Assistenti vocali in hotel: il futuro sta tutto nella voce
8 Gennaio 2019Gli smart speaker come Alexa e Google Home potrebbero essere la “next big thing” per l’ospitalità e non solo.
Questi strumenti hanno tutte le carte in regola per diventare i nostri compagni abituali proprio come gli smartphone. In tema di viaggi, potrebbero trasformare il modo in cui prenotiamo un hotel e cambiare la nostra percezione del soggiorno e del servizio. Ma forse questa è solo la punta dell’iceberg.
Una forte crescita a livello globale
Che gli smart speaker – o smart assistant – non siano soltanto dei simpatici strumenti per nerd e amanti della tecnologia lo dicono anche le stime. Già ad agosto 2018 l’azienda Canalys affermava che questo mercato è cresciuto del 187% a livello globale nel secondo trimestre dell’anno.
A guidare le vendite c’è Google, che ha conquistato oltre il 30% del mercato, seguito da Amazon, al 24,5% delle quote, in leggero calo rispetto al periodo precedente. Google ha venduto 5,4 milioni di device mentre Amazon 4,1 milioni, la maggior parte dei quali ha raggiunto gli Stati Uniti (58-68%) seguita dalla Cina.
Entro il 2024 il mercato degli smart speaker potrebbe valere 30 miliardi.
Gli assistenti vocali in hotel: massima personalizzazione del soggiorno
A giugno dell’anno scorso Amazon diramò un comunicato in cui annunciava la nascita di Alexa for Hospitality, un programma speciale per adattare gli assistenti vocali alle camere degli hotel.
Per accedere a maggiori informazioni, era necessario richiedere un invito, ma a distanza di sei mesi la situazione non è cambiata. Sappiamo solo che Marriott ha dichiarato che avrebbe installato i preziosi assistenti vocali in alcuni hotel selezionati del gruppo, personalizzando i device in base al target principale della struttura.
Certo è che avere degli assistenti vocali in camera sarebbe un bel passo avanti per ottenere quella tanto agognata personalizzazione del soggiorno che faccia sentire il viaggiatore a suo agio, sempre seguito da “qualcuno”.
Gli assistenti vocali sono pensati in modo e maniera da dare l’illusione di essere un individuo: non è un caso che il 41% di coloro che hanno uno smart speaker, abbia l’impressione di parlare a un amico o a un’altra persona, a cui si rivolge con tanto di “grazie”, “scusa” e “per favore” (fonte: Google).
Più che per accendere e spengere le luci, le persone usano questi strumenti per arricchire la propria vita. In hotel, sarebbero perfetti per migliorare l’esperienza di viaggio.
Se andiamo a guardare quali informazioni gli utenti vorrebbero dagli assistenti, vediamo infatti che il 52% vorrebbe ricevere offerte, sconti e promozioni oppure consigli per rendere la propria vita più semplice (48%) o ancora informazioni su eventi e attività future (42%).
Insomma, un assistente vocale personale in albergo, sarebbe un po’ come avere a portata di mano un genio della lampada, sempre pronto ad esaudire i tuoi desideri. Cosa che spesso in hotel i concierge ancora faticano a fare.
Il futuro è della voce, in qualsiasi strumento sia
Se è vero che le vendite degli assistenti vocali sono in crescita, c’è chi pensa che il futuro stia sì nella voce, ma non negli smart speaker di cui si parla tanto.
In un bell’approfondimento sul tema di recode, emerge che in realtà il mercato sta volgendo lo sguardo verso obiettivi che vanno ben al di là di questi strumenti.
“Gli smart speaker, come le rotelle che si mettono alla bici dei bambini per imparare a pedalare, stanno spingendo sempre più persone a parlare al loro device. Comunque, il futuro della voce probabilmente non saranno gli speaker. I più grandi produttori di speaker hanno tutti aggiunto uno schermo al loro assistente. La Samsung, intelligentemente, ha messo l’assistente vocale Bixby dentro le sue TV, che hanno il potenziale per diventare uno smart assistant centralizzato.
L’elemento chiave è l’assistente vocale, indipendentemente da quale sia il device in cui si trova. Gli smart assistant scivoleranno in ogni aspetto della nostra vita e saranno disponibili sia a casa che fuori.”
Non è un caso che oggi sia uscita la notizia su TechCrunch che Google stia piazzando il suo assistente vocale dappertutto, dai telefoni alle tv, dalgli smartwatch ai tablet, con l’obiettivo di aver raggiunto entro la fine del mese 1 miliardo di device.
Insomma, forse i piccoli speaker di Amazon e Google sono solo un primo, timido tentativo di trasformare la nostra vita, ma c’è da scommettere che prima o poi ogni hotel avrà il suo bravo assistente vocale, che offra ai viaggiatori informazioni, suggerimenti e magari persino compagnia.
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