Face-to-face con Neil Salerno: perché passare dal “Revenue” al “Profit Management”
23 Giugno 2010Neil Salerno, uno dei maggiori esperti internazionali di Revenue Management e Web Marketing Turistico, svela in un’intervista esclusiva con Booking Blog, i punti chiave del successo per l’hotel nel ventunesimo secolo.
Con dichiarazioni estremamente forti e concise, Salerno condanna le pratiche di Revenue che non tengono conto della gestione del budget e del profitto, riconferma il ruolo centrale del sito ufficiale come strumento principe per il marketing dell’hotel, proclama TripAdvisor come miglior canale di vendita dei nostri tempi e stronca il successo di Facebook e Twitter, dichiarandoli a suo parere “incompatibili” con il mondo dell’ospitalità.
Di seguito troverai l’intera intervista in lingua originale, oppure scarica il PDF dell’intervista in italiano: buon lettura!
- Do you think European Hospitality is actually already recovering? When do you think it will actually do, if not now?
Yes, I believe that the recovery is underway. This situation will continue to improve through 2010. The early leaders are those hoteliers who continued a high level of marketing even when it was difficult.
- In your opinion, what revenue management strategies have actually produced best results in this period of economic crisis? Do you think they could be still effective in this moment or hoteliers should develop new ones?
I believe that those hoteliers who managed their expense management will be head and shoulders ahead of those who only concentrated on building revenue alone.. I am all in favor of renaming “revenue management” to “profit management”.
- Could you tell us more about the shift from “revenue” to “profit management”?
For a long time, I have believed that the term revenue management was inadequate to proper describe the true purpose of the function. The original term “yield” management was much more descriptive of the true goal, which is the adjustment of rates and inventory to produce a greater yield of “profit” to be gained by increasing bottom-line dollars (Euros) from current demand. If hoteliers would keep their focus on the end goal (profit), they might better understand the revenue management function.
- Prices and stars are not enough to diversify your property from other hotels. What advices would you give hoteliers to create the right USP and actually distinguish their hotels form competitors?
I believe that this has not changed in many years; emphasizing destination and service creates perceived value. Value sells rooms, not price.
- Recently hoteliers keep on criticizing TripAdvisor and other reviews web sites because they are really skeptical about the authenticity of online reviews. Do you consider web sites like TripAdvisor as a resource or a threat for the hotels?
TripAdvisor is the best sales tool our industry has ever seen. Too many hoteliers have yet to learn how to use it to sell the third-party endorsements derived from review sites. The only hoteliers who fear review sites are those who have poor operations and service and don’t know how to improve them.
- Many Hoteliers this year are going to invest their online budget mainly on social media marketing and mobile marketing. What is your opinion about these choices?
I believe that the only beneficial social media sites are those which concentrate on travel, like TripAdvisor. Facebook users may now have an opportunity to obtain some benefit with further development of their “like” link strategy. Frankly, I don’t know of even “one” hotel that has actually benefitted from Facebook or Twitter. These social media are not compatible for the hospitality industry. Marketing one’s proprietary website will be the key to success.
- How much is important the direct online channel and what conversion rate should a hotelier aim to through the official website?
I believe that a hotel’s proprietary website will continue to be the one necessary marketing tool. I look for a conversion rate of 5 to 10 percent or more of site visitors.
- What strategies or actions (structural and marketing ones) would you recommend to hoteliers to make their websites more efficient?
I firmly believe that a hotel website needs to serve two masters (search & sales). I see too many hotel sites which are designed for neither. Hoteliers who have turned to technical designers (instead of hotel marketers) to design their websites tend to receive a site which might be visually attractive, but totally dysfunctional from a marketing standpoint. The designer must understand “how and why people choose a hotel”.
- What do you consider the most important elements of the website (structure and contents) to pay attention to, in order to obtain the conversion rate you have suggested?
Search-friendly design, properly written sales text which is keyword rich, and a properly developed rate structure.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 24 Giugno 2010, alle ore 16:18
Value sells rooms, not price. not at all. Value is strictly combined with price to generate the willingness to pay of a guest.
So
value + price = willingness to pay/buying process.
The revenue manager works on revenue not on costs, he can have a look at them but he cannot work on them.
this is for the supply office, if the revenue manager works everyday on selling best the rooms, does he can take time to control how much time is spent in cleaning a room? the answer is no.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 25 Giugno 2010, alle ore 11:46
@Stefano:
Oggi ce l’ho con te! 🙂
E’ il valore del prodotto che genera l’acquisto.
Ti faccio un esempio:
Immaginiamo che tu gestisca un Hotel.
Il tuo Hotel ha una tariffa da 110 Euro per notte a camera
Il tuo Hotel competitor ha anche lui una tariffa di 110 Euro per notte a camera.
Tu stai vendendo quindi allo stesso prezzo del tuo competitor.
In che modo si riesce a determinare la discriminante che porterà il cliente che prenota a prenotare il tuo albergo rispetto al tuo competitor?
Solo in base al tipo di valore che il cliente finale da al tuo prodotto rispetto a quello che da al prodotto tuo concorrente. Ecco dove Neil enfatizza la necessità di dare valore aggiunto (potremmo anche chiamarlo vantaggio competitivo) al prodotto in modo da creare e/o enfatizzare il tuo prodotto rispetto alla concorrenza. Non è quindi il prezzo a creare differenza ma è il valore percepito dal cliente che è la maggiore discriminante.
Relativamente alla seconda parte del tuo intervento, ricordi qualche mese fa dove discutevamo delle competenze necessarie e delle aree da coprire da parte del Revenue Manager?
Ebbene, qui si definisce (finalmente!) che le competenze di un Revenue Manager non sono solo atte alla massimizzazione degli incassi, che se non di concerto con i costi, si vanno ad azzerare rendendo vano qualsiasi sforzo e generare un aumento dei profitti nullo se non minore.
Mi spiego meglio:
(cifre puramente esemplificative e non tengono conto della fluttuazione dei costi variabili)
Un albergo ha un Room Revenue anno pari ad 500.000 Euro.
Lo stesso albergo ha 350.000 Euro di costi anno.
Pari ad un GOP di 150.000 Euro
Con l’intervento di un Revenue Manager, i ricavi dell’albergo aumentano a 550.000 Euro nell’anno successivo. L’aumento dei ricavi è stato generato attraverso la strategia del volume, pertanto la maggior occupazione della struttura ha implicato maggiori costi valutabili in circa 50.000 Euro rispetto allo scorso anno:
Ricavi dell’albergo con un Revenue Manager 550.000 Euro/anno
Costi dell’albergo con strategia del volume 400.000 Euro/anno
Pari ad un GOP di 150.000 Euro
“Ti prego di prendere il suddetto esempio con le pinze, sono cosciente e consapevole che vi sono molte ma molte più variabili all’interno della gestione economico-finanziaria di un’azienda alberghiera.”
Praticamente alla fine del secondo anno hai mosso l’acqua nel mare con maggior dispendio di energie per ottenere lo stesso risultato.
Ergo: chi te lo fa fare?
Ecco quindi la necessità di un coinvolgimento attivo sulla gestione/ comprensione/applicazione dei costi di gestione.
Un aumento di revenue senza un controllo corretto dei costi non sempre genera maggior profitto.
Buon lavoro e buoni costi a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Giugno 2010, alle ore 12:41
sulla prima parte continuo a dire che VALORE e PREZZO sono entrambi fondamentali e uniti, combinati nel processo di acquisto.
Il PREZZO contiene inoltre dentro di se una parte del concetto di VISIBILITà che oggi è prioritario alla vendita, se non ti vedono non ti comprano. Quindi terrei conto sempre di entrambi gli elementi.
Sulla teoria dei costi non sono d’accordo, una volta che il revenue manager ha SUPERATO IL COSTO MARGINALE nella vendita di una camera, il resto è compito di ottimizzazione del fatturato attraverso la massimizzazione di ogni singola vendita. I costi vanno controllati ma io non penso sia compito del revenue manager, mi immagino sempre a litigare con l’albergatore per la marca di marmellate in sala colazione..
Commento da Riccardo Cocco — 25 Giugno 2010, alle ore 13:50
@Stefano:
Con quanto da te espresso mi convinci sempre di più che l’approccio al Revenue Management in una struttura deve essere seguito da un Revenue Manager che opera nella struttura stessa e non in modo remoto.
Il lavoro alberghiero deve essere sviluppato in modo congiunto e coordinato, si lavora in team e non si lavora a compartimenti stagni.
Il lavoro a compartimenti stagni ovviamente si riflette sul servizio erogato a discapito della clientela che per contro dopo aver appreso della visibilità attraverso il prezzo (come dichiari) ti da maggior visibilitò tramite Trip Advisor ma in questo caso visibilità negativa.
Il lavoro del Revenue Manager è un lavoro che prevede l’andare a braccetto con tutti i reparti: sia uffici (Amministrazione, personale, ecc.) sia con operativi (F/O, F&B, ecc.).
Non si può prescindere da questo se si persegue la strada del profitto.
Ed il profitto è l’anello di congiunzione che incolla definitivamente tutti i reparti di una struttura tra di loro aprendo/spalancando i portelli stagni che fino ad oggi hanno regolato la gestione di molte strutture.
Buon lavoro e buona apertura dei portelli stagni a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Giugno 2010, alle ore 15:25
ciao riccardo non mi trovi d’accordo,
io ho un ottimo rapporto con le struture per cui lavoro, soprattutto coi receptionisti, svolgo delle riunioni settimanali vis a vis e sono raggiungibile via telefono e via mail. Il revenue manager deve pensare al profitto e l’hotel manager (che spesso è anche il proprietario) deve pensare alla qualià del prodotto che offre, deve quindi riappropriarsi del conceto di buona ospitalità, comunque sono punti di vista e accetto il tuo.
io controllo costantemente la reputazione del brand perchè è connessa alla tariffa, ma nn entro nel merito dei problemi del personale, suggerisco dei problemi ma sempre che la struttura pensa a risolvere, e poi se pensi h24 all’ottimizzazione delle vendite il tempo per pensare al resto dove lo trovi?
S.
Commento da GiuseppeHMS — 25 Giugno 2010, alle ore 18:40
Ciao a tutti, sono nuovo del forum e posso dirvi che ho trovato molto interessante l’intervista di Neil Salerno riferita al punto 4.
DOMANDA
Le tariffe e il numero di stelle non sono abbastanza per distinguere la propria struttura da quella degli altri. Quali consigli darebbe agli albergatori per trovare la giusta USP e distinguersi realmente dai competitor?
Credo che questo principio sia ancora valido dopo tanti anni: enfatizzare e valorizzare la propria destinazione e il proprio servizio crea un valore percepito. È il valore che determina la vendita delle camere, non la tariffa.
Ancora oggi dice “Neil” “questo principio sia ancora valido dopo tanti anni”. E’ Verissimo perché dagli anni 40 questo principio ha fatto ricche molte aziende.
Secondo me, l’USP è una cosa da non sottovalutare e vorrei farvi conoscere un articolo che ho appena trovato.
hotelmarketingstrategico.com/2010/06/come-creare-la-tua-usp-unique-selling-proposition-e-distaccare-la-concorrenza-da-non-riuscire-a-vederla-mai-piu
Spero di aver contribuito in maniera positiva.
Ciao e buona serata.
Giuseppe
Commento da GIANLUCA1 — 26 Giugno 2010, alle ore 11:02
Ciao Riccardo,
condivido in pieno quanto scritto nell’ultimo post.
Il lavoro in albergo, per come la vedo io, deve essere un lavoro di “team” e tutti devono essere coinvolti. ( f/o e revenue manager su tutti).
Buon lavoro a tutti
Gianluca
Commento da Riccardo Cocco — 26 Giugno 2010, alle ore 21:05
@Stefano,
vi sono delle contraddizioni in quanto esponi, se il tuo focus è il profitto allora come puoi non dedicarti anche al controllo dei costi?
L’ottimizzazione della vendita avviene anche attraverso lo studio e la conoscenza del tuo prodotto con gli occhi di chi lo acquista. Se sei in postazione remota, non riesci a carpire il feeling che quel cliente che sta partendo ha della struttura, e nemmeno quello che quel tizio con le valigie che entra dalla porta si aspetta di vivere la sua esperienza.
Perdonami ma, ovviamente è un mio personalissimo parere, il tuo modo di fare Revenue Management in modo remoto ha limitazioni fortissime che sono certo ne fanno risentire l’azienda.
Buon lavoro e buona “puzza” di albergo a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Giugno 2010, alle ore 10:53
@Riccardo, concordo che si un lavoro in team, ma come ogni organizzazione complessa richiede una divisione di comepetenze/ruoli e responsabilità, non si puo avere il tempo per fare tutti tutto, o supervisionare tutti tutto, a ognuno il suo, il revenue fa i soldi, la cameriera fa le camere pulite, il portiere fa accoglienza; poi per carità parlare dei problemi che sorgono o migliorie ci può stare, se la camera è sporca o pulita incide sulla tariffa, se l’accoglienza è ottima o scandente anche etc..quindi è naturale che impatti sul revenue, ma sempre dico a ognuno il suo.
@tutti
scusate se esco un attimo dal merito della discussione, ma è il post sul revenue,
avete visto l’ultima intuizione di booking.com per andare contro l’albergatore che mette poche camere in allotment, quando cercate una stanza e l’hotel ne ha poche residue:
“ATTENZIONE: 3 camere rimaste. Prenotate subito! Le offerte stanno andando a ruba!”
Come per dire corri! non andare a cercare su altri siti o sul sito ufficiale compra QUI e sbrigati che tra due minuti potresti non trovare più la stanza. Principio della scarsità, generazione di urgenza all’acquisto.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Giugno 2010, alle ore 19:23
@riccardo
il controllo dei costi compete ad altri uffici, come ad esempio l’economato, inoltre il controllo dei costi richiede molto di piu di un revenue manager, è una attività a se a tempo pieno.
il lavoro da remoto non vuol dire non conoscere la struttura, l’utilizzo di continui feedback e di dati storici, unito allo studio dei commenti sui vari social network e alle riunioni settimanali, ti assicuro di fa capire qual’è lo “spirito” di ogni singolo hotel gestito. Probabilmente in questo modo ci vuole piu tempo per capire quel feel ma ci si arriva. Inoltre gestire contemporaneamente piu strutture ti da una visione piu ampia sul mondo del revenue.
S.
Commento da AllaDolceVita — 27 Giugno 2010, alle ore 22:57
Dear Mr Salerno,
che sia il valore percepito, a far vendere la camera, e non il prezzo , è un fattore che si chiama QUALITA’…senza nasconderlo sotto altre sigle e nuove formule alchemiche “appena sfornate”.
Sempre trattandosi di utenza che ha “sensibilità per la qualità”….
Comunicare la qualità è un altro paio di maniche…e qui ne potremmo parlare, MA….solo se evitasse di avallare un sistema MARCIO ed ANTICONCORRENZILE, che va proprio contro quel principio che goffamente e farfugliando frasi ad affetto sta tentando di far passere come suo ed invece non lo è, mentre dovrebbe essere il vero spirito del mercato libero: la premiazione dell’eccellenza e la sana competizione!
…e non me lo rigiri con la frittata , la tendenza ad essere più furbi….perchè a manipolare l’indice di Tripadvisor sono veramente capaci TUTTI!…eh si, proprio tutti!!!!!
La paura è di chi non ha il coraggio di dirla la verità…caro il Mr Salerno!
Perché non dice che i siti di recensioni hanno valore quando la recensione è vera e genuina?!
Perché non ammette che recensioni false , limitano la concorrenza?
Perché non ammette che l’anonimato nelle recensioni è consentito di proposito per avvantaggiare chi si piega alla percentuale di intermediazione più alta?
Perché non dice che neanche volendo , NESSUNO , AD OGGI è in grado di CERTIFICARE una recensione come REALE, AUTENTICA e PROVENIENTE DA UN VIAGGIATORE INDPENDENTE?
Caro Mr. Salerno, la qualità prescinde dalle bugie e la gente parla…
Su una cosa concordo con lei , che il sito proprietario, quando VERITIERO e GENUINAMENTE trasparente, offre una visione di qualità che , colta, porta alla prenotazione.
….ora, gliela pongo io una domanda: come mai si sente di “resuscitare” i siti proprietari, sempre e solo tacciati di vendere il fumo, senza un adeguato riscontro del web 2.0?
…ma non sarà che finalmente la gente si sta accorgendo che è meglio fidarsi dei propri occhi, piuttosto che delle parole di sconosciuti che “forse” scrivono per…pubblicità!
…e lei lo sa meglio di molti, che la pubblicità è una bugia per vendere!
Sig. Salerno continui a fare il guru, ma eviti di vendere ciò che cioccolata non è, pur avendone lo stesso colore.
Distinti saluti
Alla Dolce vita
Ps. Se le sue origini italiane non fossero scintillanti abbastanza da farle comprendere il mio scritto in lingua italica sarò più che lieto di scriverle in inglese….se mai dopo aver lasciato questa intervista, voglia veramente confrontarsi con chi il mercato lo fa ogni giorno!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Giugno 2010, alle ore 08:24
@alladolcevita
la qualità da sola NON vende.
Ciò che vende è PREZZO/QUALITà PERCEPITA, che si incontra con la propensione/volontà all’acquisto del consumatore.
Il prezzo è un valore certamente OGGETTIVO (100 euro è il doppio di 50 euro), la qualità è un valore SOGGETTIVO, ma comunque oggettivabile (giudizi sui social network).
S.
Commento da Riccardo Cocco — 28 Giugno 2010, alle ore 16:06
@Stefano:
Nessuno discute le competenze oggettive, ma come Revenue Manager se non conosci i costi non lavori sul profitto, lavori solo sulla tariffa.
“La qualità da sola non vende”:
Potresti essere così gentile da fare questa affermazione al proprietario del Cavalieri, dell’Hassler e al de Russie tutti di Roma? Sono certo che non li troverai d’accordo.
Buon lavoro e buon Profit Management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GIANLUCA1 — 28 Giugno 2010, alle ore 16:30
@TIRIBOCCHI SU BOOKING.COM.
…SCUSA MA BOOKING.COM FA IL SUO LAVORO…SPERI CHE FACCIA CONVERGERE IL CLIENTE SUL TUO SITO? PER QUESTO DEVI ESSERE BRAVO TU.
SALUTI.
GIANLUCA
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Giugno 2010, alle ore 17:02
@GIANLUCA
e booking.com fa benissimo a fare quello che fa, il “contro” sottointende di allocare un maggiore numero di camere, tutto qui.
Poi tra essere bravi e investire sul payperclick del proprio brand name..
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 28 Giugno 2010, alle ore 17:07
@riccardo cocco
ma scusa ma hassler de russie e cavalieri un listino non ce l’hanno?
che fanno fare delle offerte libere al cliente?
io so quanto mi costa una ferrari.
la qualità senza prezzo non poggia su una base, qualità di cosa rispetto a cosa con quale parametro?
una camere DEVE avere sempre un prezzo e una qualità.
Hai detto bene, i cosi vanno conosciuti, ne va presa conoscenza (come io faccio soprattutto il costo marginale) osservo che si puo migliorare oppure che va bene, ma poi il miglioramento lo attiva un reparto apposito.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 28 Giugno 2010, alle ore 23:04
@Stefano:
si che ce l’hanno ma non è il punto focale, è una variabile marginale.
Se tu vuoi comprare una Ferrari, non chiedi quanto costa.
Se invece non hai volontà di uscire dalla massa e urlare al mondo il tuo vantaggio competitivo che prescinde dal prezzo ma affonda i suoi tentacoli nel valore, allora cambiamo discorso.
Stefano, io non cerco di sminuire ciò che stai facendo, e sono certo che lo stai facendo al meglio delle tue capacità. Voglio soltanto dirti che al di là dell’est….c’è l’ovest! Rimanere aggrappati anche contro la forza del cambiamento, non è sempre positivo.
Buon lavoro e buona tempesta a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 29 Giugno 2010, alle ore 10:03
@riccardo
scusa riccardo ma se fosse vero che il prezzo non conta, o sparisce sotto la qualità, allora la ferrari potrebbe essere comprata a 10.000 euro, oppure a 100.000 o anche a 1.000.000 di euro?
anche i beni ad alto valore, o di lusso, hanno un PREZZO, solo che la loro elasticità è molto bassa, cioè una variazione di prezzo di un bene di lusso influisce poco sulla domanda che comunque resta attiva, ma se si superano certi valori di prezzo la domanda si interrompe, se la ferrari mi arriva a costare come un panfilo da 100 metri me la compro lo stesso? magari mi compro il panfilo, oppure un altra macchina di lusso (bene sostitutivo).
S.
Commento da Riccardo Cocco — 29 Giugno 2010, alle ore 21:14
@Stefano,
stiamo facendo due discorsi diversi.
Io ti sto dicendo che se vuoi differenziare il tuo prodotto rispetto al resto dell’offerta, lo devi fare basandoti sulla qualità e non differenziando il prezzo.
Con il tuo discorso il vantaggio competitivo dei tuoi alberghi è il prezzo, a questo punto, mi viene da pensare (come cliente e quindi con capacità di acquisto) che così come accade per Ryan Air il prezzo è a discapito della qualità. Non è che per far andare al bagno nei tuoi alberghi chiedi 1,50 Euro?? 😉
Buon lavoro e buone minzioni a pagamento a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Giugno 2010, alle ore 08:08
@riccardo
continuo a dire che anche la differenziazione tiene conto di PREZZO/QUALITà sono due realtà a braccetto.
Il vantaggio competitivo è nella USP, ma ha necessariamente un prezzo associato.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 30 Giugno 2010, alle ore 17:41
@Stefano:
Il vantaggio competitivo non per forza è un USP e non necessariamente deve essere associato ad un prezzo.
Il vantaggio competitivo di un’azienda potrebbe essere (solo a scopo puramente esemplificativo):
La velocità di risposta alle esigenze del cliente;
L’accuratezza nella fatturazione;
Il servizio reso al cliente;
La cura nella pulizia delle camere;
il wi-fi gratuito;
la bottiglia d’acqua gratuita;
Il brand;
ecc.
Come vedi non hanno direttamente a che vedere con il prezzo.
Il prezzo è una componente, con il suo peso d’accordo, ma non è il nodo focale o discriminante.
Cerca di non focalizzarti solo ed esclusivamente sulla vendita in internet, dove in alcuni casi la discriminante può essere il prezzo, ma il tuo business mix non si basa (non si dovrebbe basare) solo sulle vendite internet (sito proprietario o altro).
Un piccolo scenario:
IERI: tariffa stagionale che prescinde dall’occupazione e/o dalla domanda per un dato periodo di tempo;
OGGI: yielding management con fluttuazioni in base al demand forecast;
DOMANI: Profit Management
Io personalmente voglio andare nel futuro, oggi!
Buon lavoro e buon vantaggio competitivo a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Duccio Innocenti — 30 Giugno 2010, alle ore 19:27
@Stefano e Riccardo
scusate se mi intrometto ma temo che spesso il problema sia proprio il Management… Yeld, Revenue, Profit è qualcosa che spesso non vogliono vedere
Però una cosa è certa, chi abbraccia questi concetti o più semplicemente chi è aperto a rimettere in discussione la propria vision ottiene risultati in termini di profitto che nemmeno si paragonano a chi continua a dare la colpa al mercato, tripadvisor, i portali e… al fatto che non ci sono più le mezze stagioni.
Viviamo im un settore dove c’è chi ci chiede di investire sempre di più, di sviluppare nuove funziononalità, migliorare ancora il proprio sito per aumentare il tasso di conversionee e….
dove c’è chi ci chiede di spendere meno per il web marketing, chi si fa fare il booking engine dall’amico informatico, chi deve decidere se utilizzare o meno un channel manager…
il vostro confronto è molto elevato e interessante ma ancor più interessante è la voglia di confrontarsi e quindi di migliorarsi… sempre…
Buoni profitti…
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 1 Luglio 2010, alle ore 07:36
@riccardo,
ciao riccardo il punto è che il grosso degli hotel che gestisco è nel centro storico di roma e a parte qualche convenzione e walk in il contingenete è venduto online. Tutti i vantaggi competitivi da te elencati possono essere racchiusi nel concetto di qualità, e quindi ritorna, (associata sempre a un prezzo). Riconosco che nel futuro ci si possa orientare sul profit management solo che non penso sia compito del revenue, il revenue massimizza le vendite per occupazione e per tariffa, poi se l’albergatore vuole mettere 7 portieri in reception perchè sono suoi amici e gli fa piacere averli tutto il giorno lì che je voi fa, se vuole mettere quella marca di cornetti perchè se la mangia a casa e gli piace troppo e quindi per lui è la migliore, stessa cosa..
E la sezione acquisti degli hotel non mi è mai piaciuta, mancette regalini e chettelodicoafare..etcc.. il mondo online del revenue è piu pulito, lo preferisco.
S.
@duccio
grazie dell’osservazione.
Commento da AllaDolceVita — 5 Luglio 2010, alle ore 09:49
Caro Tiribocchi,
penso che ci sia un problema di comunicazione, a parte la sua convinta benevolenza verso quelli che si ostina a definire “social network” , che invece, ed oggettivamente, sono solamente strumenti iniqui e non trasparenti di vendita anti-concorrenziali ( mi appello alle sue conoscenze di economia , visto che cita l’elasticità …).
I contenuti liberi e generati dall’utenza , per far parte del web 2.0, NON devono essere censurati e sottoposti a regole inique ( vedi Tripadvisor ) e soprattutto non devono essere gestiti da operatori che guadagnano tanti soldi dalle intermediazioni sulle prenotazioni ( Expedia )
…se poi vuole continuare a scrivere di qualità relata: “comunque oggettivabile (giudizi sui social network). “ senza voler di proposito, prendere in considerazione il FENOMENO VERO, PROVATO e RISCONTRATO delle false recensioni positive scritte dagli stessi gestori albergatori, è un suo problema, che ahimè colpisce tutti coloro che invece vogliono competere in trasparenza ed esaltando il concetto di qualità!
Le bugie fanno bene solo a chi non è in grado di competere in trasparenza: e questo è concesso da Tripadvisor che è proprietà di Expedia.
Per tornare “in questio” : la qualità percepita, giustifica il prezzo, per coloro che hanno come filtro primario di ricerca, anche questa variabile.
Fra le altre si annoverano la logistica, la spaziosità dell’alloggio i servizi erogati ed altro.
Quindi, riuscire a comunicare tutto ciò IN TRASPARENZA, è fondamentale.
Molti dei lettori e redattori si continuano ad esaltare per il nuovo “dono di Tripadvisor” al viaggiatore, senza voler vedere la trave che si staglia di fronte agli occhi di chi non ha interesse a voler vedere la verità: le bugie portano vantaggi a chi non è in grado di competere!
Invece, porto all’attenzione dei molti un valore aggiunto oggettivo, che proviene da internet : la geolocalizzazione.
Questo sì, è un valore oggettivo e che ha smascherato proprio quelli che “giocavano” sui 5 minuti a piedi dal centro storico o dal posto di interesse richiamato, senza, in realtà esservi vicini!
Questa è una verità inconfutabile che la rete offre in maniera gratuita e non manipolabile…almeno fino a che Tripadvisor non deciderà di manipolare la toponomastica delle città, hahahahahaha!
DOMANDA PER TUTTE e TUTTI: quali variabili ritenete siano fondamentali per un potenziale ospite in cerca di un alloggio?
La risposta a questa domanda genera, a cascata, una “coriandolite” di strategie di proposizione e vendita….lei sig. Duccio, visto che continua a pensare che il ( FALSO) web 2.0, che esalta, sia la chiave di vendita, cosa ne pensa di questo argomento?
La domanda è rivolta a tutti e propongo una cosa: una volta stilata una lista di elementi giudicati fondamentali per la fase di scelta dell’alloggio turistico, di redigere una classifica, più o meno flessibile, per iniziare a parlare di vera strategia e non farfugliare le solite quattro menate di convenienza per avallare servizi( ETTI) iniqui, anticoncorrenziali e monopolistici come fa Tripadvisor.
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da Duccio Innocenti — 5 Luglio 2010, alle ore 10:06
@AllaDolceVita
le variabili sono il prezzo e la brand reputation.. Poi ci sarebbere la qualità, la location, i servizi ecc. ma sono intrinseche nelle due precedenti.
Nel suo caso il visitatore non credo che sarà propenso a prenotare la sua struttura per la qualità e quantità delle recensioni ma piuttosto per il prezzo molto aggressivo.
Spero di aver risposto chiaramente alla sua domanda e se esistono variabili che non ho tenuto in consideraizone, la prego di farmelo sapere.
Grazie
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 5 Luglio 2010, alle ore 12:43
@alladolcevita
perchè le guide turistiche cartacee vendono ancora? perchè SEMPLIFICANO.
La risposta si chiama “INFORMATION OVERLOAD” is a term popularized by Alvin Toffler that refers to the difficulty a person can have understanding an issue and making decisions that can be caused by the presence of too much information.
la troppa informazione se non AGRREGATA sotto categorie ordinate non è facilmente interpretabile e quindi le decisioni risultano DIFFICILI. Poichè l’individuo come homo economicus ama le soluzioni facili, abbiamo bisogno di AGRREGATORI di INFORMAZIONE come i portali web e tripadvisor per interpretare rapidamente e facilmente quello che stiamo cercando nel marasma degli 836 hotel di Roma, per esempio, poi che non siano sistemi puri chiari e limpidi, ci importa poco, nel complesso FUNZIONANO.
S.
Commento da AllaDolceVita — 6 Luglio 2010, alle ore 08:55
Per il Sig. Duccio:
abbiamo visioni talmente lontane che anche nelle variabili da lei proposte non concordo, o meglio concordo solo parzialmente: se fosse come lei dice, il viaggiatore sceglierebbe sempre il posto meno costoso e con la miglior reputazione…vale a dire che in una città d’Arte , per assurdo, potrebbe soggiornare a 30 km dal centro storico, pur se il suo scopo è visitare le ricchezze artistiche.
Poi quella che lei chiama “brand reputation” che valore ha, se è costruita “artificialmente”, e non scaturente da giudizi genuini?
…in base a ciò, potrà dedurre da solo che le sue conclusioni, sulla struttura che gestisco, sono errate.
E continua a dare per affidabile un canale che non lo è: Tripadvisor.
Questa affermazione non è soggettiva ma basata su verità oggettive che lei, come altri, vi ostinate a non voler prendere in considerazione.
Le denuncie provenienti da più fonti indipendenti hanno portato alla luce il meccanismo perverso, ma impossibile da bloccare e soprattutto da distinguere, dei vari direttori di alberghi e gestori, che hanno sistematicamente e continuamente ingannato l’indice di riferimento su Tripadvisor , producendo industrialmente recensioni FALSE e positive.
Per sua memoria : http://www.timesonline.co.uk/tol/travel/news/article6583450.ece
E le ho citato prima questo caso, relato da una fonte indipendente ed affidabile.
Ma per rinnovarle quello che ho vissuto personalmente ( sempre supportato da prove ) , lo stesso ufficio stampa di Tripadvisor , la Competence Comunication di Milano (http://www.competencecommunication.com/mainmenu.html ) tramite la Sig.ra Scorfani, collega del titolare Sig. Brufani, ha prodotto una recensione falsa e positiva per invitarmi ad utilizzare il sistema.
….quindi caro Sig. Duccio, se anche di fronte a queste REALTA’ continua a considerare affidabile il sistema, o ci fa o ci è! …Naturalmente si tenta di sdrammatizzare una situazione che oramai fa acqua da tutti i buchi. 🙂
Lei commenta sempre a senso unico, ma perché , per una volta, non si mette dalla parte delle migliaia di albergatori che , questo teatrino scorretto e manipolabile, lo denunciano e non lo vogliono usare?!
….senza dimenticare , che viviamo in un paese dove è concesso fare quasi tutto e la democrazia, pur se concetto variamente interpretato, è, la maggior parte delle volte, rispettato….mentre questo sito, che si nasconde dietro una giurisdizione straniera, con violenza, obbliga i gestori e gli albergatori ad apparire su una piattaforma ABUSIVA!
Una ultima domanda: ma lei conosce la sede legale di Expedia in Italia ?….sa, visto il suo tifo incondizionato per questa parte, magari lei riuscirebbe a trovare qualche riferimento sul loro sito ufficiale o attraverso altra fonte.
Se avesse notizie , la ringrazio in anticipo.
Per il Sig. Tiribocchi: anche le rapine in banca FUNZIONANO per il ladro che vuole guadagnare soldi in fretta.
La mia domanda sulle variabili considerate per la scelta di un alloggio non era casuale…se avesse la bontà di proporre le sue, poi arriverei al punto…
cordialità
Alla Dolce vita
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Luglio 2010, alle ore 12:16
Gentile ALLADOLCEVITA,
se volessimo disquisire della informazione MEDIATA potremmo morire tutti sul blog. Secondo lei i giornali che leggiamo sono “genuini”???Agenda setting e teorie dell’informazione in generale lasciamo tutto da parte, per adesso, su cosa è la realtà ne vogliamo disquisire oppure ci andiamo a rivedere il film MATRIX? O devo citare in ballo il giochino di Orson Welles del 30 Ottobre 1938, o forse vogliamo andare alle ombre parlanti che si proiettano sulla caverna nella repubblica di Platone, con il concetto di REALTà non ci giochiamo, neanche col concetto di genuinità o di giustizia.
Le variabili per le quali viene scelta una struttura sono
1) QUALITà che è spesso esemlificata dalla Brand Reputation, che è costruita sulle basi di STAFF PULIZIA LOCATION E SERVIZIO.
2) PREZZO relativo a qualità.
Palla al centro..
S.
Commento da Duccio Innocenti — 6 Luglio 2010, alle ore 12:40
@AllaDolceVita,
il “sistema” non è perfetto anzi è molto “perfettibile” ma se le vuole entrare a farne parte quando sarà “impeccabile” temo che avrà perso tanto occasioni per vendere al meglio le sue camere.
Credo che tutto si raffinerà nel tempo perchè, grazie alla sua libertà, internet garantisce la qualità anche nei social network sempre migliori ed affidabili. Ma una volta di più non siamo noi a scegliere ma gli utenti.
Per quanto riguarda invece la sua crociata, malgrado sia mosso da nobili ideali di giustizia e libertà, sono sicuro che farà prima lei a stancarsi che il sistema a cambiare. Mi ricorda un pò Mel Gibson in Braveheart… ottimo film, un pò meno il finale…
Buona giornata
Commento da Riccardo Cocco — 6 Luglio 2010, alle ore 17:56
@AllaDolceVita:
Vasco, ancora una volta credo che ci siano dei fraintendimenti comunicativi.
Qui nessuno ha mai detto che TA sia perfetto e che tu stia sbagliando, anzi credo proprio il contrario.
Quello che qui si dice è molto più semplice:
1) C’è qualcuno che sta lottando legalmente non solo a livello italiano ma almeno a livello europeo;
2) Smuovere ancora di più le acque, forse in questa fase è più deleterio che altro;
3) Abbiamo questo e dobbiamo andare avanti con questo, cerchiamo quindi di portarlo a fare il nostro gioco (per quanto possibile)
Ti prego tienici al corrente sulle iniziative legali e sugli sviluppi processuali se e quando ce ne saranno.
Buon lavoro e buone recensioni a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da AllaDolceVita — 7 Luglio 2010, alle ore 23:15
Sig. Tiribocchi, ma lei ha la passione per gli esempi fuori luogo?!
Pubblicare una notizia e inevitabilmente filtrarla tramite la penna di chi scrive, o tramite la lente di proiezione dell’editore, è cosa nota, ed in quanto tale, preventivamente valutabile.
Il lettore conscio di tale dinamica, valuta criticamente e “cum grano salis” le notizie, ed ove avesse dubbi, per ottenere un quadro il più neutrale possibile, solitamente, assurge a differenti fonti informative .
Un editore serio , è SEMPRE rintracciabile e giuridicamente IDENTIFICABILE, cosa che lo rende DIRETTAMENTE RESPONSABILE di ciò che decide , a torto o a ragione , di pubblicare.
…inizia ad intravederla la differenza fra Expedia-Tripadvisor ed uno qualsiasi degli editori di carta stampata e portali di informazioni, o ancora è annebbiato dai facili guadagni che si possono generare tramite un sistema ABUSIVO, ANTICONCORRENZIALE ed INIQUO?
Chi fa seriamente l’editore, e non teme di rendere nota la propria sede legale, non ha timore ad assumersi le proprie responsabilità…chi gioca scorrettamente, lo fa solamente perché rischia sulla pelle degli altri.
Ma la domanda è : quale premio ha in palio il gioco? …l’ammontare delle provvigioni sulle prenotazioni andata a buon fine, le sembra poco?!
Ma un gioco ha le regole….e se queste fossero sempre e solo scritte ed applicate da chi rischia sulle pelle degli altri?!
….allora, Tiribocchi, un gioco in cui si può partecipare solo per essere preda o, in alternativa, il cane da riporto per il cacciatore , che usa un bazooka a canna mozza, le pare giusto e genuino?
Perché non mi scrive cosa ne pensa dell’articolo pubblicato dal Times o sul comportamento “singolare” della Competence Comunication di Milano, in qualità di ufficio stampa di Tripadvisor Italia ? (http://www.competencecommunication.com/mainmenu.html e speriamo che questa volta il collegamento sia pubblicato come attivo….)
Mi permetto di farle notare che l’estrema semplificazione con cui tratta le variabili per la scelta dell’alloggio, la fa incorrere in un errore di trattazione semantico e logico.
La QUALITA’ è di per sé una variabile soggettiva che al massimo può rientrare in categorie oggettive incastonate in intervalli significativi ed, in quanto tale, molto VARIABILE.
Quella che lei definisce LOCATION, è l’UBICAZIONE dell’alloggio ed è una variabile unicamente oggettiva perché quantificabile con unità di misura universalmente riconosciuta.
Questa variabile ha una sua importanza fondamentale, per il turista….e non è una sfumatura della qualità!
Se solo si rendesse veramente disponibile a valutare queste , che non sono solo ombre sulla realtà Tripadvisor , ma veri e propri buchi neri, potrebbe anche sembrare indipendente, mentre continuando a difendere a testa bassa Tripadvisor, non vede i pericoli di un terreno così accidentato…
Per il sig. Duccio:
perfettibile è comunque un sistema che è costruito su una buona base.
Ma perché non riesce a vedere le sabbie mobili su cui si basa il miraggio di Tripadvisor?
Io, di questo sistema così come è, di come potrà mai evolvere in futuro, non so proprio cosa farmene.
Le mie lamentele sul sistema stilizzato e costruito da Expedia , qui con il nome Tripadvisor, hanno il solo scopo di uscire da questo teatrino falso e manipolato.
Lei pensa che pretenda troppo?
Vendere ingannando, non è mai stata mia intenzione, non lo è, e mai lo sarà.
Non ho bisogno di bugie o di sotterfugi per competere con vantaggio sul mercato…io conto sul lavoro e sulla qualità di ciò che offro, tutto qui!
La libertà del sistema è garantita quando tutti i soggetti che vi partecipano , sottostanno alle medesime regole e c’è rispetto comune.
Perché Tripadvisor non pubblica una sede legale?
Perché Expedia non pubblica una sede legale? ( se ne conoscesse una , la invito nuovamente a comparteciparla…)
Perché si avalla l’anonimato delle recensioni?
Perché si obbliga i gestori ed proprietari di strutture turistiche a permanere su un portale COMMERCIALE senza aver accettato un contratto?
Vede Sig. Duccio, che lei si pieghi al sistema per convenienza o per mancanza di spirito critico, è una libertà che rispetto, ma non mi suggerisca di accettarla.
Finchè ci sarà opportunità di non piegarsi al prepotente di turno e a non accettare il bibitone , che a lei sembra tanto gradito, mi permetta di farlo con il sorriso e con la consapevolezza della coerenza e della onestà di chi preferiscce lavorare alla luce del giorno e senza accettare di pagare , quello che più volte, e da molti è stato definito, a ragione, il pizzo!
E comunque, ancora non mi ha scritto cosa ne pensa dell’articolo del TIMES e dell’atteggiamento dell’ufficio stampa di Tripadvisor : la Competence Comunication di Milano (http://www.competencecommunication.com/mainmenu.html )
Per il Sig. Cocco:
smuovere le acque serve ….in alcune zone c’è una carenza cronica di ossigeno … 🙂
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da Riccardo Cocco — 8 Luglio 2010, alle ore 09:05
@AllaDolceVita:
Carissimo Vasco iniziamo da un nome:
Barry Diller
Chairman and Senior Executive
di Expedia Inc., è il #1 di Expedia
questo lo dovresti già conoscere:
Stephen Kaufer
President and Chief Executive Officer, TripAdvisor.com
Qui li puoi rintracciare:
Expedia, Inc.
333 108th Ave NE
Bellevue, WA 98004
United States
Ecco come funziona:
You can contact Expedia, Inc.’s Board of Directors to provide comments, to report concerns, or to ask a question, at the following address.
You may submit your concern anonymously or confidentially by postal mail. You may also indicate whether you are a shareholder, customer, supplier, or other interested party.
Communications are distributed to the Board, or to any individual directors as appropriate, depending on the facts and circumstances outlined in the communication. In that regard, the Expedia, Inc. board of directors has requested that certain items which are unrelated to the duties and responsibilities of the board should be excluded, such as:
1-Product complaints
2-Product inquiries
3-New product suggestions
4-Resumes and other forms of job inquiries
5-Surveys
6-Business solicitations or advertisements
In addition, material that is unduly hostile, threatening, illegal or similarly unsuitable will be excluded, with the provision that any communication that is filtered out must be made available to any non-management director upon request.
Attenzione però che smuovere le acque, potrebbe far salire a galla delle sorpresine e quindi la già nota carenza di ossigeno verrà ancor di più inficiata dall’olezzo non proprio profumato. Ti parla uno che vive in una zona bonificata, se smuovi……lascio a te i presagi.
Buon lavoro e buon olezzo a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Luglio 2010, alle ore 09:33
@alladolcevita
1) non mi riferivo a una singola testata editoriale, il mio concetto di manopolazione dell’informazione era infatti relativo al potere esercitato sull’ INSIEME DEL SISTEMA MASS-MEDIATICO, derivato dal POSSESSO del grosso dell’informazione in Italia da parte di un unico soggetto.
2) ritengo che nel caso di tripadvisor il problema sia che l’editore delle recensioni NON è tripadvisor e quindi non è la piattaforma tecnologica, ma il singolo utente che con NOME E COGNOME DEVE essere RESPONSABILE del commento che scrive.
3) Tripadvisor a quanto ritengo sta spostando il suo business, verso un sistema di tipo a CANONE a pagamento/investimento diretto delle strutture, questa è la sua direzione, e la sta implementando, vedi le offerte speciali direttamente linkabili alla pagina ufficiale di offerte dell’hotel.
4) Sulla location, che è sì oggettiva aggiungo che la percezione dell’importanza della LOCATION ne da un aura di soggettività derivante dai riflessi dell’ IMMAGINARIO COLLETTIVO delle varie nazione, le esemplifico l’importanza della location assunta dal COLOSSEO durante il periodo di proiezione all’estero del film il gladiatore.
S.
Commento da nicopio — 13 Luglio 2010, alle ore 16:24
a proposito dell’affermazione:
” Frankly, I don’t know of even “one” hotel that has actually benefitted from Facebook or Twitter. These social media are not compatible for the hospitality industry. Marketing one’s proprietary website will be the key to success.”
non vi sembra esagerato? io credo che cose come facebook possano fare comodo per la visibilità, più che per guadagnarci, ma allora la visibilità non conta nulla?!
Commento da Riccardo Cocco — 13 Luglio 2010, alle ore 18:21
@Nicopio:
Carissimo, credo che l’affermazione fatta da Neil sia derivata dall’attuale situazione che molte strutture si buttano a capofitto su Facebook e/o su Twitter lasciando in disparte il proprio sito web, cosa di più sbagliata non si potrebbe fare. E’ ovvio che lavorare su Facebook o su Twitter in termini di investimento sia molto ma molto meno oneroso rispetto a un rifacimento globale di un sito web, ma occorre ragionare sul fatto che il sito web porta soldi e potenzialmente ne potrebbe portare molti, mentre Facebook o Twitter aumentano sicuramente la visibilità ma non pagano gli stipendi.
Buon lavoro e buoni “cinguettii” (twitter) a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da AllaDolceVita — 14 Luglio 2010, alle ore 07:53
Per la redazione:
Perché il collegamento citato alla Competence comunication di Milano ( http://www.competencecommunication.com ), in qualità di ufficio stampa di http://www.tripadvisor.it non è inserito in modalità attiva, così da poter essere letto dagli spyder e catalogato dai crawler dei motori di ricerca?
Possibile che alcuno degli interlocutori di questa discussione , non abbia nulla da commentare sull’articolo del TIMES http://www.timesonline.co.uk/tol/travel/news/article6583450.ece ?
Sig. Cocco, la penso come lei….rimescolare questo calderone puteolento e torbido, porterebbe ad esalazioni nauseabonde…ma visti i tempi che corrono, sarebbe opportuno farlo consentendo anche ti far emergere una realtà, oltre che dannosa per il libero mercato, anche “contributiva” per la collettività ( in termini di flussi finanziari da fiscalità )!
Continua a farmi sorridere, la perentorietà dei toni utilizzati da questo portale , che si fa forte sul territorio statunitense, dettando alla lettera le condizioni imposte per poter anche solo tentare di comunicare con loro, mentre localmente ( nei vari paesi dove hanno sedi operative e stabili organizzazioni ) si nascondono come i più vigliacchi dei cecchini!
Per il sig. Tiribocchi:
Se , come lei ha scritto, Tripadvisor non è l’editore… Cosa è?
Solitamente l’editore sceglie le linee editoriali ed il taglio delle notizie, decidendo o meno di pubblicare l’informazione.
Solitamente l’editore che consente una interazione decide i termini e le condizioni di una eventuale replica che , in ogni modo, è sempre sottoposta ad un giudizio finale di merito sulla possibilità di essere pubblicata o meno.
….Sig Tiribocchi, le risulta che Tripadvisor , fa esattamente questo?
Tra l’altro oltre a pubblicare contenuto generato da terzi che possono rimanere anonimi, ( mi spieghi come il recensore possa essere identificato per la sua responsabilità in caso di diffamazione!!!) lo veste da contenuto veritiero, affidabile e genuino , scrivendo a caratteri notabili : “Recensioni di cui ti puoi fidare”….
Continua scrivendo che Tripadvisor sta spostando il suo modello di business….ma si ricorda che all’inizio lei era insieme ad altri, il latore della tesi che tripadvisor fosse web 2.0 liberamente generato?!?!….ed ora, puf….si sta trasformando in piattaforma commerciale per vendere visibilità?!
DOVE E’ IL REQUISITO DI INDIPENDENZA E IMPARZIALITA’ TIPICO DI UNA PIATTAFORMA LIBERA E NON COMMERCIALE?
La “location” è l’ambientazione ed anche questa, da collegarsi in maniera oggettiva alla zona , è una variabile misurabile in distanza…. A lei piace la lingua anglo sassone e a me piace potermi esprimere in lingua madre, perché le cose assumono un significato più limpido e familiare 🙂
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da nicopio — 14 Luglio 2010, alle ore 08:21
@Cocco
guardi io sono d’accordo con lei sull’importanza del sito… ma non volevo dire questo, volevo solo dire che non è che si fanno i soldi coi social media (credo), ma che possono portare molto traffico al sito, non crede?
non sono d’accordo che facebook e twitter siano meno onerosi, anzi prendono un sacco di tempo se sono fatti seriamente!
Commento da marghe — 15 Luglio 2010, alle ore 14:54
@Alladolcevita
Carissimo, ho letto con attenzione il pezzo da te citato del Sunday Times online e non posso che essere d’accordo… TripAdvisor è veramente facile da manipolare… ma allora cosa dovremmo fare, ignorarlo, e ignorare tutte le persone che ignare scrivono recensioni vere e leggono TA?!
Abbiamo più volte fatto capire qui a BB che non siamo d’accordo con la privacy imposta sugli utenti di TA e che vorremmo venissero applicate regole di controllo più ferree, ma non si può nemmeno ignorare quella parte “buona” di TA che ha portato ad una crescita genuina di molti nostri clienti!
Commento da AllaDolceVita — 16 Luglio 2010, alle ore 08:48
Gentile Margherita,
grazie per il suo riscontro.
Dare voce ai viaggiatori e consentire loro di esprimere giudizi ed opinioni è una buona idea.
Utilizzare internet per fare ciò, consente di offrire e fruire di una piattaforma accessibile a livello globale: una rivoluzione in termini di permeabilità delle informazioni!
E fino a qui, nulla questio!…anzi, un plauso di entusiasmo per uno strumento che sulla carta potrebbe aiutare a raggiungere un concetto più reale di democrazia.
Quello che è inaccettabile e che azzera tutti questi potenziali vantaggi è la politica di http://www.expedia.com su http://www.tripadvisor.it
L ‘ anonimato consente diffamazioni e creazione di informazioni non veritiere allo scopo di ingannare l’indice di popolarità di questo portale.
Se l’obiettivo fosse VERAMENTE, quello di offrire opinioni VERE e IMPARZIALI, Expedia, dovrebbe immediatamente ELIMINARE l’ANONIMATO.
In un colpo solo, consentirebbe di “quasi azzerare” le diffamazioni e “quasi evitare” le recensioni false positive di chi se le produce “in casa”.
http://www.tripadvisor.it essendo diventata una vera e propria piattaforma COMMERCIALE, NON può listare , senza averne il consenso, le strutture turistiche per sfruttarne i dati e la rinomanza a scopi commerciali.
…..ed il tutto sta avvenendo in completa illegittimità : NON RENDONO NOTA LA SEDE LEGALE!
Chi si nasconde, merita considerazione? Merita approvazione? Merita approvazione?
Quando Expedia inizierà a lavorare in trasparenza, si potrà parlare di vera rivoluzione sull’informazione.
Fino a che continuerà con la sua politica sporca, rimarrà un dei tanti esempi di manipolazione dell’informazioni a scopi commerciali.
….secondo lei, se i veri viaggiatori , conoscessero questi meccanismi perversi, continuerebbero a scrivere le loro opinioni su http://www.tripadvisor.it ?
Cordiali saluti
Alla Dolce Vita
Commento da marghe — 16 Luglio 2010, alle ore 10:59
@alladolcevita Sono davvero convinta che nel momento in cui le persone prenoteranno in certi alberghi sulla scia di recensioni false e dunque trovandosi di fronte a qualcosa di molto diverso dalle proprie aspettative, si accorgeranno piano piano che TA non è più attendibile e l’interesse andrà affievolendosi, TA perderà credibilità.
Allora non ci sarà scampo, o TA non cambierà la sua politica per frenare le recensioni false (di utenti e albergatori) oppure le recensioni gli utenti andranno a leggersele da qualche altra parte!
dunque forse alla fine dobbiamo solo aspettare come procedono le cose: gli albergatori devono smettere di scriversi recensioni da soli e lasciare i misfatti vengano fuori da soli con le conseguenze sopra citate!
Commento da Duccio Innocenti — 16 Luglio 2010, alle ore 14:07
@AllaDolceVita
qui di seguito cosa è successo a un utnete del gruppo CrazyHotel su facebook a proposito di recensioni su TA:
“oggi piccola soddisfazione con tripadvisor. dopo aver ricevuto minacce dallo psicopatico (vedi mia nota precedente) li avevo avvertiti che se avessi visto una sua recensione li avrei denunciati (domani vado dai carabinieri per denunciare lui per stalking). Oggi vedo che hanno pubblicato una recensione di una cattiveria… allucinante. Gli ho scritto una mail velenosa e ….. PUFFF…. Sparita!!! eccheccavolo almeno una piccola soddisfazione ogni tanto!!!”
anche TA pare avere un cuore… ma non ci conterei troppo 😉
Buona reputazione a tutti
Commento da AllaDolceVita — 17 Luglio 2010, alle ore 10:33
Cara Margherita,
gli esempi estremi, in questo caso, sfumano il problema e non sono significativi del fenomeno nella sua realtà.
Concordo con lei che se una struttura turistica, che è una catapecchia, inserisse foto e descrizioni false e lavorasse su Tripadvisor per prodursi industrialmente le recensioni positive, potrebbe ingannare solamente i NUOVI ospiti ( ….ed anche così per questi disonesti, comunque, non sarebbe poi tanto male, non pensa ?! ).
Nella realtà del fenomeno, visto che la stragrande maggioranza degli operatori, opera a livello professionale, difficilmente produrranno una immagine totalmente falsa.
…più realisticamente, “correggeranno” quegli errori e mancanze che rendono insoddisfatti ALCUNI degli ospiti.
….e non tutti gli ospiti sono uguali: quelli più accomodanti e quelli che troverebbero da ridire , magari, anche al burj al arab di Dubai.( http://www.jumeirah.com/en/Hotels-and-Resorts/Destinations/Dubai/Burj-Al-Arab/ )
Quindi il fenomeno è strisciante e consente proprio IL CONTRARIO di ciò che http://www.tripadvisor.it promette: di conoscere la verità prima di prenotare.
Chi si avvantaggia di tutto ciò?
Chi ha interesse a MANIPOLARE la propria immagine, chi non rispetta gli standard, chi lavora non concorrendo lealmente.
In altre parole, chi pur offrendo un servizio anche mediocre, punta ad apparire eccellente.
…e sempre http://www.expedia.com , che guadagna tanti soldini sulle prenotazioni andate a buon fine!
Il suo discorso avrebbe valenza , se gli ospiti fossero SEMPRE GLI STESSI!!!!
Allora si, http://www.tripadvisor.it, http://www.tripadvisor.com e tutti gli altri furbetti nelle altre nazioni, avrebbero “le recensioni contate” o meglio….lettori interessati!
Purtroppo, o per fortuna, il mercato è variabile, fluttuante e si rinnova, quindi l’inganno difficilmente smascherabile…a meno che non si faccia conoscere la verità!
Lei pensa veramente che un potenziale turista, CONSCIO, che la fonte da cui sta leggendo possa essere manipolata o falsa, continuerebbe a considerarla attendibile, quindi utile ?!
Sicuramente sulla piattaforma ci sono molti gestori e proprietari di strutture turistiche , che lavorano onestamente ed offrono qualità , ma per il sistema fallato , illegittimo ed anti-conconcorrenziale di di http://www.tripadvisor.com ( proprietà di http://www.expedia.com ) si affiancano proprio a coloro che non lavorano onestamente e coloro che si nascondono dietro l’anonimato di recensioni autoreferenziali, che hanno il solo scopo di concorrere slealmente, attirando ospiti ignari di questi meccanismi.
Tra l’altro, prenda in considerazione che se questa piattaforma ABUSIVA, ILLEGGITTIMA ED ILLEGALE di http://www.tripadvisor.it ( proprietà di http://www.expedia.com ) lista , senza averne diritto, tutte le strutture turistiche che si sono conquistate una visibilità positiva , con il duro ed onesto lavoro di anni, lo fa per RUBARE VISIBILITA’!
… fosse un sistema libero e proposto come piattaforma commerciale che il gestore può, o no, LIBERAMENTE scegliere di accettare….ma è pure IMPOSTO!
Quindi di che cosa stiamo parlando?!
Secondo lei perché http://www.expedia.com ( proprietaria di http://www.tripadvisor.it ) non cambia politica, nonostante tutti gli scandali e le polemiche note da ANNI?!
Per il Sig. Duccio:
Nonostante abbia dimostrato che le recensioni pubblicate siano diffamanti e false, non ho MAI ricevuto un riscontro in merito.
E quando scrivo “dimostrato”, intendo, fatto notare come nella stessa recensione ci siano elementi falsi e discordanti e sulla seconda come la realtà relata sia falsa e diffamante , visto i DOCUMENTI UFFICIALI provenienti da http://www.romeby.com ( altro portale, facente parte della galassia http://www.worldby.com comperato e cannibalizzato da http://www.expedia.com ).
….ho tentato in tutti i modi di parlare con quei contatti che vengono “elargiti” da http://www.expedia.com e l’unico riscontro è stato: USA IL SISTEMA CHE TI CONVIENE E NE TRARRAI GRANDI BENEFICI ….in stile mafioso!
Vede, Sig. Duccio, io attendo e lavoro ( ed alla faccia di http://www.expedia.com e di http://www.tripadvisor.it ) lo faccio nonostante stiano pubblicando falsità e diffamazioni sulla mia struttura, dal 2004!
…attendo il momento che emergeranno allo scoperto…allora si che ci sarà da ridere! 🙂
PS. Secondo lei perché su http://www.tripadvisor.it non compare più il collegamento dell’Ufficio Stampa italiano http://www.competencecommunication.com ( nonostante nel loro sito ci sia come cliente http://www.tripadvisor.it )?
Cordialità
Alla dolce Vita
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 18 Luglio 2010, alle ore 09:32
@alladolcevita
vasco hai ragione rettifico,
l’editore ha la responsabilità di rendere noto lo SCRITTORE, rimuovendo l’anonimato si risolvono molti problemi.
S.
Commento da marcellophd — 21 Luglio 2010, alle ore 04:40
Ho letto tutta questa interessantissima discussione e mi voglio riallacciare ai primi post quando si discuteva di Revenue Management e Profit Management che, tra l’altro, ricadono entrambi nel più ampio e completo Hospitality Management.
Le considerazioni che volevo sottoporvi sono queste:
1) Il fatto che il prezzo coincida con il valore è una grossa bufala di matrice anglosassone. Molto spesso non coincidono affatto. Il prezzo lo fa il mercato (Adam Smith e la “mano invisibile”); il valore lo decide il cliente ed è ciò che discrimina un hotel vincente da uno mediocre. Insomma, è il vantaggio competitivo di Porter.
2) È ora che si diffonda la cultura aziendale nel comparto ricettivo italiano. Un buon manager sa che per decidere il prezzo non bisogna (quasi) mai basarsi sui costi, altrimenti si va fuori mercato, ma lo stesso manager sa anche che per effettuare operazioni di marketing intelligenti occorre conoscere i costi legati a: /mercato/segmento/impresa/divisione/reparto/camera. In sintesi la tanto criticata e utilizzata analisi costi-volumi-risultati.
Complimenti per il blog e relativo forum. Bella risorsa!
Marcello
Commento da marghe — 21 Luglio 2010, alle ore 16:01
@Marcello
Grazie Marcello, il nostro intento è proprio quello di essere una risorsa utile ed efficace per gli albergatori e chi opera nel turismo.
Grazie anche per le considerazioni: purtroppo non si pensa che il prezzo lo faccia il mercato… qui da noi il prezzo lo fa l’albergatore e spesso solo in base alle stelle del suo hotel…
Commento da AllaDolceVita — 22 Luglio 2010, alle ore 08:48
Caro Tiribocchi,
l’anonimato è il trampolino per la diffamazione e per la creazione di contenuti falsi.
Quando la piattaforma commerciale di http://www.expedia.com, http://www.tripadvisor.it deciderà di iniziare a lavorare in trasparenza ed in libera concorrenza, senza voler pilotare il mercato delle prenotazioni, allora saremo un passo avanti.
…ma visto che oramai, quasi tutti sono consci di questa realtà anomala, la domanda è : perché http://www.expedia.com prosegue a mantenere la piattaforma http://www.tripadvisor.it con la medesima politica e gestione ?
Per il Sig. Marcello:
in una economia “perfetta”( in assenza di monopoli, oligopoli e lobby di potere ) concorderei sul suo primo punto e la tesi di Adam Smith, ma come avrà potuto leggere in questo articolo e nei commenti relativi, questa fetta grande del mercato internet è pilotata e sta configurando delle enormi distorsioni alla libera concorrenza.
…e questo sta avvenendo, perché se il valore lo decide il cliente ( come lei ha ben scritto ) in base alle informazioni che ha o che è in grado di acquisire, quando le fonti manipolano queste informazioni, è evidente che tutto il processo decisionale è pilotato e questa dinamica distorce il mercato.
Quindi se la fonte informativa spaccia per vere informazioni che non lo sono, sta danneggiando il libero mercato e avvantaggiando proprio chi , produce industrialmente false informazioni che se fossero solamente autoreferenziali, porterebbero poco di danno ( es. false informazioni pubblicate sul proprio sito ), ma diventano un danno erga omnes quando, a pubblicarle, è un terzo che spacciandosi da editore indipendente, veste di veridicità questo amasso informe di notizie false, diffamanti e commercialmente scorrette.
La cultura aziendale, che lei cita, penso sia patrimonio intrinseco dell’imprenditore razionale, che nella gran parte delle situazioni in campo turistico, prenderà in considerazioni tutte le variabili che configurano un mercato concorrenziale.
Ad alcuni , sicuramente, sfuggiranno delle variabili, ma la maggior parte, per non essere tagliata fuori dal mercato, si assesterà su una quota valutativa , che gli consentirà di vendere.
…l’anomalia si sostanzia, quando un soggetto terzo, che solitamente intermedia fra potenziale cliente e struttura ricettiva, pone in essere politiche per CONTROLLARE il flusso delle prenotazioni.
….e questo soggetto, continua ad operare, nonostante le migliaia di denuncie, perché resosi irreperibile ed irraggiungibile, sul territorio in cui opera , nonostante la stabile organizzazione
(…provi a cercare una sede legale su http://www.tripadvisor.it ).
Questi laidi operatori sono stati denunciati in Italia ed in Francia alle rispettive autorità Antitrust ( nella fattispecie i siti sono illegittimi e le politiche attuate illegali ).
Ma c’è un aspetto che molti ancora non hanno preso in considerazione, o continuano a non voler prendere in considerazione: senza stabile organizzazione dichiarata sul territorio, e senza l’identificazione di una sede legale, non si identifica nemmeno il soggetto che DOVREBBE contribuire fiscalmente , pagando le tasse sul reddito generato sul territorio stesso…
Lascio a lei le conseguenze…
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da Riccardo Cocco — 23 Luglio 2010, alle ore 12:33
@Marcellophd:
Carissimo, concordo pienamente con le tue affermazioni!
Nel primo caso, io come albergatore potrei dare il prezzo ad un servizio erogato di X presupponendo che tale prezzo sia quello corretto in funzione di una non so quale crystal ball che mi ha illuminato.
Il prezzo lo fa e lo deve fare il mercato, sta a noi essere flessibili in base alla domanda. In aggiunta mi viene automatica la parola “PERCEZIONE”. E’ il cliente che entra nella nostra struttura ad attribuire in base alla propria personale percezione il valore attribuito ad un dato servizio. Le stesse modalità gestionali e di erogazioe di un servizio possono essere percepite da un cliente in modo molto elevato mentre da un altro in modo assolutamente insufficiente.
Per il secondo punto: Facciamo un comitato globale sulla creazione del prezzo. Ancora sono TROPPI coloro i quali partono dai costi!
Nella fase di redazione di un budget (cari albergatori, magari utilizzate queste parole quando approccerete il processo budget 2011 per farlo in modo coerente con il mercato), occorre partire dai ricavi presunti che presupponiamo andremo a completare, una volta definiti i ricavi si passa poi al calcolo dei costi, questo approccio semplificherà sostanzialmente l’andamento dell’anno (e soprattutto semplificherà le risposte che dovremo dare ai Direttori, Proprietari, Soci…).
Iniziare dai costi per poi generare i ricavi a copertura dei primi è un approccio deleterio. Non riusciremo mai a fare i ricavi in funzione dei costi, mentre i costi presunti da budget aumenteranno durante l’esercizio.
Buon lavoro e buoni costi a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da marcellophd — 24 Luglio 2010, alle ore 15:35
La discussione si fa veramente stimolante…:-)
Ringrazio Marghe, AllaDolceVita e Riccardo per le loro osservazioni.
Devo dire che mi dispiace la situazione di malcostume che si è generata intorno alla questione prenotazioni, recensioni. È un po’ avvilente.
Secondo me, dovrebbe innescarsi un processo di disintermediazione intelligente. Un hotel per essere vincente deve (anche) progettare un disegno strategico ben preciso. Un posizionamento competitivo efficace può veramente fare la differenza.
Per quanto rigurda il Revenue Management e i costi…è noto che il processo di budgeting parte dall’obiettivo di fatturato. Insomma, prima si decide il ricavo desiderato e dopo si stimano i costi associati a quel livello di fatturato.
Tuttavia, leggendo le altre discussioni in questo blog, ho notato un scarsa attenzione sul “lato costi”. Mi esprimo meglio: un hotel manager per prendere decisioni deve avere informazioni per agire in modo razionale.
Se ho delle camere invendute, a me sembra abbastanza ovvio “stimolare la domanda” con una tariffa attraente….l’importante è che questa tariffa non vada mai al di sotto del costo variabile unitario della camera, altrimenti è meglio che rimanga vuota.
Non so se dico una cavolata…studio il turismo da oltre 10 anni, ma posso prendere un abbaglio. Sostanzialmente, il Revenue Management, se correttamente interpretatao e applicato, altro non è che l’Hospitality Management Accounting.
Volevo approfittare della vostra gentilezza per porvi una domanda. Secondo voi, qual è l’area tematica che dovrebbe essere approfondita? O meglio, qual è l’argomento più sentito dagli albergatori? Quali sono le vere necessità, i problemi gestionali che affliggono la categoria?
Un grazie sincero a tutti!
Marcello
Commento da AllaDolceVita — 17 Ottobre 2010, alle ore 10:36
Gentile Redazione,
il problema generato da Expedia , tramitre Tripadvisor, sta iniziando ad emergere a quasi 6 anni dalle prime denuncie….e in barba a chi ha sempre e sostenuto e supportato questo meccanismo meschino ed iniquo come la nuova frontiera del web 2.0 per rilanciare il settore turistico!!!
Ma pensate ai danni cagionati grazie alla pubblicità ingannevole e alla concorrenza sleale verso le altre compagnie di prenotazione e fra gli albergatori.
Fermo restando che il sistema è stato APPOSITAMENTE costruito a questo scopo!
Basti riflettere sulla REALTA’ che scrivere una recensione falsa sia essa positiva che negativa è un giochino da bimbi e che i famosi filtri di Tripadvisor non servono proprio a niente!
Arebbe opportuno, per continuare a dare informazione reale e concreta, dare visibilità alle varie denuncie fatte in contrapposizione alle solite comunicazioni pubblicitarie su Expedia e Tripadvisor!
Queste fonti, sono indipendenti e meritevoli di essere valutate.
http://www.wmtools.com/news/articoli-sul-web-marketing/turismo-e-web-i-peggiori-e-i-migliori-hotel-al-mondo-secondo-tripadvisor
http://www.timesonline.co.uk/tol/travel/news/article6583450.ece
http://www.telegraph.co.uk/travel/740272/Authenticity-of-hotel-reviews-questioned.html
http://www.comitas.it/rassegnaDet.asp?id=63
http://www.synhorcat.com/syn_page.php?rb=recherche&srub=&id_article=3139&var_recherche=tripadvisor&PHPSESSID=8a5dd3ada4e803371f03713d8459bd32
http://www.synhorcat.com/syn_page.php?rb=recherche&srub=&id_article=3130&var_recherche=tripadvisor&PHPSESSID=8a5dd3ada4e803371f03713d8459bd32
http://www.costaricatravelreview.com/id31.html
http://www.innkeepingblog.com/2008/10/convincing-tripadvisor/#more-36
http://www.thecross.co.uk/TripAdvisor.htm
http://www.travelblog.org/Forum/Threads/12462-1.html
http://www.travelblog.org/Forum/Threads/12462-1.html
http://www.travelblog.org/Topics/12462-11.html
http://www.telegraph.co.uk/travel/7129475/Can-we-trust-hotel-reviews-on-TripAdvisor.html
http://www.ripoffreport.com/advertising-deceptive/tripadvisor/tripadvisor-the-public-doesn-8e95c.htm
http://www.travelchatforum.com/suggest-new-forum/16968-tripadvisor-reviews-verified.html
http://www.travolution.co.uk/articles/2010/01/22/3184/exclusive-fake-review-firms-are-not-an-issue-says-tripadvisor.html
http://www.smh.com.au/travel/traveller-tips/can-tripadvisor-hotel-reviews-be-trusted-20100202-nafk.html
http://www.walletpop.com/blog/2009/06/23/is-tripadvisor-com-one-big-joke/
http://www.economist.com/blogs/gulliver/2010/06/tripadvisor
http://www.faqs.org/websites/tripadvisor.com/#Comments_form
Poi una domanda per la redazione e per coloro che hanno animato la discussione su Tripadvisor negli ultimi due anni: secondo voi perché Expedia è in grado di offrire gli hotel con sconti fino al 33%?
Cordialità
Alla Dolce Vita
Commento da Duccio Innocenti — 4 Novembre 2010, alle ore 09:39
@AllaDolceVita,
con i suoi ripetuti commenti monotematici su più post contemporaneamente sta spammando il blog.
A scando si equivoci la informiamo che se dovesse continuare con questa modalità inutile per tutta la community dovremo mediare i suoi post.
certo che vorrà contribuire con contenuti di valore,
le auguro una Buona giornata a nome di ttutto lo staff di BB
Commento da AllaDolceVita — 7 Novembre 2010, alle ore 17:01
Salve Sig. Duccio,
Prendo atto del suo invito e comunque mi rallegro, che a distanza di 20 giorni, si sia deciso di pubblicare quelli che ritengo essere commenti inerenti all’argomento.
Eviterò di essere ripetitivo, anche se conosce la mia posizione e su questo argomento.
Fin tanto che non si farà chiarezza e non si renderà più trasparente questo fenomeno Tripadvisor generato da Expedia, mi auguro si continui ad offrire la libertà di pensiero ed espressione come sta accadendo su Bookingblog.
So che lei è un professionista del settore e le rivolgo una domanda : come fa Expedia ad offrire uno sconto fino al 33% sulle tariffe pubblicizzate?
Cordiali saluti
Alla Dolce Vita
Commento da Riccardo Cocco — 8 Novembre 2010, alle ore 11:37
@AllaDolceVita:
Ciao e buon giorno!
Vorrei riprendere il discorso di Duccio e della Redazione per dare il mio contributo da fruitore del sistema BookingBlog.
Per prima cosa ho iniziato ad interagire con questo blog in quanto ha sempre fornito degli spunti che altrimenti sarebbe stato difficile affrontare in quanto siamo tutti presi dalla nostra quotidianità, e questo mezzo ha permesso a tutti noi di essere più vicini e scambiarci i diversi punti di vista.
Questo è almeno il mio personale approccio al sistema BookingBlog.
Come avrai certamente notato le mie posizioni spesse volte differiscono dalle posizioni di altri (i.e.: Stefano, Duccio, ecc.) ma questo non vuol dire da parte mia portare avanti un discorso monotematico fintanto che TUTTI non abbiano la mia stessa posizione nei confronti di un determinato tema.
Quello che mi spiace notare costantemente nei tuoi, sempre preziosi, interventi è che ruoti tutte le tematiche affrontate sempre solo ed esclusivamente sul discorso che ti vede protagonosta: Expedia/Tripadvisor.
Ebbene hai avuto molto spazio dove ti è stata data l’opportunità di proporre le problematiche anche, a volte, attraverso uno scambio con toni molto accesi. E per questo sono felice che ti renda conto dell’opportunità generata da questo mezzo e soprattutto dalle persone che lo gestiscono.
Ad oggi purtroppo nessun passo in avanti è stato fatto per venire a capo delle problematiche che hai portato avanti a tutti noi.
E’ proprio per questo che tornando quotidianamente ad affrontare lo stesso identico problema attraverso la stessa identica metodologia di proposizione, si rischia di utilizzare lo strumento in modo errato diminuendo l’attenzione di coloro che lo utilizzano per il modo con cui è stato concepito, ovvero valutare le nuove opportunità ed i diversi punti di opinione altrui degenerando quindi in un utilizzo monotematico per motivi privati.
Siamo tutti qui, io per primo, per imparare dalle esperienze altrui, credo quindi opportuno che il tuo intervento sia stato di importanza strategica per ogni lettore ma il ripeterlo costantemente ed ogni giorno rischia di diminuire drasticamente l’interesse della materia.
Sono certo che converrai che il mio intervento è teso a ricercare una giusta soluzione per tutti e non per denigrare i tuoi interventi.
Buon lavoro e buone riflessioni a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da AllaDolceVita — 9 Novembre 2010, alle ore 14:51
Caro Riccardo,
grazie per il suo commento.
Condividiamo il valore di una piattaforma libera e democratica che consenta la libera espressione ( l’anima del 2.0)
Non mi trovo d’accordo con il fatto che venga additato di monotematicità , come se a prescindere dall’argomento, io commenti sempre e solo sulla farsa Expedia-Tripadvisor.
Non mi permetto di commentare argomenti che hanno altri interessi o altre tematiche e lo dimostra il fatto che tutti i commenti da me rilasciati sono sempre stati attinenti alla tematica trattata nell’articolo scritto dalla redazione.
In questo articolo, Nail Salerno, “proclama TripAdvisor come miglior canale di vendita dei nostri tempi e stronca il successo di Facebook e Twitter, dichiarandoli a suo parere “incompatibili” con il mondo dell’ospitalità.”
…e ripeto, a questa affermazione trionfalistica, mi sono permesso di dissentire.
Il fatto di ripetere quelle che per lei e per la redazione sono argomenti conosciuti, ha lo scopo di condividere un punto di vista che non è pubblicizzato ( chissà perché…) sulla intima natura di questo sistema.
…sembra quasi che si voglia puntare esclusivamente l’attenzione sui lati postivi di generazione del valore, senza andare a capire il COME.
Siccome moltissimi degli utenti del sistema e moltissimi colleghi non hanno nemmeno la più vaga percezione di ciò, fin tanto che non diventano vittime del sistema, mi sembra coerente ed inerente parlarne nei termini in cui ne parlo, visto che sono stato, mio malgrado un pioniere.
Lei parla di interessi personali…ma la cosa sta prendendo una piega “internazionale” e sono oramai migliaia i gestori ed albergatori che non accettano questo sistema.
La mia denuncia sta anche nel continuare a parlarne, visto le connivenze ed i silenzi prolungati soprattutto del mondo giornalistico…
Perché non parlarne, significherebbe dimenticare ed insabbiare.
Se poi dovessi parlarne, su articoli che non trattano di Expedia e Tripadvisor, sono il primo a dare ragione a lei ed alla redazione e coscio di ciò, sicuramente , eviterei di ricadere in una censura che abbia lo scopo di difendere la coerenza e l’inerenza delle argomentazioni presentate.
Ma tranquillizzo tutti: il cancro Expedia-Tripadvisor sarà commentato SOLO su discussioni che inresseranno questo argomento.
Poi, per finire, mi preme condividere un pensiero: se l’argomento trattato subisse delle evoluzioni nel tempo, come sta accadendo con denuncie che si stanno formalizzando in altri paesi europei ed extra-europei, mi sembra una cosa buona pubblicare ciò…o anche questo è ritenuto ripetitivo?
Chiaramente se questo argomento fosse trattato da nuovi articoli che ripropongono l’evoluzione del fenomeno, forse non verrei additato come “ripetitivo”…
Saluto tutte e tutti cordialmente
Alla Dolce Vita