BTO 2013 Live: Gigi Tagliapietra: Io ci Suono
4 Dicembre 2013Gigi Tagliapietra, definito “mastro tecnologo”, tratta l’interessante argomento turismo e musica in un panel introdotto da Roberta Milano. Quello tra turismo e musica è un connubio spesso sottovalutato che nasconde enormi potenzialità per la promozione del territorio.
Ma pensare la musica come semplice scusa per promuovere una location è riduttivo. Dovremmo vederla piuttosto come linguaggio comune che avvicina i luoghi e i suoi ospiti in un rapporto che può creare fidelizzazione o, ancor più, senso di appartenenza.
Quello di Tagliapietra è un panel che si discosta da quelli ordinari: più che know-how, Tagliapietra ha voluto trasferirci un’ispirazione, quella per un turismo che torni ad attingere energia dalla musica.
Gustav Mahler iniziò la sua nona sinfonia con un “la” universale: voleva che tutto il mondo, l’orchestra, ogni singolo musicista, si intonasse sulla stessa lunghezza d’onda. È una vibrazione che dà inizio alla grande musica del Novecento, ma è anche un portentoso ritorno alle origini.
Le vibrazioni, che scuotono, che mettono in agitazione le molecole: da qui dovremmo partire per creare una musica dell’accoglienza. In fondo la fisica, l’universo, non sono forse una sinfonia?
Tagliapietra ci ricorda che siamo immersi da sempre in una sinfonia, e il silenzio non esiste. Anche Einstain diceva che tutto è in vibrazione, in movimento, anche le cose lontane che non riusciamo a percepire.
Noi non ascoltiamo solo con le orecchie, ma con tutto il nostro sistema. Il nostro cervello ascolta i suoni come percepisce gli odori. La musica è uno strumento primordiale che aiuta a condurre gli eserciti e a muovere le emozioni e il cuore. Oppure a comprare.
Può muovere manifestazioni, sogni, speranze. La musica ha sempre gridato quello che non riuscivamo a dire. È stato dimostrato scientificamente che il modo migliore per comunicare con gli altri è la musica… perché è universale.
La musica è italiana
Non dobbiamo dimenticare che molti strumenti musicali sono nati in Italia, come il violino e il violoncello. Qui è nata l’opera. Persino l’mp3 è nato in Italia. Spesso non si dice, non si racconta, ma la musica potrebbe diventare uno straordinario trampolino di ospitalità qui da noi.
“Non usiamola solo per vendere panini” dice Tagliapietra: non è un gadget per far vendere un detersivo. Usiamola meglio, in modo distintivo. Capiamo le grandi opportunità in Italia per valorizzare le nostre eccellenze.
L’Italia dovrebbe ritrovare un proprio suono, oltre a un proprio brand: partendo dalla musica per emozionare i viaggiatori.
“Immaginare che tutta una terra possa vibrare e suonare è fantastico”: dare voce e suono allo spazio è una cosa magica. Le nostre regioni dovrebbero tornare a fare musica, dalla Basilicata alla Puglia con la sua taranta, fino alle Dolomiti, si deve tornare a valorizzare la musica come mezzo per far risuonare il territorio e attrarre locali e turisti per creare una connessione assolutamente nuova.
Quello che la gente sta cercando è il benessere: la musica e il territorio possono dare la pace e il benessere che nemmeno una spa può dare.
Cosa fare in concreto per dare musica all’Ospitalità?
Un Paese che non sfrutta la musica per migliorare l’esperienza dei propri ospiti è come un motociclista che possiede una moto da corsa e non ci sale, non l’accende neanche, sostiene Tagliapietra.
Non mettetela negli ascensori, donatela agli ospiti. Capite insieme alle istituzioni che servono spazi per fare musica, per condividerla con i turisti.
In Nord Europa si fanno le scuole di musica per creare un pubblica educato al bello: “Oltre agli zucchini a km 0 dovremmo riscoprire gli artisti e i musicisti a km 0″. I compositori italiani che magari sono seguiti in tutta Europa e non li conosce nessuno da noi. Non siamo ancora capaci di valorizzare la nostra tradizione musicale e nemmeno i trend emergenti.
Non siamo solo Pavarotti e Mandolino ed è necessario che lo facciamo percepire anche all’estero. La musica può aiutare a muovere importanti flussi turistici se fatta bene e con qualità.
Se vogliamo scendere nel ramo Ospitalità, e di come si potrebbe utilizzare la musica all’interno dell’hotel, dovremmo ricordare che quando si parla di storytelling, anche con la musica si può fare una narrazione: a seconda del target a cui ci rivolgiamo, possiamo scegliere un suono che faccia da calamita.
“Solo entrando in armonia e sentendo le vibrazioni dei nostri luoghi, il viaggiatore dimenticherà quello che è scritto sul passaporto.”
“Pensate al fatto che la cosa più belle della musica è vibrare assieme. Il fatto che ognuno possa dire in un posto IO QUI CI SUONO.” E guai a chi dice che questo panel non parla di turismo, dice Carniani. Perché l’Ospitalità assomiglia alla musica più di quanto pensiamo, e se facessimo più ospitalità sfruttando le potenzialità attrattive della musica – aggiungiamo noi – la nostra ospitalità sarebbe certamente migliore.