Le OTA fanno bene all’Hotel: un nuovo studio conferma il valore del Billboard Effect
6 Maggio 2011Era il 2009 quando la Cornell University per la prima volta parlò del “Billboard Effect”, ovvero l’effetto positivo della presenza sui portali turistici online sulle prenotazioni dirette dell’hotel: lo studio effettuato prendendo a campione 4 hotel della catena JHM, dimostrava che la presenza su Expedia migliorava il volume delle prenotazioni dirette sui siti ufficiali delle strutture dal 7,5% al 26%.
Oggi la Cornell approfondisce gli effetti del Billboard Effect con un nuova e più approfondita analisi dal titolo “Search, OTAs, and Online Booking: an Expanded Analysis of the Billboard Effect”, realizzata dal professor Chris Anderson in collaborazione con comScore e gli hotel del gruppo IHG (tra cui Crowne Plaza e Holiday Inn).
Non solo Billboard Effect
Quello che rende davvero accurato e ricco di informazioni rilevanti il nuovo studio, sono i dati acquisiti da comScore relativamente non solo alle prenotazioni sui siti ufficiali degli hotel IHG, ma anche alla navigazione travel-related degli utenti nei 60 giorni precedenti alla prenotazione, sia sui portali che sui motori di ricerca.
In questo modo è stato possibile capire l’entità delle ricerche che hanno condotto alla prenotazione: in particolare è stato rilevato che su 1.720 prenotazioni effettuate presso alberghi della Inter Continental in giugno, luglio e agosto dal 2008 al 2010, il processo di ricerca e scelta dell’hotel diventa sempre più approfondito:
– Il 75% degli utenti che hanno prenotato hanno visitato almeno una OTA prima di procedere all’acquisto.
– Circa il 62% ha visitato Expedia ed altri portali
– Il 22% ha visitato solo Expedia senza consultare nessun altro portale.
– L’utente ha effettuato in media 12 visite alle OTA, ha consultato 7,5 pagine per visita e ha passato almeno 5 minuti su ogni pagina. Alcuni viaggiatori sono arrivati ad effettuare fino a 150 ricerche prima di procedere. In pratico il potenziale cliente prima di prenotare spende almeno un‘ora sulla OTA consultando circa 90 pagine di contenuti.
Per ogni prenotazione sulle OTA l’hotel può guadagnare fino a 9 prenotazioni dirette
Per quanto riguarda in dettaglio le prenotazioni, l’analisi ha determinato che per ogni prenotazione da Expedia ogni hotel IHG guadagna dalle 3 alle 9 prenotazioni dirette sul sito ufficiale. Prenotazioni che “sono create o influenzate dalla presenza sulla OTA”. Senza contare le eventuali prenotazioni telefoniche effettuate dopo aver visto l’hotel su un’OTA e non calcolate.
Secondo la Cornell dunque, a dispetto di un legittimo desiderio di disintermediazione, le OTA dovrebbero essere considerate strumenti di marketing e utili mezzi per promuovere al meglio l’invenduto. Lo studio “indica l’efficacia delle OTA come strumento di marketing nell’informare gli utenti sull’assortimento e le caratteristiche del prodotto”.
Se l’hotel guadagna in termini di prenotazioni dirette – afferma la Cornell – è chiaro che anche i costi di commissione debbano essere rivalutati in una nuova ottica: “Il billboard effect porta ad un’effettiva diminuzione dei costi di commissione. Dato l’incremento delle prenotazioni che chiaramente risultano dalla presenza sulle OTA, l’hotel recupera i costi delle prenotazioni sulle OTA. Così, una commissione del 30% si ridurrà ad un numero a una sola cifra.”
Dunque, come abbiamo più volte ripetuto: sì alla disintermediazione, ma per arrivarci occorrono i portali.
Commento da grazianodemaio — 6 Maggio 2011, alle ore 16:10
In passato era stato ubblicato un articolo che parlava del problema della dipendenza dagli OTA da parte delle strutture, ora leggo in interesse un articolo diverso.
Commento da GIANLUCA1 — 6 Maggio 2011, alle ore 16:41
CONDIVIDO IN TOTO.
STARE SUI PORTALI EFFETTIVAMENTE TI PERMETTE DI FARE DISINTERMEDIAZIONE.
L’ANALISI RIPORTATA NELL’ARTICOLO E’ STATA FATTA SU EXPEDIA….FIGURARSI SE SI FA SU BOOKING.COM!!!
GIANLUCA1
Commento da marghe — 6 Maggio 2011, alle ore 16:48
@grazianodemaio
Ciao Graziano benvenuto sul blog! certo, abbiamo parlato tante volte del problema della dipendenza degli hotel dalle OTA… il segreto è proprio essere indipendente dalle OTA continuando ad utilizzarle come strumento per ottenere visibilità!
Commento da gae — 6 Maggio 2011, alle ore 22:07
Io credo che la parola marketing sia la più adatta per esaltare le OTA, che permettono un maggiore visibilità della struttura. L’obiettico di ogni azienda alberghiera é quella di raggiungere l’utente, prima fase della filiera, far acquistare il prodotto, seconda fase, etc…Le OTA aiutano ad ottenere tali performance senza intermediazione, naturalmente se il sito é appealing ed i servizi ben evidenziati…Poi la filiera continua con la cura del cliente in azienda (customer’s satisfaction) e prosegue, dopo la partenza del cliente con il “guest relationship management”…..Insomma la filiera continua……That’s the job we like…..
Commento da Filippo — 7 Maggio 2011, alle ore 09:07
Condivido anche io il succo dell’articolo.
E dunque eccoci all’importanza di aver un ottimo sito che “costringa” l’utente a prenotare li’ piuttosto che ritornare sui portali di prenotazione ( da dove stava arrivando). E poi comunque qualche prenotazione e’ necessario prenderla anche dai portali, senno’ la nostra visibilità ne risente.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Maggio 2011, alle ore 12:48
un piccolo consiglio in merito, evitate le promozioni NON RIMBORSABILI sui portali, se il cliente acquista rapidamente o di impulso su una OTA non avete piu la possibilità di ridirigerlo in un secondo momento sul vs sito diretto.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 9 Maggio 2011, alle ore 11:44
Disintermediazione:
Siamo tutti d’accordo, l’obiettivo è certamente legato a far transitare il maggior numero di prenotazioni attraverso il sito proprietario della struttura.
Il problema sorge nel modo in cui possiamo effettuare questo tipo di attività.
Le risorse economiche (sicuramente mai sufficienti alla bisogna) sono molto elevate e per strutture “normali” diventano assolutamente un’utopia.
Ecco allora la necessità da un lato, e l’astuzia dall’altro, che ci permettono di vedere le OTA sotto una nuova veste.
Il fee (sebbene per molti ancora consederato elevatissimo) deve essere visto come un investimento in marketing.
Le OTA ci danno il privilegio di poter essere “visti” da chi non sa neanche della nostra esistenza. Per far questo ovviamente abbiamo la necessità di avere un brand reputation importante per la nostra struttura.
Più elevata è la bran reputation, più prenotazioni ricevo e maggior impatto di prenotazioni sul sito proprietario riuscirò ad avere.
Non mi dilungo su discorsi già affrontati in relazione alla veridicità o meno delle recensioni, ne abbiamo parlato sin troppo. Ma sono queste “infingarde” che ci permettono in un certo senso di disintermediare.
Utilizziamole per il nostro scopo mantenendo fisso in mente che le OTA sono il nostro strumento principe per far transitare un numero sempre più elevato di prenotazioni dal nostro sito proprietario.
Non ragioniamo pensando di eliminarle dal nostro circuito in modo che si possa prenotare solo tramite il nostro sito.
Magari non facciamo pubblicità sulle pagine gialle (se c’è qualcuno di seat ora mi odierà) e teniamo quell’investimento per pagare le comissioni alle OTA.
Il cliente di certo va su booking.com, su expedia o quanti altri esistono ma poi verrà nel nostro sito in cerca di prenotazione. Facciamo in modo che la sua esperienza sia positiva sin dal suo primo accesso sulla nostra pagina HOME.
Buon lavoro e buona “disintermediazione” a tutti!
Riccardo Cocco