City Destination Portals: l’America sceglie Booking.com
9 Ottobre 2013Sono due le città americane che nelle ultime settimane hanno scelto Booking.com come piattaforma di prenotazione hotel dei loro rispettivi portali di destinazione.
Si tratta di New York City e San Francisco, che grazie alla partnership con la OTA sperano di incrementare le prenotazioni alberghiere e offrire un miglior servizio ai viaggiatori.
Booking.com, che da solo detiene il 47% delle quote di mercato europee, nel 2013 si conferma il portale di prenotazione turistica più amato del vecchio continente. Non gli restava che dare l’assalto all’America, e lo sta facendo in grande stile.
A partire dal 26 settembre è divenuto il booking engine di prenotazione del portale ufficiale della città di New York per quanto riguarda gli hotel. Stessa cosa vale il sito della città di San Francisco SanFrancisco.travel, con cui ha sancito un accorso il 2 ottobre.
Come riporta il comunicato ufficiale diffuso da NYC, Booking.com è oggi il “booking engine esclusivo” del sito ufficiale del Turismo della Città di New York www.nycgo.com per quanto riguarda tutta l’offerta ricettiva, implementato per “sostenere un incremento delle prenotazioni in periodi chiave esclusivamente per le strutture affiliate.”
Vantaggi per entrambe le parti, ma per gli albergatori?
Anche se a una prima occhiata la mossa delle due città americane può sembrare negativa per gli hotel sempre più in cerca di disintermediazione, dal punto di vista del DMO ha le sue ragioni.
Scegliere una OTA, e in particolare Booking.com, ha significato dare maggior spinta alla capacità di vendita:
- Avere a disposizione un database di hotel e di tariffe sempre aggiornato in modo automatico
- Poter offrire un servizio clienti 24/7 in ben 41 lingue
- Poter offrire un modello di prenotazione “paga dopo aver prenotato”, più comodo per l’utente ma anche per l’organizzazione
- Corredare le schede degli hotel di recensioni fresche e certificate, un fattore fondamentale perché l’utente non sia tentato di abbandonare il sito.
Insomma, il modo ideale per completare al meglio l’offerta di informazioni e approfondimenti dei due destination portal.
La partnership però porterà notevoli vantaggi anche a Booking.com:
- Incremento delle vendite e quote del mercato in due delle maggiori destinazioni americane: New York è la prima destinazione turistica americana. “Il turismo in città continua a crescere, per la fine dell’anno ci si aspetta di raggiungere la soglia di 53 milioni di visitatori e il settore degli hotel continua a vivere una crescita record,” ha detto George Fertitta, CEO di NYC & Company. Dunque New York è un mercato ghiottissimo per la OTA, che promette ritorni record. Stessa cosa vale sicuramente per San Francisco, il cui sito registra già 400.000 visitatori al mese.
- Diffusione del brand: in USA il mercato, rispetto all’Europa, presenta un numero molto più alto di OTA con una competizione altissima. Nel 2012 Expedia, sebbene in calo dal 2011, ancora deteneva il primato delle visualizzazioni di pagina con il 31,6% (comSccore, Febbraio 2013). Dopo la massiccia campagna di advertising in TV (ricordate il buffo spot Booking.yeah?), la partnership con il portale di New York potrebbe far emergere una maggior familiarità tra gli utenti americani e Booking.com, favorendo così la penetrazione del brand a livello nazionale.
- Creare un modello che, se di successo, sarà replicabile: questa è la prima volta che Booking.com viene utilizzato in modo esclusivo sul sito ufficiale di una destinazione. Expedia ha fatto la stessa cosa sul portale VisitLondon.com, il sito ufficiale della capitale inglese. Se l’esperimento avesse successo, è probabile che altre destinazioni americane facciano la stessa scelta.
L’Italia e i portali turistici: difficile immaginare una partnership con un’OTA
Anche in Italia si potrebbe pensare a portali di destinazione che implementino la piattaforma di prenotazione offerta da un’OTA?
Prima di porci questa domanda sarà fondamentale realizzare finalmente portali di destinazione (regionali, ma soprattutto almeno uno nazionale) in grado di chiamarsi tali. Prima di tutto un destination portal deve infatti fornire informazioni, approfondimenti, news. E in molti casi i tentativi italiani sono stati fallimentari come abbiamo visto in precedenza.
Solo recentemente abbiamo visto esempi nostrani riusciti, almeno per quanto concerne la completezza, la freschezza dei contenuti e la dimensione “sociale”. Mi riferisco in particolare a VisitTrentino e a Intoscana.it.
Prima di pensare alle prenotazioni alberghiere dunque, c’è da pensare alla dimensione totale del Destination Portal: credo che tutti concordiamo sul fatto che il Portale Italia.it non sarebbe stato il fallimento che è stato se, pur senza piattaforma di prenotazione, avesse almeno assolto in modo ottimale alla sua funzione informativa.
Difficile comunque immaginare un’OTA come fornitore per un destination portal italiano, dal momento che le nostre sono soprattutto piccole strutture, molte delle quali, per problemi di dimensioni o di location, non vengono accettate da portali come Booking.com. Dunque una simile situazione creerebbe una situazione di forte disparità, inaccettabile per un portale di destinazione ufficiale. Voi come vedreste una scelta di questo genere?
Pingback da City Destination Portals: l’America sceglie Booking.com | ArtMall — 19 Ottobre 2013, alle ore 12:31
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