Dallo Star Rating al Guest Rating: le stelle non bastano più
28 Gennaio 2011Quante volte vi è capitato di leggere tra le recensioni on-line di un hotel dichiarazioni del tipo “Un servizio impareggiabile, che si merita 5 stelle piuttosto che 4!”, oppure “Se questo hotel è un 5 stelle io sono la Regina Elisabetta”?
È di fronte a d affermazioni di questo tipo che ci si rende conto con disilluso realismo che la classificazione alberghiera ”in stelle”, italiana come straniera, non riflette più adeguatamente il livello di qualità della struttura, non è più percepita come un punto di riferimento attendibile per la scelta di un soggiorno.
Così, piuttosto che sulla base della classificazione ufficiale, sempre più utenti fanno riferimento a rating e classifiche presenti nei siti turistici come TripAdvisor, Trivago, ecc., generati dalle valutazioni e dai commenti di altri viaggiatori.
Dallo Star Rating al Guest Rating: Stelle vs. Qualità percepita
Oggi lo Star Rating non è più in grado di rispondere alle necessità dei clienti (e forse non lo è mai stato.
Quello che conta per l’utente oggi, è infatti la “qualità percepita” in relazione al prezzo pagato e lo Star Rating non ha niente a che vedere con questa caratteristica.
Di fatto potremmo azzardare che un numero adeguato di review pubblicate sui vari siti di recensioni, adeguatamente regolamentato e monitorato, offre all’utente un’immagine dell’hotel ben più oggettiva della classificazione a stelle.
Il prof. Francesco Tapinassi, durante il suo ultimo intervento per QNT Hospitality/Booking Blog al BTO, ci ha offerto un’ottima definizione di questa incongruenza: “La classificazione tradizionale in stelle fa riferimento alla dimensione tecnica della qualità; cioè al cosa viene erogato. Il guest rating invece è indicatore della qualità percepita dal cliente, concerne la dimensione funzionale della qualità, cioè il come viene erogato il servizio.”
Le recensioni on-line rivelano la “vera” classificazione degli utenti
In un recente articolo, l’esperto di turismo londinese Rajul Chande, ha messo in evidenza la mancanza di coincidenza tra il rating attribuito a varie strutture di Londra dall’organo ufficiale (AA) e quello invece attribuito liberamente dagli utenti alle stesse strutture su TripAdvisor.
Se facciamo lo stesso per alcune delle nostre città italiane vedremo che ad oggi:
- A Firenze in testa alla classifica degli hotel di TripAdvisor ci sono due hotel 3 stelle ed un 2 stelle. Su Trivago troviamo nella top 3 persino un B&B.
- A Roma dominano la classifica di TA tre hotel 4 stelle, mentre su Trivago apre la lista addirittura un 3 stelle.
- A Venezia, sia su TripAdvisor che su Trivago, tra i primi classificati c’è lo stesso 2 stelle.
Insomma: è chiaro che star rating e guest rating non corrispondono.
Perché ridefinire lo Star Rating a livello internazionale
Emerge dunque in maniera sempre più urgente la necessità di intervenire sulla ridefinizione dello “star rating” nazionale e non, per diversi motivi:
- I viaggiatori non conoscono il significato delle stelle, non sanno a che cosa corrispondano e si creano false aspettative: le stelle nell’immaginario collettivo comunicano una qualità che non ha niente a che vedere con le caratteristiche che determinano lo Star rating, cosicché l’utente si sente tradito ed insoddisfatto.
Come ha ricordato il prof. Tapinassi: “Il gap tra qualità comunicata e qualità percepita è il primo elemento di criticità rilevato dal cliente, in quanto incrina il rapporto di fiducia alla base della selezione”.
- Non riflette caratteristiche considerate importanti dai clienti: lo Star rating non riguarda infatti la qualità del ricevimento e di assistenza al cliente, e non tiene conto neanche della presenza o meno di servizi oggi ritenuti essenziali, come la connessione Internet wi-fi, Tv con canali sat o pay per view, ecc.
- È estremamente variegato e frammentario: non c’è uno standard comune a livello nazionale né internazionale, per cui anche i requisiti per essere un 4 stelle ad esempio, variano sia da Paese a Paese, sia da regione a regione.
Come abbiamo già detto, è necessario ammettere che l’attuale classificazione in stelle è diventata per viaggiatori ed albergatori anacronistica ed obsoleta, e soprattutto non rappresentativa del livello di servizio offerto dall’hotel.
Le “stelle” italiane ancora insoddisfacenti per giudicare un hotel
L’ultima volta che si è parlato delle stelle dei nostri hotel è stato in occasione della pubblicazione del Decreto del 21 ottobre 2008 sulla gazzetta ufficiale dell’11 febbraio 2009, il quale dichiarava che “Viene istituito ed introdotto, su base nazionale, un sistema di rating, associabile alle stelle, che consenta la misurazione e la valutazione della qualità del servizio reso ai clienti. A tale sistema aderiscono, su base volontaria, i singoli alberghi”.
A questo riguardo, sembra che il passo in avanti non abbia poi avuto riscontro nella realtà, come ci ha confermato oggi il prof Tapinassi stesso: “La norma nazionale deve trovare approvazione nelle norma regionali, uniche competenti in materia, ma ad oggi non credo che nessuno l’abbia accolta.” Dunque anche se il suggerimento del Decreto si è dimostrato valido, di fatto nessuna regione ha ritenuto opportuno applicarlo.
L’Inghilterra propone l’abolizione della classificazione a stelle
Abbiamo già visto la scorsa settimana come il Governo inglese si stia impegnando con iniziative di diverso tipo per spingere il Turismo nazionale (vedi VisitBritain.com vs. Italia.it: lezione di Best Practices dall’Agenzia del Turismo nazionale inglese). Tra le altre cose, il Primo Ministro ha appena dichiarato che in febbraio sarà pubblicato un ampio documento sulle policy del turismo in cui si proporrà agli albergatori di abrogare lo “star rating”.
I funzionari hanno dichiarato che i siti come TripAdvisor sarebbero di gran lunga migliori nell’offrire un punto di riferimento sulla qualità delle strutture ai viaggiatori rispetto all’attuale classificazione in stelle.
A quanto pare il Governo non ha intenzione di sostituire la vecchia classificazione con un’altra a livello nazionale: “Il Governo – hanno dichiarato le autorità – incoraggerà qualsiasi schema o sito di rating che migliori la qualità dell’informazione a disposizione dei visitatori per decidere la modalità di vacanza più adeguata alle proprie esigenze, così che possano fare delle scelte informate piuttosto che scoprire i problemi quando ormai è troppo tardi”.
Ritenete che l’attuale classificazione sia adeguata o accogliereste favorevolmente una proposta analoga a quella del governo inglese?
Commento da GIANLUCA1 — 28 Gennaio 2011, alle ore 17:38
LE STELLE NON BASTANO +:
A NAPOLI SU TRIPADVISOR AI PRIMI POSTI CI SONO 3 QUATTRO STELLE ED 1 TRE SETELLE
SU TRIVAGO 3 QUATTRO STELLE E 2 3 STELLE E 2 B&B
Commento da antonio_pezzano — 28 Gennaio 2011, alle ore 18:59
Nei fatti i siti tipo tripadvisor o booking.com (ad esempio) hanno non solo superato le stelle, ma forniscono servizi di valutazione personalizzati (ad esempio la visualizzazione della recensione in base a tipologia di viaggio o utente). Le stelle (che traducono una valutazione “burocratica” delle facilities) sono e, probabilmente, resteranno uno degli elementi su cui basare la valutazione. Il vantaggio nel seguire l´esempio inglese potrebbe essere un minore aggravio dei “costi” burocratici per le imprese.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Gennaio 2011, alle ore 13:27
la classifica a stelle è orami superata, era un tempo garanzia di un certo TIPO di servizio, impianto, qualità e stato di conservazione dell’hotel, relativamente alla LEGGE REGIONALE 4 NOVEMBRE 2002, N.33 TESTO UNICO DELLE LEGGI REGIONALI IN MATERIA DI TURISMO, oggi per quanto mi riguarda sono tutte ca***ate!
La verità sul prodotto è riscontrabile con la presenza sui social network, quello che i clienti dicono è l’albergo, la sua immagine è l’immagine narrata dalla moltitudine. Può anche avere un ristorante perchè deve averlo, ma se poi il ristorante è una m**rda, è come se non ci fosse.
Ed oggi ci sono talmente tante strutture atipiche superiori ai migliori 5 stelle.
Le stelle oggi, possono anche essere buttate al cesso.
S.
Commento da Duccio Innocenti — 30 Gennaio 2011, alle ore 18:59
a mio parere la brand reputation non si può anteporre agli standard di categoria anche se spesso assegnati con troppa leggerezza. Anzi forse chi deve assegnare ste stelle sarebbe meglio che facesse una bella analisi sulla brand reputation
chi primeggia nel guest rating invece è chi offre un servizio sopra le aspettative anche e soprattutto rispetto al prezzo pagato ma non certo chi offre il miglior “prodotto” in assoluto
tutti vorrebbero essere primi in sulla destinazione ma “forse” sarebbe più opprotuno esserlo quando si va a filtrare per categoria o range di prezzo
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Gennaio 2011, alle ore 21:56
Saggio Duccio, il problema è che spesso i 5 stelle romani hanno caratteristiche da due stelle e ci sono affittacamere superiori a 4 stelle, diciamo che se non vogliamo eliminare la classificazione dovrebbe essere rimodernata con un parametro aggiuntivo social.
S.
Commento da Luca Meneghini — 31 Gennaio 2011, alle ore 09:23
@Duccio, @dott. Tiribocchi,
da anni discuto con colleghi per stelle e paramentri per l’assegnazione.
Un mio famigliare 8 anni fà ha costruito un bel b&b ed ha avuto una stella perchè le camere erano solo 14.
Due anni fa sono stato a lavorare in una residenza con solo 10 camere ma 4 stelle S già convertite a 5 dal 1° aprile.
Ho maturato negli anni la convinzione che le nuove aziende ex novo devono avere le stelle in base ai parametri di legge, ma visto il nostro massiccio numero di dipendenti statali e non, una verifica annuale anche come mister guest potrebbe anno per anno decidere “QUANTE STELLE SEI” abbinato anche ad una monitorizzazione delle recensioni on line (che a volte meritano di essere schremate…)
Poi, devo anche ammettere che, il concetto nato dagli albergatori, i professionisti del settore ecc…, riuscire a trovare la giusta voce per entrare nel canale politico e legislativo al fine di creare ex novo questo nuovo metodo di valutazione sarebbe per certo una kimera! ( non me ne abbia il nostro ministro … che mi spiace ma di turismo non azzecca molto!)
BUONA GIORNATA A TUTTI!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 31 Gennaio 2011, alle ore 11:04
@Luca @Duccio
ok, facciamo un gioco,
chiediamo ai clienti che entrano in hotel se sanno cosa CAMBIA tra un 3 e un 4 stelle, lo sapete cosa vi diranno? citeranno due o tre cose, tipo il ristorante, e poi diranno che non lo sanno!
ma che sicuramente 4 è meglio di 3,
quindi le stelle le lascerei nel firmamento 🙂 (che è gia meglio di buttarle nel cesso come avevo precedentemente detto).
S.
Commento da Riccardo Cocco — 31 Gennaio 2011, alle ore 13:21
Salute a tutti!
Come dice il buon saggio Duccio, non si può anteporre la brand reputation alla classificazione in stelle, ma è vero anche il contrario. Sono due parametri che valutano l’albergo da due prospettive diverse.
Da un lato, in funzione dei servizi erogati, e di concerto con le varie APT si definisce uno standard parametrico di una singola struttura. Dall’altro è il cliente finale che definisce l’apprezzamento o meno dei servizi ricevuti in una struttura in particolare.
Personalmente cercherei un modo per uniformare tale valutazione in modalità meritocratica (almeno le APT farebbero qualcosa di fattivo per le strutture ricettive) sicuramente partendo sia dal tipo di erogazione dei servizi sia dal feedback della clientela.
Di sicuro cercherei di suggerire ai vari legislatori e/o rappresentanti di settore che nei codici di autoregolamentazione non sia mai la stella a farla da padrone (vedi codice di autoregolamentazione del settore farmaceutico).
Che senso ha vietare il soggiorno all’interno di un classificato 5 stelle quando spesse volte il prezzo pagato è inferiore a quello di un 4 stelle?
Polemiche a parte, ricordiamoci che darci una classificazione dovrebbe essere inteso come un obiettivo da raggiungere e non come una delle tavole di Mosè. Essendo tutti gli albergatori, imprenditori e con il fine speculativo dell’impresa, ci troviamo costantemente e quotidianamente a misurarci con quel mostro che chiamiamo “mercato”.
Il “mercato” è il giudice unico che permette una trasparente valutazione dei servizi erogati non certo un albergatore o un impegato dell’APT.
Si parla spesso di percezione del cliente e noi che lavoriamo in questo settore, e soprattutto come esseri umani, percepiamo noi stessi come mai soggetti all’errore e sempre al di sopra delle aspettative del cliente finale. Sarebbe, a mio avviso, necessario che la percezione dei nostri clienti ci guidi nel percorso verso l’eccellenza.
Buona lavoro e buone percezioni a tutti!
Riccardo Cocco
massima del giorno: OSTE COM’E’ IL VINO??
Commento da Luca Meneghini — 31 Gennaio 2011, alle ore 13:59
@dott. Tiribocchi @Cocco
Dottor Tiribocchi, ha ragione nel tenere le stelle guadagnate con investimenti, attrezzature, personale ecc ecc…. ma il concetto di dover mantenere lo standard per la categoria, a mio avviso, creerebbe quello stimolo di essere sempre costanti e quindi mantenere la qualità che le stelle dovrebbero garantire!
buon lavoro a tutti!
E L’OSTE DISSE…. BUONO COME SEMPRE!
Commento da Marco De Pinto — 31 Gennaio 2011, alle ore 14:11
Buongiorno a tutti!
Condivido pienamente le affermazioni del Dr. Cocco.
Non si può prescindere dallo star rating, ma la valutazione finale da parte del cliente, dovrebbe prendere in considerazione anche la brand reputation.
Mi piacerebbe aver la certezza che tutte le strutture ricettive garantiscano i servizi previsti dalla categoria di appartenenza; ma purtroppo così non è! e la colpa è della totale mancanza di controlli da parte degli enti preposti. Ciò va ovviamente a discapito di quelle strutture che puntano sulla qualità del servizio, ma che agli occhi dei clienti meno attenti, sono equiparabili ad altre strutture per il sol fatto di appartenere alla stessa categoria.
Quindi spero che i clienti diventino sempre più attenti e critici, perchè se dovessi riporre le mie speranze negli organi di controllo…
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 31 Gennaio 2011, alle ore 15:12
@Riccardo
il problema è il solito, chi controlla i controllori?
qui a Roma ne ho viste di 4stelle PAGATE…
L’attuale sistema di assegnazione di stelle è corrutibile, il sistema sociale del web molto meno.
Troviamo un sistema che tenga conto parimerito servizio impianto qualità e giudizio cliente, allora si,
solo che queste stelle devono essere mobili, non assegnate una volta e poi si campa di rendita, andrebbero verificate annualmente, solo chi lo fa? chi paga chi lo fa?
S.
Commento da Riccardo Cocco — 1 Febbraio 2011, alle ore 10:11
@Stefano:
La vecchiaia insorge….mi trovo d’accordo con te 🙂
a parte gli scherzi, mi piace l’idea di un rating fluttuante che valuti sia gli aspetti di struttura tradizionali ma anche le valutazioni di quei soggetti che si chiamano Clienti e che ogni giorno provano le nostre strutture.
Chi controlla i controllori?
Stefano se continuiamo a pensarla così non andremo mai da nessuna parte. Non possiamo sempre piangerci addosso. Dobbiamo credere nel futuro e nel cambiamento.
Come ha detto qualcuno in questi giorni: “se non ci fosse la corruzione ci troveremmo in Svezia!”.
La corruzione e la corruttibilità saranno vivi fintanto che ci saranno almeno due esseri umani (un corruttore ed un corrotto).
Viviamo con la convinzione che NEL CAMBIAMENTO CHI NON CAMBIA E’ DA CAMBIARE.
L’unico modo per cercare di limitare i danni è la carica dei controllori per un breve tempo e la poltrona senza nessun tipo di colla politica. Allora riusciremmo a diminuire (bada bene: diminuire) le possibiltà di frodi.
Buon lavoro e buoni cambiamenti a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da MAXPIERGENTILI — 3 Febbraio 2011, alle ore 13:29
Ciao a tutti,
non dirò nulla di nuovo, ma volevo esprimere anche io la mia idea.
Credo come Duccio che la classificazione in stella abbia ancora un suo perchè, almeno per quanto riguarda l’aspetto teorico tecnico nel senso che dovrebbe indicare quali e quanti servizi gli hotel di categorie diverse debbono o non debbono avere, quindi io credo che uno standard un riferimento debba comunque esistere.
Poi è chiaro che subentra il discorso della qualità di questi servizi e qui che viene il difficile e che in effetti come ripreso da tiribocchi e Coco si potrebbe pensare ad un giudizio lasciato da coloro che hanno provato i servizi cioè i clienti, ma anche qui la regolamentazione non è l’ultimo dei problemi.
Sono d’accordissimo con Tiribocchi che ci sono hotel che erano 4 stelle nel 1960 e ancora oggi mantengono quella classificazione quando meriterebbero spesso le 2 stelle.
Quello che manca probabilmente è un sistema di controllo, e la possibilità di rendere il sistema delle stelle mobile potrebbe essere la soluzione.
Poi però bisogna considerare che viviamo in Italia..e quindi si arriva alla conclusione che difficilmente si smuoveranno gli equilibri.
Ma come dice un vecchio proverbio: chi abbandona la lotta……quindi lottiamo!!
Buona giornata a tutti!
Commento da Filippo Faggioli — 10 Febbraio 2011, alle ore 19:16
Aggiungo anche io qualcosa su questo ( interessante ) argomento.
Penso che ancora il “numero di stelle” di un Hotel abbia una certa presa ed un certo appeal sul Cliente, in particolare quello italiano e quello di carattere “business” (italiano). Poi concordo con i post precedenti sulle varie discordanze che esistono fra numero di stelle e servizi comparati offerti.
Ed allora vogliamo anche parlare di prezzi? Per esempio di 4 stelle che propongono tariffe piu’ basse dei tre stelle e 5 stelle che hanno le stesse tariffe di buoni tre stelle e piu’ basse di 4 stelle.
Regolamentare le “stelle” vorrebbe dire di conseguenza regolamentare le tariffe?