Attenzione alla Last Room Avaibility: opportunità o perdita di autonomia?
5 Novembre 2009Le trattative tra Expedia e Choice Hotels, che solo pochi giorni fa sembravano non riuscire a trovare un accordo, sono state riaperte per cercare una soluzione che possa risultare almeno in parte vantaggiosa per entrambe le parti.Expedia si dimostra però poco disponibile al dialogo soprattutto su un punto: la Last Room Avaibility .
La Last Room Avaibility (LRA), ovvero la garanzia da parte di un canale distributivo di avere aperta per la vendita l’ultima camera disponibile se in vendita sul sito dell’hotel o su un qualsiasi degli altri canali on-line, potrebbe dunque diventare il nuovo fattore chiave intorno a cui ruoteranno le trattative tra OTA e hotel nell’immediato futuro.
Choice – Expedia: tutta questione di Last Room Avaibility
Anne Madison, responsabile comunicazione di Choice Hotels, ha lasciato intuire che il gruppo rimane attento a garantire ai suoi affiliati le migliori condizioni di distribuzione e a non perdere visibilità e quote di mercato rispetto ai competitor: “Oggigiorno viviamo in una società on-line. Questo è il motivo per cui potete vedere tutte le maggiori catene alberghiere impegnarsi a costruire una forte presenza e-commerce con i propri canali”.
Ciò che la catena alberghiera contesta ad Expedia è l’imposizione di clausole che limiterebbero molto la libertà di azione dei propri affiliati: la LRA, commissioni ancora troppo alte del 25% ed un contratto con validità di tre anni senza possibilità di recessione, toglierebbero agli hotel il completo controllo sul proprio inventario e sui prezzi imponibili.
Per quanto riguarda Expedia, nella conferenza stampa di presentazione dei risultati di fatturato del terzo semestre del 2009, Dara Khosrowshahi e Michael Adler, rispettivamente CEO e CFO di Expedia, hanno parlato apertamente della trattativa con Choice, mettendo in evidenza il forte interesse dell’azienda ad ottenere la LRA: “Non è una questione economica. Riguarda soprattutto l’esigenza di garantire la rate parity e l’inventory parity agli utenti. Se Choice non vorrà venire a patti su questi termini, non lavoreremo insieme. A livello finanziario, per noi questo avrà un impatto minimale. Certo speriamo di poter trovare un punto di accordo con Choice per poter gettare le basi di una futura collaborazione, ma per adesso questo non costituisce un grave problema”.
Chiaramente, Expedia vorrebbe la possibilità di giocare ad armi pari con gli hotel e le altre OTA, ottenendo non solo la Best Rate Guaranteed, “conditio sine qua non” ormai imposta da tutti gli intermediari on-line, ma anche la stessa disponibilità di camere del sito ufficiale dell’hotel e degli altri canali di distribuzione, ovvero la Last Room Avaibility.
Last Room Avaibility: il nuovo fattore chiave nelle trattative tra OTA ed hotel
La Last Room Avaibility potrebbe dunque diventare un fattore decisivo nelle trattative tra intermediari ed hotel. Expedia è la prima OTA a voler imporre questa clausola nei nuovi contratti, ma non è un’ipotesi infondata che presto anche gli altri portali facciano la stessa richiesta.
HotelMarketing.com ha pubblicato proprio pochi giorni fa un interessante sondaggio relativamente alla LRA, a cui hanno risposto in 500 tra piccoli hotel indipendenti, grandi catene alberghiere e persino OTA, situati in Nord America, Europa ed Asia.
Il 90% di questi non ha mai sottoscritto tale clausola e solo il 10% di alberghi e catene, soprattutto dislocati in Europa e Nord America, ha accettato questi termini.
L’attuale modello di distribuzione sulle OTA prevede che l’hotel sia libero di aprire e chiudere il canale a proprio piacimento salvo allotment prestabiliti, a seconda del periodo e dell’occupazione. Se invece viene introdotta la LRA, questo non è possibile.
D’altra parte in caso di LRA, potrebbe esservi un vantaggio dal punto di vista economico, dal momento che le commissioni imposte possono essere rinegoziate e possono scendere fino al 10% se si tratta di grandi catene alberghiere, o del 12-20% se si tratta di piccoli hotel.
La LRA può essere conveniente?
Accettare la Last Room Avaibility può avere un valore strategico o meno per l’hotel, a seconda dei casi. E’ bene prenderla in considerazione solo se difficilmente andrà ad intralciare la propria strategia di vendita diretta e se accompagnata da commissioni ridotte.
Molto dipende dal tasso occupazionale: alberghi che solitamente durante l’anno poche volte riescono a riempire tutte le camere, non dovrebbero essere disturbati troppo dalla LRA. Per hotel che invece hanno maggior facilità a raggiungere un tasso di occupazione pieno sia in alta che in bassa stagione grazie alle vendite dal sito ufficiale, la LRA potrebbe anche risultare dannosa.
L’importante, come evidenziato dal sondaggio, è che i costi di commissioni siano rinegoziati ed abbassati, in modo da poter continuare ad avere un ampio margine di gestione delle tariffe: se si sottoscrive una LRA con commissioni del 20-35% come quelle di Expedia, si potrebbe davvero incorrere in gravi danni economici o, come ha dichiarato uno dei partecipanti alla ricerca, sarebbe come commettere un “revenue suicide”.
Fonti: HotelMarketing.com; Hotelnewsnow.com
Commento da lucawill — 5 Novembre 2009, alle ore 14:10
la LRA suona come una sorta di ricatto da parte degli OTA: se voui essere visibile devi lasciare a me l’ultima camera. Per i piccoli alberghi, con poco più di 20 camere (e ce ne sono tanti in Italia) quando al completo rischiano l’overbooking per la rigidità sulla LRA.
Credo che sia legittimo che gli albegratori abbiano il diritto di gestire ciò che è di loro proprietà senza imposizioni, soprattutto a fronte di commissioni così alte come per expedia.
Commento da Riccardo Cocco — 5 Novembre 2009, alle ore 19:40
Ad una prima analisi, il concetto di lasciare alle OTA la LRA mi porterebbe a dire: ANATEMA SULLE OTA!!!
Ma poi mi fermo un attimo e comincio a pensare che cosa accade.
Dunque: diamo un allotment con pochissimi giorni di release ad operatori che anche in altissima stagione, ci tengono impegnate le camere fino all’ultimo minuto. Poi la tariffa che gli “dobbiamo” proporre è al di circa il 25%-30% al di sotto della ufficiale, e poi che succede? Ah, si! Ci chiedono la marketing contribution per essere presenti sui loro cataloghi, sul loro sito e quanto altro. E loro che ci danno in cambio? Ah, si, bene, la conversione media (redemption) di circa il 25% su base annua dell’iniziale contingente! A Roma, questi qualcuno li chiama “affari di Maria Cazzetta”! Per rendere meglio l’idea facciamo come quello che per non sentire più la moglie si taglia le orecchie!
Ebbene, ora che accade con Expedia (e ci metto tutte e due le mani sul fuoco accadrà con tutte le OTA)? Ci chiedono oltre alla partity rate anche il parity inventory! Oddio! Ma che vogliono da noi?
Dunque, come ho avuto modo di scrivere su di un altro tema (ma che guarda caso interessa sempre le OTA), una ricerca pubblicata dalla Cornell University dimostra che la presenza sulle OTA (nell’esperimento c’era proprio Expedia) aumenta la percentuale delle prenotazioni dirette sul sito proprietario. E allora???? Direte!
Bene, calcoliamo quanto prenotazioni riceviamo a livello mensile in modo diretto da agenzie di viaggio alle quali dobbiamo riconoscere il 10% (a volte anche di più) per la loro intermediazione. Succede vero? Le commissioni sono anche una voce di bilancio molto preponderante scommetto!
Ebbene, in questo caso non siamo così shoccati, perché? Come mai?
Eppure queste Agenzie tradizionali non credo che abbiano investito un centesimo sulla nostra struttura, forse non sanno neanche dove siamo e come siamo fatti, ci hanno trovato attraverso una fredda ricerca su di un GDS oppure hanno digitato il nome della nostra destinazione con accanto un semplice “albergo”. Ma comunque sia gli riconosciamo il lavoro svolto e siamo grati loro versando le commissioni.
Che succede con le OTA? Ebbene questi fessacchiotti, investono su di noi, ci fanno conoscere ci inseriscono in un circuito riconosciuto (nella maggior parte dei casi) a livello mondiale aprendoci un mondo a cui neanche con a disposizione il patrimonio di Paperon de Paperoni saremmo mai riusciti ad arrivare. Che filibustieri vero? Loro cosa si permettono di chiederci? Una commissione? Una LRA? Non sia mai detto!
Ebbene se mi trovassi ad essere il Presidente di Expedia chiederei al mio reparto IT di registrare quante visite ogni albergo nel mio catalogo ha ricevuto che poi sono dirottate sul sito dell’albergo direttamente a fare la prenotazione.
A mio giudizio, e ne parlo con cognizione di causa in quanto nella mia struttura tutto questo già avviene, la LRA non è un problema (ovviamente a fronte anche di una diminuzione delle commissioni). Laddove trovo una data con una domanda molto alta oltre al 100% del mio inventario che posso fare? Alzo la mia rack e di conseguenza alzo la tariffa di vendita anche alle OTA, in caso di bassa domanda: vi fa proprio schifo che ci sia qualcuno che vi aiuti a vendere le vostre camere?
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
PS: non lavoro per Expedia e/o per nessun’altra OTA.
Commento da crt — 5 Novembre 2009, alle ore 20:49
Suona veramente come un ricatto e ho l’impressione che , come in altre situazioni , chi fa la voce grossa dimentica che tutti sono utili ma nessuno e’ necessario . Intendo dire che questi signori e altri sono grandi finche’ vi sono albergatori , attenzione , albergatori e non utenti , che vi credono . Nel momento in cui i siti dovessero svuotarsi gli utenti ci metterebbero un click a cercare altrove . Questo bisognerebbe ricordarlo perche’ a forza di spremere non resta nulla . Mi sembra che la tendenza sia poco collaborativa nei confronti di chi produce il business . I clienti hanno si molti servizi opzioni ed offerte in una sola web page ma tutto a spalle degli operatori turistici che in cambio vedono il proprio albergo finire in un calderone dove la distinzione ormai la fa una recensione talvolta falsa . Dico a spalle perche’ se si parla di commissioni del 25% , cosi’ alte …..ritengo che un 10 + iva sarebbe piu’ che giusto , il resto e’ solo cattiva gestione per entrambi . Certo , di questi tempi una mano fa sempre comodo , ma per uscire dal pantano , non per esserci tenuti.
Considerando che l’Italia , e lasciatemelo dire , e’ il paese piu’ bello e interessante del mondo e che la nostra realta’ e’ per altro di alberghi medio piccoli bisognerebbe rendere piu’ preziosa quest’offerta ” di nicchia” armandoci della nostra qualita’, questa e’ distinzione in barba a questi poteri dall’offerta generica . Ciao a tutti e buon lavoro.
Commento da Anto4444 — 6 Novembre 2009, alle ore 09:33
Ho sempre pensato che la contrattazione con certi colossi dovrebbe essere fatta a livello di associazione di categoria, se no è come vedere il pesce rosso che tratta con lo squalo!
Il povero albergatore con le sue amatissime 20-30 camere cosa volete che faccia? si tira giù i pantaloni ed altro..
Avete mai pensato perchè colossi come Expedia o Booking o altri non si siano già messi a costruire o acquisire alberghi per gestirli direttamente?
Perchè non gli conivene, sanno che possono sfruttare il lavoro di noi piccoli pesci rosssi. Noi siamo dentro un boccia piena d’acqua che sta tra le loro mani.
Sanno che non sappiamo. Cosa?
Che senza di noi loro non eissterebbero, invece noi senza di loro lavoreremmo lo stesso e tranquillamente.
Peccato che la mentalità degli albergatori sia individualista, nei casi in cui non lo è stata ci sono stati grossi risultati.
Tipico il caso di Bologna dove alcuni anni fa l’associazione albergatori si è rifiutata di subire l’aumento delle commissioni di Venere e sono andati a trattare direttamente a livello di categoria. Ovviamente i risultati ci sono stati.
Commento da Riccardo Cocco — 6 Novembre 2009, alle ore 11:58
Signori,
scusate ma leggo tra le righe un certo risentimento da parte vostra nei confronti di Expedia e più in generale nelle OTA.
Fino ad oggi non mi sembra che nessun Market Manager stia andando in giro con una pistola da puntare alla testa degli albergatori.
Il discernimento è sempre la discriminante che pone l’albergatore come decision maker.
Se, come dice Anto4444, si lavorerebbe anche senza di loro, mi spiegate come mai il #1 di Expedia alla luce della volontà di non proseguire nella collaborazione da parte di Choice abbia affermato che tale rinuncia non intacca minimamente Expedia stessa? Figuratevi!
Ancor di più ad oggi le catene alberghiere non hanno la forza di porsi nei confronti dell’e-commerce così come al contrario ne hanno la forza le OTA (figuriamoci un piccolo albergo).
A chi si chiede come mai le OTA non comprano gli alberghi, io domando come mai gli alberghi non creano le OTA?
Signori, si tratta di core business.
Allora perchè non porsi (nei confronti delle compagnie internazionali) la domanda: perchè, nella maggior parte dei casi, hanno solo il management dell’albergo e non ne possiedono le mura?
Risposta: Core Business diverso.
Le compagnie alberghiere non sono imprenditori immobiliari. Allo stesso modo le OTA non sono gestori alberghieri.
Vi esorto a leggere lo studio della Cornell University sulla presenza o meno nelle OTA, si capirebbero alcune cose.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Novembre 2009, alle ore 13:34
Vi dico solo una cosa, L’ultima nuova compagnia staccatasi da una grossa compagnia, che non è expedia, quindi sapete chi è, mi ha portato un bel contrattino ieri e vi dico che i nuovi contratti delle OTA seguiranno, al di là delle solite parityrate trite e ritrite:
“”EQUIVALENZA DELLA DISPONIBILITÀ: l’hotel è tenuto a garantire che la disponibilità inserita nell’Extranet corrisponda a tutti i piani tariffari e alle tipologie di camera disponibili o comunicati per mezzo di qualsivoglia altro mezzo di comunicazione online, compreso il sito Internet dell’hotel (in seguito “Garanzia di equivalenza della disponibilità”)”
ed ecco qui che la last room chi prima se la becca buon per lui, ed ecco qui che non si possono più chiudere alcuni canali di vendita e fare il revenue tra canali, ed ecco qui che boo chissà come finiremo!
S.
Commento da Riccardo Cocco — 6 Novembre 2009, alle ore 14:14
Stefano,
hai per caso notato se colui che ti ha portato il contratto aveva una COLT oppure una BERETTA?
Scusatemi ma da che mondo è mondo non esiste nessun fornitore che obblighi a servirsi da lui, se le condizioni non ti soddisfano, non accetti il contratto.
Se mi vieni a dire che non ne puoi fare a meno e che devi essere per forza in quel “calderone” allora anche se ti obbligasse a portarlo a cena 2 volte a settimana, lo faresti.
Fintanto che gli alberghi/catene/albergatori/operatori creano la domanda per le OTA, queste prolifereranno, quindi piangerci addosso a mio avviso è controproducente, cerchiamo invece di capire come poterne fare a meno….se veramente lo vogliamo……
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Anto4444 — 6 Novembre 2009, alle ore 16:36
Vuoi mettere andare dal capo di Expedia in nome degli albergatori di Roma e dirgli: “da domani non ti diamo più disponibilità se non ci abbassi le commissioni sulle prenotazioni”
Cosa ti risponde lui? fate come mi pare tanto non mi interessa? non credo proprio, in quel caso il colosso diventerebbe piccolo piccolo..
Non può certo perdere una località intera.. magari mentre booking.com la sta ancora vendendo.. Ah ah!! come mi piacerebbe vedere la sua faccia!!!
Ma sai perchè, perchè lui vive sulle nostre spalle, ma è molto pesante da trasportare..dice a mala pena grazie e detta lui la direzione e le regole per procedere..
Noi non viviamo sulle spalle di nessuno se non delle attrattive della località in cui ci troviamo.
Commento da Anto4444 — 6 Novembre 2009, alle ore 16:40
Poi la settimana dopo si dovrebbe andare da booking.com a fare lo stesso giochetto..
Poi dagli altri finche non saremo di nuovo noi albergatori ad avere il potere contrattuale.
Mi chiedo, da che parte sta il manico del coltello?
Commento da Riccardo Cocco — 6 Novembre 2009, alle ore 17:16
@Anto4444,
il potere contrattuale a mio avviso ce l’ha il mercato.
L’albergatore ha bisogno dei canali e-commerce per poter vendere le proprie camere, le OTA hanno bisogno dell’albergatore per poter vendere i propri servizi.
Torno a ripetere, se si teme che le condizioni non siano favorevoli, nessuno ci obbliga a firmare.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da crt — 6 Novembre 2009, alle ore 18:14
Ottima risposta , concordo , se non ti va non accetti , ma se accetti non piangere .Prima di “Dover” accettare di dare un quarto del tuo lavoro per galleggiare ( anche piu’ se consideriamo che con 75% che ti resta devi fare tutto compreso pagare le tasse ) trova qualche idea migliore , tanto per cominciare se io do il 25% devo avere un ritorno consistente e cioe’ devo avere almeno un aumento di prenotazioni pari al 40/50% totale , quindi mi resterebbe da riempire la mezza e bassa stagione , che me ne faccio di un collaboratore che mi aiuta in giugno luglio e agosto quando l’albergo si riempie da solo , che mi aiuta quando non serve per poi doverlo starpagare ? Sappiamo benissimo che in ottobre e novembre quando servirebbero questi fanno qualcosa ma non certo i miracoli ,da sempre si chiama bassa stagione non a caso . Quindi poter Diversificare le provvigioni in base alla stagione sarebbe gia’ qualcosa ma in fondo a Loro non interessa proprio ,la cuccagna l’hanno trovata cosi’ com’e’ e finche’ gruppi di albergatori non si faranno sentire con un tono di voce in piu’ nulla cambia .Comunque Il tanto criticato trip advisor , che anch’io non approvo totalmente per i motivi che le recensioni non sono controllabili , cancellabili e la pubblicazione e’ indelebile , da comunque una ottima visibilita’ , certo bisogna darsi da fare per avere almeno 9 in punteggio , nel bene o nel male , avuto il mio 9 devo considerare che e’ gratis e porta molta visibilita’.Ma fa un po’ paura a tutti perche’ se ci scappa la critica questa inquieta , ma se il senso di ospitalita’e qualita’e’ palese i clienti capiscono e giudicano bene ,poi capitano i maleducati ,i pretenziosi a vuoto , se restano voci fuori dal coro si isolano da sole , mi e’ capitato . Ciao a tutti e buon lavoro !
Commento da itadim — 7 Novembre 2009, alle ore 22:06
Nel salutarvi tutti, colgo l’occasine per presentarmi…
..sono una persona che da 20 anni lavora in un altro settore e in particolare in quello del largo consumo; come accade nella vita circa un anno fa ho iniziato una nuova esperienza mi sono avvicinato al mondo del turismo; me sono rimasto davvero interessato soprattutto per le potenzialità che si possono cogliere. Dopo aver analizzato il mercato e in particolare una fetta di tipologia di prodotto, ho creato unh progetto che prevede la distribuzione di questi prodotti turistici attraverso nuovi canali di vendita con visibilità ben maggiore di quanto si vantano quelli che voi chiamate giganti della distribuzione…credetemi, probabilmente avete sempre lavorato nel settore turistico e non conoscete le logiche che guidano le azioni di markeing e le strategie distributive di altri settori molto più evoluti di quello turistico….ma quanto mi sento dire che i grandi distributori sono essenziali per la vs sopravvivenza e leggo (dati di un anno fa…estate 2008) che tra le agenzie virtuali Expedia ( …è stata la seconda più consultata..)ha avuto mediamente visite di consumatori italiani tra luglio ed agosto di poco superiori a due milioni non credo che la loro visibilità sia eccezionale…
Bene, il mio progetto prevede di distribuire questi tipi di prodotto (e vi riguarda direttamente..) in canali nuovi e per mezzo di nuova tecnologia: ho avuto anche qualche approccio con alcuni distributori oggetto delle vs discussioni ( a dire la verità più con i loro uffici internazionali che sono più preparati alle novità…), ma credo che realizzerò i mio progetto interessandomi in prima persona anche alla costruzione del prodotto e non solo alla sua distribuzione.
Mi ha colpito la persona che di voi facendo una provocazione ha catturato la mia attenzione…e cioè…..”perchè non create voi il vs canale distributivo…”.
Chi fosse interessato, sono disposto ad un incontro se non altro per avere maggiori informazioni circa la vs realtà e le vs aspettative..
Un saluto
itadim
Commento da Anto4444 — 8 Novembre 2009, alle ore 01:19
Il mercato è la risposta a tutto a quanto pare, bene cioè male.
Al momento si piange sia firmando che non firmando i contratti con i portali on-line.
Se il potere contrattuale è del mercato allora in questo momento di crisi dovrebbe capire (il mercato) che bisognerebbe venire incontro agli hotel che sono in difficoltà..invece si fa il contrario. La mano invisibile è molto visibile, è quella di qualche CEO sparso per il mondo..
Cmq rimango dell’idea che o gli studi si approfondiscono con tanto spirito critico o è meglio passare direttamente all’attività lavorativa. Se no è fuorviante, credere alle favole (modellini) che ti spiegano a macroeconomia è ingenuo.. anche gli esempi di oggigiorno dovrebbero far riflettere su questo tema.
Poi per essere veri imprenditori bisogna usare anche un po di intelligenza commerciale, che è sempre diversa da quella teorica. Nel caso del rapporto Hotel – OTA è un esempio palese di come questa intelligenza commerciale sia inesistente tra gli addetti del settore.
Ma se per voi va bene cosi sono contento per voi.
Commento da Anto4444 — 8 Novembre 2009, alle ore 13:56
Itadim, cambia rivista di informazioni, Expedia ha in media 3 milioni di visitatori unici al mese. Quindi il triplo di quello da te affermato!!
E ha il doppio di accessi rispetto al suo diretto concorrente (booking.com).
Lo dico per dovere di cronaca.
Commento da crt — 8 Novembre 2009, alle ore 15:13
Il problema e’ politico , miglior gestione del territorio , piu’sinergia fra verde / turismo / spettacolo e miglior gestione e distribuzione commercio al dettaglio per creare un offerta piu’ accattivante con una buona organizzazione a supporto.aggiungerei piu’ collaborazione anche fra gli operatori per avere una voce unica . Quindi piu’ domanda corrisponde a piu indipendenza e autonomia delle strutture turistiche con conseguente maggior potere contrattuale .Guardate il Trentino , cosa sarebbe ora senza il turismo ? Quella e’ stata la collaborazione fra politica e risorse locali + valore aggiunto Italia , e’ si , perche’ piangere mentre la gente si dirige in localita’ che esistono solo grazie ad un buon marketing , e’ perche’ la politica ci ha abituato a credere poco in noi ma la direzione si deve invertire perche’ il valore aggiunto Italia , che percepiscono piu’ gli stranieri degli italiani stessi , l’abbiamo solo noi e questo nel tempo lo dovranno sapere anche i signori delle OTA .Ciao e buon lavoro a tutti.
Commento da Riccardo Cocco — 8 Novembre 2009, alle ore 21:57
@Anto4444:
Anto ma riusciremo mai a trovare un punto in cui siamo in accordo?
😉
“Al momento si piange sia firmando che non firmando i contratti con i portali on-line.”
La dobbiamo far finita di piangerci addosso. Siamo noi gli artefici del nostro successo o del nostro insuccesso!
Io, lo scorso anno, sono stato tra i fautori dell’allontanamento di un operatore dall’albergo. Nel momento in cui si è deciso era una decisione saggia, poi si è dimostrato il contrario. E che devo fare piangere? GIAMMAI!! Come direbbe l’Innominato nei Promessi Sposi.
Piangere aiuta solo colui che produce fazzolettini di carta.
OK, assodato che questo tipo di mondo non ci piace? Bene, alziamoci e combattiamo! Traduco: siamo stufi delle OTA che ci tolgono il pane di bocca? Allora inventiamo qualcosa che ci dia gli stessi risultati (magari anche di più eheheh) e non rifacciamo come dicevamo in un’altra tematica gli IMMOBILI!!!
“Se il potere contrattuale è del mercato allora in questo momento di crisi dovrebbe capire (il mercato) che bisognerebbe venire incontro agli hotel che sono in difficoltà..invece si fa il contrario. La mano invisibile è molto visibile, è quella di qualche CEO sparso per il mondo..”
Si andiamo in piazza! Allo stesso modo, per dire che la benzina è poco costosa e che le Compagnie Petrolifere guadagnano poco! AIUTIAMOLI!!
Anto4444, un minimo di creatività caspita!
Io ti dico che con le camere che ho nella struttura dove collaboro, senza le OTA: avrei dei problemi; senza le agenzie tradizionali: avrei dei problemi; senza i PCO: avrei dei problemi. Da soli si va solo da una parte, nell’oblio!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da itadim — 9 Novembre 2009, alle ore 16:37
Graze per la tua precisazione Anto4444; è sempre importante potersi cnfrontare a capire meglio i fenomeni che regolano la realtà; detto questo, ti rispondo dicendo che quella che tu chiami rivisa di informazioni si chiama Nielsen che ho consultato per preparare una mia presentazione lo scorso anno quando ho ideato il progetto (allego il link…http://www.nielsen-online.com/pr/pr_081014_IT.pdf ); piuttosto mi da per cortesia la fonte che ti permette di affermare quello che dici?…mi sarebbe davvero utile per aggiornare i miei dati..
Preciso che il mio progetto non è ancora partito perchè le OTA a cui l’ho presentato non erano d’accordo sulle commissioni che devono retrocedermi….allora io che faccio?….mi rivolgo direttamente agli albergatori….chiaramente quelli che ci credono e do loro una visibilità maggiore di quanto possano sperare.
Detto questo, preciso di nuovo che non sono del vs settoree che attualmente mi occupo di altro; per cui ho bisogno di persone che vogliano avventurarsi in un’esperienza nuova, ma credo anche molto coinvolgente.
per ora buon lavoro a tutti
Commento da Riccardo Cocco — 9 Novembre 2009, alle ore 17:10
@itadim:
Questo si chiama: “creare aspettativa”.
Sono curioso di carattere. Se ti va mi puoi contattare. Mi piacerebbe capire qualcosa di più della tua idea.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Anto4444 — 9 Novembre 2009, alle ore 23:36
Itadim si vede che non sei del settore.
Purtroppo ho visto il documento che hai linkato e ti assicuro che la Nielsen si è presa un abbaglio colossale. Troppi tirocinanti credo.. boh.. dire che leader è lastminute.com è ridicolo.
Lastminute.com che secondo loro dovrebbe essere leader in Italia non è leader neanche in UK dove è stata fondata.
Il leader indiscusso è Expedia da anni ormai..
Leggiti il company overview visto che è una società quotata al NASDAQ.
http://phx.corporate-ir.net/External.File?item=UGFyZW50SUQ9MTg4OTB8Q2hpbGRJRD0tMXxUeXBlPTM=&t=1
Puoi usare quei dati per le tue ricerche visto che sono dati certificati.
In ogni caso ti auguro che il tuo business possa decollare 🙂
Commento da Anto4444 — 9 Novembre 2009, alle ore 23:59
Ah Riccardo..
Non ho mai detto che voglio un mondo senza OTA PCO ecc ecc..
Dico e ho detto che la nostra intellighenza commerciale è pari a zero.
Della serie io ho la materia prima indispensabile e tu che la commercializzi mi detti le regole.. La situazione è questa. (ti ricorda nulla il tema del petrolio? è simile e noi siamo gli arabi..)
La materia prima sono le nostre camere e chi la commercializza sono coloro che hanno il potere contrattuale. Qualcosa è distorto non ti pare? mah..
E’ un mondo al contrario, dove c’è chi come te che vede il bicchiere mezzo pieno ed è contento cosi e chi vede il bicchiere dall’altra prospettiva e capisce cosa e dove si è sbagliato.
Io sono cinico e penso agli interessi miei e della categoria. In questo caso in questione i miei interessi dicono che dovremmo avere maggior potere contrattuale per una serie di motivi innegabili e verificabili.
Finito il pensiero cinico dico anche che non andremo da nessuna parte se la mentalità rimane quella pervasa di buonismo come io personalmente leggo tra le righe dei tuoi discorsi.
Buonismo e ingenuità anche quando dici “ma era un colt o una beretta..??” “nessun ti ha obbligato..” “perchè non fai a meno di tutti gli intermediari?? andrai nell’oblio” e via dicendo.. sono discorsi banali, ma peggio ingenui.
I miei sono altrettanto banali non preoccuparti, almeno non ingenui.
Vediamo il mondo da angolazioni diverse, cosa ci vuoi fare? amici come prima e amen.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 10 Novembre 2009, alle ore 09:13
so che non c’entra nulla con l’attuale post,
ma mi serve la disponibilità della prima pagina!
Duccio che ne dici se alla BTO di Firenze non si organizza una cena tutti blogghettari assieme?
(ovviamente sta botta si fa alla romana 😉
sarebbe divertente incontrarsi e discutere in maniera soft di tutte le tematiche attuali.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 10 Novembre 2009, alle ore 11:25
il futuro della storia sono i portali a CANONE con le meccaniche dei portali a COMMISSIONE,
e ne esiste già uno buono, contattami per saperlo, (ovviamente non ci entro per niente, solo che lo sto provando e funziona)
non paghi sul venduto, paghi un fee mensile (intorno ai 50 euro),
S.
Commento da Riccardo Cocco — 10 Novembre 2009, alle ore 12:31
@Anto4444:
Assodato che io vedo il bicchiere mezzo pieno e tu lo vedi mezzo vuoto, assodato che reputi i miei interventi banali ed ingenui, assodato che non abbiamo la stessa visione d’insieme, questo è il punto a cui mi piacerebbe che tu dedicassi del tempo per trovare le risposte:
1) Io vedo il bicchiere mezzo pieno, pertanto (per dirla a modo tuo) mi accontento di quello che c’è e cerco di trarne il meglio.
2) Tu vedi il bicchiere mezzo vuoto. Allora, proponi qualcosa che possa cambiare lo stato dei fatti!
Lamentarsi non vuol dire essere costruttivi, lamentarsi vuol dire solo piangersi addosso e dirsi quanto siamo tapini.
Facci vedere che sei inca…BIP…. e che hai idee per cambiare lo stato delle cose.
Proponi delle alternative! Non dire solo: “così non va!”!!!!!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 10 Novembre 2009, alle ore 16:12
Il mercato va benissimo quando c’è concorrenza e le parti in causa sono tutte sullo stesso piano, mi pare una condizione anni luce di distanza da quello che accade oggi nel mercato delle prenotazioni on line, dove i grandi numeri sono in mano a pochissimi operatori, oltretutto tutti Google centrici. Dato che tutti abbiamo a cuore lo sviluppo del turismo mi spiegate che vantaggi ci sono per i turisti da un sistema del genere ? ad esempio qual è il vantaggio del parity rate per i turisti ? fatico a comprenderlo. Il fatto è che se si prosegue per questa strada le piccole realtà imprenditoriali, che non possono accettare determinate richieste, sono destinate ad essere fatte fuori, indipendentemente dalle capacità professionali e dalla qualità delle strutture. E’ un passo avanti o indietro ? Mi piacerebbe poi sapere, per curiosità personale, se i portali on line esteri pagano le tasse in Italia o in qualche paese fiscalmente vantaggioso (come fa, ad esempio, Google)
Commento da Riccardo Cocco — 10 Novembre 2009, alle ore 21:13
@Aldo:
Per prima cosa mi preme sottolineare che non conosco le modalità fiscali che utilizzano le OTA. Quello che so è che le nostre strutture si trovano in Italia e siamo soggetti alle leggi fiscali italiane, sia che le condividiamo che non.
Premesso questo, Aldo, mi fa piacere leggere che c’è gente come te che dichiara che “abbiamo a cuore il turismo”!
Quindi non vendiamo camere, ma vendiamo esperienze, che iniziano già dalla fase di decisione della destinazione del nostro viaggiatore (attenzione non lo definisco turista/cliente). Dal momento che il nostro viaggiatore inizia a pensare al suo viaggio, psicologicamente il viaggio sta già iniziando, ricordatevi anche che l’esperienza non termina con il check-out, ma continua nei ricordi. Quindi le esperienze che proponiamo sono indelebili e resteranno per sempre impresse nella mente del viaggiatore.
Ecco dove entrano in gioco le OTA, per esempio. Noi abbiamo la forza di essere presenti in internet (sinceramente non sono a conoscenza di strutture che non siano presenti in internet), magari in alcune realtà abbiamo anche la forza di mettere in bilancio del web marketing che ci permetta di giungere in casa di quel viaggiatore che potrebbe prenotare da noi.
Abbiamo mai pensato a quanto investono le OTA in marketing/web marketing? (la pubblicità di Expedia per esempio è comica per me operatore. Io l’ho sempre chiamata ExpIdia all’inglese, mentre nelle pubblicità la chiamano ExpEdia come è scritto, per raggiungere un numero maggiore di audience). Penso che la maggior parte di noi non ne abbia la minima idea di quanto siano gli investimenti. Avremmo mai la forza di investire allo stesso modo? Ovvio che no!
Allora che succede?
Ebbene le OTA, i GDS e tutti gli operatori del turismo provvedono a presentare la nostra struttura al mondo. Spero che almeno questo vorrete riconoscerglielo! Come mai saremmo arrivati al Sig. Hui Whon Chu di Hong Kong, come saremmo mai entrati nella casa della Sig.ra Alison Hampton di Canberra, come avremmo potuto raggiungere il Dott. Anatolji Krzynov di Mosca se questi operatori non ci avessero presentato attraverso il loro sistema informatico, tramite il loro catalogo cartaceo?
Beh, credo che se non ci fossero stati gli operatori, forse solo ed esclusivamente le grandissime catene di livello mondiale avrebbero potuto in qualche modo raggiungerli, e noi saremmo rimasti a bocca asciutta.
Ci chiedono la parity rate, ci chiedono la last room availability, ma come si permettono costoro?
Si legge negli interventi di alcuni colleghi che le OTA sono la nostra disgrazia, sono certo che se andassimo a scandagliare sino in fondo verrebbe fuori che tutti gli operatori/intermediari siano la disgrazia degli albergatori. Si legge negli interventi che non è giusto subire i colossi ed occorre fare qualcosa, si legge che non è più possibile andare avanti in questo modo. NON si legge però come farlo, e soprattutto i portabandiera di tali anatemi non condividono le loro eventuali idee per sconfiggere il feroce saladino che ci vuole spolpare!
Anto, ti vorrei porre dei quesiti:
Come reagiresti se, in fase di acquisto di un abbonamento di SKY o di Mediaset Premium, per esempio, un rivenditore ti chiedesse un prezzo diverso da un altro?
Attori:
Fornitore del servizio televisivo = Albergatore
Rivenditore = Intermediario Turistico (sia OTA che non)
Cliente finale = Viaggiatore
Ebbene saresti molto deluso dal comportamento di vendita del fornitore del servizio, in quanto la diversità di prezzo verrebbe imputata sicuramente a questo attore da parte del rivenditore e non ad eventuali ricarichi operati dal rivenditore.
Pensa che cosa potrebbe succedere nel caso in cui vi siano prezzi diversi a dati a rivenditori diversi. I rivenditori che hanno un prezzo maggiore, andranno a diminuire i propri margini per contrastare il rivenditore con il prezzo più basso che appena se ne accorge diminuisce anche lui il prezzo e via di seguito, risultato: i rivenditori non sopravvivono e sono costretti a chiudere e quindi la rete distributiva del fornitore del servizio non esiste più. Chi ha vinto?
Quindi a mio avviso, la parity rate è uno strumento che serve per tutelare gli albergatori in modo che la rete distributiva non subisca interruzioni, ponga i vari operatori sullo stesso piano mettendogli a disposizione gli stessi strumenti in modo che chi ha le capacità maggiori porti i risultati all’albergo. Chi vince? L’albergo!
Ebbene mi sarei aspettato che qualche intervento fosse indirizzato su altri temi ovvero, tu OTA mi chiedi la LRA, mi chiedi la Parity Rate e cosa mi dai? Io chiederei (ed ecco dove vedo l’intervento delle associazioni di categoria soprattutto per le piccole realtà): diminuzione delle percentuali di commissione potendo garantire un volume maggiore, obbligo del ricarico commissione sul prezzo proposto in modo da non andare a creare concorrenza al ribasso sul sito diretto. Ecco cosa occorre chiedere.
Chi scommette che tutte le OTA accetterebbero di buon grado?
La paura della Last Room Availability.
Anche qui non riesco a comprendere dove risieda la paura tanto paventata da molti colleghi del blog.
Dunque, la paura si genera dal fatto che le OTA ci chiedono di non chiudere il loro canale fintanto che il canale diretto dell’albergo non sia chiuso. Quindi? Non capisco il problema! Siete reservation-web-dipendenti?
Poniamo una data X che sappiamo essere una data di forte domanda. Sappiamo quindi che l’albergo riceverà una domanda tendenzialmente superiore alla sua disponibilità fisica (unconstrained demand), cosa si fa?
1) Si aumenta la tariffa di vendita diretta, e conseguentemente tutte le tariffe correlate (anche quelle delle OTA);
2) Si chiudono tutte le tariffe a bassa redditività.
Non mi sembra così difficile. Sono certo anche che il nostro albergo non viva solo ed esclusivamente grazie alle prenotazioni in internet (che siano dirette o da OTA), avremo certamente un collaboratore che prende le prenotazioni telefoniche, e quindi? Chiudiamo la nostra vendita diretta in internet per vendere direttamente ai clienti che chiamano direttamente.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Anto4444 — 11 Novembre 2009, alle ore 06:49
a proposito del regime fiscale ho trovato questo interessante articolo:
http://online.wsj.com/article/SB121686363795679679.html#articleTabs%3Darticle
More than 200 municipalities have filed altogether more than 30 lawsuits alleging that online travel companies have pocketed millions of dollars in hotel taxes paid by consumers that rightfully belong to city and county governments.
Recently, some of the claims have gained traction.
From metropolises such as Los Angeles, Chicago and Atlanta to tourist destinations like Branson, Mo., and Charleston, S.C., the cities allege companies are either failing to fully collect and remit hotel taxes or improperly keeping tax payments by consumers who book lodgings online. Industry leaders Expedia Inc., Travelocity.com LP and Orbitz Worldwide Inc. are named in many of the suits.
The Interactive Travel Services Association, a trade group representing online travel companies, says the companies aren’t obligated to pay the taxes in dispute and have done nothing wrong.
Florida officials claim online travel companies will short them by about $22 million in unpaid taxes over the 12 months starting October. A Miami-Dade County lawsuit estimates the companies owe the county about $7 million in past taxes.
Lawyers representing metropolitan Louisville, Ky., in another court case estimated online operators underpaid their taxes by $10 million to $15 million over the past five years. The city of Charleston, S.C., says it has been losing about $450,000 a year from unpaid occupancy taxes.
The cases have been slowed by questions of how to apply local tax statutes that predate the rise of the Internet, and by difficulty determining exactly how much money was allegedly owed local governments.
As online reservations become prevalent, recouping potential tax revenue has become more pressing for cities — many of which use hotel taxes to fund tourism promotion and other economic development efforts. In a study conducted in early 2008 by National Leisure Travel Monitor, 56% of leisure travelers surveyed researched and booked their hotel reservations online, up from 19% in a similar survey conducted in 2000.
Some of the lawsuits have picked up speed in recent months. In May, U.S. District Judge Orlando Garcia in San Antonio granted class-action status to 175 cities suing the reservations companies. The case is scheduled for trial next year. “It’s an illegal practice not only in Texas but all over,” says Steve Wolens, an attorney representing the cities.
Attorneys will be watching what happens after oral arguments in a motion before the Georgia Supreme Court, scheduled for September. The court has agreed to hear arguments from the city of Atlanta that could streamline the process of determining how much money, if any, the reservations companies owe.
At the heart of the dispute is the question of how local taxes — the often substantial add-ons to nearly all hotel bills — should be calculated on rooms sold at sometimes discounted rates by the online companies.
Expedia — which operates Hotels.com and other sites — and similar businesses typically enter into contracts with hotel companies to offer reservations for a set number of rooms on their Web sites.
The municipalities say they are receiving taxes only on the wholesale price the online companies pay hotels, and that they should be getting tax revenue based on the room rate paid by consumers.
Many of the lawsuits allege the reservation companies charge tax on the retail price, pay tax on the wholesale price and pocket the difference.
“We strongly believe this has been the deliberate practice of these companies,” says Kevin Ross, an Atlanta attorney representing more than 20 cities and counties in Georgia.
The Interactive Travel Services Association says the companies charge consumers for the rooms, the tax “the hotel tells us,” and a service fee.
An Expedia filing with the Securities and Exchange Commission said the company doesn’t collect tax on the full retail price.
Judge Garcia, in his May ruling, said the defendants in the case paid taxes on the wholesale price “but they have never paid taxes” on the full retail price.
The association says they aren’t obligated to pay tax on the retail price because they don’t own the rooms. Reservations operators say it’s the responsibility of the hotels to remit taxes.
The travel companies “aren’t providing a hotel room,” says Art Sackler, executive director of the association. “They are providing the service for you to book the rooms.”
“When online travel companies facilitate the booking of the rooms, local municipalities reap the benefits of the increased tourism,” says Paul Chronis, a Chicago-based attorney representing Orbitz.
Mr. Chronis says Orbitz is fighting about 40 such lawsuits. Expedia and Travelocity declined to comment.
In many cases, the courts have granted municipalities the right to examine online companies’ financial data in an effort to document tax claims. The city of Los Angeles, which filed one of the first major cases in 2004 in Los Angeles County Superior Court, won an order last year creating an administrative procedure to calculate past taxes. The case is pending while the city and companies exchange data.
Similar processes are underway in Miami-Dade County, and Chicago, where Cook County Circuit Court Judge Sheldon Gardner rejected a motion by 17 reservations companies to dismiss the city’s lawsuit in December 2007.
Commento da Anto4444 — 11 Novembre 2009, alle ore 07:01
Cmq, loro hanno il contract manager di zona?
bene, basterebbe avere anche noi un unico intermediario che si occupi e si interfacci per conto degli hotel con il contract manager.
Stiamo navigando nella banalità e tu stai affogando nell’igenuità.
Anch’io potrei mettermi a dimostrare che la forma di governo più efficiente ed efficace sia la dittatura illuminata.. sulla carta lo è.. ma non è forse ingenuo crederlo?
Cmq l’avevo già detto, mi sono ripetuto ma ritengo sia una cosa da sottolineare e che forse ti farà aprire gli occhi..
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 11 Novembre 2009, alle ore 08:18
Ciao Riccardo,
il problema è uno solo, se ho l’ultima camera da vendere e la devo replicare su tutti i canali, e mediamente ho dieci canali di vendita, il realtà sto offrendo dieci camere, ma ne ho una, e ovviamente chi prima la compra bisogna poi correre a chiudere il recinto su tutti gli altri, inoltre rischio un overbooking poichè magari me ne comprano due a distanza di pochi secondi!
Per il resto, se vendo 30 camere al giorno con intermediari, una in più o in meno non mi cambia la vita, il problema è più ideologico, nel senso di una intrusione decisionale sempre più forte, l’albergatore si sente sempre meno padrone delle proprie politiche, diciamo che non ti puntano una pistola ma un coltello alla schiena, non rendendosi conto che il futuro se li papperà, se non tornano a commissioni ragionevoli e maggiormente sostenibili, i portali a pagamento canone con meccaniche di funzionamento come i commissione se li mangiano, alla lunga molto lunga, ma è il futuro, se tutti gli hotel gli danno fiducia.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 11 Novembre 2009, alle ore 12:21
Anto444, esistono anche migliaia di società off-shore, ma non per questo sono tutte truffaldine, personalmente nella ricerca affannosa di demonizzare le OTA leggo invidia, permettimelo.
Stefano,
perdonami ma il tuo discorso fa acqua da tutte le parti. Se hai un’unica camera da vendere e la lasci sui sistemi vuol dire che non conosci la tua domanda e allora ti muovi solo ed esclusivamente in base all’occupazione, ci credo che si lamentano problemi!
Intrusione decisionale delle OTA su cosa? L’albergatore non è padrone delle sue politiche?
Stefano mi fa specie, tu che ci lavori dalla mattina alla sera! Ripeto e non mi stancherò mai di dirlo, nessuno vi obbliga a lavorare con le OTA così come nessuno vi obbliga a lavorare con intermediari. L’albergatore è giudice ultimo delle sue strategie. Diciamo che è ancora così poco diffusa la disciplina del Revenue Management e che tanti “albergatori” si improvvisano tali che la non conoscenza delle dinamiche del prezzo in funzione del canale di vendita vengono viste come un aspetto negativo.
Diciamo anche che molti “albergatori” se non vedono il soldo in cassa la sera prima di andare a dormire, non dormono!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 11 Novembre 2009, alle ore 14:49
@Riccardo Cocco
Conosco bene la mia domanda ma se mi forzano a rendere disponibile per tutti l’ultima camera, cosa mi invento? io sul mio sito personale l’ultima camera la voglio aperta, non voglio lasciarla solo al passante, soprattuto se l’ultima camera non è quella di oggi, ma è quella di una data che è lontanta 7 giorni, per esempio.
Io lavoro grazie al Revenue e il Revenue è oggi così spinto grazie alle OTA, quello che dico è che le OTA ieri mi davano un prodotto al 10% e oggi quasi lo stesso prodotto me lo vendono al 25%, i loro investimenti non sono cresciuti così tanto da giustificare un aumento vertiginoso sulle commissioni (e io in una OTA ci ho lavorato sei mesi).
E poi parliamoci chiaro, di casi di hotel che lavorano senza OTA tu quanti ne conosci (io uno a Roma ne conosco).
S.
Commento da aldo — 11 Novembre 2009, alle ore 16:05
possibile che non ti rendi conto che se vuoi fare questo lavoro oggi come oggi E’ IMPOSSIBILE non lavorare con le OTA ? hanno un potere talmente forte che possono dire ad una catena internazionale che ha mezzi finanziari giganteschi di “prendere o lasciare” e stiamo a dire che nessuno ci costringe ? per favore, siamo seri. Se per incanto sparissero le OTA cosa succederebbe ? si fermerebbe il turismo ? nessuno andrebbe più in vacanza ? il sig. Wong di Hong Kong non si sposta più da casa ? la gente si butta sotto al treno per la disperazione ? sarò pazzo ma vedo un bello sviluppo dei contenuti dei siti web proprietari, tariffe che si abbassano, più risorse che restano in Italia per investimenti. Vogliamo fare lo stesso giochino eliminando tutte le strutture ricettive ?
Commento da Riccardo Cocco — 11 Novembre 2009, alle ore 17:18
@dott_stafano_tiribocchi:
Se conosci bene la tua domanda non resti con una sola camera da vendere. E, laddove per oscuri motivi tu rimanga con una sola camera a disposizione, personalmente io chiuderei la vendita online vendendo a tariffa APT dall’ufficio prenotazioni (voice). Comunque restare con una camera a 7 giorni vuole dire che non hai una demand forecast aggiornata ed in più non hai lavorato bene con il tuo overbooking.
Quando le OTA chiederanno a tutti la parity rate e la parity inventory le commissioni diminuiranno a totale beneficio di:
1) cliente che trova consistenza nel prezzo del prodotto offerto sui diversi canali;
2) OTA che continua a vendere con volumi maggiorati grazie alla maggior disponibilità offerta dalle strutture
3) albergatori che vedranno aumentare i propri ricavi in funzione di una distribuzione più capillare del loro prodotto che, nei casi dei più piccolini, permetterà di concentrarsi maggiormente sul servizi offerto.
Aldo: alcuni dei nostri colleghi del blog si lamentano a gran voce della disgrazia che le OTA generano, senza mettere sul tavolo delle valide alternative. Ripeto, nessuno c’è che ci punta la pistola per firmare il contratto. E’ solo una mera questione di opportunità, se reputiamo che quanto ci viene richiesto dalle OTA sia equo con ciò che ne riceviamo in cambio, si firma, altrimenti no. Poi se la decisione è NO se ne pagheranno le conseguenze o si godranno i benefici.
Il mio messaggio vuole solo essere:
NO OTA?
1) hai alternative?
SI: condividiamole;
NO: puoi scegliere se firmare o no
Firmi SI: accetta i pro ed i contro
Firmi NO: godi dei benefici/paane le conseguenze.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da palingenius — 11 Novembre 2009, alle ore 21:01
Io in questo caso sono d’accordo con Riccardo: noi quando abbiamo poche camere che facciamo, alziamo la posta in gioco oppure no? E cosi’ adesso stanno facendo loro. Non possiamo lamentarci che quando comoda a noi va bene mentre viceversa no. E’ fuori discussione che sul settore on-line hanno il monopolio pertanto stabiliscono loro le regole. Fino ad adesso siamo stati comodamente seduti ed abbiamo fatto fare tutto il lavoro a loro e cosa pretendiamo, che ci regalino qualcosa? Soprattutto poi quando si parla di trovare un’intesa a livello collettivo tra albergatori… fanno in tempo a piazzarci commissioni del 50%!
Invece di autocommiserarci bisogna cominciare a studiare delle valide alternative, il che non sara’ certo subito. Richiede che si cambi la vendita on-line e instillare ai clienti nuove abitudini. Non e’ mica facile…
@stefano
Per quanto riguarda i portali a fee fissa, adesso ti chiedono una sciocchezza, quando cominceranno ad avere un giro d’affari piu’ consistente vedrai come aumenteranno anche loro le pretese, quindi: punto e a capo. Sicuramente e’ valido sfruttarli per il momento ma bisogna essere consapevoli che dopo sfrutteranno loro te! Quindi alla fine non e’ una soluzione ma solo una fase intermaedia.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 12 Novembre 2009, alle ore 10:22
@Riccardo@Palingenius
ripeto il discorso è molto più ideologico che pratico,
se resto con l’ultima camera vorrei venderla a chi mi pare, le OTA danno molto lavoro, l’unico aspetto che sto criticando è che hanno l’OLIGOPOLIO e le commissioni a mio avviso sono un po troppo alte in alcuni casi, dove abbassandosi la tariffa media, e crescendo la commissione, il GUADAGNO dell’albergatore tende a 0.
Ci sono portali a fee fissa che lavorano da anni con un costo ragionevole, comunque è probabile che alzino la posta, ma quanto?
Vi dico solo che nell’ultimo quarter priceline ha quadruplicato il suo introito, voi albergatori avete quadruplicato?
RIPETO le OTA lavorano molto bene e sono utilissime, critico SOLO le commissioni superiori al 15%, tutto qui.
S.
Commento da palingenius — 12 Novembre 2009, alle ore 13:55
Sono le stesse critiche che puo’ rivolgerti un cliente quando ritiene di aver pagato troppo per il tuo albergo. Nessuno lo costringe a tornare e nessuno ti costringe ad accettare OTA che praticano piu’ del 15%. Se priceline ha quadruplicato significa che ha svolto bene il suo il business che di questi tempi non e’ certo facile. Abbassandosi la tariffa media si abbassa proporzionalmente anche la commissione. E comunque su tu paghi la commissione significa cha hai incassato quindi venduto. Per i dettami del Rm questo e’ positivo…
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 12 Novembre 2009, alle ore 15:29
@palingenius
quando la tariffa si abbassa sotto una certa soglia (diciamo 69 euro su un hotel 3 stelle di 30-40 camere) e la commissione va al 25%, togli spese varie e tasse, il guadagno si perde, ovvio che non vendi tutto a 69 euro,
Un cliente può scegliere tra + o – 700 hotel disponibili su booking ad esempio, noi tra quante OTA possiamo scegliere?
E’ un oligopolio, mi fa vendere, Priceline lavora in maniera eccelsa, ma con una commissione più contenuta sarei più contento (più che altro non mi sento più i pianti di tutti gli hotel che seguo, cioè 5, ;))
Commento da palingenius — 12 Novembre 2009, alle ore 18:43
Appunto, se un cliente puo’ scegliere tra i 700 hotel e’ grazie alle OTA ed in mezzo c’e’ anche il tuo di hotel. Se senti i pianti togli gli hotel dalle Ota e dopo vedrai che oltre a piangere ancora si strapperanno anche i capelli. Purtroppo piacerebbe a tutti pagare di meno ma non e’ realisticamente possibile. Come fai a mettere insieme i 700 Hotel ed andare contro booking? Loro giocano anche su questo fatto, alle lotte e divisioni che ci sono tra gli albergatori. Basterebbe essere un poco piu’ uniti ma e’ scontato che chi si crede piu’ furbo degli altri c’e’ sempre…
Commento da Riccardo Cocco — 12 Novembre 2009, alle ore 19:44
@dott_stefano_tiribocchi:
Credo che scrivendo forse non riesco a spiegarmi. Se resti con UNA sola camera da vendere, molto probabilmente non hai ben previsto quella che era la domanda per una determinata data. nel caso tu lavorassi con il demand forecast. Nel caso tu lavorassi con l’occupancy forecast e rimani con UNA sola camera disponibile, che lo ha detto che la puoi vendere solo ed esclusivamente tramite il tuo sito web?
Altra domanda: se, ipotizziamo lavori con l’occupancy forecast, sei rimasto con UNA sola camera da vendere a 14 giorni data. Hai un allotment di una camera con DER (tanto per dirne uno) che ti scade 48ore prima dell’arrivo, che fai?
Qui non parliamo ne di e-commerce ne di OTA ne di nulla se non il tradizionale allotment dato ad un operatore.
Come ti comporti?
Venendo al problema relativo alle commissioni. Esiste sempre la negoziazione. Laddove le OTA chiedano LRA e Rate Parity, stai pur certo che le commissioni scenderanno.
Mi parli di priceline che lavora in maniera eccelsa, con una commissione elevata, che ci sono sistemi che lavorano su fees fisse. Che meraviglia! Ma che succedeva qualche anno fa con Expedia per esempio? Erano loro a venire incontro alle esigenze delle strutture alberghiere. Oggi che hanno più mercato dettano (parzialmente) le regole. Che ne sarà tra qualche tempo di priceline e dei sistemi a fee fisse? Faranno la stessa cosa e noi ci troveremo qui a lamentarci……
Per la scelta delle OTA, ne hai decine di migliaia in internet, nascono come i funghi. Vuoi diventare una OTA anche tu? sentiamoci in privato e ti dico come, non mi piace fare delle pubblicità sul blog (sottolineando che non ci prendo commissioni io).
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 12 Novembre 2009, alle ore 22:01
@tutti:
Ecco come è andata a finire……
Expedia and Choice Hotels International Sign New Long-Term Agreement
Renewed Relationship Brings Choice Hotels onto Expedia Sites Worldwide
November 11, 2009: 07:10 PM ET
BELLEVUE, Wash. and SILVER SPRING, Md., Nov. 11 /PRNewswire-FirstCall/ — Choice Hotels International (NYSE: CHH) and Expedia, Inc., the world’s leading online travel company (Nasdaq: EXPE), today announced they have signed a new three-year agreement to include Choice Hotels International properties on the more than 80 Expedia® and Hotels.com®-branded sites that Expedia operates worldwide.
“We’re pleased to be working with Choice in an agreement that respects the guiding principles which we operate under,” said Dara Khosrowshahi, CEO of Expedia, Inc. “We welcome Choice back into our marketplace, and look forward to delivering value to their franchisees.”
“Choice Hotels and Expedia worked together to establish a new agreement that is mutually beneficial and enables hotels in the Choice system to effectively manage their businesses,” said Stephen P. Joyce, president and CEO of Choice Hotels International.
Hotels within the Choice system worldwide can participate in the Expedia marketplace and within a week will start to be available on Expedia.com and Hotels.com sites worldwide, and later on Hotwire.com.
Commento da Anto4444 — 13 Novembre 2009, alle ore 00:25
Vedo che ci sono enormi difficoltà.. a riccardo che dice che sono invidioso di Expedia non rispondo per sconforto.
Anche Palingenius è contento delle commissioni di ueste agenzie. Al massimo non firmi giusto?
Cosa ci vorrebbe ad avere un interlocutore che parla per conto nostro alle agenzie? bah..fantascienza vero?
Cmq non sono solo questi i problemi del settore. Però è un peccato vedere che non si riesca a fare sistema.
Io vedo sempre più alberghi che chiudono, anche dalle vostre parti è cosi? curiosità..
Commento da Riccardo Cocco — 13 Novembre 2009, alle ore 13:33
@Anto4444:
Vedo che vi sono enormi difficoltà nel comprendere quanto si scrive. Spero che i lettori abbiano interpretato a dovere le posizioni ed i consigli.
Ad Anto4444 do un ultimo consiglio, invece di piangerti addosso ed attendere che qualcuno faccia qualcosa per te, muoviti!!!!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 13 Novembre 2009, alle ore 13:36
@Riccardo_Cocco,
per strutturare la mia vendita utilizzo vari forecast, conditi poi con una serie di ulteriori dati, diciamo N variabili che mi danno la tariffa da aprire su quel giorno,
il problema è un altro, io parlo della mia LIBERTà di vendere dove voglio, e ti dico che il cerchio della libertà si sta stringendo con i nuovi contratti delle OTA.
So bene che di OTA ce ne sono a bizzeffe, ma quelle che LAVORANO forte si contano su una mano.
Nel mio piccolo faccio un po da OTA anche io quando vado in oversale e mando camere in altri hotel;
il mio sogno è un portale italiano, un italia.it vero e funzionante.
S.
Commento da aldo — 13 Novembre 2009, alle ore 19:07
Hanno trovato un accordo soddisfacente per entrambi … sbaglio se penso che se era un piccolo imprenditore aveva calato le braghe da un bel pezzo accettando le condizioni di Expedia ? per curiosità, se un giorno Mediaset dicesse alla Ferrero che per continuare a fare pubblicità su Canale 5 deve vendere i kinder bueno alle condizione che decide lei, vi parrebbe una cosa normale ? Direste che nessuno costringe Ferrero a firmare ?
Commento da aldo — 13 Novembre 2009, alle ore 19:10
aggiungo, non vi sembrerebbe un segnale di qualcosa che non va ?
Commento da palingenius — 13 Novembre 2009, alle ore 20:04
@Anto4444
Non sono contento delle commissioni ma neanche scontento perche’ comunque Expedia vende e paga regolarmente. Senza contare il fatto che con la maggior parte delle altre OTA hai il pagamento al check-out e non hai quindi la solita problematica di gestione dei sospesi ed i relativi tempi e costi di attesa.
Il discorso qui e’ incentrato sulla Last Room non sull’entita’ delle commissioni.
E se giocano al rialzo e’ proprio perche’ sanno che gli albergatori non sanno fare sistema, anzi se possono si fanno del male pur di cagionarlo agli altri.
Posso concordare che non e’ giusto, le commissioni sono alte ma cio’ non risolve il problema. Preferisco pagargliela questa benedetta commissione perche’ comunque il lavoro di web-marketing me lo fanno e anche bene. Se dovessi accollarmi le spese per un lavoro del genere sarebbe impossibile raggiungere gli stessi obiettivi.
Per questo ritengo che se si ritiene non valido cio’ che ci propongono le OTA rifiutatevi di firmare e cercate di raggiungere gli stessi obiettivi da soli: vederete che il gioco non vale la candela.
Non sara’ giusto ma e’ realistico purtroppo!
Non vedo ancora alberghi che chiudono dalle mie parti ma quelli che hanno aperto da poco proprio non servivano e sicuramente saranno in difficolta’ maggiori per il rientro dei cospicui investimenti effettuati.
Commento da Riccardo Cocco — 13 Novembre 2009, alle ore 20:20
@stefano:
la libertà ce l’hai e sempre. diciamo che non la vogliamo utilizzare? Non esiste solo internet….
I tuoi overbooking dirottati presso altre strutture li gestisci online e ti producono comissioni???
Cosa stai facendo affinchè italia.it si realizzi??
@Aldo:
il paragone non regge. Il CORE business di Mediaset non è vendere i kinder bueno…E’ raccogliere pubblicità per produrre spettacolo.
Chi di voi naviga in internet sin dai primi anni 90, ricorderà certamente che per accedere ad internet occorreva pagare cifre salatissime ai diversi ISP e poi occorreva pagare le telefonate alla telecom. Personalmente all’epoca pagavo bollette bimestrali medie di circa 1.000.000 di Lire, in aggiunta alle 500 e rotte migliaia di lire all’ISP. Chi mi costringeva a pagare questi canoni immondi? Nessuno! Mi lamentavo? NO, non c’erano alternative e non potevo crearne io. Poi un bel giorno un certo Mr. Soru dalla Sardegna entra nel mercato TLC con una azienda all’epoca piccolina: TISCALI. Aveva un sogno: permettere a chiunque di navigare in internet in modo gratuito.
Il senso di questo piccolo ricordo è: Aldo, Stefano, Tutti…se volete si possono cambiare le cose, basta volerlo. Occorre muoversi e non piangersi addosso!!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 14 Novembre 2009, alle ore 09:51
@riccardo,
“stefano:
la libertà ce l’hai e sempre. diciamo che non la vogliamo utilizzare? Non esiste solo internet….”
1) ad oggi vorrei la libertà di scegliere su internet.
“I tuoi overbooking dirottati presso altre strutture li gestisci online e ti producono comissioni???”
2) Si.
“Cosa stai facendo affinchè italia.it si realizzi??”
3) Italia.it nulla, qualcosa di simile ho una buona idea, ma non posso parlarne prima di averne concretizzato alcuni step.
S.
Commento da aldo — 14 Novembre 2009, alle ore 10:40
Innanzi tutto le cose si cambiano evitando di far finta che tutto vada bene, magari perché ci conviene. Quando qualcuno accumula un gigantesco potere economico grazie a posizioni dominanti e può permettersi d’imporre strategie commerciali che non gli competono c’è un problema, ed è grosso. E rischia di diventarlo sempre di più. Sinceramente dubito che io Stefano e Anto assieme possiamo risolverlo, anche se lo vogliamo intensamente, però possiamo denunciarlo.
Commento da Riccardo Cocco — 14 Novembre 2009, alle ore 17:50
@Stefano:
1) ok va bene ma non lasciare che sia il tuo unico canale.
2) Complimenti! Se lo facessi io mi licenzierebbero…..
3) No! Non dire nulla! Sono scaramentico anche io e soprattutto odio i ladri di idee. Facci sapere se possiamo esserti utile in qualche modo, oppure invitaci al lancio del tuo progetto!
@Aldo:
Continuiamo a piangere. se lo denunci ed aspetti, continua a denunciarlo e non far nulla, stai pur certo che il tempo li stancherà e si fermeranno!!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 00:49
Non è un pianto ma una semplice analisi della realtà. Ho l’impressione che se Soru avesse visto che tutti difendevano a spada tratta il monopolio Telecom e le bollette da un milione, avrebbe rinunciato al proprio sogno. Qualche milioni d’inc…. neri probabilmente gli han fatto comodo.
Commento da Riccardo Cocco — 16 Novembre 2009, alle ore 10:25
@Aldo:
Un vecchio aforisma aziendale recita:
“Nel cambiamento, chi non cambia…..è da cambiare!”
A volte oltre ad indirizzare questo tipo di aforismi ai Manager (TIP o TOP che siano), dovrebbero farlo proprio anche alcuni imprenditori.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 14:52
Cambiare per migliorare l’efficienza e la qualità del sistema va benissimo, ci mancherebbe altro. L’importante è non confondere il progresso con gli utili di Expedia, sono cose ben diverse.
Commento da Riccardo Cocco — 16 Novembre 2009, alle ore 16:46
@Aldo:
ti prego, utilizza la tua intelligenza per migliorare te stesso ed il tuo albergo, sfrutta al massimo le tue potenzialità per generare benessere per te e per la tua famiglia e non per fare una guerra sugli utili di Expedia.
Buon lavero e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Anto4444 — 16 Novembre 2009, alle ore 20:06
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, sbaglio?
Se qualcuno con cognizione di causa critica le OTA potrà farlo? o perchè tu dici che sia una perdita di tempo non va bene?
ti prego, utilizza la tua intelligenza per riflettere meglio su te stesso ed il tuo albergo, sfrutta al massimo le tue potenzialità per generare benessere per te e per la tua famiglia e non per fare una guerra a chi esprime le sue idee.
Cmq va bene cosi, spero tanto che la crisi finisca presto se no, se tanti la pensano come voi, finiremo peggio di prima.
Saluti
Meno revenue management e più olio di gomito a tutti.
Non fa mai male..
Commento da aldo — 16 Novembre 2009, alle ore 21:21
Riccardo, ognuno usa la sua intelligenza come meglio crede, tu ad esempio ne usi una bella fetta per difendere il modello Expedia, non so se lo fai per generare benessere per te e per la tua famiglia o per dimostrare che il mondo è bello perché è vario ma non m’interessa, rispetto il tuo pensiero anche se non lo condivido. Segnalo un interessante articolo sul Corriere di oggi sul caso Google che pochi giorni fa ha detto a Murdoch che nessuno lo costringe ad essere presente su Google news : http://www.corriere.it/editoriali/09_novembre_16/google_fisco_a7bc91c6-d277-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
Commento da Riccardo Cocco — 17 Novembre 2009, alle ore 10:15
Signori, credo proprio che di nuovo si stia uscendo dal seminato.
Il mio intervento NON è assolutamente teso a limitare la libertà di espressione di nessuno, vorrei che fosse chiaro!
Il mio unico cruccio, è che continuo a leggere nelgi interventi: “questo non va!”. Non ho mai letto: “potremmo fare così!”.
Vorrei non aver commesso l’errore di interpretare Booking Blog come uno strumento, un luogo d’incontro, tra diverse esperienze dove si discute e si mette a disposizione degli altri la propria esperienza ed i propri punti di vista in modo da migliorare l’arte dell’ospitalità a cui tutti, nessuno escluso, teniamo.
Si sta invece tramutando, attraverso i vari interventi, in un “muro del pianto” dove non vedo prospettive costruttive. Si lanciano anatemi contro le OTA ed il loro strapotere. Si stigmatizza chi utilizza il Revenue Management nella propria realtà, sperando che il mercato si riprenda e che il Revenue Management non sia più applicato (ancora una volta sono testimone dell’ignoranza dilagante in materia di Revenue Management).
Riconosco nei vari scritti che abbiamo un numero impressionante di possibili ambiziosi sceneggiatori di film sul filone di “The Day After” o di “2012”.
Questa nostra arte italica di piangerci addosso stramaledicendo questo o quello per il solo scopo di dirottare l’attenzione del nostro, forse, senso di insufficienza ed inadeguatezza, cercando il “peggio” del vicino in modo che il nostro “peggio” non emerga.
Siamo maestri nel mondo nell’arte dell'”additare” il nostro prossimo come la causa dei nostri mali. Demandiamo sempre ad altri l’intervento che ci farà salva la vita attendendo e sperando che il giudiizo universale arrivi presto e ci tolga il peso di decidere per noi stessi.
Si, questo è il nostro più grave problema, dobbiamo trovare qualcuno che decida per noi, non perchè non siamo in grado di decidere, ma solo perchè, nel caso vada male, sappiamo a chi dare la “colpa”!
Se rileggo tutti gli interventi, un filo di seta lega la maggior parte di questi: è colpa delle OTA! è colpa del Revenue Management! è colpa delle Istituzioni! è colpa delle Associazioni di categoria!
Mai ho letto: FACCIAMO! PROVIAMO!
Qualcuno, qualche tempo fa ha detto una cosa molto grande e ancora di grandissima attualità:
“NON TI DOMANDARE COSA LA NAZIONE PUO’ FARE PER TE! DOMANDATI COSA TU PUOI FARE PER LA NAZIONE!”
Ecco cosa ci manca, ecco dove risiedono le fondamenta dei nostri errori ed ecco perchè non andremo mai da nessuna parte continuando a pensare in questo modo.
Il futuro sarà nero se non facciamo qualcosa ora! Iniziamo a vedere il bicchiere mezzo pieno, forse non risolverà nulla questo ma almeno potremo dire: “IO HO FATTO QUALCOSA!”
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 17 Novembre 2009, alle ore 10:24
@Tutti:
Un invito a riflettere.
http://www.bookingblog.com/forum/topic/ma-allora-che-dobbiamo-fare-con-le-ota-lra-si-o-no-rate-parity-si-o-no
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da aldo — 18 Novembre 2009, alle ore 12:41
Sei tu che la prendi troppo sul personale, siamo qui per commentare le notizie pubblicate sul blog, qui c’è una catena alberghiera che ha sollevato un problema per il comportamento tenuto da un’OTA, ognuno di noi ha un opinione in merito e la dice liberamente e, spero, senza secondi fini. Punto. Mi pare assurda l’idea che non si possano criticare le pretese delle OTA fino a quando non si mette in campo un’azione concreta per riequilibrare le forze nel mercato, anche al al giornalista del Corriere che solleva il problema dello strapotere di Google potremmo dire che è il solito frignone italico, personalmente la trovo un’analisi interessante. Lo posso dire o devo prima realizzare un motore di ricerca ?
Commento da Riccardo Cocco — 18 Novembre 2009, alle ore 14:36
@Aldo:
Buona vita!
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da sfarinel — 18 Novembre 2009, alle ore 21:53
Ciao Riccardo,
ancora una volta condivido la tua analisi ma mi associo ad aldo nel consigliarti di non prendere sul personale commenti con opinioni diverse dalle tue (anche quando espresse da qualcuno in modo discutibile).
Invito però tutti ad accettare le opinioni divergenti altrui vedendole come una ricchezza nel dibattito e non come un’attacco alle proprie.
Infine prego tutti di evitare di mettere in discussione la correttezza morale di chi, come anche il sottoscritto, vede le OTA od i Social network turistici (TripAdvisor in primis) come una grande opportunità per gli albergatori. E’ il mio pensiero frutto della mia esperienza suffragata da dati concreti ed inconfutabili che rilevo ogni giorno lavorando a contatto con centinaia di albergatori.
Lo stesso vale per il Revenue Management. Tutti gli albergatori miei clienti che lo hanno applicato (correttamente) hanno visto, anche in questo anno di crisi, aumentare REVPAR e profitti e non credo che sia stato un caso.
Sergio
Commento da Riccardo Cocco — 18 Novembre 2009, alle ore 23:04
Carissimo Sergio,
grazie per il tuo intervento.
Credo però che vi sia un errore di fondo.
In nessuna risposta ad ogni mio intervento, mi sono mai sentito colpito, offeso o in qualche modo toccato dai pensieri, dalle idee, dalle opinioni altrui, ne come professionista ne come persona.
Vorrei solo che, laddove vi siano delle idee che vanno “contro” un generico comportamento di una parte degli albergatori (ma potremmo estendere il discorso ad ogni parte della vita), vi siano a supporto delle idee a conforto che diano l’opportunità di potersi mettere in discussione e rivedere le proprie posizioni.
Spero solo di poter contribuire in qualche modo a che se si sentirà dire: “non ci sono più le mezze stagioni”, colui che lo asserisce lo dimostri e soprattutto se non ne è contento proponga un progetto e non una lamentela.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da itadim — 21 Novembre 2009, alle ore 16:46
pre Anto4444,
ho letto il link che mi hai suggerito di Expedia e non capisco che cosa centra con le mie affermazioni: quella è una presentazione del gruppo con dati consolidati..mi spieghi cosa c’entra con le mie affermazioni prese da Nielsen che dice che lo scorso anno tra luglio ed agosto i contatti Expedia in Italia sono stati superiori di poco ai 2 milioni?…se hai dati reali e più attinenti alla discussione ti prego di fornirli, altrimenti non confondere le idee…nelle analisi bisogna essere pragmatici e non aprire la bocca..per dire qualcosa…
per tutti gli altri faccio due domande per ora:
Prima domanda: Che ne pensate se la vostra attività dovesse modificarsi da operatori dediti alla semplice ricezione di turisti in operatori turistici cioè quelli che organizzano l’intero pacchetto vacanze avendo a disposizione uno strumento di distribuzione e di visibilità molto importante?
Seconda domanda: Se foste in grado di confezionare prodotti turistici come sopra (quindi non solo la ricezione in Hotel, ma anche eventualmente il volo, il pickup, l’eventuale ingresso ad un evento ecc…) quale sarebbe la commissione che sareste disposti a cedere al proprietario della rete distributiva che veicola il vs prodotto?
Preciso che un ragionamento di questo tipo non prevede una partnership con molti hotels…pardon operatori turistici…
In attesa delle vs risposte e anche di alcune inevitabili domande cordialmente vi saluto
Itadim
Commento da Riccardo Cocco — 21 Novembre 2009, alle ore 20:02
Itadim, bentornato!
Credo di cominciare a comprendere dove stai andando.
Attenzione però, questa attività è gia stata provata nel passato, cercando disintermediazione da Wholesalers e Tour Operators andando a creare pacchetti dell’Hotel (quelli che poi si sono tradotti con “wedding package, vacanze romane, etc.).
Non mi piace mettere i paletti tra le gambe di nessuno, però tieni conto di questo:
1) gli albergatori, nella maggior parte deli casi, sono imprenditori (intendo dire che la maggior parte degli alberghi sono alberghi indipendenti e non facenti parte di catene). E il lavoro di albergatore è già molto complesso. Alcuni di questi non hanno le possibilità di implementare questo servizio a causa della poca disponibilità di risorse.
2) creando pacchetti occorre garantire al cliente finale il servizio. I servizi aggiuntivi a volte vengono “comprati” da terzi e nei confronti del cliente finale ne rispondiamo noi direttamente, quindi si genera la necessità di coprirsi con ulteriori assicurazioni.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Anto4444 — 22 Novembre 2009, alle ore 14:28
Itadim, fai come ti pare. Credevo di farti un piacere dicendoti che stavi prendendo dei colossali abbaglio, ma rimani pure con il tuo documento della nielsen.
Se leggi il link vedi, a parte la grandezza dell’azienda, anche i visitatori che ha. Poi ti guardi lo stesso documento con lastminute.com ed eviteresti figure barbine.
E per il resto l’hotel non puo diventare tour operator.
Saluti.
Commento da Riccardo Cocco — 23 Novembre 2009, alle ore 10:29
Anto4444: felicità o sofferenza?
source: Hotel News Now:
Florida becomes first US state to sue Expedia, Orbitz for room taxes
REPORT FROM THE U.S.—Florida has become the first U.S. state to join the ever-growing ranks of municipalities suing online travel agencies over alleged failure to remit taxes.
Expedia, Orbitz LLC and Orbitz Incorporated have been targeted by the state’s attorney general’s office, which claims the OTAs owe the state tax money for the rooms they have sold to consumers. The state claims the OTAs are only remitting taxes on the discounted rate at which the rooms are sold, rather than the full price of the room.
“Consumers are already paying ‘taxes and fees’ when purchasing a Florida hotel room online, yet the online travel companies have been keeping too much of those taxes as profit,” Florida attorney general Bill McCollum said in a statement. “If these taxes are due to the state, the companies should pay them for the benefit of the people of Florida.”
The lawsuit, filed in state circuit court in Tallahassee, Florida, does not clarify how much tax the state believes to be unpaid. Sandi Copes, a spokeswoman for the attorney general, said in an e-mail the amount of taxes unaccounted for from the OTAs is in the “millions” annually.
Download a copy of the lawsuit as a PDF.
Brent Thompson, vice president of government affairs for Expedia, said the company does not remit taxes to hotels on the service fees charged to customers because it does not consider the fees to be a part of the rent for the room. But, as has been alleged in the Florida suit, he said the attorneys are telling the municipalities that Expedia and other OTAs are holding onto a portion of the taxes owed as profit, a claim he denies.
“The cities hear this and they say, ‘There’s a problem here,’” he said. “If the facts were true, there would be a problem there. But it’s not true. It’s the proverbial bloody shirt.”
He added, “The law is in our favor and the consumers’ favor.”
Orbitz representatives did not return calls for comment.
Andrew Weinstein, a spokesman for the Washington, D.C.-based Interactive Travel Services Association, disputed the attorney general’s claim.
“Every penny owed in taxes is remitted to the hotels,” he said.
Weinstein also said it is “flat-out false” that OTAs purchase groups of rooms to be resold at a lower price.
“We are playing an intermediary role in the same way that traditional, offline travel agents have to help find (people) hotel rooms,” he said. “We are compensated for that.”
Florida’s tourism industry might suffer as a result of the litigation, Weinstein said.
“Our perspective is that the lawsuit will hurt the millions of Floridians who depend on the travel-and-tourism industry by making it harder and more expensive to bring tourism to the state,” Weinstein said.
Through September 2009, Florida’s occupancy was down 8.5 percent to 57.9 percent, according to Smith Travel Research. The state’s average daily rate was US$107.63 (down 10.8 percent from the previous year), and revenue per available room was US$62.31 (down 18.4 percent).
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo
Commento da Riccardo Cocco — 23 Novembre 2009, alle ore 10:33
Per chi fosse interessato alla copia dell’atto:
http://www.hotelnewsnow.com/media/Image/STR_Reports/20091100_FloridaOTA_lawsuit.pdf
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco