Rate Parity: 1 motivo per rispettarla – 10 modi per infrangerla
20 Gennaio 2012Circa un mese fa abbiamo lanciato un sondaggio dal titolo “Qual è la tua politica tariffaria? Rispetti la Parità Tariffaria?”. Avete risposto in 165, formando due fronti compatti e simmetricamente contrapposti.
Se è vero che la ragione sta sempre nel mezzo, possiamo dirvi che secondo noi rispettare la Rate Parity vale sempre la pena. Detto ciò dei piccoli “escamotage” per scavalcare la rate parity e attirare prenotazioni dirette, esistono. E noi siamo pronti a elencarveli.
I risultati del sondaggio: rispettate la rate parity?
Nel sondaggio che abbiamo condotto il 31% si è detto che felice di rispettare la Rate Parity, e a questi aggiungerei quelli che la rispettano anche se con difficoltà perché non possiedono un channel manager (7%) e quelli che vorrebbero ma non riescono a controllarla fino in fondo a causa di tour operator e wholesaler (10%).
Dall’altro lato, il 33% ha dichiarato che di Rate Parity non ne vuol proprio sapere, perché l’hotel deve essere libero di vendere a un prezzo inferiore sul proprio sito, e insieme a questi, c’è un 18% che sì, rispetta la parità tariffaria, ma solo perché si sente costretto dalle politiche dei portali.
Sarebbe a dire che in generale circa il 48% è favorevole alla parity, mentre circa il 52% è sfavorevole.
(scivola con il mouse sull’immagine per ingrandirla)
Un valido motivo per rispettare la rate parity
Come abbiamo ripetuto molte volte, rispettare la rate parity è un modo indiretto per disintermediare (vedi Rate parity: questa sconosciuta…). D’altra parte, se non lo fate, oltre ai problemi che si aprono con i portali, perdete trasparenza e credibilità di fronte ai vostri clienti: basta dare un’occhiata a un sito di comparazione prezzi (come Kayak o Trivago) per perdersi in un meandro infinito di possibilità di tariffe estremamente differenti (vedi immagine seguente).
L’utente per sua natura, rifugge le cose poco chiare e probabilmente se vedrà differenze di prezzo troppo alte si chiederà perché. O semplicemente lascerà stare e prenoterà un altro hotel.
10 modi per ingannare la Rate Parity
Detto questo, se volete giocare tutte le carte a vostra disposizione per aumentare le prenotazioni sul vostro sito ufficiale, dovrete in qualche modo “contravvenire” alla rate parity, ma diciamo pur sempre nel rispetto della rate parity.
Ecco i 10 modi più efficaci per rubare clienti alla concorrenza dei portali:
- Regalate valore aggiunto esclusivo solo e soltanto a chi prenota da voi, via telefono o sul sito: ad es. wi-fi gratis, una bottiglia di vino in camera, un trattamento benessere, i biglietti per un museo o un evento, ecc.
- Create una varietà di pacchetti e offerte speciali ritagliate sulle vostre specifiche tipologie di cliente: quello che le OTA non possono fare e voi sì, sono alcune offerte speciali o pacchetti. Studiate attentamente i vostri clienti, in fondo ne conoscete le necessità e le abitudini, e create un pacchetto che può comprendere camere alla tariffa che desiderate ed altri servizi aggiuntivi. Nessuno potrà scorporare il totale.
- Landing-page “fantasma”: volete fare uno sconto esclusivo per un certo periodo di tempo? Create una campagna PPC che punti solo e soltanto a una landing page dove inserite un prezzo riservato solo a chi prenota presso di voi e che non è presente nel tariffario online, ed è accessibile sul booking engine solo inserendo uno speciale codice. In questo modo avrete pieno controllo della vostra tariffa e allo stesso tempo potrete verificare anche la reale sensibilità al prezzo dei clienti in quel momento, sulla base della quale modulare le altre tariffe “ufficiali”.
- Offerte su TripAdvisor: se offrirete uno speciale sconto a chi prenota utilizzando il coupon che rilasciate tramite le TripAdvisor Business Listings, avrete prenotazioni dirette al prezzo che desiderate, senza dovervi giustificare con i portali:
- Offerte sui Social Media: offrite sconti particolari e molto limitati a chi vi segue sui Social Media, magari dando un codice solo ai fan su Facebook dalla validità limitata nel tempo.
- Giocate con le reservation policy: offrite una cancellation policy inferiore rispetto a quella sui portali (12 ore invece di 24, ad esempio). Cercate comunque di imporre agli ospiti meno obblighi e restrizioni possibili, in modo che l’utente non si senta “intrappolato” al momento della prenotazione.
- Sfruttate le campagne mobile con click-to-call: se conducete una campagna PPC su Mobile, siate certi di inserire il vostro numero telefonico per permettere agli utenti di chiamarvi direttamente e fare offerte riservate solo a chi prenota da mobile booking. Al telefono, sarete liberi di gestire tariffe e upselling al massimo senza obblighi verso terzi!
- Sfruttate le richieste al telefono: quanto detto sopra vale anche per qualsiasi richiesta riceviate via telefono: preparate il vostro team affinché sia capace di convertire al meglio le chiamate e trasformale in prenotazioni.
- Cogliete l’attimo con i walk-in: non lasciatevi sfuggire la possibilità di aumentare l’occupazione alla tariffa che preferite. Se oggi la vostra tariffa sul web è di 99,00 €, nessuno vi vieta di acchiappare un cliente di passaggio a 89,00 € o a 109,00 € senza commissioni! Attenzione se decidete di alzare il prezzo, perché se il vostro cliente ha già dato un’occhiata al vostro sito, potrebbe uscire e prenotare con il suo smartphone accusandovi poi di poca onestà.
- Promozioni riservate via e-mail: potete proporre le vostre camere a prezzi particolarmente vantaggiosi riservati solo alla vostra mailing list. Tali tariffe non saranno visibili né sul vostro sito né sul booking engine almeno che non venga utilizzato un codice promozionale speciale o che non prenotino cliccando direttamente sul link della mail, e voi sarete liberi di gestire i prezzi in totale libertà.
Ora sta a voi svelarci i vostri segreti: avete mai messo in pratica queste strategie o ne avete altre di comprovata efficacia?
Commento da ilgrandeleo — 20 Gennaio 2012, alle ore 14:10
Ecco il risultato di questo sondaggio è la riprova di come lavorino le Ota per continuare quel buon lavoro di saccheggio nei confronti degli Hotel. La prima strategia è il consenso.
Facile ! Peraltro è la prima buona norma per far credere qualsiasi cosa a chiunque da molto tempo a questa parte.
Il sondaggio in questione non è certo manomesso ma vorrei veder bene chi realmente partecipa al sondaggio. Sono tutti albergatori o magari ci sono dentro tutti coloro i quali da questa situazione di saccheggio traggono profitto : revenue managers( lasciamo perdere la comicità di dover usare 3 termini inglesi su quattro parole tipica di chi la lingua inglese neanche la conosce bene ma fa tanto “coooool !!!” )Ota impegnate a lavorare su quella strategia del consenso e …forse qualche albergatore impazzito. Si perchè solo un albergatore impazzito voterebbe “SI AMO LA PARITY !!!” Credo sia legittimo cominciare a riscrivere una piattaforma per la quale sia inappellabile il nostro diritto a proporre un prezzo migliore nel sito dell’hotel. Inappellabile come il pagare commissioni che non superino il 10 % ( e vi va bene che vi do questo altrimenti niente)le review sono contestabili e si pubblica la risposta degli hotel e poi cambiare l’atteggiamento di questi signorini “account manager” che ogni giorno ci maltrattano. Allora piattaforma di diritti per gli hotel nuova di zecca o altrimenti facciamo un bello sciopero delle disponibilità . Così vediamo quanto tempo ci mettono queste aziende ad andare per aria insieme a tutte quelle professioni da parassita. Come si sopravvive ? Bene si torna ad investire…almeno il 5% delle entrate. Coraggio albergatori !!!
Commento da Michele71 — 20 Gennaio 2012, alle ore 18:00
Ma tutti quelli che sono contro la parity e quindi contro le Ota che siano albergatori o no sono per caso le stesse persone che davano o danno ancora camere su camere in allotment alle agenzie?
Tariffa netta(molto bassa anche in alta stagione), pagamento a 30 o 60 giorni (o spesso dopo innumerevoli solleciti.
Mah…
Commento da Franc1980 — 21 Gennaio 2012, alle ore 08:49
Ancora con questa teoria secondo la quale il cliente si confonde vedendo tariffe diverse? ma smettiamola! Chi visita Trivago o Kayak, lo fa perchè sa bene di poter trovare tariffe più basse per lo stesso prodotto e allora perchè dovrebbe poi confondersi una volta trovate.
La realtà è che il cliente (in quanto individuo pensante), se vede una tariffa più alta sulle OTA rispetto al sito ufficiale dell’hotel capisce bene che la tariffa è maggiorata dall’intermediazione e questo alle OTA non piace poichè preferiscono mantenere nell’ignoranza il cliente dando sempre informazioni ammiccanti e poco chiare. Vedi ad esempio “cancellazione gratuita” oppure “prenota senza commissioni” due cose vere solo in parte poichè la cancellazione è gratuita solo entro specifici termini e le commissioni ci sono ma vengono pagate dal cliente indirettamente quindi tramite l’hotel.
Chi avvalla queste teorie (e non nascondo che mi piacerebbe conoscerlo e avere una spiegazione più approfondita e dimostrata su queste tesi) trae solo profitto dalle stesse. In questo do ragione a ilgrandeleo.
PS. Sono con ilgrandeleo anche quando scrive di una piattaforma comune per far valere le nostre ragioni e dimostrare alle OTA che il loro aiuto può essere importante ma non necessario al punto da sottometterci alle loro condizioni restrittive.
Se Vogliamo fare qualcosa in questo senso io ci sono e sono disposto a portare con me molti, molti colleghi.
Commento da Franc1980 — 21 Gennaio 2012, alle ore 09:35
una domanda per ilgrandeleo:
cosa intendi per sciopero dei portali? Chiudere la disponibilità e riaprirla solo quando le OTA si convincono a modificare le loro condizioni?
Un’operazione molto complicata che richiede impegno, un grosso sacrificio e una collaborazione mai vista tra gli albergatori (quasi un’utopia come la definirebbe qualcuno che scrive su questo blog) ma che funzionerebbe sicuramente. Anche se si riuscisse ad ottenere solo il 50% dei consensi soprattutto in città come Roma, Firenze o Venezia
Secondo me non resisterebbero più di 24 ore senza la nostra disponibilità. Gli verrebbe a mancare la terra sotto i piedi. Il mio parere (e non solo il mio) è: Si può fare!
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 21 Gennaio 2012, alle ore 10:44
@ilgrandeleo,
gli INTERMEDIARI o OTA svolgono un lavoro quotidiano per mettere a disposizione degli SCAFFALI sui quali gli alberghi vendono le proprie camere, sono dei sistemi di INDIVIDUAL DISTRIBUTION SISTEM, cioè distributori, e come tali investono enormi somme di denaro per raggiungere il cliente finale e fornirgli un servizio di prenotazione che permetta il facile e veloce reperimento di informazioni oltre alla sicurezza e assistenza del processo di prenotazione. L’avvento dei portali ha portato enorme giovamento a località turistiche poco conosciute e per quelle che vanno per la maggiore una grossa opportunità che ha permesso di vendere camere anche in periodi di BASSA STAGIONE, dove prima si era abituati ad avere molte camere vuote. Sono pienamente a favore della PARITà TARIFFARIA su tutti i canali, MA ritengo che sul proprio sito ufficiale si debba essere liberi di applicare delel OFFERTE SPECIALI che possano dare un qualcosa in piu a un qualcosa di prezzo in meno, sicuramente non applico i 5-10 euro in meno sulla tariffa, che è una cosa ridicola. Inoltre ti assicuro che se una struttura fa un BUON REVENUE, ottimizza i fatturati e trova quei soldi da spendere in investimenti strutturali, aggiungo infine che le commissioni potrebbero essere piu basse, se fossero al 10% potremmo lavorare tutti meglio e piu contenti, riconosco che un 20-25% percento equivale quasi alla presenza di un SOCIO OCCULTO.
S.
Commento da ilgrandeleo — 23 Gennaio 2012, alle ore 09:58
per Franc1980
Onestamente stiamo studiando, insieme ad altri albergatori, una strategia di uscita. Qualcuno si scandalizzerà ( come il dott. tiribocchi a cui chiedo di non maltrattare la lingua inglese se possibile, shakespeare se la prenderebbe leggendo i vs termini commercial-alla-moda-giovane )ma crediamo che un progressivo abbandono della nave ota sia la cosa più conveniente. Da un buon calcolo sull’effettiva incidenza di una prenotazione sui portali web più conosciuti , si evince che la percentuale di costo può salire fino al 34 % dell’importo incassato.
Abbiamo tutti ( noi albergatori ) passato diverse stagioni e oggi è giunto il momento di far fruttare la nostra esperienza. Abbiamo discusso sull’opportunità di proporre un sistema diverso ma sappiamo che certe Ota nascono per esistere 10-20 anni, distruggere il mercato, massimizzare gli introiti per poi essere rivendute, magari a piccoli pezzi. Non ci ascolterebbero quindi è nata l’idea dello sciopero.
Si tratta di un azione forte , chiudere un determinato periodo per circa 48 ore ( esempio chiudere oggi dal 1° maggio al 31 Maggio per 48 ore ). E’ necessaria un azione di disturbo ( un legittimo sciopero dei portali ). E’ un azione collettiva e certamente ci sarà un alta percentuale di albergatori che aderirà facendo poi la furbata di non bloccare le date. Teniamo conto di tutto ma lavoriamo per la categoria. Qualcuno si muoverà.
Al dott Tiribocchi non ho molto da rispondere. E’ chiaro che non ha avuto l’opportunità di gestire la vendita di un albergo, se non nel periodo che va dal 2003 ad oggi. Sugli scaffali di cui lei parla c’è merce avariata che provoca dipendenza. Noi da questa dipendenza vogliamo uscirne. Lei probabilmente ( vedendo anche qualche video su youtube che la ritrae in lezioni di albergazione ) trae profitto da questa situazione di panico. Il lavoro di un albergatore è altra cosa. P.S. ( system..con la Y )
Commento da falquiantonio — 23 Gennaio 2012, alle ore 18:40
Concordo con ilgrandeleo !
E’ una buona idea. Finalmente cominciamo a prendere coscienza che qualcosa si debba fare. Certamente pare una lotta impari ma è indubbio che ognuno con un piccolo contributo di lotta può dare forza ad un movimento stanchissimo. Dalle mie parti si fa fatica a sostenere ogni spesa. Sono un albergatore datato anche io e vi assicuro che le cose si sono evolute verso il peggio. Uno sciopero dei portali non mi pare una cattiva idea. Anche se riusciamo ad essere un piccolo gruppo il movimento verrà certamente registrato. La risposta sappiate che sarà picche ma piano piano possiamo farci sentire. Noi ci stiamo !
Commento da gio.car — 25 Gennaio 2012, alle ore 10:17
ma chi è contro i portali perchè non rescinde il contratto? Come le persone che contestamo la qualità di un programma in tv, quando basta spingere un tasto del telecomando e cambiare canale.
Oppure non si ha il coraggio di riconoscere che le OTA hanno il coltello dalla parte del manico?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Gennaio 2012, alle ore 00:14
@ilgrandeleo@falquiantonio
i contratti li avete firmati voi? o vi hanno obbligato alla firma?
ricordate sempre l ‘ UTENTE è il RE e decide dove e cosa comprare. Il resto putroppo sono solo parole vuote. Sono anni che la “soluzione all’oppressione dei portali” è lo sciopero della disponibilità invece di uno STUDIO costante e approfondito delle meccanoche che governano OGGI la distribuzione online del prodotto turistico, per poterle sfruttare a proprio vantaggio.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Gennaio 2012, alle ore 00:30
@ilgrandeleo
“Da un buon calcolo sull’effettiva incidenza di una prenotazione sui portali web più conosciuti , si evince che la percentuale di costo può salire fino al 34 % dell’importo incassato.” ma quali portali usi? io ho al massimo booking.com al 20% come preferito e tra l’altro la commissione scende se calcolo il lavoro di visibilità indiretta che il portale mi da sul mio sito ufficiale dove quando aumento le vendite sul portale aumento le vendite sul mio canale diretto, la pubblicità ha un costo.
Ma secondo voi la visibilità di una struttura come si fa? Come fate voi a far emergere un albergo tra tanti? Se abbandonate la nave delle OTA su quale salite? La scialuppa delle convenzioni? La zattera degli urlatori all aeroporto e alel stazione?
Voi volete uscire dagli scaffali della merce avariata?? ma lo capite che il CLIENTE finale sceglie sulle OTA per N motivi? e da li in un secondo momento puo ridirigersi sul vostro canale diretto (billboard effect, spero sia un inglese corretto).
I problemi sono ben altri, i problemi veri sono l’aumento di offerta in mercati che non reggono troppe camere, mercati che per anni hanno vendute a tariffe stratosferiche e che adesso non vogliono ragionare, le vie di uscita ci sono ma a fronte di una associazione di categoria SERIA UNITA E POTENTE, da quando ho inziato questo lavoro ho passato una trentitina di aziende e ti dico che gli albergatori italiani non li metterai mai insieme sotto un unico vessillo. Comunque buonafortuna, domani all albergatore day provo a prendere le prime adesioni per lo sciopero nazionale contro lo strapotere delle OTA..
S.
Commento da ilgrandeleo — 26 Gennaio 2012, alle ore 09:27
per gio.car
Sono perfettamente d’accordo sul fatto che il manico del coltello lo abbiano in mano le Ota.
E’ questo quello che non torna, dobbiamo riprendercelo. Uscire dalle Ota è certamente un piccolo contributo singolo che ogni albergatore può dare. Io ho cominciato a farlo e non vedo il crollo delle vendite che mi prospettavano i vari revenue managers.
La nostra idea è di ridimensionare queste agenzie e farle ragionare ( se vorranno farlo e credo che convenga a tutti ) sull’impropria fetta di mercato che , a nostre spese , si mangiano. Sono allo studio nuove piattaforme in cui gli albergatori investano denaro ( perchè senza investire denaro non si va da nessuna parte ) su piattaforme che producano prenotazioni a bassissima o a zero commissione . Presto lanceremo una proposta. In italia, al nord se ti posso aiutare, sono già in via di lancio piattaforme web molto interessanti gestite da consorzi alberghieri. Siamo alla ricerca di soluzioni perchè molti di noi sono in difficoltà con la gestione. Molti confondono la gestione di un Hotel col divertimento di colorar caselle o studiare grafici di vendita. L’hotel è tutto questo ed è il mestiere che ci siamo scelti. Abbiamo anche, a sua volta, scelto partners che ci stanno , oggi, strozzando. E’ giunto il momento di delegare meno .Nessuno vieta alle Ota di esistere se non come derivazione dell’industria alberghiera.Oggi, ahimè, risulta essere in loro mani la nostra industria. Il turismo in questo paese è un ottima industria, non si tratta di un bene che ci possono copiare e riprodurre altrove ad un prezzo inferiore. Dobbiamo amare il territorio ricominciando a prenderci quel rischio d’impresa che abbiamo regalato ad aziende lontane da quì. Torniamo però ai punti del programma : 1- piattaforma alternativa e mi rivolgo anche a Qnt ( azienda che cura questo blog ). Mettiamo sul fuoco delle idee. Quando spariscono , e questo accade mensilmente di veder scomparire quel portale o quell’altro, rimangono le strutture e gli imprenditori. Dialogate con noi! 2- secondo, ma non secondario, decidere sulla questione dello sciopero delle disponibilità sulle Ota.
Commento da ilgrandeleo — 26 Gennaio 2012, alle ore 09:42
per Dott. Tiribocchi
Caro Tiribocchi.
La ringrazio per i suoi contributi poichè mi danno modo di precisare alcune questioni.
Ho capito, leggendo moltissimi suoi commenti, che il suo portale preferito è “booking.com “. Onestamente lo ha citato così tanto che qualche sospetto mi è venuto.
I partner che lei cita, poichè io non ho citato nessuno se non una generica struttura che definisco Ota, hanno un alternativa e questa si chiama la nostra capacità di fare imprenditoria.
Per nostra intendo anche quella delle associazioni di categoria di settore.
Il calcolo del 34 % è semplice e, in questo , potrei aiutarla : Ci sono le commissioni ( a volte molto più alte di quella di b.com ) …ci sono le tasse sulle commissioni ( applicate in maniera impropria). Le riporto un esempio su una commissione al 15% che grava del 28 % sul prezzo iniziale:
Prendiamo in considerazione una prenotazione che ci porta un OTA (a commissione 15%) di 1 notte in camera doppia ad Euro 100,00 e calcoliamo quanto in realtà incassiamo.
Poniamo il calcolo su 2 livelli: Tariffa della camera (Euro 90,90) + IVA 10%
Euro 90,90 + 9,10 = 100,00
– commissione 15% Euro 13,635 + 1,365 = 15,00 (iva esclusa 21%)
Già arrivati a questo punto si nota che le OTA applicano la loro commissione anche sull’ IVA mentre sulla loro commissione, l’IVA è esclusa e quindi:
Euro 100,00
– 9,10 IVA 10%
– 15,00 Commissione
– 3,15 IVA 21% sulla commissione
Totale netto Euro 72,4
Adesso divertitevi ad applicarla a commissioni più alte ( su ex.com si arriva al 25% o mi sbaglio ) e poi è vero o non è vero che su b.com ( tanto cara a lei tiribocchi ) compaiono prima alberghi che concedono percentuali di commissione molto più alte del classico 18% ???
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 26 Gennaio 2012, alle ore 19:48
@ilgrandeleo
il calcolo del totale netto non è corretto. Se fai la ricevuta a tutti i tuoi clienti l’ IVA ce l’hai sia se il cliente è diretto sia se è proveniente da una OTA. E’ vero che molte OTA ti calcolano la commissione anche sull’IVA, ma non arrivi al fantomatico 28%. E poi ti ripeto, il costo pubblicitario che ti servirebbe per ottenere quel numero di clienti unici?
Sono un revenue manager e come tale ti posso garantire che il portale col migliore ALGORITMO che attribuisce un ranking a ogni struttura listata è booking.com. Ho portato primi tra 1400 hotel struttture al 20% di commissione, tranquillamente, e ti dico che li, prendi 30-50 prenotazioni al giorno con migliaia di visualizzatorei unici provenienti da tutto il mondo. Altri portali richiedono per una maggiore visibilità delle promozioni, ma io sono contrario. Comunque pensa solo a quanto vende oggi un ORBITZ o un VENERE e dimmi secondo te quanto ci puo volere a fare un portale forte del tipo ALBERGATORIINDIPENDENTI.COM.
S.
Commento da ilgrandeleo — 27 Gennaio 2012, alle ore 11:30
@tiribocchi
Mi fa piacere che tu sia contrario ma ti potrei citare casi di decine di hotels che offrono il 30% di commissione .
Comunque il calcolo non va pensato solo sulla prenotazione singola.
Allarghiamo il ragionamento al fatto accertato che nel 2011 le Ota hanno raggiunto la quota mercato del 48%. Siamo alla metà delle prenotazioni di un hotel !!! Dal campo di battaglia ( le nostre reception ) ti dico che la parity funziona quasi sempre a favore delle Ota, quindi il mio marchio favorisce chi si prende la commissione sul mio lavoro e non in maniera inversa ! Per questo cado dalle nuvole quando un fantomatico terzo delle persone che rispondono a questo sondaggio dice che la parity è uno strumento per aumentare le vendite. E’ vero tutto il contrario vuoi perchè la veste grafica di b.com o l’opportunità di giudicare la struttura condizionandonde ( spesso giustificatamente la qualità del servizio che riceverai ). Dobbiamo invertire la strategia del consenso a nostro favore e ci vuole denaro e tempo ma da qualche parte dovremo partire o no ? Per finire il ragionamento consideriamo la base del gioco : il mio brand fa si che esistano altrimenti b.com venderebbe arance al mercato e non le mie camere/il mio lavoro/il mio costo del lavoro/la mia accoglienza. La loro potenza siamo noi, la prima cosa sbagliata che non dovremmo firmare nei contratti è mettere a disposizione il nostro marchio per le ricerche su google. Finirebbero subito di influenzare il mercato e la prenotazione stessa come riescono a farlo oggi.
Euro 100,00 e calcoliamo quanto in realtà incassiamo.
Poniamo il calcolo su 2 livelli: Tariffa della camera (Euro 90,90) + IVA 10%
Euro 90,90 + 9,10 = 100,00
– commissione 15% Euro 13,635 + 1,365 = 15,00 (iva esclusa 21%)
Già arrivati a questo punto si nota che le OTA applicano la loro commissione anche sull’ IVA mentre sulla loro commissione, l’IVA è esclusa e quindi:
Euro 100,00
–
– 20.00 Commissione
– 4.20 IVA 21% sulla commissione
Totale netto Euro 75.8
Siamo al 25% circa…a questo aggiungete che il cliente, per ricatto, facilità o perchè i siti web delle ota sono più divertenti, preferisce quasi sempre prenotare sulle Ota .
Nella strategia del consenso rientra anche dire che loro facilitano noi .
Non ci credete !!!
Pretendiamo domani di togliere articoli di questo genere dai contratti:
3.5.1 bau.com ha il diritto di pubblicizzare l’hotel utilizzando il nome (o i nomi) dell’Hotel nel marketing online, comprese le e-mail pubblicitarie e/o la pubblicità pay-per-click (PPC).
Salute a tutti
leo
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Gennaio 2012, alle ore 15:21
@ilgrandeleo,
ok ora siamo d’accordo sulla commissione, può arrivare al 25% in casi “normali”. Sulla parity ti assicuro che va rispettata, è la migliore cosa, in tutti i canali, poi sul diretto è assolutamente necessario fare delle OFFERTE SPECIALI che la superano e garantiscono a casa propria, alla fine dei conti la reale BEST AVAILABLE RATE, ma attraverso l’offerta, non è mai consigliato che un prodotto costi 10 da una parte e 9 dal’altra senza una reale spiegazione delle differena (cioè l’offerta speciale che dice li costa 10 qui costa 10, ma con l’offerta ti costa 9, stesso prodotto ma qui ti do il valore aggiunto dell’offerta).
Se avessimo una associazione di categoria, che ti assicuro non abbiamo, sarebbe sicuramente una cosa intelligente e da fare eliminare il PPC sul brand name..solo che sono giochi di potere grossi, li in mezzo rientra anche il colosso di mountain view, BIG G..
S.
Commento da Armando Vessa — 27 Gennaio 2012, alle ore 15:58
Buonasera,
seguo questo blog da molto tempo pur non avendone mai preso parte ma mi sta molto a cuore questa discussione aperta tra ilgrandeleo e dott stefano tiribocchi.
Innanzitutto vorrei che si precisasse una cosa molto importante:
il sondaggio in questione non si riferisce ai soli albergatori ma a tutti i frequentatori di questo blog che hanno a che fare, a volte molto lontanamente, con il turismo. La QNT lo saprà meglio di me che, oltre ad albergatori ed esperti del settore, ci sono anche studenti prossimi alla laurea che mai hanno messo piede in un’azienda, titolari di aziende che si occupano di tour organizzati o addirittura chi vende vino.
Che il 31% degli albergatori sia contento di rispettare la parity rate sul proprio sito rispetto alle OTA la vedo molto difficile.
Prendete la città di Roma e visitate i siti ufficiali di tutti gli hotel di Booking. Io mi sono fermato alla prima pagina vista per preferiti e ne ho trovati solo 5 allo stesso prezzo sul sito.
Poi vorrei fare una sostanziale differenza fra chi si “occupa” di albergazione e chi “fa” albergazione. mi spiego meglio:
Il compito del dott. Tiribocchi, che si occupa di albergazione, quale revenue manager è di riuscire portare prenotazioni alle strutture con le quali collabora attraverso i mezzi che ritiene più opportuni. Quando la struttura riceve quelle 30-50 prenotazioni al giorno il suo compito è ben svolto e concluso. L’analisi dei costi può riguardarlo ma lontanamente.
Io credo che alle aziende possa far comodo risparmiare il 50% sulle prenotazioni booking portando la commissione dal 20 al 10 per cento, considerando che si parla di migliaia di euro
Si occupa di albergazione anche la QNT. Porta visitatori alle aziende che a lei si affidano svolgendo ricerche di mercato e cercando le soluzioni migliori e molto altro. Ma il suo compito finisce già quando il cliente visita il sito e prenota. Poi spetta all’hotel tutto il resto
Il grandeleo invece (correggimi se sbaglio) “fa” albergazione a 360 gradi poichè deve svolgere si quelle mansioni che svolge il dott. Tiribocchi, ma a fine anno deve anche far quadrare un bilancio ed è sempre sul posto, in azienda, a contatto con il cliente, con le agenzie, con i fornitori, con il personale.
Il mercato però è stanco e sta per cambiare.
Dove le associazioni di categoria contano, qualcosa si sta già muovendo e sono sicuro che il dott. Tiribocchi smettaerà di usare quel tono sarcastico e si allineerà alla massa come già fa ora poichè coloro che si affidano totalmente alle OTA si troveranno in difficoltà quando questo impero crollerà.
Commento da Franc1980 — 27 Gennaio 2012, alle ore 16:27
Continuo a non essere daccordo sulla parità tariffaria sul proprio sito o almeno per quella imposta.
Il problema sta proprio nel fatto che il cliente vedendo 9 da una parte e 10 dall’altra si ponga delle domande sul perchè.
La risposta più ovvia che il cliente si dà è che dove vede 10 c’è un aumento a causa di intermediazione e questo alle OTA non va bene.
Se poi vogliamo dare un valore alla parità in forma di professionalità allora questa non dovrebbe essere imposta per contratto e ognuno dovrebbe essere libero di sbagliare, se di questo si tratta.
Rispondendo a chi sostiene che cambiare canale alla TV equivale a recidere un contratto con booking vorrei precisare che se cambio canale o spengo la TV per leggere un libro l’indomanni posso comunque adare a lavoro. Se recido un contratto con un’azienda che comanda il mercato, il giorno dopo resto a casa a guardare alla TV.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Gennaio 2012, alle ore 18:05
@armando vessa
ciao armando, in realtà in qualità di revenue manager tengo ben conto di far arrivare prenotazioni alle strutture per riuscire ad ottimizzare il loro fatturato. Infatto come gia detto prediligo portali al 15% e solamente booking.com al 20% poichè sono certo che il 20% che spendo me lo ripago tutto ampiamente in PUBBLICITà e come detto gia in alcuni studi delle cornell university me lo ripago con l’ffetto billboard o del cartellone pubblicitario, il cliente mi trova sulla OTA e poi mi converte nel mio sito diretto. Infatti tutti i miei clienti usufruiscono di un sistema di OFFERTE SPECIALI che portano SEMPRE la prenotazione in condizione di vantaggio economico nel sito diretto, senzà però entrare nell’ILLEGALITà CONTRATTUALE della DISPARITA TARIFFARIA. Ti assicuro che la mia tariffa mensile non è affatto bassa e come ben sai nel mondo della consulenza o FUNZIONI (cioè fai entrare i soldi veri) o te ne vai a casa. E finora non mi è mai successo.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 27 Gennaio 2012, alle ore 18:28
@francy1980
ciao francesca, il problema è proprio che l’utente si pone la domanda e booking e le altre OTA gli srcivono bello grosso “PRENOTA SENZA ALCUN COSTO DI INTERMEDIAZIONE” a quel punto succede che l’utente va in confusione sul prodotto.
Inoltre è illegale e io sono per la legalità ci sono delle escamotage intelligenti che con stile portano il tuo cliente al canale diretto, un po resta ai portali, un po te lo porti diretto.
Ma vogliamo riconoscere qualcosa anche a tutte quelle PERSONE che tutti i giorni lavorano dentro le OTA? ma lo sapete che dentro un ufficio di booking.com ci sono delle PERSONE che lavorano, ma ci siete mai entrati a vedere? ma vogliamo imparare la COERENZA?
S.
Commento da Armando Vessa — 27 Gennaio 2012, alle ore 19:11
Buonasera Dott. Tiribocchi,
non metto in dubbio la sua professionalità e le sue capacità ma, proprio per questo non capisco la sua scesa in campo a difesa di questi portali.
Vuole amettere che le condizioni sono dettate da loro e non decise di comune accordo come si dovrebbe fare in un rapporto di collaborazione? e che hanno la possibilità di modificarle a loro favore come e quando vogliono?
E’ questo che a molti albergatori non va. Sarebbero felicissimi di collaborare con booking se questi fosse disposto ad ascoltarli trattandoli da partner alla pari e non da sottoposti
Molti si sentono a loro sottoposti addirittura nelle decisioni delle policy. Ha mai provato a fare una pre-autorizzazione con risultato negativo il giorno prima dell’arrivo del cliente?
Comunicandolo a booking il sistema impone di aspettare il cliente fino alle 18:00. Perchè? Chi lo ha deciso?
Lo sa che io potrei bloccare 5 camere per domani nel suo hotel con una carta prepagata scarica ed avere la garanzia (da booking, non da lei) di trovare le camere al mio arrivo prima delle 18.00?
E davvero contrario affinchè gli hotel riescano a spuntare condizioni migliori?
Commento da ilgrandeleo — 27 Gennaio 2012, alle ore 19:49
annuncio che sarà presto e sarà fatto. Sciopero dei portali. preparatevi
Commento da gio.car — 27 Gennaio 2012, alle ore 22:14
scusate, ma competere con BOOKING è un suicidio. E’ come andare in battaglia con il moschetto all’epoca delle guerre elettroniche.
Chi mi sa dire quanto investe booking.com annualmente nelle infrastrutture hw e sw??
L’industria alberghiera deve collaborare ANCHE con le OTA, ma soprattutto ridefinire strategie OGGI DEL TUTTO MANCANTI, in primis STETEGIE COMMERCIALI; come viene promosso il PAESE ITALIA all’estero?(stendiamo un velo pietoso)
RAGAZZI STIAMO PERDENDO APPEAL, a roma parlano di olimpiadi, formula 1, parco a tema nel 2024; ma chi ci arriva? Contattate gli opinion leader americani, cinesi, indiani, etc. e chiedetegli cosa pensano dell’Italia? Ci salviamo ancora per la nature e le opere d’arte.
Che le associazioni si occupassero di questo, OGNUNO DEVE FARE IL SUO MESTIERE, e la guerra alle OTA è persa in partenza.
Tutto questo ovviamente è il mio parere ed è bello confrontarsi con tutti.
Viva l’Italia!!
Commento da Franc1980 — 29 Gennaio 2012, alle ore 10:13
@dott. tiribocchi
…parla per caso delle cornell university partner di Expedia? come potrebbero sostenere il contrario…
…vogliamo tener conto anche del Brand Bidding? ripaga anche questo con l’effetto billboard?…
Commento da Franc1980 — 30 Gennaio 2012, alle ore 09:34
@Tiribocchi
Lei parla di legalità e le sembra legale affermare “PRENOTA SENZA ALCUN COSTO DI INTERMEDIAZIONE” quando in realtà il costo c’è ed è anche elevato? Lo paghiamo noi certo ma con quali soldi? Quelli dei clienti che prenotano no?
E che differenza c’è tra “infrangere una regola” e “trovare un escamotage”? Tutte le soluzioni proposte da questo post infrangono uno dei punti del contratto stipulato con booking.com:
“2.2.2 – L’Hotel offrirà a Booking.com la parità di tariffe e disponibilità (“Parità”). Parità tariffaria significa offrire sia uguali o migliori tariffe per lo stesso hotel, per la stessa tipologia di camera, per le stesse date, per la stessa tipologia di letti e per lo stesso numero di ospiti sia uguali o migliori limitazioni e condizioni (riguardanti la prima colazione, i cambi di prenotazione e le cancellazioni) rispetto a quelle proposte dai siti web degli Hotel, dai call-center (compreso il sistema di prenotazione dei clienti), direttamente dall’Hotel, da ogni altro concorrente di Booking.com (compresi qualunque tipo di agenzia di prenotazione o di intermediario che offra servizi di prenotazione online o offline) e/o da terzi (online o offline) che siano partner commerciali dell’Hotel o che con esso abbiano a che fare”.
Ma lei sa quante famiglie vivono dalla gestione di piccole strutture che non possono competere con le grandi OTA e destinate ad essere sempre sottomesse a loro? Ci è mai entrato lei a vedere i loro bilanci dove le commissioni OTA sono alla pari o quasi con gli utili?
E in conclusione le dico che io ho sempre trovato dall’altra parte del telefono arroganza e presunzione da queste PERSONE che lei cita e non le faccio dei nomi per evitare di essere censurato ma le assicuro che le risposte alle mie lamentele lecite erano sempre vaghe e poco cortesi.
Commento da ilgrandeleo — 30 Gennaio 2012, alle ore 11:20
@TIRIBOOKING
lei dunque ci propone di assumere tutti i lavoratori di booking.com e lavorare per il profitto di quell’azienda. Sa quanti alberghi falliscono ? Sa quante persone non lavorano più in alberghi poichè questi non possono crescere ? Che razza di discorso è quello di preoccuparsi delle persone che lavorano in booking ? In booking so per certo che lavorano molte persone . Alcuni lavorano in ufficio, altri in call center e altri ancora lavorano sui blog per diffondere e difendere il consenso.
Sa quante ferie forzate ho dovuto dare ai miei lavoratori questo inverno ?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Gennaio 2012, alle ore 12:47
@franc1980
ciao parlo dell’articolo della cornell quella partner di expedia, e ne parlo perchè quello che è scritto nell articolo è stato da me VERIFICATO, il billboard esiste e funzione, al di la che è un concetto logico semplice e lineare.
Per quanto riguarda il BRAND BIDDING ne tengo ben conto, ed è proprio per questo che ti dico che la disintermediazione parte dall’intermediazione, un buon utilizzo dei portali porta un buon fatturato indiretto e diretto, l’utente capisce quale è il SITO OFFICIALE se vuole capirlo e converte li se vuole farlo.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Gennaio 2012, alle ore 12:53
@armando vessa
come tutte le aziende in condizione di forza maggiore, booking.com utilizza il suo POTERE DISTRIBUTIVO E DI VENDITA per decidere con chi lavorare e con chi no. Il cliente di booking.com come delle ota non è l’albergo ma è il CLIENTE FINALE, in realtà l’albergo è un fornitore/mezzo per raggiungere il bacino di clientela.
Il punto è che le regole del gioco sono lanciate e quello che sostengo è conoscerle al meglio per sfruttarle a proprio vantaggio. Quali sono i reali problemi che riscontrate lavorando con booking? il dover aspettare un cliente che compra sotto lastminute oggi per oggi e poi non viene?(se compra prima l’autorizzazione si prova prima).
S.
Commento da Armando Vessa — 30 Gennaio 2012, alle ore 16:16
Caro tiribocchi mi dispiace ma qui si sbaglia di grosso. colui che prenota è cliente dell’albergo ed è booking il mezzo con il quale prenota. E con questo conferma quello che sostenevo prima: all’arrivo della prenotazione il suo lavoro è concluso egregiamente. Mentre il lavoro di un albergatore è solo all’inizio e finisce con il ceck-out quando il cliente paga …l’hotel che gli ha offerto ospitalità, servizi e assistenza durante la sua vacanza non booking che si pubblicizza come un servizio gratuito: nessuna commissione e nessun prelievo sulla carta… quindi solo intermediazione e non fornitore di servizi. E le ricordo che da quando esiste il commercio i clienti degli intermediari sono i fornitori.
Commento da ilgrandeleo — 30 Gennaio 2012, alle ore 16:53
@tiribooking
Dott. Tiribocchi vedo che lei si è preso a cuore la difesa di un grande portale che non avrebbe la necessità di venire a parlare con noi poveri mortali. le faccio una lista delle cose che non vanno così che lei le possa riportare in ufficio :
– il tono che usano con chiunque risponda loro al telefono ( e dire che nel contratto è menzionato il fatto che il nostro tono invece può causare un arretramento nel ranking del sito )
– la commissione minima …e non mi dica che l’abbiamo firmata. Semplicemente non ci va più bene e , rispettando i termini del contratto, tireremo fuori le nostre aziende dal portale.
– l’uso del nostro marchio ..e non mi dica che l’abbiamo firmato. Semplicemente non ci va più bene e , rispettando i termini del contratto, tireremo fuori le nostre aziende dal portale.
– la parità tariffaria anche per il sito diretto dell’hotel….e non mi dica che l’abbiamo firmata. Semplicemente non ci va più bene e , rispettando i termini del contratto, tireremo fuori le nostre aziende dal portale.
E’ nato prima l’uovo della gallina .
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 31 Gennaio 2012, alle ore 10:28
@armando vessa, il mondo cambia, le cose cambiano, purtroppo o per fortuna oggi per booking.com il cliente non è l’albergo ma è il cliente finale, ed è proprio per questo che il cliente finale è posto in posizione di rispetto massimo e di attenzione dai portali. Inoltre spesso i clienti si sentono piu clienti del canale dove prenotano che clienti dell’hotel, rifletta solamente su clienti che hanno un problema con l’hotel e invece di chiamare la reception telefonano all’assistenza di booking.com.
Quante volte lo stesso cliente dall’altro lato del mondo verrà nel suo hotel? UNA. Quante volte lo stesso cliente prenoterù un altro hotel sullo stesso PORTALE? 10 100 1000.
S.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 31 Gennaio 2012, alle ore 10:41
@ilgrandeleo, in realtà cerco di difendere un METODO quello del revenue management in cui credo e nel quale l’aspetto di visibilità e vendita è priorirario e i portali ne sono lo strumento.
1 – con i miei clienti di solito sono sempre gentili e disponibili, comunque penso si possa fare una analisi di “tono” magari un sondaggio sul “tono” presso questo blog, sempre che riusciamo a monitorarlo.
2 – i costi di intermediazioni aumentano i click costano sempre di piu, cià che ieri costava 15 oggi costa 20, solito discorso se ti puoi permettere la ferrari la usi sennò vai con la punto.
3 – uso del marchio è nel paragrafo “Webmarketing” con l’autorizzazione dell’hotel booking.com promuove l’hotel utilizzando il nome dell’hotel stesso nella commercializzazione online, anche con email marketing pubblicità pay per click. Booking.com gestisce le campagne pubblicitarie online a sua discrezione e se ne assume i costi. Forse la mia copia del contratto è una versione 2.0 ? o me ne fanno una LIMITED EDITION 🙂
4 – la clausola della parità tariffaria esclude o intende escluso il sito diretto? dove?
Resto dell’idea che siamo liberi di scegliere, di non sputare nel piatto dove mangiamo, e di essere sempre contenti di lavorare con chi si lavora, altrimenti non ci si lavora. Ci sono mezzi alternativi alla vendita con le OTA, se si hanno il coraggio e i mezzi di seguirli sono pienamente d’accordo.
S.
Commento da ilgrandeleo — 1 Febbraio 2012, alle ore 10:49
ma nella strategia del consenso rientra anche il dover scrivere l’ultima parola? se così fosse noi albergatori ne abbiamo molte
Commento da Stefano Ricci — 2 Febbraio 2012, alle ore 13:29
@Armando Vessa
mi trovo in accordo con il Dott. Tiribocchi,che non è un mio collaboratore.
Da albergatore le posso confermare che Booking ci considera solamente dei “fornitori” e non collaboratori.Il sistema di cui parlava lei è corretto ma era valido ai tempi dei Tour Operator e degli allotment.
Ora per le OTA noi siamo solamente un mezzo per far aumentare il loro fatturato.Più un albergo converte click in prenotazioni più le OTA ci valorizzano.Quindi il cliente per loro è importante quanto per noi.
Noi siamo un mezzo, purtroppo.Deve accettare questa realtà.
Commento da Armando Vessa — 3 Febbraio 2012, alle ore 19:14
@Stefano Ricci
il punto è proprio questo: vogliamo continuare ad essere “fornitori” e mezzi per far aumentare il fatturato di booking?
se a molti basta essere l’ultimo anello della catena accontentandosi delle briciole, a molti altri invece interessa essere proprietari delle proprie strutture.
Lanciamo una sondaggio:
Vi farebbe schifo pagare il 10% anzichè il 15%-18%-20%…?
Vi farebbe schifo comparire in prima posizione su google quando un utente digita il nome della vostra struttura?
Vi farebbe schifo decidere le policy della vostra struttura?
Sono sicuro che il dott. Tiribocchi troverebbe il modo per rispondere “si”
Albergatori Svegliatevi! perchè booking ha gli occhi ben aperti…
Commento da kirk — 4 Febbraio 2012, alle ore 00:16
@grandeleo
facci sapere quando si parte con lo sciopero
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 6 Febbraio 2012, alle ore 12:38
@armando vessa
l’idea dello sciopero è molto carina, è divertente, la pensavo anche io da piccolo, prima di conoscere a fondo le menti degli albergatori romani, e le numerose case history di come un albergatore pensa e ragiona, cioè come un piccolo feudatario in lotta contro gli altri, l’idea di una coesione la vedo lontana anni luce, forse in francia funzionerebbe, in italia NO.
Anche l’idea del sondaggio è carina,
allora
1 – per quanto riguarda pagare meno commissioni ci sono molte OTA che hanno commissioni inferiori al 15% liberi di andare con loro (il solito discorso di andare in giro in punto o in ferrari)
2 – io compaio sempre in prima posizione, sotto i link sponsorizzati, comunque ad oggi lo specificano che sono OTA, la storia è gia un po cambiata..nel tag title dell AD hanno messo !BOOKING.COM..
3 – su questo non capisco io le policy me le decido tutte da solo, sarà il solito trattamento di favore che fanno solo al Dr. tiribocchi..
Albergatori svegliatevi sempre, ma cercate di comprendere fino in fondo quello che vi circonda, le minacce e le opportunità del sistema.
S.
Commento da Armando Vessa — 6 Febbraio 2012, alle ore 23:24
Caro dott. tiribocchi,
non le nascondo che io da piccolo giocavo e non pensavo allo sciopero. Ma forse ho avuto un’infanzia normale. Quando, da grande, ho lottato per far valere i miei diritti ho usato anche lo sciopero.
Come stanno le cose e come va il sistema lo sanno in molti, non solo lei. Il fatto che a lei sta bene e preferisce adeguarsi, leccando le scarpe ai potenti per poi usare qualche ‘escamotage’ per aggirare i loro ordini, non significa che debbano farlo anche gli altri. Deve farsi capace che al mondo C’è gente che pensa, studia, lavora, e si fa delle opinioni che non devono per forza essere in linea con le sue. Lei pecca di arroganza e lo fa in modo molto presuntuoso e questo nasconde una grande insicurezza. non capisco se nella vita o nella sua professionalità. La saluto con questo messaggio così potrà avere l’ultima parola. Per coloro che vogliono sapere quello che stiamo facendo per avere più voci in capitolo nel rapporto tra OTA e hotel, può scrivere a: assistenzaalbergatori@gmail.com
Commento da Franc1980 — 7 Febbraio 2012, alle ore 19:20
Una domanda per Tiribocchi?
come mai gli alberghi con i quali collabora non rispettano la parità tariffaria sul sito diretto rispetto a booking? …e non parlo delle offerte speciali 5% di sconto (escamotage) ma proprio di quella differenza di 3-4 euro che lei tanto infama.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Febbraio 2012, alle ore 01:38
@armando vessa
ciao armando, il mio da “piccolo” era inteso ai primi anni della mia carriera..continuo a non capire l’atteggiamento di chi vuole utilizzare un servizio ma alle proprie regole, di chi vuole che booking applichi la commissione che dice lui, di chi firma un contratto con le OTA e poi ogni giorno maledice le commissioni e le condizioni, tutto questo caro amico, io non lo capisco.
S.
Commento da Stefano Ricci — 8 Febbraio 2012, alle ore 16:07
@Armando Vessa
io sono d’accordo con lei per i discorsi delle commissioni, brand name,policy.Sono un albergatore non un’OTA.
Ma il punto è: come ottenere queste condizioni?Scioperando per un mesetto a maggio? Bene, e poi quando arriva la bassa stagione, si sciopera di nuovo?Avete il coraggio?
Su internet Expedia spende circa 100.000 dollari al giorno, dico al giorno,per posizionare lei ed i suoi alberghi nelle prime posizioni dei motori di ricerca al mondo.Nessun albergatore ha il budget che hanno le OTA per controbbatterle su internet.E siccome internet è usato quasi al 100% da tutti i futuri clienti,non vedo vie di uscita.Una volta erano i vecchi Tour Operator ad avere il coltello dalla parte del manico quando si facevano i rinnovi dei contratti,ora sono molto ridimensionati perchè c’è internet.E finchè ci sarà internet come sistema di prenotazione, le OTA avranno sempre più potere di noi.Quindi l’unico modo è lavorarci insieme ed “usarli” a nostro favore.Oppure fare un megaportale di albergatori che controbatta le OTA su internet (molto difficile)Ma con lo sciopero non si va da nessuna parte.Dovevamo pensarci prima di firmare certe condizioni contrattuali ora è tardi.L’ultima possibilità è quella di uscire da tutte le OTA e rimanere su internet solo con il suo sito hotel.Ha il coraggio di farlo?Se io fossi il proprietario dell’unico albergo esistente a Roma posizionato davanti al Colosseo lo farei, ma altrimenti la vedo molto dura finchè esiste internet.
Comunque sono aperto ad iniziative,naturalmente fatte con criterio.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 8 Febbraio 2012, alle ore 20:37
@franc1980
ciao francesca, forse stai ipotizzando dei clienti che non ho..o forse ho dei miei clienti che ad oggi non so ancora di avere..per favore dimmi chi sono i miei clienti che ancora non conosco. Per i clienti invece che conosco e frequento settimanalmente posso garantirti che rispettano appieno la parità tariffaria. Per tutto il blog, parità tariffaria siempre.
S.
Commento da ilgrandeleo — 9 Febbraio 2012, alle ore 08:22
Buongiorno Signori !
La gelata non mi ha abbattuto.
La primavera è vicina ma il cielo sarà nuvoloso per le OTA, molto presto.
Il treno è partito e ringrazio per la collaborazione Armando Vessa con il quale stiamo preparando lo sciopero dei portali.
Scrivete ad assistenzaalbergatori@gmail.com .
Al sig. tiribocchi ho solo una cosa da dire: ” i contratti scadono, i tempi cambiano, il lavoro è sacro.”
Fate due preghierine per le Ota !
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 9 Febbraio 2012, alle ore 17:06
@ilgrandeleo, @armando,
se i tempi cambiano è bene cambiare con i tempi, oggi bisogna sentirsi FLUIDI, lo sciopero dei portali per essere efficace deve essere TOTALE e per tutelarsi, durante il periodo dello sciopero è bene come dice Stefano Ricci avere pronto un portalino dove continuare a vendere le camere, magari il GOVERNO si sveglia e ci aiuta a rimettere in piedi ITALIA.IT, vi ripeto che la sfiducia totale non è nel progetto ma è nell’analisi dello statut quo, e nella paura di non avere sottomano tutte queste menti rivoluzionarie pronte a opporsi. Inoltre per fare il tutto ci vogliono i soldi veri, che sicuramente se tutti mettono la mano in tasca potrebbe essere.
S.
Commento da Armando Vessa — 9 Febbraio 2012, alle ore 22:03
@tutti
ringrazio tutti per le mail e mi scuso con chi non ha ancora ricevuto una mia risposta. Oltre a questo progetto ho anche una baracca da mandare avanti. Vi prego però di continuare a scrivere.
rispondo qui a qualcuna delle domande più frequenti.
Il progetto parte per roma e firenze ma non si escludono altre città che ne vorranno prendere parte.
Stiamo per diventare un’associazione legalmente riconosciuta.
Lo sciopero è un mezzo lecito per farci ascoltare e non lo scopo principale.
Un sito c’è ma è in costruzione.
Proprio oggi ci ha contattati un’importante OTA che vuole farci una proposta in base alle nostre esigenze.
Ringrazio ancora tutti e anche QNT che ci concede questo spazio.
Ricordo ancora l’indirizzo: assistenzaalbergatori@gmail.com
Commento da ilgrandeleo — 10 Febbraio 2012, alle ore 18:14
Grazie Vessa !
Come le ho scritto sulla mail mi faccia sapere se ha bisogno di braccia per il suo progetto. Lunedì non ce la faccio a raggiungervi.
Oltre Roma e Firenze non si possono tirare in ballo altre località ?
Quando sarà pronto il sito ???
Commento da falquiantonio — 11 Febbraio 2012, alle ore 12:28
grazie Armando
tiriamo dritto verso lo sciopero!
Commento da vittorio71 — 13 Febbraio 2012, alle ore 21:29
@tutti
Voglio complimentarmi con Tiribocchi e questo blog che sono risorse validissime per gli operatori turistici. Detto questo vorrei sottolineare alcuni aspetti che mi vedono coinvolto in questa interessante discussione.
Rappresento un Ota che si occupa di villaggistica ed al tempo stesso mi occupo del marketing di una azienda turistica familiare con 40 anni di attività.
1-Al di la di tante chiacchiere, noto, per fortuna, una persistente miopia in tanti commenti di albergatori. Tutti proclamano azioni che darebbero risultati solo ai loro colleghi come ad esempio lo sciopero delle disponibilità…. Ma andiamo….
2-La verità e’ che nessuno e’ disposto a mettere mani al portafoglio e spendere decise cifre nel web marketing, oltre al fatto che oggi e’ sempre più difficile competere con le Ota, per via delle economie di scala su cui le stesse possono contare. Chi di voi e’ pronto ad investire 10.000 € tra sito web e posizionamento? E magari altrettanti per campagne ppc?
3-considerare le Ota un di più per il sistema alberghiero significa semplicemente ignorare una parte essenziale del sistema stesso con conclusioni sconsiderate. Le Ota come i to e le ADV sono parte essenziale del sistema distrubitivo.
4-non si considera minimamente il vantaggio del bill board effect. Si da per scontato che i clienti facciano la fila per venire nelle nostre strutture. Ma dove? Con questa crisi? Quanto dovreste spendere per avere la stessa visibilità?
5-non ho letto in nessun commento una fattore essenziale per disintermediare: qualità. La stessa genera passaparola, fa crescere il capitale umano e soprattutto fidelizza.
6-siamo sinceri, quello che da fastidio e’ dover fatturare tutto, mentre con il cliente diretto quanto passa in sordina?
7-vi siete mai messi nei panni dell’azienda che vi fa pubblicita’ gratis e che poi nel 60% dei casi perde la prenotazione per un comportamento scorretto dell’albergatore. Evidentemente no.
8-con decine di migliaia di aziende alberghiere italiane vi siete chiesti come mai non ci sia un sistema di distribuzione valido?
9-booking.com e’ oggi a tutti gli effetti il motore di ricerca di riferimento per gli hotel. E’ il google della situazione. Vale a dire che se non ci sei non esisti, punto e basta.
10-ho provato più volte a confrontarmi con i nostri colleghi per fare delle azioni di marketing territoriale con risultati decisamente demotivanti ogni volta che si chiedeva di investire qualche migliaio di euro. Siamo tutti imprenditori, ma quando dobbiamo tirare fuori i soldi….no comment!
Mi scuso se con tanta franchezza ho offeso qualcuno, non era mia intenzione. Ben vengano delle proposte, ma siamo sinceri, dentro le nostre aziende non amiamo farci dire cosa fare, soprattutto dai colleghi e ….purtroppo e’ proprio questo il punto. Bravi ancora quelli di booking blog che lentamente stanno facendo nascere una nuova cultura imprenditoriale.
Le Ota funzionano perché non devono confrontarsi con una babele di teste, ognuna con i suoi personali fini.
2
Commento da Zeno Govoni — 18 Febbraio 2012, alle ore 09:13
Premesso che personalmente convivo con le OTA, applico parity rate no per contratto (che comunque avendolo sottoscritto senza nessuna costrizione da parte di nessuno, ritengo sia necessario rispettarlo come chiediamo ai nostri clienti di rispettare i nostri contratti) ma semplicemente per una correttezza di immagine verso i futuri Ospiti e per una scelta aziendale. Detto questo ritengo che lo sciopero sia una soluzione che esprima la povertà di idee nel voler tentare la strada della disintermediazione. Si contrastano le cose creando alternative/idee e dimostrando che queste sono altrettanto valide e possono restare sul mercato. Tentare di eliminare un concorrente mettendogli i bastoni tra le ruote non porta da nessuna parte.
La mia proposta è la seguente e tyenta di dare una soluzione al problema delle Ota e della tassa di soggiorno.
Se il nostro Governo attuale (composto finalmente da tecnici con i quali forse è più facile un dialogo approfondito e non solo fatto di presunti ideali) capisse che tutte le commissioni che noi albergatori italiani paghiamo è tutta ricchezza che esce dal nostro paese e che perdiamo, potrebbe pensare di creare un portale di prenotazione semplicemente prendendo spunto da quelli che ci sono già, fare un accordo con altri paesi definendo un indirizzo web che sia comune ai vari paesi come logica (al momento http://www.bookitaly.com è libero e quindi potrebbe essere anche per gli altri paesi un indirizzo del tipo http://www.bookfrance.com etc.) così da rendere molto più facile il marketing e la veicolazione congiunta del messaggio che per ogni paese esiste un portale di prenotazione di proprietà del paese (si potrebbe studiare una sorta di protocollo sottoscritto dai vari paesi per pubblicizzare a livello mondiale questi portali, facendo squadra tutto è più facile e con costi minori).
Naturalmente noi albergatori dovremmo corrispondere per ogni camere venduta una commissione, no di certo del 15-25%, parlo di un 5% di cui una parte serve per sostenere la manutenzione, gli investimenti sul portale mentre la restante parte servirebbe per risolvere il problema della tassa di soggiorno e mi spiego. Naturalmente ogni hotel è geo-localizzato quindi la restante parte della commissione sarebbe girata dal portale ai vari comuni e provincie di cui fanno parte gli hotel prenotati, così da poter reinvestire quella parte di commissioni per progetti locali naturalmente legati al turismo. Pensate quanto si potrebbe recuperare!!! E tutto rimane sul territorio ITALIA. Il turista non dovrebbe più pagare la tassa di soggiorno e già questi due punti di forza commissione bassa e reinvestita a favore del turista stesso farebbero da soli tutto il lavoro di marketing.
In più si potrebbe anche risolvere la famosa questione delle recensioni, perché? Perché questo portale prenderebbe la parte buona delle OTA, e cioè chi scrive la recensione effettivamente è stato in hotel a seguito dell’invio dopo il check out del codice per scrivere la recensione, e l’albergatore ha il diritto di replica visibile a tutta la community esattamente come avviene per TripAdvisor (io sono dell’idea che se le recensioni sono negative su un sistema come Booking.com dove chi scrive è veramente stato in hotel, il proprietario/direttore non può sempre rispondere che il cliente ha torto perché a quel punto chi legge le recensioni e le relative risposte capirebbe che non può sempre aver sbagliato il cliente e quindi a quel punto se le recensioni sono tutte negative vuol dire che quella struttura non risponde ai requisiti minimi).
Poi pensate alla potenzialità che avrebbe nel senso che per ogni regione, provincia e comune si potrebbe predisporre una sezione dedicata alla multimedialità con contribuiti video, fotografici, etc e una sezione dedicata agli eventi. Tutti in un unico luogo il portale, e tutti con un’unica immagine coordinata (vedi BTO e il Perù!!!).
Un’altra soluzione proprio non la vedo in quanto nessun gruppo di albergatori, anche veramente allargato, potrebbe mai contrastare le OTA con tutti gli investimenti che fanno. Solo lo stato potrebbe farlo, ma uno stato sano, non corrotto e con persone che credono nel proprio paese, nelle sue potenzialità e nella possibilità che è possibile fare un buon servizio pubblico a favore del TURISMO!!!
Commento da Filippo — 19 Febbraio 2012, alle ore 16:50
Al fine di capire meglio la discussione, vorrei domandare perche’ lo sciopero lo dovremo indire per liberarci dalle OLTA e mai in passato ne e’ stato indetto uno per liberarci dalle Agenzia di Viaggio/TO, che hanno monopolizzato il mercato fino a pochissimi anni fa. O mi sono dimenticato che anche loro chiedono/chiedevano commissioni piuttosto esose? Non e’ una polemica, siccome sono nuovo del mestiere, voglio solo approfondire l’argomento
Commento da marghe — 20 Febbraio 2012, alle ore 14:37
@tutti… se ancora non avete dato un’occhiata, su uno degli ultimi post troverete un’opinione molto interessante sui rapporti tra hotel e OTA…qualcuno pensa che in Europa dovrebbero essere i Governi stessi a spronare gli hotel a disintermediare dai portali! cosa ne dite?
L’articolo di cui parlo è questo:
Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione?
Commento da marghe — 20 Febbraio 2012, alle ore 14:37
@tutti… se ancora non avete dato un’occhiata, su uno degli ultimi post troverete un’opinione molto interessante sui rapporti tra hotel e OTA…qualcuno pensa che in Europa dovrebbero essere i Governi stessi a spronare gli hotel a disintermediare dai portali! cosa ne dite?
L’articolo di cui parlo è questo:
Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione?
Commento da marghe — 20 Febbraio 2012, alle ore 14:37
@tutti… se ancora non avete dato un’occhiata, su uno degli ultimi post troverete un’opinione molto interessante sui rapporti tra hotel e OTA…qualcuno pensa che in Europa dovrebbero essere i Governi stessi a spronare gli hotel a disintermediare dai portali! cosa ne dite?
L’articolo di cui parlo è questo:
Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione?
Commento da marghe — 20 Febbraio 2012, alle ore 14:37
@tutti… se ancora non avete dato un’occhiata, su uno degli ultimi post troverete un’opinione molto interessante sui rapporti tra hotel e OTA…qualcuno pensa che in Europa dovrebbero essere i Governi stessi a spronare gli hotel a disintermediare dai portali! cosa ne dite?
L’articolo di cui parlo è questo:
Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione?
Pingback da Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione? – SeoEvolution — 22 Febbraio 2012, alle ore 22:22
[…] si è scatenata una vera e propria bufera tra i nostri lettori a seguito dell’articolo Rate Parity: 1 motivo per rispettarla – 10 modi per infrangerla. C’è chi è a favore di una integrazione intelligente delle OTA nella strategia distributiva […]
Commento da Katerina — 9 Marzo 2012, alle ore 19:09
Per chi vuole fare lo sciopero:almeno con booking i soldi li incassiamo subito, expedia cancella anche la not refundable.
e che ne dite di logitravel? perche hanno sempre il prezzo più basso
anche noi vogliamo la parity.
Per dott. tiribocchi:E poi si dice sempre che non ci sono clienti di serie A e serie B, ci sono invece. La mattina faccio l’assegnazione delle camere e le più belle le assegno a booking.com perche poi i clienti scrivono recensioni, expedia si prende quello che rimane, pagano poco, non hanno voce nel capitolo, in caso di over chi va fuori? exp. ovviamente, per i clienti diretti e booking c’è sempre posto.
Pingback da Rate Parity: 1 motivo per rispettarla – 10 modi per infrangerla | Web Marketing Turistico | Scoop.it — 14 Maggio 2012, alle ore 13:08
[…] bookingblog.com – Today, 1:08 PM […]