Il caro bollette costringe gli hotel alla chiusura 

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Un coro unanime chiede un intervento urgente del governo contro il caro energia. Associazioni di categoria e operatori del comparto ospitalità sono tutti d’accordo: senza un intervento governativo le ripercussioni sulla filiera del turismo saranno davvero pesanti. 

Nei giorni recenti anche Federalberghi ha rinnovato la sua richiesta di aiuto alle istituzioni tramite il suo presidente, Bernabò Bocca.  

A che punto sono le richieste sul tavolo dell’esecutivo? 

 

Non c’è più tempo

 

Come riporta Il Sole 24 Ore, Bocca ha parlato chiaro: deve intervenire subito l’attuale governo, senza aspettare che si insedi quello nuovo. La situazione è molto complicata e ogni giorno che passa avvicina sempre di più alcune strutture ricettive alla chiusura forzata. 

“Serve un intervento subito, per il governo che si andrà a insediare, ma anche per quello ancora in carica: trovare una soluzione per il costo dell’approvvigionamento energetico deve essere un’assoluta priorità. Ci deve essere un intervento come per il Covid.” Così il presidente di Federalberghi ha lanciato un monito alle istituzioni, sulla scia di quanto già richiesto dal presidente Federalberghi della regione Toscana, Daniele Barbetti. 

Le ingenti spese delle bollette degli hotel esauriscono i guadagni degli imprenditori, tanto che sempre più persone fra loro stanno seriamente pensando di chiudere l‘attività nel prossimo periodo, dal momento che potrebbe essere più conveniente che restare aperti

Questa situazione, a dir poco paradossale, ha già portato alcuni albergatori, dislocati perlopiù in Friuli Venezia Giulia e in Puglia, a chiudere (temporaneamente) la propria attività. A questo proposito, Bocca ha dichiarato che “il caso degli alberghi del Salento non sarà l’unico. Nel prossimo mese ne vedremo tanti altri, la situazione per il nostro settore è drammatica e non possiamo permetterci di aspettare il 2024.”  

Il costo delle bollette per ciascun hotel è, a oggi, sei volte maggiore di quello del 2019. Terminati i mesi di alta stagione in cui il fatturato poteva coprire l’aumento delle bollette, senza un intervento istituzionale molte attività saranno presto costrette a chiudere. 

 

Incubo disoccupazione

 

Dopo due anni di pandemia finalmente un’estate ai livelli del 2019, certificata anche dall’analisi congiunta Assoturismo-Confesercenti. Nemmeno il tempo di godersi il momento che la filiera dell’ospitalità è di nuovo in crisi, per le motivazioni sopra citate. 

Per raccontare al meglio la drammaticità della situazione, Bocca ha portato l’esempio del suo gruppo Sina Hotels: “Spendiamo 100 mila euro al mese per ogni albergo, in pratica ci bruciamo le entrate di quest’anno con gli extra costi energetici da luglio a fine anno. Non si può chiedere alle aziende di lavorare in perdita e non si può dire che bisogna avere pazienza perché nel 2024 saremo autonomi: a quella data bisogna arrivarci e per un’azienda non è facile.” 

Se le aziende chiuderanno, molte persone resteranno senza lavoro. Il rischio concreto è di avere un milione di disoccupati nel prossimo periodo.  

Per scongiurare questo scenario negativo, anche l’Unione Europea dovrebbe dare man forte all’Italia: “Siamo l’anello debole della catena. I tedeschi hanno avuto il super investimento del governo, i francesi hanno il nucleare e noi rimaniamo con il cerino in mano, anche perché non possiamo sapere quando finirà questa crisi. Non è possibile che sia così: la politica intervenga e lo faccia subito” – ha chiosato Bocca. 


In altri articoli abbiamo già ribadito la necessità di interventi urgenti a sostegno del mondo dell’ospitalità. Ci uniamo alle richieste di Bocca: non è possibile non fare niente per salvaguardare un settore che, a pieno regime lavorativo, contribuisce al Pil italiano in misura del 6.4%, arrivando al 9% se consideriamo tutto l’indotto. 

In attesa di capire come si muoverà il nuovo governo, scoprite qual è stato il valore aggiunto della stagione estiva da poco conclusa.