bypassano.
Le cose vanno fatte per gradi. La conoscenza del Revenue Management in Italia è ancora troppo insufficiente perchè la sua applicazione sia capillare e completa. Se a questo aggiungiamo corsi di formazione che non spiegano le radici, l’evoluzione, l’applicazione specifica sulla singola entità, ma al contrario allontanano ancor di più gli albergatori da questa disciplina con lo spiattellamento di formule come se piovesse di teorie astruse e non comprensibili dove il Guru di turno per mantenere e rafforzare la sua forza commerciale elargisce sentenze facendo sentire l’albergatore uno scemo, allora non inizieremo mai alla diffuzione vera della disciplina.
Io ancora devo comprendere come mai serva un Guru per dire se vuoi vendere abbassa la tariffa, ma non se ne spieghino le dinamiche le motivazioni e si passi solo al risultato finale. Forse è per mantenere sempre il proprio orticello florido??
Quando è giusto vendere a tariffa bassa e quando invece è deleterio?
La teorizzazione dell’applicazione dello yielding basato sull’occupazione invece che sulla domanda mi fa gelare il sangue…..
Mi domando come si sarebbe comportato il Guru di turno la notte del 24 dicembre dell’anno 0 a Betlemme? Avrebbe previsto con anticipo la domanda o avrebbe aumentato le tariffe in base all’occupazione?
Buon lavoro e buone elucubrazioni a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 13:20
@Stefano:
Ti prego Stefano, leggi cosa ha scritto Franco Grasso: “ti prego di non farmi citare dagli altri io mi cito da solo”.
Non vi è necessità che tu confermi la diffusione delle sue conoscenze.
@Franco:
va bene così? 🙂
Buon lavoro e buone citazioni a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Duccio Innocenti — 4 Gennaio 2011, alle ore 13:50
posto che intromettersi tra professionisti di questo calibro prevede sicuramente una brutta figura
ma… non potremmo direi che il miglior Revenue Manager è colui che meglio sa interpretare il dato storico adattandolo alle sempre mutate condizioni del momento e garantendo il più alto Revpar?
Non credo alle scienze esatte valide solo a posteriori
Io conosco solo l’operato di Franco Grasso per voce di clienti comuni e debbo dire che qualcuno è arrivato a sostenere che gli sia “cambiata la vita” questo non perchè gli siano stati insegnati chissà quali teorie ma molto più “semplicemente” perchè ha cambiato approccio sul mercato mettendo il cliente al centro che decide sulla reputazione, sulla qualità percepita, sul prezzo giusto da pagare in quel momento. Ovviamente il tutto riportato alle tecniche ormai note che si possono leggere sui libri, corsi, master ecc..
Trovo assolutamente rischioso invece concentrarsi su grafici storici, calcoli e formule pensando di adattarle ad un presente sempre diverso.
Concludo dicendo che sarebbe molto interessante confrontarsi su case history reali e su situazioni attuali non tanto per valutare chi ha ragione e chi torto ma per crescere insieme ed apprendere davvero come si muove sul campo un Qualified Revenue Manager
Commento da GIANLUCA1 — 4 Gennaio 2011, alle ore 14:48
@FRANCOGRASSO
@RICCARDO COCCO
OGNUNO PENSA CHE LE PROPRIE TEORIE SIANO IL MEGLIO E QUELLE DELL’ALTRO NO…..SCONTRANDOVI,ANCHE SE IN MODO INTELLETTUALE E GARBATO, PROBABILMENTE, ALLONTANATE CHI NE VUOL SAPERE DI PIU’ DI REVENUE.
MI FAREBBE PIACERE SAPERE DA VOI DUE COME LO VEDETE IL 2011?
SALUTI
GIANLUCA1
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 15:28
@Tutti:
Attenzione: il sottoscritto sta mettendo in discussione alcuni punti di vista che non condivide, non sto cercando di smantellare a priori punti di vista altrui. Non sto neanche cercando lo scontro con nessuno. A prescindere lo scontro porta solo ad incupire ed allontanare, concordo pienamente. Il mio fine è mettere in discussione punti di vista per stimolare iniziative creative che possano migliorare il nostro approccio al Revenue Management.
Per il 2011 personalmente lo vedo fiacco in termini di tariffa. le motivazioni sono quelle che ho già esposto, ovvero: il cambiamento delle abitudini di acquisto che vedono ora un acquisto più sotto data rispetto al passato, ha generato in molti albergatori la paura di non riempire e di conseguenza (basando il pricing sull’occupazione) si sono abbassate le tariffe in modo dramamtico, generando deflazione. La domanda alla fine ha subito una flessione minima rispetto al periodo precedente (non perchè sia stata creata dalla tariffa, ma in quanto sono state modificate le abitudini di acquisto). per tornare alle tariffe 2007 inizio 2008 dovremo aspettare circa 4/5 anni.
Buon lavoro e buona attesa a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da paolodesinano — 4 Gennaio 2011, alle ore 16:11
Buon anno a tutti.
Ho visto che si parla di CST, in particolare di una mia collega, e sento il dovere di intervenire (solo per chiarire e non per polemizzare). Innanzitutto mi auguro che la “drammaticità” dell’incontro avuto da Franco Grasso sia stata nel frattempo superata con successo: tra l’altro la mia collega, al tempo, si occupava delle applicazioni RM in ambito compagnie aeree. Peccato non ci fossimo incontrati allora avremmo potuto capirci meglio ma spero che non mancherà occasione in futuro.
Mi permetto una precisazione ed una considerazione. La precisazione: al CST non abbiamo mai ritenuto che non sia importante “lavorare sul campo” semplicemente noi facevamo (e facciamo) il nostro mestiere di studiosi. Poi facciamo “anche” formazione e consulenza. Crediamo che conoscere lo stato dell’arte di una disciplina sia importante per poter fare sia formazione che consulenza: noi non riusciamo a pensare che il mondo sia fatto “solo” di quello che deriva dalla nostra conoscenza ed esperienza diretta. Abbiamo in grande considerazione quello che fanno gli altri: ascoltiamo, leggiamo, studiamo, osserviamo, impariamo (almeno ci proviamo!). Per essere ancora più precisi: la nostra prima guida è stata (ed è) la rivista della Cornell (in particolare gli articoli di Sheryl Kimes), poi convegni (per esempio gli atti dell’AGIFORS), i testi di Yeoman e Ingold, di Talluri e van Ryzin ed altri ancora. Inoltre, ovviamente, ascoltiamo anche operatori e manager. Il Revenue Management (quello vero!) ha una storia, non è nato ieri. Esso ha, come si dice, uno statuto epistemologico che, trent’anni fa era relativamente confuso, ma è andato progressivamente definendosi. Naturalmente tutto è in evoluzione, con il tempo le opportunità applicative si ampliano e le tecniche si affinano. Noi dubitiamo che sia possibile fare formazione e consulenza di qualità senza conoscere tutto questo (rischieremmo di spacciare per “nuove” cose note da decenni!).
La considerazione. L’idea che la scienza nasca dall’osservazione per arrivare alla teoria è una vecchia credenza (si chiama induttivismo) spazzata via ormai da quasi cento anni di epistemologia contemporanea. La scienza è deduttiva: è questo il segreto della sua universalità. Mille casi non fanno una teoria e non ci garantiscono la replicabilità del metodo (replicabilità che è basata invece sulla consistenza logica della teoria). Sicuramente i “casi” sono utili, didatticamente, per esemplificare concretamente quello che si sta comunicando. C’è da dire che molti comunicano solo quelli di successo (proprio) perché degli insuccessi preferiscono tacere. Una cosa è certa: l’approccio per “casi” garantisce la “stabilità” del consulente che ne diventa “interprete” unico ed esclusivo per il business dell’albergo (da contabilizzare quindi tra i costi fissi!).
Non voglio annoiarvi oltre. Complimenti per il blog e grazie a tutti per la possibilità di scambiare idee su un tema affascinante come il RM. Rinnovo a tutti gli auguri di buon anno.
Paolo Desinano
P.S. Ho notato dai post di oggi che il clima si è un po’ surriscaldato! Penso che sia utile per tutti (soprattutto per chi legge) di non personalizzare le discussioni e di stare sui contenuti tecnici dei diversi temi.
Commento da francograsso — 4 Gennaio 2011, alle ore 16:58
cari lettori vorrei che fossero chiari alcuni aspetti…da ormai 3 anni la crisi finaziaria e la velocità con cui il mercato si sta muovendo hanno reso il settore dell’ospitalità un business ad alto rischio e gli appesantimenti finanziari dettati da Basilea 2 hanno reso ancora più aziende marginali..conosco centinaia di albergatori che sono in rovina o quasi e molto spesso per effetto del passaparola (perché il guru non ha un sito…forse il culto della personalità non lo alimento io….) arrivano a me..,vorrei che fosse chiaro a tutti che non esiste solo Roma che è la piazza più facile ma ce ne sono tante altre con problemi gravi e di difficile soluzione—scarsa occupazione, disastri imprenditoriali, disagi sociali derivanti da tariffe inaccessibili alla maggior parte dei clienti, hanno diritto di essere trattati con grande serietà e io predico quello che lungo la strada mi ha portato dei risultati..le mie teorie (che in realtà sono pratica..) le ho scritte nel libro, le espongo nei miei corsi e le divulgo tutte le volte che posso esponendomi ovviamente a critiche che però devono essere finalizzate ad una crescita..per esempio Riccardo Cocco non mi risulta che abbia assistito ad un mio corso…se sbaglio correggimi…se poi avesse buone info saprebbe che sono un fanatico del REVPAR e non certo dell’occupazione e del GOPPAR ancora di più…saprebbe che vendo camere in alta stagione a tariffe impossibili per tanti altri e saprebbe che i social net mi premiamno …..ho spesso alberghi al primo posto nelle vatrie località italiane..banalizzare tutto alla vendita a prezzi bassi e alta occupazione significa non aver capito nulla di quello che dico…e quindi Riccardo non mettere in bocca a me o ad altri tuoi pensieri…esponili per quello che riguarda il tuo pensiero… del mio nelle tue parole non c’è traccia…..se qualcuno ha delle ricette diverse dalle mie che hanno ottenuto dei risultati importanti e migliori sono diposto a dargli tutta la pubblicità, l’appoggio e anche l’assistenza..
allora ripeto se qualcuno di voi ha sperimentato tecniche certe (possibilmente in alberghi disomogenei e in località differenti tra loro) ottenendo dei risultati li scriva…Riccardo parli con la logica del prelievo cioè usi le parole degli altri estrapolandole dal loro contesto come nella tua citazione e Stefano…mi fai sapere una buona volta cosa stai facendo nella tua struttura per ottenere un buon risultato..non teorizzare fammi sapere cosi facciamo luce veramente su ciò che fai…sei forte delle tue teorie? e allora non scappare….io sono state nelle piazze più resistenti d’italia a prendermi insulti da chi non la pèensava come me e ho sempre messo il petto..e ne sono orgoglioso perché ho avuto ragione e tu??? perché non fai un corso sulle tue teorie??? te lo otganizzo io…se questo significa dare apporto alla materia …oppure scrivi un libro..pensa se hai ragione te cambi le sorti del revenue e mandi acasa sto guru romano che c’ha pure rotto le p—
quello che viene scritto resta per sempre ..presentarsi ad una platea a cui si è chiesto di pagare un biglietto è molto rischioso se non dici cose importanti…credo che tu sia in una posizione molto comoda…tienitela da conto
franco
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 20:59
Ciao Franco, buona sera.
Noto ancora e con immenso dispiacere che c’e’ del risentimento personale in ciò che scrivi.
La mia posizione non e’ assolutamente comoda e soprattutto amo mettere la mia faccia, come te d’altronde, quando scrivo. Ancor di più la amo mettere quando erogo servizi formativi alla Luiss Business School dove collaboro da diversi anni e con grande successo.
Non raccolgo le tue provocazioni, ma noto sempre con estremo dispiacere che stai assumendo sempre più una posizione di difesa.
Chi ha mai detto che ci si voglia liberare di un ropi-bip guru romano? Più ci sei e più ti contesto laddove non mi trovassi d’accordo con il tuo pensiero. Questa si chiama libertà di espressione e fintanto che la redazione di BB me ne darà facoltà nessuno mi metterà il bavaglio.
Molto probabilmente non hai avuto modo o tempo di leggere un mio precedente post dove chiarivo che non sono totalmente ostile al tuo pensiero, ho delle diverse posizioni in merito ad alcuni argomenti. Non comprendo invece questa tua necessita’ di confronto a suon di libri, di risultati, di offerte organizzative di corsi di formazione, ti ripeto questa tua voglia di misurarsi a tutti i costi dove ne restera’ soltanto uno (highlander) non mi interessa. Io da parte mia e i miei post lo dimostrano, sempre che tu abbia voglia di leggerli, non parto prevenuto nei confronti di nessuno, se condivido lo dico se non condivido lo dico e porto le mie motivazioni. Non voglio scappare e soprattutto non ho necessita’ di scappare da te, anche in funzione del fatto che non mi sembra sia stato io al WHR a fare con le dita il segno della croce quando ti ho incontrato, ma che avevi visto Nosferatu?
Ti confesso che sono rimasto molto basito del tuo no-sense of humor quando ho citato a Stefano la tua frase.
Quale oscuro lato della forza in te ha voglia di far luce su ciò che faccio? Perché ti ostini a sfidarmi a singolar tenzone e non controbatti a ciò che scrivo per dare un valore veramente aggiunto a ciò che propugni?
Scendiamo da cavallo, contesta le idee e le posizioni altrui con ciò in cui credi non ti abbassare a portare tutto sul mero piano personale in un confronto di blasoni o onoreficienze, ne perde la tua immagine, accetta il consiglio per questa volta: Big Kahuna….
Buona serata e buoni consigli a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 4 Gennaio 2011, alle ore 21:10
@ Franco:
Ohi ohi ohi, ho letto solo ora il tuo riferimento al sito web.
Che mi fai il geloso? Se vuoi te lo programmo io il tuo sito. 🙂
Dai Franco, abbiamo modi diversi per puntare allo stesso obiettivo: marketing di se stessi.
Buon lavoro e buoni siti a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da francograsso — 5 Gennaio 2011, alle ore 00:35
Riccardo sono da sempre disinteressato alla competizione ..sono un maratoneta e in gara e negli allenamenti si è in competizione per ore con la propia fatica e contro il tempo ..mai con gli altri sarebbe impossibile…sono invece stimolato dagli obiettivi personali e dalla crescita per cercare di diventare una persona sempre migliore e questo per migliorare la qualità della mia vita e se posso quella di qualcun altro…
però sei stato tu a tirarmi in ballo e non il contrario…comunque questi scambi di punti di vista mi hanno fatto piacere..ogni tanto ci vuole…. ne ritorno ai miei alberghi e a tutte le loro problematiche e anche questa notte andrè a letto alle due a studiare revenue e trovare soluzioni per gli alberghi..con delle responsabilità che quando ci penso mettomo i brividi
un saluto a te e a tutti gli amici del blog…
P.S. se dovessi fare un sito me lo farebbe QNT..vero Duccio???
Commento da RiccardoDP — 5 Gennaio 2011, alle ore 09:29
@Duccio Innocenti,
rispondo al suo post del 30-12 delle 13:57. Situazione macroeconomica, brand reputation, visibilità, qualità percepita .. non sono aspetti di competenza del revenue manager. Fare Revenue Management è una cosa diversa. Ecco perché ho scritto che Franco Grasso da dei buoni, ottimi, consigli agli albergatori di non elevato profilo (nel senso di conoscenza di tecniche di RM) ma non fa Revenue Management. Le ricordo che il blog titola “Dove sono i Qualified Revenue Manager?” Mettiamo Franco Grasso nella stanza dei bottoni del team di RM di Accor Italia (di cui conosco un team leader che si è laureato al CST di Assisi) o di un albergo di Milano che fa Revenue Management. Non voglio sminuire il lavoro che fa Grasso. E’ importante e non potrebbe farlo l’università. Grasso insegna agli albergatori ( che hanno cultura acquisita sul campo o tramandata dai genitori) a gestire in modo migliore il ricevimento e l’occupazione. Ma questo non è Revenue Management.
Riccardo Di Prima
Commento da RiccardoDP — 5 Gennaio 2011, alle ore 09:30
@Dott. Stefano Tiribocchi,
rispondo al suo post del 4 gennaio. Io non sto su una torre di avorio ed il mio esempio non era una sfida ma voleva esclusivamente evidenziare che la stragrande maggioranza degli albergatori (ce ne sono 40.000, se consideriamo che Grasso dice di fare questo lavoro per alberghi da 6 camere) non saprebbe come affrontare il problema ed il libro di Grasso e le sue teorie non credo lo risolvano. Continuate a parlare di brand reputation. Ma cosa ci acchiappa con il lavoro di revenue management? Ecco perché continuo a sostenere che la sua figura, come quella di Grasso, sono indispensabile ed utili in uno scenario attuale (“ Caro albergatore, tu non hai capito niente di vendita di albergo. Ti faccio io da consulente e ti faccio guadagnare”) ma questo non vuol dire fare Revenue Management. Il revenue manager si deve preoccupare di brand reputation o di come si risponde al telefono ( mi sembra ci sia nel libro di Grasso) ? Se così è, ammetto di non aver capito nulla. Guarderò con interesse il web cast “New Pricing Strategies for Hospitality” che la Cornell University tiene il 14. Le risposte che ho dato nascono dal titolo del blog. Se il titolo fosse stato “la ignoranza e la disperazione degli albergatori è sufficiente a riempire la fossa delle Marianne” avrei detto che il libro di grasso ed i suoi seminari sono quanto di più concreto oggi si faccia (mi scusi, non cito anche il suo nome perché non ho avuto il piacere di conoscerla)
Riccardo Di Prima
Commento da RiccardoDP — 5 Gennaio 2011, alle ore 09:32
@Franco Grasso
Rispondo al suo post del 4 gennaio ore 12.41. Quanto dice conferma le cose che ho scritto in precedenza. Lei è un professionista molto importante per la stragrande maggioranza di albergatori (o meglio, di costruttori, imprenditori e avventurieri che hanno ritenuto l’ospitalità il settore su cui investire), fornisce indicazioni preziose a gente che poco sa di albergo. Ho sentito molte persone che lastricherebbero di oro il suolo dove mette i piedi, ma ho sentito anche persone con esperienza di Revenue Management che dicono le cose che dico io. Una cosa mi preoccupa veramente, da questa realtà. Se migliaia di albergatori ritengono che lei sia il verbo del Revenue Management e non solo un ottimo divulgatore di tecniche di gestione (che dovrebbero essere insegnate nelle scuole), che speranza abbiamo di avere una competitiva industria dell’ospitalità?
Riccardo Di Prima.
Commento da RiccardoDP — 5 Gennaio 2011, alle ore 09:34
@Riccardo Cocco
Rispondo al suo post del 4 gennaio ore 13.15. Anche se da lei non incasserò un euro, devo dichiarare che apprezzo lo stile e condivido le cose che dice. Mi è piaciuta la citazione del 24 dicembre a Betlemme, che gira “nei salotti” buoni dei revenue manager. Condivido che il vero problema, oggi, non è stare sulla torre di avorio, pontificare, sparare teorie e modelli matematici oppure semplici grafici di serie storiche ma la scarsa preparazione degli albergatori. Se l’albergatore è preparato, ha un team che si occupa di marketing, di pricing, di brand reputation allora ha bisogno di un revenue manager (di quelli che escono dal CST di Assisi, per esempio). Se l’albergatore non sa che pesci prendere e sta piazzato 4 ore al giorno a modificare le tariffe esclusivamente guardando quelle dei competitor, allora le indicazioni semplicistiche (e non semplici, come ha confuso Grasso) vanno bene. Ma questa discussione si è arenata sul binario morto “Viva Grasso” o “Abbasso Grasso” e non sul vero quesito “Dove sono i Qualified Revenue Manager ?” Non credo che possiamo essere noi i giudici, ma gli albergatori. Quindi faccio una proposta ad Innocenti
Riccardo Di Prima
Commento da RiccardoDP — 5 Gennaio 2011, alle ore 09:36
@Duccio Innocenti.
Il questo posto sul suo blog ci ha appassionati e le posizioni emerse sono molto diverse. Mi è venuta una idea e la sottopongo a lei, Franco Grasso, Riccardo Cocco e CST.
Organizziamo una tavola rotonda a Roma, gratuito per i partecipanti (un centinaio massimo, selezionati). I relatori (Grasso, Cocco, Desinano, due revenue manager che non conoscono Grasso, due revenue manager che hanno imparato da Grasso ) hanno 15 minuti per spiegare come andrebbe applicato il RM in Italia (i primi tre) e come lo applicano (i restanti 4). Lei, Innocenti, potrebbe fare da moderatore oppure chiedo a Renato Andreoletti (direttore di Hotel Domani) se ha voglia di farlo. Dopo questi speach si lascia un’ora al contraddittorio tra i relatori e un’ora ai partecipanti a fare domande. Tutto questo potrebbe essere registrato e messo sui nostri siti. Nessuno percepisce compenso (la sala la pago io, ma se lei vuole dividere ne sarei felice) e non si fa pubblicità alle proprie aziende. Si potrebbe anche prevedere un web casting con domande da partecipanti remoti.
Cosa ne pensa? Inviterebbe persone diverse?
Riccardo Di Prima
Commento da duccio — 5 Gennaio 2011, alle ore 10:20
una cosa l’abbiamo capita di sicuro… come riconoscere un Qualified Revenue Manager
questo dovrà essere suscettibile, aggressivo a tratti, pronto a difendere le sue idee con la vita… 🙂
stiamo parlando di due grandi professionisti, i migliori che conosca (chiedo scusa a chi non conosco) e sarebbe bellissimo entusiasmante affascinante organizzare un sano confronto non certo per valutare chi è il migliore ma per comprendere come potrebbe essere affrontato lo stesso caso con punti di vista e strategie diverse.
per la moderazione lascio l’ingrato compito a terzi perchè troppo rischioso per la mia incolumità personale 🙂
Se Franco e Riccardo hanno piacere di partecipare a qualcosa insieme noi sicuramente saremo lieti di organizzare un evento in questo senso.
io ho avuto l’onore di presentarli a Roma e come Federer e Nadal sono strasicuro che, una volta trovati gli equilibri, andranno in vacanza insieme per parlare di RM e non solo…
Una cosa è certa: sono gli unici per ora che ci mettono la faccia e questo gli fa onore. Sono anche gli unici che prima stanno sul campo e poi fanno formazione cioè non sono i classici consulenti che insegna perchè poi nella pratica non sono capaci – “chi sa, fa e chi non sa, insegna”
Commento da duccio — 5 Gennaio 2011, alle ore 10:20
una cosa l’abbiamo capita di sicuro… come riconoscere un Qualified Revenue Manager
questo dovrà essere suscettibile, aggressivo a tratti, pronto a difendere le sue idee con la vita… 🙂 sto scherzando ovviamente
stiamo parlando di due grandi professionisti, i migliori che conosca (chiedo scusa a chi non conosco) e sarebbe bellissimo entusiasmante affascinante organizzare un sano confronto non certo per valutare chi è il migliore ma per comprendere come potrebbe essere affrontato lo stesso caso con punti di vista e strategie diverse.
per la moderazione lascio l’ingrato compito a terzi perchè troppo rischioso per la mia incolumità personale 🙂
Se Franco e Riccardo hanno piacere di partecipare a qualcosa insieme noi sicuramente saremo lieti di organizzare un evento in questo senso.
io ho avuto l’onore di presentarli a Roma e come Federer e Nadal sono strasicuro che, una volta trovati gli equilibri, andranno in vacanza insieme per parlare di RM e non solo…
Una cosa è certa: sono gli unici per ora che ci mettono la faccia e questo gli fa onore. Sono anche gli unici che prima stanno sul campo e poi fanno formazione cioè non sono i classici consulenti che insegna perchè poi nella pratica non sono capaci – “chi sa, fa e chi non sa, insegna”
Commento da Duccio Innocenti — 5 Gennaio 2011, alle ore 10:29
@Franco
per QNT sarebbe un onore fare il tuo sito web e se vuoi farmi perdere il posto… sai come fare 🙂
Commento da GIANLUCA1 — 5 Gennaio 2011, alle ore 11:47
@FRANCOGRASSO
@RICCARDO COCCO
Continuo a pensare che state sbagliando a pestarvi i piedi….mi sembra di vedere, al contrario, il litigio mediatico che c’era tra Mourinho (all’epoca all’inter) e Ranieri (all’epoca alla Juventus)…….il primo diceva vecchio all’altro, il secondo rispondeva in stile “english” o stile Juve……forse non si rendevano conto (O FORSE SI) che alla fine volevano la stessa cosa, lo scudetto……
Io credo che siate tutti e due bravi professionisti ma facciamo in modo di non annoiarci a leggere di nuovo le stesse cose.
Aspetto da te Franco un tuo parere di come vedi il 2011.
Ciao
Gianluca1
Commento da marcocasarola — 5 Gennaio 2011, alle ore 18:56
ah però, sul blog non si scherza più quando si parla di RM…l’argomento si è fatto molto, molto serio!
Non poteva che essere così..soprattutto in questo periodo di analisi 201o e budget 2011
Dunque, la tecnica che adottiamo noi è… “quanti soldi ha in tasca signore? XXX€. ok, ci dia qualcosina in più e può venire da noi!”
Scherzo. 🙂
Allora, per quanto ci riguarda ed in sintesi:
Princing 2011.
Il prezzo di partenza è il REVPAR del mese/ponte/festività/fiera dell’anno precedente, Arrivati al 50% di occupazione alziamo i prezzi.
I più penalizzati sono i clienti dell’ultimo minuto, che da sempre pagano le cifre più alte (una bella rack rate non si nega mai a nessuno).
A chi ci chiama per avere un last minute/hour/second raccomandiamo un hotel a fianco.
Al telefono spieghiamo però i tanti servizi offerti nel nostro prezzo
Ogni anno c’è una data/periodo/ponte che va meno del previsto, che si pareggia però solitamente con qualche evento (positivo) altrettanto
non pronosticato in fase di budget.
Esempio fresco: ponte 8 dicembre non pervenuto. Giorni post Capodanno + 25%.
Previsione 2011 (lago di Garda, Maggiore, Astigiano)
Segmento leisure.
Primavera calma (molto calma?), ottima estate, autunno molto (molto!) buono.
Mercati tedeschi ed americani in (ulteriore) ripresa grazie alla generale ripresa economica.
Scandinavi da non sottovalutare
Inglesi ancora fermi sui dati 2010
Occhio a tutti al nostro mercato interno. Se sappiamo venderci bene
arrivano anche gli italiani.
Segmento corporate/business
Andrà comunque meglio perchè peggio credo sia difficile.
Ricordiamoci però che l’azienda che ha pagato 85€ nel 2010 non ce ne
darà 95€ nel 2011. Chiediamogliene 87€ e confidiamo su maggiori room night.
Segmento MICE.
Il prezzo (basso) sarà determinante nei primi 8 mesi.
In autunno la ripresa economica porterà le aziende a spendere
qualcosa in più (e noi ad aumentargli i prezzi).
Buon 2011 a tutti.
Marco
Commento da GIANLUCA1 — 5 Gennaio 2011, alle ore 21:03
@MARCOCASAROLA:
Fai bene a sdrammatizzare con qualche battuta.
Quando parli di last second etc…..va bene la rack, ma se il cliente ti chiama in serata per la stessa sera (gli alberghi in zona non sono pieni, è sera!!!, ti sono rimaste ancora 7/10 camere) che fai?
Io, intanto, chiedo come mi ha conosciuto, magari lo premio perchè, se mi ha visto su internet, avendomi chiamato direttamente in hotel va premiato o no?.
Perche’ lo mandi dal competitor?
SEGMENTO BUSINESS: CHIARAMENTE NON GLI CHIEDI 10 EURO IN PIU’ RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE, SECONDO ME PUOI ANCHE FARGLI ANCHE 2 EURO IN + MA LA GIUSTIFICHEREI DICENDOGLI CHE GLI DAI LA DUS ANZICHè LA SINGOLA E MAGARI QUALCHE SERVIZIO IN + CHE L’ANNO PRECEDENTE HA PAGATO (WI-FI, SOFT DRINK ETC.)
Dimenticavo, io opero a Napoli (la città + bella del mondo) dove bisogna “ingegnarsi” ogni giorno.
SALUTI
Commento da francograsso — 5 Gennaio 2011, alle ore 23:46
caro Riccardo Di prima ma quando ci siamo conosciuti io e lei??? come fa a dire frasi del tipo mettiamo Grasso nella stanza dei bottoni di qua e di la…e vediamo che succede??? in un labergo di Milano vediamo che succede??? lei veramnte deve essere immensamnete a digiuno di tutto??? dice che la macroeconomia e la micro non sono importanti per il revenue??? ma sta scherzando???
io la mia stanza dei bottoni ce l’ho e seguo mediamente una conquantina di strutture in contemporanea..Best Western ha voluto che io facessi revenue a tutti i suoi ho9tel e loro stessi hanno partecipato…il revenue di molte catene è misero e con pochi risultati e questo giustifica le loro probelmatiche.mi citi una catena in salute…
se lei insegna revenue siamo rovinati ..che non lo applichi è chiarissimo….
lz prego di non citarmi pià visto che non sa nulla sia di me che di revenue..parli delle sue teorie e dia i suo consigli se ne ha e non critichi gratuitamente e senza conoscere..la sua è un’offesa personale ..si informi presso le centianaia di aziende che ho seguito e la smetta di parlare del CST non è cosi che troverà adepti
franco grasso
Commento da francograsso — 5 Gennaio 2011, alle ore 23:52
aggiungo per sua conoscenza che da un punto di vista revenue Milano è una delle piazze piu facili che si possa immaginare..
Commento da francograsso — 6 Gennaio 2011, alle ore 00:21
caro marco fai attenzione il revpar non può essere il prezzo di partenza..a volte può coincidere ma è raro… il prezzo di partenza deve essere elaborato dopo aver analizzato moltissime variabili e dalla spinta commerciale e di innalzamento di brand reputation che si vuole dare (questa si alxa quando il rapporto qualita prezzo migliora…quindi alzano la qualità o diminuendo un prezzo..meglio se entrambe le cose) quindi tanto più una tariffa è bassa tanto più condiziona la domanda di chi non sarebbe mai venuto da noi ma ci viene per la buona tariffa e poi apprezzerà spingendo la brand reputation che accelererà i processi materializzativi. La tariffa bassa con largo anticipo condiziona l domanda e fa innescare meccanismi di passaparola on lin e off line ( i primi rintracciabili attraverso statistiche scaricabili dal sito e attraverso i visitatori di un portale di riferimento come booking. La tariffazione bassa di medio anticipo condiziona la domanda ma in misura percentuale superiore nella bassa stagioe e in misura inferiore nella alta stagionalità anche se nella alta stagione la tariffa bassa è in senso assoluto pià alta…la tariffa inv4ce condiziona poco la domanda a ridosso della distanza attiva alla data che è rappresentata da quel tempo prima che in funcione del periodo è necessario considerare per preparare il viaggio …ad Amalfi ad esempio la date devono essere piu o meno chiuse 10 giorni prima o comunque arrivare con pochisime camere da vendere e comunque non rialzare le tariffe..quindi nel caso di Amalfi non si puo pretendere di condizionare la domanda 15 gg prima ma bisogna partire con larghissimo anticipo…altrimenti si raccoglie solo la domanda di coloro che comunque sarebbero venuti rischiando un piccolo diluiting che comunque giocherà sulla brand reputation in maniera favorevole…siccome la maggior parte degli alberghi non parte con una tariffa condizionante (sto parlando ovviamente dei periodi che da storico sono di bassa occupazionalità..non è necessario condizionare la domada in alta stagione almeno non nello stesso modo…) spesso ci si affida ad un casereccio ed inutile benchmarking ( quate volte ho visto strutture dello stesso competitive set avere tariffe di partenza alte ed essere tutte vuote..e nessuno reputava opportuno abbassare tanto la “domanda non c’era..”.poi per incanto arriva il mio albergo ad una tariffa bassa e comincia a vendere–gli altri fanno lo stesso e vendono tutti…un classico…)e quando vedono le brutte abbassano ma troppo sotto data non sviluppando la corretta percezione dell’azione di condizionamento…es perimento…provate ad inserire una tariffa condizionante con largo anticipo su tutto un mese a vostra scelta anche il piu sfigato…a vedrete come le visite su quel mese si raddoppiano rispetto all’anno precedente ..che significa???..ovviamente le preno verranno di conseguenza anche se con tempistiche diverse che dipemnderanno da tantissime variabili quale stagionalità location e categoria…
stavolta davvero buona notta e che domani la befana porti bei doni a tutti
franco buona notte
franco grasso
Commento da RiccardoDP — 6 Gennaio 2011, alle ore 13:04
Gentilissimo Franco Grasso,
ha ragione. Io non sono un Revenue Manager, non lavoro in albergo (e non ho mai lavorato in albergo) e non saprei fare il Revenue Manager. Quindi non cerco adepti e non sono e non sarò mai un suo competitor. Non la conosco personalmente ma sento parlare spesso di lei. La sua fama molte volte la precede ed alcune volte la insegue. Ma questo capita sempre ai guru (e mi sembra di capire che lei si ritiene un autentico guru). Certamente non la citerò più nei miei post (mi permetta solo di scrivere la sua affermazione, riportata nel post delle 00.21, “quindi alzando la qualità o diminuendo un prezzo..meglio se entrambe le cose” sulla lapide del revenue management) e mi asterrò da qualsiasi commento perché non ho il background necessario.
Solo due domande, per concludere.
Cosa le ha fatto il CST?
Parteciperebbe alla tavola rotonda, come ho proposto al Sig. Innocenti?
Buona giornata.
Riccardo Di Prima
Commento da GIANLUCA1 — 6 Gennaio 2011, alle ore 14:09
@FRANCOGRASSO
@RICCARDODIPRIMA
Allora che facciamo continuiamo a dire le stesse cose o parliamo di revenue?
Abbiamo finito di parlare di TA (almeno spero) adesso sarebbe il caso di portare un po’ di conoscenze in merito al revenue che ne pensate?
Credo che ognuno possa, attraverso i proprio background, portare qualcosa di buono a chi vuole saperne di + di revenue.
Saluti.
Gianluca
Commento da Duccio Innocenti — 6 Gennaio 2011, alle ore 14:43
bellissimo lo scambio di pareri tra Marco e Franco… utilissimo.
ho conosciuto Marco durante non uno ma due corsi di Franco e poi ho avuto la fortuna di ricevre da lui l’incarico di Partner Web
abbiamo fatto un grosso progetto insieme per i suoi hotel ed oggi i numeri in termini di prenotazioni online sono imbarazzanti tanto quanto gli zeri che li compongono.
non so se è per merito del nuovo approccio al revenue, della potenza dei siti web, dei booking engine, della propensione all’investimento (misurabile), della capacità di vendere soggironi di qualità… o forse della somma di tutti questi… ma sta di fatto che il tutto si può commentare solo in un modo: Chapeau
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Gennaio 2011, alle ore 16:04
@tutti
il metodo che utilizza franco grasso funziona, e basta. Partire a revpar in bassa stagione è un suicidio e quando l’ho applicato per andare incontro alle resistenze della proprietà non è mai andata bene. Partite con una tariffa aggressiva sul lungo termine e creerete domanda! passaparola, accessi! in prima pagina mondiale di booking.com adesso adesso c’è il bollo, è un appartamento in campo de fiori, lo sapete come ci è andato? proprio così! W franco!
Commento da marcocasarola — 6 Gennaio 2011, alle ore 17:54
Duccio, è l’insieme di tutte le cose che hai scritto.
Alla base di tutto c’è il prodotto (servizio/cortesia, location, hotel in ordine di importanza), il prezzo è solo uno dei fattori.
Io guardo anche alla borsa ed all’andamento dell’economia. (mercati europei, ai cinesi ancora non guardo perchè non ho hotels nelle città)
FONDAMENTALE è poi avere i siti fatti come li abbiamo noi (dalla QNT).
Anche (soprattutto?) grazie al sito ed all’investimento su di esso nei ns hotels il 60% sono penotazioni dirette.
Nel 2011 ho eliminato tutti i TO tradizionali (Tui, Dertour, ecc.).
Unico grosso albergatore (2 hotels con ca. 200 camere) sul lago di Garda Come tra i primi nel 2003 avevo introdotto il concetto di Early Booking,
poi copiatomi da quasi tutti
La parola last minute esiste solo nelle mie keywords, anche perchè spesso il cliente last minute si becca la last room ad alto prezzo (ed 1 volta su 3 la prende)
Il 20% di giro d’affari da loro prodotto me lo spartirò con le OTA (che
sono flessibili e non hanno l’intermediazione del 29%).
Booking.com vende tutti i giorni dell’anno. Per me sono i n° 1
(se tra i lettori c’è qualcuno di Booking.com gradirei ora una riduzione della commissione, grazie 🙂 )
Certo io sono solo parzialmente soddisfatto del 2010, perchè ancora non ho raggiunto il 96% degli amici di Londra (su base annuale/giorni apertura viaggiamo al 75%, nei 6 mesi centrali all’80-84%).
Ci riuscirò nel 2011? Vediamo…
A Franco Grasso sarò sempre grato perchè nei 2 corsi seguiti ho imparato
il valore del REVPAR, ho imparato ad organizzare e determinare un pricing corretto per 2 strutture che ho poi aperto poco dopo (e quest’anno apro la quarta), ed ho conosciuto la QNT.
In più mi son pure visto Firenze by night che proprio brutta non è! 🙂
Se devo proprio muovere un’osservazione ad entrambi (QNT e Franco)
da quando vi ho conosciuto non ho più smesso di lavorare.
E non so se esserne contento!
grazie e saluti a tutti
Marco
Commento da GIANLUCA1 — 7 Gennaio 2011, alle ore 00:13
@duccio @marco
I vs. mi sembrano post + consoni ad una discussione gradevole da leggere.
…..Forse troppo incenso da parte di Marco nei confronti di Franco e QNT ma ci può stare…..scherzo.
A Marco dico: Io i TO non li elimino ma tra i to e le OTA preferisco le Ota che mi consentono di fare “cash flow” e quasi sempre consentono di far convertire clienti sul mio sito che è meglio!!!!
SALUTI
GIANLUCA
Commento da Michele71 — 8 Gennaio 2011, alle ore 22:20
Caro Franco,
al corso di Montecatini sei stato attaccato meno che qui…
Battute a parte spezzo una lancia in favore di Franco Grasso (anche se non ne ha bisogno), ho imparato molto dai suoi corsi e applicando le sue teorie (con le variabili che servono da albergo ad albergo)i risultati sono ottimi. Il Revenue non vuol dire solo abbassare le tariffe…
Un saluto.
Michele Firenze.
Commento da Riccardo Cocco — 19 Gennaio 2011, alle ore 13:54
Ciao a tutti!
per prima cosa perdonate la latitanza.
Rispondo a Duccio, Riccardo DP e Franco Grasso.
Per ciò che mi riguarda non ho nulla in contrario ad una bella tavola rotonda dove ognuno di noi mette sul tavolo le sue esperienze e le sue metodologie.
Lo scopo ovviamente, e sono certo che almeno in questo caso non troverò ostacoli da parte di nessuno, è l’accrescimento della conoscenza e la condivisione di punti di vista altrui da mettere in discussione per ottimizzare al meglio le varie esperienze.
Se qualcuno ha in mente di assistere ad una lotta al massacro tutti contro tutti, sarà meglio che rimarrà a casa a vedere Porta a Porta e avrà più possibilità di assistere a quel tipo di spettacolo.
Sono certo che, io per primo, potremo apprendere molte cose dagli altri.
Buon lavoro e buone tavole rotonde a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Duccio Innocenti — 19 Gennaio 2011, alle ore 14:33
@Riccardo
e ora che gli dico a Bruno Vespa…. 🙂
scherzi a parte concordo pienamente con il tuo approccio costruttivo come sempre.
a presto
Commento da Luca Meneghini — 20 Gennaio 2011, alle ore 12:00
Gentili Professionisti,
ho letto, leggo e sicuramente leggerò ancora tutti i Vostri pareri, consigli e battibecchi!
Mi presento perchè è il mio primo post. Lavoro in Trentino, e dopo 10 anni di gestione diretta sono passato alle dipendenze di un Hotel. Partito come semplice ricevimento ora inizio a muovere il sales e i principi del revenue. (maledeto fu il libro…. :-))
A volte leggo nei vostri post delle verità, provate anche in prima persona, ma a volte trovo idee o pensieri del come fare che in ambito professionale non condivido perchè non consoni o non redditizi.
Spero di scrivere con regolarità ma noi siamo nel pieno stagione e il tempo è sempre poco! Buon lavoro a tutti!
Meneghini Luca
Commento da marghe — 20 Gennaio 2011, alle ore 15:25
Ciao Luca, benvenuto!
Ci fa sempre molto piacere quando un nuovo professionista decide di “prendere la penna in mano” ed esporsi in prima persona!
I nostri post vogliono essere consigli ed indicazioni, poi sicuramente nella pratica di tutti i giorni, come avrai capito anche dalle numerose discussioni in merito, ognuno sperimenta le proprie strategie e ne verifica i risultati, che possono variare a seconda di molti parametri.
Il blog è qui proprio per questo: per darvi la possibilità di dire la vostra, di confrontarvi con altri esperti del settore, per farvi riflettere e magari qualche volta provare cose nuove prima mai utilizzate.
Spero che tu sia presto ancora dei nostri!:-)
Commento da RiccardoDP — 20 Gennaio 2011, alle ore 16:39
Gentile Riccardo Cocco,
ho riletto le varie risposte del blog e credo che la mia proposta di una tavola rotonda, se si realizzasse, rischierebbe di trasformarsi in una “corrida”. La mia intenzione è quella di mettere a confronto gli esperti per discutere e chiarire le differenze tra revenue management e sales, tra buoni consigli per fare ricavi ed attività rivolte a massimizzare i ricavi. Quando leggo “il mio (tuo) metodo funziona” credo che rimanga poco spazio al dialogo e confronto.
Sono seriamente intenzionato ad organizzare seminari divulgativi di buon profilo. La terrò informata.
Buon lavoro a tutti e grazie ad Innocenti per l’ottimo blog.
Riccardo Di Prima
Commento da Riccardo Cocco — 21 Gennaio 2011, alle ore 11:24
@Riccardo Di Prima:
Avendo un vago sentore di possibili aspettative e/o approcci alla proposta di tavola rotonda dal sapore e dal profumo belligerante, ho preferito definire il mio approccio a questo progetto teso all’accrescimento di ognuno di noi. Lungi da sottoscritto (e anche da chi lo ha proposto ed ai possibili partecipanti) la voglia di perdere tempo nel definire un “vincitore”.
L’unico vincitore dovrebbe essere l’accrescimento della conoscenza della disciplina del Revenue Management. E su questo sono veramente certo che con Franco Grasso siamo in linea perfetta…..(che sia un avverarsi della profezia di Duccio del 5 gennaio??? 🙂 )
Mi permetto di esultare alla sua frase: “La mia intenzione è quella di mettere a confronto gli esperti per discutere e chiarire le differenze tra revenue management e sales,..”
Ha preso in pieno, a mio avviso, la chiave di lettura che in alcuni momenti vede contrapposte le “fazioni” 🙂 :
METTERE A CONFRONTO LE DIFFERENZE TRA REVENUE MANAGEMENT E SALES
Ecco questo potrebbe essere il tema principe di un incontro dal quale potrebbe scaturire qualcosa di veramente interessante.
Buon lavoro e buone differenze a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Luca Meneghini — 22 Gennaio 2011, alle ore 13:04
@Riccardo DP
@Riccardo Cocco
leggo con piacere le Vostre idee e la voglia di incontrarVi, in quanto professionisti e validi conoscitori della materia!
Io in una struttura unica faccio un pò il sales ed un pò di revenue e devo dire che non sono ne semplici ne scontati e al momento non esiste la formula matematica scritta… si deve ogni giorni, ogni settimana cercarla tra i consigli, i paletti tracciati ed altro; e non dimentichiamo poi che ogni giorno si deve “imparare” a vendere sempre meglio.
Io ho raggiunto la mia personale convinzione che una telefonata diretta si deve convertire in prenotazione al 90%…. ma se il tavolo sarà creato io sarò certamente uno spettatore attento e farò tesoro del Vostro sapere!
Buon Week end!