Che fine farà il Turismo in Italia?
5 Agosto 2010Sembrano lontani anni luce i giorni di agosto in cui il mio paese rimaneva completamente deserto e potevo camminare per ore senza incontrare anima viva: oggi arrivo in ufficio e ancora stento a trovare posto per la macchina.
Lontani anni luce anche i giorni delle code chilometriche ai primi del mese per andare ad affollare le coste della Versilia: mia madre è partita per il mare il 31 luglio e mi ha detto di non aver trovato traffico… “Roba da matti”, penso.
No, in fondo non è così, non c’è niente di strano: me ne rendo conto quando ritrovo questo stesso scenario in un articolo di Emiliano Fittipaldi sull’Espresso di qualche giorno fa, dal titolo “E i turisti? Scomparsi”.
Fittipaldi registra con disincanto ed ironia come in molte località turistiche italiane purtroppo ad oggi la crisi ancora non sembri superata: i turisti stranieri, specie i tedeschi, sono in calo, mentre molti Italiani, addirittura il 50% secondo l’articolo, sarebbero rimasti a casa, mentre gli stabilimenti balneari, per la prima volta nella storia del Paese, scioperano contro un Ministro del turismo “fantasma” e dedito ad evidenti, inutili sprechi.
Ma l’orizzonte è davvero per tutti così nero?!
Calo di presenze in molte destinazioni ma ripresa delle grandi città d’arte
Nella sua analisi, Fittipaldi registra un calo di presenze anche del 20% in diverse destinazioni turistiche italiane, cosa che ha suscitando un pessimismo diffuso tra molti operatori. Tra le zone che ancora risentono della crisi ci sono la Riviera dei Fiori in Liguria, la Romagna, la Val d’Aosta, l’Abruzzo, l’Umbria e Belluno. Ancora problemi anche per l’Elba e il Golfo di Napoli.
La situazione risulta invece più rosea e in ripresa, come testimoniano anche molti hotel nostri clienti, in località come le Cinque Terre, e in tutte le grandi città d’arte della penisola, come Roma, Venezia, Firenze, che hanno potuto godere di una ripresa di arrivi dagli Stati Uniti e un po’ da tutta l’Europa, e dove in generale si è assistito ad un buon andamento dell’attività.
Albergatori obbligati a sconti sempre più alti e lastminute aggressivi
In generale gli albergatori colpiti dal calo degli arrivi, hanno fatto fronte alla mancata occupazione con offerte speciali e last minute sempre più aggressivi che non migliorano certo la situazione (perlomeno dal punto di vista dei ricavi).
Sono in molti gli Italiani a partire senza prenotare e a cercare l’offerta dell’ultimo minuto per soggiorni sempre più brevi. Si moltiplicano i “mordi e fuggi”: pochi giorni e sistemazioni alternative, come case di amici e parenti, all’insegna del massimo low cost.
Vittoria Brambilla e il Ministero del Turismo sotto accusa
Eppure il Ministro Brambilla in conferenza stampa aveva comunicato che secondo le statistiche tra luglio e settembre sarebbero partiti ben 30 milioni di Italiani, 5 in più dell’anno scorso, ma come abbiamo sottolineato, questi non sono i dati attualmente registrati, tanto che alcuni operatori hanno accusato la Brambilla di “pubblicità ingannevole”.
Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef, hanno dichiarato che si tratta di “Cifre inspiegabili, a meno che, all’interno dei flussi turistici, il Ministro non annoveri anche gli “avventurosi” viaggi giornalieri dei pendolari“.
A contraddire questi dati anche l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sul turismo, second cui invece saranno meno del 40% gli Italiani che si potranno permettere di andare in vacanza, soprattutto per problemi di soldi.
Resta grande la delusione per un Ministero del Turismo che sembra non capire le gravi difficoltà del settore e non si decide ad intervenire in maniera concreta per sviluppare un piano che davvero sostenga e rilanci, tra gli Italiani come tra gli stranieri, il Turismo in Italia.
Cinzia Renzi, presidente della Fiavet (Federazione Agenzie di Viaggio), ben esprime il pensiero di molti operatori turistici quando nell’articolo de L’Espresso dichiara: ”Noi volevamo fortemente un Ministro del Turismo: ma se nel governo manca la consapevolezza dell’importanza strategica di questa industria, è come se non ci fosse“.
L’aria tra Ministero e operatori del turismo si fa ancora più incandescente quando si snocciolano i dati sulle inutili spese operate nell’ultimo anno: l’Enit ha già bruciato dieci milioni di euro per l’inefficace campagna televisiva “Italia much more” e il prossimo anno avrà a disposizione “solo” 26 milioni di euro, di cui 25 si volatilizzeranno solo per i costi di gestione (stipendi e spese generali).
La Brambilla sembra non ascoltare e non sentire le critiche, mentre si moltiplicano le accuse sulla sua mal gestione dei conti e degli incarichi affidati.
Resta dunque sempre in sospeso un grande interrogativo: quando nasceranno iniziative di rilancio provenienti dall’alto che guidino il Paese verso una vera ripresa? Quando l’Italia, a cui non mancano certo le attrattive, recupererà competitività rispetto agli altri paesi Europei e non?Non è che arriveremo tardi?
Fonte: L’Espresso
Commento da Duccio Innocenti — 5 Agosto 2010, alle ore 18:37
secondo me la cosa più sconcertante è la dveristà nei dati occupazionali forniti dal ministero del turismo rispetto a quelli delle varie associazioni, enti ecc.
mi chiedo come si possa fare un sano e costruttivo confronto partendo da dati diversi…
Commento da 360THC — 5 Agosto 2010, alle ore 18:46
…basta vedere chi è il ministro…
Commento da fernando — 5 Agosto 2010, alle ore 19:29
se si fa caso ai luoghi dove il turismo ha mantenuto un buon livello di presenze,sono dove può andare chi può ancora spendere .ma dove era prosperato il turismo di massa, vedi riviera romagnola,ecc. dove tra luglio e agosto si mettevano letti anche nelle soffitte e nelle cantine,e si svuotavano le citta industriali,vedi milano,torino,ecc.tutto questo ha dato il collo,non c’è più.senz’altro delle famiglie che negli anni passati riempivano la riviera i più anziani sono rimasti a casa,e i giovani hanno cambiato abitudini,oppure non hanno più la disponibilità che avevano i loro genitori.oggi vige il mordi e fuggi,e le strutture turistiche rimangono semivuote con meno lavoratori occupati a tempi ridotti e di conseguenza pure gli stipendi. la soluzione di aprire zone di arenile per portare il cane al mare non è una cattiva idea, ma sarebbe ancora più redditizia per il turismo aprire aree per naturisti,che sembra ci sia una discreta richesta.
Commento da GiuseppeHMS — 6 Agosto 2010, alle ore 07:16
@ Duccio
A mio parere è molto probabile che qualcuno in alto voglia dimostrare quello che non è dall’alto della sua autorità, mentre dall’altra parte le associazioni di categoria denunciano le “verità”.
Forse per questo i dati non sono confrontabili.
Giuseppe
Commento da xiaobao — 6 Agosto 2010, alle ore 11:25
A mio parere è molto probabile che qualcuno in alto voglia dimostrare quello che non è dall’alto della sua autorità, mentre dall’altra parte le associazioni di categoria denunciano le “verità“.
Forse per questo i dati non sono confrontabili.buy ugg
Commento da Duccio Innocenti — 6 Agosto 2010, alle ore 11:49
@Giuseppe
io penso che se fossimo dei bravi amministratori del nostro territorio potremmo vivere di solo turismo… invece siamo a prenderci in giro sui numeri così siamo certi di non migliorare e di non attribuire mai responsabilità
Commento da Alessandro Binello — 6 Agosto 2010, alle ore 17:36
@Duccio
Sono d’accordo sul fatto che si potrebbe vivere di solo turismo, ma mi pare che ci si sieda sugli allori: abbiamo tanto da offrire, la gente viene lo stesso quindi perchè impegnarsi per migliorare?
Sul ministro del turismo c’è poco da dire, sembra che conti solo l’apparenza e non la sostanza. Ci si preoccupa di puntare il dito contro il Palio di Siena e non si vedono i macroproblemi del settore.
L’unico dato positivo in tutto questo è che almeno da parte di alcune regioni c’è l’impegno a valorizzare il turismo in modo concreto (vedi Toscana, Trentino e Alto Adige).
Commento da GabUd — 8 Agosto 2010, alle ore 17:27
ragazzi!
interrompo il mio silenzio da ferie per raccontarvi l’accaduto di ieri..piccolo episodio che darà parziale risposta a quanto sopra:
ieri, con mia moglie e mia figlia, abbiamo deciso di andare a Feltre (Bl), bellissima cittadella fortificata del Bellunese.
Arrivati, abbiamo saputo che in questi giorni è in svolgimento il Palio cittadino..bellissima manifestazione che di sicuro allieterà la nostra visita.
La sorpresa quando arriviamo alle mura fortificate della città: ci vengono richieste € 8.00 a testa per l’ingresso alla città perchè nei due giorni del plio si paga..se voglio il ticket bigiornaliero sono fortunato: € 10.00 a testa.
Ecco..questo è il nostro turismo..l’accoglienza delle tasse di ingresso, delle tasse di soggiorno (almeno quelle ancora ipotetiche), delle tasse sui picnic.
Potremmo vive tranquillamente di turismo..ma i nostri super tecnici-consulenti-politici non ne capiscono niente.
Provo a proseguire le mie ferie..Ciao
Gabriele
ps le 8 euro non gliele ho date…per principio non sono andato a vedere la loro città ed il loro Palio
Commento da Alessandro Binello — 9 Agosto 2010, alle ore 11:18
@Gabriele
Abbastanza fastidioso, ma sarebbe da chiedersi perchè i comuni siano obbligati a mettere tasse di ingresso e biglietti alle manifestazioni.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 9 Agosto 2010, alle ore 13:42
le vacanze sono mordi e fuggi perchè il sistema LAVORO è mordi e fuggi. Viviamo in uno stato marcio che non tende alla pianificazione ma al modello di vivere alla giornata, oggi ho il lavoro domani chissà, cococo contratti a tempo, impossibilità di pianificare l’acquisto di una casa e di pianificare una vacanza. io mi sono sparo 20 giorni di ferie ma è una rarità nelle mia cerchia di amici, 1500 euro in sardegna e ne spenderò sui 2000 in grecia, secondo voi se uno piglia 1000 euro al mese, e non sa neanche se li prende in vacanza pianifica???
meno male che berlusconi sta costruendo le nuove villette a villa certosa, sicuramente è per ospitare qualche italiano meno facoltoso.
S.
Commento da Mauro Calbi — 18 Agosto 2010, alle ore 17:16
Riporto la mia esperienza da albergatore a Cattolica. A marzo il quadro delle prenotazioni era abbastanza vuoto ed eravamo abbastanza preoccupati. Grazie a promozioni e lastminute (con la spiaggia quasi sempre compresa) siamo riusciti a riempire l’inizio giugno, che poi, causa tempo, sì è dimostrato disastroso. Il mordi e fuggi, le prenotazioni disdette causa il tempo, è una stagione da dimenticare. La crisi c’è e si vede. E’ ora che si faccia veramente qualcosa per il turismo e per venire incontro agli albergatori sempre sotto accusa, soggetti a mega-controlli in stile “SS” da parte di Nas, INPS, finanza…quando i clienti chiedono sconti e hanno pretese da 5 stelle.
Non si chiede che si chiuda un occhio, perché chi sbaglia, va punito…ma chi fa bene, andrebbe premiato ed aiutato. Finanziamenti veri, abbassamento delle tasse, nuove infrastrutture.
Vorrei capire dove vanno a finire i 25 milioni dell’ENIT…ma la trasparenza in Italia non è di casa (si vedano i milioni spesi per il famoso portale italia.it). Il turismo italiano sopravvive perché ci sono famiglie che investono sul proprio sudore…e non certamente grazie ai nostri politici promotori solo di burocrazia e tasse.
Il prossimo anno l’hotel Alda & Amelia festeggia 90 anni di gestione alberghiera…chissà se riuscirà ad arrivare a 100?!
Commento da marghe — 26 Agosto 2010, alle ore 12:08
Ciao mauro, scusa se vedo solo adesso il tuo commento…
sai che mi ha fatto un po’ di tristezza il tuo post?! nel senso che mi rendfo conto ancora più da vicino come il Turismo sia trascurato in Italia, e che se ancora va bene in certi casi, è solo per le grandi città…
Ma bisogna tener duro e non soccombere al pessimismo, e aggrapparsi alla certezza c’è bisogno che tutto il comparto turistico si dia da fare e dimostri con dignità cosa può fare con le bellezza del nostro paese…
E speriamo che la Brambilla si dia una reale svegliata!
Commento da Mauro Calbi — 26 Agosto 2010, alle ore 16:22
Ciao Marghe…
spero di non esser stato troppo pessimista. Stiamo andando avanti, fiduciosi, investendo anno dopo anno nella struttura e nei servizi per essere competitivi con le nuove esigenze del mercato turistico italiano. L’Italia avrebbe un territorio fantastico, ricco di storia, cultura, divertimento, accoglienza, enogastronomia. Solo che viene sottovalutato e gli incentivi sono pochissimi. Tuttavia nonostante il disinteresse da parte delle istituzioni e delle principali associazioni di categoria, qualcosa sembra si stia muovendo. Si inizia a parlare, a confrontarsi tra colleghi imprenditori, anche grazie a blog come questi che ci permettono di aprire gli occhi sul mondo e di crescere grazie alle esperienze di altri che vengono finalmente condivise.