Albergatori, diventate costruttori di sogni!
17 Gennaio 2014Ogni anno a gennaio tutto il settore del web marketing turistico è in fermento per rispondere sempre alla stessa identica domanda: quali sono le best practice da adottare per l’anno nuovo? Su cosa deve concentrarsi l’albergatore?
Non si fa che parlare di nuove tecnologie, di nuovi device, di nuove strategie di revenue management. A volte sembra che il focus di tutto si sia spostato su un piano pericolosamente inclinato che privilegia l’online rispetto all’offline. Mentre i due universi sono complementari e anzi, il primo nasce e cresce solo grazie al secondo.
Noi possiamo insegnarvi a curare il vostro sito ufficiale, a leggere i dati della web analytics, a ottenere il massimo dalle campagne social o PPC. Ma questo resterà sempre il corollario di un teorema da cui deriva ogni cosa: il saper fare ospitalità e accoglienza in linea con le aspettative del cliente. A volte superandole.
2014: un anno sfidante
Non sono i cambiamenti di Google o i nuovi metamotori di ricerca che dovreste temere in questo 2014. Sono casomai le esigenze di un pubblico in continuo cambiamento, sempre più esigente e, soprattutto, assetato di genuinità e di diversità.
Nell’articolo L’Economia delle Relazioni: cosa sarà del Turismo nei prossimi 10 anni, realizzato dal gruppo IHG per identificare le nuove tendenze in fatto di ospitalità, si delinea con chiarezza questo nuovo viaggiatore:
“Nel futuro i rapporti umani diventeranno una vera e propria moneta, una nuova ‘economia delle relazioni’ in cui i consumatori si aspettano soprattutto un’esperienza di viaggio che sia unica e rilevante. Per gli hotel, questo significherà ridefinire l’approccio del servizio e personalizzarlo in modo da poter costruire relazioni sociali con i clienti a un livello ben più profondo.”
L’utente di oggi, di contro alla globalizzazione imperante in ogni settore, sembra muoversi a caccia dell’esperienza di viaggio “definitiva”. Un’esperienza che sfugge al pacchetto preconfezionato, ai luoghi comuni e alla standardizzazione per trasformarsi in qualcosa di sommamente personale e individuale.
Questa per noi è la sfida più alta del 2014 per l’hotel: quanto sarete capaci di personalizzare e diversificare l’esperienza di viaggio del vostro ospite?
Per elevarvi al di sopra della massa uniforme di hotel su portali e intermediari ci vuole ben più di un buon sito e di un buon booking engine: ci vuole uno sforzo che superi il concetto stesso di Ospitalità come oggi la intendiamo.
D’altronde ne va dei vostri guadagni e delle vostre percentuali di disintermediazione.
Solo gli hotel che avranno una marcia in più, che sapranno creare un’esperienza “customer-centric” e spingersi fino all’ “overdeliver”, potranno sfruttare le opportunità offerte dalla democrazia delle recensioni e superare indenni le difficoltà di emergere online.
Diventare costruttori di sogni
Se la prima fase del processo decisionale che guida l’utente alla prenotazione del viaggio è il sogno, allora l’hotel deve diventare “costruttore di sogni”.
Diciamo la verità: chi viaggia lo fa da sempre per mille motivi, ma soprattutto per fuggire dalla realtà. Per due giorni, due settimane o un mese, l’ospite “stacca la spina”: mette la sua vita comune in modalità off e il sogno in modalità on.
È in questo contesto che l’hotel deve diventare un’esperienza dentro l’esperienza, un viaggio dentro il viaggio. Coprotagonista attivo nella costruzione del sogno assieme al viaggiatore stesso.
Dovrete essere capaci di creare un’esperienza che – passatemi la banalità – sia davvero unica e indimenticabile. Qualcosa che resti indelebile nella mente del viaggiatore.
Un’esperienza che cominci lontano, magari sulle pagine di un blog o sulla bacheca di un social network e che poi si concretizzi in realtà, nel soggiorno vero e proprio.
Come si diventa costruttori di sogni?
Nei nostri innumerevoli corsi di formazione in tutta Italia abbiamo conosciuto molti albergatori. Ce ne sono alcuni che non dimentichiamo: hotel piccoli, con un sito ufficiale disastroso, magari persino senza booking engine, ma che vanno alla grande. Occupazione sempre alta, alto tasso di disintermediazione e una brand reputation da far invidia al Burj-al-Arab.
Che cosa li distingue dagli altri hotel?
- In primis la totale devozione all’ospitalità nel vero senso della parola: questi albergatori e il loro team hanno l’ospitalità nel DNA e non si accontentano se non di dare il massimo ai loro ospiti, anche a scapito delle revenue a breve termine.
- In secondo luogo, sono capaci di ascoltare. Lo abbiamo scritto la scorsa settimana nell’articolo Identikit del perfetto albergatore 2014: saper aprire le orecchie, in hotel come sul web, è una conditio sine qua non per costruire un’esperienza di viaggio che soddisfi davvero appieno l’ospite.
- In terzo luogo, questi albergatori hanno saputo, anche nel loro piccolo, strutturare una Unique Selling Proposition forte e solida difficilmente replicabile.
Detto questo non voglio dire che l’albergatore debba concentrarsi solo sull’ospitalità senza tener conto delle buone pratiche di web marketing, ma tutto ciò che è tecnologico deve essere al servizio della buona ospitalità e non viceversa. Perché un bel sito internet non può colmare le inefficienze del servizio, come una bellissima camera non può, da sola, permettervi di raggiungere il top delle classifiche su TripAdvisor.
Non c’è una formula magica per diventare costruttori di sogni, ma lasciatemi dire che la strada per diventarlo è lastricata di coraggiose scelte, non di buoni propositi.
Fermatevi e ascoltate. Imparate a farvi guidare non dalle esigenze di portafoglio, ma dalla percezione di ciò che sta a cuore ai vostri ospiti. E pensate in grande, siate creativi, osate. Imparate a cambiare come cambia il mercato e come cambiano i vostri clienti. Non vi accontentate di essere bravi, ma abbiate il coraggio di essere diversi. Non solo dai vostri competitor vicini, ma da tutti gli altri hotel al mondo. Avete tutti gli strumenti per farlo: tecnologici e non.
Commento da info@hotelolimpico.it — 18 Gennaio 2014, alle ore 13:55
Complimenti.
Bellissimo articolo, parole sacrosante!
Saluti a voi tutti
Gaetano Serluca
Hotel Olimpico
Commento da marghe — 20 Gennaio 2014, alle ore 09:08
Grazie Gaetano… so che tu ci credi nei sogni dei tuoi clienti e che averci investito ti ha ripagato! 🙂
Commento da Antonio Greci — 23 Gennaio 2014, alle ore 06:39
Questo articolo mi ricorda il titolo di un libro scritto da un veterinario inglese: “Cose sagge e meravigliose”. Ammiro gli albergatori creativi che con la “valigia” partono alla ricerca del proprio cliente ideale per soddisfarne i “desiderata”. Per essere creativi è necessario confrontarsi con l’altro, imparando ad ascoltarlo. E’ necessario avere anche un minimo di basi culturali, per esempio ogni tanto leggere un libro, (non sto scherzando) e soprattutto essere ottimisti, positivi, insomma crederci. Purtroppo il web ha impoverito le capacità di iniziativa delle nuove generazioni. Non parlo, ovviamente degli start up, quelli sono un caso a se, parlo di chi deve confrontarsi con la realtà di tutti i giorni, magari ereditata e obsoleta. Sono diretto testimone di un “sales manager” che sa usare il web ma che per trovare clienti ha telefonato alla direzione di un centro fiere per chiedere l’elenco con gli indirizzi degli espositori per poter fare del web mailing. (non sto scherzando). Ora posso capire che il poveretto (alquanto sprovveduto) non abbia avuto le migliori condizioni per fare marketing (come si diceva una volta) ma addirittura chiedere un elenco di nominativi supera ogni immaginazione… . Quanto ce ne sono di questi improvvisati managers? Ecco perché parlo di albergatore creativo e di una valigia piena di sogni da proporre al mercato. Per fare questo sono necessari tanti ingredienti, il più importante sono le risorse economiche. Poi l’immaginazione. La realtà odierna, purtroppo, per i piccoli, ovvero la maggioranza degli alberghi, si chiama “guerra dei prezzi”.
Sono loro a soffrire maggiormente ma questo è un’altro discorso, sul quale sarebbe necessario un altro “pistolotto” come il presente.
Commento da marghe — 23 Gennaio 2014, alle ore 09:12
Ciao Antonio, ma sai che invece io credo che siano proprio quelli “piccoli”, che magari non hanno neanche tante risorse economiche, che spesso hanno un punto di vista privilegiato sui loro clienti? Che hanno un rapporto familiare, quasi intimo con loro, e che possono sapere al dettaglio quello che vogliono (abbiamo diversi clienti così, davvero ammirevoli).
Certo poi come dici tu ci vuole creatività, ottimismo e anche un po’ di cultura perché sennò il sapere ascoltare non produce nulla, ma non sono certa che le risorse economiche siano la risposta. Certo, con i soldi è più facile, ma non sono indispensabili per diventare “costruttori di sogni”.
E quanto al web, l’ideale sarebbe che i manager o chi si occupa dell’hotel imparasse a capire che il web è il giusto corollario per questa attività, che è un mezzo, non un fine, e che non serve solo per ottenere prenotazioni dirette, ma anche per ispirare, far sognare, far nascere desideri. Perché l’utente comincia a viaggiare molto prima di salire su un aereo o su un treno (e te lo dice un’assidua viaggiatrice… della mente:-)).
Commento da Antonio Greci — 23 Gennaio 2014, alle ore 10:09
Ciao Marghe,
apprezzo il tuo intervento. Ammiro i clienti che valorizzano la relazione interpersonale con il cliente. Vorrei essere più positivo. Purtroppo, oggettivamente, ciò che fa fede, a mio modesto modo di vedere, è il numero di strutture che hanno chiuso, negli ultimi due anni, per fare un esempio, sulla costa romagnola. Se poi entro nel merito dei centri storici, percepisco una tensione maggiore, in particolare negli albergatori che hanno costi elevatissimi, rispetto alle potenzialità delle loro strutture. Sono certo che l’italica inventiva non alzerà bandiera bianca, certo è che se per fare un piccolo esempio, ci fosse una pressione fiscale più congrua, una partecipazione competente delle istituzioni , una ….ecc. ecc. .tutte chiacchiere, tanto non ci sono i fondi. Credo che tutti quei piccoli che ora si fanno la guerra dei prezzi, spariranno, gli altri, quelli che rischiano “immaginando il futuro”, sopravviveranno…, forse. Merghe, se guardiamo i numeri, la realtà dei fatti non è rosea e tu lo sai meglio di me. Per creare è necessario avere un amore platonico per l’oggetto del nostro desiderio. (per Platone l’amore era un mezzo attraverso cui rispecchiare noi stessi nell’altro.).Come? Partiamo dagli oggetti dei desideri per noi potenzialmente utili. Proviamo a trasferire questo desiderio (questo amore) nei nostri potenziali clienti. Che ne dici di questo concetto interpretativo della comunicazione di massa?
Commento da marghe — 23 Gennaio 2014, alle ore 10:37
Eh sì Antonio, la situazione non è rosea, lo ammetto, anche se devo dire che tanti nostri clienti – piccoli e grandi – ci lanciano segnali positivi. Ma noi stiamo in Toscana che, si sa, è un po’ un’isola felice per molte cose 🙂 quindi forse la mia visione è un po’ edulcorata…
Detto questo preferisco essere ottimista e pensarla come te: sviluppiamo amore per i potenziali clienti… che non è tanto scontato!
Hai letto il pezzo sul manager che rispondeva male alle recensioni su TripAdvisor? Vedessi quanti albergatori direbbero che ha fatto bene! E questo la dice lunga sull’amor platonico per gli oggetti del desiderio…
Mi dispiace, io sono molto rigida al riguardo: è come il commesso sgarbato che si incavola se tiri fuori una maglia perché gliela spiegazzi. Certe persone dovrebbero farsi un esame di coscienza e forse, dovrebbero cambiare lavoro!