Vacanzieri alla ricerca del fresco: nascono le coolcation

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La coolcation è il trend emergente di questa estate: i viaggiatori cercano rifugio dal caldo torrido in luoghi freschi e rilassanti.

Negli ultimi anni, il mondo dei viaggi ha visto emergere un nuovo fenomeno: la coolcation. Questo trend, nato nel periodo post-Covid, riflette il desiderio crescente di molte persone di scegliere destinazioni con climi più freschi, specialmente durante le estati roventi che stiamo vivendo. Il riscaldamento globale, con temperature in costante aumento e ondate di calore sempre più frequenti, ha reso la vita quotidiana e le vacanze estive sempre più difficili da gestire.

Paesi come l’Italia e la Spagna, da sempre mete molto amate in estate, hanno registrato temperature record, rendendo difficile per i turisti godersi appieno le bellezze per cui hanno viaggiato migliaia di chilometri. Già lo scorso anno era emerso il problema, dopo che temperature superiori ai 40° avevano colpito il sud Europa, rendendo quasi impossibile visitare molte delle mete più gettonate. Addirittura, la città di Atene si era vista costretta a chiudere l’acropoli nelle ore più calde, un evento che si è ripetuto anche quest’anno nel mese di giugno. Di fronte a uno scenario simile, molti viaggiatori preferiscono orientarsi verso mete più fresche.

Il trend in crescita della coolcation segna un cambiamento profondo nel turismo globale, un settore che deve ora adattarsi alle nuove realtà climatiche. Le destinazioni estive tradizionali stanno diventando sempre meno accessibili e attraenti durante i mesi più caldi, trasformando quella che un tempo era l’alta stagione in un periodo di sfida per tutti gli operatori del settore. In questo contesto, si rivela essenziale adottare nuove strategie di gestione del turismo, anche per garantire una maggiore sostenibilità dell’intero comparto.

La transizione verso un turismo più destagionalizzato potrebbe essere una risposta pragmatica alle sfide imposte dal cambiamento climatico. Questa soluzione non solo affronta i problemi legati al sovraffollamento delle mete durante i mesi più caldi, ma offre anche vantaggi concreti per tutti: gli operatori turistici e i viaggiatori. Gli operatori beneficiano di una distribuzione più equilibrata dei flussi turistici, mentre i viaggiatori possono godere di vacanze a ritmi più rilassati, lontani dalle folle, e immergersi più profondamente nella cultura e nella vita locale.

Analizziamo insieme il trend della coolcation, partendo da un articolo dell’Huffington Post e un’interessante analisi di The Street.

 

Il cambiamento di rotta è già in atto

 

I parchi nazionali, come il Joshua Tree in California, noti per le loro temperature estreme, hanno iniziato a mettere in guardia i visitatori sui rischi di visitare o affrontare escursioni impegnative durante l’ondata di caldo prolungata osservata all’inizio di quest’estate. Mentre questi luoghi diventano sempre più inospitali a causa delle temperature torride, alcuni paesi hanno colto l’opportunità di marketing offerta dalla coolcation, invitando i turisti a cercare refrigerio presso di loro.

I cosiddetti “coolcationer” sono già alla ricerca di destinazioni che uniscano temperature moderate, bellezza naturale e lusso impareggiabile. E i numeri dimostrano che non si tratta solo di una moda passeggera: un sondaggio condotto dalla compagnia di viaggi di lusso Virtuoso ha rivelato che l’82% di coloro che stanno pianificando un viaggio quest’estate sta considerando o cercando attivamente destinazioni con un clima più fresco.

I dati di Virtuoso mostrano un aumento del 27% nelle prenotazioni verso la Scandinavia, un incremento del 47% per la Svezia e un sorprendente 49% per l’Islanda. Anche mete più remote e difficili da raggiungere, come l’Antartide, stanno attirando l’attenzione: l’azienda britannica di spedizioni artiche Iglu Cruise ha riportato un aumento del 235% nella domanda per viaggi verso questa destinazione tra il 2022 e il 2023, segno che la ricerca di freschezza e avventura sta conquistando sempre più nuovi travellers.

Il prezzo delle azioni della società è sceso di oltre il 5% nel trading post-mercato giovedì sera e questo non è affatto un buon segno, anzi.

 

Destagionalizzare per arginare l’overtourism

 

La coolcation è un’ottima soluzione per evitare le folle della stagione di punta. Quante volte vi è capitato di dover affrontare lunghe file per visitare luoghi iconici come il Colosseo o di sentirvi frustrati per l’impossibilità di prenotare un ristorante imperdibile durante le vostre vacanze?

Scegliere una coolcation non solo offre un’esperienza più tranquilla, ma contribuisce anche a un turismo globale più equilibrato, riducendo la pressione sui principali hotspot turistici e distribuendo i flussi in modo più uniforme. Come suggerisce Saglie, senior editor di Travelzoo, una strategia efficace è “invertire le stagioni“: visitate destinazioni che non sono nel pieno della loro alta stagione. In pratica, quando è tarda primavera o inizio estate nell’emisfero settentrionale, puntate verso l’emisfero meridionale, dove l’autunno sta per finire e l’inverno si avvicina e viceversa. In questo modo, troverete temperature più miti e meno affollamenti.

Tale strategia, se così possiamo definirla, non implica rinunciare alla meta dei vostri sogni, ma semplicemente posticipare il viaggio a una stagione intermedia, evitando i picchi di prezzi, affluenza e domanda. Per esempio, potreste scoprire l’Italia o la Grecia al di fuori dei mesi estivi più caldi, approfittando di temperature autunnali miti e di attività all’aperto. Allo stesso modo, visitare Tokyo tra settembre e ottobre, o il Portogallo a marzo, prima che inizino i festival estivi e l’afflusso di turisti, può offrire un’esperienza altrettanto affascinante, ma con un’atmosfera più tranquilla e meno affollata.

Pianificare con attenzione i propri viaggi permette di esplorare e apprezzare le mete desiderate senza le pressioni e i disagi tipici della stagione di punta. In questo modo, non solo si arricchisce la propria esperienza, ma si sostiene anche un turismo più equilibrato e rispettoso delle risorse locali. Voi albergatori cosa ne pensate? Siete d’accordo con questa visione? Fatecelo sapere nei commenti.